Books by Sara Ferrilli
Il volume è disponibile gratuitamente in Open Access al link: http://digital.casalini.it/97888935... more Il volume è disponibile gratuitamente in Open Access al link: http://digital.casalini.it/9788893501064
ABSTRACT:
«Virtù s’acquista per raggio di stella»: con questo verso, dal tono gnomico, Cecco d’Ascoli condensa nel secondo libro dell’Acerba la sua definizione della virtù, individuando nella favorevole disposizione astrale le prerogative dei diversi temperamenti umani. Esso simboleggia una riflessione che investe tanto l’attività accademica dello Stabili, quanto la sua opera letteraria, e che racchiude le molteplici chiavi di lettura a cui la sua produzione può essere sottoposta. Con l’Acerba Cecco intende fornire una summa del sapere enciclopedico del Trecento ed espandere il proprio pubblico, prettamente universitario, mediante l’uso del volgare. Oltre all’astronomia e all’astrologia, ambiti prediletti dall’autore, vi si trovano infatti questioni morali, problemi medici e dottrinali, nonché una complessa e a tratti contraddittoria riflessione politica sull’Italia del primo Trecento. Il dialogo con accademici e letterati è uno snodo fondamentale dell’esposizione ed esso delinea al contempo un panorama intellettuale variegato, soprattutto a Bologna, in cui Cecco rivestì un ruolo di primo piano. È proprio dall’approccio dialettico, suggerito dallo stesso autore, che questo libro intende partire per tracciare la biografia di un personaggio da subito divenuto leggendario, ed esplorare i grandi temi che emergono dalla lettura delle sue opere. Oltre all’ombra imponente di Dante, fondamentale contrappunto stilistico e filosofico, spiccano infatti le menzioni di Cavalcanti, Cino da Pistoia, Dino del Garbo, così come le spie testuali che aiutano a ricostruire la biblioteca stabiliana. Ne consegue che nella produzione di Cecco non c’è solo l’impronta dell’eretico perseguitato, del negromante o del feroce contestatore di Dante, ma soprattutto quella del poeta-docente, che rilegge il suo tempo attraverso la lente del determinismo astrologico e difende caparbiamente la propria categoria professionale.
Co-Edited Books by Sara Ferrilli
Il volume è disponibile in Open Access sulla piattaforma Torrossa a questo link: http://digital.c... more Il volume è disponibile in Open Access sulla piattaforma Torrossa a questo link: http://digital.casalini.it/9788893501385 .
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Tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento Bologna e Firenze rappresentano due sedi privilegiate per la diffusione di nuovi fermenti politici e culturali. Tale situazione fu propiziata dalla vicinanza tra le due città, ma anche da alcuni fattori di ordine sociale che favorirono gli scambi tra la Toscana e l’Emilia, innestando un processo di reciproca imitazione che sarebbe divenuto un modello per il resto della Penisola.
Il volume riunisce saggi di studiose e studiosi appartenenti ad ambiti disciplinari diversi con l’intento di indagare, in maniera dialettica e con prospettive ad ampio spettro, le peculiarità di tale momento. Si affrontano in questa ottica temi come i rapporti istituzionali e il linguaggio politico, l’inquisizione, gli studi giuridici, la circolazione di testi e codici di ars dictaminis e di astronomia, l’attività di Lapo Gianni e Monte Andrea, la poesia per musica, le intersezioni tra cultura scientifica e letteraria e la produzione omiletica.
L’affermazione e l’espansione dell’uso del volgare, il rapporto tra scrittura e pratiche politiche, gli scambi e gli influssi reciproci tra cultura laica e cultura clericale da una parte, e tra cultura universitaria e cultura ‘comunale’ di stampo divulgativo dall’altra, la centralità della poesia nella formazione di una nuova sensibilità, il ruolo cardine che spetta al diritto sono alcuni significativi esempi di questo intreccio di ambienti e forme di cultura e sapere che caratterizza il periodo qui studiato nelle due città.
Indice:
GIULIANO MILANI, Funzionari itineranti tra Firenze e Bologna
LORENZO TANZINI, Le istituzioni e il lessico della politica: modelli, affinità, scambi tra Firenze e Bologna nel Due-Trecento
RICCARDO PARMEGGIANI, Rapporti istituzionali, circuiti intellettuali e canali politici tra gli ‘officia fidei’ di Bologna e Firenze
DIEGO QUAGLIONI, La lingua del diritto. Dante tra Cino e i ‘doctores antiqui’
SARA BISCHETTI, La circolazione dei manoscritti di ‘ars dictaminis’ tra Bologna e Firenze nei secoli XIII-XV
ANNA GABRIELLA CHISENA, Testi e studi astronomici in Italia tra Duecento e Trecento lungo l’asse Bologna-Firenze
MARCO BERISSO, Lapo Gianni e Bologna (con qualche considerazione sulla cronologia del cosiddetto ‘stilnovo’)
MICHELE PICIOCCO, Un manoscritto anche (o soprattutto?) politico: appunti di lettura sul Vaticano Latino 3793
MARIA SOFIA LANNUTTI, Da Casella a Checolino. Poesia e musica tra Duecento e Trecento a Firenze e Bologna
SARA FERRILLI, Su alcune corrispondenze ‘astrologiche’ in versi a cavallo tra Due e Trecento: intorno a Cino da Pistoia, Onesto da Bologna e Guido Orlandi
FRANCESCA GALLI, «Quanta est via a Bononia usque Florentiam tanta est a Florentia usque Bononiam». Fatti di cronaca, notizie locali e cenni autobiografici nella ‘Summa de poenitentia’ di Servasanto da Faenza
Link: https://series.francoangeli.it/index.php/oa/catalog/book/943
L’espressione «fucata vet... more Link: https://series.francoangeli.it/index.php/oa/catalog/book/943
L’espressione «fucata vetustas» risale a Fedro e indica spregiativamente e con piglio satirico un’arte che si accontenta, spesso con intento venale, di riproporre opere contraffatte a un pubblico sedotto dalla moda dell’antico. Procedendo dall’epoca classica al Rinascimento, la linea di demarcazione tra il recupero di istanze estetiche consolidate e la falsificazione vera e propria di opere letterarie o artistiche del presente e del passato si rivela sempre più labile, così come l’analisi dei loro differenti contesti di produzione e ricezione. Rinunciando all’uso di categorie metastoriche inadeguate a decifrare fenomeni complessi e non riconducibili entro una definizione universale, la presente raccolta si propone, attraverso una rassegna di esempi selezionati, di indagare la creazione e la circolazione di opere modernamente inquadrabili come falsi nella letteratura e nell’arte del Rinascimento italiano. Grazie a una puntuale contestualizzazione, ciascun contributo sottrae il proprio oggetto d’indagine a rischiosi schematismi e contribuisce a delineare un vasto assortimento di possibili modalità del falso.
Corpus/Corpora. Tra materialità e astrazione, a cura di M. Albertini, D. Carrillo Morell, S. Ferrilli, A. Giudici, S. Montigel, S. Negrinelli, C. Tassone, Roma, Aracne, 2021. Il volume esplora, attraverso una varietà di approcci metodologici, il tema del corpo all’interno... more Il volume esplora, attraverso una varietà di approcci metodologici, il tema del corpo all’interno delle lingue e delle letterature romanze, declinandolo in molteplici forme in senso materiale e astratto. I 15 saggi sono suddivisi in quattro sezioni che indagano il corpo nella letteratura e nelle arti come entità politica che delimita determinati contesti di appartenenza sociale e le relazioni con l’Altro, come corpo fisico che definisce il soggetto e la sua azione in letteratura, come corpus e corpora, elementi che circoscrivono l’oggetto di analisi della filologia e della linguistica. Ne emerge un quadro variegato, in cui un tema classico degli studi umanistici diviene un valido specimen per descrivere la ricchezza della produzione culturale romanza dal Medioevo all’età contemporanea.
Papers by Sara Ferrilli
Il volume è disponibile in Open Access sulla piattaforma Torrossa a questo link: http://digital.c... more Il volume è disponibile in Open Access sulla piattaforma Torrossa a questo link: http://digital.casalini.it/9788893501385 .
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Nel contributo si esaminano alcuni scambi in sonetti tra autori toscani e bolognesi in cui si rivela un impiego più o meno specialistico del sapere cosmologico, ricostruendo i contesti di irradiazione e di fruizione dell'astrologia nella Toscana e in Emilia a cavallo tra Due e Trecento. Vengono analizzati, in particolare, gli scambi tra Cino da Pistoia e Gherarduccio Garisendi, Onesto e Picciòlo da Bologna e i testi politici di Ranieri Samaritani, Guido Orlandi e Guglielmo de' Romitani.
Studi di filologia italiana, 2023
L’articolo esamina la presenza dei versi danteschi sulla ‘centesma’ (Par. XXVII, 142-148) all’int... more L’articolo esamina la presenza dei versi danteschi sulla ‘centesma’ (Par. XXVII, 142-148) all’interno dell’anonimo Trattato di astrologia (Firenze, BNC, Naz. II.III.47), testo pratico e di ambiente mercantile copiato nella seconda metà del Quattrocento e contenente una serie di nozioni di astrologia e di computo calendariale. Dopo aver fornito una descrizione dell’unità e dei testi ivi trasmessi, si riflette sul consolidamento della Commedia come auctoritas all’interno del Trattato e di testi ‘scientifici’ e mercantili, fornendo altresì degli spunti di riflessione sulla tradizione frammentaria e indiretta del poema in contesti affini. In Appendice si offre l’edizione del testo, corredata da uno studio linguistico e da un glossario.
ENG: The paper discusses the presence of Dante's verses on the 'centesma' (Par. XXVII, 142-148) in the anonymous Trattato di astrologia (Florence, BNC, Naz. II.III.47), a practical and mercantile text copied in the second half of the 15th century and containing a series of notions of astrology and calendrical calculation. After a description of the unit and the texts transmitted therein, reflections on the consolidation of the Commedia as an auctoritas within the Trattato and the scientific and mercantile texts are offered, including insights into the fragmentary and indirect transmission of the poem in similar contexts. The appendix provides an edition of the text, accompanied by a linguistic study and glossary.
In "Fucata vetustas". Prassi e ricezione del falso nella letteratura e nell'arte del Rinascimento... more In "Fucata vetustas". Prassi e ricezione del falso nella letteratura e nell'arte del Rinascimento Italiano, a cura di S. Ferrilli, M. Nava, J. Schiesaro, Milano, Franco Angeli, 2023, pp. 95-119.
OPEN ACCESS: https://series.francoangeli.it/index.php/oa/catalog/book/943
Dante e il dantismo nelle Marche, 2022
L'antidantismo di Cecco d'Ascoli e la sua fortuna critica, in Contra Dantem. Tra antidantismo e indebite appropriazioni, a cura di G. Barucci, P. Borsa, R. Guglielmetti, G. Polimeni, M. Prada, L. Sacchi, R. Tagliani, Roma, Salerno Editrice, 2022, pp. 51-97.
Available in Open access: https://www.degruyter.com/document/doi/10.1515/9783110590647/html
Abst... more Available in Open access: https://www.degruyter.com/document/doi/10.1515/9783110590647/html
Abstracts: La pubblicazione dei Documenti d'Amore per cura di Federico Ubaldini mostra, fin dalle sue intenzioni, la volontà di analizzare l'opera di Francesco da Barberino per il suo apporto linguistico. Nel contributo si prende in esame come alcuni aspetti, ovvero la disciplina della parola e la predicazione, si intrecciano alla divinazione nelle sue varie forme, un'altra questione fondamentale e analizzata in più luoghi dell'opera barberiniana, che oscilla costantemente tra i poli veritas/falsitas, e sottigliezza/grossezza. Dapprima, si procederà a un'analisi dello statuto giuridico di tali tecniche, analizzando i richiami al Corpus iuris canonici e alla patristica puntualmente evocati nella glossa latina; in secondo luogo, ci si concentrerà sullo statuto dell'oniromanzia, cosa che porta le artes divinandi a una continua ridefinizione tra testo latino e volgare e a un loro inquadramento nella prassi pubblica della predicazione; infine, ci si concentrerà sullo statuto dell'astrologia giudiziaria all'interno dei vari livelli di cultura e di pubblico implicati da Francesco da Barberino tanto nei Documenti, quanto nel complementare Reggimento. L'intento è quello di mostrare come l'opera barberiniana nel suo complesso agisca su vari fronti, tanto come riflessione teorico-dottrinale, quanto come manuale precettistico-formale, sfruttando pienamente le potenzialità linguistiche del volgare, del latino e dell'apparato figurativo.
Oeuvre disponibile en libre accès: https://classiques-garnier.com/les-chroniques-et-l-histoire-un... more Oeuvre disponibile en libre accès: https://classiques-garnier.com/les-chroniques-et-l-histoire-universelle-france-et-italie-xiiie-xive-siecles.html
ABSTRACT:
L’article analyse le volgarizzamento de l’Historia Romana d’Eutrope-Paul Diacre, transmis par un témoin unique de la Herzog-August-Bibliothek de Wolfenbüttel. Sont étudiés les rapports entre texte vernaculaire et tradition latine, les emprunts faits à l’Historia Miscella de Landulf Sagax et à d’autres sources, les particularités des divisions internes au manuscrit. La contribution se termine en évoquant l’importance de ce volgarizzamento dans le panorama des traductions romanes d’Eutrope-Paul Diacre.
Linguistica e Letteratura, 2020
Il contributo analizza la maniera in cui le varie forme di predizione del futuro si realizzano, i... more Il contributo analizza la maniera in cui le varie forme di predizione del futuro si realizzano, intrecciandosi, nell’opera di Cecco d’Ascoli e lo statuto che esse assumono dalle opere latine fino al poema volgare. In particolare, si prendono in esame la connotazione della magia e delle tecniche divinatorie nei commenti al Sacrobosco e ad Alcabizio, il ricorso all’astrologia giudiziaria, disciplina padroneggiata da Cecco, per gli oroscopi politici delle città italiane, e infine l’esercizio del profetismo politico tout court, specialmente nell’Acerba. L’intento è quello di esplorare il particolare uso del profetismo da parte di un personaggio dalle note competenze astrologiche, di evidenziarne i differenti ambienti di fruizione e fornire qualche pista di indagine anche per la ricostruzione biografica dell’autore e per il suo posizionamento rispetto al contesto politico del primo Trecento. ENG: The paper analyses the ways in which various forms of prediction of the future are realised and intertwined in Cecco d’Ascoli’s works, and the status they assume from Latin commentaries to the vernacular poem. It will mainly focus on the connotation of magic and divinatory techniques in Cecco’s commentaries to Sacrobosco and Alcabitius, on the use of judicial astrology – a discipline mastered by the author – for political horoscopes of Italian cities, and finally on the practice of political prophetism itself, especially in the poem L’Acerba. The aim is to explore the particular uses of prophetism by a renowned astrologist as Cecco, to highlight its different areas of fruition, and also to provide some cues for the biographical reconstruction of the author and for his positioning within the political context of the early fourteenth century.
Arzanà, 2020
Nel contributo si analizzano i contatti testuali tra il sonetto Tant’à vertù ciascun, quant’à int... more Nel contributo si analizzano i contatti testuali tra il sonetto Tant’à vertù ciascun, quant’à intelletto attribuito a Guido Novello da Polenta e alcuni brani dell’Acerba di Cecco d’Ascoli. La produzione poetica dei due autori, che assumono atteggiamenti opposti nei confronti della Commedia dantesca, è caratterizzata da varie incertezze cronologiche e filologiche, specialmente per quanto riguarda il sonetto, la cui assegnazione a Guido è dubbia. Mediante l’analisi dei problemi riguardanti i due testi, si intende dunque chiarire il rapporto tra Cecco e Guido ma anche contribuire alla ricostruzione dell’attività poetica di entrambi.
FR: L’article analyse les contacts entre le sonnet Tant’à vertù ciascun, quant’à intelletto, attribué à Guido Novello da Polenta, et certains passages de L’Acerba de Cecco d’Ascoli. La production poétique des deux auteurs, qui adoptent des comportements opposés au regard de la Comédie de Dante, est caractérisée par de nombreuses incertitudes chronologiques et philologiques, surtout en ce qui concerne le sonnet, dont l’attribution à Guido est douteuse. Au moyen de l’analyse des problèmes textuels, mon but est celui de clarifier le rapport entre Cecco et Guido, ainsi que d’aider à la reconstruction de leur activité poétique.
ENG: Considered by critics as a form of plagiarism of Dante’s Paradiso or a little original imita... more ENG: Considered by critics as a form of plagiarism of Dante’s Paradiso or a little original imitation of the Commedia, the poem De honore mulierum written by Benedetto da Cesena testifies, among other works, the cult devoted to Dante in the fifteenth-century Romagna. The poem consists in 46 epistles in ‘terza rima’ divided in four books. It discusses the quaestio of natura Amoris by a long enumeration of historical and literary exempla and displays at the end the poet’s entrance into the Empyrean where, under the guidance of his Lady, he is redeemed from carnal love through poetry. Dante is certainly the most important model under De honore mulierum; nevertheless, there are many other authors who served as implicit or explicit sources and played a relevant role, such as Latin historians or Petrarch’s Trionfi. Therefore, this paper aims to provide a first review of the poem’s sources and to investigate how Benedetto re-elaborated Dante and Petrarch and the function they held in the poem’s conception and structure on a thematic, metrical, stylistic and narrative level. The idea is to give the cue about Benedetto’s position within the circle of poets who celebrated Isotta degli Atti and to underline the unusual coexistence of Dante and Petrarch as main literary references.
ITA: Considerato dai critici un plagio del Paradiso o una poco originale imitazione della Commedia, il De honore mulierum di Benedetto da Cesena è una delle testimonianze del culto dantesco radicatosi in Romagna a metà Quattrocento. Il poema comprende 46 ‘epistole’ in terza rima, raggruppate in quattro libri; in esse si discute della natura amoris e, dopo una lunga serie di exempla tratti dalla storia e dalla letteratura, il poeta accede all’Empireo guidato dalla sua donna, ottenendo la redenzione dall’amore carnale mediante la poesia. Il modello dantesco è sicuramente preponderante, ma Dante non è l’unico poeta a cui il Cesenate si richiama implicitamente ed esplicitamente, e infatti grande peso rivestono anche gli storici antichi e i Trionfi di Petrarca. Questo contributo si propone dunque di fornire una prima rassegna delle fonti del poema e di indagare al contempo le strategie rielaborative delle opere di Dante e Petrarca e la funzione che tali autori ebbero nello strutturare il dettato del De honore mulierum a livello tematico, metrico, stilistico e narrativo. L’idea è quella di fornire qualche spunto per collocare il poema di Benedetto all’interno della cerchia dei poeti isottei, sottolineando la compresenza, ben poco usuale, dei modelli dantesco e petrarchesco in una medesima opera.
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Books by Sara Ferrilli
ABSTRACT:
«Virtù s’acquista per raggio di stella»: con questo verso, dal tono gnomico, Cecco d’Ascoli condensa nel secondo libro dell’Acerba la sua definizione della virtù, individuando nella favorevole disposizione astrale le prerogative dei diversi temperamenti umani. Esso simboleggia una riflessione che investe tanto l’attività accademica dello Stabili, quanto la sua opera letteraria, e che racchiude le molteplici chiavi di lettura a cui la sua produzione può essere sottoposta. Con l’Acerba Cecco intende fornire una summa del sapere enciclopedico del Trecento ed espandere il proprio pubblico, prettamente universitario, mediante l’uso del volgare. Oltre all’astronomia e all’astrologia, ambiti prediletti dall’autore, vi si trovano infatti questioni morali, problemi medici e dottrinali, nonché una complessa e a tratti contraddittoria riflessione politica sull’Italia del primo Trecento. Il dialogo con accademici e letterati è uno snodo fondamentale dell’esposizione ed esso delinea al contempo un panorama intellettuale variegato, soprattutto a Bologna, in cui Cecco rivestì un ruolo di primo piano. È proprio dall’approccio dialettico, suggerito dallo stesso autore, che questo libro intende partire per tracciare la biografia di un personaggio da subito divenuto leggendario, ed esplorare i grandi temi che emergono dalla lettura delle sue opere. Oltre all’ombra imponente di Dante, fondamentale contrappunto stilistico e filosofico, spiccano infatti le menzioni di Cavalcanti, Cino da Pistoia, Dino del Garbo, così come le spie testuali che aiutano a ricostruire la biblioteca stabiliana. Ne consegue che nella produzione di Cecco non c’è solo l’impronta dell’eretico perseguitato, del negromante o del feroce contestatore di Dante, ma soprattutto quella del poeta-docente, che rilegge il suo tempo attraverso la lente del determinismo astrologico e difende caparbiamente la propria categoria professionale.
Co-Edited Books by Sara Ferrilli
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Tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento Bologna e Firenze rappresentano due sedi privilegiate per la diffusione di nuovi fermenti politici e culturali. Tale situazione fu propiziata dalla vicinanza tra le due città, ma anche da alcuni fattori di ordine sociale che favorirono gli scambi tra la Toscana e l’Emilia, innestando un processo di reciproca imitazione che sarebbe divenuto un modello per il resto della Penisola.
Il volume riunisce saggi di studiose e studiosi appartenenti ad ambiti disciplinari diversi con l’intento di indagare, in maniera dialettica e con prospettive ad ampio spettro, le peculiarità di tale momento. Si affrontano in questa ottica temi come i rapporti istituzionali e il linguaggio politico, l’inquisizione, gli studi giuridici, la circolazione di testi e codici di ars dictaminis e di astronomia, l’attività di Lapo Gianni e Monte Andrea, la poesia per musica, le intersezioni tra cultura scientifica e letteraria e la produzione omiletica.
L’affermazione e l’espansione dell’uso del volgare, il rapporto tra scrittura e pratiche politiche, gli scambi e gli influssi reciproci tra cultura laica e cultura clericale da una parte, e tra cultura universitaria e cultura ‘comunale’ di stampo divulgativo dall’altra, la centralità della poesia nella formazione di una nuova sensibilità, il ruolo cardine che spetta al diritto sono alcuni significativi esempi di questo intreccio di ambienti e forme di cultura e sapere che caratterizza il periodo qui studiato nelle due città.
Indice:
GIULIANO MILANI, Funzionari itineranti tra Firenze e Bologna
LORENZO TANZINI, Le istituzioni e il lessico della politica: modelli, affinità, scambi tra Firenze e Bologna nel Due-Trecento
RICCARDO PARMEGGIANI, Rapporti istituzionali, circuiti intellettuali e canali politici tra gli ‘officia fidei’ di Bologna e Firenze
DIEGO QUAGLIONI, La lingua del diritto. Dante tra Cino e i ‘doctores antiqui’
SARA BISCHETTI, La circolazione dei manoscritti di ‘ars dictaminis’ tra Bologna e Firenze nei secoli XIII-XV
ANNA GABRIELLA CHISENA, Testi e studi astronomici in Italia tra Duecento e Trecento lungo l’asse Bologna-Firenze
MARCO BERISSO, Lapo Gianni e Bologna (con qualche considerazione sulla cronologia del cosiddetto ‘stilnovo’)
MICHELE PICIOCCO, Un manoscritto anche (o soprattutto?) politico: appunti di lettura sul Vaticano Latino 3793
MARIA SOFIA LANNUTTI, Da Casella a Checolino. Poesia e musica tra Duecento e Trecento a Firenze e Bologna
SARA FERRILLI, Su alcune corrispondenze ‘astrologiche’ in versi a cavallo tra Due e Trecento: intorno a Cino da Pistoia, Onesto da Bologna e Guido Orlandi
FRANCESCA GALLI, «Quanta est via a Bononia usque Florentiam tanta est a Florentia usque Bononiam». Fatti di cronaca, notizie locali e cenni autobiografici nella ‘Summa de poenitentia’ di Servasanto da Faenza
L’espressione «fucata vetustas» risale a Fedro e indica spregiativamente e con piglio satirico un’arte che si accontenta, spesso con intento venale, di riproporre opere contraffatte a un pubblico sedotto dalla moda dell’antico. Procedendo dall’epoca classica al Rinascimento, la linea di demarcazione tra il recupero di istanze estetiche consolidate e la falsificazione vera e propria di opere letterarie o artistiche del presente e del passato si rivela sempre più labile, così come l’analisi dei loro differenti contesti di produzione e ricezione. Rinunciando all’uso di categorie metastoriche inadeguate a decifrare fenomeni complessi e non riconducibili entro una definizione universale, la presente raccolta si propone, attraverso una rassegna di esempi selezionati, di indagare la creazione e la circolazione di opere modernamente inquadrabili come falsi nella letteratura e nell’arte del Rinascimento italiano. Grazie a una puntuale contestualizzazione, ciascun contributo sottrae il proprio oggetto d’indagine a rischiosi schematismi e contribuisce a delineare un vasto assortimento di possibili modalità del falso.
Papers by Sara Ferrilli
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Nel contributo si esaminano alcuni scambi in sonetti tra autori toscani e bolognesi in cui si rivela un impiego più o meno specialistico del sapere cosmologico, ricostruendo i contesti di irradiazione e di fruizione dell'astrologia nella Toscana e in Emilia a cavallo tra Due e Trecento. Vengono analizzati, in particolare, gli scambi tra Cino da Pistoia e Gherarduccio Garisendi, Onesto e Picciòlo da Bologna e i testi politici di Ranieri Samaritani, Guido Orlandi e Guglielmo de' Romitani.
ENG: The paper discusses the presence of Dante's verses on the 'centesma' (Par. XXVII, 142-148) in the anonymous Trattato di astrologia (Florence, BNC, Naz. II.III.47), a practical and mercantile text copied in the second half of the 15th century and containing a series of notions of astrology and calendrical calculation. After a description of the unit and the texts transmitted therein, reflections on the consolidation of the Commedia as an auctoritas within the Trattato and the scientific and mercantile texts are offered, including insights into the fragmentary and indirect transmission of the poem in similar contexts. The appendix provides an edition of the text, accompanied by a linguistic study and glossary.
OPEN ACCESS: https://series.francoangeli.it/index.php/oa/catalog/book/943
Abstracts: La pubblicazione dei Documenti d'Amore per cura di Federico Ubaldini mostra, fin dalle sue intenzioni, la volontà di analizzare l'opera di Francesco da Barberino per il suo apporto linguistico. Nel contributo si prende in esame come alcuni aspetti, ovvero la disciplina della parola e la predicazione, si intrecciano alla divinazione nelle sue varie forme, un'altra questione fondamentale e analizzata in più luoghi dell'opera barberiniana, che oscilla costantemente tra i poli veritas/falsitas, e sottigliezza/grossezza. Dapprima, si procederà a un'analisi dello statuto giuridico di tali tecniche, analizzando i richiami al Corpus iuris canonici e alla patristica puntualmente evocati nella glossa latina; in secondo luogo, ci si concentrerà sullo statuto dell'oniromanzia, cosa che porta le artes divinandi a una continua ridefinizione tra testo latino e volgare e a un loro inquadramento nella prassi pubblica della predicazione; infine, ci si concentrerà sullo statuto dell'astrologia giudiziaria all'interno dei vari livelli di cultura e di pubblico implicati da Francesco da Barberino tanto nei Documenti, quanto nel complementare Reggimento. L'intento è quello di mostrare come l'opera barberiniana nel suo complesso agisca su vari fronti, tanto come riflessione teorico-dottrinale, quanto come manuale precettistico-formale, sfruttando pienamente le potenzialità linguistiche del volgare, del latino e dell'apparato figurativo.
ABSTRACT:
L’article analyse le volgarizzamento de l’Historia Romana d’Eutrope-Paul Diacre, transmis par un témoin unique de la Herzog-August-Bibliothek de Wolfenbüttel. Sont étudiés les rapports entre texte vernaculaire et tradition latine, les emprunts faits à l’Historia Miscella de Landulf Sagax et à d’autres sources, les particularités des divisions internes au manuscrit. La contribution se termine en évoquant l’importance de ce volgarizzamento dans le panorama des traductions romanes d’Eutrope-Paul Diacre.
FR: L’article analyse les contacts entre le sonnet Tant’à vertù ciascun, quant’à intelletto, attribué à Guido Novello da Polenta, et certains passages de L’Acerba de Cecco d’Ascoli. La production poétique des deux auteurs, qui adoptent des comportements opposés au regard de la Comédie de Dante, est caractérisée par de nombreuses incertitudes chronologiques et philologiques, surtout en ce qui concerne le sonnet, dont l’attribution à Guido est douteuse. Au moyen de l’analyse des problèmes textuels, mon but est celui de clarifier le rapport entre Cecco et Guido, ainsi que d’aider à la reconstruction de leur activité poétique.
ITA: Considerato dai critici un plagio del Paradiso o una poco originale imitazione della Commedia, il De honore mulierum di Benedetto da Cesena è una delle testimonianze del culto dantesco radicatosi in Romagna a metà Quattrocento. Il poema comprende 46 ‘epistole’ in terza rima, raggruppate in quattro libri; in esse si discute della natura amoris e, dopo una lunga serie di exempla tratti dalla storia e dalla letteratura, il poeta accede all’Empireo guidato dalla sua donna, ottenendo la redenzione dall’amore carnale mediante la poesia. Il modello dantesco è sicuramente preponderante, ma Dante non è l’unico poeta a cui il Cesenate si richiama implicitamente ed esplicitamente, e infatti grande peso rivestono anche gli storici antichi e i Trionfi di Petrarca. Questo contributo si propone dunque di fornire una prima rassegna delle fonti del poema e di indagare al contempo le strategie rielaborative delle opere di Dante e Petrarca e la funzione che tali autori ebbero nello strutturare il dettato del De honore mulierum a livello tematico, metrico, stilistico e narrativo. L’idea è quella di fornire qualche spunto per collocare il poema di Benedetto all’interno della cerchia dei poeti isottei, sottolineando la compresenza, ben poco usuale, dei modelli dantesco e petrarchesco in una medesima opera.
ABSTRACT:
«Virtù s’acquista per raggio di stella»: con questo verso, dal tono gnomico, Cecco d’Ascoli condensa nel secondo libro dell’Acerba la sua definizione della virtù, individuando nella favorevole disposizione astrale le prerogative dei diversi temperamenti umani. Esso simboleggia una riflessione che investe tanto l’attività accademica dello Stabili, quanto la sua opera letteraria, e che racchiude le molteplici chiavi di lettura a cui la sua produzione può essere sottoposta. Con l’Acerba Cecco intende fornire una summa del sapere enciclopedico del Trecento ed espandere il proprio pubblico, prettamente universitario, mediante l’uso del volgare. Oltre all’astronomia e all’astrologia, ambiti prediletti dall’autore, vi si trovano infatti questioni morali, problemi medici e dottrinali, nonché una complessa e a tratti contraddittoria riflessione politica sull’Italia del primo Trecento. Il dialogo con accademici e letterati è uno snodo fondamentale dell’esposizione ed esso delinea al contempo un panorama intellettuale variegato, soprattutto a Bologna, in cui Cecco rivestì un ruolo di primo piano. È proprio dall’approccio dialettico, suggerito dallo stesso autore, che questo libro intende partire per tracciare la biografia di un personaggio da subito divenuto leggendario, ed esplorare i grandi temi che emergono dalla lettura delle sue opere. Oltre all’ombra imponente di Dante, fondamentale contrappunto stilistico e filosofico, spiccano infatti le menzioni di Cavalcanti, Cino da Pistoia, Dino del Garbo, così come le spie testuali che aiutano a ricostruire la biblioteca stabiliana. Ne consegue che nella produzione di Cecco non c’è solo l’impronta dell’eretico perseguitato, del negromante o del feroce contestatore di Dante, ma soprattutto quella del poeta-docente, che rilegge il suo tempo attraverso la lente del determinismo astrologico e difende caparbiamente la propria categoria professionale.
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Tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento Bologna e Firenze rappresentano due sedi privilegiate per la diffusione di nuovi fermenti politici e culturali. Tale situazione fu propiziata dalla vicinanza tra le due città, ma anche da alcuni fattori di ordine sociale che favorirono gli scambi tra la Toscana e l’Emilia, innestando un processo di reciproca imitazione che sarebbe divenuto un modello per il resto della Penisola.
Il volume riunisce saggi di studiose e studiosi appartenenti ad ambiti disciplinari diversi con l’intento di indagare, in maniera dialettica e con prospettive ad ampio spettro, le peculiarità di tale momento. Si affrontano in questa ottica temi come i rapporti istituzionali e il linguaggio politico, l’inquisizione, gli studi giuridici, la circolazione di testi e codici di ars dictaminis e di astronomia, l’attività di Lapo Gianni e Monte Andrea, la poesia per musica, le intersezioni tra cultura scientifica e letteraria e la produzione omiletica.
L’affermazione e l’espansione dell’uso del volgare, il rapporto tra scrittura e pratiche politiche, gli scambi e gli influssi reciproci tra cultura laica e cultura clericale da una parte, e tra cultura universitaria e cultura ‘comunale’ di stampo divulgativo dall’altra, la centralità della poesia nella formazione di una nuova sensibilità, il ruolo cardine che spetta al diritto sono alcuni significativi esempi di questo intreccio di ambienti e forme di cultura e sapere che caratterizza il periodo qui studiato nelle due città.
Indice:
GIULIANO MILANI, Funzionari itineranti tra Firenze e Bologna
LORENZO TANZINI, Le istituzioni e il lessico della politica: modelli, affinità, scambi tra Firenze e Bologna nel Due-Trecento
RICCARDO PARMEGGIANI, Rapporti istituzionali, circuiti intellettuali e canali politici tra gli ‘officia fidei’ di Bologna e Firenze
DIEGO QUAGLIONI, La lingua del diritto. Dante tra Cino e i ‘doctores antiqui’
SARA BISCHETTI, La circolazione dei manoscritti di ‘ars dictaminis’ tra Bologna e Firenze nei secoli XIII-XV
ANNA GABRIELLA CHISENA, Testi e studi astronomici in Italia tra Duecento e Trecento lungo l’asse Bologna-Firenze
MARCO BERISSO, Lapo Gianni e Bologna (con qualche considerazione sulla cronologia del cosiddetto ‘stilnovo’)
MICHELE PICIOCCO, Un manoscritto anche (o soprattutto?) politico: appunti di lettura sul Vaticano Latino 3793
MARIA SOFIA LANNUTTI, Da Casella a Checolino. Poesia e musica tra Duecento e Trecento a Firenze e Bologna
SARA FERRILLI, Su alcune corrispondenze ‘astrologiche’ in versi a cavallo tra Due e Trecento: intorno a Cino da Pistoia, Onesto da Bologna e Guido Orlandi
FRANCESCA GALLI, «Quanta est via a Bononia usque Florentiam tanta est a Florentia usque Bononiam». Fatti di cronaca, notizie locali e cenni autobiografici nella ‘Summa de poenitentia’ di Servasanto da Faenza
L’espressione «fucata vetustas» risale a Fedro e indica spregiativamente e con piglio satirico un’arte che si accontenta, spesso con intento venale, di riproporre opere contraffatte a un pubblico sedotto dalla moda dell’antico. Procedendo dall’epoca classica al Rinascimento, la linea di demarcazione tra il recupero di istanze estetiche consolidate e la falsificazione vera e propria di opere letterarie o artistiche del presente e del passato si rivela sempre più labile, così come l’analisi dei loro differenti contesti di produzione e ricezione. Rinunciando all’uso di categorie metastoriche inadeguate a decifrare fenomeni complessi e non riconducibili entro una definizione universale, la presente raccolta si propone, attraverso una rassegna di esempi selezionati, di indagare la creazione e la circolazione di opere modernamente inquadrabili come falsi nella letteratura e nell’arte del Rinascimento italiano. Grazie a una puntuale contestualizzazione, ciascun contributo sottrae il proprio oggetto d’indagine a rischiosi schematismi e contribuisce a delineare un vasto assortimento di possibili modalità del falso.
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Nel contributo si esaminano alcuni scambi in sonetti tra autori toscani e bolognesi in cui si rivela un impiego più o meno specialistico del sapere cosmologico, ricostruendo i contesti di irradiazione e di fruizione dell'astrologia nella Toscana e in Emilia a cavallo tra Due e Trecento. Vengono analizzati, in particolare, gli scambi tra Cino da Pistoia e Gherarduccio Garisendi, Onesto e Picciòlo da Bologna e i testi politici di Ranieri Samaritani, Guido Orlandi e Guglielmo de' Romitani.
ENG: The paper discusses the presence of Dante's verses on the 'centesma' (Par. XXVII, 142-148) in the anonymous Trattato di astrologia (Florence, BNC, Naz. II.III.47), a practical and mercantile text copied in the second half of the 15th century and containing a series of notions of astrology and calendrical calculation. After a description of the unit and the texts transmitted therein, reflections on the consolidation of the Commedia as an auctoritas within the Trattato and the scientific and mercantile texts are offered, including insights into the fragmentary and indirect transmission of the poem in similar contexts. The appendix provides an edition of the text, accompanied by a linguistic study and glossary.
OPEN ACCESS: https://series.francoangeli.it/index.php/oa/catalog/book/943
Abstracts: La pubblicazione dei Documenti d'Amore per cura di Federico Ubaldini mostra, fin dalle sue intenzioni, la volontà di analizzare l'opera di Francesco da Barberino per il suo apporto linguistico. Nel contributo si prende in esame come alcuni aspetti, ovvero la disciplina della parola e la predicazione, si intrecciano alla divinazione nelle sue varie forme, un'altra questione fondamentale e analizzata in più luoghi dell'opera barberiniana, che oscilla costantemente tra i poli veritas/falsitas, e sottigliezza/grossezza. Dapprima, si procederà a un'analisi dello statuto giuridico di tali tecniche, analizzando i richiami al Corpus iuris canonici e alla patristica puntualmente evocati nella glossa latina; in secondo luogo, ci si concentrerà sullo statuto dell'oniromanzia, cosa che porta le artes divinandi a una continua ridefinizione tra testo latino e volgare e a un loro inquadramento nella prassi pubblica della predicazione; infine, ci si concentrerà sullo statuto dell'astrologia giudiziaria all'interno dei vari livelli di cultura e di pubblico implicati da Francesco da Barberino tanto nei Documenti, quanto nel complementare Reggimento. L'intento è quello di mostrare come l'opera barberiniana nel suo complesso agisca su vari fronti, tanto come riflessione teorico-dottrinale, quanto come manuale precettistico-formale, sfruttando pienamente le potenzialità linguistiche del volgare, del latino e dell'apparato figurativo.
ABSTRACT:
L’article analyse le volgarizzamento de l’Historia Romana d’Eutrope-Paul Diacre, transmis par un témoin unique de la Herzog-August-Bibliothek de Wolfenbüttel. Sont étudiés les rapports entre texte vernaculaire et tradition latine, les emprunts faits à l’Historia Miscella de Landulf Sagax et à d’autres sources, les particularités des divisions internes au manuscrit. La contribution se termine en évoquant l’importance de ce volgarizzamento dans le panorama des traductions romanes d’Eutrope-Paul Diacre.
FR: L’article analyse les contacts entre le sonnet Tant’à vertù ciascun, quant’à intelletto, attribué à Guido Novello da Polenta, et certains passages de L’Acerba de Cecco d’Ascoli. La production poétique des deux auteurs, qui adoptent des comportements opposés au regard de la Comédie de Dante, est caractérisée par de nombreuses incertitudes chronologiques et philologiques, surtout en ce qui concerne le sonnet, dont l’attribution à Guido est douteuse. Au moyen de l’analyse des problèmes textuels, mon but est celui de clarifier le rapport entre Cecco et Guido, ainsi que d’aider à la reconstruction de leur activité poétique.
ITA: Considerato dai critici un plagio del Paradiso o una poco originale imitazione della Commedia, il De honore mulierum di Benedetto da Cesena è una delle testimonianze del culto dantesco radicatosi in Romagna a metà Quattrocento. Il poema comprende 46 ‘epistole’ in terza rima, raggruppate in quattro libri; in esse si discute della natura amoris e, dopo una lunga serie di exempla tratti dalla storia e dalla letteratura, il poeta accede all’Empireo guidato dalla sua donna, ottenendo la redenzione dall’amore carnale mediante la poesia. Il modello dantesco è sicuramente preponderante, ma Dante non è l’unico poeta a cui il Cesenate si richiama implicitamente ed esplicitamente, e infatti grande peso rivestono anche gli storici antichi e i Trionfi di Petrarca. Questo contributo si propone dunque di fornire una prima rassegna delle fonti del poema e di indagare al contempo le strategie rielaborative delle opere di Dante e Petrarca e la funzione che tali autori ebbero nello strutturare il dettato del De honore mulierum a livello tematico, metrico, stilistico e narrativo. L’idea è quella di fornire qualche spunto per collocare il poema di Benedetto all’interno della cerchia dei poeti isottei, sottolineando la compresenza, ben poco usuale, dei modelli dantesco e petrarchesco in una medesima opera.
ITA: All’interno dei Rerum Vulgarium Fragmenta viene elaborata una specifica e originale topica amorosa che si avvale, in molti casi, dei lasciti della lirica precedente. Tra gli autori che furono presenti a Petrarca spicca sicuramente Cavalcanti, non solo per i copiosi prelievi testuali, ma anche perché la sua poesia costituiva un sicuro modello per quanto riguarda la fenomenologia dell’amore doloroso. Lo scopo di questo contributo è dunque quello di indagare se e in quale misura l’opera di Cavalcanti sia stata funzionale nella costituzione della poetica petrarchesca del dolore passando in rassegna la maniera in cui nel Canzoniere vengono rielaborate due peculiarità della poesia di Guido, ovvero il ruolo riservato al pianeta Marte nell’innamoramento e l’impiego della coppia rimica martiri : sospiri.
ITA: Il De honore mulierum è un poema in terza rima composto dal romagnolo Benedetto da Cesena e dedicato a Pandolfo, figlio di Sigismondo Pandolfo Malatesta e della sua amante, e poi terza moglie, Isotta degli Atti. L’opera si inserisce nel filone della cosiddetta letteratura isottèa e possiede finalità encomiastiche che rispecchiano pienamente gli interessi della cerchia di letterati che operavano nella corte malatestiana, tra i quali figurano Basinio da Parma e Roberto Valturio. La sua tradizione testuale, finora limitata a un prezioso testimone della Biblioteca Vaticana e alla princeps veneziana del 1500, si arricchisce ora di altri due manoscritti. Il presente contributo ha dunque lo scopo di segnalare le nuove acquisizioni relative al testimoniale del De honore mulierum e di collocarle nel contesto della produzione di codici alla corte di Sigismondo Pandolfo Malatesta, avanzando altresì qualche ipotesi preliminare sulla primissima ricezione dell’opera.
Lo studio dei componimenti profetici pone del resto diverse difficoltà di ordine filologico, letterario e storico, a causa dell’abbondante e complessa tradizione dei testi, della stratificazione e interazione dei modelli o dei generi utilizzati, nonché della difficoltà di comprendere la precisa funzione storica del discorso profetico, particolarmente in lingua volgare.
Il Seminario Web propone una serie di affondi su alcuni dei principali dossier profetici trecenteschi, relativi alla ricezione di Dante, all’esperienza poetica di Petrarca e al complesso mondo della dissidenza francescana, da Iacopone da Todi a Tomasuccio da Foligno.
Il seminario si terrà sulla piattaforma Google meet. Per assistere e partecipare alla discussione scrivere agli organizzatori, Lorenzo Geri (lorenzo.geri@uniroma1.it) e Michele Lodone (michele.lodone@unive.it), che provvederanno a inviare una mail di invito all’inizio di ogni sessione.
La scrittura storiografica è spesso intesa, durante il Medioevo, nel quadro di uno schema universale. Lo sguardo dello storico abbraccia il ciclo degli eventi dalla Creazione del mondo fino al presente. Malgrado la loro importanza e la loro diffusione, le cronache universali, in particolare in volgare, sono state poco studiate. Il convegno offrirà l'occasione di riflettere su questo genere inesplorato e sui problemi che scaturiscono dall'ambizione medievale di scrivere una storia universale.
Bologna e la Toscana hanno notoriamente rappresentato due poli della cultura italiana del Due e Trecento, non solo in virtù dell’estrema varietà e ricchezza della produzione letteraria, ma anche perché entrambi i territori sono stati teatro di avvenimenti politici che ne hanno profondamente mutato le sorti. L’eccezionalità di tale situazione fu in parte dovuta a una particolare congiuntura storica che vide, nell’arco di qualche decennio, l’avvicendarsi di personalità intellettuali poliedriche e di figure di spicco in un’area geografica relativamente poco estesa, ma parte della fioritura culturale di questa stagione fu anche dovuta alla mobilità degli intellettuali che operarono nelle due aree. Monte Andrea, Taddeo Alderotti, Francesco da Barberino, Cino da Pistoia, nonché lo stesso Dante, sono solo alcune delle figure che si mossero tra lo studium bolognese e la Toscana, traendo beneficio dalla situazione culturale, intellettuale di entrambi i luoghi e divenendo parte attiva nel loro tessuto politico e sociale. Il convegno intende dunque riunire studiosi provenienti da vari ambiti disciplinari (filologia, storia del diritto, linguistica, filosofia, paleografia) con l’intento di indagare su più fronti le peculiarità della situazione toscana e bolognese e, soprattutto, di metterne in evidenza gli aspetti dialettici. L’idea è quella di fornire qualche spunto non solo per ricostruire alcuni punti salienti della cultura italiana tra Due e Trecento nella loro pertinenza geografica, ma anche per mettere in luce le cause e i risvolti della translatio studii tra Firenze e Bologna in questo arco di tempo.
URL: https://www.rose.uzh.ch/de/forschung/kongresse/diesromanicusturicensis/diesromanicusX2019.html
Berardo Pio, Studenti fiorentini a Bologna sul finire del secolo XIII
Massimo Giansante, Istituzioni e società a Bologna nell’età di Dante
Daniele Bortoluzzi, Le relazioni tra Bologna e Firenze nell’età di Dante
Giuseppe Indizio, Dante a Bologna: un profilo storico-biografico
Giuliano Milani, Bologna nella biografia e nell’autobiografia di Dante
Enrico Fenzi, Dalla canzone Le dolci rime al l. IV del Convivio: continuità e novità in Dante commentatore di se stesso
2. Dante e i saperi petroniani
Massimo Medica, Dante e la miniatura bolognese al tempo di Oderisi da Gubbio e Franco Bolognese
Tommaso Duranti, Un nuovo sapere sull’uomo: la scuola medica bolognese ai tempi di Dante
Lorenzo Dell’Oso, Dispute bolognesi al tempo di Dante: un Quodlibet medico di Giovanni da Parma (Vat. Lat. 4452, 144r-v)
Francesca Galli, Bartolomeo da Bologna e Dante. Incontri mancati e possibili convergenze
3. La ricezione felsinea: dantismo e antidantismo
Roberto Lambertini, Vernani, la Monarchia e il Cancelliere. Alcune note su Frati Predicatori e ricezione di Dante a Bologna
Sara Ferrilli, Cecco d’Ascoli a Bologna tra i cultori di Dante
Mirko Volpi, «La finale caxone della ditta Comedia». Il Commento di Iacomo della Lana e la scelta del volgare
Giorgio Marcon, Dante a Bologna tra stilnovismo e rime «aspre
e petrose»
Francesca Roversi Monaco, I centenari e le metamorfosi della
memoria: Bologna
Le profezie in versi nel Trecento", a cura di Lorenzo Geri e Michele Lodone («Linguistica e Letteratura», XLV, 1-2, 2020, pp. 9-307)
Dialogheranno con gli autori:
Alessio Decaria, Università di Udine
Gian Luca Potestà, Università Cattolica di Milano
José Carlos Santos Paz, Universidade da Coruña
Università Ca’ Foscari Venezia - BIFLOW Project
9 settembre 2021, ore 17:00-19:00
link per iscriversi:
https://unive.zoom.us/meeting/register/tZYvf-yorjsrHdVIGsChhvLv_EaKUXDaCveZ
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Il volume prende in esame, con un approccio multidisciplinare, il dibattito in merito al libero arbitrio tra la fine del Medioevo e primi decenni del Cinquecento. Specialisti di storia del pensiero, storia della teologia ed italianistica conducono il lettore attraverso un gruppo ristretto ma significativo di casi di studio: dalla poesia lirica in volgare del Medioevo italiano (Sara Ferrilli) a Francesco Petrarca (Lorenzo Geri); dalla riflessione di Lorenzo Valla (Mariangela Regoliosi) alla sistemazione del dibattitto del primo Umanesimo in Giannozzo Manetti (Stefano Baldassarri); per arrivare ad Erasmo da Rotterdam (Pasquale Terracciano, Christian Houth Vrangbæk) e Martin Lutero (Anders-Christian Jacobsen). La storia secolare di uno dei nodi caratteristici del pensiero e della cultura occidentale è dunque affrontata concentrando l’attenzione nel passaggio dalla nascita dell’Umanesimo agli albori della Riforma. Seguire il dipanarsi del dibattito sul libero arbitrio permette, infatti, di affrontare da una prospettiva privilegiata sia testi notissimi, come l’erasmiano De Libero Arbitrio, che contributi meno noti ma altrettanto significativi.
STUDI E QUESTIONI – 1
16 febbraio 2023, Aula Archeologia
Dipartimento di Lettere e Culture Moderne
Facoltà di Lettere e Filosofia - Sapienza Università di Roma
Presentazione del volume di Sara Ferrilli, «Per raggio di stella» Cecco d’Ascoli e la cultura volgare tra Due e Trecento (Longo, 2022)
Intervengono con l’autrice:
Paolo Falzone
Lorenzo Geri
Marco Grimaldi
La natura interdisciplinare del volume imponeva una discussione a più voci, che coinvolgesse specialisti di storia del cristianesimo medievale, di filologia e letteratura italiana e di filologia mediolatina. Le pagine che seguono ospitano gli interventi dei tre relatori: Gian Luca Potestà, Alessio Decaria e José C. Santos Paz.