Ilaria Agostini
Università di Bologna, Dipartimento di Beni Culturali, Faculty Member
- Università degli Studi "La Sapienza" di Roma, DICEA - Dip. di Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale, Department MemberUniversité Paul Valéry - Montpellier, Laboratoire CRISES, Department Memberadd
- Habitat, Urban Culture, Cities, Regionalism, Rural Landscape, Historical architecture, and 11 moreRécits de voyage, Vernacular Architecture, Urban And Regional Planning, Architectural History, Centri Storici, Architecture, City and Regional Planning, Architecture Et Urbanisme, Urban Studies, Urban Sociology, and Geographyedit
- Ilaria Agostini, PhD, is assistant professor in Pianificazione e progettazione urbanistica e territoriale. Teaching ... moreIlaria Agostini, PhD, is assistant professor in Pianificazione e progettazione urbanistica e territoriale.
Teaching experience (since 2004): Urban design, Urban and regional analysis (Scuola di Ingegneria e Architettura, Università di Bologna; Facoltà di Architettura, Università degli Studi di Firenze); Landscape history (Master in Paesaggistica, Università degli Studi di Firenze; Facoltà di Agraria, Università degli Studi di Perugia). Lecturer (2004-2006) in the doctoral program in Urbanisme et aménagement du territoire (Institut d'Architecture, Université de Genève). Visitng professor Université "Paul-Valéry" Montpellier III, 2019.
Publications: Le porte della città. Ingressi urbani nella Toscana lorenese. 1814-1859 (Le Lettere, 2007); Il paesaggio antico. Res rustica e classicità tra XVIII e XIX secolo (Aión, 2009); La casa rurale in Toscana. Guida al recupero (Hoepli, 2011); Dei fiumi. Facies locorum, labor artificum (Aión, 2012); Il diritto alla campagna. Rinascita rurale e rifondazione urbana, introduction by Vandana Shiva (Ediesse, 2015); La città e l'accoglienza (con Attili, Decandia, Scandurra, manifestolibri, 2017); Miserie e splendori dell'urbanistica (con Enzo Scandurra; DeriveApprodi, 2018).edit
A Firenze, quindici anni di politiche urbane a favore della turistificazione hanno riconfigurato interi quartieri: le aree centrali, svuotate di residenti e di servizi pubblici, inondate di bar e ristoranti, di alberghi e appartamenti... more
A Firenze, quindici anni di politiche urbane a favore della turistificazione hanno riconfigurato interi quartieri: le aree centrali, svuotate di residenti e di servizi pubblici, inondate di bar e ristoranti, di alberghi e appartamenti destinati ad affitti turistici si sono trasformate in ghetti per visitatori più o meno abbienti.
Gli studentati privati, dietro cui si celano grandi strutture alberghiere, rappresentano il tassello più recente di questo fenomeno. La loro recente diffusione, sommata a quella degli affitti brevi, mette in crisi diritto alla casa e diritto allo studio, in una città dove nei fatti gli studenti non trovano alloggio e le residenze studentesche pubbliche non coprono il fabbisogno.
Il turismo si conferma un settore di minimo investimento e massima resa: da una parte produce sfruttamento e bassi salari malgrado l’alto numero di presenze, dall’altra crea occasioni di arricchimento per pochi imprenditori favoriti da scelte politiche cittadine, regionali e statali.
Tra vendite al ribasso degli edifici pubblici, mercificazione del patrimonio culturale, laissez-faire nei confronti dei grandi player globali, e securitarismo inflitto invece a chi resta ai margini della Firenze del lusso, questo libro prova a fare il punto della situazione in città e ad offrire alternative desiderabili.
Testi di: Ilaria Agostini, Edoardo Calamassi, Collettivo d’Ateneo Firenze, Francesca Conti, Adriana Dadà, Paolo Degli Antoni, Ornella De Zordo, Antonio Fiorentino, Stefania Valbonesi, Daniele Vannetiello, Lorenzo Villani.
Gli studentati privati, dietro cui si celano grandi strutture alberghiere, rappresentano il tassello più recente di questo fenomeno. La loro recente diffusione, sommata a quella degli affitti brevi, mette in crisi diritto alla casa e diritto allo studio, in una città dove nei fatti gli studenti non trovano alloggio e le residenze studentesche pubbliche non coprono il fabbisogno.
Il turismo si conferma un settore di minimo investimento e massima resa: da una parte produce sfruttamento e bassi salari malgrado l’alto numero di presenze, dall’altra crea occasioni di arricchimento per pochi imprenditori favoriti da scelte politiche cittadine, regionali e statali.
Tra vendite al ribasso degli edifici pubblici, mercificazione del patrimonio culturale, laissez-faire nei confronti dei grandi player globali, e securitarismo inflitto invece a chi resta ai margini della Firenze del lusso, questo libro prova a fare il punto della situazione in città e ad offrire alternative desiderabili.
Testi di: Ilaria Agostini, Edoardo Calamassi, Collettivo d’Ateneo Firenze, Francesca Conti, Adriana Dadà, Paolo Degli Antoni, Ornella De Zordo, Antonio Fiorentino, Stefania Valbonesi, Daniele Vannetiello, Lorenzo Villani.
Research Interests:
Negli anni Ottanta il ritorno alla terra è esercitato come diritto di cittadinanza. Nuovi stili di vita, frugali, vernacolari, nonviolenti, oppongono resistenza al modello industriale e alla mercificazione dei valori d’uso. La critica... more
Negli anni Ottanta il ritorno alla terra è esercitato come diritto di cittadinanza. Nuovi stili di vita, frugali, vernacolari, nonviolenti, oppongono resistenza al modello industriale e alla mercificazione dei valori d’uso. La critica alla produzione senza limiti e al lavoro-merce conduce a forme autogestite di agricoltura e artigianato ad alta manualità: economie di sussistenza nelle quali traspare la lezione di Ivan Illich, Gandhi, Lanza del Vasto, William Morris, Lewis Mumford.
È la fase eroica del biologico. Attraverso l’agricoltura “contadina” passa la costruzione di un rinnovato dialogo città-campagna che si materializza nel «paesaggio commestibile». In esso, la rinascita della campagna comporta la rifondazione urbana, e viceversa. La città riscopre il rapporto agroalimentare con il territorio e si reimmette nei cicli naturali; in bioregioni «ecocentriche», poderi e comunità di villaggio attivano virtù verdi per la loro conversione in senso ambientale. L’auspicata «ruralizzazione ecologica» stringe d’assedio le città, preservando il territorio dallo spreco di suolo fertile.
Il diritto alla campagna, all’accesso alla terra, alla vita contadina, prende vita nelle esperienze rurali microterritoriali e nella coalizione dei neorurali con i cittadini. Il racconto di un’alleanza di matrice ecologista è l’occasione per approfondire temi fondanti della pianificazione e del progetto socio-territoriale: la “Fierucola del pane”, primo mercato biologico in Italia, rappresenta dal 1984 un fervido ambiente culturale e un esempio di utopia concreta.
È la fase eroica del biologico. Attraverso l’agricoltura “contadina” passa la costruzione di un rinnovato dialogo città-campagna che si materializza nel «paesaggio commestibile». In esso, la rinascita della campagna comporta la rifondazione urbana, e viceversa. La città riscopre il rapporto agroalimentare con il territorio e si reimmette nei cicli naturali; in bioregioni «ecocentriche», poderi e comunità di villaggio attivano virtù verdi per la loro conversione in senso ambientale. L’auspicata «ruralizzazione ecologica» stringe d’assedio le città, preservando il territorio dallo spreco di suolo fertile.
Il diritto alla campagna, all’accesso alla terra, alla vita contadina, prende vita nelle esperienze rurali microterritoriali e nella coalizione dei neorurali con i cittadini. Il racconto di un’alleanza di matrice ecologista è l’occasione per approfondire temi fondanti della pianificazione e del progetto socio-territoriale: la “Fierucola del pane”, primo mercato biologico in Italia, rappresenta dal 1984 un fervido ambiente culturale e un esempio di utopia concreta.
Research Interests:
Depuis 1964, la cité médiévale de Saint-Macaire sur la Garonne, abandonnée et en ruine, est le théâtre d’une reconquête populaire qui a conduit de jeunes protagonistes de la restauration autogérée du prieuré roman jusqu’au pouvoir... more
Depuis 1964, la cité médiévale de Saint-Macaire sur la Garonne, abandonnée et en ruine, est le théâtre d’une reconquête populaire qui a conduit de jeunes protagonistes de la restauration autogérée du prieuré roman jusqu’au pouvoir municipal. La réutilisation non-marchande du cadre urbain, à partir de sa valeur monumentale, a impliqué des choix contre la sélection sociale et la muséalisation, ainsi la reconversion de bâtiments de la Renaissance en logements sociaux et l’insertion d’équipements collectifs dans des monuments historiques. L’enracinement, la co-appartenance, la réappropriation sociale des espaces, sont le résultat d’une « sagesse urbaine » construite collectivement à travers des expérimentations, des anticipations et des conflits.
« L’expérience de gouvernement autonome et de démocratie communautaire de Saint-Macaire, par la radicalité des processus de refondation de la ville par les habitants, par la complexité des choix démocratiques appliqués au faire, à l’habiter, au travail, à l’auto-organisation sociale par le bas, par la valeur intergénérationnelle de la construction d’une identité collective, est un exemple unique parmi les nombreuses expériences de participation à la réutilisation en commun des patrimoines urbains historiques ayant eu lieu ces dernières années. Elle a anticipé les expériences les plus avancées de refondation de la centralité des bourgs historiques dans le processus en cours qui
rend obsolescents les modèles métropolitains ouvrant la voie à une nouvelle civilisation écoterritorialiste. » (Extrait de la préface).
Traduction de l'Italien par Hélène Guérin
« L’expérience de gouvernement autonome et de démocratie communautaire de Saint-Macaire, par la radicalité des processus de refondation de la ville par les habitants, par la complexité des choix démocratiques appliqués au faire, à l’habiter, au travail, à l’auto-organisation sociale par le bas, par la valeur intergénérationnelle de la construction d’une identité collective, est un exemple unique parmi les nombreuses expériences de participation à la réutilisation en commun des patrimoines urbains historiques ayant eu lieu ces dernières années. Elle a anticipé les expériences les plus avancées de refondation de la centralité des bourgs historiques dans le processus en cours qui
rend obsolescents les modèles métropolitains ouvrant la voie à une nouvelle civilisation écoterritorialiste. » (Extrait de la préface).
Traduction de l'Italien par Hélène Guérin
Research Interests:
La Biosfera è quel luogo singolare dell’Universo dove è nata e si è sviluppata la vita. È un prodotto del Sole. Noi, insieme a tutte le altre specie viventi, siamo l’esito di una sua lunga evoluzione durata milioni di anni nel corso dei... more
La Biosfera è quel luogo singolare dell’Universo dove è nata e si è sviluppata la vita. È un prodotto del Sole. Noi, insieme a tutte le altre specie viventi, siamo l’esito di una sua lunga evoluzione durata milioni di anni nel corso dei quali sono nate e poi si sono estinte diverse specie di animali e vegetali, creando la meravigliosa biodiversità che ci circonda.
L’equilibrio delicato di questo ecosistema è oggi a rischio e con esso la sopravvivenza della nostra specie, a causa dei cambiamenti climatici prodotti dall’eccesso di gas serra che stanno alterando equilibri millenari.
Occorre invertire rapidamente i presupposti di questo sviluppo, se non vogliamo che la Terra torni a essere quell’ambiente inospitale precedente alla comparsa della vita. Per farlo occorre imboccare da subito la via della riconversione ecologica del nostro modello di sviluppo.
Un cambiamento che presuppone di mettere in discussione i modelli di vita e il modo di pensare alla natura; in sostanza l’intera civiltà occidentale, fondata sul dominio della natura e delle sue leggi. Ma in ecologia non esistono scorciatoie: la tecnologia non può risolvere quei problemi che la tecnologia stessa ha creato. È infatti l’entropia a insegnarci che più consumiamo, più l’energia libera che ci resta a disposizione diminuisce. Un principio inesorabile destinato a prevalere su qualunque altro indicatore economico e sull’economia stessa, e dal quale ripensare il nostro modo di abitare questo pianeta.
L’equilibrio delicato di questo ecosistema è oggi a rischio e con esso la sopravvivenza della nostra specie, a causa dei cambiamenti climatici prodotti dall’eccesso di gas serra che stanno alterando equilibri millenari.
Occorre invertire rapidamente i presupposti di questo sviluppo, se non vogliamo che la Terra torni a essere quell’ambiente inospitale precedente alla comparsa della vita. Per farlo occorre imboccare da subito la via della riconversione ecologica del nostro modello di sviluppo.
Un cambiamento che presuppone di mettere in discussione i modelli di vita e il modo di pensare alla natura; in sostanza l’intera civiltà occidentale, fondata sul dominio della natura e delle sue leggi. Ma in ecologia non esistono scorciatoie: la tecnologia non può risolvere quei problemi che la tecnologia stessa ha creato. È infatti l’entropia a insegnarci che più consumiamo, più l’energia libera che ci resta a disposizione diminuisce. Un principio inesorabile destinato a prevalere su qualunque altro indicatore economico e sull’economia stessa, e dal quale ripensare il nostro modo di abitare questo pianeta.
Research Interests:
Da disciplina del welfare che si proponeva di mitigare le distorsioni dello sviluppo, l’urbanistica, dagli anni Ottanta, abbandona la sua originaria vocazione riformatrice per seguire le sirene della Grande Trasformazione liberista. Nel... more
Da disciplina del welfare che si proponeva di mitigare le distorsioni dello sviluppo, l’urbanistica, dagli anni Ottanta, abbandona la sua originaria vocazione riformatrice per seguire le sirene della Grande Trasformazione liberista. Nel corso della sua «mutazione genetica», la disciplina ha tradito l’originario mandato sociale assumendo concetti e metodi dell’economia finanziarizzata.
Le nuove parole d’ordine – negoziazione, privatizzazione, rigenerazione, ecc. – celano l’espropriazione della città pubblica, l’espulsione dei più deboli e l’estrazione di profitto dai suoli. A danno degli ambienti di vita.
Il libro ricostruisce le vicende che hanno portato all’inarrestabile saccheggio di città e territori operato dalle forze neocapitaliste, ma fornisce anche ipotesi per costruire la magnifica utopia di una nuova urbanistica. Un’utopia già in atto, spesso ai margini, spesso antagonista, fatta di pratiche quotidiane, di conflitti, di saperi critici e di alternative di
esistenza. Il passo da compiere è istituire questi germi di mondi possibili.
Le nuove parole d’ordine – negoziazione, privatizzazione, rigenerazione, ecc. – celano l’espropriazione della città pubblica, l’espulsione dei più deboli e l’estrazione di profitto dai suoli. A danno degli ambienti di vita.
Il libro ricostruisce le vicende che hanno portato all’inarrestabile saccheggio di città e territori operato dalle forze neocapitaliste, ma fornisce anche ipotesi per costruire la magnifica utopia di una nuova urbanistica. Un’utopia già in atto, spesso ai margini, spesso antagonista, fatta di pratiche quotidiane, di conflitti, di saperi critici e di alternative di
esistenza. Il passo da compiere è istituire questi germi di mondi possibili.
Research Interests:
La presentazione, da parte della giunta della Regione Emilia-Romagna, del disegno di legge "Disciplina regionale sulla tutela e l'uso del territorio" ha suscitato, per i suoi contenuti, un immediato allarme tra intellettuali,... more
La presentazione, da parte della giunta della Regione Emilia-Romagna, del disegno di legge "Disciplina regionale sulla tutela e l'uso del territorio" ha suscitato, per i suoi contenuti, un immediato allarme tra intellettuali, professionisti e tecnici, e nelle forze politiche di opposizione a sinistra.
È emerso in particolare il pericolo, celato dietro gli slogan del risparmio di suolo e della rigenerazione urbana, dell'abbandono del concetto stesso di pianificazione urbanistica.
Autori dei saggi contenuti nel libro:
Ilaria Agostini, Piergiovanni Alleva, Paolo Berdini, Piero Bevilacqua, Paola Bonora, Pier Luigi Cervellati, Sergio Caserta, Paolo Dignatici, Anna Marina Foschi, Giovanni Losavio, Anna Marson, Tomaso Montanari, Cristina Quintavalla, Ezio Righi, Piergiorgio Rocchi, Edoardo Salzano
È emerso in particolare il pericolo, celato dietro gli slogan del risparmio di suolo e della rigenerazione urbana, dell'abbandono del concetto stesso di pianificazione urbanistica.
Autori dei saggi contenuti nel libro:
Ilaria Agostini, Piergiovanni Alleva, Paolo Berdini, Piero Bevilacqua, Paola Bonora, Pier Luigi Cervellati, Sergio Caserta, Paolo Dignatici, Anna Marina Foschi, Giovanni Losavio, Anna Marson, Tomaso Montanari, Cristina Quintavalla, Ezio Righi, Piergiorgio Rocchi, Edoardo Salzano
Research Interests:
In the UN Year of Soil, the Manifesto is a celebration of the Soil, our Land, our Territories. It is an invitation to remember that we are the Soil, that humus shapes humanity, and the destruction of the living soil closes our future. The... more
In the UN Year of Soil, the Manifesto is a celebration of the Soil, our Land, our Territories. It is an invitation to remember that we are the Soil, that humus shapes humanity, and the destruction of the living soil closes our future. The Manifesto shows how critical issues and crises are interconnected and cannot be addressed in silos: soils, land and land grab, farming, climate change, unemployment, growing economic inequality, and growing violence and wars. Based on a transition from the current linear, extractive way of thinking to a circular approach based on reciprocal giving and taking, the Manifesto offers a new paradigm for a New Agriculture, a new Circular Economy which can sow the seeds of justice, dignity, sustainability, peace and a true New Democracy.
Research Interests:
Megalopoli, «naturale» esito dell’accumulazione capitalistica predatoria, rappresenta nell'immaginario dominante l’unica possibile forma di vita aggregata: l’ideologia gigantista ammanta di sacralità la Crescita infinita e la estende di... more
Megalopoli, «naturale» esito dell’accumulazione capitalistica predatoria, rappresenta nell'immaginario dominante l’unica possibile forma di vita aggregata: l’ideologia gigantista ammanta di sacralità la Crescita infinita e la estende di fatto alla dimora umana sulla Terra, il cui sviluppo dev’essere, anch’esso, privo di limiti. È un immaginario connaturato al sistema economico che si materializza nel cemento e nelle grandi opere, così come si fissa nelle menti e nei corpi di chi abita nelle metropoli e fuori da esse.
Aggiornata politicamente nella «città-Stato», che accentra il potere economico-politico di macroregioni desertificate, Megalopoli porta il Pianeta sul baratro dell’ecocidio.
Aggiornata politicamente nella «città-Stato», che accentra il potere economico-politico di macroregioni desertificate, Megalopoli porta il Pianeta sul baratro dell’ecocidio.
Research Interests:
Nell’aprile del 1932 Emilio Cecchi – critico letterario e d’arte, autore di saggi e reportage, fresco di un insegnamento di “Cultura italiana” a Berkeley – è nominato direttore artistico della Cines. Durante l’incarico, che manterrà fino... more
Nell’aprile del 1932 Emilio Cecchi – critico letterario e d’arte, autore di saggi e reportage, fresco di un insegnamento di “Cultura italiana” a Berkeley – è nominato direttore artistico della Cines. Durante l’incarico, che manterrà fino al novembre dell’anno successivo, il critico fiorentino coinvolgerà, in una proficua collaborazione, numerosi artisti e
scrittori...
scrittori...
Research Interests:
The crisis triggered by Covid-19 has accelerated a process of rethinking of contemporary living forms, already underway for some time, started in recent years especially by the fight against climate change and by the... more
The crisis triggered by Covid-19 has accelerated a process of rethinking of contemporary living forms, already underway for some time, started in recent years especially by the fight against climate change and by the movements for the ‘right to the city’. This contribution proposes a reflection on two levels: that of medium and long-term international urban policies, and that of solidarity practices experimented in the city of Florence, taken as a case study. The article therefore offers a critical summary of some international policy documents dedicated to the response of cities to Covid-19. In the part dedicated to the case study, it describes the emergence of self-organized solidarity networks created in response to the immediate needs of the inhabitants, excluded from institutional emergency measures. In conclusion, it is highlighted how the indications of European policies point towards a more inclusive, sustainable and digital city and towards a different model of tourist use. At the same time, it can be observed that convincing hypotheses for a territorial restart of strong political value come from the realities active in solidarity mutualism. At the basis of these visions lie, in our opinion, a renewed centrality of public policies and collective space, an ability for interinstitutional and cooperative dialogue with the various social components, an attention to the bioregional scale for an effective ecological transition.
La crisi innescata dal Covid-19 ha accelerato un processo di ripensamento delle forme abitative con-temporanee, già in atto da tempo, avviato negli ultimi anni soprattutto dalla lotta ai cambiamenti climatici e dai movimenti per il ‘diritto alla città’. Questo contributo propone una riflessione su due livelli: quello delle politiche urbane internazionali di medio e lungo termine, e quello delle pratiche di solidarietà sperimentate nella città di Firenze, assunte come caso studio. L’articolo off re quindi una sintesi critica di alcuni documenti internazionali relativi alle politiche messe in campo dalle città in risposta al Covid-19. Nella parte dedicata al caso studio, si descrive l’emergere di reti di solidarietà autorganizzate create in risposta ai bisogni immediati degli abitanti, esclusi dalle misure istituzionali di emergenza. In conclusione, si evidenzia come le indicazioni delle politiche europee puntino verso una città più inclusiva, sostenibile e digitale e verso un diverso modello di fruizione turistica. Allo stesso tempo, si può osservare come ipotesi convincenti per una ripresa territoriale di forte valenza politica provengano dalle realtà attive nel mutualismo solidale. Alla base di queste visioni stanno, a nostro avviso, una rinnovata centralità delle politiche pubbliche e dello spazio collettivo, una capacità di dialogo interistituzionale e cooperativo con le diverse componenti sociali, un’attenzione alla scala bioregionale per un’effettiva transizione ecologica.
La crisi innescata dal Covid-19 ha accelerato un processo di ripensamento delle forme abitative con-temporanee, già in atto da tempo, avviato negli ultimi anni soprattutto dalla lotta ai cambiamenti climatici e dai movimenti per il ‘diritto alla città’. Questo contributo propone una riflessione su due livelli: quello delle politiche urbane internazionali di medio e lungo termine, e quello delle pratiche di solidarietà sperimentate nella città di Firenze, assunte come caso studio. L’articolo off re quindi una sintesi critica di alcuni documenti internazionali relativi alle politiche messe in campo dalle città in risposta al Covid-19. Nella parte dedicata al caso studio, si descrive l’emergere di reti di solidarietà autorganizzate create in risposta ai bisogni immediati degli abitanti, esclusi dalle misure istituzionali di emergenza. In conclusione, si evidenzia come le indicazioni delle politiche europee puntino verso una città più inclusiva, sostenibile e digitale e verso un diverso modello di fruizione turistica. Allo stesso tempo, si può osservare come ipotesi convincenti per una ripresa territoriale di forte valenza politica provengano dalle realtà attive nel mutualismo solidale. Alla base di queste visioni stanno, a nostro avviso, una rinnovata centralità delle politiche pubbliche e dello spazio collettivo, una capacità di dialogo interistituzionale e cooperativo con le diverse componenti sociali, un’attenzione alla scala bioregionale per un’effettiva transizione ecologica.
Research Interests:
El presente razonamiento, centrado en la mutación genética de las disciplinas encargadas de gestión del territorio, parte de la multifacética propuesta ecológica y, narrando la traición llevada a cabo (salvo algunas excepciones notables)... more
El presente razonamiento, centrado en la mutación genética de las disciplinas encargadas de gestión del territorio, parte de la multifacética propuesta ecológica y, narrando la traición llevada a cabo (salvo algunas excepciones notables) de los urbanistas, llega a la ideología actual basada en el gigantismo de asentamiento. Una ideología imperante que corona a la megalópolis como la única forma de vida y agregación humana posible. Políticamente actualizado en la ciudad-estado, Megalópolis es un nuevo ecosistema artificial que centra el poder económico-político de las macrorregiones desertificadas y lleva al planeta al abismo del ecocidio. El entorno de vida. Cuidado, relaciones, producción/reproducción Los principios ecológicos mencionados anteriormente se pueden resumir en algunas palabras prestadas del léxico feminista: cuidado, relaciones, reproducción. Según la visión ecológica, el cuidado del hábitat garantiza el equilibrio estable entre acciones antropogénicas y vida extrahumana en espacios microrregionales (o biorregionales). A su vez, el equilibrio es garantía de transmisión del bien de la tierra/ciudad, intacto y mejorado, a las generaciones futuras. La construcción de relaciones fértiles entre el individuo, la sociedad (humana y no humana) y su entorno común inicia una relación virtuosa entre la reproducción de lo vivo y la producción de los materiales necesarios para la vida.
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Il centro storico fiorentino è sede di grandi trasformazioni favorite dal vuoto pianificatorio. Il turismo è in costante ascesa; si diffondono velocemente gli appartamenti per vacanze. L’aumento dei valori immobiliari espelle la... more
Il centro storico fiorentino è sede di grandi trasformazioni favorite dal vuoto pianificatorio. Il turismo è in costante ascesa; si diffondono velocemente gli appartamenti per vacanze. L’aumento dei valori immobiliari espelle la cittadinanza dal centro città e la sostituisce con city users o city consumers (oggi definibili come "nomadi cosmopoliti"). La scena urbana cambia volto grazie a politiche di decentramento, di liberalizzazione, di mercificazione di strade, piazze, musei. Anche le chiese sono musealizzate. La vendita del patrimonio immobiliare pubblico coinvolge edifici storici e il patrimonio monumentale. Questa breve storia delle trasformazioni urbane si conclude con l’episodio di una variante al piano regolatore che avvia a "ristrutturazione edilizia" il patrimonio edilizio vincolato ai sensi del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.
Research Interests:
The French town of Saint-Macaire, near Bordeaux along the Garonne, since 1967 has been representing an experiment site for the popular re-conquest of historic cities: from the restoration yard of the Benedictine cloister, wanted and... more
The French town of Saint-Macaire, near Bordeaux along the Garonne, since 1967 has been representing an experiment site for the popular re-conquest of historic cities: from the restoration yard of the Benedictine cloister, wanted and managed by the village youth, the movement quickly switched its target towards municipal management. Over more than three decades of city government, it became possible to integrate into the historic city, read as a common good, public housing and collective facilities, re-appropriation of artisan skills and a dense cultural and associative activity, new and old dwellers. All this through forms of social self-organisation that have given rise to a fundamental grassroots planning experience. Keywords: urban planning; historical built heritage; historical city; urban regeneration; public housing.
Riassunto. La cittadina francese di Saint-Macaire, sulla Garonna presso Bordeaux, ha costituito, a partire dal 1967, un campo di sperimentazione per la riconquista popolare della città storica: dal cantiere di re-stauro del chiostro benedettino voluto e gestito dai giovani del paese si è ben presto passati a traguardare decisamente la gestione municipale. In più di tre decenni di governo del Comune si è potuto integrare nella città storica, interpretata come bene comune, edilizia residenziale pubblica e attrezzature collettive, riappro-priazione del savoir-faire artigianale e una fi tta attività culturale e associativa, nuovi e vecchi abitanti. Tutto ciò attraverso forme di autorganizzazione sociale che hanno dato luogo ad una esperienza di sostanziale pianifi cazione dal basso. Parole-chiave: urbanistica; patrimonio edifi cato storico; città storica; recupero urbano; edilizia residenziale pubblica 1. Una monografi a di villaggio sub specie urbanistica 1 La cittadina di saint-Macaire 2 , posta su un promontorio dominante la Garonna, deve al commercio fl uviale dei vini la fl oridezza economica che ne ha determinato i tratti di città portuale e mercantile. La prosperità che ne è derivata le è rimasta impressa nelle architetture; tra di esse, la chiesa romanica ricca di pitture murali, la cinta difensiva, la piazza del mercato porticata-il Mercadiou-, le case mercantili medievali e i palaz-zetti rinascimentali (dRouyn 1861). il caso di saint-Macaire, riconosciuto da choay (2009, XLViii) come "manifesto di ottimi-smo quanto alla sopravvivenza della nostra competenza di edifi care", si dimostra esem-pio valido per l' elaborazione di una prassi territorialista riguardo ai centri storici minori. 1 il saggio è frutto del lavoro congiunto dei due autori. Tuttavia i paragrafi 1, 2, 5, 6 sono di ilaria agostini, i paragrafi 3, 4 sono di Daniele Vannetiello. i dialoghi tra gli autori e gli abitanti di saint-Macaire si sono svolti sul luogo nell'arco del 2014. Le cariche pubbliche cui è fatto riferimento nel testo sono ricoperte dagli intervistati al momento dell'intervista. 2 il comune di saint-Macaire, esteso su circa 180 ettari, conta 2.088 abitanti (censimento 2016): con una densità di 1.166,5 ab./kmq, saint-Macaire conosce un aumento di popolazione del 35,5% rispetto al 1999.
Riassunto. La cittadina francese di Saint-Macaire, sulla Garonna presso Bordeaux, ha costituito, a partire dal 1967, un campo di sperimentazione per la riconquista popolare della città storica: dal cantiere di re-stauro del chiostro benedettino voluto e gestito dai giovani del paese si è ben presto passati a traguardare decisamente la gestione municipale. In più di tre decenni di governo del Comune si è potuto integrare nella città storica, interpretata come bene comune, edilizia residenziale pubblica e attrezzature collettive, riappro-priazione del savoir-faire artigianale e una fi tta attività culturale e associativa, nuovi e vecchi abitanti. Tutto ciò attraverso forme di autorganizzazione sociale che hanno dato luogo ad una esperienza di sostanziale pianifi cazione dal basso. Parole-chiave: urbanistica; patrimonio edifi cato storico; città storica; recupero urbano; edilizia residenziale pubblica 1. Una monografi a di villaggio sub specie urbanistica 1 La cittadina di saint-Macaire 2 , posta su un promontorio dominante la Garonna, deve al commercio fl uviale dei vini la fl oridezza economica che ne ha determinato i tratti di città portuale e mercantile. La prosperità che ne è derivata le è rimasta impressa nelle architetture; tra di esse, la chiesa romanica ricca di pitture murali, la cinta difensiva, la piazza del mercato porticata-il Mercadiou-, le case mercantili medievali e i palaz-zetti rinascimentali (dRouyn 1861). il caso di saint-Macaire, riconosciuto da choay (2009, XLViii) come "manifesto di ottimi-smo quanto alla sopravvivenza della nostra competenza di edifi care", si dimostra esem-pio valido per l' elaborazione di una prassi territorialista riguardo ai centri storici minori. 1 il saggio è frutto del lavoro congiunto dei due autori. Tuttavia i paragrafi 1, 2, 5, 6 sono di ilaria agostini, i paragrafi 3, 4 sono di Daniele Vannetiello. i dialoghi tra gli autori e gli abitanti di saint-Macaire si sono svolti sul luogo nell'arco del 2014. Le cariche pubbliche cui è fatto riferimento nel testo sono ricoperte dagli intervistati al momento dell'intervista. 2 il comune di saint-Macaire, esteso su circa 180 ettari, conta 2.088 abitanti (censimento 2016): con una densità di 1.166,5 ab./kmq, saint-Macaire conosce un aumento di popolazione del 35,5% rispetto al 1999.
Research Interests: Village Studies, Urban Studies, Urbanism, Regionalism, Urban Sociology, and 12 moreUrban Policy, Urban And Regional Planning, Land-use planning, France, Urbanisme, Urbanistica Paesaggio Governo Territorio Piani Progetti, Beni Culturali, Science for Conservation and Restauration of Cultural Heritage, Restauro, Aquitaine, Historic cities, and Storia Della Città e Del Territorio
Il presente ragionamento trae origine dalla rilettura del libro di Henri Lefebvre, Spazio e politica. Il diritto alla città II. Il saggio indaga, per brevi cenni, le sovrapposizioni tra critica sociale di taglio marxista (su città,... more
Il presente ragionamento trae origine dalla rilettura del libro di Henri Lefebvre, Spazio e politica. Il diritto alla città II. Il saggio indaga, per brevi cenni, le sovrapposizioni tra critica sociale di taglio marxista (su città, spazio, politica, vita quotidiana) e critica ecologista; e a sondare l’intensità delle possibili interferenze tra il Lefebvre del droit à la ville e lo spirito di chi tra anni ‘70 e ‘80 del Novecento “ritorna” alla terra.
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Il saggio ripercorre le fasi evolutive della cultura della città storica in Italia, fino al suo attuale declino. I passaggi principali che portano dalla formulazione teorica, con le prime esperienze operative di tutela del tessuto urbano... more
Il saggio ripercorre le fasi evolutive della cultura della città storica in Italia, fino al suo attuale declino. I passaggi principali che portano dalla formulazione teorica, con le prime esperienze operative di tutela del tessuto urbano e sociale dei centri antichi, fino all'odierna messa in crisi, possono essere sinteticamente ricondotti a: il dibattito sulla ricostruzione postbellica delle città storiche; la Carta di Gubbio; i piani per i centri storici e i progetti di restauro urbano (Bologna, Roma etc.); la vendita del patrimonio edilizio pubblico nei centri storici; i piani per la ricostruzione post-sisma nel cratere aquilano ed emiliano; la privatizzazione (e mercificazione) dello spazio urbano monumentale. Una rinascita critica della città storica (e del suo territorio) per la ridefinizione della civile convivenza è ora attuabile attraverso: il riconoscimento dei principi evolutivi che hanno presieduto alla sua formazione; la conoscenza sistematica e aggiornata del patrimonio urbano-territoriale; la partecipazione delle popolazioni al suo recupero; il contenimento improrogabile del nuovo impegno di suolo; la riappropriazione e la messa in atto di competenze progettuali e artigianali.
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The essay outlines the evolutionary stages of the historic city culture in Italy, up to its current decay. The main stages leading from its theoretical statement, with the first effective experiences conserving urban and social fabric in ancient centres, to the present crisis, can be summarised as follows: the postwar discussion about rebuilding historical cities; the Gubbio Charter; the Old towns plans and urban restoration projects (Bologna, Rome etc.); the sale of public building assets in the old towns; the plans for post-earthquake reconstruction in L'Aquila and Emilia craters; the privatisation (and commodification) of monumental urban space. A critical revival of historical city (and its territories) for the redefinition of civil coexistence requires now: a recognition of the evolutionary principles that have governed its formation; a detailed and updated survey on the urban-territorial heritage; the participation of citizens in its redevelopment; a no longer extendable containment of new soil commitment; a new appropriation and implementation of design and craft skills.
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The essay outlines the evolutionary stages of the historic city culture in Italy, up to its current decay. The main stages leading from its theoretical statement, with the first effective experiences conserving urban and social fabric in ancient centres, to the present crisis, can be summarised as follows: the postwar discussion about rebuilding historical cities; the Gubbio Charter; the Old towns plans and urban restoration projects (Bologna, Rome etc.); the sale of public building assets in the old towns; the plans for post-earthquake reconstruction in L'Aquila and Emilia craters; the privatisation (and commodification) of monumental urban space. A critical revival of historical city (and its territories) for the redefinition of civil coexistence requires now: a recognition of the evolutionary principles that have governed its formation; a detailed and updated survey on the urban-territorial heritage; the participation of citizens in its redevelopment; a no longer extendable containment of new soil commitment; a new appropriation and implementation of design and craft skills.
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Cities are haunted by people living without any form of civil rights, welfare, health, social relations: homeless, nomads, “illegal” immigrants, walkers and wanderers, refugees and stateless, beggars, amputees in wars having place far... more
Cities are haunted by people living without any form of civil rights, welfare, health, social relations: homeless, nomads, “illegal” immigrants, walkers and wanderers, refugees and stateless, beggars, amputees in wars having place far from the safe Europe. Their existence generates mistrust and suspicion on one hand, challenging on the other the civil conscience of the contemporary society. It is a sort of memento mori: an incumbent mourning for the possible loss of citizen status.
The historic city has proved capable of hosting marginalisation and deviance, through institutions or architectural devices. Does the neoliberal city, generating social inequalities and managed in the name of security, still has room for such unsettled and unsettling presences? Can it treat them only as “waste” or, vice versa, grant them the dignity of a different dwelling within a universal coexistence?
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Nelle città si muovono individui che vivono in assenza di diritti civili, di benessere, salute, socialità: senza casa, nomadi, “clandestini”, camminanti ed erranti, asilanti e apolidi, mendici, mutilati di guerre lontane dalla sicura Europa. La loro presenza genera da una parte diffidenza e sospetto, dall’altra mette alla prova la coscienza civile della società contemporanea. È un memento mori: un lutto incombente per la possibile perdita dello status di cittadino.
La città storica si è dimostrata capace di accogliere marginalità e devianze, sia con istituzioni sia con dispositivi architettonici. La città neoliberista, generatrice di diseguaglianze sociali, gestita nel segno del securitarismo, ha ancora spazio per tali presenze inquiete ed inquietanti? Le tratta come “scarti”, o viceversa è capace di conferire loro la dignità di un diverso abitare in una convivenza universale?
The historic city has proved capable of hosting marginalisation and deviance, through institutions or architectural devices. Does the neoliberal city, generating social inequalities and managed in the name of security, still has room for such unsettled and unsettling presences? Can it treat them only as “waste” or, vice versa, grant them the dignity of a different dwelling within a universal coexistence?
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Nelle città si muovono individui che vivono in assenza di diritti civili, di benessere, salute, socialità: senza casa, nomadi, “clandestini”, camminanti ed erranti, asilanti e apolidi, mendici, mutilati di guerre lontane dalla sicura Europa. La loro presenza genera da una parte diffidenza e sospetto, dall’altra mette alla prova la coscienza civile della società contemporanea. È un memento mori: un lutto incombente per la possibile perdita dello status di cittadino.
La città storica si è dimostrata capace di accogliere marginalità e devianze, sia con istituzioni sia con dispositivi architettonici. La città neoliberista, generatrice di diseguaglianze sociali, gestita nel segno del securitarismo, ha ancora spazio per tali presenze inquiete ed inquietanti? Le tratta come “scarti”, o viceversa è capace di conferire loro la dignità di un diverso abitare in una convivenza universale?
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The concept of landscape in European culture, from Petrarca to Piero Camporesi, from Marc Bloch to Emilio Sereni, is the subject of the lecture here transcribed, held in the PhD course in Urban planning at a university in Brazil, where... more
The concept of landscape in European culture, from Petrarca to Piero Camporesi, from Marc Bloch to Emilio Sereni, is the subject of the lecture here transcribed, held in the PhD course in Urban planning at a university in Brazil, where planning faces territories which man has had no time to " elevate to the rank of landscape through a slow and unremitting cohabitation " (Lévi-Strauss 1955). Conversely, in the old Continent forms and modes of living have their roots in archaic civilisations: territorial transformation constantly renews, confirms or destroys ancient settlement structures. In Italy, both non-urban and urban historical landscapes are therefore highly human labour-intensive artefacts. Planning treats both according to similar principles: since the 1960' s, every old town is considered a monument as a whole in the complexity of physical, aesthetic and social relationships existing between prominent buildings and minor architecture; today, the attribution of cultural asset value to rural territories as a whole is at an advanced stage of definition: which is evident in the case of Tuscany, described at the end of the paper.
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Il concetto di paesaggio nella cultura europea, da Petrarca a Piero Camporesi, da Marc Bloch a Emilio Sereni, è il tema della lezione qui trascritta, tenutasi presso il dottorato in Urbanistica di un’università del Brasile, Paese dove la... more
Il concetto di paesaggio nella cultura europea, da Petrarca a Piero Camporesi, da Marc Bloch a Emilio Sereni, è il tema della lezione qui trascritta, tenutasi presso il dottorato in Urbanistica di un’università del Brasile, Paese dove la pianificazione fronteggia territori che le popolazioni insediate non hanno avuto il tempo di “elevare al rango di paesaggio attraverso una lenta e incessante coabitazione" (Lévi-Strauss 1955). Al contrario, nel vecchio continente forme e modi dell’abitare hanno radici che affondano nelle civiltà arcaiche: le trasformazioni del territorio costantemente rinnovano, confermano o annientano gli assetti insediativi antichi. In Italia il paesaggio storico extraurbano, al pari di quello delle città, è perciò un manufatto ad alta intensità di lavoro umano. La pianificazione interviene su entrambi secondo analoghi principi: a partire dagli anni ’60 del Novecento, l’intera città storica è considerata monumento nella complessità delle relazioni fisiche, estetiche e sociali intercorrenti tra edifici eminenti ed edilizia minore; oggi, l’attribuzione di valore cultural-patrimoniale al territorio rurale nella sua interezza è in fase avanzata di definizione: ciò è evidente nel caso toscano, illustrato a conclusione del contributo.
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The essay outlines the evolutionary stages of the historic city culture in Italy, up to its current decay. The main stages leading from its theoretical statement, with the first effective experiences conserving urban and social fabric in... more
The essay outlines the evolutionary stages of the historic city culture in Italy, up to its current decay. The main stages leading from its theoretical statement, with the first effective experiences conserving urban and social fabric in ancient centres, to the present crisis, can be summarised as follows: the post-war discussion about rebuilding historical cities; the Gubbio Charter; the Old towns plans and urban restoration projects (Bologna, Rome etc.); the sale of public building assets in the old towns; the plans for post-earthquake reconstruction in L’Aquila and Emilia craters; the privatisation (and commodification) of monumental urban space. A critical revival of historical city (and its territories) for the redefinition of civil coexistence requires now: a recognition of the evolutionary principles that have governed its formation; a detailed and updated survey on the urban-territorial heritage; the participation of citizens in its redevelopment; a no longer extendable containment of new soil commitment; a new appropriation and implementation of design and craft skills.
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Riccardo Mariani, professore alle università di Ginevra e Firenze, è autore di una trilogia sulla città occidentale, di cui il libro che presentiamo costituisce il terzo ed ultimo tassello. La trilogia, edita per i tipi de Le Lettere, si... more
Riccardo Mariani, professore alle università di Ginevra e Firenze, è autore di una trilogia sulla città occidentale, di cui il libro che presentiamo costituisce il terzo ed ultimo tassello. La trilogia, edita per i tipi de Le Lettere, si apre con "Il libro della città. Dalla città rifugio alla città felice" (2004), iniziazione ai temi della cultura della città; "Commentare la città", del 2008, è invece una serie serrata di geniali commenti al testo urbano e alle sue componenti, fisiche e metafisiche, conformata alla stregua di commento ai testi sacri e alle lettere che compongono l’alfabeto ebraico; infine, "Come l’acqua. La cultura della città" (2011), il testo di sintesi, l’ultimo, il più criptico: dedicato alla città, alla sua regione geografica e al suo paesaggio, "Come l’acqua" tenta di definire indicazioni progettuali per la futura configurazione della città e del territorio.
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Lo studio approfondisce i caratteri dell'architettura rurale del territorio comunale di Mértola (Baixo Alentejo, Portugal), dedicando particolare attenzione agli aspetti tipologici e costruttivi. Le case rurali basso-alentejane,... more
Lo studio approfondisce i caratteri dell'architettura rurale del territorio comunale di Mértola (Baixo Alentejo, Portugal), dedicando particolare attenzione agli aspetti tipologici e costruttivi. Le case rurali basso-alentejane, concentrate in nuclei, presentano una notevole omogeneità sia dal punto di vista figurativo sia da quello distributivo. L'intonaco a calce, che ne ricopre interamente le pareti esterne, cela tuttavia la diversa natura delle murature: pietra o terra battuta (taipa). Gli autori propongono un'ipotesi riguardo alle ragioni della particolare distribuzione geografica delle tecniche costruttive.
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Di fronte alla crisi ambientale e a quelle sociali ed economiche, si fa strada l'idea di una città immacolata, depurata dai conflitti. Ma per costruire nuovi mondi bisogna imparare a vivere tra le rovine del capitalismo
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Aujourd'hui, Megalopolis est interprété comme un instrument de domination territoriale. Sa représentation est écartelée entre la bonne et la mauvaise ville, entre la ville de la perdition et la ville du salut. C'est une eschatologie, une... more
Aujourd'hui, Megalopolis est interprété comme un instrument de domination territoriale. Sa représentation est écartelée entre la bonne et la mauvaise ville, entre la ville de la perdition et la ville du salut. C'est une eschatologie, une réflexion sur le destin ultime de la vie agrégée sur la planète Terre. Comme une Jérusalem céleste actualisée, Megalopolis veut être la seule et dernière voie de salut face aux « menaces » que représente la question environnementale. Cette idéologie du salut porte une contradiction irréductible.
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Mégapoles et mégarégions : la question politique, mardi 1er octobre 2019, par Ilaria Agostini Dans la première partie de notre critique du gigantisme-caractéristique principale des villes néo-capitalistes-nous avons examiné en profondeur... more
Mégapoles et mégarégions : la question politique, mardi 1er octobre 2019, par Ilaria Agostini Dans la première partie de notre critique du gigantisme-caractéristique principale des villes néo-capitalistes-nous avons examiné en profondeur les scénarios alternatifs au modèle mégalopolitain, élaborés par le mouvement écologiste. Scénarios trahis, sinon ignorés, par les pratiques et théories des urbanistes.
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La mancanza di luoghi e ambienti pubblici, di socialità esercitata nello spazio comune, ha acuito le divergenze sociali. Ma lo spazio pubblico non è solo il "fuori". È viceversa il cuore pulsante di una società civile. Per capire... more
La mancanza di luoghi e ambienti pubblici, di socialità esercitata nello spazio comune, ha acuito le divergenze sociali. Ma lo spazio pubblico non è solo il "fuori". È viceversa il cuore pulsante di una società civile. Per capire l'erosione dello spazio sociale, oggi aiutano le riflessioni di Simone Weil (" è un'esigenza dell'anima"), e di Hanna Arendt ("è l'agire insieme").
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Entre les années 1970 et 1980, les écologistes ont identifié les principes théoriques qui auraient pu guider la gestion des villes et des territoires, et être mis en pratique dans des expériences micro-territoriales, germes d'autres... more
Entre les années 1970 et 1980, les écologistes ont identifié les principes théoriques qui auraient pu guider la gestion des villes et des territoires, et être mis en pratique dans des expériences micro-territoriales, germes d'autres mondes possibles. Mais une idéologie dominante couronne Megalopolis comme la seule forme possible de vie ensemble.
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Terza e ultima parte della critica del gigantismo e delle sue ripercussioni nell'assetto territoriale e nel governo delle città.
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Seconda parte della nostra critica al gigantismo, quale carattere precipuo delle città neocapitaliste.
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Prima parte della critica all'ideologia gigantista e delle sue ripercussioni sull'assetto del territorio urbano ed extraurbano.
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Breve storia dell'urbanistica fiorentina nel trentennio neoliberista.
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Recensione a «Roma: un progetto per la capitale», a cura di Piero Bevilacqua ed Enzo Scandurra (Castelvecchi, 2021). Un libro polifonico dall'indole «didattica», rivolto a una classe politica carente (quando non ne sia priva) di... more
Recensione a «Roma: un progetto per la capitale», a cura di Piero Bevilacqua ed Enzo Scandurra (Castelvecchi, 2021). Un libro polifonico dall'indole «didattica», rivolto a una classe politica carente (quando non ne sia priva) di immaginativa progettuale sulla città. Dieci gli autori che spaziano dalle pratiche solidali dell'accoglienza messe in atto ai margini della metropoli fino al tema dei trasporti
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Recensione al libro: Carlo Cellamare, Città fai-da-te. Tra antagonismo e cittadinanza. Storie di autorganizzazione urbana, Donzelli, 2019
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Recensione al libro di Paolo Berdini, Le città fallite. I grandi comuni italiani e la crisi del welfare urbano, Donzelli, Roma, 2015.
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Breve recensione al libro di Piero Bevilacqua, Felicità d'Italia. Paesaggio, arte, musica, cibo (Laterza, 2017).
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Programme du colloque international organisé par ENSAM-École Nationale Supérieure d’architecture di Montpellier, LIFAM-Laboratoire Innovation Formes Architectures Milieux et APGF-Association Patrick Geddes France. Montpellier, 14-15 juin... more
Programme du colloque international organisé par ENSAM-École Nationale Supérieure d’architecture di Montpellier, LIFAM-Laboratoire Innovation Formes Architectures Milieux et APGF-Association Patrick Geddes France. Montpellier, 14-15 juin 2019.
Research Interests: Ecological Anthropology, Traditional Ecological Knowledge, Urban Ecology, India, Lewis Mumford, and 9 moreCities, City and Regional Planning, Ecologia, Urbanisme, Urbanistica Paesaggio Governo Territorio Piani Progetti, Ville, Patrick Geddes, Social aspects of food production and ecological farming systems, and Aménagement
Seminario di studi organizzato da: Università di Firenze-DiDA Dipartimento di Architettura, Laboratorio di Progettazione architettonica e urbana IV; LaPEI Laboratorio di Progettazione ecologica degli insediamenti; Scuola di Dottorato di... more
Seminario di studi organizzato da: Università di Firenze-DiDA Dipartimento di Architettura, Laboratorio di Progettazione architettonica e urbana IV; LaPEI Laboratorio di Progettazione ecologica degli insediamenti; Scuola di Dottorato di ricerca in Architettura.
Introduzione di Alberto ZIPARO
Ilaria AGOSTINI, La forma della città-rifugio. Un'interpretazione storico-politica
Angelo CIRASINO, Cartoline da Riace. Un'esperienza glocale
Plesso di Santa Verdiana, giovedì 14 Marzo 2019, ore 15-18
Introduzione di Alberto ZIPARO
Ilaria AGOSTINI, La forma della città-rifugio. Un'interpretazione storico-politica
Angelo CIRASINO, Cartoline da Riace. Un'esperienza glocale
Plesso di Santa Verdiana, giovedì 14 Marzo 2019, ore 15-18
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Convegno organizzato in occasione della Settimana del Patrimonio Culturale 2019, da ItaliaNostra Salerno. Con la partecipazione di: Vezio De Lucia, Enzo Scandurra, Aldo De Chiara, Luigi De Falco, Ilaria Agostini, Paolo Berdini, Giuseppe... more
Convegno organizzato in occasione della Settimana del Patrimonio Culturale 2019, da ItaliaNostra Salerno.
Con la partecipazione di: Vezio De Lucia, Enzo Scandurra, Aldo De Chiara, Luigi De Falco, Ilaria Agostini, Paolo Berdini, Giuseppe Cantillo.
Con la partecipazione di: Vezio De Lucia, Enzo Scandurra, Aldo De Chiara, Luigi De Falco, Ilaria Agostini, Paolo Berdini, Giuseppe Cantillo.