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2023, Materiali e Strutture n. 23
Il complesso architettonico dell’Università degli Studi di Trieste (1938-1950). Una vicenda di lungo periodo fra costruzione, sospensioni, riprese Le complesse vicende costruttive dell’edificio principale dell’Università di Trieste che si svolgono a partire dal il 1938 e il 1950 sono contrassegnate da cambiamenti radicali connessi alla specificità della storia della città che dopo l’8 settembre 1943 entrò a far parte del Terzo Reich, subì il trauma dell’occupazione da parte delle truppe yugoslave che si concluse con la creazione del Territorio Libero di Trieste amministrato dal Governo Militare Alleato, prima del definitivo passaggio all’Italia nel 1954. Il complesso universitario fu ideato ispirandosi al disegno magniloquente e totalitario del periodo del fascismo che in Trieste aveva individuato l’avamposto dell’italianità posta ai sacri confini della patria, ruolo che trovava nella costruzione della sede universitaria la soluzione di un sogno che la città aveva lungamente perseguito. In questo periodo di tempo i progettisti, gli architetti Umberto Nordio, Raffaello Fagnoni e con l’ingegnere Enrico Bianchini, dovettero affrontare e risolvere questioni architettoniche complesse, legate agli aspetti materico costruttivi, strutturali, decorativi e di arredo; aspetti che risentirono dello scenario profondamente mutato nel quale gli stessi progettisti avevano ideato l’edificio “monumentale” che dovette essere adattato dagli stessi a cambiamenti di assetti funzionali e decorativi legate a nuove esigenze d’uso e di figuratività. Dal 1950 ad oggi l’edificio, che si staglia nella sua compagine monumentale nel paesaggio triestino, si caratterizza per la presenza di una costellazione di “segni” legati a diverse cornici di senso: l’usura del rivestimento lapideo dei perimetrali esterni e dei serramenti originali; l’impatto figurativo nelle facciate degli elementi necessari alla climatizzazione interna e alla sostituzione dei serramenti, esterni ed interni; la trama delle nuove canalizzazioni per renderlo adeguato alle mutate esigenze prestazionali di una sede universitaria; le aggiunte per delimitare nuovi spazi. Una stratificazione di adattamenti, anche minimali, che si è inserita nel complesso architettonico con diverso grado di impatto e di riverbero sulla poetica del linguaggio architettonico che lo ha generato: una stratificazione da indagare e comprendere nel suo essere segno che “arricchisce” o segno che “ferisce” un’architettura che vive nel suo spazio e nel suo tempo.
Quando l’ornamento non è delitto: la decorazione in Sicilia dal Tardogotico al Novecento, a cura di Alessandra Buccheri e Giulia Ingarao, Palermo, Istituto Poligrafico Europeo 2020, pp. 139-156
L’Aula Magna dell’Università di Palermo: cronistoria di un cantiere decorativo (1928-1938)2020 •
Quaderni dell’Istituto di Storia dell'Architettura. n.s., 2018. Le nuove sedi universitarie e la città. Anno di Edizione: 2018 Edizione: L'ERMA di BRETSCHNEIDER Collane: Quaderni dell'Istituto di Storia dell'Architettura., ISBN: 978-88-913-1691-2 Rilegatura: Brossura Pagine: 124 Formato: 22 x 32 cm SOMMARIO Fabio Mangone, Massimiliano Savorra Prima della Città degli Studi di Roma. Le strategie per ledilizia universitaria nellItalia liberale e un progetto esemplare Piero Cimbolli Spagnesi Fino a La Sapienza. Fondamenti normativi dellinsegnamento dellarchitettura a Roma e in Italia, 1871-1935 Paolo Nicoloso Un faro della civiltà latina: la Città Universitaria di Rio de Janeiro di Piacentini e Morpurgo. 1935-1946 Antonella Greco Ora non ho più da fare. Riflessioni su Marcello Piacentini: Roma, la Città Universitaria, la rinascita dellEUR Bartolomeo Azzaro Progetti e nuove opere per la Città Universitaria di Roma 1930-1960
IUAV. Didattica dell'architettura dal 1926 al 1963 (IUAV. Learning architecture in Venice.1926 al 1963) Dal 1945 al 1964 la Facoltà di Architettura di Venezia acquisisce la propria identità e la lega in maniera indissolubile alla figura di Giuseppe Samonà. Ma identificare la scuola di Venezia solo con la sua figura, non dà il senso e la ragione della complessità del suo stesso progetto didattico. Lo studio apre quindi l’indagine agli intrecci dei contributi spesso ritenuti minori, offerti dalle differenti personalità chiamate dallo stesso Samonà ad insegnare a Venezia. In particolare ci si sofferma su coloro che, formatisi nell’ambito della cultura veneziana e della sua Accademia di Belle Arti, hanno saputo trasfigurarne nella contemporaneità i valori di tradizione e specificità. In questa storia la città di Venezia, ambito operativo di molte esercitazioni didattiche, diventa il teatro di questo complesso gioco di intrecci che hanno permesso alla scuola di porsi al di là di ogni presupposto da lei stessa prodotto, di ogni contingenza seppure analiticamente dettagliata, di ogni tendenza su cui allinearsi,una scuola capace di radicare l’innovazione nel proprio contesto storico e formale, ed in questo ancora oggi, esemplare. Il testo sviluppa inoltre una sezione di apparati scientifici contenente le interviste a ex-studenti divenuti i più noti docenti dell'istituto veneziano: da Egle Renata Trincanato, a Valeriano Pastor, da Luciano Semerani a Gianugo Polesello.
2016 •
This paper attempts to analyse archival photographs related to Venezia Giulia and Istria, which are preserved in the photo archive Antonio Morassi of the Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali, Ca’ Foscari. The aim is giving relevance to the action of the ‘Ufficio Belle Arti e Monumenti’ of the superintendence of Trieste, where Antonio Morassi was employed at that time, providing a documentary evidence of it through these photographs, which were taken from 1920 to 1925.
Cien Anos del Palacio Valle obra de Arnaldo Barison y Renato Schiavon. Contextos historico-artisticos del patrimonio de la Pontificia Universidad Catolica de Valparaiso
1900 architettura a Trieste2018 •
Nella città di Trieste che Arnaldo Barison lascia nel 1907 per andare a cercare occasioni di lavoro oltreoceano che troverà in Cile, sono in corso di costruzione o appena ultimati alcuni edifici che presentano elementi riferibili al Liberty, il linguaggio architettonico del nuovo secolo che a Vienna contraddistingue le opere di grandi architetti quali Otto Wagner, Joseph Hoffmann, Joseph Maria Olbrich, Max Fabiani, straordinari interpreti di una ricerca in termini di linguaggio espressivo e tecnico che proietta la capitale dell’Impero austro-ungarico in una dimensione internazionale.
Architettura dell’ospitalità in Italia tra Ottocento e Novecento
Architettura dell’ospitalità nella Trieste Mitteleuropea tra XIX e XX secolo, in A. Fiadino - G. Zucconi (a cura di), Architettura dell’ospitalità in Italia tra Ottocento e Novecento, collana “Studi e Ricerche in architettura”, v. 12, Gangemi editore, Roma 2020, pp. 71-80.2020 •
I numerosi cambiamenti introdotti nella società civile dal progresso tecnologico e dall'intensificarsi delle comunicazioni con gli altri paesi, dall'incremento della ricchezza e dal bisogno di maggiori comodità «stimolarono naturalmente l'organismo alberghiero – scriveva Luigi Piccinato nel 1925 – a darsi un particolare sviluppo, accrescendone l'importanza nei riguardi dell'economia cittadina». Dalla seconda metà dell'Ottocento e fino alle soglie della seconda guerra mondiale, infatti, l'architettura per l'ospitalità, intesa nella sua accezione più ampia rispetto al concetto di albergo tradizionale, attraversò una fase di grandi trasformazioni dando prova della capacità di adeguarsi tempestivamente alle esigenze della vita contemporanea. Attorno a questo tema, esaminato in rapporto alle sue molteplici relazioni con il contesto urbano, con il paesaggio naturale, con le esigenze estetiche e funzionali e con l'evoluzione dei costumi e del gusto del tempo, si articolano i contributi raccolti in questo volume la cui finalità è quella di offrire riflessioni sull'argomento e di stimolare l'interesse per nuove ricerche. Saggi di: Guido Zucconi, Ewa Kawamura, Marcello Villani, Roberto Parisi, Claudio Mazzanti, Federico Bulfone Gransinigh, Adele Fiadino, Carolina De Falco.
in «Il segno delle esposizioni nazionali ed internazionali nella memoria storica delle città, Storia dell’Urbanistica. Annuario nazionale di Storia della Città e del Territorio
Il Concorso Nazionale di Architettura per l'Expo del 1911: Sistemazioni urbane e testimonianze edilizie nella zona d'espansione oltre il Tevere e nei Prati di Castello.2015 •
Il Piano Regolatore del 1909 voluto dalla giunta del sindaco di Roma Ernesto Nathan, prevede zone d’espansione oltre la città storica. Una parte del Piano è finalizzata a sfruttare convenientemente una notevole occasione offerta alla città, l’Esposizione internazionale del 1911 per il cinquantenario della nascita della nazione. Con l’Expo la città si trasforma. Ci interesserà qui ricordare principalmente le modifiche al tessuto urbano che permarranno sul territorio anche dopo la chiusura della celebrazione. Tra le aree oggetto di grandi mutamenti, oltre la città costruita, due sono le zone fortemente interessate: l’area di Valle Giulia e la zona compresa tra l’ansa del fiume sulla riva destra, la piazza d’Armi, i Prati di S. Pietro e i Prati di Castello; proprio di quest’ultima zona si osserveranno gli accadimenti urbanistici. Con il Concorso Nazionale di Architettura sono definite le aree oggetto di interesse e le tipologie edilizie da adottare: esse variano dal villino, alle case d’affitto, all’intensivo per le classi meno abbienti. Nel breve periodo di due anni, prima dell’apertura dell’Esposizione, si costruiranno ponti, si disegneranno piazze, si definiranno tracciati viari e interi quartieri, opere di urbanizzazione ed aree verdi. I quartieri che ne scaturiranno, nonostante alcune contraddizioni, saranno aree molto apprezzate, poichè ben progettate, per molti anni a venire.
La raffigurazione della gigantomachia nei templi sicelioti
UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI TORINO Corso di Laurea triennale in Scienze dei beni culturali archeologici e storico artistici (ordinamento ex D.M. 509/99).2018 •
ABSTRACT TESI Nel presente lavoro vengono presi in esame alcuni rilievi di scultura architettonica templare della Sicilia di età greca provenienti dai tre templi della collina di Marinella di Selinunte, dall’Olympieion di Agrigento ed infine un torso di guerriero maschile ritrovato nei pressi di quest’ultimo. Si ipotizza che le sculture potevano far parte di episodi legati al mito della gigantomachia. Tuttavia il mito, oltre a rappresentare la lotta fra l’ordine e il caos, proprio in ragione della sua comprensione immediata ed istantanea, poteva essere destinato a veicolare anche altri messaggi, in quanto già radicato e consolidato nella coscienza del cittadino di una polis. Così prima di analizzare la documentazione materiale, sulla base della storiografia antica e delle evidenze archeologiche mi sono orientata ad illustrare le due polis dal punto di vista storico e politico. A Selinunte s’instaura la tirannide di Terone, che secondo Polieno era figlio di un certo Milziade, a partire dalla metà del VI secolo e quella di Pitagora intorno all’ultimo quarto del VI secolo, successivamente ad Agrigento, intorno ai primi decenni del V secolo si afferma la tirannide Emmenide. La forte rivalità tra le due città portò allo scontro di Himera del 480 a.C., dove dalla parte dei vinti c’erano Selinunte e i Cartaginesi, mentre da quella dei vincitori proprio i tiranni di Agrigento e Siracusa. Successivamente vengono analizzati degli edifici di culto dal punto di vista architettonico e cronologico, e ciò ha permesso di rilevare delle analogie tra essi, ma anche delle peculiarità locali. Dopo di che vengono descritti i rilievi dal punto di vista stilistico e iconografico, così anche in questo caso si possono riscontrare delle corrispondenze molto evidenti, trovando talvolta dei collegamenti con la madrepatria. Così valutando tali analogie e le vicende storiche che contraddistinsero le due polis, si potrebbe avvalorare l’ipotesi molto recente che intravede nella raffigurazione del mito l’espressione di una propaganda politica, che però all’epoca, con molta probabilità doveva avere delle sfaccettature talmente ampie da lasciare ancora oggi diverse interpretazioni ed interrogativi.
Conferinţa ştiinţifico-practică internaţională "Ştiinţă. Еducaţie. Сultură" = Международная научно-практическая конференция "Наука. Образование. Культура"
К ВОПРОСУ О НОВОМ МЕХАНИЗМЕ ВОЗМЕЩЕНИЯ НДС И АКЦИЗОВ ИЗ БЮДЖЕТА АВТОНОМНО-ТЕРРИТОРИАЛЬНОГО ОБРАЗОВАНИЯ ГАГАУЗИЯ, РЕСПУБЛИКА МОЛДОВА.2024 •
Drug Discovery Today: Disease Models
Model systems for papillomavirus-associated skin disease2020 •
British Journal of Psychiatry
Should Plasma or Urinary MHPG be Measured in Psychiatric Research? A Critical Comment1986 •
Materials
Flexural Strength of Preheated Resin Composites and Bonding Properties to Glass-Ceramic and Dentin2016 •
AIP Conference Proceedings
Solvation and glass transition in supercooled organic solutions of alkaline perchlorate and alkaline tetrafluoroborate2013 •