Lukács e Spengler
Lukács e Spengler
Lukács e Spengler
marxista, nato in Ungheria da famiglia ebrea tedesca, Georg Bernhard Löwinger von Szegedin,
meglio conosciuto con il nome magiarizzato di György Lukács120; la quale costituisce la più
completa critica marxista di Preußentum und Sozialismus. Egli aveva già recensito quest’opera nel
1920121, inscrivendo Spengler nel novero dei presunti ‘superatori’ di Marx, tacciando Der Untergang
des Abendlandes di dilettantismo («im wesentlichen aber durch und durch dilettantisches Buch»),
facendo una stringata sintesi delle tesi dell’opera, e additandole come prive di valore («Lohnt es
sich, solche Schriften zu kritisieren?»), commentava infine:
Il quadro è limitato all’irrazionalismo tedesco, in quanto esso è stato il più influente a livello
internazionale. In una sequenza che prende le mosse a partire da Schelling, Schopenhauer,
Kierkegaard e Nietzsche, per sfociare nell’ideologia nazionalsocialista, Oswald Spengler è
120 György Lukács (1885 – 1971), nato in Ungheria, studiò in Germania, divenne marxista e poi leninista,
teorico di spicco del marxismo occidentale; commissario per l’educazione e la cultura nella Repubblica
Sovietica Ungherese nel 1918, esule in Germania e in URSS, dove sopravvisse alle purghe staliniane, per
poi assumere un ruolo dirigenziale nella Repubblica Popolare Ungherese nel 1945; accusato di repressione
nei confronti degli intellettuali non allineati, nel 1956 si schierò con i rivoluzionari, rivestendo incarichi
importanti.
121 G. Lukács, Notizen, 1920.
122 G. Lukács, Die Zerstörung der Vernunft, Aufbau-Verlag, Berlin, 1953; in G. Lukács, Werke : Band 9,
124 esemplificata da frasi quali “Una delle tesi fondamentali di questo libro è che non c’è nessuna
Weltanschauung «innocente».” oppure “Il semplice fatto dei nessi che qui si sono mostrati deve di necessità
costituire un discite moniti di grande importanza per ogni intellettuale onesto dell’Occidente. Esso prova che
la possibilità di una ideologia fascista aggressiva e reazionaria è contenuta obbiettivamente in ogni
espressione filosofica dell’irrazionalismo.”, ibidem, pp. 10 e 34; cfr. anche C. Mutti, Il vangelo secondo Lukács,
da http://www.claudiomutti.com.
collocato nella Lebensphilosophie immediatamente precedente a quest’ultima. Infatti, pur operando
le giuste distinzioni tra Spengler e il nazionalsocialismo, ovvero le differenti concezioni sulla razza
e sul ceto dominante, Lukács non esita nel chiudere il capitolo su Spengler commentando così125:
«Ma ciò non cambia nulla all’importanza di Spengler nella storia della
preparazione del fascismo: egli ha trasformato la filosofia della vita in
una concezione del mondo della reazione militante, e ha compiuto così la
svolta decisiva che, anche se non proprio direttamente, conduce al
fascismo. Gli ideologhi fascisti, nonostante tutte le riserve e le
osservazioni polemiche, hanno riconosciuto sempre questi meriti di
Spengler.»
Sostiene inoltre che «Il livello filosofico di Spengler è nettamente inferiore a quello dei
rappresentanti della filosofia della vita fin qui considerati»126 e proprio per questo avrebbe avuto
una vasta influenza. Critica inoltre il suo «attacco contro lo spirito della scienza in generale,
contro la competenza della ragione a trattare in modo adeguato importanti problemi
dell’umanità.»127, l’affermazione di un relativismo storico e l’estensione di questo approccio
storiografico alle altre scienze, e alla gnoseologia stessa; ritenendo queste tesi una risposta
esplicita volta a negare la concezione marxista della storia, ovvero in particolare lo sviluppo
unitario dell’umanità e la successione delle grandi formazioni economiche. Infine, avvalendosi
della contrapposizione tra Kultur e Zivilisation, Spengler avrebbe giustificato e prospettato il
trionfo della ‘reazione’ sotto forma di «fatale, sempre crescente e incontrastato dominio dei
‘Cesari’, cioè del capitalismo monopolistico, […] sulla massa informe dei fellah proletari»128.
Secondo Lukács è proprio in Preußentum und Sozialismus che questa prospettiva è concretata,
sviluppando idee già presenti negli scritti bellici di Max Scheler129 e di Werner Sombart130. La
novità di Spengler rispetto a Nietzsche starebbe proprio nell’approccio al socialismo:
129 M. Scheler, Der Genius des Kriegs und der Deutsche Krieg, Verlag der Weissen Bucher, Leipzig, 1915; M.
Scheler, Krieg und Aufbau, Verlag der Weißen Bücher, Leipzig, 1916.
130 W. Sombart, Händler und Helden: Patriotische Besinnungen, Duncker & Humblot, München-Leipzig, 1915.
131 G. Lukács, Die Zerstörung der Vernunft, op. cit., pp. 414-415
Incalza poi affrontando il problema delle differenti concezioni del socialismo esposte in
quest’opera e in Der Untergang des Abendlandes e risolvendolo sommariamente negando ogni
coerenza a Spengler e considerandolo legato alle contingenze del momento.