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Presentazione a: Monica Bocchetta, Biblioteche scomparse. Le librerie claustrali degli Eremiti del beato Pietro da Pisa. Ricostruzione storico-bibliografica, Cargeghe, Editoriale Documenta, 2016, p. 7-11.

Introduzione all'ampio studio sulle biblioteche conventuali e personali dei religiosi, a partire dalla ricognizione di fine '500 depositata nel cod. Vat. Lat. 11292 fino alla loro dispersione provocata dalle replicate soppressioni. La Congregazione, fondata da Pietro Gambacorta nel sec. XIV, si diffuse principalmente nelle località della Romagna e delle Marche – la prima comunità eremitica si radunò a Montebello nell’Urbinate – ma con solidi capisaldi a Venezia, Padova, Ferrara, Napoli e Roma, dove la Curia generalizia si insediò nel convento di S. Onofrio al Gianicolo.

MONICA BOCCHETTA BIBLIOTECHE SCOMPARSE LE LIBRERIE CLAUSTRALI DEGLI EREMITI DEL BEATO PIETRO DA PISA RICOSTRUZIONE STORICO-BIBLIOGRAFICA EDITORIALE DOCUMENTA Biblioteche scom parse PRESENTAZIONE Esito di un pluriennale e meditato percorso di ricerca, iniziato nel contesto dei Programm i di interesse nazionale cofinanziati dal M IUR Ricerca sull’Inchiesta della Congregazione dell’Indice, meglio nota con l’acronimo RICI (COFIN 20 0 3) e il suo seguito Libri biblioteche e cultura degli Ordini regolari nell’Italia m oderna (P RIN 20 0 6), il lavoro di Monica Bocchetta offre al lettore un denso saggio di storia istituzionale e culturale di un ordine religioso dalle sue origini trecentesche alla soppressione definitiva sancita nel 1933. Nell’am bito di quei progetti Bocchetta ha focalizzato l’attenzione sulla fattispecie bibliografica e bibliotecaria a partire dallo studio degli inventari dei libri in uso nei conventi della Congregazione di san Girolamo degli Erem iti del beato Pietro da Pisa, com pilati nel 160 0 e trasm essi ai cardinali della Sacra Congregazione dell’Indice dei libri proibiti in ottemperanza dell’ordine da essa impartito a tutte le famiglie dei regolari italiani con l’intento di verificare l’applicazione delle disposizioni censorie contenute nell’Indice promulgato da Clem ente VIII nel 1596. Gli elenchi librari, oggi con servati nel codice Vat. Lat. 11292, hanno costituito la m appa di riferim ento principale, m a non unica, per avviare l’indagin e ad am pio raggio sulle 28 biblioteche com un i e su alcune delle 219 raccolte librarie personali censite nei conventi gerolam ini di fin e Cin quecento, distribuiti principalm ente nelle località della Rom agna e delle Marche – a Montebello nell’Urbinate Pietro Gam bacorta aveva radunato la prim a com unità erem itica detta della Santissim a Trin ità – m a con solidi capisaldi a Venezia, Ferrara, Padova, Napoli e Rom a, dove la Curia generalizia si insediò nel conven to di S. Onofrio al Gian icolo. Muovendo dalle notitiae librorum degli in ventari, interrogando e facendo interagire con essi l’am pia e variegata m esse docum entaria recuperata, Bocchetta ricostruisce con piglio sicuro la conform azione storico-bibliografica delle singole entità bibliotecarie, ne segue il percorso secolare, l’organizzazione e la gestione fino all’inesorabile disgregazione nei replicati frangenti delle cesure soppressive, giun gendo nei casi più fortunati ad individuare e localizzare nelle odierne 7 Monica Bocchetta biblioteche pubbliche parte dei disiecta m em bra riconoscibili dai segnali ‘parlanti’ delle annotazioni di proprietà e di uso presenti n egli esem plari pervenuti sino a noi. Lo snodo fondam entale della m etodologia di lavoro applicata è rappresentato dalla definizione prelim inare della fisionom ia istituzionale e spirituale dell’Ordine religioso, m inore per carism a e incidenza territoriale a paragone con altre congregazioni regolari, m a finora trascurato e troppo poco studiato nella sua configurazione com plessiva. Superate le approssimazioni e colm ate le lacune presenti nei pochi studi orm ai datati e per gran parte dipenden ti dall’opera autorevole m a parziale del gerolam in o Giovan ni Battista Sajan ello (170 0 -1777) – gli Historica m onum enta Ordinis – pubblicata in tre volum i tra il 1758 e il 1762, Bocchetta ripercorre i delicati passaggi istituzionali che hanno conformato l’identità spirituale e culturale della Congregazione del beato Pietro e ne hanno determ inato il ruolo svolto a sostegno dell’azione riform atrice della Chiesa di Roma. L’apporto più significativo e originale em erge dall’analisi dei testi legislativi e in particolare, per quanto concerne l’oggetto specifico del saggio, degli atti norm ativi che hanno disciplinato l’assetto form ativo dei giovani chierici, ossia l’articolazione dei curricula studiorum e la distribuzione geopolitica degli Studia interni all’Ordine. Strettam ente collegati a essi risultano la funzione e il valore assegnati ai libri e alle librariae, quali strumenti imprescindibili per lo studio e di supporto alle attività pastorali. Le raccolte librarie, personali e di convento, vengono esplorate sia sul versante bibliografico e organizzativo sia su quello norm ativo per dipanare la m atassa intricata del processo di osmosi tra i presidi in uso ai singoli padri e la biblioteca comune. I testi costituzionali e i regolamenti emanati dai Superiori e ratificati nei Capitoli generali hanno rappresentato il punto di riferim ento costante per definire le scelte di politica bibliografica e bibliotecaria degli Erem iti del beato Pietro nel lungo periodo, m a lo studio di casi concreti ha posto in evidenza la fragilità strutturale delle collezioni, tanto com uni quanto personali. Com plessi librari intim am ente legati alla vita delle persone e delle com unità e funzionali ai loro bisogni m utevoli, si form ano, si stratificano e si disperdono secondo m odalità discordanti, non sem pre rispettose delle disposizioni norm ative e determ inate in qualche caso da ragioni di opportunità m om entanee. 8 Biblioteche scom parse Le fonti in ventariali e catalografiche, cronachistiche e am m in istrative dei luoghi, recuperate ed esam inate in stretta sinergia nella seconda parte del libro, hanno palesato frequenti conflitti tra la norm a e la prassi soprattutto laddove, nonostante l’obbligo più volte ribadito dai superiori di allestire biblioteche com un i n ei conventi, si m antenne inalterata nel tem po la consuetudin e dei religiosi di possedere raccolte personali – quasi biblioteche private – m entre le collezioni di convento erano per lo più trascurate. Ad eccezione della sola biblioteca rom ana di S. Onofrio che, appellandosi alle prerogative concesse al con vento principale dell’Ordine, sede della Curia generale, si accrebbe con continuità grazie alla requisizione dei fondi degli insediam enti m inori colpiti da provvedim enti di chiusura e al trasferim ento forzoso dei nuclei personali di frati defunti. Scorrendo i profili dei conventi docum entati nell’inchiesta romana, sui quali la ricerca ha posto m aggiore attenzione, la storia di quelle biblioteche dalla prim a all’ultim a attestazione ha perm esso di delineare il m odello di libraria claustrale, le sue connessioni con le caratteristiche della com unità religiosa di riferim ento e con il contesto specifico locale. La storia ultima del complesso bibliotecario degli Eremiti contrassegnata dalle ricorrenti soppressioni succedutesi lungo tre secoli – da quella interna del 1632 a quella innocenziana del 1654, da quelle della seconda m età del Settecento e del governo napoleonico fino alle devoluzioni successive all’Unità d’Italia – ne ha evidenziato le debolezze intrinseche e strutturali, le criticità e l’esito am piam ente preconizzato di una dispersione ineluttabile e dram m atica. Com e Bocchetta m ostra con dovizia di casi esem plificativi, essa si connota per rifiuti da parte degli istituti collettori, per selezion i inesorabili delle raccolte, per vendite indiscrim inate “a peso di carta” e non di m eno per eloquenti silenzi docum entari sul destino dei libri. Tutti fattori propri della sorte riservata a gran parte del patrim onio librario claustrale, etichettato com e “libri delle fraterie” nella m utata tem perie culturale sette-ottocentesca, che si abbatterono anche più duram ente sulle raccolte degli Erem iti del beato Pietro a m otivo del disinteresse generato dalla loro inconsistenza e inadeguatezza bibliografica. Il quadro ricom posto della fisionom ia dell’Ordine ha posto in evidenza, infatti, il suo im pegno prevalente n el m in istero pastorale e nelle pratiche assistenziali e devozionali più che negli studi – salvo 9 Monica Bocchetta sporadiche eccezion i che non ne m odificano com unque il profilo com plessivo – con ricadute inevitabili sulla dim ension e bibliografica delle biblioteche. In m olti casi esse finirono per apparire am m assi inform i e di nessun valore agli occhi degli incaricati dem aniali responsabili della cernita dei libri durante le convulse operazioni di indem an iam ento. Senza insistere ulteriorm en te sul danno che tali pratiche som m arie hanno arrecato all’identità degli organism i disgregati, van no sottolineati lo scrupolo e l’im pegno con i quali Bocchetta insegue con m etodo rigoroso ogni pur esile traccia testim oniale utile a ricom porne alm eno i contorni. In ciò tenendo ferm i i principi cardine della ricerca: la specificità del sin golo organism o bibliotecario valutata alla luce dei principi generali dettati dalla Congregazion e e in continuo colloquio con essi e con le caratteristiche delle istituzioni consorelle. Perché qui – è bene sottolinearlo – non siam o di fronte allo studio di un singolo istituto a sé stante ed estrapolato dal contesto generale m a piuttosto all’analisi di una com plessa infrastruttura di rete bibliotecaria claustrale articolata sul territorio nazionale. L’approccio sistem ico, indispensabile per abbracciarne la totalità, restituisce senso com piuto ai singoli organ ism i e nel contem po consente al loro insiem e di fornire sostanza e spessore unitari alla visione apologetica della Congregazione e alla sua azione di sostegno della Chiesa riform ata. Il libro ricom pon e così il m osaico frantum ato di uom ini e di libri che si m uovono e circolano nei chiostri e nella società civile seguendo itinerari non sem pre perspicui per la perdita della docum entazione m a in ogni caso appassion anti nell’inseguim ento delle tessere m ancanti attraverso i sentieri accidentati e im pervi lungo i quali l’autrice conduce per m ano il lettore interessato. Queste, nelle sue parole, le coordinate seguite: «La ricerca si è avvalsa di m etodologie d’in dagine proprie della storia delle biblioteche e della storia dell’esem plare. Coniugate e integrate tra loro, hanno consentito di m anten ere in costante dialogo le fonti dispon ibili, spesso anche distanti per rilevanza e cronologia oltre che differenti per tipologia, m a tutte a loro m odo im portanti tasselli per il quadro d’insiem e. Tra la docum en tazione un posto di rilievo è occupato dal census di fine Cin quecento restituito dall’inchiesta della Congregazione dell’Indice dei libri proibiti che ha perm esso di affrontare in 10 Biblioteche scom parse m odo sistem atico, pur entro i suoi dichiarati lim iti, un discorso ad am pio raggio sulle biblioteche degli Erem iti. L’orizzonte offerto costituisce il valore testim on iale più im portante in quanto ha consentito di procedere dai casi particolari alla vision e d’insiem e e viceversa, ponendo altresì le basi per indagini m irate in senso diacronico. Altrettanto determ inante si è rivelato il contributo offerto dagli esem plari recuperati. Questi testim oni della collezion e claustrale, spesso isolati disiecta m em bra, hanno arricchito il percorso attraverso i segni su di essi rin venuti, divenendo fonte a loro volta della storia delle collezioni e guidando le ricerche docum entarie fino a diven ire, in assenza di testim on ianze, l’unico segnale delle dispersioni, vero trait d’union tra la biblioteca claustrale e gli attuali istituti bibliotecari». Rosa Marisa Borraccin i Docente di Storia del libro e dell’editoria e di Storia delle biblioteche Università degli Studi di Macerata 11