Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
La crisi e la sfida. pp. 128-137, CAGLIARI: Tema, ISBN/ISSN: 978-88-95505-26-8
Storia del paesaggio perduto.2014 •
Territori
Il paesaggio figuratoIl disegno è una potente forma di comunicazione in grado di attivare l'immaginario. Il volume affronta il tema della raffigurazione di paesaggio, in cui l'immagine è usata a fini descrittivi, e della prefigurazione di paesaggio, in cui il disegno è lo strumento per definire scenari. Le due azioni sono strettamente correlate: delineare la struttura del paesaggio – e il disegno a volo d'uccello appare una efficace modalità di rappresentazione – consente di desumere le regole costitutive ed evolutive, da cui necessariamente deriva l'individuazione delle regole di buon comportamento che permettono la conservazione e la trasformazione del paesaggio. Disegnare queste regole di azione può rivelarsi una operazione utile per ben orientare le trasformazioni poiché consente di comunicare, in modo semplice e diretto, le modalità con cui interveniamo nel nostro comune ambiente di vita.
Drena. Insediamenti e paesaggi dai Longobardi ai nostri giorni, G.P. Brogiolo, J. Sarabia (eds.), pp. 145-168
I paesaggi dell'incolto2016 •
Le tradizionali attività dell’incolto (pascolo, fienagione, taglio del bosco, ecc.) hanno rappresentato per la piccola comunità di Drena da sempre una forte risorsa di sostentamento economico. Attraverso una ricerca combinata, che comprendeva l’impiego della cartografia storica, delle ortofoto, del LiDAR e di ricognizioni, è stato possibile individuare sul campo le tracce di queste attività. Gli stessi strumenti hanno consentito di formulare ipotesi sui processi di cambiamento del paesaggio, concretizzati sia nella riconquista dell’incolto, documentata già dal Medioevo, sia nel successivo abbandono, avvenuto a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso. Per comprendere i meccanismi evolutivi del paesaggio, è stato preso come caso di studio l’area del Gaggio, una zona di pascolo molto importante soprattutto per la produzione dei marroni. Infine, incrociando i dati delle ricognizioni con le fonti archivistiche e le testimonianze orali, è stato possibile ricostruire le dinamiche e le reciproche relazioni nello sfruttamento dei pascoli presenti a malga Campo fin dal Basso Medioevo, andando a definire un quadro economico complesso quanto fondamentale per l’economia della comunità di Drena.
ARCHISTOR, vol. Extra 4/2018 T. Manfredi (a cura di), Voyage Pittoresque. I. Esplorazioni nell’Italia del Sud sulle tracce della spedizione Saint-Non
La fine del paesaggio2018 •
Nel Seicento la dimensione culturale della scoperta ha consentito di rappresentare la componente estetica del territorio italiano identificando nei passaggi obbligati dei viaggiatori del Grand Tour i luoghi delegati alla idealizzazione del suo paesaggio. Nella condizione contemporanea si mostra urgente una nuova rivelazione connessa al riconoscimento dell’attuale componente morfologica disposta dalla grande trasformazione del territorio operata nella seconda metà del Novecento. L’estinzione delle grandi urgenze della città moderna, i temi connessi alla limitatezza delle risorse, la dimensione ecologica, esautorando le proiezioni urbanistiche a lungo termine, hanno incluso le indagini sul territorio nella dimensione salvifica del paesaggio inglobando in essa la scala dell’architettura. Questa, privata della necessità di rispondere ad una precisa esigenza funzionale ha avvolto il suo statuto linguistico nell’inseguimento di modelli riflettenti le pratiche espressionistiche dell’arte confluenti in un grado zero della sua scrittura riconoscibile in una ricorrente estetica della sparizione della sua presenza sul territorio. Il sistema dei collegamenti infrastrutturali e le dovute sinergie con l’esistente, la messa in sicurezza dei suoli in riparo al dissesto idrogeologico del territorio, il contenimento della dispersione urbana con la conseguente rimodulazione delle aree di margine, il restauro del Moderno, la demolizione di ampi brani di costruito, il recupero dei centri storici collinari, la reinterpretazione del patrimonio archeologico in una accezione di fruibilità contemporanea, delineano le propedeuticità di una chirurgica discesa di scala in opposizione alle estensive, quanto aleatorie, politiche di salvaguardia prive di gerarchie di intervento. In tale quadro, dopo la lunga stagione ad appannaggio delle scienze che si occupano del territorio, auspicare una provocatoria fine del paesaggio consente di riposizionare le priorità applicative sulla scala dell’architettura per la collocazione di nuovi puntuali tasselli nel quadro della postmodernità.
Sintesi della Relazione presentata all’iniziativa "Quale Rinascita? Villasor: tra buona terra storia recupero", organizzata a Villasor Castello Siviller Lunedì 28 luglio dal Fondo Ambiente Italiano Sardegna (FAI)
Relazione introduttiva al Convegno "Il Valore del paesaggio" – Torino
Il Valore del paesaggio2001 •
Calvino dedica le Conferenze americane "..ad alcuni valori o qualità o specificità (della letteratura) che (mi) stanno particolarmente a cuore, cercando di situarle nella prospettiva del nuovo millennio” e parla poi, come sappiamo, di valori come la Leggerezza, la Rapidità, l'Esattezza, la Visibilità, la Molteplicità. Oggi, qui, vorremmo lavorare con lo stesso spirito: dare risalto alle specificità del paesaggio, esaminarne i risvolti teoretici ma anche operativi, che incidono nel comportamento quotidiano e sui nostri lavori. Del paesaggio vorremmo discutere il valore non tanto in assoluto quanto nelle qualità che emergono nel confronto con opportunità e scelte alternative, in quel bilancio logico o ideologico, intuitivo o considerato che comunque le pratiche quotidiane del territorio e del progetto ci obbligano ogni volta a sostenere. In esse il valore del paesaggio (nel senso di importanza per il ruolo che assume) si delinea da sé, per la sua implicita commisurazione con gli altri bisogni, con le scelte, con i piaceri che gli sono "concorrenziali" nell'uso del territorio. Infatti ormai il tema del paesaggio non solo si impone all’attenzione di svariate discipline di indagine e di rappresentazione come "luogo" dell'identità e motore della mobilità di intere comunità, ma è diventato anche asse di riferimento per gran parte delle strategie di azione sul territorio: le prospettive della sostenibilità, della salvaguardia della diversità, del controllo delle trasformazioni si misurano sempre più non solo con gli aspetti “strutturali” socioeconomici e dell’ecosistema ma anche con gli aspetti “culturali” e “politici” del paesaggio. Nella fase in cui nella pianificazione territoriale ed urbana e nei programmi di intervento complesso la parola d’ordine è “(ri)qualificazione”, l’impostazione paesistica consente di affrontare con un’ottica e una comprensione nuova temi progettuali di grande urgenza, quali quelli emergenti dai luoghi critici dell’abbandono (la “montagna”, gli “entroterra”), dell’anomia (il “periurbano”, l’”infrastrutturale”), del degrado (lo “sfruttato”, il “dismesso”). Tutto ciò comporta l'ingresso del tema del paesaggio nel mondo delle pratiche, dei progetti, delle trasformazioni guidate. E' anche per questo che improvvisamente il paesaggio diventa, anche per i tecnici ed i gestori del territorio, una risorsa oggetto di valutazione, del confronto operativo tra bilanci alternativi di vantaggi o di penalizzazioni: si esce dal sistema indiscutibile dei beni immateriali e incommensurabili e si entra in quello dei beni non indefinitamente disponibili ma limitati, deperienti, in qualche misura considerabili come risorse scarse. Proviamo quindi ad assumere il valore del paesaggio come centro di riflessione: si tratta di un'angolatura che probabilmente permette di considerare con una luce diversa sia il concetto di paesaggio che quello di valore: ciascuno dei due termini porta l'altro ai margini del proprio significato consolidato, lo obbliga a misurarsi con elaborazioni teoriche inusitate e con pratiche, che scopriremo di uso comune ma che abbiamo troppo poco analizzato e discusso. Possiamo forse definire il paesaggio stesso come risultato del processo di messa in valore culturale del territorio, come quel sistema di segni leggibili sul territorio e apprezzati da parte di ciascuno di noi singolarmente o come gruppo sociale o culturale (gli abitanti, gli amanti della natura, gli appassionati della montagna, del.....). Il territorio preesiste, in questa accezione, al paesaggio, il quale risulta come prodotto da una (s)elezione, da una valorizzazione culturale di parti rispetto ad un insieme indifferenziato. Sembra avvenire cioè per il paesaggio nei confronti del territorio (e dell’ambiente) ciò che Wittgenstein afferma avvenire per l’arte nei confronti della natura: “...l’arte ci mostra i prodigi della natura. Il suo fondamento è il concetto dei prodigi della natura. (Lo schiudersi di un fiore. Che cosa c’è di splendido in questo?). Si dice: ”Guarda come si schiude!”.. Ma se il paesaggio come l'arte è un medium, una mano che indica ciò che vale la nostra attenzione e la nostra significazione, e se questo è il valore culturale del paesaggio, in primo luogo ci interessa capire se e come il valore culturale si tramuta in valore economico, quali passaggi più o meno controllati portano quel processo selettivo e di sottolineature, tutto soggettivo e simile a quello artistico, a definire un prodotto utilizzabile come risorsa, come bene da scambiare per ottenere altri beni, condivisibile con una comunità che in qualche misura ne fa non solo uso ma anche commercio. In secondo luogo ci interessa entrare nel merito, non solo capire i meccanismi di traduzione del paesaggio da bene a risorsa, ma anche capire i criteri che ce lo hanno fatto preferire, le Qualità per dirla con Calvino, del paesaggio a cui teniamo. Per saperne di più visita: https://landscapefor.eu/
Tra Cultura, Diritto e Religione. Sinagoghe e cimiteri ebraici in Lombardia, a cura di Stefania T. Salvi, pp. 315-351, per le parti da me redatte relative alle provincie di Milano, Bergamo, Como e Varese pp. 317-328, 330 e 351
I luoghi scomparsi2013 •
Classical Continuum
MASt Spring Seminar (2022): (Re)Configuring Linear A & Digital Configurations2023 •
Undergraduate Research Journal
The seen and unseen: How the image of Medusa in art reflects women in law and society2021 •
37 Harvard Human Rights Journal, 47-79
Should Feminists be Worried about Impunity?2024 •
International Journal of Project Management
Does Agile work? — A quantitative analysis of agile project success2015 •
Journal of Material Cultures in the Muslim World, Volume 4
The Merchant's Lamp and the Sufi's Drum: Two Tales of Mediaeval Damascus, p. 78-962023 •
Matthieu est-il plus juif que Luc? (Judaïsme ancien/Ancient Judaism)
MATTHIEU EST-IL PLUS JUIF QUE LUC (pre-print edition)Books as Technolgical Materpieces, in: Ancient Herat Vol. 3, ed. by Ute Franke and Martina-Müller Wiener
Books as Technological Masterpieces2016 •
Türk Dünyası Araştırmaları
Ahmet Emi̇n Yalman’In “Kizil Ruhlu Kara Kuvvet” Yazisi Ve Konya'Daki̇ Aki̇sleri̇2021 •
American Journal of Physiology-heart and Circulatory Physiology
Polyethylene glycol-conjugated superoxide dismutase in focal cerebral ischemia-reperfusion1993 •
Journal of Biomedicine and Biotechnology
Novel HLA Class I Alleles Associated with Indian Leprosy Patients2003 •
Revista Universo Contábil
Non-Audit Services and Auditor Independence in an Environment of Low Investor Protection2016 •
International Journal of Infectious Diseases
β-glucan composition in Candida albicans wall is relevant to promote inflammatory reaction during the curse of vulvovaginal Candidiasis2018 •
Journal of Adolescent Health
Three Decades of Research: The Case for Comprehensive Sex Education2021 •