Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2015, "Francesco De Sanctis a Torino: da esule a ministro", a cura di Clara Allasia e Laura Nay, Atti del convegno di Torino, 25 ottobre 2013, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2015, p. 151-172
Una lettura del saggio di De Sanctis sulla Fedra di Racine, contro Wilhelm Schlegel, fra Hegel e Blanchot / A Reading of De Sanctis's Essay on Racine's Phèdre, against Wilhelm Schlegel, between Hegel and Blanchot / Une lecture de l'essai de De Sanctis sur la Phèdre de RAcine: Contre Wilhelm Schlegel, entre Hegel et Blanchot
2021 •
Nel 1915, Bontempelli cura il volume del trecentista Domenico Cavalca, Le vite dei ss. Padri, e vi contribuisce con una prefazione dal titolo "Domenico Cavalca". L'analisi del testo ha dimostrato in primo luogo la continuità del pensiero bontempelliano, tesi difese nell'ambito del novecentismo tra 1926-27, ad esempio il rispetto per la letteratura classica, i valori umanistici, la questione dell'ispirazione artistica, e persino il rapporto tra l'arte e la politica, tesi che egli ha difeso anche anni dopo il lancio del suo progetto culturale. La scoperta più importante di questa analisi, svolta già nel periodo tra 2021-2022, è stato il rapporto tra il pensiero bontempelliano e quello di Francesco De Sanctis. La prefazione in questione è nata, in parte, come un plagio del testo desanctisiano, raccolto nella sua Storia della letteratura italiana, dal titolo "Il Trecento". (capitolo della tesi di dottorato: Massimo Bontempelli collaboratore editoriale e pubblicista) Considerate le posizioni bontempelliane da critico letterario, pertinenti al novecentismo, e l'integrazione, da parte sua, del testo desanctisiano, apre una linea di domande molto importanti: fino a che punto la poetica bontempelliana, incluso il novecentismo per la Terza epoca, sia stata influenzata dalle posizioni di De Sanctis? Nei prossimi mesi intendo di indagare la problematica attraverso l'esame del saggio bontempelliano, “Francesco De Sanctis”, conservato presso l'archivio di Los Angeles. **È vietata la modifica del materiale, la riproduzione, la presentazione, la ripubblicazione, la distribuzione e l’uso di questo capitolo e dell'intera tesi di dottorato per fini pubblici o commerciali.**
Il confronto tra i criteri stilistici e compositivi con cui è organizzato il materiale narrativo della Storia della letteratura italiana di De Sanctis e i dettami ricavabili dalla lezione napoletana del 1872 Cesare Cantù e la letteratura popolare rivela che la Storia è stata costruita secondo il modello di un grande romanzo popolare dell’Ottocento. Se applicati alla Storia, i principi che rendono «popolare» un’opera si rinvengono oltre che nell’aspetto riguardante la «superficie della forma», anche in quelli che attengono alle sue «parti essenziali» e alla «sostanza». Ripercorrendo l’evolversi dello spirito italiano attraverso la storia letteraria, la struttura stessa rende l’opera uno strumento efficace all’interno del progetto desanctisiano di diffusione di una coscienza nazionale unitaria.
Il libro propone la descrizione analitica dell'impianto argomentativo, concettuale e ideologico, della "Storia della letteratura italiana" di Francesco De Sanctis, attraverso la ricognizione della sua storia compositiva ed editoriale, e soprattutto del suo lessico primario, con la discussione di alcuni luoghi comuni (la "Storia" come romanzo e come manuale per i licei). Il tutto nel contesto di una più ampia riflessione sulle difficoltà (o l'assenza) di una storiografia "letteraria" nella tradizione novecentesca, e non solo, in grado di misurarsi con le coeve, e innovative, esperienze della storiografia "storica". Qui si propone l'indice generale del volume e le sue pagine conclusive: "Congedo".
Despite the fact that there are very few and partial translations into Catalan of the texts by Franceso De Sanctis, during the twentieth century his works were widely circulated by Catalan writers and critics. Evidence of this is the ample repertoire of book holdings kept in private and public libraries, their critical presence in periodicals and the precise influence these had in the Catalan essay production. The present study draws the main lines of the Desanctisian production in Catalonia, focusing on the role played by Carles Riba, Josep M. Capdevila and Josep Pla.
Antípoda. Revista de Antropología y Arqueología
La geografía del estómago / el estómago de la geografía: texturas, cuerpos y ofrendas de arrieros en los Andes argentinos2018 •
2023 •