Le evidenze funerarie cristiane della Sicilia e della Sardegna si collocano tra i secoli III/IV e... more Le evidenze funerarie cristiane della Sicilia e della Sardegna si collocano tra i secoli III/IV e VII/VIII. Sono state definite utili “fossili guida” per determinare l’incidenza della nuova religione nelle aree urbane e la rilevanza dell’insediamento diffuso nel territorio. Le aree funerarie riconosciute in Sardegna sono circa cento; in Sicilia sono più numerose e distribuite lungo il tracciato delle antiche vie di comunicazione e ricadono all’interno dei territori di competenza delle diocesi note da alcune epistole di Papa Gregorio Magno. Sono state suddivise in tre categorie: aree funerarie sub divo, rurali e urbane; aree funerarie ipogee, urbane e rurali; cimiteri connessi con chiese rurali o con chiese martiriali. La Sicilia centro-meridionale presenta maggiori novità derivate dagli studi assidui, sostenuti da prospezioni archeologiche mirate al recupero delle evidenze funerarie. Agrigento, dopo i risultati degli scavi degli ultimi 30 anni, si può definire un modello dell’organizzazione funeraria urbana per il sapiente riuso di antiche cave di pietra e di preesistenze di natura idraulica, e per la presenza di una “via dei sepolcri” che collegava, già agli inizi del IV secolo, la catacomba e il cimitero sub divo comunitari con gli ipogei privati, in un percorso che ebbe il polo attrattivo nella Basilica Apostolorum, voluta dal vescovo Gregorio all’interno del più prestigioso tempio pagano agrigentino. Gli apparati decorativi pittorici, i dispositivi per il rituale, la scelta degli spazi esclusivi dei cubicoli a Villagrazia di Carini, a Siracusa ed a Lilibeo come a Cagliari, le architetture della tombe, i corredi utilizzati per il refrigerium, denotano una committenza esigente, di rango elevato, sensibile alle istanze culturali del Cristianesimo diffuso in Occidente.
R. Martorelli, A. Piras, P. G. Spanu (a cura di), Isole e terraferma nel primo cristianesimo. Identità locale ed interscambi culturali, religiosi, produttivi., 2015
Le evidenze funerarie cristiane della Sicilia e della Sardegna
si collocano tra i secoli III/IV e... more Le evidenze funerarie cristiane della Sicilia e della Sardegna si collocano tra i secoli III/IV e VII/VIII. Sono state definite utili “fossili guida” per determinare l’incidenza della nuova religione nelle aree urbane e la rilevanza dell’insediamento diffuso nel territorio. Le aree funerarie riconosciute in Sardegna sono circa cento; in Sicilia sono più numerose e distribuite lungo il tracciato delle antiche vie di comunicazione e ricadono all’interno dei territori di competenza delle diocesi note da alcune epistole di Papa Gregorio Magno. Sono state suddivise in tre categorie: aree funerarie sub divo, rurali e urbane; aree funerarie ipogee, urbane e rurali; cimiteri connessi con chiese rurali o con chiese martiriali. La Sicilia centro-meridionale presenta maggiori novità derivate dagli studi assidui, sostenuti da prospezioni archeologiche mirate al recupero delle evidenze funerarie. Agrigento, dopo i risultati degli scavi degli ultimi 30 anni, si può definire un modello dell’organizzazione funeraria urbana per il sapiente riuso di antiche cave di pietra e di preesistenze di natura idraulica, e per la presenza di una “via dei sepolcri” che collegava, già agli inizi del IV secolo, la catacomba e il cimitero sub divo comunitari con gli ipogei privati, in un percorso che ebbe il polo attrattivo nella Basilica Apostolorum, voluta dal vescovo Gregorio all’interno del più prestigioso tempio pagano agrigentino. Gli apparati decorativi pittorici, i dispositivi per il rituale, la scelta degli spazi esclusivi dei cubicoli a Villagrazia di Carini, a Siracusa ed a Lilibeo come a Cagliari, le architetture della tombe, i corredi utilizzati per il refrigerium, denotano una committenza esigente, di rango elevato, sensibile alle istanze culturali del Cristianesimo diffuso in Occidente.
QADAP – Collana diretta da Rosa Maria Carra
1.EMMA VITALE, Materiali ceramici di importazione af... more QADAP – Collana diretta da Rosa Maria Carra 1.EMMA VITALE, Materiali ceramici di importazione africana dalla catacomba di Villagrazia di Carini. Un aggiornamento sulla circolazione nel territorio della Ecclesia Carinensis. 2012 - ISBN 9788896926130 - e-book - PDF - pp. 77 http://www.antipodes.it/prodotti/scheda-prodotto.asp?id=27 Primo volume della Collana "Quaderni Digitali di Archeologia Postclassica". La catacomba di Villagrazia di Carini è uno dei principali monumenti della cristianità delle origini in Sicilia, cimitero di una comunità agiata e aperta alle relazioni con l'area mediterranea. Lo studio proposto in questo volume testimonia i rapporti commerciali intercorsi con l'Africa romana e protobizantina.------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 2.GIUSEPPINA CIPRIANO, Catacomba di Villagrazia di Carini. Il cubicolo X15. Un esempio si spazio sepolcrale privato. Lo scavo, la struttura, il dato epigrafico, i materiali 2014 - ISBN 978-88-96926-49-9 - DVD contenente l'e-book in formato PDF - pp. 109 http://www.antipodes.it/prodotti/scheda-prodotto.asp?id=60 Nel secondo volume dei "QDAP" vengono presentati i risultati di anni di ricerche condotte nel cubicolo X15 della catacomba di Villagrazia di Carini. Si tratta di uno spazio funerario privato, che nel progetto richiama il modello della camera quadrangolare con una tomba su tre lati, comune alle catacombe cristiane di Roma e risponde alle specifiche esigenze di un piccolo nucleo familiare. I dati archeologici, recuperati in un deposito stratigrafico intatto, completati con i risultati dell'analisi strutturale hanno permesso di ricostruire le diverse fasi di sviluppo e utilizzo della camera; alle ultime è da attribuire la realizzazione di tombe pavimentali, una delle quali reca inscritto sull’intonaco un monogramma composito risalente al pieno VII secolo.-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 4. FORTUNATINA VACCARO, Cenni sull’antica diocesi di Triocala e i fenomeni insediativi nel territorio di Caltabellotta fra tardo antico e alto medioevo 2014 - ISBN 978-88-96926-37-6 - DVD contenente l'e-book in formato PDF - pp. 65 http://www.antipodes.it/prodotti/scheda-prodotto.asp?id=61 Nell’epistolario di Gregorio Magno Triocala compare tra le 13 diocesi presenti in Sicilia nel VI secolo, ma questa sede episcopale avrà vita breve perché fu abolita nella riorganizzazione territoriale della Chiesa siciliana voluta dai Normanni. Eppure Triocala si annovera tra le “diocesi rurali” che nell’Italia centro meridionale si distinguevano da quelle urbane per essere stanziate in agglomerati secondari privi di autonomia amministrativa, quale si ritiene possa essere stato in età tardoantica e bizantina l’insediamento di contrada Sant’Anna/Caltabellotta (Ag). Si propone con questa ricerca una revisione critica dei dati storici e archeologici a disposizione, per un approccio corretto al sito di Caltabellotta: una realtà interessante per gli insediamenti di altura che dalla preistoria al XIV secolo la distinsero con momenti significativi di abbandono, ma anche di ripopolamento.
Le evidenze funerarie cristiane della Sicilia e della Sardegna si collocano tra i secoli III/IV e... more Le evidenze funerarie cristiane della Sicilia e della Sardegna si collocano tra i secoli III/IV e VII/VIII. Sono state definite utili “fossili guida” per determinare l’incidenza della nuova religione nelle aree urbane e la rilevanza dell’insediamento diffuso nel territorio. Le aree funerarie riconosciute in Sardegna sono circa cento; in Sicilia sono più numerose e distribuite lungo il tracciato delle antiche vie di comunicazione e ricadono all’interno dei territori di competenza delle diocesi note da alcune epistole di Papa Gregorio Magno. Sono state suddivise in tre categorie: aree funerarie sub divo, rurali e urbane; aree funerarie ipogee, urbane e rurali; cimiteri connessi con chiese rurali o con chiese martiriali. La Sicilia centro-meridionale presenta maggiori novità derivate dagli studi assidui, sostenuti da prospezioni archeologiche mirate al recupero delle evidenze funerarie. Agrigento, dopo i risultati degli scavi degli ultimi 30 anni, si può definire un modello dell’organizzazione funeraria urbana per il sapiente riuso di antiche cave di pietra e di preesistenze di natura idraulica, e per la presenza di una “via dei sepolcri” che collegava, già agli inizi del IV secolo, la catacomba e il cimitero sub divo comunitari con gli ipogei privati, in un percorso che ebbe il polo attrattivo nella Basilica Apostolorum, voluta dal vescovo Gregorio all’interno del più prestigioso tempio pagano agrigentino. Gli apparati decorativi pittorici, i dispositivi per il rituale, la scelta degli spazi esclusivi dei cubicoli a Villagrazia di Carini, a Siracusa ed a Lilibeo come a Cagliari, le architetture della tombe, i corredi utilizzati per il refrigerium, denotano una committenza esigente, di rango elevato, sensibile alle istanze culturali del Cristianesimo diffuso in Occidente.
R. Martorelli, A. Piras, P. G. Spanu (a cura di), Isole e terraferma nel primo cristianesimo. Identità locale ed interscambi culturali, religiosi, produttivi., 2015
Le evidenze funerarie cristiane della Sicilia e della Sardegna
si collocano tra i secoli III/IV e... more Le evidenze funerarie cristiane della Sicilia e della Sardegna si collocano tra i secoli III/IV e VII/VIII. Sono state definite utili “fossili guida” per determinare l’incidenza della nuova religione nelle aree urbane e la rilevanza dell’insediamento diffuso nel territorio. Le aree funerarie riconosciute in Sardegna sono circa cento; in Sicilia sono più numerose e distribuite lungo il tracciato delle antiche vie di comunicazione e ricadono all’interno dei territori di competenza delle diocesi note da alcune epistole di Papa Gregorio Magno. Sono state suddivise in tre categorie: aree funerarie sub divo, rurali e urbane; aree funerarie ipogee, urbane e rurali; cimiteri connessi con chiese rurali o con chiese martiriali. La Sicilia centro-meridionale presenta maggiori novità derivate dagli studi assidui, sostenuti da prospezioni archeologiche mirate al recupero delle evidenze funerarie. Agrigento, dopo i risultati degli scavi degli ultimi 30 anni, si può definire un modello dell’organizzazione funeraria urbana per il sapiente riuso di antiche cave di pietra e di preesistenze di natura idraulica, e per la presenza di una “via dei sepolcri” che collegava, già agli inizi del IV secolo, la catacomba e il cimitero sub divo comunitari con gli ipogei privati, in un percorso che ebbe il polo attrattivo nella Basilica Apostolorum, voluta dal vescovo Gregorio all’interno del più prestigioso tempio pagano agrigentino. Gli apparati decorativi pittorici, i dispositivi per il rituale, la scelta degli spazi esclusivi dei cubicoli a Villagrazia di Carini, a Siracusa ed a Lilibeo come a Cagliari, le architetture della tombe, i corredi utilizzati per il refrigerium, denotano una committenza esigente, di rango elevato, sensibile alle istanze culturali del Cristianesimo diffuso in Occidente.
QADAP – Collana diretta da Rosa Maria Carra
1.EMMA VITALE, Materiali ceramici di importazione af... more QADAP – Collana diretta da Rosa Maria Carra 1.EMMA VITALE, Materiali ceramici di importazione africana dalla catacomba di Villagrazia di Carini. Un aggiornamento sulla circolazione nel territorio della Ecclesia Carinensis. 2012 - ISBN 9788896926130 - e-book - PDF - pp. 77 http://www.antipodes.it/prodotti/scheda-prodotto.asp?id=27 Primo volume della Collana "Quaderni Digitali di Archeologia Postclassica". La catacomba di Villagrazia di Carini è uno dei principali monumenti della cristianità delle origini in Sicilia, cimitero di una comunità agiata e aperta alle relazioni con l'area mediterranea. Lo studio proposto in questo volume testimonia i rapporti commerciali intercorsi con l'Africa romana e protobizantina.------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 2.GIUSEPPINA CIPRIANO, Catacomba di Villagrazia di Carini. Il cubicolo X15. Un esempio si spazio sepolcrale privato. Lo scavo, la struttura, il dato epigrafico, i materiali 2014 - ISBN 978-88-96926-49-9 - DVD contenente l'e-book in formato PDF - pp. 109 http://www.antipodes.it/prodotti/scheda-prodotto.asp?id=60 Nel secondo volume dei "QDAP" vengono presentati i risultati di anni di ricerche condotte nel cubicolo X15 della catacomba di Villagrazia di Carini. Si tratta di uno spazio funerario privato, che nel progetto richiama il modello della camera quadrangolare con una tomba su tre lati, comune alle catacombe cristiane di Roma e risponde alle specifiche esigenze di un piccolo nucleo familiare. I dati archeologici, recuperati in un deposito stratigrafico intatto, completati con i risultati dell'analisi strutturale hanno permesso di ricostruire le diverse fasi di sviluppo e utilizzo della camera; alle ultime è da attribuire la realizzazione di tombe pavimentali, una delle quali reca inscritto sull’intonaco un monogramma composito risalente al pieno VII secolo.-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 4. FORTUNATINA VACCARO, Cenni sull’antica diocesi di Triocala e i fenomeni insediativi nel territorio di Caltabellotta fra tardo antico e alto medioevo 2014 - ISBN 978-88-96926-37-6 - DVD contenente l'e-book in formato PDF - pp. 65 http://www.antipodes.it/prodotti/scheda-prodotto.asp?id=61 Nell’epistolario di Gregorio Magno Triocala compare tra le 13 diocesi presenti in Sicilia nel VI secolo, ma questa sede episcopale avrà vita breve perché fu abolita nella riorganizzazione territoriale della Chiesa siciliana voluta dai Normanni. Eppure Triocala si annovera tra le “diocesi rurali” che nell’Italia centro meridionale si distinguevano da quelle urbane per essere stanziate in agglomerati secondari privi di autonomia amministrativa, quale si ritiene possa essere stato in età tardoantica e bizantina l’insediamento di contrada Sant’Anna/Caltabellotta (Ag). Si propone con questa ricerca una revisione critica dei dati storici e archeologici a disposizione, per un approccio corretto al sito di Caltabellotta: una realtà interessante per gli insediamenti di altura che dalla preistoria al XIV secolo la distinsero con momenti significativi di abbandono, ma anche di ripopolamento.
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si collocano tra i secoli III/IV e VII/VIII. Sono
state definite utili “fossili guida” per determinare l’incidenza
della nuova religione nelle aree urbane e la rilevanza
dell’insediamento diffuso nel territorio. Le aree funerarie
riconosciute in Sardegna sono circa cento; in Sicilia sono
più numerose e distribuite lungo il tracciato delle antiche
vie di comunicazione e ricadono all’interno dei territori di
competenza delle diocesi note da alcune epistole di Papa
Gregorio Magno. Sono state suddivise in tre categorie: aree
funerarie sub divo, rurali e urbane; aree funerarie ipogee,
urbane e rurali; cimiteri connessi con chiese rurali o con
chiese martiriali. La Sicilia centro-meridionale presenta
maggiori novità derivate dagli studi assidui, sostenuti da
prospezioni archeologiche mirate al recupero delle evidenze
funerarie. Agrigento, dopo i risultati degli scavi degli ultimi
30 anni, si può definire un modello dell’organizzazione
funeraria urbana per il sapiente riuso di antiche cave di
pietra e di preesistenze di natura idraulica, e per la presenza
di una “via dei sepolcri” che collegava, già agli inizi del IV
secolo, la catacomba e il cimitero sub divo comunitari con
gli ipogei privati, in un percorso che ebbe il polo attrattivo
nella Basilica Apostolorum, voluta dal vescovo Gregorio
all’interno del più prestigioso tempio pagano agrigentino.
Gli apparati decorativi pittorici, i dispositivi per il rituale, la
scelta degli spazi esclusivi dei cubicoli a Villagrazia di Carini,
a Siracusa ed a Lilibeo come a Cagliari, le architetture
della tombe, i corredi utilizzati per il refrigerium, denotano
una committenza esigente, di rango elevato, sensibile alle
istanze culturali del Cristianesimo diffuso in Occidente.
1.EMMA VITALE, Materiali ceramici di importazione africana dalla catacomba di Villagrazia di Carini. Un aggiornamento sulla circolazione nel territorio della Ecclesia Carinensis.
2012 - ISBN 9788896926130 - e-book - PDF - pp. 77
http://www.antipodes.it/prodotti/scheda-prodotto.asp?id=27
Primo volume della Collana "Quaderni Digitali di Archeologia Postclassica". La catacomba di Villagrazia di Carini è uno dei principali monumenti della cristianità delle origini in Sicilia, cimitero di una comunità agiata e aperta alle relazioni con l'area mediterranea. Lo studio proposto in questo volume testimonia i rapporti commerciali intercorsi con l'Africa romana e protobizantina.-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
2.GIUSEPPINA CIPRIANO, Catacomba di Villagrazia di Carini. Il cubicolo X15. Un esempio si spazio sepolcrale privato. Lo scavo, la struttura, il dato epigrafico, i materiali
2014 - ISBN 978-88-96926-49-9 - DVD contenente l'e-book in formato PDF - pp. 109
http://www.antipodes.it/prodotti/scheda-prodotto.asp?id=60
Nel secondo volume dei "QDAP" vengono presentati i risultati di anni di ricerche condotte nel cubicolo X15 della catacomba di Villagrazia di Carini. Si tratta di uno spazio funerario privato, che nel progetto richiama il modello della camera quadrangolare con una tomba su tre lati, comune alle catacombe cristiane di Roma e risponde alle specifiche esigenze di un piccolo nucleo familiare. I dati archeologici, recuperati in un deposito stratigrafico intatto, completati con i risultati dell'analisi strutturale hanno permesso di ricostruire le diverse fasi di sviluppo e utilizzo della camera; alle ultime è da attribuire la realizzazione di tombe pavimentali, una delle quali reca inscritto sull’intonaco un monogramma composito risalente al pieno VII secolo.--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
4. FORTUNATINA VACCARO, Cenni sull’antica diocesi di Triocala e i fenomeni insediativi nel territorio di Caltabellotta fra tardo antico e alto medioevo
2014 - ISBN 978-88-96926-37-6 - DVD contenente l'e-book in formato PDF - pp. 65
http://www.antipodes.it/prodotti/scheda-prodotto.asp?id=61
Nell’epistolario di Gregorio Magno Triocala compare tra le 13 diocesi presenti in Sicilia nel VI secolo, ma questa sede episcopale avrà vita breve perché fu abolita nella riorganizzazione territoriale della Chiesa siciliana voluta dai Normanni. Eppure Triocala si annovera tra le “diocesi rurali” che nell’Italia centro meridionale si distinguevano da quelle urbane per essere stanziate in agglomerati secondari privi di autonomia amministrativa, quale si ritiene possa essere stato in età tardoantica e bizantina l’insediamento di contrada Sant’Anna/Caltabellotta (Ag). Si propone con questa ricerca una revisione critica dei dati storici e archeologici a disposizione, per un approccio corretto al sito di Caltabellotta: una realtà interessante per gli insediamenti di altura che dalla preistoria al XIV secolo la distinsero con momenti significativi di abbandono, ma anche di ripopolamento.
si collocano tra i secoli III/IV e VII/VIII. Sono
state definite utili “fossili guida” per determinare l’incidenza
della nuova religione nelle aree urbane e la rilevanza
dell’insediamento diffuso nel territorio. Le aree funerarie
riconosciute in Sardegna sono circa cento; in Sicilia sono
più numerose e distribuite lungo il tracciato delle antiche
vie di comunicazione e ricadono all’interno dei territori di
competenza delle diocesi note da alcune epistole di Papa
Gregorio Magno. Sono state suddivise in tre categorie: aree
funerarie sub divo, rurali e urbane; aree funerarie ipogee,
urbane e rurali; cimiteri connessi con chiese rurali o con
chiese martiriali. La Sicilia centro-meridionale presenta
maggiori novità derivate dagli studi assidui, sostenuti da
prospezioni archeologiche mirate al recupero delle evidenze
funerarie. Agrigento, dopo i risultati degli scavi degli ultimi
30 anni, si può definire un modello dell’organizzazione
funeraria urbana per il sapiente riuso di antiche cave di
pietra e di preesistenze di natura idraulica, e per la presenza
di una “via dei sepolcri” che collegava, già agli inizi del IV
secolo, la catacomba e il cimitero sub divo comunitari con
gli ipogei privati, in un percorso che ebbe il polo attrattivo
nella Basilica Apostolorum, voluta dal vescovo Gregorio
all’interno del più prestigioso tempio pagano agrigentino.
Gli apparati decorativi pittorici, i dispositivi per il rituale, la
scelta degli spazi esclusivi dei cubicoli a Villagrazia di Carini,
a Siracusa ed a Lilibeo come a Cagliari, le architetture
della tombe, i corredi utilizzati per il refrigerium, denotano
una committenza esigente, di rango elevato, sensibile alle
istanze culturali del Cristianesimo diffuso in Occidente.
1.EMMA VITALE, Materiali ceramici di importazione africana dalla catacomba di Villagrazia di Carini. Un aggiornamento sulla circolazione nel territorio della Ecclesia Carinensis.
2012 - ISBN 9788896926130 - e-book - PDF - pp. 77
http://www.antipodes.it/prodotti/scheda-prodotto.asp?id=27
Primo volume della Collana "Quaderni Digitali di Archeologia Postclassica". La catacomba di Villagrazia di Carini è uno dei principali monumenti della cristianità delle origini in Sicilia, cimitero di una comunità agiata e aperta alle relazioni con l'area mediterranea. Lo studio proposto in questo volume testimonia i rapporti commerciali intercorsi con l'Africa romana e protobizantina.-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
2.GIUSEPPINA CIPRIANO, Catacomba di Villagrazia di Carini. Il cubicolo X15. Un esempio si spazio sepolcrale privato. Lo scavo, la struttura, il dato epigrafico, i materiali
2014 - ISBN 978-88-96926-49-9 - DVD contenente l'e-book in formato PDF - pp. 109
http://www.antipodes.it/prodotti/scheda-prodotto.asp?id=60
Nel secondo volume dei "QDAP" vengono presentati i risultati di anni di ricerche condotte nel cubicolo X15 della catacomba di Villagrazia di Carini. Si tratta di uno spazio funerario privato, che nel progetto richiama il modello della camera quadrangolare con una tomba su tre lati, comune alle catacombe cristiane di Roma e risponde alle specifiche esigenze di un piccolo nucleo familiare. I dati archeologici, recuperati in un deposito stratigrafico intatto, completati con i risultati dell'analisi strutturale hanno permesso di ricostruire le diverse fasi di sviluppo e utilizzo della camera; alle ultime è da attribuire la realizzazione di tombe pavimentali, una delle quali reca inscritto sull’intonaco un monogramma composito risalente al pieno VII secolo.--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
4. FORTUNATINA VACCARO, Cenni sull’antica diocesi di Triocala e i fenomeni insediativi nel territorio di Caltabellotta fra tardo antico e alto medioevo
2014 - ISBN 978-88-96926-37-6 - DVD contenente l'e-book in formato PDF - pp. 65
http://www.antipodes.it/prodotti/scheda-prodotto.asp?id=61
Nell’epistolario di Gregorio Magno Triocala compare tra le 13 diocesi presenti in Sicilia nel VI secolo, ma questa sede episcopale avrà vita breve perché fu abolita nella riorganizzazione territoriale della Chiesa siciliana voluta dai Normanni. Eppure Triocala si annovera tra le “diocesi rurali” che nell’Italia centro meridionale si distinguevano da quelle urbane per essere stanziate in agglomerati secondari privi di autonomia amministrativa, quale si ritiene possa essere stato in età tardoantica e bizantina l’insediamento di contrada Sant’Anna/Caltabellotta (Ag). Si propone con questa ricerca una revisione critica dei dati storici e archeologici a disposizione, per un approccio corretto al sito di Caltabellotta: una realtà interessante per gli insediamenti di altura che dalla preistoria al XIV secolo la distinsero con momenti significativi di abbandono, ma anche di ripopolamento.