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Il tema della libertà costituisce nel pensiero ricoeuriano un elemento sorgivo della sua riflessione, che progressivamente diventa un fiume carsico: un che di sommerso che tuttavia riemerge di tanto in tanto nella sua scrittura. Alla luce... more
Il tema della libertà costituisce nel pensiero ricoeuriano un elemento sorgivo della sua riflessione, che progressivamente diventa un fiume carsico: un che di sommerso che tuttavia riemerge di tanto in tanto nella sua scrittura. Alla luce di questa idea il presente saggio intende sondare la presenza di un pensiero della libertà nell’ampio orizzonte dell’opera ricoeuriana, al fine di evidenziare alcune dinamiche proprie del pensatore francese nell’orizzonte di una riflessione sempre unitaria, anche se mai totalizzante. Il tema della libertà nella sua realizzazione personale diviene così il centro dell’argomentazione a partire dal quale si irradiano le tematiche più care a Ricoeur: dal tema del linguaggio e della metafora, a quello del tempo e della narrazione, fino a giungere alla dimensione etica, legata al tema della volontà e del male e da ultimo sfociante nella questione del riconoscimento, tra giustizia e amore. Il tentativo di questo lavoro è propriamente quello di ricercare nella dimensione della libertà quella tessitura profonda e costante che tiene insieme il vasto orizzonte delle ricerche ricoeuriane.
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“Il divino Platone e lo stupefacente Kant”, con queste parole, è noto, Schopenhauer apriva la sua prima opera pubblicata come dissertazione di tesi dottorale: La quadruplice radice del principio di ragion sufficiente. A partire da questa... more
“Il divino Platone e lo stupefacente Kant”, con queste parole, è noto, Schopenhauer apriva la sua prima opera pubblicata come dissertazione di tesi dottorale: La quadruplice radice del principio di ragion sufficiente. A partire da questa affermazione perentoria che si ripeterà anche nel suo capolavoro indiscusso, che il legame storiografico tra Schopenhauer e il platonismo è più che evidente. Tuttavia, il taglio interpretativo che si è dato a questo studio non è tanto quello di offrire una comparazione storiografica tra le dottrine di Platone e di Schopenhauer, quanto piuttosto di cercare di scavare più a fondo, in direzione di una coappartenenza essenziale dei due autori in una radicalità dell’interrogare filosofico che oltrepassa il loro “detto”, in direzione di ciò che lo trascende. In questo senso, la tensione tra i poli del tempo e dell’eternità costituisce senz’altro quell’elemento in grado di restituire l’immagine più autentica delle intenzioni schopenhaueriane, oltre quel volontarismo dietro cui lo stesso pensatore tedesco ha inteso occultare il suo profondo platonismo, così come si era venuto a caratterizzare nei suoi scritti giovanili: tra “coscienza empirica” e “migliore coscienza”. Il presente lavoro cerca quindi di rintracciare, in questa prospettiva, i motivi di una dottrina dei livelli di coscienza all’interno del pensiero di Schopenhauer.
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