Neuro Chi Rur Gia
Neuro Chi Rur Gia
Neuro Chi Rur Gia
PREMESSA:
Nonostante tutto limpegno che io possa aver messo nello scrivere questo breve plichetto, i suoi contenuti sono da considerarsi indicativi.
Invito perci tutti a consultare comunque il programma desame e, qualora abbiate tempo, ad approfondire gli argomenti proposti nei modi che
Considerate pi opportuni.
Auguro a tutti buono studio.
TRAUMA CRANICO: come facilmente intuibile, il trauma cranico rappresenta una lesione della
teca cranica e dellencefalo dovuta ad un colpo, un urto violento del capo.
Naturalmente l'epidemiologia importante perch il trauma cranico la principale causa di morte in
Italia sotto i 40 anni (in particolare tra 16 e 40 anni), con 150.000 ricoveri l'anno e costi di 2.500 euro per
ricovero e degenza media di una settimana
Le cause principali sono rappresentate dagli incidenti stradali (48%), incidenti domestici, sul lavoro e dalla
violenza privata (questi ultimi due sono probabilmente sottostimati perch non riferiti, basti pensare al lavoro
ne ed alle violenze familiari).
I traumi cranici sono inoltre una importante causa di invalidit. Le stime riferiscono in Italia 20.000 casi di
invalidit permanente e 250.000 stati vegetativi persistenti per anno.
APPROFONDIMERNTO: Come pu un trauma cranico causare coma e stato vegetativo? Per rispondere a
questa domanda basti pensare alla neurofisiologia. Ricordiamo infatti che nel tronco presente per esempio la
formazione reticolare, che si estende nel tegmento (dal mesencefalo al bulbo), come un ammasso diffuso di
neuroni e fibre che si ritiene esplichino un controllo sulle funzioni cardiocircolatorie, respiratorie e
gastrointestinali. Inoltre sono presenti nel tronco stesso, i nuclei della base che svolgono funzioni vegetative e,
con il talamo, possiedono anche proiezioni attivatorie per la corteccia cerebrale. Se, in un trauma, si
danneggiano queste strutture diencefaliche non arrivano impulsi attivatori alla corteccia e ne consegue lo stato
vegetativo.
NB: lo stato vegetativo pu avere connotazioni di irreversibilit e presenta determinati costi per la societ,
nonostante spesso vengano eseguiti solo quei protocolli che prendono il nome di "minimal care.
VALUTAZIONE CLINICA DEL PAZIENTE:Il paziente pu presentarsi con diversi deficit in PS. In base
a questi, il medico deve applicare protocolli differenti. Il paziente verr quindi valutato secondo il GCS
(Glasgow Coma Scale).
Il GCS una scala che assegna punteggi al paziente traumatizzato, in base all'esame obiettivo neurologico
per apertura occhi, risposta verbale e risposta motoria, cui si d un punteggio massimo di (rispettivamente) 4,
5 e 6.
Alcuni commenti sul GCS
L'apertura degli occhi si evoca prima con comando e poi con uno stimolo doloroso: frequentemente
si effettua per esempio la compressione del nervo sopraorbitario (1/3 mediale degli occhi).
Nella risposta verbale si valuta orientamento spaziotempo, l'utilizzo di parole inappropriate e la
comprensibilit dei suoni.
La risposta motoria, infine valuta la risposta ad un comando, la localizzazione stimolo doloroso, la
flessione/retrazione degli arti in risposta/per l'allontanamento dallo stimolo dolorifico (che per
esempio si evoca con la torsione del capezzolo), la flessione anomala degli arti ( segno di
gravit intermedia) o la loro estensione. L'estensione segno di decerebrazione, indice della
perdita di funzione del diencefalo: ci rimane solo il tronco.
A seconda di quanti punti si ottengano dal GCS si ha trauma
1. Lieve (14 o 15): rappresenta l80 dei casi ed ha una scarsa mortalit
2. moderato(9 13 punti): 10% dei traumi, ha mortalit del 10-20%
3. Grave (fino ad 8): 10% dei casi, con mortalit del 20-40% .
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A seconda della gravit del trauma e dei fattori di rischio, i pazienti sono trattati in modo diverso.
Apportiamo a scopo esemplificativo, alcuni schemi di trattamento che possano dare unidea dei protocolli di
PS, relazionati al GCS:
TEORIA DI MONRO-KELLIE:
il cervello un organo parenchimatoso,
come il fegato, ma sito in una struttura
chiusa ed inestensibile (il cranio). Nel
cervello inoltre ci sono i ventricoli
(610% del vol complessivo
dellencefalo) e sangue (45% del vol
del parenchima). Se c' una lesione
occupante spazio, la teoria di Monro e
Kellie dice che il cervello mette in atto
delle misure di compenso pressorio:
prima si altera il volume del liquor e poi
viene esercitata pressione sui vasi, con
conseguente calo della P arteriosa
sanguigna. Quando la Pressione cerebrale
sanguigna va sotto 70 mmHg si ha
danno iscemico e ipossico.
bene ricordare che le lesioni cerebrali si esplicano con sintomi diversi a seconda delle aree colpite.
Brodmann all'inizio del '900 ha pubblicato delle aree della corteccia cerebrale, su base funzionale.
Per l'esame bisogna conoscere le principali aree eloquenti, tra cui
- Aree di Broka: Area 44 e 45 nel piede della terza circonvoluzione frontale. l'area del linguaggio
parlato
- Area di Wernike: area 22, collegata all'area di Broka dal "fascicolo arcuato. l'area della
comprensione del linguaggio
- Area visiva: aree 17 (visiva principale), 18 e 19 (associative) sono nel lobo occipitale
- Area motoria 4 e 6 (area motoria e motoria supplementare, poste a cavallo della scissura di Rolando)
determinare quello che noto come danno assonale diffuso, ovvero uno stiramento egli assoni, che
si pu associare ad una lesione emorragica dei piccoli vasi penetranti. Ci si pu tradurre
clinicamente con alterazione dello stato di coscienza (fino al coma irreversibile). Va inoltre
sottolineato che il 50% di queste lesioni non sono emorragiche e quindi non visibili in acuto alla TC.
Pi specifica si dimostra invece la RM (specialmente in T2) in cui si possono rilevare piccole lesioni
della sostanza bianca.
A seconda della loro sede, gli ematomi postraumatici sono distinti in epidurale, subdurale e lacerocontusivo
(intraparenchimale). Esistono anche emorragie subaracnoidee, ma per lo pi queste sono secondarie a
rottura di aneurismi.
Le caratteristiche radiologiche dellemorragia subdurale ed epidurale sono molto diverse. Sono entrambe
segnali di iperdensit alla TC, ma lemorragia subdurale ha la caratteristica forma a falce, con concavit
interna. Quella epidurale ha invece forma a lente biconvessa, con doppia convessit mediale e laterale..
Emorragia subdurale
Emorragia epidurale
Per comprendere invece le differenze anatomiche e etiologiche tra questi due tipi di ematomi, utile
ricorrere a dei richiami di neuroanatomia.
RICHIAMI DI NEUROANATOMIA
Le meningi sono un sistema di membrane che, allinterno del cranio e del canale rachidiano, rivestono il
SNC, proteggendo lencefalo ed il midollo spinale. Si dividono in leptomeningi (pia Madre ed aracnoide) e
pachimeninge (dura madre). La dura madre, all'esterno, irrorata dalle arterie meningee. Tra queste,
la meningea media (che nel suo decorso ha rapporti con lo sfenoide), passa sotto la squama del temporale.
Questa molto sottile e spesso viene rotta dal trauma, con conseguente lesione anche della meningea media
sottostante ed emorragia epidurale, che ha un effetto massa, dalla caratteristica forma a lente biconvessa.
Lemorragia epidurale rappresenta dunque un accumulo di sangue tra la teca cranica e la dura madre.
L'ematoma subdurale, invece, dovuto alla rottura delle vene encefaliche. il sangue in questo caso si
raccoglie tra la dura madre e l'aracnoide. Sebbene possa dare un effetto massa pi limitato, porta in acuto ad
una irritazione del parenchima cerebrale che determina gonfiore, ernie cerebrali ed una mortalit dell'80%.
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Qui di seguito troviamo schematizzati, i diversi rapporti meningei degli ematomi epidurali e subdurali
Come accennato, la patogenesi dellematoma subdurale implica la rottura dei vasi venosi intracranici. In
particolare il trauma determina uno stress eccessivo delle cosiddette vene a ponte (bridging veins), piccoli
vasi che attraversano le meningi, congiungendo il seno longitudinale superiore con il sistema venoso
corticale. A seguito del danno, queste riversano sangue nello spazio subdurale.
Complicanze peggiori:
Alterazioni psichiche, cambiamento carattere, apatia e depressione. Evolvono con sonnolenza,
confusione ed obnubilamento fino progressiva perdita di coscienza ed al coma.
Ernie cerebrali
CURIOSITA:
- cefalea e vomito sono pi frequenti ed intensi al mattino, perch la posizione clinostatica determina maggior afflusso ematico al
cervello e pu ostacolare il deflusso venoso. Ci incrementa la PIC e, con essa, la sintomatologia.
- il VI nervo cranico il pi colpito perch un nervo lungo e sottile e questa sua fragilit anatomica lo espone a danni frequenti
mono o bilaterali, che provocano diplopia nello sguardo laterale e, nelle forme gravi, strabismo convergente.
La diagnosi si effettua associando la clinica con RM e Puntura Lombare. Pu essere indicativo (pratica
abbandonata in neurochirurgia) analizzare il fundus oculi, che mostrer alterazioni vascolari e papilledema.
Anche la puntura lombare non viene eseguita spesso nella pratica clinica. La logica della rachicentesi sta nel
dimostrare, col prelievo, laumento della pressione liquorale anche nel rachide. Tale manovra inoltre,
sottraendo Liquor crea spazio e migliora la sintomatologia. Una evacuazione troppo veloce del LCR,
tuttavia, pu peggiorare ernie cerebrali concomitanti e per questo motivo si tende a non farla.
Lesame invece a tuttoggi pi usato perch semplice, sensibile e non invasivo, la RM ed entro certi limiti
anche la TC. Noteremo con il neuroimaging, diminuzione degli spazi ventricolari, segno della sella vuota,
eventuali shift assiali dellencefalo ed ernie..
Infine pu essere applicata la misurazione transcranca della PIC, attraverso cateteri intraparenchimali,
intraventricolari o intrameningei, collegati ad un sensore. Questa soluzione preferita in pz che debbano
monitorare costantemente la PIC (per esempio pz con trauma cranico moderato o grave).
Tra le terapie possibili ci sono interventi medici con diuretici oppure soluzioni saline ipertoniche.
Sicuramente efficace anche lintervento chirurgico, raccomandato nel caso ci sia una lesione occupante
spazio.
In un paziente con un encefalo sofferente e traumatizzato, utile abbassare la temperatura, sedarlo con
tiopentano sodico, in modo da abbassare molto il metabolismo cerebrale. Mannitolo e soluzioni ipertoniche h
anno un ruolo importante per l'evacuazione di edemi derebrali, che invece, essendo acqua diffusa, non si
tratta chirurgicamente.
Per maggiori chiarimenti sullipertensione intracranica, si rimanda al libro ed alle lezioni di Neurologia.
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TERAPIA DELLE ERNIE CEREBRALI: Le ernie cerebrali giovano spesso del trattamento
neurochirurgico. Loperazione volta ad eliminare la lesione occupante spazio e diminuire la pressione
intracranica. Essendo le ernie una complicanza grave dellipertensione endocranica, il pz presenter
verosimilmente un quadro complesso e notevole incremento della PIC. In queste lesioni, come avviene per
le emorragie post traumatiche, si preferisce perci non rimettere subito losso in sede, ma la temporanea
assenza di parte della teca cranica contribuisce a creare spazio in pi, occupato dal cervello, che diminuisce
dunque la pressione complessiva allinterno della scatola cranica. Dal foro lasciato aperto sulla parete del
cranio fuoriesce letteralmente il cervello, a volte anche in maniera importante, protetto da un patch durale
apposto dal chirurgo e ricoperto esternamente direttamente dalla cute. Losso prelevato nella craniotomia, un
tempo era conservato nel sottocute delladdome, oggi si invia nelle apposite banche dellosso (che lo
preservano sterile) o si butta e si acquistano costosissime protesi su misura. Quando sar risolto il problema
dellipertensione, si reimpianta losso (o la protesi).
NB: creare uno sfogo pressorio con la craniotomia, sia nelle ernie che nelle emorragie intracraniche, pu a
volte determinare una lesione emorragica controlaterale, che costringe il chirurgo a rioperare il paziente.
Per concludere un discorso sui traumi cranici, opportuno parlare anche un po di prevenzione.
Ci sono interessanti studi sulla prevenzione e sull'utilit dell'introduzione del casco, nella casistica degli
incidenti stradali.
Pare infatti aver abbattuto la quantit di trauma cranico dal 2,5 allo 0,8%, ma, allo stesso modo, sembra
aver aumentato l'incidenza di traumi cervicali.
Anche le Cinture di sicurezza rappresentano un presidio preventivo da conoscere, ma sono altres le responsa
bili delle "seat belt fractures": fratture in flessodistrazione, gravi di tipo B.
IDROCEFALO
Detto anche water on the brain una condizione medica che determina laccumulo di LCR nei ventricoli e
nelle cavit intracraniche con conseguente incremento della PIC. Pu comportare allargamento del cranio
(specialmente nei bambini), cefalea, visione a tunnel, disabilit mentale e nei casi pi gravi pu essere letale.
CLASSIFICAZIONE: lidrocefalo viene classificato in base a
Etiopatogenesi, che pu essere:
- ostruttiva
- da maggior produzione di liquor
- da minor riassorbimento di liquor
Insorgenza:
- Idrocefalo congenito: le cause sono per lo pi genetiche, ma vengono da alcuni considerati
appartenenti a questo gruppo anche idrocefali perinatali acquisiti a causa di emorragie
intraventricolari dei neonati prematuri, infezioni, atresia o stenosi dellacquedotto di Silvio,
malformazioni (per esempio quella di Arnold Chiari di tipo II con malformazioni della fossa cranica
posteriore o quella di Dandy Walker, esempio di malformazione cerebellare). Il neonato (o
comunque il bambino con fontanelle ancora aperte) con idrocefalo subir un veloce incremento delle
dimensioni del cranio. Potranno associarsi irritabilit, ritardo di crescita, vomito frequente.. Col
tempo, le palpebre superiori retraggono, gli occhi sono rivolti verso il basso ("Sunset eyes") a causa
della pressione idrocefalo sul tegmento mesencefalico con paralisi uperiore dello sguardo.
Sopraggiunge astenia e ci pu essere riduzione del visus. Il bambino pu alla fine essere costretto a
letto. La quasi totalit dei bambini con spina bifida, meningocele o mielomeningocele alla nascita,
sviluppano un idrocefalo.
- Idrocefalo acquisito: condizione conseguente a tumori dellencefalo, meningiti, infezioni, traumi
cranici ed emorragie.
Strutture coinvolte:
- Idrocefalo interno: molto pi comune, con dilatazione dei ventricoli e dellacquedotto di Silvio.
- Idrocefalo esterno: dilatazione degli spazi subaracnoidei. una condizione benigna che si risolve
spontaneamente entro i 2 anni di et.
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APPROFONDIMENTO SULLA CIRCOLAZIONE DEL LCR: il liquor prodotto a livello dei plessi
corioidei, nei ventricoli cerebrali. Viene ottenuto attraverso un processo di filtrazione del sangue che
passa la barriera emato-liquorale (BEL), costituita da vasi piali affrontati a cellule dellependima. I
ventricoli sono in comunicazione tra loro (tramite i forami di Monro e lacquedotto di Silvio) ed il liquor
prodotto passa da un ventricolo allaltro per poi giungere negli spazi subaracnoidei attraverso i forami di
Lushka e Magendie. Nello spazio sub aracnoideo, il LCR raggiunge le granulazioni del Pacchioni, site
lungo il decorso del seno sagittale superiore. Attraverso queste formazioni, viene riassorbito dal sistema
cerebrale venoso. Esiste un bilancio tra produzione e riassorbimento liquorale, tale che nel sistema nervoso
siano costantemente presenti tra gli 80 e i 150 ml di LCR.
Questo sistema pu essere alterato in caso di ostruzioni, rara iperproduzione (per esempio causata da
papillomi dei plessi corioidei o iperplasia dei villi) ed alterazioni nel riassorbimento.
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LA COLONNA
CENNI DI ANATOMIA: L'uomo ha 33 vertebre, 7 cervicali, 12 toraciche, 5 lombari, 5 sacrali e 45
coccigee. Fino a S1 tra le vertebre ci sono dischi che, come veri e propri ammortizzatori, evitano attriti tra i
corpi vertebrali. Se i dischi si consumano, si formano gli osteofiti che chiudono i canali di coniugazione, con
danno alle radici.
Si consiglia di studiare le seguenti immagini per un rapido ripasso anatomico.
NOTA BENE: Ci sono 7 vertebre cervicali ma 8 radici, perch la radice C1 passa sopra la prima vertebra
cervicale (l'atlante) e la radice C8 passa sotto la settima. Ne consegue che le radici cervicali prendono il
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numero della vertebra che sta loro sotto (tranne C8, evidentemente), mentre dal tratto dorsale in poi,
prendono il numero della vertebra che sta loro sopra.
C' poi un altro discorso a cui prestare attenzione: il midollo termina all'altezza di L1 (per alcuni L2),
successivamente abbiamo solo un fascio di nervi che impegna il canale vertebrale e prende il nome di "cauda
equina". Delle lesioni a questo livello possono causare la cosiddetta "SINDROME DELLA CAUDA
EQUINA" che clinicamente manifesta con (non necessariamente tutti) i sintomi di:
1. Astenia degli arti inferiori (la clinica tanto pi importante quanto maggiore il numero di radici
coinvolte)
2. Anestesia dei dermatomeri innervati dalle radici lese ( per questo importante avere un'idea dei
dermatomeri)
3. Dolore (Lombalgia e dolore agli arti inferiori)
4. Iporiflessia o ariflessia degli arti inferiori
5. Una possibile ritenzione urinaria iniziale che poi evolve in incontinenza urinaria
6. Incontinenza sfinteriale.
7. Impotenza
La sindrome della cauda pu essere causata da diverse lesioni come
- Traumi: incidenti stradali, cadute, con fratture, traumi iatrogeni (per puntura spinale o anestesia
spinale mal eseguiti)
- Stenosi del canale vertebrale: per ernie, ematomi, neoplasie, processi degenerativi o malformazioni
congenite.
- Infiammazioni.
Tale patologia pu essere diagnosticata con l'ausilio dei dati clinici, con un esame obiettivo neurologico ed
approfondimenti radiologici. La terapia pu essere medica nel caso delle infiammazioni o in alcune ernie
(approccio conservativo), ma pi spesso chirurgica, con l'intento di ristabilire la fisiologica anatomia di
quel segmento vertebrale.
ERNIE DISCALI: prima abbiamo accennato al fatto che tra i corpi vertebrali, sono presenti dei dischi
che facilitano i movimenti articolari e creano spazio tra le vertebre. Come mostrato nella precedente
immagine, il disco intervertebrale costituito da un nucleo polposo di collagene disorganizzato, circondato
da un anulus fibroso (fibrocartilagine ricco di fibre collagene).
Con l'et questi dischi possono essere interessati da patologie degenerative. Per esempio questi perdono
acqua (la cui percentuale passa dal 90% a 30 anni a meno del 70% ad 80 anni) e proteoglicani. Diminuisce
anche lattivit dei fibroblasti e la vascolarizazione. Ci rende il disco meno elastico e pi facilmente
comprimibile.
A causa di fenomeni degenerativi pu accadere che diminuiscano gli spazi intervertebrali con eccessiva
sollecitazione articolare e conseguente spondilosi, formazione di osteofiti e riduzione delle dimensioni del
canale midollare. Avviene inoltre che il nucleo fuoriesca dall'anulus e vada a comprimere le radici nervose
presenti a quel livello, determinando la celeberrima ernia del disco. Se il disco erniato ancora idratato si
parla di ernia molle.
La patologia multifattoriale con predisposizioni genetiche (che spiegano ernie adolescenziali ed una certa
familiarit) e cause ambientali che spaziano dallo stile di vita sedentario, al sovrappeso, ad alcuni stress (per
esempio sollecitazioni meccaniche ripetute, sollevamento di carichi e cose simili che rendono tra l'altro
questa patologia una importante malattia professionale per autisti o per coloro che svolgono lavori
di manovalanza), ai traumi. Le ernie possono insorgere in qualsiasi tratto della colonna (con sintomatologie
diverse perch interesseranno radici di nervi diversi), ma sicuramente le pi diffuse sono a livello
lombosacrale e poi cervicale.
Interessano la popolazione maschile pi di quella femminile e sono una patologia talmente comune che si
riscontra una sintomatologia attribuibile ad essa in pi del 4% della popolazione over 35.
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un'ernia fino a L1 (massimo L2) pu comprimere il midollo anteriormente (con serie conseguenze
sulla motilit del paziente perch nel corno anteriore del midollo decorrono le fibre motorie)
Nei segmenti lombosacrali successivi, un'ernia pu associarsi alla sintomatologia della cauda equina
sopra descritta, perch in questo tratto non ci sar pi il midollo, ma il fascio della cauda.
Laterale (extraforaminale o
intraforaminale): interessa la
radice della vertebra superiore
Mediana o paramediana: interessa
la radice che prende il nome della
vertebra inferiore.
CURIOSITA: le vertebre cervicali sono le pi colpite nei traumi. In particolare sono coinvolte pi frequentemente le
cervicali basse in quanto al termine della fisiologica cifosi dorsale, punto di flesso dove per motivi fisici si scaricano gli
stress meccanici dellinter tratto cervicale.
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Le ernie mediane e paramediane fino a L1comprimono il midollo, con sintomatologia anche grave,
soprattutto motoria: nel corno anteriore del midollo passa infatti il primo motoneurone della via piramidale.
Ernie importanti possono avere coinvolgimento del lemnisco mediano e delle vie sensitive posteriori,
schiacciate contro larcata posteriore (arcata ossea data dalla fusione delle due lamine vertebrali).
- La sintomatologia delle ernie mediane sar bilaterale e pi estesa, perch interesser in maniera
variabile vie motorie e sensitive a livello centrale. A volte comporter un conflitto vascolare con
relativo danno ischemico. Rara ma possibile la compromissione sfinteriale e disfunzioni sessuali.
- Le ernie paramediane con compressione midollare sono simili a quelle mediane, ma cominciano a
dare una sintomatologia pi laterale: deficit motori omolaterali e sensitivi controlaterali.
- Ernie laterali daranno deficit neurologici pi localizzati, colpendo solo una radice ed un nervo
periferico.
Ernie mediane e paramediane sotto L1 non comprimono il midollo (cfr. approfondimento su ernie lombari e lombosacrali).
Credo sia chiaro, da quanto detto fin qui, che pu essere daiuto per localizzare clinicamente lernia,
una conoscenza base dei dermatomeri. La seguente illustrazione pu aiutare a farsene unidea.
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Infezioni
Recidive di ernie
Rottura del sacco durale (che, ricco di zuccheri, impedisce la riparazione della ferita e comporta
spessissimo infezioni)
Eccessiva fibrosi cicatriziale
Permanenza del dolore.
La chirurgia delle ernie cervicali pu essere invece pi complessa, a seconda del livello. Laccesso
anteriore, posteriore o combinato. In linea di massima lapproccio anteriore preferibile perch crea un
trauma chirurgico minore ed offre la possibilit di rimuovere facilmente gli osteofiti. Tuttavia questo
approccio limitato dal fatto che non si vedono le radici e non si lavora facilmente su pi livelli (operazione
per cui raccomandato un approccio posteriore), senza contare poi che si devono mettere in sicurezza e
risparmiare le diverse strutture del collo che si trovano anteriormente alle vertebre.
Lintervento sulla colonna cervicale ha qualche complicanza intraoperatoria in pi di quello lombosacrale,
per via di un possibile danneggiamento proprio delle strutture anteriori del collo.
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NEOPLASIE ENDOCRANICHE
EPIDEMIOLOGIA: I tumori intracranici sono piuttosto frequenti ed in costante aumento negli ultimi anni.
-
Incidenza negli adulti: 2-4,6% della popolazione ospedaliera e 6-12/100.000 abitanti per anno
Incidenza nel Bambino: 2,5/100.000 bambini per anno (secondo tumore dellinfanzia dopo le
leucemie)
In relazione allistotipo:
Meningioma: 26%
Glioblastoma: 23%
Astrocitoma (inclusi i NAS): 13%
Guaine nervose: 7%
Ipofisi: 6%
Altro: 25%
SEGNI E SINTOMI TUMORI INTRACRANICI: hanno una buona variabilit e sono distinti in:
Sintomi irritativi (crisi comiziali): tutte le crisi epilettiche, in ogni et, devono sempre essere messe
in diagnosi differenziale con un tumore, attraverso lo studio radiologico con RM e gadolinio.
Sindromi neurologiche in rapporto alla sede: sintomi vari, dalle classiche alterazioni motorie e
sensitive (es. sulletmoide dar anosmia, a livello cerebrale disturbi visivi...), ad alterazione della
personalit: il pz pu diventare apatico e depresso, poi confuso e obnubilato, fino al coma.
Ipertensione endocranica: il tumore rappresenta una lesione occupante spazio e, in quanto tale, pu
causare aumento della PIC seguendo la teoria di Monro-Kellie. Segni e sintomi dellipertensione
endocranica sono stati gi discussi. Preciso soltanto che linsorgenza e la gravit dellipertensione
intracranica legata anche alla posizione del tumore:
-
Neoplasie sopratentoriali determinano pi facilmente ernie del giro del cingolo e delluncus.
NB: Oltre a cefalea, vomito e papilledema, prestate attenzione ai disturbi psichici comportati dallaumento
della PIC. Inizialmente possono manifestarsi cambiamento dellumore e del carattere, apatia, depressione
Successivamente sindrome confusionale, tendenza alla sonnolenza, obnubilamento, torpore e infine coma.
Attorno al tumore si pu creare un edema peritumorale vasogenico, per lo pi per alterazioni delle giunzioni
dellendotelio capillare.
Altri tipi di edema possono sopraggiungere nelle fasi
successive.
I tumori in assoluto pi edematosi sono le metastasi.
Nellimmagine accanto riportata una RM pesata in T2, con
una singola metastasi in sede parieto occipitale e ledema
ad essa associato. Tumori molto edemigeni sono anche i
glioblastomi ed a volte i meningiomi.
Questi ultimi non oltrepassano in genere laracnoide, ma,
qualora superino il piano aracnoideo, diventano
assolutamente edemigeni.
NB: Essendo accumuli interstiziali di acqua, gli edemi
saranno iperintensi in T2.
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FOCUS SULLEDEMA CEREBRALE: per edema cerebrale si intende una condizione medica
distinta dallematoma, consistente in un accumulo di liquidi nello spazio interstiziale.
Pu essere di diversi tipi, ognuno con differente patogenesi e composizione:
-
Vasogenico: per alterazione della BEE, costituito per lo pi da acqua, Na e proteine, che si
accumulano in spazi sia extra che intra cellulari
Citotossico: risultante da una alterazione metabolica, per cui le cellule non producono ATP, che
possa far funzionare le pompe di scambio NA/K, per cui rimane Na nella cellula e si accumula
acqua al suo interno, provocandone la sofferenza funzionale e la morte cellulare.
Osmotico: edema intra/extracellulare, creatosi per gradiente osmotico.
Idrostatico: accumulo di acqua e Na a livello extracellulare per un bilancio idrostatico.
Interstiziale: composto da Liquor oaraventricolare, causato da ipertensione ventricolare.
I tumori pi edemi geni sono sicuramente le metastasi, seguite da glioblastomi e, a volte i meningiomi
TERAPIA EDEMA:Si esegue una somministrazione endovenosa in bolo rapido di Mannitolo (100 cc
ogni 4 ore, con una prima somministrazione pu essere anche di 150-200 cc). In casi molto gravi,
leffetto pu essere potenziato dalla successiva somministrazione di Lasix e.v. Il Mannitolo deve poi
essere sospeso con gradualit, per evitare il fenomeno del rebound. Va considerato che un trattamento
del genere potrebbe comportare danni renali, riscontrati poco frequentemente nella pratica clinica.
Se il paziente incosciente o torpido va cateterizzato, perch leffetto diuretico ingente e rapido. Gli si
somministra alimentazione per sondino nasogastrico, per evitare il rischio di broncopolmoniti e per
evitare decubiti opportuno un frequente cambio di posizione, almeno ogni tre ore, e richiedere
materassino antidecubito. La posizione del pz sul letto deve assicurargli la perviet delle vie aeree (per
esempio, col capo di lato, perch lingua e saliva non ostruiscano il assaggio daria). In subacuto, il
soggetto con edema va trattato con cortisonici per via intramuscolare o per os. Ad esempio, nella
quotidiana pratica neurochirurgica molto usato il Bentelan (4 mg I.M. due o tre volte al d) a cui vanno
associati gastroprotettori.
Per le caratteristiche cliniche, prognostiche e radiologiche dei singoli istotipi tumorali si rimanda ai testi di Neurologia e
Neuroradiologia. Tuttavia riporto alcuni consigli ed indicazioni del Professor Raco.
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TUMORI MIDOLLARI
Si tratta di lesioni meno frequenti di quelle nel SNC, che si sviluppano, come intuibile, nel midollo spinale.
SINTOMATOLOGIA: simile a quella descritta per le ernie pi gravi.
A livello lesionale (cio allaltezza del metamero leso):
Sintomatologia sensitiva per interessamento delle corna posteriori o delle radici posteriori,
irritativa (dolore cornuale a morso di cane, iperalgesia) o deficitaria (ipo-anestesia
termodolorifica)
Sintomatologia motoria per interessamento delle corna anteriori o delle radici anteriori
(paralisi periferica flaccida, con ipotono, ipotrofie, areflessia tendinea e fascicolazioni)
A livello sottolesionale (al di sotto del metamero leso):
Sintomatologia sensitiva per interessamento del fascio spinotalamico (ipo-anestesia
termodolorifica) e/o interessamento dei cordoni posteriori (dolori cordonali, atassia, perdita
della sensibilit vibratoria)
Sintomatologia motoria per interessamento del fascio piramidale (paralisi spastica, con
iperreflessia e ipertono)
Perdita del controllo sfinterico
La sintomatologia varia a seconda della localizzazione del danno:
Danno cervicale alto (C1-C4):
Sint. lesionale: Paresi flaccida del trapezio, sternocleidomastoideo e diaframma. Possibili
disturbi respiratori (fenomeno di Ondina, apnea durante il sonno, per lesione dei centri
respiratori)
Sint. sottolesionale:Tetraplegia spastica, anestesia degli arti e del tronco, disturbi sfinterici
Lesione cervicale bassa (C5-T1):
Sint. lesionale: paresi periferica degli arti superiori, anestesia termodolorifica degli arti
superiori
Sint. sottolesionale: paresi spastica degli arti inferiori (paraparesi spastica), anestesia agli
arti inferiori con livello superiore indicante il livello di lesione, disturbi sfinterici
Sindrome di Bernard-Horner, per interessamento del centro simpatico cilio-spinale C8-T1
Lesione dorsale:
Sint. lesionale: paralisi periferica dei muscoli intercostali e addominali, anestesia
termodolorifica a banda, dolori a cintura.
Sint. sottolesionale: paraparesi spastica, ipo-anestesia degli arti inferiori con livello superiore
che indica il livello di lesione, disturbi sfinterici
Lesione lombare superiore (L1-L4):
Lesionale: paresi flaccida del quadricipite, con difficolt a salire e scendere le scale, riflesso
rotuleo abolito, anestesia della faccia anterire della coscia e del lato mediale della gamba
Sottolesionale: paresi spastica dei muscoli posteriori della coscia e gamba, iperreflessia
achillea, Babinski
Lesione dellepicono (L5-S2 o S2):
Paralisi periferica dei muscoli della gamba, con steppage, dei glutei e dei muscoli
posteriori della coscia
Abolizione dellachilleo
Dolori e ipo-anestesia del piede, faccia posteriore coscia e gamba e faccia anteroesterna della
gamba
Turbe sfinteriche (ritenzione vescicale e rettale)
I sintomi sono bilaterali e simmetrici
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DIAGNOSI: ancora una volta si ottiene una diagnosi con il Neuroimaging. Per i tumori spinali si
preferiscono le immagini di RM con Gadolinio, che ha sostituito del tutto Mielografia e MieloTC.
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PROGNOSI: la prognosi notevolmente influenzata dalla tempestivit della diagnosi. Il paziente che gi
plegico, infatti, ha scarsissime possibilit di ripresa dopo lintervento. ormai accertato che la prognosi
funzionale tanto migliore quanto minori sono i deficit preoperatori.
TRATTAMENTO DEI TUMORI MIDOLLARI: quasi esclusivamente un trattamento chirurgico.
La chirurgia del midollo spinale molto pi delicata di quella cerebrale ed i suoi risultati dipendono
principalmente dalla natura e dalla posizione della lesione. Tuttavia la prognosi in anni recenti molto
migliorata, grazie a
diagnosi pi precoce ( per lintroduzione di indagini diagnostiche pi appropriate come la RM)
adozione di nuovi strumenti, come laspiratore ad ultrasuoni
monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio.
Per quanto riguarda lesito chirurgico e funzionale
I tumori intradurali-extramidollari hanno in generale una prognosi molto buona; assai spesso
possibile lasportazione totale, con buone prospettive di recupero funzionale postoperatorio
Nei tumori intramidollari pi difficile ottenere unasportazione completa, perch sovente infiltrano
il parenchima midollare; lintervento maggiormente a rischio per la funzione.
I tumori extradurali, spesso maligni, possono avere una buona prognosi immediata, con recupero dei
deficit funzionali preoperatori grazie alla decompressione chirurgica demergenza. Tuttavia la
prognosi a medio e lungo termine infausta nella maggior parte dei casi.
In aggiunta allintervento chirurgico si pu effettuare un trattamento radioterapico, indicato in alcune
Neoplasie maligne tra cui lependimoma anaplastico, lastrocitoma anaplastico ed il glioblastoma.
Bisogna considerare poi che alcuni tumori del midollo spinale sono molto aggressivi e determineranno, con
Ogni probabilit, una instabilit della colonna e crolli vertebrali in poco tempo.
Compito del neurochirurgo, allora, sar anche stabilizzare la colonna attraverso un intervento sulle vertebre
Crollate, con lausilio di placche e viti.
Alle vertebre sane, sopra e sotto la lesione, verr fissata posteriormente una placca in titanio, che passi perci
A ponte sulle vertebre crollate e scarichi gli stimoli meccanici dellasse, sotto al segmento danneggiato.
La stessa operazione chirurgica tra laltro indicata per stabilizzazioni della colonna con diversa etiologia.
Losteoporosi, per esempio, una frequente causa di crolli vertebrali soprattutto negli anziani.
Una causa che pu richiedere stabilizzazioni della colonna nei giovani sono invece i traumi (basti pensare,
Per esempio, agli incidenti stradali) o la sindrome di Cushing (anche iatrogena) con fratture assiali associate.
Oggi, a volte, si preferisce alla placca una vertebroplastica, in cui i radiologi utilizzano un cemento per
Operazioni percutanee di filling: bastano pochi ml di polimetilmetacrilato per riempire un corpo vertebrale.
Obiettivi vantaggi della vertebroplastica sono la minore invasivit, la facile esecuzione e la minor degenza.
Otterremo infatti una immediata attenuazione della sintomatologia dolorosa dovuta al crollo.
Crepi..
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