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Pascal

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PASCAL

Per Pascal il problema fondamentale dell’uomo è costituito dall’uomo stesso, nel senso che l’interrogativo
che più assilla gli esseri umani riguarda il loro stesso essere al mondo. E, questo “enigma” dell’uomo e della
vita non ha alcuna possibilità di soluzione al di fuori della fede.

Emerge quindi una curvatura religiosa della filosofia di Pascal, che esprime una marcata tendenza
apologetica, volta alla difesa della fede cristiana, proponendo di mostrare:

a) L’insuccesso della mentalità comune, della scienza e della filosofia di fronte al problema
dell’esistenza;
b) La capacità del cristianesimo di dare a questo problema una risposta adeguata.

Questa impostazione rivela in modo molto chiaro come l’interlocutore-tipo di Pascal sia il miscredente, in
particolare il “libero pensatore”, che il filosofo vuole portare a riflettere sul mistero dell’uomo, cercando di
fargli apprendere la “ragionevolezza” della risposta cristiana al senso della vita.

I LIMITI DELLA MENTALITà COMUNE: IL DIVERTISSEMENT

Pascal ritiene che l’atteggiamento più comune di fronte ai problemi esistenziali sia quello del
“divertissement”. Questo termine, con Pascal, acquista il significato filosofico di “oblio e stordimento di sé”,
raggiunto attraverso la vita quotidiana.

Divertissement = un termine che indica l’oblio e lo stordimento di sé raggiunto grazie alle preoccupazioni
quotidiane, per Pascal il divertissement è un modo per sottrarsi alla consapevolezza della miseria umana e
agli interrogativi sulla vita e la morte.

Questo “divertimento” è solo un’illusione che non genera felicità, ma disperde l’uomo in mille accidenti,
procurandogli moltissime afflizioni: infatti si viene a configurare per l’uomo come la più grande delle
miserie. Pero l’uomo non deve chiudere gli occhi davanti alla sua miseria ma deve saper accettare
lucidamente la propria condizione.

I LIMITI DELLA SCIENZA: DALLA RAGIONE AL CUORE

Pur essendo uno scienziato, Pascal è convinto che la scienza presenta alcuni limiti strutturali soprattutto in
relazione ai problemi dell’uomo.

Il primo limite della scienza è l’esperienza.


Pur essendo da un lato il suo punto di partenza, infatti Pascal era un fautore del metodo sperimentale,
dall’altro però è sempre qualcosa con cui la ragione deve fare i conti, ossia che frena e circoscrive i suoi
poteri, non assoluti, che invece tendevano a credere (cartesio e i cartesiani).

Secondo limite della scienza è costituita dall’indimostrabilità dei suoi principi primi.
Questo perché nel campo del sapere umano non risulta mai possibile una regressione all’infinito in cerca
della definizione e della spiegazione dei concetti, per cui si deve per forza arrestare ad alcuni termini primi.

Termini primi= rappresentano il limite oltre il quale non si può procedere, dalla quale la catena deduttiva è
costretta a partire.

Per Pascal la cosa più preziosa per l’uomo non è la conoscenza del mondo che lo circonda, ma la
conoscenza di se stesso. La ragione scientifica mostra la sua totale incapacità e per questo il filosofo
preferiva la comprensione istintiva, definita da lui come il “cuore” che è capace di:

 Intuire i principi primi che stanno alla base dei ragionamenti;


 Captare gli aspetti più profondi e problematici dell’esistere;
 Rapportarsi a Dio

Però l’antagonismo tra ragione e cuore viene definito da Pascal con la contrapposizione fra

esprit de geometrie e esprit de finesse

 Lo spirito della geometria è la ragione su cui si fonda la scienza, che ha come oggetto gli enti
naturali o matematici e procede attraverso dimostrazioni;
 Lo spirito di finezza che si fonda sul “cuore”, sul sentimento e sull’intuito, che ha per oggetto
l’uomo, procede intuitivamente ed è indispensabile per cogliere i principi primi delle scienze, il suo
ambito specifico è costituito dal mondo umano e dai problemi etico-religiosi

I LIMITI DELLA FILOSOFIA


la filosofia, a differenza delle altre materie, si pone i massimi problemi metafisici ed esistenziali anche se
non risolverli. L’esempio più semplice è che i filosofi inutilmente hanno tentato di spiegare l’esistenza di Dio
senza riuscire a trovare una risposta.

I FILOSOFI E IL PROBLEMA DI DIO


Per Pascal l’esistenza di un creatore, razionalmente parlando, è oscura e problematica. Tutte le prove
metafisiche sull’esistenza di Dio giungono solo a delineare un “Dio dei filosofi e degli scienziati” che appare
inutile essendo puro ente di ragione.

I FILOSOFI E LA CONDIZIONE UMANA


il centro dell’anali di Pascal è la tesi della posizione mediana dell’uomo, il cosmo dell’uomo è tra il nulla e il
tutto, e in esso l’uomo risulta essere un nulla di fronte al tutto e un tutto di fronte al nulla, un misto di
essere e non essere…

In questa situazione l’uomo si trova tra l’ignoranza assoluta e la scienza assoluta: non così ignorante da non
sapere nulla, né così dotto da sapere tutto.

L’uomo pur avendo un illimitato desiderio di conoscere, egli è nell’impossibilità di cogliere il principio e il
fine delle cose, accontentandosi ciò che la zona mediana dell’universo gli permette di apprendere.

Inoltre gli esseri umani, anche se si propongono di realizzare il bene e di conseguirne la felicità, sono
incapaci di farlo. E proprio per questo motivo si determina nell’uomo uno scarto incolmabile tra
aspirazione e realtà, questo fa vivere l’uomo in un perenne desiderio frustrato, proprio perché è incapace di
accettare la sua condizione e altrettanto incapace da diventare ciò che vorrebbe essere, per questo l’uomo

si trova in uno strutturale dissidio interiore (volere ma non potere).

L’essenza dell’uomo sta proprio in questa compresenza di miseria e di grandezza, paradossalità che è un
tratto caratteristico della condizione umana, nella quale si implicano coppie di contrari.

L’errore della filosofia è stato quello di aver oscillato tra la celebrazione della grandezza dell’uomo e la
puntualizzazione della sua miseria.

I FILOSOFI E I PRINCIPI PRATICI

Per Pascal la ragione filosofica ha sempre fallito anche in un alto campo, quello dei principi pratici, cioè
morali e politici.
Per pascal gli uomini hanno fallito in diversi ambiti:

 Nel mettersi d’accordo, tramite la ragione, sulle regole del vivere e del comportamento, fallendo
nell’elaborare un’etica universale
 Nel determinare quale fosse il “sommo bene”, poiché alcuni lo determinarono nelle virtù, altri nel
piacere, altri nella ragione, nella natura…

Principi universali del comportamento= sono il frutto di convenzioni, abitudini, interesse o anche dalla
forza o dall’arbitrio.

Tutto quello che Pascal era intenzionato a dimostrare come la ragione sia incapace di fondare solide
norme comportamentali e come l’uomo, senza la luce della fede, sia destinato a vagare nell’incertezza.

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