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Giulia Perrone
  • Guido, Italy

Giulia Perrone

Lo scorso 27 agosto 2015, la Grande Chambre della Corte EDU si è pronunciata in merito al ricorso, presentato da Adelina Parrillo, concernente la presunta violazione del diritto di decidere il destino dei propri embrioni creati in vitro... more
Lo scorso 27 agosto 2015, la Grande Chambre della Corte EDU si è pronunciata in merito al ricorso, presentato da Adelina Parrillo, concernente la presunta violazione del diritto di decidere il destino dei propri embrioni creati in vitro ai fini di successivo trasferimento in utero ma rimasti inutilizzati. L’intenzione della ricorrente, nello specifico, era quella di donare gli stessi alla ricerca scientifica. I giudici di Strasburgo, con 16 voti a favore e uno contrario, hanno dichiarato inammissibili i motivi di ricorso relativi all’eventuale contrasto tra le disposizioni della legge n. 40/2004 e gli artt. 1, Prot. 1, e 10 CEDU e hanno stabilito che il divieto di donare alla ricerca scientifica gli embrioni prodotti in vitro ma non più destinati a fini procreativi non è contrario al rispetto della vita privata di cui all’art. 8 CEDU. Seguono alcune riflessioni sul ragionamento seguito dalla Corte EDU e sui profili penalistici in ambito di procreazione medicalmente assistita e di utilizzo degli embrioni umani soprannumerari.
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