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Collana di Scienze Sociali 20 Emiliano Bevilacqua, Valentina Cremonesini, Corrado Punzi, Marta Vignola (a cura di) MICHEL FOUCAULT. TEORIE, CONVERGENZE, PRATICHE Michel Foucault. Teorie, convergenze, pratiche Emiliano Bevilacqua, Valentina Cremonesini, Corrado Punzi, Marta Vignola (a cura di) Copyright © 2023 Tangram Edizioni Scientifiche via dei Casai, 6 – 38123 Trento www.edizioni‑tangram.it – info@edizioni‑tangram.it Prima edizione: dicembre 2023 – Printed in the EU ISBN: 978‑88‑6458‑262‑7 Isegoria – Collana di Scienze Sociali – NIC 20 Direzione: Mariano Longo, Gianpasquale Preite Comitato scientifico editoriale Humberto Bergmann Ávila, Universidade Federal do Rio Grande do Sul, Brazil Giuseppe Cascione, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Italia Jorge Douglas Price, Universidad Nacional Comahue, Argentina Giuseppe Gioffredi, Università del Salento, Italia Teodoro Yan Guzman Hernández, Universidad de La Habana, Cuba Donato A. Limone, Università TELMA “La Sapienza” Roma, Italia Mariano Longo, Università del Salento, Italia Carlos Padrós Reig, Universidad Autonoma de Barcelona, España Stefano Petrucciani, Università “La Sapienza” Roma, Italia Fabio Pollice, Università del Salento, Italia Gianpasquale Preite, Università del Salento, Italia Antonella Rinella, Università del Salento, Italia Teresa Serra, Università “La Sapienza” Roma, Italia André Ramos Tavares, Pontifícia Universidade Católica de São Paulo, Brazil Pierre Teisserenc, Université Paris XXIII, France Antonio Tucci, Università degli Studi di Salerno, Italia Ughetta Vergari, Università del Salento, Italia Anderson Vichinkeski Teixeira, Universidade do Vale do Rio dos Sinos, Brazil Marta Vignola, Università del Salento, Italia Responsabile di redazione: Maria Lucia Tarantino Comitato di redazione: Luca Antonazzo, Anna Di Bello, Roberto Franco Greco, Patrizia Miggiano, Michela Trinchese, Riccardo Zappatore, Matteo Jacopo Zaterini Si ringrazia Simona De Carlo per la collaborazione all’editing. In copertina: Michel Foucault engraving portrait, Shutterstock Collana peer review sottoposta a valutazione scientifica. Il regolamento e la programmazione editoriale sono pubblicati sul sito dell’editore all’indirizzo www.edizioni‑tangram.it/isegoria Pertinenza disciplinare e settori ERC (European Research Council): La Collana Isegoria pubblica opere pertinenti e/o affini ai Settori ERC SH: Social Sciences and Humanities del Consiglio Europeo della Ricerca, https://erc.europa.eu. In particolare le fasi di revisione interessano i seguenti ambiti disciplinari: SH1 Individuals, institutions and markets SH1_5 Political economy, institutional economics, law and economics SH1_9 Competitiveness, innovation, research and development SH1_12 Public economics SH1_14 History of economic thought, quantitative economic history SH2 Institutions, values, beliefs and behavior SH2_2 Social policies, work and welfare SH2_5 Democratization, social movements SH2_7 Political systems and institutions, governance SH2_8 Legal studies, constitutions, comparative law, human rights SH2_9 Global and transnational governance, international studies SH2_10 Communication networks, media, information society SH2_11 Social studies of science and technology SH3 Environment and society SH3_1 Environment, resources and sustainability SH3_5 Population dynamics, health and society SH3_10 Urban studies, regional studies SH3_11 Social geography, infrastructure SH3_12 Geo‑information and spatial data analysis SH6 The study of the human past SH6_6 Modern and contemporary history SH6_8 Social and economic history SH6_10 History of ideas, history of sciences and techniques SH6_12 Historiography, theory and methods of history L’etichetta FSC® garantisce che il materiale utilizzato per questo volume proviene da fonti gestite in maniera responsabile e da altre fonti controllate Introduzione 11 Emiliano Bevilacqua, Valentina Cremonesini, Corrado Punzi, Marta Vignola Clinica e follia. Delle implicazioni sociologiche della ricerca foucaultiana 21 Emiliano Bevilacqua Microfisica del potere, soggetto e libertà 33 Gianpasquale Preite e Ughetta Vergari Spazio e Biopolitica: la città come dispositivo di potere 57 Valentina Cremonesini Opinione pubblica come paradosso: un soggetto assoggettato 77 Corrado Punzi Michel Foucault e Boaventura de Sousa Santos. Un confronto critico 97 Marta Vignola Foucault e Luhmann. Una lettura congiunta su potere e verità 117 Stefano Magnolo La questione del soggetto in Michel Foucault e la sua influenza sulle teorie femministe contemporanee 133 Camilla Gaiaschi Soggettività e saperi nel pensiero nomade 153 Concetta Lodedo La concezione habermasiana della natura umana e il biopotere in Foucault. Miti, fondamenti normativi e biotecnologie Irene Strazzeri 177 Guerra, Biopotere e Disciplinamento. Dispositivi del fenomeno migratorio italiano contemporaneo 191 Katia Lotteria Radicalizzazione del potere disciplinare tra spazi “reali” e spazi “virtuali” 207 Giuseppe Gaballo Intervista impossibile a Michel Foucault, su Las Meniñas e Le parole e le cose 227 Stefano Cristante Biografia dei curatori 237 MICHEL FOUCAULT. TEORIE, CONVERGENZE, PRATICHE Introduzione Emiliano Bevilacqua, Valentina Cremonesini, Corrado Punzi, Marta Vignola Questo libro nasce come tributo alla germinazione che il pensiero di Michel Foucault ha suscitato nella comunità sociologica nata e cresciu‑ ta attorno al polo accademico dell’Università del Salento. Nella asso‑ luta poliedricità di interessi, percorsi di ricerca, carriere accademiche e destini personali che contraddistingue questa comunità, il pensiero di Michel Foucault ha rappresentato un interesse comune costante. Occorre tornare all’anno accademico 1987‑1988 per datare la fonda‑ zione di questo terreno comune, quando il professor Marcello Straz‑ zeri, sociologo, intellettuale e uomo politico salentino, diede vita a un seminario organizzato dalla sua cattedra di Sociologia della Cono‑ scenza della facoltà di Magistero dell’allora Università di Lecce. L’o‑ biettivo fu fin da subito quello di tracciare alcuni percorsi foucaultia‑ ni a partire dalla nuova direttrice di analisi che il filosofo francese ave‑ va individuato nel rapporto tra campi del potere e campi del sapere. Il seminario generò un dialogo interdisciplinare che portò nel 1990 al‑ la pubblicazione, a cura di Marcello Strazzeri, del volume Potere, Stra‑ tegie discorsive, Controllo sociale. Percorsi foucaultiani. La curatela eb‑ be il merito non solo di portare i temi foucaultiani al centro del dibat‑ tito accademico salentino, allora ancora sovraccaricato da una lettura esclusivamente polarizzata delle dinamiche del potere e dalla centrali‑ tà della produzione e del capitale; ma anche e soprattutto di imposta‑ re un modo di rapportarsi al filosofo francese. L’idea del “percorso in‑ terno alla molteplicità dei possibili approcci” (Strazzeri 1990, 6) all’o‑ pera del filosofo francese ha rappresentato dunque un “meta‑discorso” 11 attraverso cui, più che ragionare intorno a Foucault, si è voluto volge‑ re lo sguardo, a partire da Foucault, verso nuove linee di interpretazio‑ ne della contemporaneità. A distanza di poco più di un decennio, nel 2003, quei percorsi fou‑ caultiani sono stati poi riattraversati, con l’obiettivo di testarne “l’uti‑ lizzabilità epistemologica di fronte all’insorgere delle più inquietan‑ ti questioni della nostra epoca” (Strazzeri 2003, 8). La pubblicazione di Potere, Strategie discorsive, Controllo sociale. Percorsi foucaultiani II consentì di sedimentare definitivamente quel terreno di confronto che Foucault costituisce ancora nella nostra comunità accademica. Non si tratta di un’adesione al pensiero del francese, ma di un processo di in‑ filtrazione, che, pur non disdegnando paesaggi teorici e di ricerca deli‑ mitati, apre lo sguardo verso traiettorie e percorsi nuovi. La curatela che qui presentiamo vuole dunque rappresentare anche un tributo, a distanza di vent’anni dalla pubblicazione degli ultimi per‑ corsi foucaultiani, a quel progetto di individuazione di nuovi campi di ricerca e nuove traiettorie, a partire dall’opera foucaultiana. Il volume raccoglie i contributi di studiose e studiosi accomunati dalla riflessione teorica sul patrimonio concettuale di Michel Foucault e dalla sua adozione come strumento d’analisi dei temi specifici del‑ le proprie ricerche. A quasi quarant’anni dalla scomparsa del filosofo francese, il volume vuole mostrare come il suo pensiero continui a co‑ stituire una cornice interpretativa particolarmente efficace per osserva‑ re i problemi più rilevanti della contemporaneità e per produrre nuo‑ ve convergenze teoriche e interpretative all’interno delle teorie socia‑ li contemporanee. Teorie, convergenze e pratiche foucaultiane che possano dunque contribuire a disvelare nuovi aspetti e nuove contraddizioni, nuo‑ ve prospettive di studio e campi di analisi, nuove cartografie del vasto progetto di storia del presente che l’opera di Foucault chiama a con‑ durre. Ogni autrice e autore di cui qui raccogliamo il contributo riflette sul‑ le questioni teoriche di suo interesse e specifiche della propria discipli‑ na; in alcuni casi l’analisi discende direttamente nell’opera del filosofo francese estraendo dal materiale foucaultiano elementi teorici rilevan‑ ti nel dibattito sociologico e politologico. In altri casi, l’accesso all’ope‑ 12 ra di Foucault è indiretto, attraverso la forma del dialogo, del confron‑ to critico. Ancora una volta, l’obiettivo è quello di mettere alla prova il pensiero di Foucault, nel tentativo di allargare la prospettiva d’analisi della realtà sociale. Mostrarne l’attualità e le svariate possibilità di de‑ clinarlo al presente. La prima parte del volume è dedicata alla ricostruzione di alcuni dei grandi temi teorici che caratterizzano l’opera del filosofo francese, mo‑ strandone la centralità anche nella lettura del presente, mentre la se‑ conda discute pratiche e convergenze che dall’opera foucaultiana de‑ rivano. La prima parte si apre con Clinica e follia. Delle implicazioni sociologi‑ che della ricerca foucaultiana, saggio in cui Emiliano Bevilacqua discute l’influenza dell’archeologia foucaultiana sulla teoria e la ricerca socia‑ le, enfatizzando la critica del filosofo francese al soggetto ipersocializ‑ zato che ha plasmato la nascita della sociologia e la sua presa di distan‑ za dalla filosofia sociale. Tanto le indagini sulla follia quanto quelle sul‑ la clinica, da questo punto di vista, più che tasselli di una transizione a uno strutturalismo epistemico risaltano come inviti a un’interpretazio‑ ne storico‑sociale dei rapporti di potere‑sapere, così da osservare lo spa‑ zio delle rappresentazioni e delle pratiche come il luogo d’elezione per i conflitti e le mediazioni che costituiscono la trama della vita sociale. Il contributo conclude collocando il momento genealogico dell’opera foucaultiana all’interno di questa lettura, in cui i processi di soggetti‑ vazione richiamano più direttamente i processi culturali che attraver‑ sano istituzioni e individui della contemporaneità. Oggetto principale del saggio Microfisica del potere, soggetto e liber‑ tà di Gianpasquale Preite e Ughetta Vergari, sono i concetti di pote‑ re e di soggetto così come emergono dall’elaborazione foucaultiana. In particolare, la definizione di un potere “microfisico”, che si esercita in maniera mobile e mai statica o unidirezionale, fa sì che esso non sia qualcosa che si può possedere, ma solo esercitare attraverso infinitesi‑ mali rapporti di forze che dal basso vanno a investire le forme di sape‑ re e la produzione di soggettività. In altri termini, il potere non si de‑ tiene, perché esso transita attraverso gli individui, i quali sono sempre posti nella condizione sia di subirlo che di esercitarlo. Questo lavoro si propone, dunque, di analizzare il passaggio dalla modernità avanza‑ 13 ta alla modernità contemporanea, dove si moltiplicano le prospettive teoriche che indagano la microfisica del potere, senza trascurare l’ere‑ dità teorica di Marx. Il saggio di Valentina Cremonesini, dal titolo Spazio e Biopolitica: la città come dispositivo di potere, introduce la prospettiva dello spazio nella lettura dell’opera di Michel Foucault. A partire dall’indicazione, presente nel filosofo francese, della necessità di scrivere una storia dello spazio che fosse al tempo stesso una storia del potere, il saggio ripercorre diagonalmente l’opera di Foucault, soffermandosi in particolare sulla fase di elaborazione del concetto di governamentalità che l’autore con‑ duce nelle lezioni al Collège de France nella seconda metà degli anni ‘70. L’obiettivo dell’autrice è quello di mostrare come la governamen‑ talità che prende vita nel quadro della più generale riorganizzazione biopolitica delle società moderne occidentali sia, fin da subito, anche e soprattutto una questione di spazio, nella forma della dislocazione della popolazione all’interno della struttura urbana. Da questo pun‑ to di vista le città biopolitiche contemporanee sarebbero un ulteriore dispositivo di potere che l’analisi foucaultiana contribuisce implicita‑ mente a far emergere. Conclude la parte dedicata alle teorie il contributo di Corrado Pun‑ zi, dal titolo Opinione pubblica come paradosso: un soggetto assoggettato. L’autore decostruisce le rappresentazioni classiche dell’opinione pub‑ blica come sostegno normativo della democrazia e la conseguente idea della modernità come progetto incompiuto. Punzi utilizza parte del‑ la riflessione foucaultiana sulla governamentalità biopolitica per evi‑ denziare come il filosofo francese abbia mostrato i paradossi dell’illu‑ minismo, ossia la retorica vuota di un progetto classista che si è perfet‑ tamente realizzato, in una rivoluzione educata, che ha concesso libertà e sovranità al popolo soltanto dopo averlo disciplinato. Combinando il pensiero economico utilitarista e quello religioso del pastorato cri‑ stiano, la politica moderna ha potuto dimostrarsi più umana, occul‑ tando il suo essere, in realtà, una nuova economia del potere. In que‑ sto modo, siamo di fronte a un nuovo e più ampio paradosso: quello di un biopotere che può assecondare i bisogni della popolazione perché prima li produce, fabbricando anche l’identità di quel presunto nuovo soggetto politico definito opinione pubblica. 14 Nella parte dedicata alle convergenze e alle pratiche, i materiali fou‑ caultiani vengono messi in dialogo con alcune delle teorie politiche e giuridiche contemporanee più importanti. Dialoghi possibili dentro una convergenza diretta rispetto alla visione critica del potere e delle forme di resistenza a esso; ma anche dialoghi indiretti, dentro un qua‑ dro di problematiche centrali nella decostruzione degli aspetti fonda‑ tivi del vasto processo di istituzionalizzazione discorsiva del sociale. Lo sguardo foucaultiano diviene, infine, pratica concreta, nell’analisi dei discorsi e delle nuove tecnologie di potere che chiamano in causa la ri‑ produzione tecnica della vita, la gestione della “razza” e lo slittamento della dimensione immanente della realtà dentro la cornice del virtuale. Sul versante delle convergenze dirette, il saggio di Marta Vignola ha scelto di immaginare un dialogo tra Boaventura de Sousa Santos e Mi‑ chel Foucault. Nel contributo, dal titolo Michel Foucault e Boaventura de Sousa Santos. Un confronto critico, l’autrice analizza alcuni segmen‑ ti delle loro analisi come la questione del potere, dei saperi e delle re‑ sistenze. Due pensatori critici che in tempi storici diversi hanno con‑ tribuito a una messa in discussione della società e delle sue istituzioni, praticando forme di radicalità fisica e intellettuale nella decostruzione del reale, come dato ontologico e immutabile, e non come risultato di una genealogia che la modernità ha imposto come unica forma di pre‑ sente possibile. Ciò che appare in entrambi prossimo nella lettura del presente è soprattutto la critica a una forma tradizionale del potere. Ci parlano di forme di dominio “produttive” molteplici che si esprimo‑ no in differenti relazioni, istituzioni, dinamiche sociali. La separazio‑ ne tra il potere e il sapere è un’illusione per entrambi; tra la conoscen‑ za e le cose che questa intende conoscere può esserci solo una relazio‑ ne di rottura, forza, dominio. Le sfide che emergono dai loro studi, ca‑ ratterizzati da un’uguale inquietudine nei confronti della realtà, sono spesso rivolte a un’analisi delle istituzioni che attraverso forme di pote‑ re‑sapere, producono processi di soggettivazione. Entrambi gli autori svelano le crepe, le fessure, le cesure, le interruzioni entro cui il raccon‑ to del reale – come dato immutabile, ontologico, storicamente deter‑ minato – può invece essere decostruito. Sul piano della convergenza si colloca anche il contributo di Stefa‑ no Magnolo, dal titolo Foucault e Luhmann. Una lettura congiunta su 15 potere e verità. Oggetto di interesse ormai consolidato, il rapporto in‑ diretto tra l’elaborazione di Foucault e quella di Luhmann, viene nel saggio declinato dall’autore a partire da una lettura parallela delle ope‑ re La verità e le forme giuridiche del filosofo francese e Procedimenti giuridici e legittimazione sociale del sociologo tedesco. La scelta è sta‑ ta fatta in relazione alla vicinanza delle tematiche trattate, dove le for‑ me giuridiche di Foucault, per quanto attiene ai metodi di ricerca del‑ la verità, sono i procedimenti giuridici di Luhmann, quando si riferisce in particolare al procedimento giudiziario. Da questa vicinanza tema‑ tica, in qualche modo, il saggio vuole far emergere anche una singola‑ re convergenza nella comprensione del potere e della verità nel pensie‑ ro dei due autori. Ulteriore passaggio centrale è rappresentato dal dialogo aperto tra Foucault e gli studi di genere attorno al tema della soggettività e del processo di costruzione sociale dell’identità sessuale occidentale. Un elemento d’analisi che ha generato una moltiplicazione di prospetti‑ ve che hanno intersecato le analisi critiche femministe. Il saggio di Ca‑ milla Gaiaschi, dal titolo La questione del soggetto in Michel Foucault e la sua influenza sulle teorie femministe contemporanee, affronta, in par‑ ticolare, l’influenza foucaultiana sul femminismo post‑strutturalista o post‑moderno; soffermandosi non tanto, o meglio non solo, sulla de‑ costruzione che Michel Foucault conduce nei confronti della catego‑ ria di sesso e del dispositivo di sessualità, quanto sulla riflessione ch’egli propone attorno alla nozione di soggetto. Il testo si sofferma nello spe‑ cifico sulla critica all’accezione moderno‑contemporanea del sogget‑ to in quanto fondamento e, al tempo stesso, oggetto del sapere‑potere, nonché sui tentativi foucaultiani di ripensarlo diversamente: non più principio della conoscenza ma dispersione e pratica, non più identità unitaria ma molteplicità e frammentarietà. È esattamente questo dop‑ pio movimento – di decostruzione e di ricostruzione del soggetto – che ispirerà il femminismo post‑moderno nella sua critica all’essenzia‑ lismo del femminismo radicale e del pensiero della differenza da una parte e nella proposta di un’identità femminile plurale e performativa dall’altra. Lungi dal togliere fondamento all’azione politica, un sogget‑ to femminile così pensato non può che rifondarla nei termini – inter‑ sezionali e inclusivi – della coalizione e delle alleanze. 16 Il confronto con il pensiero critico femminista continua anche nel contributo di Concetta Lodedo, dal titolo Soggettività e saperi nel pen‑ siero nomade. L’autrice descrive la proposta teorica dell’etica nomade, la quale prova a combinare potenziale creativo e azione politica in vi‑ sta di una ridefinizione della soggettività, possibile, in epoca contem‑ poranea, senza escluderne le contraddizioni. Il ragionamento si con‑ centra sul percorso del pensiero critico femminista di Rosy Braidot‑ ti che, mosso dal desiderio di riposizionamento nell’epoca presente di quei valori di giustizia sociale progressivamente venuti meno, si svi‑ luppa a partire dalle sollecitazioni teoriche foucaultiane per giunge‑ re a descrivere le possibili modalità di trasformazione della definizio‑ ne unitaria di soggettività tuttora imperante. Riarticolando la mate‑ ria alla luce di un’impostazione che ne adotta un concetto più ampio, fluido e trasversale, in grado di coglierne le dimensioni e le capacità re‑ lazionali, la teorizzazione intende esaltarne la molteplicità, dunque la natura transitoria per ciò stesso generatrice di connessioni, riannetten‑ done al tempo stesso la dimensione sessualizzata e corporea. Provan‑ do a ricostruire il ricco itinerario teorico di Braidotti, l’argomentazio‑ ne ne segue l’intreccio dei temi che coniugano divenire della soggetti‑ vità, scienza e produzioni discorsive, fino a introdurre la condizione del soggetto e del sapere ‘postumani’, quali esiti dello sviluppo e supe‑ ramento delle tradizioni umanistica e postmoderna nel confronto con le sfide dell’epoca contemporanea. Il contributo di Irene Strazzeri, dal titolo La concezione haberma‑ siana della natura umana e il biopotere in Foucault. Miti, fondamen‑ ti normativi e biopotere, sposta il piano dell’analisi verso le pratiche di ricerca. L’autrice affronta l’interrogativo sollevato dai recenti sviluppi scientifici e tecnologici nel campo della manipolazione genetica, ricer‑ cando un significato per la possibilità, concettualmente nuova, di in‑ tervenire sul genoma umano. In particolare, Strazzeri si domanda se ta‑ le inedita possibilità vada intesa come una crescita di libertà, che chie‑ de di essere disciplinata sul piano normativo, o se vada intesa come autorizzazione a produrre trasformazioni che non hanno bisogno di nessuna autolimitazione. Tali domande – peraltro riconducibili al filo‑ sofo tedesco Jürgen Habermas – vengono contestualizzate nello scena‑ rio della manipolazione tecnica del bios descritto da Michel Foucault 17 e fatte interagire con la visione foucaultiana di una trasformazione tec‑ nica che non si concentra più sulle sole attività produttive e sui loro ri‑ sultati, ma investe direttamente le forme di vita in sé stesse, ossia con il biopotere che si esercita come controllo del corpo in quanto specie. L’analisi foucaultiana diviene una pratica di ricerca anche per la let‑ tura di un altro dei grandi temi del nostro presente, il razzismo e la conseguente gestione biopolitica dei processi migratori. A questo te‑ ma è dedicato il contributo di Katia Lotteria dal titolo Guerra, Bio‑ potere e Disciplinamento. Dispositivi del fenomeno migratorio italiano contemporaneo. L’autrice esamina i dispositivi di gestione e disciplina‑ mento del fenomeno migratorio contemporaneo a partire dai concetti foucaultiani di biopolitica, razzismo e guerra permanente. Dopo aver ricostruito le fasi della migrazione in Europa, si sofferma, in particola‑ re, sulle modalità sia europee sia italiane di controllo di flussi e frontie‑ re e sulle conseguenze da queste generate sui corpi e sulle popolazioni. Affronta, inoltre, la questione disciplinare che caratterizza il raz‑ zismo moderno e le sue pratiche, anche normative, fin dalla grande ondata migratoria in Europa che avvenne durante e dopo la Seconda guerra mondiale, in relazione alle tecniche e alle tecnologie del pote‑ re e del biopotere e ai dispositivi bellici sottesi alle modalità di conte‑ nimento e di gestione dei migranti detti irregolari all’interno dei ter‑ ritori statali. Ultima prospettiva di ricerca è quella presentata da Giuseppe Gabal‑ lo nel contributo dal titolo Radicalizzazione del potere disciplinare tra spazi “reali” e spazi “virtuali”. Lo sguardo foucaultiano sullo spazio e la città viene dall’autore declinato a partire dalla grande dicotomia, tipi‑ ca degli ultimi decenni, tra spazi reali e spazi virtuali; una dicotomizza‑ zione estranea all’orizzonte del francese eppure implicita nella portata generale della sua opera. Illustrando le tendenze dello sviluppo urbano e i fenomeni legati alle tecnologie digitali e a internet, l’autore mette in luce come l’attuale produzione di spazi materiali (città) e virtuali (in‑ ternet) sia conseguenza di una radicalizzazione dell’episteme panottica foucaultiana. A partire da queste premesse, biopolitica, governamenta‑ lità e tecnologie del sé ridefiniscono gli spazi reali/virtuali e sembrano offrire maggiori spazi di espressività soggettiva, promettendo soluzio‑ ni (algoritmiche) a differenti problemi di vita quotidiana, in realtà la‑ 18 sciando però sempre meno campo d’azione all’imprevisto e alla casua‑ lità, all’incontro con l’altro diverso‑da‑me e alla creatività. Nella con‑ fluenza dello spazio fisico delle città e di quello virtuale del web, tipico della Network Society, l’autore mostra come il potere disciplinare, de‑ scritto da Foucault, perfezioni la sua invisibilità e la sua efficacia, mu‑ tando gli individui in pura informazione, in ultimo in utili e intelligen‑ ti corpi artificiali (machine learning). Il contributo finale di Stefano Cristante dal titolo Intervista impossi‑ bile a Michel Foucault, su Las Meniñas e Le parole e le cose scandaglia i presupposti filosofici della prospettiva foucaultiana attraverso lo stru‑ mento coinvolgente dell’intervista con l’autore. Un dialogo che resti‑ tuisce – dentro il surrealismo della scrittura – la portata dirompente dello sguardo foucaultiano. 19 Clinica e follia. Delle implicazioni sociologiche della ricerca foucaultiana Emiliano Bevilacqua Sommario: 1. Archeologie: clinica e follia – 2. Politiche dei saperi e sociologia 1 Archeologie: clinica e follia Agli occhi di Michel Foucault la storia del pensiero offre l’opportuni‑ tà di mostrare la contingenza epistemica e la contendibilità politica dei processi e dei contesti che plasmano ed enfatizzano i concetti. In esor‑ dio de L’archeologia del sapere, e con riferimento all’insegnamento di Georges Canguilhem (1992), Foucault prende le distanze da ricostru‑ zioni teleologiche del pensiero e sottolinea che spostamenti e trasfor‑ mazioni “[…] dimostrano come la storia di un concetto non sia, in tut‑ to e per tutto, quella del suo progressivo affinarsi, della sua continua‑ mente crescente razionalità, del suo gradiente di astrazione, ma quella dei suoi diversi campi di costituzione e di validità, quella delle sue suc‑ cessive regole d’uso, dei molteplici ambienti teorici in cui si è condot‑ ta e conclusa la sua elaborazione” (Foucault 1980, 7). Questa imposta‑ zione, come è noto, istituisce un rapporto biunivoco tra i percorsi del sapere e le dinamiche del potere o, quantomeno, destituisce di fonda‑ mento un’analisi della teoria che non illumini, seppur in controluce, i rapporti sociali dai quali si genera e sui quali a sua volta interviene. Di‑ scuteremo la correlazione foucaultiana di pensiero e società esploran‑ do il salto epistemico che ha portato in primo piano lo sguardo medi‑ co rivolto al corpo del malato e all’anima del folle (Foucault 1998b, 2018), sottolineando in prospettiva sociologica come il pensiero ren‑ da plausibili e, dunque, legittime, regolarità comportamentali che si strutturano principalmente nella vita quotidiana. Tanto la profondi‑ 21 tà del corpo che caratterizza il sapere clinico quanto le disposizioni in‑ teriori che generano la follia evidenziano come le epistemologie della vita sociale intervengano nelle trame della quotidianità determinando degli effetti di potere in grado di plasmare i comportamenti sociali dei singoli individui. Michel Foucault considera clinica e follia come fenomeni cultura‑ li che, giungendo a maturazione nell’età classica della modernità, de‑ cidono della plausibilità di norme e valori correnti. Sebbene la teoria sociologica abbia declinato in forme differenti la consapevolezza di un conflitto intorno alla composizione storicamente variabile dei valori, a sua volta decisiva per l’indagine sull’origine e il profilo dei comporta‑ menti sociali, essa ha stentato nel sistematizzare le opportunità di in‑ dagine dischiuse dall’interpretazione del rapporto tra sapere, potere e pratiche sociali che caratterizza l’opera di Foucault. Le letture socio‑ logiche della sua ricerca, quantomeno da inizio secolo, hanno enfatiz‑ zato la direttività del potere tralasciando di indagare le forme cultura‑ li che mediano il rapporto biunivoco e quotidiano tra le soggettività e il potere stesso. Eppure, dai tentativi durkheimiani di spiegare le scel‑ te individuali per mezzo di rappresentazioni collettive che restituisca‑ no gli effetti di sistemi normativi differenziati (Durkheim 2005, 2014) fino alle ipotesi di costruzione sociale della realtà discusse da Peter L. Berger e Thomas Luckmann (1966), i classici della sociologia hanno frequentemente tematizzato la centralità del mutamento culturale, la sua contraddittoria iscrizione nei rapporti di potere e le sue traduzioni al livello delle pratiche sociali quotidiane. Questi tratti, del resto, sono ben visibili fin dalle prime ricerche foucaultiane dedicate all’emergere dell’oggetto sociale follia. Di un classico della filosofia sociale come Elogia della follia ([da] Rotterdam 2002), per esempio, Foucault sottolinea la posizione par‑ zialmente defilata che assume all’interno della riflessione teologico‑fi‑ losofica rinascimentale. Questo testo, infatti, si allontana dalla sensi‑ bilità del suo tempo, che vede nella follia una dimensione perturban‑ te interna all’umano, per aprirsi a una diversa visione, destinata a trova‑ re spazio soltanto successivamente. Erasmo, sottolinea Foucault, priva la follia della sua drammatica gravità per ricondurla alla banale dimen‑ sione dell’errare, al tratto inevitabilmente fallace corrispondente all’in‑ 22 commensurabile distanza che separa la saggezza divina dal vano e su‑ perfluo affanno degli uomini: il senso della posizione erasmiana, dun‑ que, è che “[…] bisogna accettare lo spettacolo vano, il chiasso fatuo, il frastuono di suoni e di colori che fa sì che il mondo è soltanto il mon‑ do della follia, bisogna perfino accoglierlo in sé stesso, ma nella chia‑ ra coscienza della sua fatuità, che è a un tempo quella dello spettatore e dello spettacolo” (Foucault 2018, 100). Foucault scorge, dietro que‑ sta “facile accettazione”, un “impercettibile rifiuto” e segnala la possi‑ bilità che l’atteggiamento erasmiano esprima una gerarchia dell’uma‑ no che Descartes formulerà con maggiore autorevolezza e sistematicità agli albori dell’Età classica, spingendo la follia verso una concettualiz‑ zazione che la condurrà successivamente a essere bannata dalla socie‑ tà e rinchiusa nei centri dell’internamento. Quando Foucault, con rife‑ rimento all’impostazione cartesiana banalmente sintetizzabile nei ter‑ mini del “cogito ergo sum”, afferma che “non è il permanere di una ve‑ rità che garantisce il pensiero contro la follia, come gli permetteva di liberarsi da un errore o di emergere da un sogno” ma “è un’impossibili‑ tà di essere folle, essenziale non all’oggetto del pensiero, ma al sogget‑ to pensante” (Foucault 2018, 114), egli segnala come la riformulazio‑ ne rinascimentale delle gerarchie di anima e corpo agisca sulla follia e la espunga dal soggetto moderno in quanto testimonianza vivente del‑ la sola istintualità di un corpo irragionevole. Il filosofo francese mo‑ stra il rapporto che lega immagini dell’umano e pratiche sociali, evi‑ denziando tanto l’evoluzione dei “campi di validità e delle regole d’u‑ so” dei concetti quanto i loro effetti di potere nella regolazione della vita sociale. Se la follia si allontana dall’umano nel momento in cui quest’ultimo inizia a scegliersi come soggetto (esclusivamente) pensante, allora l’e‑ voluzione del pensiero blocca ogni comunicazione tra soggettività e follia e apre la strada a una concettualizzazione della sragione che por‑ ta con sé la conseguenza estremamente concreta dell’internamento. Per quanto tale correlazione non sia inevitabile, rimanendo pur sem‑ pre una conseguenza possibile ma non certa, sta di fatto che una diver‑ sa epistemologia della follia fa sì che Dio non parli più, come in passa‑ to, con la voce del folle ma che sia il folle ad attestare, con il suo stes‑ so comportamento, la sua intollerabile distanza dalla qualità propria‑ 23 Biografia dei curatori Emiliano Bevilacqua è professore associato di Sociologia generale e in‑ segna Istituzioni di Sociologia e Sociologia della Salute presso l’Uni‑ versità del Salento. Il suo ultimo libro è Gemelli Diversi. Processi di sog‑ gettivazione ed economia di mercato (con Davide Borrelli, DeriveAp‑ prodi 2021). Si è occupato di Michel Foucault in Il governo di sé e del sapere fra valutazione e parresia (Materiali Foucaultiani, vol. 13‑14, 2018). Sta curando con Mariano Longo e Michael Hviid Jacobsen Lo‑ ve and Sexuality in Social Theory (Routledge, New York‑London). Valentina Cremonesini è professoressa associata di Sociologia genera‑ le presso l’Università del Salento. Dopo una formazione filosofica e il conseguimento del dottorato di ricerca in sociologia, dal 2008 inse‑ gna Sociologia generale, Storia del Pensiero sociologico e Teorie socio‑ logiche contemporanee. I suoi temi di ricerca riguardano le rappresen‑ tazioni dell’identità, l’immaginario sociale, il potere e le nuove forme di controllo sociale. Ha coordinato e preso parte a numerose ricerche locali, nazionali e internazionali. Tra le sue pubblicazioni più impor‑ tanti, Il potere degli oggetti (Franco Angeli 2006), Città e potere (Besa 2012), Il salotto invisibile. Chi ha il potere a Lecce? (con M. Longo e S. Cristante, Besa 2014), La parte cattiva dell’Italia. Sud, media e imma‑ ginario (con S. Cristante, Mimesis 2016), Non è amore malato (Pensa 2019), Anime fragili e storie criminali. Il racconto giornalistico pugliese sui femminicidi (con I. Colonna e S. Cristante, Il Mulino 2020), L’im‑ maginario della prestazione. Percorsi di ricerca sulle nuove forme di sog‑ gettività (H‑ermes JC 2021). 237 Corrado Punzi è Ricercatore RTDb in Sociologia dei processi cultura‑ li e comunicativi, settore disciplinare in cui ha conseguito l’Abilitazio‑ ne Scientifica Nazionale come Professore Associato. È membro del Cen‑ tro di Studi sul Rischio, dell’International Visual Sociology Association e dell’Euro‑Mediterranean University Institute dell’Universidad Complu‑ tense di Madrid, dove nel 2012 è stato Visiting researcher. Ha realizzato ricerche di sociologia visuale sulla violenza e i processi di democratizza‑ zione in Cile e Burundi e sulle conseguenze sociali dei piani industriali nel Salento, vincendo con Vento di soave (77 min.) l’Hot Docs Interna‑ tional Canadian Documentary Festival di Toronto. Il suo ultimo libro è La memoria ostinata. Il cinema di Patricio Guzman come ricerca sociale (Tangram 2019). Sta curando con Mariano Longo e Matteo Jacopo Za‑ terini Creativity and Sociology (Routledge, New York‑London). Marta Vignola è professoressa associata in Sociologia giuridica, del mu‑ tamento e della devianza presso l’Università del Salento. Delegata del Rettore per la CNUPP (Conferenza Nazionale Universitaria dei Poli Penitenziari. È avvocata specializzata in tutela dei diritti umani. È sta‑ ta visiting researcher presso il Germe (Group for research on Ethnic Relations, Migration & Equality) Research Centre, Faculty of Social and Political Sciences della Université Libre de Bruxelles. Dal 2011 è ri‑ cercatrice presso il “Department of European Union & Mediterranean Law” dell’EMUI (Euro‑Mediterranean University Institute) – Univer‑ sidad Complutense di Madrid. Nelle sue ricerche si occupa di movi‑ menti sociali e mutamento giuridico, memoria collettiva, narrazioni, di‑ ritti umani, criminologia critica. Tra le sue ultime pubblicazioni: Epi‑ stemologies of the South and Decolonisation of Human Rights (Parteci‑ pazione e conflitto 2023); Diritti umani e pluralismo giuridico nel libro Comprendere la sociologia del diritto. Concetti e temi curato da Altopiedi R., De Felice D., Ferraris V., (Carocci 2022); la monografia La Fabbrica. Memoria e narrazioni nella Taranto (post) industriale (Meltemi 2017).