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Il fannullone/Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers

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Il fannullone / Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers
singolo discografico
ArtistaFabrizio De André
Pubblicazione1963
Dischi1
Tracce2
GenereMusica d'autore
EtichettaKarim (KN 177)
ArrangiamentiGiampiero Boneschi
Velocità di rotazione45 giri
Formati17,5 cm
Fabrizio De André - cronologia

Il fannullone/Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers è il terzo singolo di Fabrizio De André, pubblicato in Italia dalla Karim nel 1963.

  1. Il fannullone (testo: Paolo Villaggio – musica: Fabrizio De André)
  2. Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers (testo: Paolo Villaggio - Fabrizio De André – musica: Fabrizio De André)

La copertina venne realizzata in tre diverse varianti, di cui due in bianco e nero e una a colori, con diversa colorazione delle scritte; sul retro di copertina vi sono alcune note biografiche, differenti nel retro della seconda copertina.

L'autore del testo di entrambe le canzoni è l'attore Paolo Villaggio, amico di De André.

Il fannullone

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Il brano è una ballata singolare sia dal punto di vista musicale, in quanto alterna un ritmo binario (2/4) e un ritmo ternario (3/4), sia dal punto di vista lirico: è la storia di un uomo che ha scelto di vivere solo il lato giocoso della vita, dormendo di giorno e vagando di notte raccontando storie, ed è per questo inviso alla gente "per bene". All'uomo trovano anche lavoro in un grande ristorante,

«ma tu dicevi: "Il cielo
è la mia unica fortuna
e l'acqua dei piatti
non rispecchia la luna"»

Povero ma felice, si innamora e si sposa; tuttavia l'uomo non riesce ad adattarsi alla vita matrimoniale:

«Pensasti al matrimonio
come al giro di una danza
amasti la tua donna
come un giorno di vacanza»

La moglie prima lo tradisce e poi scappa,

«E andata via senza fare rumore
forse cantando una storia d'amore
la raccontava ad un mondo ormai stanco
che camminava distratto al suo fianco»

ma poi ci ripenserà, e ritornerà per vivere raminga con il suo amato fannullone.[1][2]

Il fannullone fu la canzone che De André eseguì in occasione della sua prima apparizione televisiva, nel maggio 1963, in occasione del varietà televisivo Rendez-vous, spettacolo diretto da Vito Molinari.

Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers

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Villaggio raccontò:

«La scelta dell’ambientazione medioevale fu tutta farina del mio sacco; Fabrizio ci mise solo la musica. Cioè avvenne il contrario, lui aveva già la musica ed io ci misi le parole [...] In una settimana scrissi le parole di questa presa in giro del povero Carlo Martello»

La musica del brano è ispirata a una canzone popolare francese[quale?] ripresa e incisa dalla cantautrice Anne Sylvestre.

La registrazione della canzone fu effettuata da Boneschi a casa di Vittorio Paltrinieri, con la partecipazione al corno di Michelangelo Mojoli[4], cornista della Scala, il cui fratello suonava in trio con lo stesso Boneschi.

In un linguaggio sarcasticamente aulico, sottolineato da una musica solenne, Villaggio dà un tocco di rustico colore alla tradizione medievale e cristiana fatta di battaglie, onore e "cavalleria", narrando le vicende di Carlo Martello, che, appena tornato vittorioso dalle gloriose gesta belliche contro i Mori, non trova di meglio da fare che comportarsi da perfetto maschio cialtrone con una fanciulla popolana di facili costumi, incontrata mentre nuotava in un ruscello, per soddisfare i suoi appetiti sessuali, che gli provocano più dolore delle ferite fisiche riportate in battaglia:

«Ma più che del corpo le ferite,
da Carlo son sentite
le bramosie d'amor.»

...e che si arrabbia, impreca e scappa quando la fanciulla gli presenta il conto:[5]

«È mai possibile, o porco di un cane,
che le avventure in codesto reame
debban risolversi tutte con grandi puttane?
Anche sul prezzo v'è poi da ridire:
ben mi ricordo che pria di partire
v'eran tariffe inferiori alle tremila lire!»

Il brano si rifà ad un antico genere popolare francese diffuso all'epoca dei trovatori, la "pastorella", che trattava appunto degli incontri tra cavalieri e popolane e delle proposte amorose che ricevevano queste ultime. Per rafforzare l'ambientazione bucolica e pastorale gli incontri avvenivano perlopiù vicino a ruscelli e specchi d'acqua; nel caso in questione si tratta di una "chiara fontanella"[6].

«...la scelta dell'ambientazione medioevale fu tutta farina del mio sacco; Fabrizio ci mise solo la musica. Cioè avvenne il contrario, lui aveva già la musica ed io ci misi le parole. Fu così: era una giornata di pioggia del novembre del 1962 e io e Fabrizio, a Genova a casa mia in via Bovio, eravamo tutti e due in attesa del parto delle nostre signore, che poi partorirono lo stesso giorno, infatti Cristiano e il mio Pierfrancesco sono "gemelli". Ebbene, forse per distrarci o per passare il tempo, Fabrizio con la chitarra mi fece ascoltare una melodia, una specie di inno da corno inglese e io, che sono di una cultura immensa, cioè in realtà sono maniaco di storia, ho pensato subito di scrivere le parole ispirandomi a Carlo Martello re dei Franchi che torna dalla battaglia di Poitiers, un episodio dell'ottavo secolo d.C., tra i più importanti della storia europea visto che quella battaglia servì a fermare l'avanzata, fino ad allora inarrestabile, dell'Islam. Erano arrivati fino a Parigi, senza Carlo Martello sarebbe stata diversa la storia dell'Europa. Comunque mi piaceva quella vicenda e la volli raccontare, ovviamente parodiandola. In una settimana scrissi le parole di questa presa in giro del povero Carlo Martello.
La canzone passò abbastanza inosservata, Fabrizio ancora non aveva inciso "La canzone di Marinella" e non era quindi famoso, tanto meno io. Qualcuno però notò questa strana filastrocca che sbeffeggiava il potente Re dei Franchi: fu un pretore, mi pare di Catania, che ci querelò perché la considerava immorale soprattutto per quel verso: «È mai possibile, o porco di un cane, che le avventure in codesto reame debban risolversi tutte con grandi p...». E pensare che noi eravamo già stati censurati e avevamo dovuto trasformare il verso finale che in originale suonava: «frustando il cavallo come un mulo, quella gran faccia da c...» con: «frustando il cavallo come un ciuco, tra il glicine e il sambuco». Ma, a parte questo pretore, nessuno notò la nostra canzone che fu riscoperta quando Fabrizio divenne famoso dopo Marinella

Tra l'altro occorre notare che la situazione accennata a proposito dell'uso delle cinture di castità da parte delle mogli dei soldati in guerra

«Chi poi impone alla sposa soave di castità
La cintura ahimè grave,
In battaglia può correre il rischio di perder la chiave»

fu ripresa nel film Superfantozzi, in cui il personaggio interpretato proprio dallo stesso Paolo Villaggio ritorna dalle crociate e si accorge di aver perso la chiave della cintura di castità della moglie.

Si nota comunque, anche nell'ambito scherzoso e divertito della vicenda, che questo brano contiene già una forma di antimilitarismo e di accusa alla guerra, tema che ricorrerà spesso nei brani successivi di De André (due su tutti La guerra di Piero e Andrea):

«Il sangue del principe e del moro
arrossano il cimiero d'identico color»

Vi è, inoltre, una citazione dantesca: «Poscia, più che 'l dolor poté 'l digiuno» (Divina Commedia, Inferno, Canto XXXIII, in riferimento al conte Ugolino), che diventa «Ma più dell'onor, poté il digiuno».

Meno rilevanti, dato il carattere chiaramente di "leggenda", sono le "licenze poetiche": Carlo Martello non fu mai re ma solo "maestro di palazzo" dei re Merovingi (anche se la sua carica ed il successo militare ottenuto a Poitiers gli permisero di esercitare in vita poteri simili a quelli di un re, tanto da esser considerato dai suoi contemporanei come un re di fatto, a cui mancava solo il titolo), e la battaglia di Poitiers avvenne alla fine del mese di ottobre, non «al sol della calda primavera».

La canzone fu riarrangiata nel 1967 per l'album Volume I: la reincisione si riconosce dall'accento dialettale bolognese con cui De André interpreta la pulzella e, come anticipato all'inizio, dal fatto che sono presenti degli assolo di corno sin dall'inizio e di tromba a partire da metà canzone, che fanno da contrappunto al cantato, assenti nell'edizione originale. Sono presenti anche assoli di fagotto, sempre a scopo contrappuntistico.

  • Nel 1999 Claudio Baglioni la esegue dal vivo durante la trasmissione televisiva L'ultimo valzer in duetto con il suo autore Paolo Villaggio.
  1. ^ Liana Nissim. Il rispettoso bardo della donna, da AA.VV. Fabrizio De André. Accordi eretici. EuresisEdizioni, 1997. link Archiviato il 23 marzo 2009 in Internet Archive.
  2. ^ giuseppecirigliano.it - Il fannullone Archiviato l'11 giugno 2009 in Internet Archive.
  3. ^ L'intervista completa si trova qui Archiviato il 7 settembre 2012 in Archive.is..
  4. ^ 45 Mania - Un buco con due canzoni intorno - Storia del 45 giri a cura di Gianluca Barezzi - Capitolo 9 Archiviato il 10 dicembre 2010 in Internet Archive.
  5. ^ Canzoni contro la guerra: Fabrizio De André - Carlo Martello torna [o: ritorna] dalla battaglia di Poitiers; o Carlo Martello, su www.antiwarsongs.org. URL consultato il 29 novembre 2023.
  6. ^ Enrico De Angelis. Le cento e più canzoni di Fabrizio De André (2004), in AA.VV. Volammo Davvero. Milano, BUR, 2007
  7. ^ Andrea Monda. De André nel ricordo di Paolo Villaggio Archiviato il 7 settembre 2012 in Archive.is.

Collegamenti esterni

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