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Carla C A Amirante

  • Componente del Consiglio Direttivo del Centro Internazionale di studi sul Mito, ha pubblicato tre raccolte di poesie ... moreedit
  • Consiglio Direttivo del Centro Internazionale di studi sul Mito e dell'Accademia Siciliana dei Mitici edit
Ecate la multiforme, la Dea trivia dei crocicchi, la potente, la saggia, la giovane e l'anziana, la levatrice, l'accompagnatrice dei morti e l'esploratrice della psiche. Suoi appellativi sono stati: Chtonia dea del mondo sotterraneo,... more
Ecate la multiforme, la Dea trivia dei crocicchi, la potente, la saggia, la giovane e l'anziana, la levatrice, l'accompagnatrice dei morti e l'esploratrice della psiche. Suoi appellativi sono stati: Chtonia dea del mondo sotterraneo, Antaia colei che incontra, Apotropaia la protettrice, Enodia dea che appare sulla via, Kourotrophos nutrice di fanciulli, Propulaia/Propylaia colei che sta davanti alla porta, Propolos colei che serve, Phosphoros portatrice di luce, Soteira la sapiente, Triodia/Trioditis che frequenta i crocicchi, Klêidouchos che porta le chiavi, Trimorphe-la Triplice. E' molto difficile parlare di Ecate, perché il suo universo è molto vasto, così vasto che alla Dea Zeus concesse gloria e potere supremo sulla terra, sugli inferi e sul cielo e, come discendente delle divinità primordiali, il diritto originario di accordare o negare ai mortali ciò che desiderassero. Ecate raramente interviene nelle vicende delle divinità greco-romano ed è citata raramente nei testi antichi, ma, pur tuttavia, godeva di un culto ben radicato presso il popolo, che dall'Oriente sopravvisse alla cultura indo-europea e greca per giungere con alcune varianti fino all'epoca moderna. Ciò avvalora la tesi sulle sue antichissime origini che, per molti studiosi vanno cercate nella regione Caria dell'Asia Minore occidentale, come una divinità legata ai passaggi nelle zone liminali. Thomas Kraus, in una monografia dedicata alla dea, ritiene che l'etimologia del suo nome derivi da Hekatos, un epiteto di Apollo a cui spesso la dea era associata nei luoghi oracolari, inoltre nella mitologia greca al dio Apollo era dato anche l'epiteto di Agyieus, come guardiano delle porte e delle strade. Altri studiosi invece assimilano Ecate alla Grande Madre da cui poi sono derivate tutte le divinità femminili ed in particolare quelle orientali. Sembra chiaro che Ecate sia stata un'antica dea legata alla fertilità e al ciclo della vita, antecedente al pantheon olimpico, esistita prima delle tre ondate migratorie di Ioni, Achei e Dori che invasero la Grecia. La tradizione più antica la riconosce come una divinità pre-olimpica figlia di Erebo e Notte entrata poi nel mondo greco nella grande famiglia dei Titani e inserita tra le altre divinità pre-elleniche megas, "grandi" come: Artemis, Aphrodite, Demeter-Kore, Nemesis, Nike e Tyche, Atena/Metis, Demetra, Persefone, Gaia, Era, Rea, eccetera; quando fu dimenticato il suo legame con la fecondità, si disse che era la madre di Circe o delle Tre Grazie. Per J. S. Clay, nel saggio The Ekate of the Teogony, la grande autorità della dea nasceva stava nel fare da intermediaria tra gli dei e gli uomini favorendo così il rapporto fra l'umano e il divino. E' da notare inoltre che Ecate ricorda nell'assonanza del nome la dea-levatrice egizia Heqit, Heket o Hekat, la Dea rana, la tribale e anziana matriarca dell'Egitto pre-dinastico, nota per la sua saggezza. Heket, la levatrice, si connette agli elementi primordiali della vita umana; essa è anfibia, umida, vulnerabile; è una creatrice partogenetica, che sovrintende ai misteri ed ai riti relativi alla nascita, alla morte e alla rinascita e dalle sue gambe fluiscono perle di vita. Amuleti a forma di rana venivano spesso posti sui cadaveri per trasferire ad essi il potere della rinascita. Più tardi, le tombe dei cristiani copti recarono l'incisione di una rana accanto a quella della croce. Connessioni linguistiche collegano Heket all'aspetto della saggezza di dio (Chokmah) nell'albero cabalistico della vita. Gli gnostici in seguito chiamarono questo aspetto 'Sofia' o 'Hagia Sofia' (hagia = santa, sacra). L'archeologa Marija Gimbutas descrisse, nei suoi studi, le tracce e i manufatti che mostrano una devozione alla dea rana durata circa 10.000 anni e scrive: "In lei si incarnavano i poteri della dea della morte e della rigenerazione, essendo le sue funzioni sia di portare alla morte sia di ristabilire la vitra". Inoltre sempre nell'antico Egitto, la parola Heka era riferita alla magia per la desinenza ka, che significava energia vitale, anima o spirito e tale aspetto si ritrova anche in Ecate che col tempo acquistò caratteristiche stregonesche come signora delle ombre e degli spettri. Esiodo, nella Teogonia, (vv. 411-452), è il primo autore che ci presenta Ecate dedicandogli un Inno in cui Ia dea è posta al di sopra di ogni altra divinità, Zeus compreso, il quale "la favorì più di tutti gli altri deiNella Teogonia di Esiodo si afferma che Ecate era figlia dei due titani Perse ed Asteria, entrambi simboli della luce splendente. Esiodo la descrive come Regina delle Stelle, figlia della vergine madre Asteria (stellata) e destinata ad ereditare il trono di Regina del Cielo. Asteria era una delle sorelle di Leto, che diede alla luce Apollo e Artemide, facendo dunque di Ecate una cugina di
Ecate la giovane e l'anziana, Ecate l'esploratrice della psiche, Ecate levatrice e accompagnatrice dei morti, Ecate Dea dei crocicchi, Ecate la potente e la saggia, Ecate trivia, Ecate la multiforme. Non è facile parlare o scrivere di... more
Ecate la giovane e l'anziana, Ecate l'esploratrice della psiche, Ecate levatrice e accompagnatrice dei morti, Ecate Dea dei crocicchi, Ecate la potente e la saggia, Ecate trivia, Ecate la multiforme. Non è facile parlare o scrivere di Ecate, tanto è vasto il suo universo. Noi stesse abbiamo atteso un lungo tempo prima di deciderci a pubblicare una sua ricerca… l'abbiamo aspettata, temuta forse, ….e poi è arrivato il segno che aspettavamo (una ricerca inviataci da una lettrice, che pubblicamente ringraziamo). E così come un frutto maturo, è seguito il nostro lavoro, che culmina con la meditazione per incontrarLa. Abbiamo cercato nell'ambito di questa ricerca di citare ogni suo aspetto, coscienti che questo spazio non può certo esaurire un mito della sua portata. Ma ci è piaciuto dare particolare rilievo alle sue origini da levatrice e alla sua valenza di saggia e anziana*, per dare spazio ad un tema che da tempo desideravamo trattare, l'incontro con la menopausa, l'età del vero potere di ogni donna. "Celebro Ecate trivia, amabile protettrice delle strade, terrestre e marina e celeste, dal manto color croco, sepolcrale, baccheggiante con le anime dei morti, figlia di Crio, amante della solitudine superba dei cervi, notturna protettrice dei cani, regina invincibile, annunciata dal ruggito delle belve, imbattibile senza cintura, domatrice di tori, signora che custodisce le chiavi del cosmo, frequentatrice dei monti, guida, ninfa, nutrice dei giovani, della fanciulla che supplica di assistere ai sacri riti, benevola verso i suoi devoti sempre con animo gioioso." (1) Esiodo, nella sua Teogonia, dedica ad Ecate quest'inno°, dove Zeus concede alla Dea gloria e potere supremo sulla terra, sugli inferi e sul cielo concedendole, allo stesso tempo, i diritti originari come discendente delle divinità primordiali, fra cui quello di accordare o negare ai mortali ciò che desiderassero: "che fra tutti Zeus Cronide onorò, e a lei diede illustri doni, che potere avesse sulla terra e sul mare infecondo; anche nel cielo stellato ha una sua parte d'onore e dagli Dei immortali è sommamente onorata." E' a Lei che Demetra, nella sua disperata ricerca di Persefone, si rivolge per avere indicazioni su dove fosse la figlia (2) "…. Ma nessuno degli immortali o degli uomini mortali udì la sua voce e nemmeno gli olivi dagli splendidi frutti. Solo la figlia di Perse, che ha candida mente, Ecate dal diadema luminoso, nel suo antro, e il divino Elio, splendido figlio di Iperione, udivano la fanciulla che invocava il padre Cronide; ……." "….Ma quando infine giunse per la decima volta la fulgente aurora le venne incontro Ecate reggendo con la mano una torcia; e, desiderosa di informarla, le rivolse la parola, e disse: "Demetra veneranda, apportatrice di messi, dai magnifici doni, chi fra gli dei celesti o fra gli uomini mortali ha rapito Persefone, e ha gettato l'angoscia nel tuo cuore? Infatti, io ho udito le grida ma non ho visto con i miei occhi chi fosse il rapitore: ti ho detto tutto, in breve e sinceramente". Così dunque parlò Ecate; e non le rispose la figlia di Rea dalle belle chiome; invece, rapidamente, con lei mosse, stringendo nelle mani fiaccole ardenti….."
Ecate, una divinità di antichissima origine dalla personalità misteriosa e dagli innumerevoli poteri.
Abstract Relazione al Convegno internazionale Il simbolo nel mito attraverso gli studi del Novecento, Recanati – Ancona ottobre 2006 – Pubblicata nell’omonimo volume di Atti del Convegno, Ancona 2008. Il saggio prende in esame la figura... more
Abstract
Relazione al Convegno internazionale Il simbolo nel mito attraverso gli studi del Novecento, Recanati – Ancona ottobre 2006 – Pubblicata nell’omonimo volume di Atti del Convegno, Ancona 2008.
Il saggio prende in esame la figura del Drago sottolineando la sua origine antichissima - addirittura preistorica - e la sua longevità, che gli ha permesso di giungere fino ai nostri giorni come personaggio mitico simbolo di forza e potenza.
Dai miti di Orfeo ed Euridice .di Achille e Pentesilea, di Piramo e Tisbe alla vicenda di Paolo e Francesca, come dicevano gli antichi Greci, Amore e Morte sono "adelphòi".
Research Interests:
L'articolo compie un esame critico della leggenda della capitolina a partire dalle fonti e con particolare riguardo alla divinizzazione dell'animale e al suo sovrapporsi ad altre figure divine
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il volume raccoglie una serie di articoli a carattere divulgativo pubblicati su varie riveste e che trattano argomenti di mitologia, storia, scienze e altro
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La pubblicazione raccoglie vari articoli e testi di interventi sulle culture precolombiane, alcuni dei quali relativi al teatro
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L’articolo esamina il significato dell’aquila che, dalla preistoria e poi attraverso gli etruschi, divenne simbolo della forza e del potere della Roma monarchica, repubblicana e imperiale
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