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Marina Polacco

In un testo scritto nel 1914 e pubblicato nel 1919 (non a caso a cavallo della traumatica esperienza della Grande Guerra, prima prova generale delle istituzioni di massa novecentesche), Giovanni Papini invita in maniera provocatoria a... more
In un testo scritto nel 1914 e pubblicato nel 1919 (non a caso a cavallo della traumatica esperienza della Grande Guerra, prima prova generale delle istituzioni di massa novecentesche), Giovanni Papini invita in maniera provocatoria a smantellare il sistema scolastico (Chiudiamo le scuole è infatti il titolo dell'intervento), sostenendone la totale e irredimibile negatività. Anche se il testo è da leggere all'insegna del gusto tipicamente avanguardista per la provocazione e rientra nella condanna rivolta contro tutti i luoghi-simbolo della cultura del passato (musei e biblioteche in primis), vi sono comunque dei punti che meritano di essere considerati con molta attenzione: Diffidiamo de' casamenti di grande superficie, dove molti uomini si rinchiudono o vengono rinchiusi. Prigioni, Chiese, Ospedali, Parlamenti, Caserme, Manicomi, Scuole, Ministeri, Conventi. Codeste pubbliche architetture son di malaugurio: segni irrecusabili di malattie generali. Difesa contro il delit...
In Invisible Cities , Italo Calvino questions the status of literary fiction, between truth, falsehood and possible worlds. Having faced the impasse of a mimetic vision of literature, and of a manichean distinction between ‘true’ and... more
In Invisible Cities , Italo Calvino questions the status of literary fiction, between truth, falsehood and possible worlds. Having faced the impasse of a mimetic vision of literature, and of a manichean distinction between ‘true’ and ‘false’ fictions, Marco Polo avoids the risk of annihilation by creating a Heterocosm , in which the oppositions real/unreal and true/false can be completely disarmed. The dialogue between Marco and Kublai Kan keeps coming back to the same questions: what is the relationship between cities existing on maps, cities created through a narrative, and narrated cities which pretend to reproduce real cities? And what is the whole point in describing cities, be them visible or invisible? Considering literary universes as fictional objects (grounded in alternative realities which are self-sufficient and yet variously connected to real places and objects, historical people and events) does not imply denying their truth value and their cognitive function in relati...
La rappresentazione della scuola fin dall’Ottocento e avvenuta all’insegna di due prospettive divergenti: la scuola e vista da una parte come istituzione totalitaria e repressiva, dall’altra come strumento di liberazione e di crescita... more
La rappresentazione della scuola fin dall’Ottocento e avvenuta all’insegna di due prospettive divergenti: la scuola e vista da una parte come istituzione totalitaria e repressiva, dall’altra come strumento di liberazione e di crescita individuale e sociale. Parallelamente, cambia la raffigurazione dei professori e del rapporto tra alunni e professori: spietata guerra senza quartiere o straordinaria possibilita di reciproco arricchimento. Tale dialettica e seguita su alcuni testi campione, dal Romanzo di un maestro di Edmondo De Amicis a Registro di classe di Sandro Onofri.