Ilaria Agostini
Università degli Studi "La Sapienza" di Roma, DICEA - Dip. di Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale, Member of the Board of Professors of the PhD School in Civil Engineering and Architecture
Ilaria Agostini, PhD, is assistant professor in Pianificazione e progettazione urbanistica e territoriale.
Teaching experience (since 2004): Urban design, Urban and regional analysis (Scuola di Ingegneria e Architettura, Università di Bologna; Facoltà di Architettura, Università degli Studi di Firenze); Landscape history (Master in Paesaggistica, Università degli Studi di Firenze; Facoltà di Agraria, Università degli Studi di Perugia). Lecturer (2004-2006) in the doctoral program in Urbanisme et aménagement du territoire (Institut d'Architecture, Université de Genève). Visitng professor Université "Paul-Valéry" Montpellier III, 2019.
Publications: Le porte della città. Ingressi urbani nella Toscana lorenese. 1814-1859 (Le Lettere, 2007); Il paesaggio antico. Res rustica e classicità tra XVIII e XIX secolo (Aión, 2009); La casa rurale in Toscana. Guida al recupero (Hoepli, 2011); Dei fiumi. Facies locorum, labor artificum (Aión, 2012); Il diritto alla campagna. Rinascita rurale e rifondazione urbana, introduction by Vandana Shiva (Ediesse, 2015); La città e l'accoglienza (con Attili, Decandia, Scandurra, manifestolibri, 2017); Miserie e splendori dell'urbanistica (con Enzo Scandurra; DeriveApprodi, 2018).
Teaching experience (since 2004): Urban design, Urban and regional analysis (Scuola di Ingegneria e Architettura, Università di Bologna; Facoltà di Architettura, Università degli Studi di Firenze); Landscape history (Master in Paesaggistica, Università degli Studi di Firenze; Facoltà di Agraria, Università degli Studi di Perugia). Lecturer (2004-2006) in the doctoral program in Urbanisme et aménagement du territoire (Institut d'Architecture, Université de Genève). Visitng professor Université "Paul-Valéry" Montpellier III, 2019.
Publications: Le porte della città. Ingressi urbani nella Toscana lorenese. 1814-1859 (Le Lettere, 2007); Il paesaggio antico. Res rustica e classicità tra XVIII e XIX secolo (Aión, 2009); La casa rurale in Toscana. Guida al recupero (Hoepli, 2011); Dei fiumi. Facies locorum, labor artificum (Aión, 2012); Il diritto alla campagna. Rinascita rurale e rifondazione urbana, introduction by Vandana Shiva (Ediesse, 2015); La città e l'accoglienza (con Attili, Decandia, Scandurra, manifestolibri, 2017); Miserie e splendori dell'urbanistica (con Enzo Scandurra; DeriveApprodi, 2018).
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Libri/Books by Ilaria Agostini
Gli studentati privati, dietro cui si celano grandi strutture alberghiere, rappresentano il tassello più recente di questo fenomeno. La loro recente diffusione, sommata a quella degli affitti brevi, mette in crisi diritto alla casa e diritto allo studio, in una città dove nei fatti gli studenti non trovano alloggio e le residenze studentesche pubbliche non coprono il fabbisogno.
Il turismo si conferma un settore di minimo investimento e massima resa: da una parte produce sfruttamento e bassi salari malgrado l’alto numero di presenze, dall’altra crea occasioni di arricchimento per pochi imprenditori favoriti da scelte politiche cittadine, regionali e statali.
Tra vendite al ribasso degli edifici pubblici, mercificazione del patrimonio culturale, laissez-faire nei confronti dei grandi player globali, e securitarismo inflitto invece a chi resta ai margini della Firenze del lusso, questo libro prova a fare il punto della situazione in città e ad offrire alternative desiderabili.
Testi di: Ilaria Agostini, Edoardo Calamassi, Collettivo d’Ateneo Firenze, Francesca Conti, Adriana Dadà, Paolo Degli Antoni, Ornella De Zordo, Antonio Fiorentino, Stefania Valbonesi, Daniele Vannetiello, Lorenzo Villani.
È la fase eroica del biologico. Attraverso l’agricoltura “contadina” passa la costruzione di un rinnovato dialogo città-campagna che si materializza nel «paesaggio commestibile». In esso, la rinascita della campagna comporta la rifondazione urbana, e viceversa. La città riscopre il rapporto agroalimentare con il territorio e si reimmette nei cicli naturali; in bioregioni «ecocentriche», poderi e comunità di villaggio attivano virtù verdi per la loro conversione in senso ambientale. L’auspicata «ruralizzazione ecologica» stringe d’assedio le città, preservando il territorio dallo spreco di suolo fertile.
Il diritto alla campagna, all’accesso alla terra, alla vita contadina, prende vita nelle esperienze rurali microterritoriali e nella coalizione dei neorurali con i cittadini. Il racconto di un’alleanza di matrice ecologista è l’occasione per approfondire temi fondanti della pianificazione e del progetto socio-territoriale: la “Fierucola del pane”, primo mercato biologico in Italia, rappresenta dal 1984 un fervido ambiente culturale e un esempio di utopia concreta.
Sappiamo che il turismo, specie nella sua pervasività monoculturale, produce impatti ed esternalità negative: al pari di una vera e propria politica industriale orienta scelte infrastrutturali, generando uno sfruttamento intensivo di risorse patrimoniali e ambientali; mina il diritto all’abitare e le tutele dei lavoratori; riduce le possibilità d’uso dello spazio pubblico.
Ciò che salva è invece la capacità di resistenza che i nostri territori riescono a esprimere: una capacità che è insieme conflitto e contro-progettualità.
La mappatura contenuta in questo Atlante costituisce un primo ritratto nazionale di questo potenziale salvifico. Si tratta di una partitura di frammenti indiziari, territorialmente ancorati, che tracciano possibili fuoriuscite dal paradigma estrattivo di tipo turistico. Un modo per mettere in discussione quelle logiche di reificazione territoriale per cui il consumo, la produzione e circolazione di merci costituisce l’unico orizzonte di senso che obbliga il presente a pensarsi senza alternative.
« L’expérience de gouvernement autonome et de démocratie communautaire de Saint-Macaire, par la radicalité des processus de refondation de la ville par les habitants, par la complexité des choix démocratiques appliqués au faire, à l’habiter, au travail, à l’auto-organisation sociale par le bas, par la valeur intergénérationnelle de la construction d’une identité collective, est un exemple unique parmi les nombreuses expériences de participation à la réutilisation en commun des patrimoines urbains historiques ayant eu lieu ces dernières années. Elle a anticipé les expériences les plus avancées de refondation de la centralité des bourgs historiques dans le processus en cours qui
rend obsolescents les modèles métropolitains ouvrant la voie à une nouvelle civilisation écoterritorialiste. » (Extrait de la préface).
Traduction de l'Italien par Hélène Guérin
L’equilibrio delicato di questo ecosistema è oggi a rischio e con esso la sopravvivenza della nostra specie, a causa dei cambiamenti climatici prodotti dall’eccesso di gas serra che stanno alterando equilibri millenari.
Occorre invertire rapidamente i presupposti di questo sviluppo, se non vogliamo che la Terra torni a essere quell’ambiente inospitale precedente alla comparsa della vita. Per farlo occorre imboccare da subito la via della riconversione ecologica del nostro modello di sviluppo.
Un cambiamento che presuppone di mettere in discussione i modelli di vita e il modo di pensare alla natura; in sostanza l’intera civiltà occidentale, fondata sul dominio della natura e delle sue leggi. Ma in ecologia non esistono scorciatoie: la tecnologia non può risolvere quei problemi che la tecnologia stessa ha creato. È infatti l’entropia a insegnarci che più consumiamo, più l’energia libera che ci resta a disposizione diminuisce. Un principio inesorabile destinato a prevalere su qualunque altro indicatore economico e sull’economia stessa, e dal quale ripensare il nostro modo di abitare questo pianeta.
Il libro prende il titolo da un ciclo di incontri, La fabbrica del turismo nelle città d’arte, tenutosi nell’autunno 2017 allo Spazio InKiostro, luogo di socialità autogestita nel cuore della Firenze in svendita.
Testi di: Ilaria Agostini, Roberto Budini Gattai, Enrica Capussotti, Francesca Conti, Ornella De Zordo, Franca Falletti, Antonio Fiorentino, Gruppo Urbanistica perUnaltracittà, Giorgio Pizziolo, Potere al Popolo!, SET-Firenze, Spazio InKiostro.
Le nuove parole d’ordine – negoziazione, privatizzazione, rigenerazione, ecc. – celano l’espropriazione della città pubblica, l’espulsione dei più deboli e l’estrazione di profitto dai suoli. A danno degli ambienti di vita.
Il libro ricostruisce le vicende che hanno portato all’inarrestabile saccheggio di città e territori operato dalle forze neocapitaliste, ma fornisce anche ipotesi per costruire la magnifica utopia di una nuova urbanistica. Un’utopia già in atto, spesso ai margini, spesso antagonista, fatta di pratiche quotidiane, di conflitti, di saperi critici e di alternative di
esistenza. Il passo da compiere è istituire questi germi di mondi possibili.
L’Europa nasce, infatti, come spazio geoculturale della civitas e la ricchezza dell’Italia, come degli altri paesi, si fonda sul pluralismo dei municipi, veri e propri aggregati di ibridazione multiculturale, culle del cosmopolitismo.
Contro il fondamentalismo e il verticismo di un unico Occidente, la storia della nascita delle prime città dimostra come siano esistiti più “Occidenti” prodotti da incessanti transiti, traduzioni e narrazioni.
L’ethos delle città si fondava proprio sugli incroci tra locali e stranieri che, nel corso dei loro transiti, innescavano mutamenti nelle mentalità dei “locali” e nelle forme fisiche della città.
La ricerca, oggi, di esperienze concrete di solidarietà non è, dunque, dolce utopia o buonismo da anime belle, ma il “ritorno” a quella gloriosa tradizione che ha caratterizzato il contesto italiano ed europeo.
È emerso in particolare il pericolo, celato dietro gli slogan del risparmio di suolo e della rigenerazione urbana, dell'abbandono del concetto stesso di pianificazione urbanistica.
Autori dei saggi contenuti nel libro:
Ilaria Agostini, Piergiovanni Alleva, Paolo Berdini, Piero Bevilacqua, Paola Bonora, Pier Luigi Cervellati, Sergio Caserta, Paolo Dignatici, Anna Marina Foschi, Giovanni Losavio, Anna Marson, Tomaso Montanari, Cristina Quintavalla, Ezio Righi, Piergiorgio Rocchi, Edoardo Salzano
Nel trentennio, un universo di comitati autorganizzati in difesa della città pubblica si oppone all’erosione degli spazi e dei beni comuni, al processo di indebolimento della democrazia rappresentativa e alla crescita del potere nelle mani dei sindaci. E restituisce all’intero paese la speranza di un cambiamento radicale.
Il quadro della fase storica neoliberista è ricostruito da architetti, urbanisti, territorialisti, geografi, poeti, narratori, storici, politologi, giornalisti, medici, agronomi, economisti, che raccontano le città secondo competenze disciplinari e prospettive diverse. Al primo nucleo di città apparso su “il manifesto” nella rubrica Viaggio in Italia – Avellino, Bologna, Cagliari, Catanzaro, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Parma, Reggio Calabria, Roma, Salerno, Sassari, Taranto, Torino, Venezia – si aggiungono in questo libro Bolzano, Catania, Cosenza, Genova, L’Aquila, Modena, Pisa, Ravenna e Siena.
Scritti di Ilaria Agostini, Franco Arminio, Giuseppe Barbera, Paolo Berdini, Piero Bevilacqua, Sergio Brenna, Domenico Cersosimo, Chiara Ciampa, Antonio Costabile, Alessandro Dal Piaz, Vezio De Lucia, Franco Farinelli, Georg J. Frisch, Claudio Greppi, Francesca Leder, Alberto Magnaghi, Tonino Perna, Antonio Perrotti, Marco Preve, Raffaele Radicioni, Ezio Righi, Chiara Rizzica, Sandro Roggio, Edoardo Salzano, Ferruccio Sansa, Alberto Savini, Enzo Scandurra, Paolo Scarpa, Maria Adele Teti, Giorgio Todde.
Per dieci anni Firenze è il banco di prova per il cantiere nazionale. Dal 2004 al 2014 è prima presidente della Provincia, poi sindaco, un trentenne Matteo Renzi che vi sperimenta, prima di applicarle all’intero paese, la velocità nelle decisioni, la riduzione del governo cittadino ad evento mediatico e la politica come apologia della tabula rasa.
Ma a margine della rappresentazione ufficiale si registra un decennio di “urbanistica resistente”. Per due legislature all’opposizione in Consiglio comunale – dove, nell’avvicendamento burrascoso di piani strutturali e inchieste della Magistratura, si definiva il futuro della città e dell’area di Castello –, la lista di cittadinanza “perUnaltracittà” ha unito cittadine e cittadini, comitati, realtà autogestite ed esperti critici.
Il libro raccoglie il racconto corale e antagonista di questa esperienza collettiva che ha prodotto riflessioni critiche sullo smantellamento in atto della civiltà urbana e pratiche sperimentali per immaginare un’altra città.
Articoli/Papers by Ilaria Agostini
Aggiornata politicamente nella «città-Stato», che accentra il potere economico-politico di macroregioni desertificate, Megalopoli porta il Pianeta sul baratro dell’ecocidio.
scrittori...
La crisi innescata dal Covid-19 ha accelerato un processo di ripensamento delle forme abitative con-temporanee, già in atto da tempo, avviato negli ultimi anni soprattutto dalla lotta ai cambiamenti climatici e dai movimenti per il ‘diritto alla città’. Questo contributo propone una riflessione su due livelli: quello delle politiche urbane internazionali di medio e lungo termine, e quello delle pratiche di solidarietà sperimentate nella città di Firenze, assunte come caso studio. L’articolo off re quindi una sintesi critica di alcuni documenti internazionali relativi alle politiche messe in campo dalle città in risposta al Covid-19. Nella parte dedicata al caso studio, si descrive l’emergere di reti di solidarietà autorganizzate create in risposta ai bisogni immediati degli abitanti, esclusi dalle misure istituzionali di emergenza. In conclusione, si evidenzia come le indicazioni delle politiche europee puntino verso una città più inclusiva, sostenibile e digitale e verso un diverso modello di fruizione turistica. Allo stesso tempo, si può osservare come ipotesi convincenti per una ripresa territoriale di forte valenza politica provengano dalle realtà attive nel mutualismo solidale. Alla base di queste visioni stanno, a nostro avviso, una rinnovata centralità delle politiche pubbliche e dello spazio collettivo, una capacità di dialogo interistituzionale e cooperativo con le diverse componenti sociali, un’attenzione alla scala bioregionale per un’effettiva transizione ecologica.
Gli studentati privati, dietro cui si celano grandi strutture alberghiere, rappresentano il tassello più recente di questo fenomeno. La loro recente diffusione, sommata a quella degli affitti brevi, mette in crisi diritto alla casa e diritto allo studio, in una città dove nei fatti gli studenti non trovano alloggio e le residenze studentesche pubbliche non coprono il fabbisogno.
Il turismo si conferma un settore di minimo investimento e massima resa: da una parte produce sfruttamento e bassi salari malgrado l’alto numero di presenze, dall’altra crea occasioni di arricchimento per pochi imprenditori favoriti da scelte politiche cittadine, regionali e statali.
Tra vendite al ribasso degli edifici pubblici, mercificazione del patrimonio culturale, laissez-faire nei confronti dei grandi player globali, e securitarismo inflitto invece a chi resta ai margini della Firenze del lusso, questo libro prova a fare il punto della situazione in città e ad offrire alternative desiderabili.
Testi di: Ilaria Agostini, Edoardo Calamassi, Collettivo d’Ateneo Firenze, Francesca Conti, Adriana Dadà, Paolo Degli Antoni, Ornella De Zordo, Antonio Fiorentino, Stefania Valbonesi, Daniele Vannetiello, Lorenzo Villani.
È la fase eroica del biologico. Attraverso l’agricoltura “contadina” passa la costruzione di un rinnovato dialogo città-campagna che si materializza nel «paesaggio commestibile». In esso, la rinascita della campagna comporta la rifondazione urbana, e viceversa. La città riscopre il rapporto agroalimentare con il territorio e si reimmette nei cicli naturali; in bioregioni «ecocentriche», poderi e comunità di villaggio attivano virtù verdi per la loro conversione in senso ambientale. L’auspicata «ruralizzazione ecologica» stringe d’assedio le città, preservando il territorio dallo spreco di suolo fertile.
Il diritto alla campagna, all’accesso alla terra, alla vita contadina, prende vita nelle esperienze rurali microterritoriali e nella coalizione dei neorurali con i cittadini. Il racconto di un’alleanza di matrice ecologista è l’occasione per approfondire temi fondanti della pianificazione e del progetto socio-territoriale: la “Fierucola del pane”, primo mercato biologico in Italia, rappresenta dal 1984 un fervido ambiente culturale e un esempio di utopia concreta.
Sappiamo che il turismo, specie nella sua pervasività monoculturale, produce impatti ed esternalità negative: al pari di una vera e propria politica industriale orienta scelte infrastrutturali, generando uno sfruttamento intensivo di risorse patrimoniali e ambientali; mina il diritto all’abitare e le tutele dei lavoratori; riduce le possibilità d’uso dello spazio pubblico.
Ciò che salva è invece la capacità di resistenza che i nostri territori riescono a esprimere: una capacità che è insieme conflitto e contro-progettualità.
La mappatura contenuta in questo Atlante costituisce un primo ritratto nazionale di questo potenziale salvifico. Si tratta di una partitura di frammenti indiziari, territorialmente ancorati, che tracciano possibili fuoriuscite dal paradigma estrattivo di tipo turistico. Un modo per mettere in discussione quelle logiche di reificazione territoriale per cui il consumo, la produzione e circolazione di merci costituisce l’unico orizzonte di senso che obbliga il presente a pensarsi senza alternative.
« L’expérience de gouvernement autonome et de démocratie communautaire de Saint-Macaire, par la radicalité des processus de refondation de la ville par les habitants, par la complexité des choix démocratiques appliqués au faire, à l’habiter, au travail, à l’auto-organisation sociale par le bas, par la valeur intergénérationnelle de la construction d’une identité collective, est un exemple unique parmi les nombreuses expériences de participation à la réutilisation en commun des patrimoines urbains historiques ayant eu lieu ces dernières années. Elle a anticipé les expériences les plus avancées de refondation de la centralité des bourgs historiques dans le processus en cours qui
rend obsolescents les modèles métropolitains ouvrant la voie à une nouvelle civilisation écoterritorialiste. » (Extrait de la préface).
Traduction de l'Italien par Hélène Guérin
L’equilibrio delicato di questo ecosistema è oggi a rischio e con esso la sopravvivenza della nostra specie, a causa dei cambiamenti climatici prodotti dall’eccesso di gas serra che stanno alterando equilibri millenari.
Occorre invertire rapidamente i presupposti di questo sviluppo, se non vogliamo che la Terra torni a essere quell’ambiente inospitale precedente alla comparsa della vita. Per farlo occorre imboccare da subito la via della riconversione ecologica del nostro modello di sviluppo.
Un cambiamento che presuppone di mettere in discussione i modelli di vita e il modo di pensare alla natura; in sostanza l’intera civiltà occidentale, fondata sul dominio della natura e delle sue leggi. Ma in ecologia non esistono scorciatoie: la tecnologia non può risolvere quei problemi che la tecnologia stessa ha creato. È infatti l’entropia a insegnarci che più consumiamo, più l’energia libera che ci resta a disposizione diminuisce. Un principio inesorabile destinato a prevalere su qualunque altro indicatore economico e sull’economia stessa, e dal quale ripensare il nostro modo di abitare questo pianeta.
Il libro prende il titolo da un ciclo di incontri, La fabbrica del turismo nelle città d’arte, tenutosi nell’autunno 2017 allo Spazio InKiostro, luogo di socialità autogestita nel cuore della Firenze in svendita.
Testi di: Ilaria Agostini, Roberto Budini Gattai, Enrica Capussotti, Francesca Conti, Ornella De Zordo, Franca Falletti, Antonio Fiorentino, Gruppo Urbanistica perUnaltracittà, Giorgio Pizziolo, Potere al Popolo!, SET-Firenze, Spazio InKiostro.
Le nuove parole d’ordine – negoziazione, privatizzazione, rigenerazione, ecc. – celano l’espropriazione della città pubblica, l’espulsione dei più deboli e l’estrazione di profitto dai suoli. A danno degli ambienti di vita.
Il libro ricostruisce le vicende che hanno portato all’inarrestabile saccheggio di città e territori operato dalle forze neocapitaliste, ma fornisce anche ipotesi per costruire la magnifica utopia di una nuova urbanistica. Un’utopia già in atto, spesso ai margini, spesso antagonista, fatta di pratiche quotidiane, di conflitti, di saperi critici e di alternative di
esistenza. Il passo da compiere è istituire questi germi di mondi possibili.
L’Europa nasce, infatti, come spazio geoculturale della civitas e la ricchezza dell’Italia, come degli altri paesi, si fonda sul pluralismo dei municipi, veri e propri aggregati di ibridazione multiculturale, culle del cosmopolitismo.
Contro il fondamentalismo e il verticismo di un unico Occidente, la storia della nascita delle prime città dimostra come siano esistiti più “Occidenti” prodotti da incessanti transiti, traduzioni e narrazioni.
L’ethos delle città si fondava proprio sugli incroci tra locali e stranieri che, nel corso dei loro transiti, innescavano mutamenti nelle mentalità dei “locali” e nelle forme fisiche della città.
La ricerca, oggi, di esperienze concrete di solidarietà non è, dunque, dolce utopia o buonismo da anime belle, ma il “ritorno” a quella gloriosa tradizione che ha caratterizzato il contesto italiano ed europeo.
È emerso in particolare il pericolo, celato dietro gli slogan del risparmio di suolo e della rigenerazione urbana, dell'abbandono del concetto stesso di pianificazione urbanistica.
Autori dei saggi contenuti nel libro:
Ilaria Agostini, Piergiovanni Alleva, Paolo Berdini, Piero Bevilacqua, Paola Bonora, Pier Luigi Cervellati, Sergio Caserta, Paolo Dignatici, Anna Marina Foschi, Giovanni Losavio, Anna Marson, Tomaso Montanari, Cristina Quintavalla, Ezio Righi, Piergiorgio Rocchi, Edoardo Salzano
Nel trentennio, un universo di comitati autorganizzati in difesa della città pubblica si oppone all’erosione degli spazi e dei beni comuni, al processo di indebolimento della democrazia rappresentativa e alla crescita del potere nelle mani dei sindaci. E restituisce all’intero paese la speranza di un cambiamento radicale.
Il quadro della fase storica neoliberista è ricostruito da architetti, urbanisti, territorialisti, geografi, poeti, narratori, storici, politologi, giornalisti, medici, agronomi, economisti, che raccontano le città secondo competenze disciplinari e prospettive diverse. Al primo nucleo di città apparso su “il manifesto” nella rubrica Viaggio in Italia – Avellino, Bologna, Cagliari, Catanzaro, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Parma, Reggio Calabria, Roma, Salerno, Sassari, Taranto, Torino, Venezia – si aggiungono in questo libro Bolzano, Catania, Cosenza, Genova, L’Aquila, Modena, Pisa, Ravenna e Siena.
Scritti di Ilaria Agostini, Franco Arminio, Giuseppe Barbera, Paolo Berdini, Piero Bevilacqua, Sergio Brenna, Domenico Cersosimo, Chiara Ciampa, Antonio Costabile, Alessandro Dal Piaz, Vezio De Lucia, Franco Farinelli, Georg J. Frisch, Claudio Greppi, Francesca Leder, Alberto Magnaghi, Tonino Perna, Antonio Perrotti, Marco Preve, Raffaele Radicioni, Ezio Righi, Chiara Rizzica, Sandro Roggio, Edoardo Salzano, Ferruccio Sansa, Alberto Savini, Enzo Scandurra, Paolo Scarpa, Maria Adele Teti, Giorgio Todde.
Per dieci anni Firenze è il banco di prova per il cantiere nazionale. Dal 2004 al 2014 è prima presidente della Provincia, poi sindaco, un trentenne Matteo Renzi che vi sperimenta, prima di applicarle all’intero paese, la velocità nelle decisioni, la riduzione del governo cittadino ad evento mediatico e la politica come apologia della tabula rasa.
Ma a margine della rappresentazione ufficiale si registra un decennio di “urbanistica resistente”. Per due legislature all’opposizione in Consiglio comunale – dove, nell’avvicendamento burrascoso di piani strutturali e inchieste della Magistratura, si definiva il futuro della città e dell’area di Castello –, la lista di cittadinanza “perUnaltracittà” ha unito cittadine e cittadini, comitati, realtà autogestite ed esperti critici.
Il libro raccoglie il racconto corale e antagonista di questa esperienza collettiva che ha prodotto riflessioni critiche sullo smantellamento in atto della civiltà urbana e pratiche sperimentali per immaginare un’altra città.
Aggiornata politicamente nella «città-Stato», che accentra il potere economico-politico di macroregioni desertificate, Megalopoli porta il Pianeta sul baratro dell’ecocidio.
scrittori...
La crisi innescata dal Covid-19 ha accelerato un processo di ripensamento delle forme abitative con-temporanee, già in atto da tempo, avviato negli ultimi anni soprattutto dalla lotta ai cambiamenti climatici e dai movimenti per il ‘diritto alla città’. Questo contributo propone una riflessione su due livelli: quello delle politiche urbane internazionali di medio e lungo termine, e quello delle pratiche di solidarietà sperimentate nella città di Firenze, assunte come caso studio. L’articolo off re quindi una sintesi critica di alcuni documenti internazionali relativi alle politiche messe in campo dalle città in risposta al Covid-19. Nella parte dedicata al caso studio, si descrive l’emergere di reti di solidarietà autorganizzate create in risposta ai bisogni immediati degli abitanti, esclusi dalle misure istituzionali di emergenza. In conclusione, si evidenzia come le indicazioni delle politiche europee puntino verso una città più inclusiva, sostenibile e digitale e verso un diverso modello di fruizione turistica. Allo stesso tempo, si può osservare come ipotesi convincenti per una ripresa territoriale di forte valenza politica provengano dalle realtà attive nel mutualismo solidale. Alla base di queste visioni stanno, a nostro avviso, una rinnovata centralità delle politiche pubbliche e dello spazio collettivo, una capacità di dialogo interistituzionale e cooperativo con le diverse componenti sociali, un’attenzione alla scala bioregionale per un’effettiva transizione ecologica.
Riassunto. La cittadina francese di Saint-Macaire, sulla Garonna presso Bordeaux, ha costituito, a partire dal 1967, un campo di sperimentazione per la riconquista popolare della città storica: dal cantiere di re-stauro del chiostro benedettino voluto e gestito dai giovani del paese si è ben presto passati a traguardare decisamente la gestione municipale. In più di tre decenni di governo del Comune si è potuto integrare nella città storica, interpretata come bene comune, edilizia residenziale pubblica e attrezzature collettive, riappro-priazione del savoir-faire artigianale e una fi tta attività culturale e associativa, nuovi e vecchi abitanti. Tutto ciò attraverso forme di autorganizzazione sociale che hanno dato luogo ad una esperienza di sostanziale pianifi cazione dal basso. Parole-chiave: urbanistica; patrimonio edifi cato storico; città storica; recupero urbano; edilizia residenziale pubblica 1. Una monografi a di villaggio sub specie urbanistica 1 La cittadina di saint-Macaire 2 , posta su un promontorio dominante la Garonna, deve al commercio fl uviale dei vini la fl oridezza economica che ne ha determinato i tratti di città portuale e mercantile. La prosperità che ne è derivata le è rimasta impressa nelle architetture; tra di esse, la chiesa romanica ricca di pitture murali, la cinta difensiva, la piazza del mercato porticata-il Mercadiou-, le case mercantili medievali e i palaz-zetti rinascimentali (dRouyn 1861). il caso di saint-Macaire, riconosciuto da choay (2009, XLViii) come "manifesto di ottimi-smo quanto alla sopravvivenza della nostra competenza di edifi care", si dimostra esem-pio valido per l' elaborazione di una prassi territorialista riguardo ai centri storici minori. 1 il saggio è frutto del lavoro congiunto dei due autori. Tuttavia i paragrafi 1, 2, 5, 6 sono di ilaria agostini, i paragrafi 3, 4 sono di Daniele Vannetiello. i dialoghi tra gli autori e gli abitanti di saint-Macaire si sono svolti sul luogo nell'arco del 2014. Le cariche pubbliche cui è fatto riferimento nel testo sono ricoperte dagli intervistati al momento dell'intervista. 2 il comune di saint-Macaire, esteso su circa 180 ettari, conta 2.088 abitanti (censimento 2016): con una densità di 1.166,5 ab./kmq, saint-Macaire conosce un aumento di popolazione del 35,5% rispetto al 1999.
***
The essay outlines the evolutionary stages of the historic city culture in Italy, up to its current decay. The main stages leading from its theoretical statement, with the first effective experiences conserving urban and social fabric in ancient centres, to the present crisis, can be summarised as follows: the postwar discussion about rebuilding historical cities; the Gubbio Charter; the Old towns plans and urban restoration projects (Bologna, Rome etc.); the sale of public building assets in the old towns; the plans for post-earthquake reconstruction in L'Aquila and Emilia craters; the privatisation (and commodification) of monumental urban space. A critical revival of historical city (and its territories) for the redefinition of civil coexistence requires now: a recognition of the evolutionary principles that have governed its formation; a detailed and updated survey on the urban-territorial heritage; the participation of citizens in its redevelopment; a no longer extendable containment of new soil commitment; a new appropriation and implementation of design and craft skills.
The historic city has proved capable of hosting marginalisation and deviance, through institutions or architectural devices. Does the neoliberal city, generating social inequalities and managed in the name of security, still has room for such unsettled and unsettling presences? Can it treat them only as “waste” or, vice versa, grant them the dignity of a different dwelling within a universal coexistence?
*
Nelle città si muovono individui che vivono in assenza di diritti civili, di benessere, salute, socialità: senza casa, nomadi, “clandestini”, camminanti ed erranti, asilanti e apolidi, mendici, mutilati di guerre lontane dalla sicura Europa. La loro presenza genera da una parte diffidenza e sospetto, dall’altra mette alla prova la coscienza civile della società contemporanea. È un memento mori: un lutto incombente per la possibile perdita dello status di cittadino.
La città storica si è dimostrata capace di accogliere marginalità e devianze, sia con istituzioni sia con dispositivi architettonici. La città neoliberista, generatrice di diseguaglianze sociali, gestita nel segno del securitarismo, ha ancora spazio per tali presenze inquiete ed inquietanti? Le tratta come “scarti”, o viceversa è capace di conferire loro la dignità di un diverso abitare in una convivenza universale?
Multi-species and multi-ethnic cohabitations raise substantial questions about the anthropocentrism that has marked our relationship with the natural environment and shaped a global capitalism that, today, alters environmental balances, causes war and genocide, and triggers massive migration flows. A mighty wall built by the capital-writes Mike Davis-divides rich countries from the poor majority of the Earth: one half of the planet is separated by a border line about twelve thousand kilometres long, militarised and thus deadly for the desperate attempting to cross it. Twelve thousand kilometres, a veritable "rift of the human race"-reads the Last Twenty 2022 Report-"which, if it were to deepen, would dig an abyss between the humans who populate this planet". A boundary that, however, is ineffective when it comes to the circulation of non-human life, which, as the writer Paolo Cognetti points out, knows no frontiers. But which is also ineffective-this time due to the Market Reasonas for the free circulation of financial flows and, partly, of global tourism. Along the borders Europe has 'outsourced' to Turkey, Morocco, Libya, etc., an 'invisible war' is being fought. A war against 'enemies' animated by the intention-in their quest for a newly habitable world-to establish the right to equality among humans. The inalienable right, prior to any jurisdiction, of a dignified life before a dignified burial is expressed in Sophocles' words delivered to Antigone's voice: "I did not think your decrees had so much power as to make a mortal infringe unwritten laws". Yet, migratory movements-on a par with the introduction of alien living species turning into a social danger, or the 'spillover' of a virus capable of stopping the planet-are currently interpreted as 'invasions'. Invasions that are never sufficiently related to the pillage of their countries of origin by the rich global North. Moreover, such a pillage is now being perpetrated even on this side of the borders in the name of Ecological transition, which, in part, calls into question the "brutal rush out of Europe". With this expression, the philosopher Achille Mbembe, in his Critique of negro reason, defined the 'white' colonisation that today turns its gaze even to the resources of the Old continent to make profit out of them through renewed instruments of domination: violence, grabbing of common goods and new 'terrae nullius'.
logements sociaux et l’insertion d’équipements collectifs dans des monuments historiques. L’enracinement, le sentiment d’appartenance à la ville, la réappropriation sociale des espaces, sont le résultat d’une « sagesse urbaine » construite collectivement à travers des expérimentations, des anticipations et des conflits.
« L’expérience de gouvernement autonome et de démocratie communautaire de Saint-Macaire a anticipé les expériences les plus avancées de refondation de la centralité des bourgs historiques dans le processus en cours qui rend obsolescents les modèle métropolitains, ouvrant la voie à une nouvelle civilisation écoterritorialiste » (préface d’Alberto Magnaghi)
Dal 1964, in rovina e abbandonata, la città medievale di Saint-Macaire presso Bordeaux è teatro di una riconquista popolare che ha condotto i giovani protagonisti del restauro autogestito di un chiostro romanico fino al potere municipale. Il riuso non mercantile del quadro urbano ha implicato scelte tese ad evitare selezione sociale e museificazione, quali la riconversione di edifici monumentali in edilizia residenziale pubblica e in attrezzature collettive. Il radicamento, la co-appartenenza, la riappropriazione sociale degli spazi che vi si sono ottenuti sono il risultato di una «saggezza urbana» costruita collettivamente attraverso sperimentazioni, anticipazioni, conflitti.
«L’esperienza di autogoverno e democrazia comunitaria di Saint-Macaire ha anticipato le più avanzate esperienze di rifondazione di centralità delle piccole città storiche nei processi in atto di superamento dei modelli metropolitani verso una nuova civilizzazione ecoterritorialista» (dalla prefazione di Alberto Magnaghi).
anticapitalista. Con la partecipazione di: Andrea Ghelfi, Domenico Vertone, Ubaldo Fadini, Francesco Biagi, Ilaria Agostini, Sonia Paone.
A cura di Ilaria Agostini e Gilberto Pierazzuoli.
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Nell’attuale sovvertimento ecosistemico globale e mentale, i germi di mondi possibili e desiderabili indicano l’urgenza di una svolta radicale che rimetta in discussione il modello socio-economico neocapitalista.
Le alternative di pensiero e di esistenza, le pratiche di riappropriazione
degli spazi urbani ed extraurbani, antagoniste, oppositive, creative e progettanti, costituiscono gli ingredienti per una ripartenza nel segno dell’uguaglianza sociale, della giustizia ambientale e di genere.
Introduzione di Alberto ZIPARO
Ilaria AGOSTINI, La forma della città-rifugio. Un'interpretazione storico-politica
Angelo CIRASINO, Cartoline da Riace. Un'esperienza glocale
Plesso di Santa Verdiana, giovedì 14 Marzo 2019, ore 15-18
Con la partecipazione di: Vezio De Lucia, Enzo Scandurra, Aldo De Chiara, Luigi De Falco, Ilaria Agostini, Paolo Berdini, Giuseppe Cantillo.
giovedì 29 ottobre 2020, ore 14,30-16,30 CLARA ZANARDI, PhD, Università di Trieste
Venezia e la turistificazione. Una città "anti-moderna" a fronte del capitalismo post-industriale
Introduce ILARIA AGOSTINI, Dipartimento Beni Culturali Unibo
giovedì 5 novembre 2020, ore 14,30-16,30
MICHELE NANI, CNR Istituto di Studi sul Mediterraneo, Napoli
La città costiera, il turismo e i cambiamenti climatici. I rischi della litoralizzazione emiliano-romagnola
Introduce ILARIA AGOSTINI, Dipartimento Beni Culturali Unibo
giovedì 19 novembre 2020, ore 14,30-16,30
LUCIA TOZZI, PhD, saggista e giornalista
Narrare la città neocapitalista. Urbanistica, turistificazione e crisi abitativa attraverso la lente dell'informazione giornalistica
Introduce DANIELE VANNETIELLO, PhD, architetto urbanista