9a Arte Romanica
9a Arte Romanica
9a Arte Romanica
L’ARTE ROMANICA
Per accrescere il proprio potere, gli imperatori della casa di Sassonia cercano di sottomettere
la Chiesa alla loro autorità, incontrando per una forte resistenza da parte dei papi.
La fase più acuta della lotta tra Impero e Papato si protrae fino al 1122, ma la tensione tra i due
poteri rimarrà viva ancora per secoli. Tra l’XI e il XII secolo, la contrapposizione tra imperatore
e pontefice favorisce l’affermazione di nuove autonomie locali: vecchi e nuovi centri urbani,
soprattutto nell’Italia centrosettentrionale, si svincolano gradualmente dal potere imperiale tra-
sformandosi in liberi Comuni.
Rifioriscono le attività commerciali e, grazie alle Repubbliche marinare (Pisa, Venezia, Genova
e Amalfi), vengono ripresi i rapporti economici con l’Oriente.
Nell’Italia meridionale, sotto il dominio dei Normanni, che fondano il Regno di Puglia e Sicilia,
fioriscono importanti centri artistici e culturali. I decenni che accompagnano l’inizio del nuovo
millennio sono dunque segnati da un profondo rinnovamento religioso, politico, economico,
sociale e culturale che si riflette anche nell’arte.
Ruvo di Puglia
LA CITTÀ
Milano Novara
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L’ARCHITETTURA
Dentro e fuori dalle città vengono costruiti edifici fortificati, i castelli, mentre i nuovi ordini mona-
stici si organizzano dando vita a numerose comunità che, in posizioni isolate, costruiscono i loro
monasteri, detti “abbazie”.
Uno dei più noti complessi monastici dell’alto medioevo è quello di Cluny, un’abbazia benedet-
tina in Borgogna. Sorta all’inizio del X sec. raggiunse il massimo splendore con Pietro il Vene-
rabile (1122-1156) quando il numero dei monaci raggiunse quota 400. La chiesa era stata già
ricostruita tre volte raggiungendo dimensioni monumentali (140 m).
Modellino del Monastero di Cluny all’epoca della massima espansione. L’enorme chiesa era affiancata da altri edifici: infermeria, refettorio, chiostri, cimiteri e cap-
pelle. Si trattava di una città in miniatura dove i monaci pregavano e lavoravano come previsto dalla regola benedettina.
Volta a crociera
Piacenza
Ancona
volta a
tiburio crociera pilastro
cupola composito
capriata
matroneo cleristorio
cattedra
vescovile
loggette
oculo
contrafforte
monofora
bifora
portale
strombato
campata
presbiterio
cripta
ambone
Tutte le membrature del portico sono evidenti: le arcate, disegnate con nettezza dalla doppia
ghiera, le cornici sostenute da archetti pensili, i pilastri fiancheggiati da semicolonne, le sottili
lesene che si profilano sulle superfici superiori suddividendole in settori.
La larga facciata a capanna presenta le arcate del loggiato digradanti, con un effetto di forte
alleggerimento.
Duomo di San Geminiano a Modena. La struttura della facciata prosegue lungo il fianco dove si apre un secondo ingresso
con un profondo protiro. Su piazza Grande sono visibili anche le tre absidi e l’alto campanile denominato Ghirlandina.
LA SCULTURA
Adamo ed Eva (capitello della cripta della Chiesa di San Zeno, Verona, 1140)
Oggetto delle raffigurazioni sono i tradizionali temi religiosi: le Storie della Creazione e gli epi-
sodi della Vita di Cristo. Sui portali viene spesso riprodotto anche il Giudizio universale, dove
Cristo siede sul trono all’interno di una mandorla, simbolo bizantino della divinità.
Un elemento scultoreo spesso presente nelle chiese romaniche è il leone “stiloforo” (portatore
di colonna). Utilizzato come simbolo del Bene ripropone lo stesso antichissimo messaggio: la
belva protegge la porta (come le sfingi egizie), segna il passaggio tra il mondo sacro e quel-
lo profano, tra il “dentro” e il “fuori”.
Il leone è anche simbolo della resurrezione, in quanto si pensava che i cuccioli di leone ap-
pena nati giacessero come morti finché il leone padre alitava sui loro corpi risvegliandoli. I leoni
rappresentavano anche la forza con cui Cristo difendeva la sua Chiesa e le sue cattedrali.
Fra i più importanti scultori del Romanico va ricordato Wiligelmo, autore della decorazione della
facciata della cattedrale di Modena (1999-1110). I rilievi mostrano immediatezza espressiva e
forza della sintesi che superano il naturalismo romano e l’astrazione bizantina.
Creazione dell’uomo, della donna e peccato originale Uccisione di Caino e Arca di Noè
Fondamentale anche l’opera di Benedetto Antèlami, che scolpisce i rilievi della cattedrale
e del battistero di Parma tra i quali la Deposizione di Cristo (bassorilievo di grande effetto
drammatico suddiviso dalla croce centrale ma animato da asimmetrie e chiaroscuro).
Soldati romani
Giovanni Maria
Veste di Gesù
Maria di Salomé Maddalena Ecclesia Sinagoga
Maria madre di Giacomo Giuseppe d’Arimatea Nicodemo
A Parma Antelami progetta anche il battistero (dal 1196) con il suo complesso scultoreo. La
costruzione si presenta a pianta ottagonale con un rivestimento di marmi rosa. Nella parte in-
feriore si aprono tre grandi portali ad arco riccamente decorati e scolpiti.
All’interno Antelami scolpisce le raffigurazioni allegoriche dei 12 mesi. Il linguaggio è molto reali-
sta pur nel simbolismo delle scene. C’è un senso classico nelle pieghe delle vesti e nella posa
equilibrata ma anche una semplificazione e un’immediatezza maggiori.
LA PITTURA
Un altro tema biblico molto rappresentato è il Giudizio universale, nella cui raffigurazione ven-
gono messe in rilievo le sofferenze inflitte ai dannati e la severità di Dio di fronte al peccato.
Gli episodi più illustrati tratti dai Vangeli sono quelli che si riferiscono alla Passione e alla Croci-
fissione di Gesù, in modo che i fedeli possano essere aiutati a comprendere il sacrificio compiu-
to da Cristo per il bene degli uomini. Frequenti sono anche gli episodi tratti delle vite dei Santi,
portati come esempi di un’autentica vita cristiana.