Vittoria Fiorelli
Vittoria Fiorelli is Full Professor of Modern History in the Department of Scienze della Formazione (Education Sciences) of the University Suor Orsola Benincasa in Naples. She is currently teaching Modern and Contemporary History and Methodology of historic research.
Since 2003 she is scientific supervisor of the Historical Archive in Naples’ Institute Suor Orsola Benincasa and from 2011 she is scientific coordinator of the Interdisciplinary Center of Studies Margini e confini (CISMEC) in her University.
Ordinary member of the Accademia Pontaniana in Naples and of Società Napoletana di Storia Patria, member of the Scientific Commitee of the Seminar of doctoral Studies History and Economy in the Mediterranean countries (ISSM-CNR, Universitat de Barcellona, Istituto storico italiano per il medioevo, Maison méditarrenéenne de science de l’homme-Aix Marseille Université, Università Suor Orsola Benincasa di Napoli) is associated to the Istitut of Studies on Mediterranean Societies – CNR and is actually in the board of Italian Modern History Society national board.
She has coordinated many research groups, disciplinary conferences and scientific editions.
She is interested in cultural, social and religious history in Early Modern Europe with particular attention to issues of gender and history of institutions in the area of the Ancient Italian States, primarily beneath XVI-XVII century.
Her main publications have focused on intellectual and social transformation related to devotional practices and ecclesiastical organization, Inquisition and religious congregations, gender history, aristocratic network and family lineage. She is currently engaged in research on transnational identities and charitable practices and institutions (hospitals, monasteries, confraternities etc.).
Since 2003 she is scientific supervisor of the Historical Archive in Naples’ Institute Suor Orsola Benincasa and from 2011 she is scientific coordinator of the Interdisciplinary Center of Studies Margini e confini (CISMEC) in her University.
Ordinary member of the Accademia Pontaniana in Naples and of Società Napoletana di Storia Patria, member of the Scientific Commitee of the Seminar of doctoral Studies History and Economy in the Mediterranean countries (ISSM-CNR, Universitat de Barcellona, Istituto storico italiano per il medioevo, Maison méditarrenéenne de science de l’homme-Aix Marseille Université, Università Suor Orsola Benincasa di Napoli) is associated to the Istitut of Studies on Mediterranean Societies – CNR and is actually in the board of Italian Modern History Society national board.
She has coordinated many research groups, disciplinary conferences and scientific editions.
She is interested in cultural, social and religious history in Early Modern Europe with particular attention to issues of gender and history of institutions in the area of the Ancient Italian States, primarily beneath XVI-XVII century.
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Papers by Vittoria Fiorelli
L'assistenza, le forme di protezione sociale e di credito soli dale hanno, in Europa, radici antiche che trovano il loro fon damento nel medioevo e nella prima età moderna. Fu allora, infatti, che si sperimentarono strumenti nuovi per far fronte alle debolezze prodotte prima da una tumul-tuosa crescita e poi da una lunga recessione. In Italia, in particolare, una serie di nuove pratiche e di sensibilità si tradussero in un poderoso sforzo per dare forma di sistema alle politiche di contrasto al disagio sociale. Si crearono così le basi perché nascessero o si rinnovassero istituti con funzione di lotta agli effetti delle crisi sulla popolazio ne più fragile: ospedali, ceppi, confra-ternite, corporazioni, enti elemosinieri, Misericordie, lebbrosari, brefotrofi, Monti di Pietà, che ricoprirono un ruolo a mano a mano più importante come risposta pubblica, cioè sociale, al biso-gno. Gli studi raccolti in questo volume sono inquadrati nella storia profonda di quell'insieme di istituti giuridici, di politiche, di strutture operative e culture che chiamiamo oggi welfare system.
Questa ricerca riguarda una tipologia inconsueta tra le istituzioni sanitarie di protezione e di soccorso promosse o finanziate dai ceti dominanti, segnatamente quelli feudali. Non ospedali rurali nei quali si sovrapponevano funzioni di accoglienza e cura, ma nosocomi che il signore metteva al servizio della comunità che viveva nei suoi domini, privilegio per vassalli e residenti temporanei ed elemento di prestigio per il lignaggio. L’Hospital de la Limpia Concepcion y Jesus Nazareno di Città del Messico sorse in un contesto molto diverso da quello dei feudi mediterranei, eppure appare pienamente riconducibile a logiche analoghe. Operativo dai primi anni dell’arrivo degli spagnoli nella penisola dello Yucatan e ancora oggi regolarmente funzionante, la sua fondazione di chiara matrice signorile, si deve a Hernan Cortès, elemento costitutivo del dominio feudale moderno, luogo di negoziazione di prassi e privilegi che arricchivano di potenza il prestigio del marchese del Valle e della sua discendenza
Una di queste signore è stata certamente Adelaide del Balzo, moglie del principe di Strongoli Francesco Pignatelli. Accademica pontaniana di ingegno vivace e di versatile cultura, grazie all’azione tenace del suo impegno la nobildonna ha dedicato la sua vita alla ricerca di una modernità possibile per le donne nel giovane Regno d’Italia.
L'assistenza, le forme di protezione sociale e di credito soli dale hanno, in Europa, radici antiche che trovano il loro fon damento nel medioevo e nella prima età moderna. Fu allora, infatti, che si sperimentarono strumenti nuovi per far fronte alle debolezze prodotte prima da una tumul-tuosa crescita e poi da una lunga recessione. In Italia, in particolare, una serie di nuove pratiche e di sensibilità si tradussero in un poderoso sforzo per dare forma di sistema alle politiche di contrasto al disagio sociale. Si crearono così le basi perché nascessero o si rinnovassero istituti con funzione di lotta agli effetti delle crisi sulla popolazio ne più fragile: ospedali, ceppi, confra-ternite, corporazioni, enti elemosinieri, Misericordie, lebbrosari, brefotrofi, Monti di Pietà, che ricoprirono un ruolo a mano a mano più importante come risposta pubblica, cioè sociale, al biso-gno. Gli studi raccolti in questo volume sono inquadrati nella storia profonda di quell'insieme di istituti giuridici, di politiche, di strutture operative e culture che chiamiamo oggi welfare system.
Questa ricerca riguarda una tipologia inconsueta tra le istituzioni sanitarie di protezione e di soccorso promosse o finanziate dai ceti dominanti, segnatamente quelli feudali. Non ospedali rurali nei quali si sovrapponevano funzioni di accoglienza e cura, ma nosocomi che il signore metteva al servizio della comunità che viveva nei suoi domini, privilegio per vassalli e residenti temporanei ed elemento di prestigio per il lignaggio. L’Hospital de la Limpia Concepcion y Jesus Nazareno di Città del Messico sorse in un contesto molto diverso da quello dei feudi mediterranei, eppure appare pienamente riconducibile a logiche analoghe. Operativo dai primi anni dell’arrivo degli spagnoli nella penisola dello Yucatan e ancora oggi regolarmente funzionante, la sua fondazione di chiara matrice signorile, si deve a Hernan Cortès, elemento costitutivo del dominio feudale moderno, luogo di negoziazione di prassi e privilegi che arricchivano di potenza il prestigio del marchese del Valle e della sua discendenza
Una di queste signore è stata certamente Adelaide del Balzo, moglie del principe di Strongoli Francesco Pignatelli. Accademica pontaniana di ingegno vivace e di versatile cultura, grazie all’azione tenace del suo impegno la nobildonna ha dedicato la sua vita alla ricerca di una modernità possibile per le donne nel giovane Regno d’Italia.
Il fenomeno di serie televisive a esplicito contenuto religioso ha caratterizzato la televisione italiana a partire dagli anni 2000, un unicum nel panorama europeo e mondiale per estensione del fenomeno e successo presso il pubblico.
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U n i v e r s i t à d e g l i S t u d i S u o r Or s o l a B e n i n c a s a
Un dialogo tra Lucio Caracciolo e Andrea Giardina. Coordina Vittoria Fiorelli
P o s s i a mo a n c o r a p e n s a r e l a s t o r i a s e g u e n d o l e c a t e g o r i e t r a d i z i o n a l i d i s p a z i o e t e mp o ? S o s t i t u i S o s t i t u i r e a l l o s g u a r d o e u r o c e n t r i c o e o c c i d e n t a l e u n a p r o s p e t t i v a mo n d i a l e è d a v v e r o s u f f i c i e n t e p e r p r o p o r-r e u n a d i s c i p l i n a s t o r i c a a l p a s s o c o n l a d i l a t a z i o n e g l o b a l e d e g l i s p a z i e c o n l a v e l o c i t à c h e i l n o s t r o t e mp o c i i mp o n e ? P a r l a r e d i s t o r i a , o g g i p i ù c h e ma i , n o n è s o p r a t t u t t o l a c a p a c i t à d i g u a r d a r e a i c o n t e s t i e a i me t i c c i at i c h e h a n n o d e t e r mi n a t o i c o n t o r n i d i o g n i l u o g o e o g n i t e mp o ? R i f l e t t e r e c i o è , s u i p r o b l e mi p o s t i d a l l a p e r i o-d i z z a z i o n e , s t r u me n t o e me t o d o d i o g n i p e r c o r s o s t o r i o g r a f i c o ? T r a l a s c i a n d o l e l o g i c h e s e mp l i c i s t i c h e d i u n a ma l i n t e s a p u b l i c h i s t o r y c h e t r o p p o s p e s s o a c c a n t o n a l a n e c e s s it à d i r i p e n s a r e i l i n g u a g g i d e l r a c c o n t o s t o r i c o , a g l i s t o r i c i s i i mp o n e d u n q u e l ' u r g e n z a d i r i c o n s i d e r a r e , i n u n a p r o s p e t t i v a o s mo t i c a , l e c r o n o l o g i e e g l i s p a z i d e l l a mo d e r n i t à e p r e n d e r e l e d i s t a n z e d a q u e l s i s t e ma r a s s i c u-r a n t e d i o r d i n a r e i f a t t i d e l p a s s a t o s e c o n d o u n a s c a n s i o n e t e mp o r a l e o r a ma i s c a r d i n a t a d a l l a f r a mme n t a z i on e d e l l e c a t e g o r i e t r a d i z i o n a l i e s o s t i t u i t a d a l l a n e c e s s i t à d i i n t e s s e r e l a r e t e d i r e l a z i o n i , d i t r a s me t t e r e i n e s s i d i c a u s a e d i e f f e t t o , l a p r o p a g a z i o n e o r i z z o n t a l e e l e d i a c r o n i e s u g g e r i t e d a l l a c o mp l e s s i t à d e l p r e s e n t e. Qu e s t i e a l t r i t e mi e me r g o n o d a l l ' i mp i a n t o i n n o v a t i v o d i d u e l i b r i d i r e c e n t e p u b b l i c a z i o n e c o me S t o r i a c o n-t e mp o r a n e a. Da l mo n d o e u r o p e o a l mo n d o s e n z a c e n t r o , d i L u c i o Ca r a c c i o l o e Ad r i a n o R o c c u c c i (L e Mo n n i e r , 2 0 1 7) e l a S t o r i a mo n d i a l e d e l l ' I t a l i a , c u r a t a d a An d r e a Gi a r d i n a (L a t e r z a , 2 0 1 7) P e r i n f o r ma z i o n i : S e g r e t e r i a D i d a t t i c a F a c o l t à d i G i u r i s p r u d e n z a T e l. 0 8 1 2 5 2 2 6 3 0 / 6 1 7 e-ma i l : s e g r e t e r i a. g i u r i 2 @u n i s o b. n a. i t www. u n i s o b. n a. i t u n l i b r o a l me s e
Alle origini del Welfare (XIII-XVI sec.). Radici medievali e moderne della cultura europea dell’assistenza e delle forme di protezione sociale e credito solidale
Alle analisi di tipo specialistico e settoriale dedicate alle figure e alla produzione femminile è oggi sottentrata l’esigenza di provare a delineare ipotesi interpretative generali che pongano in rapporto le singole vicende in una rete di relazioni, in una fenomenologia storica della sociabilità femminile e versus/intus il cosiddetto mondo maschile. Il concetto esteso di élite, al plurale – culturale, morale oltre che sociale ed economico – permette di privilegiare l’universo femminile in quanto integrato nella dinamica di processi storici significativi.
Si tratta quindi di delineare una costellazione non solo di figure, ma soprattutto di posizioni e azioni, individuando personalità catalizzatrici che svolsero un ruolo significativo nel sistema culturale non solo locale, ma nazionale ed europeo. Una ricerca preliminare − tra archivi, giornali e riviste, istituzioni accademiche, politiche, culturali, attestazioni letterarie – restituisce un quadro molto ampio dove la peculiarità delle figure considerate, singolarmente e nel loro complesso, si manifesta principalmente nella capacità di relazione personale e, in senso ampio, civile e politica, all’interno di un non inerte progetto di nazione e di una spregiudicata idea di modernità.
Alla luce di questi presupposti, le relazioni consentono di ricostruire un paesaggio storico in movimento più complesso e meno consueto di quello accreditato dagli studi di genere. L’impostazione di massima andrà sviluppata tra due assi di ricerca: la comunicazione e la pedagogia, intesi come dispositivi chiave dei modelli culturali, all’interno dei quali vanno situati i rilevanti ambiti di attività ai quali sono dedicate le 5 sezioni che compongono il seminario: le scienze e le arti; i testi e la pratiche culturali; l’organizzazione della cultura, tra conservazione e divulgazione; le reti familiari e ideologiche; la costruzione di modelli e stereotipi.
This paper will not dwell on the methods used to “analyse the truth” raised within the framework of the debate among the doctors, scientists and representatives of the “civil” class. Instead, we would like to focus on the response of the most reactionary wing that, worried by the emancipation from the principle of authority that was taking shape both in the laical culture and among the ecclesiastics, was trying, through the Holy Office, to control the different forms of religious and intellectual concern that the capital of the Kingdom was experiencing and to contain the consolidation of an environment intellectually lively and resistant to the dominant culture.
Our reflection does not intend to analyse the manipulation of the truth within the framework of the confrontation between science and faith which emerged during the seventeenth century, but rather to unveil the procedural flexibility that the inquisitorial courts were applying to protect the rigid system of the allowed behaviours and mind-set, symptom of modernity and of the persistence of the intellectual and social control.
Introduce Vittoria Fiorelli
Questo convegno si prefigge due obiettivi. Il primo è avviare un’ampia comparazione, sinora mai svolta, tra gli archivi e le fonti assistenziali dei grandi ospedali urbani dell’Italia medievale e moderna. Il secondo obiettivo, invece, è provare a svolgere un primo censimento e analisi dei fondi archivistici superstiti riguardanti le confraternite, gli antichi ospedali e le istituzioni di pubblica assistenza e beneficenza che operarono in Italia Meridionale tra tardo medioevo e prima età moderna
L’idea è quella di raccontare qualcuna delle famiglie che, più di altre, testimoniano questo intreccio continuo e profondo e di farlo non solo attraverso le loro vicende, ma soprattutto mostrando le loro cose proponendo il fascino inatteso dello carte e delle narrazioni che i documenti ci suggeriscono fino a trasportarci, da Napoli, non solo attraverso il Mare Nostrum sul quale si affacciano le due penisole i cui destini si sono intrecciati per secoli, ma attraverso l’Atlantico in un Nuovo Occidente che parla spagnolo e che a Napoli conserva le sue testimonianze.
A cinquecento anni da quella impresa, ci si è voluti interrogare sull’impatto di quelle vicende, sull’evidenza di mondi “altri” che l’apertura degli spazi geografici ha improvvisamente intrecciato non solo in Europa, ma anche sulla persistente presenza di quella storia nelle culture che ne avrebbero continuato a rivendicare la paternità.
I contributi raccolti in questo libro hanno voluto tornare a riflettere su quello snodo in una prospettiva radicalmente mutata dalle sollecitazioni di una storia globale, mettendo alla prova paradigmi storiografici consolidati, ora ripensati con un respiro transculturale ed extraeuropeo.
A cinquecento anni da quella impresa, ci si è voluti interrogare sull’impatto di quelle vicende, sull’evidenza di mondi “altri” che l’apertura degli spazi geografici ha improvvisamente intrecciato non solo in Europa, ma anche sulla persistente presenza di quella storia nelle culture che ne avrebbero continuato a rivendicare la paternità.
I contributi raccolti in questo libro hanno voluto tornare a riflettere su quello snodo in una prospettiva radicalmente mutata dalle sollecitazioni di una storia globale, mettendo alla prova paradigmi storiografici consolidati, ora ripensati con un respiro transculturale ed extraeuropeo.