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2001, Enciclopedia della musica, ed. by Jean-Jacques Nattiez, vol. I: “Il Novecento”, Einaudi, Torino
Musica ed Esperienza di Dio, 2021
Musica ed esperienza di Dio, si addice all’esperienza che trascende l’uomo. Non si tratta soltanto di una visione razionale, ma esperienziale che coinvolge l’uomo nella sua integrità, nei suoi sensi, affetti e nel suo corpo. E attraverso ciò che le esperienze ci portano e, a secondo il modo con cui le cogliamo, ci trasformano. Quanto più, se tale esperienza viene vissuta comunitariamente. La risposta alla chiamata del dono artistico musicale non è soltanto una questione personale, ma è anche comunitaria, perché essa si riflette non solo nel nostro essere e vivere, ma anche nel nostro servire come musicisti e cantanti. Siamo noi in primis a dover rispondere a tale chiamata e, a secondo della nostra risposta, frutterà il dono che venne conferito a noi e, attraverso di noi, ai nostri fratelli. L’oggetto della tesi, che è l’esperienza di Dio nella musica liturgica e religiosa, parte dalla realtà quotidiana. Vorrei rispondere, ad alcune lacune nel servizio musicale delle quali mi sono resa conto, non di certo in modo esauriente, ma ripercorrendo le vie di quest’esperienza. Per cui l’obiettivo di questa ricerca sta nel rispondere, almeno in parte, alla domanda: come nel dono della musica viene vissuta l’esperienza di Dio oggi? La musica, infatti, coinvolgendo l’uomo nella sua totalità ha una straordinaria capacità di aprire la porta del suo essere, perché sia proteso verso altro da sé. E se quest’esperienza viene vissuta nell’atmosfera di fede ecclesiale, della comunità che celebra il Mistero di Cristo, tale musica diventa strumento, affinché ciò che viene celebrato in parole venga anche vissuto coinvolgendo l’uomo non soltanto intellettualmente, ma anche sensibilmente, dando le possibilità dell’esperienza di qualcosa di Dio. Sostenere questo fatto è possibile soltanto a partire dall’incarnazione di Cristo, che è il fondamento di tale esperienza. Dio che diventa l’uomo per mostra la via al Padre elevando l’uomo stesso. «Facendosi uomo, infatti, il Figlio di Dio ha introdotto nella storia dell’umanità tutta la ricchezza evangelica della verità e del bene, e con essa ha svelato anche una nuova dimensione della bellezza: il messaggio evangelico ne è colmo fino all’orlo ... per tutti, credenti e non, le realizzazioni artistiche ispirate alla Scrittura rimangono un riflesso del mistero insondabile che avvolge ed abita il mondo» (GIOVANNI PAOLO II, Lettera agli artisti (4 aprile 1999) 5, in Enchiridion dei Beni Culturali della Chiesa (= EBCC), 1120-1123.).
Presentazione [Musica ed esperienza religiosa], 2017
ilmiolibro self publishing , 2022
Nel 2016, la Congregazione per il Clero, con la nuova Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis, ha riportato al centro dell'attenzione l'aspetto dell'arte e della musica, sia nell'ambito della formazione di chierici e teologi, sia per le possibilità preziose che la bellezza e in grado di offrire nell'ambito pastorale relativamente alla nuova evangelizzazione. È in quest'ottica che durante l'anno catechetico 2017 - 2018, su invito della Pastorale Universitaria Diocesana, l'autore ha partecipato al tentativo di proporre tre incontri di catechesi musicale presso la Chiesa di San Cristoforo a Siena. Nel presente volume vengono dunque raccolti e rimessi insieme gli appunti di quelle tre serate, per poterne condividere gli stimoli e i semplici contenuti con chiunque abbia il desiderio di accostarsi al mistero di Dio attraverso quella bellezza che sa ferire il cuore per risanarlo ed aprirlo all'amore celeste e alla carità fraterna.
Religione Una delle caratteristiche fondamentali della società romana fu quella di subordinare spesso alle esigenze politiche e sociali anche molti aspetti della vita privata del singolo, quali ad esempio la religione: tutti i riti e le cerimonie religiose furono infatti sempre voluti e controllati dal potere politico. Tuttavia, nel momento in cui si afferma che la religione romana fu uno strumento di controllo della classe dirigente, non bisogna pensare che tale politica collettiva desse luogo ad un'organizzazione dei rapporti dell'uomo romano con la divinità puramente artificiosa e guidata dall'alto poiché in realtà essa traeva origine anche dalle esigenze più profonde e peculiari di un popolo che ricercava in ogni suo atto pubblico e privato il consenso del dio. Non a caso, il termine numen, nella sua accezione originaria, fa riferimento al concetto astratto della volontà divina e non al dio personificato, anzi, la sostanza stessa del concetto di dio per gli antichi romani sta proprio in questa sua volontà, che l'uomo deve imparare a conoscere ed alla quale deve sempre conformarsi. Stando alle fonti, infatti, i romani si appropriarono di un'immagine antropomorfica degli dei solo quasi due secoli dopo la fondazione della città, quando vennero a contatto con gli Etruschi. Alla base, dunque, di tale concezione vi era una sia visione quasi ostile del nume sia un arcaico timore di contraddirlo, che induceva l'uomo romano, prima di agire, a far ricorso alle pratiche divinatorie. Queste richiedevano particolari conoscenze e determinati rituali, attraverso i quali era possibile comprendere la volontà divina. In tale prospettiva la scienza augurale costituì uno dei mezzi più diffusi ed il collegio degli auguri ebbe grande importanza nella società romana. Ogni volta che un magistrato voleva intraprendere un'importante azione politica o militare, era assistito da un augure che, all'interno di un rituale complesso e stereotipato, generalmente attraverso l'osservazione del volo degli uccelli, traeva gli auspicia, interpretando così la volontà divina riguardo a quella decisione. Il magistrato poteva però rifiutare di prendere in considerazione presagi a lui sfavorevoli, così come l'augure poteva dichiarare nulli gli auspicia del magistrato e impedirgli di agire. Risultano quindi chiare le strumentalizzazioni politiche alle quali si andò incontro nel corso dei secoli: scopo reale di tali riti non era quello di comprendere la volontà degli dei, ma semplicemente di assolvere adeguatamente il rituale così da assicurarsi il consenso divino e, in definitiva, agire nella massima libertà. Un'altra scienza specializzata nell'interpretazione del volere divino, ma che rimase più marginale rispetto a quella augurale, fu l'aruspicina, che ricorreva all'analisi delle interiora delle vittime, mentre importanti anche in epoca repubblicana furono i duoviri. Essi erano riuniti in un collegio esclusivo al quale era data la possibilità di consultare ed interpretare i Libri Sibillini, fornendo al popolo responsi riguardo ad essi e spiegazioni di vari prodigi. Tali libri dovevano essere una raccolta di oracoli giunta a Roma, secondo la tradizione, da Cuma, durante il periodo della monarchia etrusca e conservata nel tempio di Giove Capitolino perché fosse inaccessibile al popolo e di conseguenza, anche in questo caso, controllabile dal potere politico. La religione della Roma delle origini mostra sin dagli inizi la sua stretta dipendenza dalle esigenze di una società agricola e militare. E' il trattato di Catone il Censore De Agri cultura a fornirci indicazioni sull'uso di carmen per allontanare il male dall'individuo o dalla collettività, come è evidente nel seguente incantesimo di guarigione: Luxum siquod est, hac cantione sanum fiet. Harundinem prende tibi viridem P. IIII aut quinque longam, mediam diffinde, et duo homines teneant ad coxendices. Incipe cantare: "Motas uaeta daries dardares astaries dissunapiter" usque dum coeant. Ferrum insuper iactato. Ubi coierint et altera alteram tetigerint, id manu prehende et dextera sinistra praecide, ad luxum aut ad fracturam alliga, sanum fiet. Et tamen cotidie cantato et luxato vel hoc modo: "huat haut haut istasis tarsis ardannabou dannaustra". L'anno era scandito da fitte ricorrenze cultuali; nel primo mese, marzo, si svolgevano cerimonie
Graphie, 2021
Eros, natura e religione sono più intrecciati di quanto si crede, come tenterò di dimostrare in queste poche indicative note. L'asse su cui tutti e tre ruotano è la libido, istinto che la natura ha fornito a tutti gli animali per la procreazione, e quindi per la continuità delle specie. Differentemente dal regno umano, in cui è la donna ad utilizzare modalità attrattive per il sesso opposto, nella fauna in genere sono i maschi ad esserne dotati. Infatti, tanto per fare qualche esempio, per attrarre la femmina il pavone fa la ruota, l'usignolo e il canarino cantano, solo le lucciole maschio emettono luce intermittente nella fase di corteggiamento precedente all'accoppiamento, mentre il pappagallo affida le sue attrattive ai colori delle piume e, per quanto attiene al re della foresta, è il maschio che possiede una folta criniera. Anche se allo stato di natura gli animali formano famiglie, seguendo comportamenti pressoché stabili, tuttavia non mancano anche tra loro i predatori sessuali, come è fra i leoni e perfino tra gli insetti. L'emissione di luce delle lucciole è variata in ciascuna specie di questi coleotteri, in modo che le femmine possano riconoscere i propri maschi. Ebbene, si è appurato che taluni maschi imitano la speciale intermittenza di altri maschi per accoppiarsi con le loro femmine. Come si vede, anche nel regno degli insetti la libido è dominante. Le cose procedono diversamente nel regno vegetale, anche se l'influenza della sessualità si esercita anche in quest'ambito, come riporta James G. Frazer in alcuni capitoli del suo Il ramo d'oro. Pare che nei secoli passati, in periodi di carestia, alcuni sacerdoti siano giunti addirittura ad invitare i fedeli ad accoppiarsi sui prati per rendere più fertile la natura in virtù della magia simpatica. Insomma, la libido è un istinto di natura, cosa per cui ho sempre stigmatizzato il celibato e l'obbligo della castità imposto dalla Chiesa cattolica a preti e monache. Ebbi modo di discuterne con il mio insegnante di religione, quando frequentavo il liceo classico. Essendo di famiglia evangelico-battista, avevo l'esonero dalle lezioni di religione: quando le avevo alla prima ora, entravo in classe alla seconda ora, e quando invece le avevo all'ultima ora, uscivo di scuola per tornarmene a casa. Quando frequentavo la terza classe del liceo, l'ora di religione cadeva tra le cinque giornaliere, per cui me ne andavo all'ultimo banco a studiare altre materie. Il sacerdote che insegnava religione alla mia classe, sapendo che ero marxista, ogni tanto mi provocava per intavolare accese discussioni, in cui contestava il mio materialismo. Un giorno si arrivò a parlare di sessualità, ed io potei esprimere il mio dissenso sul celibato e sulla castità obbligatoria. Durante la discussione domandai al sacerdote se avesse mai avuto le polluzioni notturne. Egli mi disse di sì, ma asserì anche che in questo fenomeno la sua volontà non aveva partecipato. Ed eccomi allora a ribattere: "Lo vede, ciò conferma che la sessualità è un dato di natura. Costringere un individuo a non praticarla è imporgli un atto contro natura: dato che per voi è Dio che ci ha creato e quindi ci ha fornito anche il sesso, l'atto cui costringete i credenti è proprio contro Dio". Negli anni precedenti, per sciogliere i tanti dubbi che mi tormentavano sull'esistenza di Dio (volevo giungere a credere in Dio con la ragione!), avevo letto molti libri: da Sant'Agostino a San Tommaso, dalla Vita di Gesù di Renan, a L'Origine dei mondi di Paul Labérenne, Linguaggio e mito di Cassirer, Anti-Dühring di Engels e poi L'origine delle specie di Darwin, varie opere di Mircea Eliade, dal Trattato di storia delle religioni e Storia delle credenze e delle idee religiose ad altri testi, ed anche L'essenza del cristianesimo di Feuerbach, in cui il filosofo tedesco capovolge il concetto della creazione divina, asserendo che è l'uomo che ha creato Dio a sua immagine e somiglianza. Studiai naturalmente la Bibbia, lettura quest'ultima che fu fondamentale. Infatti, è sulla base delle mie letture sulla mitologia greco-romana, ed anche delle mitologie orientali, amerinde, ecc., che giunsi a comprendere che il primo libro del Pentateuco, cioè la Genesi, altro non è che il libro della mitologia d'Israele, mentre mi lasciò perplesso il fatto che l'Apocalisse di Giovanni concludesse la Bibbia, in quanto a mio parere era più logico fosse sistemata tra il Vecchio ed il Nuovo Testamento. Ma torniamo alla Genesi, che contiene errori tipici dell'epoca in cui fu concepita (tremila anni fa), tra cui la creazione della terra prima delle stelle e dei "due grandi luminari", sole e luna, e molti altri ancora. È noto che i miti raccontano situazioni storiche remote trasposte in simboli. Pertanto, il passaggio dall'età matriarcale a quella patriarcale viene documentato dalla Lilith, la prima donna, che venne cacciata dall'Eden e demonizzata per il suo rifiuto di sottomettersi ad Adamo. Per sostituirla, l'Eterno creò Eva da una costola di Adamo. La sottomissione della donna all'uomo è tipica della mentalità patriarcale, e questo spiega il fatto
Religioni com-passione Vlad, 6 anni, porta da mangiare sulla tomba della mamma morta di stenti alla periferia di Kiev, l'Avvenire (8.4.2022) lo fotografa mentre dritto in piedi fissa il perimetro che delimita al suolo quegli amati resti. E lo scatto diventa scultura, quella donna non compare, ma s'immagina come un faraone. Gli antichi egizi equipaggiavano i morti di tutti i beni necessari ad affrontare il viaggio e a continuare la vita. E di continuità di vita parla lo sguardo di quel bambino, che dovrebbe preoccuparsi di giocare, di disegnare scarabocchi, e di imparare a leggere e a scrivere, e che, invece, ha già scoperto la strada della morte e nella vita eterna, la cura verso chi si ama. Lui è lì, dritto e serio, le mani in tasca. Gli occhi sono fissi sulla tomba, privi di lacrime, sono bene aperti, come quando si aspetta che un altro finisca di mangiare, magari un bambino, un cagnolino o un malato, qualcuno su cui si esercita una premura. E di questa premura quella persona si nutre, vive, anzi in quell'amore sollecito trova l'antidoto per non morire. Digiuno, silenzio, parola, morte e vita, schiavitù e libertà, in quell'istantanea non manca nessuno di questi fattori. E soprattutto non manca il tempo presente, il banco di prova di ogni ascesi e della sua energia che promette di trasformare vite, vicende e destini. Di tante immagini quella di Vlad è l'emblema perfetto, la chiave musicale che consente di eseguire il brano. Questa è l'icona del Ramadan e della Pasqua 2022, quella reale che non disdegna la terra e non la svaluta a svantaggio dello stesso cielo delle religioni. Chi vuole parlare di Ramadan e di Pasqua quest'anno parta da qui.
Religione ai tempi del Covid-19, 2020
In questo paper affronto il tema della religione al tempo del Covid-19, in particolare la prospettiva “Ridefinire credenze e riti”. L’oggetto di ricerca è il cambiamento delle azioni tipiche del rituale religioso cattolico come scambiarsi il segno della pace, il funerale, la messa e la comunione. Questo cambiamento è avvenuto in seguito al decreto entrato in vigore il 4 maggio 2020 che nega l’accesso al pubblico alle chiese. La messa domenicale è un rituale formale, un evento prestabilito con una certa periodicità, che gode di procedure ripetitive e standardizzate con un grado di istituzionalità elevato. L’impossibilità di svolgere questi riti in compresenza, tutti uniti, vicini, costringono la Chiesa cattolica a ridefinirli.
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Studia Uralo-altaica /, 2019
International journal of corpus linguistics, 2004
Augustiniana, 2024
Japanese Geotechnical Society Special Publication, 2016
Scienza Epigrafica di Ida Calabi Limentani 10 anni dopo, hg. M. Buonocore – A. Sartori, , 2021
Agricultural Research & Technology: Open Access Journal, 2018
African journal of paediatric surgery : AJPS
BMC Health Services Research, 2018
Physical Review B, 1996
Kulak burun boğaz ihtisas dergisi : KBB = Journal of ear, nose, and throat, 2007
International Journal of Advanced Research, 2020
Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry, 2018