Città

Può la densità essere lo strumento analitico di interpretazione dei fenomeni urbani e contemporaneamente un parametro progettuale di prefigurazione dello spazio architettonico? La densità nelle sue diverse accezioni e unità di misura, costituisce un nodo di grande rilevanza per l'interpretazione dei fenomeni urbani e degli spazi architettonici. Incoraggia una riconciliazione dello sguardo quantitativo con quello mirato alla lettura qualitativa, riavvicina discipline disgraziatamente disgiunte nell'attuale pratica, suggerisce mezzi e stili di vita che sono alla base del nostro habitat. Ciò che infatti ha da sempre caratterizzato la città non è solo la sua dimensione ed il numero degli abitanti, ma un secondo fattore fondamentale: la densità appunto, o meglio un valore di densità minimo in grado di produrre divisione del lavoro, varietà di funzioni e attività, complessità della struttura sociale. L'architettura progetta distanze oltrechè volumi, la densità ne è quindi un parametro centrale; l'urbanistica e la progettazione urbana, utilizzando il calcolo della densità come livello minimo di pianificazione, dovranno tendere a configurare in futuro le città, influenzandone gli aspetti non solo numerici, ma anche tipologici, morfologici e spaziali. Riscattato dalla computistica, il fattore densità, si trasforma allora in una variabile urbana in grado di definire la forma attuale della città, divenendone strumento di misurazione e di progetto.

Secondo la semiotica urbana la città è uno spazio polilogico dove tutto è potenzialmente in relazione con tutto e dove si stabiliscono dialoghi e conflitti che sfuggono a un piano preordinato. Se da un lato persiste un’organizzazione del senso urbano (manifesti elettorali, pubblicità, messaggi espliciti e impliciti che indicano direzioni e usi), gli individui o i gruppi attualizzano la città, realizzando “programmi” alternativi. Nell’urbanesimo contemporaneo (o post urbanesimo), le persone non sono passive, non subiscono la trasformazione urbana, ma vi realizzano percorsi esistenziali inediti legati a nuove “forme di personalità”. Di fronte ad un contesto in costante ridefinizione, a quale immagine di città fa riferimento l’arte contemporanea? Negli anni ’80 e ’90, la Public Art ha interpretato lo spazio pubblico, attraverso forme di adesione o differenziazione. L’arte nella città si è divisa nella polarità tra le istanze celebrative, o commemorative (di committenza istituzionale) e...

Nell'opera collettanea Le nuove frontiere dell’eco-diritto, a cura di Annamaria Bonomo, Laura Tafaro, Antonio Felice Uricchio (Cacucci, 2021), il mio contributo sulla tutela nei confronti del rumore urbano: Noise pollution. ECHR jurisprudence facing off Italian law and cases (è il testo riveduto, ampliato e aggiornato della relazione al convegno internazionale di Bruxelles 22-23 marzo 2018, Le bruit de la ville). La Convenzione europea dei diritti dell’uomo non contiene un esplicito riconoscimento del diritto a un ambiente salubre, che la Corte EDU afferma sul fondamento dei diritti alla vita, alla proprietà, alla privacy e alla quiete, la cui violazione sussiste anche quando lo Stato non garantisce un corretto equilibrio tra l’interesse allo sviluppo economico e i diritti del ricorrente. In alcuni casi questi principi fondano la responsabilità dello Stato per l’inquinamento
acustico, anche quello relativo alla cosiddetta movida. A partire da queste premesse la riflessione guarda al diritto e alla giurisprudenza italiana in materia di prevenzione e repressione del rumore
molesto #law #privacy #movida #inquinamento #rumore #inquinamentoacustico #dirittopenale

Osservare la città oggi è un modo di riflettere e comprendere più ampiamente il fenomeno giuridico nella sua complessità. Vedere il diritto attraverso la città consente infatti di mettere a fuoco molti problemi giuridici della contemporaneità, con domande e strumenti inusuali o nuovi. Pensare la dimensione urbana del futuro non può prescindere da un'analisi delle modalità di rappresentazione del giuridico e delle pratiche che in essa prendono corpo. La relazione tra diritti e città, la proiezione di spazi attraverso l'architettura giudiziaria, la lettura del diritto alla città come diritto ad avere diritti, costituiscono i temi principali di una città giuridicamente possibile.

La ricerca toponomastica applicata alla ricerca storico-urbanistica rappresenta un valido strumento per diverse branche del sapere.
I nomi propri dei singoli luoghi conservano una traccia della propria origine.
Numerosi i nomi di contrade e frazioni abruzzesi che sono dei gioielli toponomastici. Abbateggio, Cappelle sul Tavo, Elice,  Lettomanoppello,  Moscufo, Pescara, Penne, Pianella, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Serramonacesca, Spoltore e tante altre località trattate nell'articolo.
I glottologi devono possedere competenze molto vaste per scandagliare il passato.
Le trascrizioni arbitrarie sono pesanti inesattezze e costituiscono veri e propri falsi storici.
La contrada Marchegiani o Marcheggiani viene chiamata dal popolo 'a le Marchesciane', famiglia stanziata a Pianella tra il XVIII ed il XIX secolo che ha dato il nome, toponimo alla Fontana e ad una contrada di Pianella.

“salVa con noMe”: appunti per un glossario sostenibile

Il fallimento del modello di sviluppo
capitalistico  ha trascinato in una contorta spirale
il giudizio storico sull’architettura moderna e il suo
rapporto con la natura, alla quale spesso viene contrapposto un nostalgico idillio preindustriale, rovesciando il senso di progresso e conservazione.
Diventa indispensabile ristabilire i termini del
confronto, ripartendo dall’atto di assegnare un nome
alle cose, approfondendone il significato. Gli appunti
per un glossario sui termini, diffusamente utilizzati
nel dibattito contemporaneo – ecologia, sviluppo
sostenibile, rigenerazione urbana– diventano un
passaggio obbligato per tentare di individuare un
orizzonte comune e condiviso

L’obiettivo della ricerca è di offrire un metodo di studio per l’analisi dell’accessibilità spaziale ai servizi della città da utilizzare nella definizione di strategie e politiche urbane di miglioramento della qualità della vita. Si è deciso di concentrare lo studio nella città di Alghero (Sardegna) le cui medie dimensioni e la configurazione del tessuto urbano nella parte compatta comportano distanze relativamente brevi che favoriscono gli spostamenti pedonali.

Si esamina la diffusione e la circolazione delle reliquie da Roma alla Sicilia e la conseguente proliferazione, a seguito dei dettami del Concilio di Trento recepiti dai vari Sinodi diocesani, di sacre custodie in metallo prezioso o in legno. Vengono, infatti, indagati alcuni reliquiari d’argento che, custoditi nei Tesori siciliani, sono contestualizzati nella pertinente temperie storico-culturale. Due di essi, inediti e dalla tipologia a busto, sono conservati nel Tesoro della Matrice di San Mauro Castelverde (Pa). Della suppellettile liturgica contenente le sacra vestigia di S. Vittoria, sono stati individuati autore e committenti. L’altra inedita opera, voluta dal marchese Simone I Ventimiglia, signore del luogo, custodiva in origine le reliquie di S. Giorgio, primo protettore del borgo. Le  spoglie della Santa furono donate da don Vincenzo Greco (1597-1687), di cui viene delineata la figura. Il presbitero, nato a S. Mauro, si trasferì a Roma, dove, oltre a rivestire incarichi di prestigio, entrò in contatto con influenti cardinali come L. Capponi, P. L. Caraffa, D. Carafa, F. e G. Verospi. Fu sovrintendente ai “Cimiterij de Santi Martiri”, incarico che gli permise di avere numerose reliquie di martiri che donò a diverse chiese siciliane. Greco regalò opere al suo borgo natio, come la Stauroteca riferita ad orafo lombardo della fine del XV sec. e per la cui committenza è stato ipotizzato l’ambito di Papa Alessandro VI, e il Salvator Mundi in marmo scolpito nel 1674 da Ercole Ferrata.

Capitoli: Il punto di partenza (p. 11); La fiera di Galleria Mazzini e il levante di Guido Gozzano (p. 37); La prima città della poesia italiana. Genova di Dino Campana e di Camillo Sbarbaro (p. 67); Genova addietro, dove fruga Eugenio Montale (p. 99); Sosta in Sottoripa (p. 131); «Genova sono io. Sono io che sono “fatto” di Genova». I laterizi genovesi di Giorgio Caproni (p. 141); «Un miniabbozzo di un minilacerto di una miniguida» di Edoardo Sanguineti e per un ponente poetico (p. 175) Appendice. Un Asinello con Ernesto Franco ed Enrico Testa (p. 213); Ringraziamenti; Bibliografia; Mappa.

Quali sono le conformazioni dell’urbano che concorrono a creare un ambiente di vita capace di far maturare nei suoi abitanti un senso di appartenenza e creare occasioni di scambio comunitario? Individuando come cardini di un discorso sulla città contemporanea i tre temi delle centralità urbane, dei luoghi di identità e degli spazi del sacro, si approfondiscono le realtà di alcuni contesti urbani europei sorti nella seconda metà del Novecento quali il quartiere Savena di Bologna, Évry, Cretéil, Vaulx-en-Velin, queste ultime 'villes nouvelles' delle banlieues francesi.

In relation to the question of, "Why am I who I am? we seldom, if ever, ask this question. In large part, we rarely contemplate the reasons behind why we have the life that we do. How we come to believe who it is that we think we are, is at the root of why the perception of ourselves is what it is. What are the mechanisms…the causes, underlying the kind of life that we live? There is great benefit to be gained by understanding the root conditions that cause our self-view and the kind of life that we are experiencing. Buddha discovered that turning one’s focus inward is the only way to answer this question.

Il y a quarante-quatre ans que le projet d’une grande réalisation urbanistique est sortie de terre
dans un quartier au nord de Naples, il y a dix ans que la Scampia est devenue une plaque tournante de
trafic de drogue tenu par la maffia et il y a six ans que le roman de Roberto Saviano, Gomorra, a été
publié et traduit en plusieurs langues. Ces trois phénomènes, plus ou moins liés, peuvent être réunis
sous le nom des Vele.

Nell'opinione di Italo Calvino, la letteratura è-una serie di tentativi di conoscenza e di classificazione delle informazioni sul mondo. E' assai sorprendente quanto la città lagunare sia presente nella sua opera. Ci siamo prefissi, perciò, di intraprendere un viaggio nelle opere di Italo Calvino al fine di estrapolare la sua immagine di Venezia, per poi farvela scoprire e conoscere sotto i vari e altrimenti impensabili aspetti riscontrabili soltanto nei suoi scritti.

In 'Città Europea in Evoluzione' l’architetto e urbanista Giuseppe Marinoni e il fotografo Giovanni Chiaramonte mostrano una significativa rassegna di quelle parti di città sorte in seguito alla riqualificazione di aree industriali e frange infrastrutturali dismesse. Tali parti urbane esprimono ora densità di usi e significati, pluralismo morfologico e sociale, compresenza di fatti edilizi paesaggistici e infrastrutturali, aderendo ai principi di sostenibilità ambientale nella condivisione dei valori espressi dalla ‘città compatta europea’. Marinoni sostiene con profonda convinzione gli approcci del ‘progetto urbano coordinato’come strumento efficace alla trasformazione e innovazione urbana e paesaggistica di qualità, capace di agire in una dimensione processuale e di separatezza di tempi, poteri, discipline e competenze.Chiaramonte, attraverso la sua analitica fotografia, offre ai lettori vedute di realizzazioni architettoniche e infrastrutturali di tali progetti urbani europei, realizzati negli ultimi due decenni in Spagna, Paesi Bassi, Germania, Francia, Portogallo, Italia e Regno Unito.

Estratto della  pubblicazione che raccoglie gli esiti del Progetto di Ricerca Prin 2008: Rigenerazione di tracciati e di tessuti urbani marginali
Metodi, strumenti e strategie di progetto per nuove forme di abitare sostenibile. Sviluppato tra tre Università italiane – Mediterranea di Reggio Calabria (capofila), Roma La Sapienza, Politecnico di Milano – con l’obiettivo di indagare sul tema della rigenerazione architettonica e urbana attraverso il confronto tra le diverse realtà del Sud, Centro e Nord Italia. In particolare il volume, Rigenerare, a cura di Marina Tornatora e Francesca Schepis  presenta gli esiti dell’Unità Operativa (U.O.) di Reggio Calabria che ha approfondito il tema generale,  declinandolo  alla  scala  del paesaggio,  rispetto  a  una  specifico  ambito  compreso Tra  Gioia Tauro e il suo Porto, assunto come campione emblematico del delicato rapporto tra il sistema urbano, l’infrastruttura e il territorio. 
La ricerca ha avuto anche un  riscontro  scientifico-operativo  con  gli  Enti  locali  e  gli operatori del territorio, siglato con un Protocollo d’intesa con il Comune di Gioia Tauro per la definizione di una collaborazione scientifica, con
particolare riferimento agli interventi PISU – Progetti Integrati di Sviluppo Urbano – per la “CittàPorto”, Linea d’intervento 8.1.2.3 – Azioni per la realizzazione di un efficiente sistema urbano di servizi attorno al Porto di Gioia Taur o(POR-FESR Calabria 2007/2013). In tale realtà, nella quale l’Università si propone come Polo Territoriale strategico per il raccordo e il potenziamento dello sviluppo locale,
il confronto scientifico-operativo tra l’U.O., gli Amministratori e l’Ufficio tecnico del Comune di Gioia Tauro, congiunto anche a momenti di partecipazione sociale, ha rappresentato un’importante occasione per sperimentare sul campo azioni concrete e verificare questioni teoriche su reali operazioni
di trasformazione della città.

Il saggio discute del modo in cui sono descritte le città e i luoghi nei quali vivono e agiscono i personaggi della narrativa pirandelliana, suddivisi in due grandi categorie, luoghi urbani e rurali: quelli urbani sembrerebbero descritti solo fugacemente, con alcune rilevanti eccezioni, a differenza di quanto pare accadere con quelli agresti.
Si dà conto dunque della ricostruzione quasi cartografica dei luoghi della narrativa pirandelliana operata da Lauretta, che riepiloga le opere nelle quali compaiono la città natale di Pirandello, Girgenti o Agrigento, e  Porto Empedocle, presentate esplicitamente o sotto mentite spoglie, per le quali non valgono le considerazioni sulla vaghezza con cui sarebbero descritti gli spazi urbani.
Se però si prendono in esame anche le descrizioni di altre località, come Napoli, Roma, New York, Torino, Trondheim, si rileva come Pirandello si limiti effettivamente a fugaci accenni, facendo ipotizzare un suo sguardo vago e corto, analogamente a quanto sostenuto da alcuni, in passato, per Leopardi, difeso da tale accusa proprio dallo scrittore siciliano nel saggio "Leopardi cieco". A. R. Pupino sostiene invece, sulla scia di tale testo pirandelliano, che si tratti di una cosciente scelta di campo, tipica della “poetica dello sguardo” dello scrittore agrigentino.
Sembra non rientrare in tale tipologia di descrizione la cittadina danese di Trondheim (presente in due novelle), che però si configura come un “paesaggio convenzionale”, una “città di carta”.

Di tutt’altra natura è, infine, la città da incubo, perturbante, surreale, quasi kafkiana, dell’ultimo Pirandello, quello della novella “Una giornata”.

Indagine sull'evoluzione della città moderna e le trasformazioni della metropoli contemporanea, che stravolgono il concetto di cittadinanza investendo i diritti politici e sociali della popolazione residente nelle nuove conurbazioni metropolitane globali

This PhD Thesis has two aims: 1) Demonstrating that within the Italian Constitution there are the legal foundations on the obligation to respect, protect and fulfill the right to adequate food (Part II); 2) Demonstrating that in Italy the Local Authorities could fulfil this right (part III).
The Thesis is divided in three parts. Each part is introduced by a historical chapter.
PART I. FEEDING ONESELF ON THE PLANET: THE FUNDAMENTAL RIGHT TO ADEQUATE FOOD IN INTERNATIONAL LAW
The first part is about the international sources that recognise the Right to food, especially in the context of the UN law (Chap. 3), in the Regional international law (Chap. 4), in the Comparative constitutional law (Chap. 5) and in the European law - European Union and the Council of Europe both (Chap. 6).
This part is also important in order to examine the Italian legislation about the Right to food with a comparative approach.
PART II. FEEDING ONESELF IN THE "COUNTRY": THE RIGHT TO ADEQUATE FOOD IN CONSTITUTIONAL LAW
In the second part of the Thesis, the Italian Constitution is interpreted with an holistic and systematic approach, Right to food oriented.
This research would demonstrate that within the Italian Constitution the obligation to respect, protect and fulfill the right to adequate food is based on “autochthonous” legal foundations.
This research shows how the Constitutional rules, guaranteeing the right to adequate food, are distributed in all parts of the Constitution. Mainly in Fundamental principles (Articles 1,2,3,4,5,9,10,11), Civil Rights and Duties (Part I - Articles 13, 19), Ethical and Social Rights and Duties (Part I - Articles. 29,30, 32, 33,34), Economic Rights and Duties (Part I - Articles 35-38, 41,42,43,44,47), Constitutional principles on the public administration (Part II - Articles 81, 97, 117, 118, 119).
After the analysis of Constitutional regulations, the Thesis describes also the characteristics of the Constitutional right to adequate food: Subject, Object, Interests protected by Constitution, Purpose, Qualification, Responsible parties.
The Part II is the central part of the Thesis and the most innovative, since it is the first systematic study on the Italian constitutional foundations of the Right to adequate food.
PART III. FEEDING ONESELF IN THE CITY: LOCAL PROTECTION OF THE RIGHT TO ADEQUATE FOOD
The third Part of the research analyzes the rules, administrative acts and relevant local measures that fulfil the Right to food in the Local Authorities (study-cases: Piedmont Region and Cities of Turin)
The research analyzes the constitutional basis of "Food Autonomy" and configures a new right to the food in the city.In this part many local good practices which realize the Right to food are presented.
The Part III is important in order to show how the Right to food approach could orient the Local food policies.
The titles of the three chapters constitute a deliberate paraphrase of Expo 2015’s theme: "Feeding the planet".
"Feeding oneself on the planet" rather than "feeding the planet" underlines the shift from a passive to an active logic. From the aid - approach to the rights - approach.

"paradossalmente e con abbastanza plauso, non pochi architetti non resistono a trasformare qualche 'cellula di tessuto' (per vocazione, salvo momenti di rottura, opportunità inestimabili di una ricostruzione dell'anonimato) in oggetto singolare, o preteso monumento. Ma non può esserci monumento senza un tessuto compatto e ripetitivo. L'uno e l'altro valgono per il senso delle proporzioni, pietra di paragone dell'Architettura" (A. Siza). Questo volume si occupa proprio del tessuto compatto e ripetitivo della città europea, della regola piuttosto che dell'eccezione, della residenza più che dell'edificio specialistico. La scansione dello spazio urbano in isolati, che fin dall'antichità ha costituito lo strumento più efficace per lo sviluppo degli insediamenti umani, rappresenta oggi un antidoto sia al modello della città diffusa, diseconomica e insostenibile, sia alla crescita della città moderna, dove l'abbondanza di spazio pubblico a disposizione si è scontrata spesso con l'impossibilità di gestirlo in maniera efficace. Ma progettare l'isolato della città compatta vuol dire anche – e sempre più nei prossimi anni – lavorare sulla sostituzione, sul completamento, sulla trasformazione di manufatti dismessi, sulla densificazione e sull'innesto di nuovi frammenti nell'esistente, tutte pratiche che sono alla base dei processi di rigenerazione urbana. Dopo vent'anni di dissennato consumo di suolo la città europea torna oggi a trasformarsi prevalentemente crescendo su se stessa, riusando le proprie strutture, reinventandone gli spazi e gli usi.

The article aims to study how the assumption of the urban health as a common can change the contemporary urbanization trends and to face the crisis of planning practices and urban policies. The paper moves from two theoretical assumptions. On the one hand, urbanization is viewed as an ecological process, and, on the other hand, the urban health as a common is recognized as a guiding principle to realize planning and public participation practices oriented to build a new urban ecological regime.

L'articolo si pone l'obiettivo di studiare come l'assunzione della salute urbana come bene comune possa modificare le tendenze in atto nell'urbanizzazione contemporanea e, insieme, affrontare la crisi della pianificazione e delle politiche urbanistiche.
I riferimenti teorici fondamentali riguardano due questioni, relative, da un lato, al modo di interpretare l'urbanizzazione come processo ecologico e, dall'altro lato, ai contenuti della definizione di salute urbana. Questi orientamenti teorici, presentati nei paragrafi 2 e 3, individuano nella salute come bene comune un criterio guida fondamentale per pratiche relative alla pianificazione urbanistica ed alla partecipazione sociale al governo della città orientate a costruire un nuovo regime ecologico per l'urbanizzazione. Questa necessità muove dalla considerazione generale sui processi di degradazione ambientale in atto e da una critica dei processi di finanziarizzazione e privatizzazione della pianificazione urbana attivi dagli anni '70-80 del '900, presentati nel paragrafo 4. Questa analisi induce ad una rivisitazione delle esperienze di pianificazione partecipata realizzate dagli anni '90 del '900 e richiede l'indicazione, elaborata nel paragrafo 5, di differenti prospettive ecologiche, sociali e temporali, affinché la pianificazione sia orientata a costruire la salute urbana come bene comune.

Citi (universal consciousness) itself descending from (the stage of) Cetana (the uncontracted conscious stage) becomes Citta (individual consciousness) inasmuch as it becomes contracted (Sankocini) in conformity with the objects of consciousness (cetya). Pratyabhijñāhṛdayam Sūtra 5 1 In Brahmanical schools the unqualified subject, or Self with a capital "s," is the progenitor and seer of all. The qualified subject, or lowercase self, fettered by finite existence and fragmentary awareness, is but a poor relation. Embodied souls may strive to recover the Self within the self, or redeem their essential nondifference. A ubiquitous theme in Indic thought, the reconciliation of ultimate unity and cosmic diversity is largely the project of the Brahma Sūtras, a canonical text that famously waxes dialectic on identity and difference. Perhaps no other school provides a more inspired or elegant integration than Kashmir Śaivism as modeled in associated Trika, Spanda and Pratyabhijñā articulations. In this holistic systematization of reality and experience, the kinship and identity between the universal and particular subject is explicitly and deftly drawn. The central focus of this paper is the necessity, priority and supreme pedigree of subjectivity at all stages of consciousness as depicted in Kashmir Śaivism (KS). Here creative proliferation is a dynamic and spontaneous effulgence of supreme being (Śiva), and a descent of consciousness from and via unconditioned universal awareness (citi) to radically contracted awareness (citta) as it operates on the plane of ordinary experience. This stands in marked contrast to the view shared by some prominent Buddhist schools that consciousness, as a byproduct of contact between sense organs and sense objects, cannot claim a loftier inheritance but emerges in fleeting momentary cognitions unmoored to anything prior and higher. (Going forward, I shall characterize this generally as the Buddhist position.) Subjectivity in any form is an epistemic figment with no real bearing on awakened consciousness. This clash of perspectives remains a highly constructive contretemps for any related inquiry. I shall lean heavily as an academic outlier on likeminded ruminations set forth by Catherine Prueitt of George Mason University in her doctoral thesis. 2 Prueitt discloses surprising alignments and key discrepancies between the Yogacarin Dharmakīrti and the Kashmir Śaivist Abhinavagupta. She looks for insight to cognitive psychology, primarily Allan Allport, who points out the complex interplay of top-down and bottom-up signals of neural networks in how we

During the years 888-962, a period in which the Kingdom of Italy was not ruled by kings from across the Alps, urban sites begun to get in a new administrative role. These years were for a long time accepted as a period of major political breakdown and failure, and, in north-central Italy, the start of the long run in to the early city communes and Italy’s future history as a radically disunited peninsula. In the light of not only recent historical reanalyzes but also the emergence of a large quantity of archaeological data, this image can be tested in this paper from material evidences: Ravenna, Pavia, Mantua Milan and Genoa, Piacenza and many others Roman town before the rise of Venice and the new Italian medieval civilization.

"The essay analyses the theoretical and practical work of Marco Dezzi Bardeschi in the field of architectural conservation, outlining the key concepts of his idea of restoration as "conservation and project" and suggesting its interpretation by a genealogical perspective, where restoration is understood as an ethical way for approaching design practice.
Linked teaching documents available at: teoriadelrestauro.altervista.org"

The right to food is “the right to have regular, permanent access, directly or by means of financial purchases, to quantitatively and qualitatively adequate and sufficient food corresponding to the cultural traditions of people”.
How does the right to adequate food is protected in the city? What are the local policies that make it effective? In the proceedings of the international workshop "Food and city" held in Turin in November 2011, there is a compilation of good practices of the Municipality of Turin and other cities partners of the European project "4Cities4Dev. Four cities for development": Bilbao, Tours and Riga.