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I QUADERNI
DELLA FONDAZIONE CRC
Alternanza
scuola lavoro
I giudizi di chi la fa
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I QUADERNI DELLA FONDAZIONE CRC
• MAGGIO 2019
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QUADERNO 36
La collana Quaderni della Fondazione CRC mette a disposizione
i risultati delle ricerche socio economiche promosse dal Centro Studi
e Innovazione per esplorare temi di interesse e di prospettiva per il
territorio della provincia di Cuneo e per contribuire alla realizzazione
e alla valutazione dell’attività propria della Fondazione.
La presente ricerca è stata promossa e finanziata dalla Fondazione
CRC e realizzata in collaborazione con Ires Piemonte - Istituto di
Ricerche Economico Sociali del Piemonte.
Centro Studi e Innovazione Fondazione CRC (coordinamento generale
e redazionale): Elena Bottasso, Stefania Avetta e Vittorio Sabbatini.
Ires Piemonte: Luciano Abburrà (coordinamento), Luisa Donato,
Gianfranco Marocchi, Maria Cristina Migliore, Carla Nanni.
Si ringraziano l'Ufficio scolastico regionale per il Piemonte
- Ufficio VI Ambito Territoriale della provincia di Cuneo del MIUR
e il Nucleo Provinciale per l'alternanza scuola lavoro.
Si ringraziano inoltre tutti gli insegnanti e gli studenti che
hanno accettato di dedicare il loro tempo e la loro attenzione
a rispondere alle domande dei questionari, e tutti i dirigenti
che si sono spesi per sostenere la realizzazione dell’indagine
nelle loro scuole.
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MAGGIO 2019
Alternanza
scuola lavoro
I giudizi di chi la fa
A cura di
Luciano Abburrà, Luisa Donato, Gianfranco Marocchi,
Maria Cristina Migliore, Carla Nanni
Ires Piemonte
© 2019 Fondazione CRC
Via Roma 17 – 12100 Cuneo – Italia
www.fondazionecrc.it
ISBN 978-88-98005-24-6
Il documento in formato PDF è scaricabile dal sito www.fondazionecrc.it
È vietata la riproduzione dei testi, anche parziale, senza autorizzazione
Progetto grafico e impaginazione: Bosio.Associati – Savigliano
Stampa: Tipolito Europa
Chiuso in tipografia a maggio 2019
Indice
p. 8
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Presentazione
Introduzione
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1. L’alternanza scuola lavoro
1.1 Un po’ di storia
1.2 I soggetti dell’alternanza
1.3 Azioni di sistema per l’incontro tra scuole e mondo del lavoro
1.4 La crescita del numero di allievi in alternanza in Piemonte e in Italia
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2. Il monitoraggio dell’alternanza
2.1 Gli iscritti coinvolti nell’alternanza in provincia di Cuneo
2.2 Scuole ed esperienze di alternanza nelle classi III e IV
2.3 Le strutture ospitanti e i percorsi
2.4 Le strutture che hanno accolto gli studenti in alternanza
2.5 Dove si svolge il progetto di alternanza?
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3. L’indagine sugli studenti: i risultati in dettaglio
3.1 Il profilo degli studenti intervistati
3.1.1 Caratteristiche degli studenti
3.1.2 Le attività svolte in alternanza
3.1.3 La realizzazione di stage presso aziende o enti
3.1.4 Moduli formativi a scuola
3.1.5 Incontri con esperti
3.1.6 Altre attività esterne
3.1.7 Attività di collegamento in aula
3.1.8 Visite aziendali
3.1.9 Project work
3.1.10 Scuola impresa
3.1.11 Impresa simulata a scuola
3.1.12 Progetto di avviamento all’imprenditorialità
3.2 L’alternanza è utile? La valutazione degli studenti
3.2.1 La coerenza con il percorso formativo
3.2.2 Alternanza e sviluppo di capacità personali e relazionali
3.2.3 A cosa è servita l’alternanza: impegno nello studio e orientamento
3.3 L’esperienza presso le aziende o gli enti
3.4 Criticità: il punto di vista degli studenti
3.5 Il giudizio complessivo degli studenti sull’alternanza
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4. L’indagine sui docenti: i risultati in dettaglio
4.1 Il profilo dei docenti intervistati
4.1.1 Chi organizza la progettazione dei percorsi di alternanza
4.1.2 Temi e aspetti affrontati nella progettazione
dei percorsi di alternanza
4.1.3 Chi ha realizzato la progettazione
4.2 Il ruolo dei tutor
4.2.1 Strumenti per la valutazione dei percorsi
4.3 L’alternanza è utile? La valutazione dei docenti
4.3.1 Le capacità personali e relazionali
4.3.2 L’alternanza e l’orientamento
4.4 Criticità: il punto di vista dei docenti
4.4.1 Fasi e aree di criticità
4.5 Il giudizio complessivo dei docenti sull’alternanza
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5. Considerazioni di sintesi
5.1 I risultati dell’indagine
5.1.1 Le attività svolte
5.1.2 L’esperienza presso le aziende e gli enti
5.1.3 La progettazione dell’alternanza
5.2 L’alternanza secondo chi l’ha vissuta
5.2.1 C’è stata coerenza con il percorso formativo?
5.2.2 Quali effetti sulla didattica?
5.2.3 L’alternanza è stata utile per la preparazione scolastica?
5.2.4 Quali i maggiori benefici dell’alternanza?
5.3 Principali criticità e questioni aperte
5.4 In sintesi: una valutazione complessiva sull’alternanza
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Bibliografia
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ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
• MAGGIO 2019
Q 36
Presentazione
La Fondazione CRC opera a sostegno di un sistema scolastico e formativo di qualità, consapevole del fatto che l’istruzione rappresenti un
fondamento della società della conoscenza e un elemento imprescindibile per lo sviluppo socio economico di un territorio.
Nel Programma Pluriennale 2018-2021 la Fondazione si propone di
“rafforzare il raccordo tra sistemi educativo e formativo, istituzionale e
imprenditoriale” e “sostenere la preparazione e la transizione dalla scuola al mondo del lavoro”.
In coerenza con queste priorità, la Fondazione, tramite il proprio
Centro Studi e Innovazione, ha promosso negli anni un filone di analisi
dedicato alle tematiche dell’istruzione e dei percorsi formativi e lavorativi
dei giovani. Tra i più recenti ricordiamo lo studio sulla dispersione scolastica (Quaderno 23 Quelli che lasciano del 2014, realizzato con Adriana
Luciano dell’Università degli Studi di Torino e Roberta Santi) che è divenuto un riferimento per la progettazione di diverse iniziative, come MoviMenti, a sostegno dell’orientamento anche precoce e dello sviluppo di
competenze e talenti dei giovani, e il progetto europeo Erasmus+ Below
10 per la lotta alla dispersione scolastica, di cui la Fondazione è partner.
Iniziative importanti, che proseguono e si ampliano con il progetto in
avvio La città dei Talenti, cofinanziato dal Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile. Inoltre, si sono indagati i percorsi post diploma
dei diplomati tecnici e professionali (Dalla scuola al lavoro, Quaderno
on line, 2014, con Metis Ricerche) e le scelte formative dei giovani delle
terre alte (Formazione dei giovani delle valli alpine cuneesi e sviluppo
del territorio, Quaderno on line, 2013, con Adriana Luciano e Roberta
Santi insieme a Federica Corrado dell’Associazione Dislivelli). Più recentemente, nel 2017, sono state promosse due indagini complementari,
relative alle caratteristiche e agli esiti dei tirocini (Quaderno 29 Imparare
a lavorare, con ASVAPP) e del sistema della formazione professionale in
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ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
provincia di Cuneo (Quaderno 30 Formarsi in Granda, con IrCRES-CNR).
Dando continuità al percorso di analisi intrapreso e riconoscendo la
portata strategica dei momenti di transizione dal mondo dell’istruzione
e della formazione a quello del lavoro, la Fondazione ha promosso uno
studio sull'alternanza scuola lavoro con un affondo sulla provincia di Cuneo, che in questo caso rappresenta un osservatorio utile per un dibattito
più ampio.
Al termine del primo triennio dall’estensione dell’alternanza a tutti gli
allievi dell’ultimo triennio delle scuole secondarie di secondo grado – obbligo introdotto con la legge 107 del 2015, più nota come “Legge della
Buona Scuola” –, si è ritenuto interessante indagare il punto di vista di
chi ha vissuto direttamente l’esperienza in ambito scolastico: i dirigenti e
insegnanti da un lato, gli studenti dall’altro.
Lo studio, infatti, a partire da un inquadramento del quadro nazionale e regionale e da un riepilogo dei principali numeri dell’alternanza in
provincia di Cuneo, illustra i risultati di un’ampia indagine diretta rivolta
a circa 1.200 allievi e 250 docenti delle scuole della provincia di Cuneo,
resa possibile grazie a una capillare diffusione di questionari compilabili
online. Vengono esplorate le attività svolte, le modalità di realizzazione
e di progettazione, la coerenza con il percorso formativo, gli effetti sulla
didattica e sulla preparazione scolastica, i principali benefici, le criticità e
le questioni aperte.
L’indagine campionaria rappresenta la prima parte del lavoro, che
prosegue con l’analisi di alcune esperienze di alternanza scuola lavoro
realizzate o in corso di realizzazione sul territorio provinciale, in grado di
esplorare meglio il punto di vista di tutti i soggetti coinvolti (enti promotori, imprese ospitanti, comunità locale) e individuare i fattori abilitanti
per i migliori esiti dei percorsi. La seconda parte, che sarà disponibile in
una nuova pubblicazione entro il 2019, potrà fornire ulteriori spunti.
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Parallelamente, la Fondazione ha avviato, in collaborazione con la
Camera di Commercio di Cuneo, il progetto Grandup! Energia giovane
per lo sviluppo, volto a promuovere laboratori di innovazione sociale, attraverso lo strumento dell’alternanza, in tutti gli istituti scolastici superiori
del Cuneese.
Ci auguriamo che il presente Quaderno possa fornire elementi di
approfondimento e di riflessione utili a chi, dal livello nazionale a quello
regionale e locale, sia interessato a comprendere più a fondo uno strumento come l’alternanza, attualmente in una fase di ripensamento, e i
suoi effetti sulla didattica e sugli apprendimenti.
A cura del Centro Studi e Innovazione
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6. L’organizzazione delle imprese
6.1 La certificazione di qualità
6.2 La progettazione
6.3 L’accreditamento
6.4 La comunicazione
6.5 La valutazione dei servizi
6.6 La formazione
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7. L’integrazione tra cooperative e le relazioni
7.1 I consorzi
7.2 Le centrali cooperative
7.3 Le altre forme di aggregazione
7.4 Le opportunità e le criticità della rete di relazioni
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8. Punti di forza e criticità
8.1 I punti di forza
8.2 Le criticità
8.3 Le esigenze
8.3.1 Incentivazioni economiche
8.3.2 Funzioni di impresa
8.3.3 Politiche generali
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9. Considerazioni di sintesi e raccomandazioni di policy
9.1 I dati in sintesi
9.2 Le cooperative e la crisi economica
9.3 Integrazione e mission: due temi sui quali riflettere
9.3.1 Le imprese hanno bisogno di integrarsi
9.3.2 L’anima della cooperazione
9.4 Proposte e raccomandazioni
9.4.1 Laboratorio giovani cooperatori
9.4.2 Laboratorio conoscenza
9.4.3 Laboratorio integrazione
9.4.4 Laboratorio sviluppo
9.4.5 Laboratorio rete
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Allegato 1 - Il questionario
174
Riferimenti bibliografici
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ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Introduzione
La legge 107 del 2015 ha introdotto l’obbligo dell’alternanza scuola
lavoro per tutti gli allievi che frequentano gli ultimi tre anni delle scuole
secondarie di secondo grado, per un numero di ore pari a 400 per gli istituti
professionali e tecnici e a 200 per i licei. Non si tratta di una novità vera e
propria, ma certamente di un cambiamento molto rilevante. L’alternanza
scuola lavoro era già stata introdotta nel nostro ordinamento dall’art. 4
della legge 53 del 28 marzo 2003 e poi ribadita e ridefinita da successivi
decreti e norme applicative. Tuttavia, si trattava allora di un’opzione e di
un’opportunità che poteva essere colta, o meno, dalle scuole e praticata
dagli studenti cui si fosse ritenuto appropriato proporla. Dall’anno scolastico 2015/16, invece, l’alternanza diventa pratica obbligatoria per tutte le
scuole e per tutti gli allievi, ampliando così significativamente la platea dei
soggetti che ne sono attivamente coinvolti: a livello nazionale si stimano
circa 1 milione e 500mila allievi, a livello piemontese circa 150mila. Ma il
cambiamento non è solo quantitativo. Estendendosi a tutti gli allievi e a
tutti i percorsi d’istruzione (inclusi i licei, che, a differenza di molti istituti
professionali e tecnici, non erano stati coinvolti in precedenza da pratiche
di stage e tirocinio), l’alternanza cambia anche di significato e di finalità.
Da attività collaterale e integrativa rispetto ai normali corsi d’istruzione ad
attività che dovrebbe diventare strutturalmente connessa con le attività
didattiche ordinarie, per dare vita a modalità diverse di insegnamento/
apprendimento, in cui istruzione ed esperienza, teoria e pratica, si integrino più strettamente, in modi non solo sequenziali ma circolari e iterativi.
In secondo luogo, l’alternanza così concepita passa da esperienza offerta
principalmente agli allievi migliori, a complemento dei loro brillanti percorsi
di studio e a premessa di un più fluido inserimento nel mondo del lavoro (anche attraverso la promozione della buona reputazione della scuola
presso imprese e altri potenziali datori di lavoro), a esperienza predisposta
per tutti gli allievi, con lo scopo di motivare anche i meno bravi e determinati nello studio a riconoscere i propri interessi e orientamenti vocazionali:
si giunge così a rinforzarne le ragioni per apprendere, offrendo una metodologia didattica diversa da quella basata solo su lezione d’aula e studio
individuale e in grado di rivelarsi più efficace per soggetti con differenti stili
di apprendimento.
Capire come l’“esperimento alternanza” sia stato effettivamente realizzato nei primi anni di applicazione della legge presenta dunque numerosi
motivi di interesse. Quello che pare più rilevante – anche per l’influenza
che potrebbe avere sul percorso futuro dell’introduzione della nuova versione dell’alternanza scuola lavoro – è verificare se, quanto e come siano
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• MAGGIO 2019
Q 36
emerse esperienze positive di attuazione delle innovazioni auspicate. Il
giudizio e il destino del grande esperimento sociale avviato con la legge
107 dovrebbe, infatti, dipendere non tanto dal fatto che vi siano state applicazioni diverse e talvolta distorte delle proposte più innovative, quanto
dal fatto che ve ne siano state di effettivamente coerenti con i fini e con i
modi auspicati dal legislatore (e dalla cospicua riflessione pedagogica che
ne è alle spalle). Se alcuni l’hanno fatto bene, vuol dire che si può fare. Che
in altri casi si sia fatto meno bene, o anche male, non dovrebbe implicare che la strada debba essere abbandonata per un ritorno al passato. Al
contrario, uno studio attento di come ha operato chi ha avuto esperienze
positive, per capire quali fattori interni ed esterni possano aver agito nel
facilitare la riuscita e quali abbiano, invece, rappresentato degli ostacoli da superare, potrebbe aiutare ad acquisire conoscenze da diffondere
all’interno del sistema, per stimolare concretamente chi segue o fatica a
raggiungere il passo dei migliori.
Nell’ambito di un programma di ricerca con finalità conoscitive orientate agli obiettivi richiamati nel 2018, si è realizzata un’indagine diretta
sull’alternanza scuola lavoro con questionari online rivolti a studenti e insegnanti delle scuole superiori della provincia di Cuneo, come fase d’avvio
e di prima esplorazione di un terreno su cui le fasi di lavoro successive
dovranno consentire approfondimenti qualitativi attraverso lo studio dei
casi. Lo scopo perseguito era di ricavare informazioni più precise sulle attività svolte nei primi due anni di applicazione della legge 107 del 2015. Si
riteneva di poter conoscere meglio tipi, modalità, organizzazione e localizzazione delle attività di alternanza, ma soprattutto si mirava a raccogliere
dai diretti protagonisti e dal lato delle scuole giudizi e opinioni sull’esperienza riguardo all'apprezzamento o non gradimento delle attività svolte
in alternanza, al loro grado di connessione e alle loro interazioni, positive
o negative, con le attività didattiche più convenzionali, alla loro efficacia
nei confronti dei diversi ambiti di potenziale influenza positiva attribuibile
all’alternanza: la motivazione e l’apprendimento più strettamente scolastici, l’orientamento verso gli studi futuri o verso le scelte occupazionali
successive, l’acquisizione e il potenziamento di competenze e abilità di
natura non disciplinare ma di tipo relazionale, organizzativo o sociale, di
cui spesso si sente lamentare la debolezza e affermare l’importanza.
Il caso e le circostanze hanno voluto che i risultati di questa indagine
siano diventati disponibili in un momento in cui, dopo soli tre anni di applicazione, le norme sull’obbligo dell’alternanza e sull’ammontare di tempo
da dedicare a essa nei diversi ordini di scuola sono stati modificati in maniera piuttosto consistente (legge 30 dicembre 2018, n. 145, comma 784)1.
1 Con la legge di bilancio 2019, approvata alla fine del 2018, l’alternanza scuola lavoro ha
subito rilevanti modifiche. Si è ridefinito il nome in «percorsi per le competenze trasversali e per
l’orientamento» ma, soprattutto, sono state fortemente ridimensionate le ore obbligatorie previste: 210 ore per gli istituti professionali, 150 per gli istituti tecnici e “appena” 90 per i licei. Le
modifiche previste all’alternanza entrano in vigore già dall’anno scolastico 2018/19, pertanto è
prevista una rimodulazione delle attività già in corso anche in base alle nuove risorse disponibili
preventivate (ridotte in proporzione alla riduzione delle ore).
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ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Al di là di ogni considerazione pregiudiziale, a colpire è il fatto che questo cambiamento abbia tratto motivazione e sostegno in ambito politico
da considerazioni di ordine principalmente economico finanziario attinenti
le risorse impiegate, anziché da una valutazione empirica su basi scientifiche, che ne attestasse i gradi di apprezzamento e i livelli di efficacia che le
attività svolte sotto il titolo dell’alternanza hanno conseguito nelle numerosissime scuole di tutto il Paese, grazie alla collaborazione di un numero
molto ampio e assai vario di soggetti esterni che si sono raccordati con le
scuole per realizzarle.
Senza alcuna previsione, perciò, questa indagine svolta in provincia di
Cuneo acquista oggi, oltre al valore intrinseco della ricerca, anche quello
di rappresentare una delle pochissime testimonianze disponibili a livello
nazionale di ciò che si è effettivamente realizzato nelle scuole dei diversi
ordini negli anni in cui l'alternanza ex lege 107 è stata in vigore nella sua
forma iniziale, ma soprattutto di quali giudizi e valutazioni abbiano dato
delle attività realizzate coloro che ne sono stati i protagonisti e i testimoni
diretti, ossia studenti e insegnanti. Su questo argomento, infatti, all’interno di un dibattito pubblico che in alcuni momenti ha avuto toni accesi e
un’ampia visibilità sui mezzi di comunicazione, hanno sempre dominato il
campo valutazioni piuttosto impressionistiche, tratte da circoscritti episodi
emersi alle cronache più per le deviazioni rispetto al disegno riformatore
che per la realizzazione dello stesso, mescolati e confusi con i pregiudizi
positivi e negativi che ciascuno può aver acquisito nel tempo su un tema
scottante e divisivo come quello del rapporto fra scuola e lavoro.
Letto e considerato in un momento come quello attuale, in cui dalla
situazione determinata dalla brusca e impegnativa innovazione imposta
alle scuole dalla legge 107 si sta passando a una ricomposizione dei modi,
dei tempi e persino della definizione e dei fini delle attività complementari
alla didattica in aula nella scuola superiore italiana, il risultato dell’indagine svolta presso un ampio numero di studenti e docenti nel 2018 può
assumere la valenza di una testimonianza e di una documentazione dell’esperienza precedente, utile a ricavarne indicazioni potenzialmente interessanti, sia per formulare un giudizio retrospettivo sul suo valore, sia per
trarne indicazioni utili a progettare e a realizzare le nuove attività dedicate
alla promozione dei «percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento», in modo da non disperdere quanto di buono si è realizzato sotto
la denominazione di alternanza, con costante impegno da parte di molti
protagonisti.
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• MAGGIO 2019
Q 36
Le fasi della rilevazione
La rilevazione sulle esperienze di alternanza scuola lavoro in provincia
di Cuneo è stata articolata in due fasi di indagine. La prima ha previsto la
somministrazione di due distinti questionari – agli studenti e agli insegnanti
– presso sette autonomie scolastiche2, individuate su base volontaria; ciò
ha permesso, nel mese di maggio e nei primi giorni di giugno 2018, prima
del termine delle attività scolastiche, di raccogliere tramite un modulo online 640 questionari compilati dagli studenti e 136 dai docenti.
Va rimarcato come la volontarietà potrebbe aver selezionato istituti particolarmente attenti al tema dell’alternanza e quindi più propensi a
supportare adeguatamente gli studenti in questa esperienza. Ciò potrebbe
avere avuto un’influenza sulle valutazioni sia degli studenti sia dei docenti.
Anche per questa ragione, oltre che per dare opportunità di espressione a
tutto il sistema scolastico cuneese, si è deciso di procedere con una seconda fase dell’indagine, in cui i due distinti questionari sono stati somministrati agli studenti delle classi quarta e quinta e ai docenti di tutte le restanti
scuole secondarie di secondo grado della provincia di Cuneo. La rilevazione si è svolta nei mesi di settembre e ottobre 2018. In questa seconda
fase sono stati raccolti, sempre tramite modulo online e sempre sulla base
dell’adesione volontaria degli intervistati, 554 questionari compilati dagli
studenti e 112 compilati dai docenti.
La rilevazione sulle esperienze di alternanza scuola lavoro ha quindi
raccolto nel complesso 1.194 questionari compilati dagli studenti e 248
dai docenti.
Anche nel campione più ampio l’autoselezione dei rispondenti non
può garantire che i dati qui esposti rispecchino situazioni e valutazioni comuni a tutti coloro che hanno partecipato a esperienze di alternanza. Può
però aiutare a confermare su ampia scala che l’esperienza dell’alternanza,
qualora sia gestita secondo le modalità che l’analisi consentirà di evidenziare nelle scuole coinvolte dall’indagine, possa essere ritenuta fonte di
apprendimento utile e di soddisfazione sia da parte degli studenti sia da
parte dei loro docenti. Ciò non ha escluso che, da parte di entrambi i gruppi
di soggetti coinvolti, siano state evidenziate criticità e punti deboli nell’organizzazione e nella gestione dei progetti, che può essere interessante
approfondire in modo da poterli affrontare e risolvere.
I successivi passaggi della ricerca approfondiranno, anche con analisi
qualitative, entrambi gli elementi qui evocati: quali siano le caratteristiche
che rendono positive le esperienze di alternanza scuola lavoro e quale sia
la valutazione dell’alternanza in un insieme di soggetti più ampio di quello
qui considerato, a partire dagli enti ospitanti presso cui le esperienze di
alternanza hanno avuto luogo.
2 Le sette autonomie comprendono 15 istituti scolastici di tre differenti ordini di scuola (istituto
professionale, istituto tecnico e liceo). Hanno risposto alla rilevazione studenti e docenti di cinque
autonomie e dieci istituti scolastici.
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ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Il volume si suddivide in cinque capitoli. Nel primo si fornisce un sintetico inquadramento dell’alternanza scuola lavoro dal punto di vista normativo, dei soggetti coinvolti, nonché degli strumenti e delle azioni di sistema
messe a disposizione dal MIUR per favorire l’incontro tra scuola e mondo
del lavoro. Inoltre, si presenta qualche numero aggiornato sulle esperienze
di alternanza realizzate in Piemonte e in Italia. Il secondo capitolo presenta
i dati del monitoraggio dei percorsi di alternanza promosso dal Ministero
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, dando conto della rilevanza di questo istituto in provincia di Cuneo in termini di studenti e istituti
scolastici coinvolti, esperienze realizzate, strutture ospitanti e distribuzione territoriale. Nel terzo capitolo vengono proposti in dettaglio i risultati
dell’indagine condotta sugli studenti che, a partire dalle attività svolte,
assumono caratteristiche specifiche per tipologia di istituto. Si evidenziano
così le diverse attività svolte, i giudizi sull’utilità, sul gradimento, sulla coerenza con il percorso formativo, sul possibile sviluppo di capacità personali
e relazionali e le eventuali criticità.
Parallelamente, il capitolo quarto presenta il punto di vista dei docenti,
sulla base dei risultati relativi ai questionari compilati. Oltre agli elementi
analizzati anche attraverso l’indagine sugli studenti, vengono approfonditi
alcuni aspetti relativi alla progettazione delle esperienze di alternanza, al
ruolo dei tutor, agli strumenti di valutazione dei percorsi. Il quinto e ultimo
capitolo, infine, contiene considerazioni di sintesi del rapporto di ricerca,
riprendendo i principali esiti dell’indagine e mettendo a confronto le risposte degli studenti e quelle dei docenti. Vengono messi in luce gli aspetti
più salienti e le principali caratteristiche emerse, senza tralasciare criticità
e questioni aperte.
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Q 36
• MAGGIO 2019
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
1. L’alternanza scuola lavoro
L’alternanza scuola lavoro si presenta come una metodologia didattica
rivolta agli studenti delle scuole del secondo ciclo, che combina lo studio
in aula con momenti di apprendimento in contesti lavorativi esterni alla
scuola o ricreati all’interno della scuola stessa. Fanno parte dell’alternanza
non solo i tirocini formativi in aziende o enti, ma anche altre attività come,
per esempio, le visite in azienda, gli incontri con esperti a scuola, i project
work, l’impresa simulata a scuola, ecc. Le attività che rientrano nell’alternanza condividono l’idea di fondo che il contesto lavorativo sia un importante luogo di apprendimento. Un contesto lavorativo tendenzialmente
“reale”, ma che può anche venire proposto attraverso interventi di esperti,
narrazioni e simulazioni. Nell’alternanza il periodo di apprendimento che
l’allievo svolge presso la struttura ospitante è considerato un tirocinio curriculare e non un rapporto di lavoro.
1.1 Un po’ di storia
L’alternanza scuola lavoro si affaccia come esplicita modalità formativa
con la legge delega della Riforma Moratti3 nel 2003. Nell’art. 4, l’alternanza è prevista come modalità di apprendimento nel secondo ciclo per coloro
che hanno già compiuto 15 anni. Con il decreto attuativo, che segue nel
20054, si specificano le finalità dell’alternanza: attuare modalità di apprendimento flessibili che colleghino formazione in aula ed esperienze pratiche;
arricchire la formazione in classe con competenze spendibili nel mondo del
lavoro; favorire l’orientamento dello studente per valorizzare vocazioni
personali e stili di apprendimento individuali; favorire il collegamento tra
scuola e territorio (mondo del lavoro, società civile); creare collegamenti
tra offerta formativa e sviluppo del territorio.
La Riforma Gelmini5, che nel 2010 riorganizza i percorsi del secondo
ciclo, nei decreti di attuazione conferma il ruolo centrale dell’alternanza.
Infine, nel 2015 con la legge 107 (cosiddetta della Buona Scuola)6 l’alternanza fa un salto di qualità: non è più solo attivata su richiesta degli allievi,
ma è estesa come modalità didattica a tutti gli studenti e a tutti gli indirizzi
Riforma Moratti
Riforma Gelmini
e Buona Scuola
3 Legge 53 del 28 marzo 2003, Delega al Governo per la definizione delle norme generali
sull’istruzione e di livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale (Ministro MIUR Letizia Moratti).
4 Decreto Legislativo 77 del 15 aprile 2005.
5 Legge 133 del 2008; Decreto del Presidente della Repubblica 87 del 15 marzo 2010, 87 (Professionali), 88 (Tecnici), 89 (Licei) (Ministro MIUR Maria Stella Gelmini).
6 Legge 107 del 13 luglio 2015; (Ministro MIUR Stefania Giannini).
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Legge di bilancio
2019
nell’ultimo triennio della scuola superiore. Nel 2015/16 l’obbligatorietà ha
interessato le terze classi della scuola superiore e si è giunti, nel 2017/18,
al coinvolgimento di tutte le classi, dalla terza alla quinta. Come già menzionato, l’impegno per gli istituti professionali e tecnici era di 400 ore di
alternanza, il doppio di quello richiesto ai percorsi liceali (200 ore).
Come accennato in precedenza, con la recente legge di bilancio 20197,
approvata alla fine del 2018, l’alternanza scuola lavoro ha subito ulteriori
modifiche. Molto brevemente, si è ridefinito il nome in «percorsi per le
competenze trasversali e per l’orientamento» ma, soprattutto, sono state fortemente ridimensionate le ore obbligatorie previste: 210 ore per gli
istituti professionali, 150 per gli istituti tecnici e “appena” 90 per i licei.
Le modifiche previste entrano in vigore già dall’anno scolastico 2018/19,
pertanto è prevista una rimodulazione delle attività già in corso, anche in
base alle nuove risorse disponibili preventivate (ridotte in proporzione alla
riduzione delle ore).
1.2 I soggetti dell’alternanza
Imprese ed enti
I requisiti richiesti
L’alternanza deve essere progettata, attuata e valutata dalle istituzioni
scolastiche in collaborazione con i soggetti del mondo del lavoro. La platea
dei possibili soggetti esterni alla scuola interessati all’alternanza si è estesa,
con la riforma del 2015, dalle imprese a tutti gli enti privati e pubblici8. Nel
dettaglio, possono proporre progetti di alternanza:
• imprese e loro associazioni;
• camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura;
• ordini professionali;
• enti pubblici e privati, compreso il terzo settore;
• musei e altri istituti pubblici e privati operanti nei settori del patrimonio
e delle attività culturali, artistiche e musicali;
• enti che svolgono attività afferenti al patrimonio ambientale;
• enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI.
Le strutture ospitanti devono essere individuate dalle scuole, ma di
fatto le famiglie degli studenti contribuiscono alla ricerca e alla proposta
di soggetti esterni disponibili per l’alternanza, anche se non è possibile
quantificare in quale misura.
I soggetti esterni che ospitano gli allievi in alternanza devono dimostrare di possedere specifici requisiti: capacità strutturali, nel senso di spazi
adeguati rispetto alle attività che dovranno essere esercitate; capacità tecnologiche (attrezzature idonee, tali da poter essere utilizzate in sicurezza);
capacità organizzative, in particolare la presenza di un tutor con competenze professionali e di affiancamento formativo.
I soggetti esterni coinvolti nell’alternanza sono tenuti a stipulare con
la scuola convenzioni in cui devono essere specificati obiettivi, regole da
7 Legge 145 del 30 dicembre 2018, comma 784.
8 Art. 1, comma 34, legge 107/2015.
20
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
osservare e tutto ciò che le norme contemplano per questa esperienza, in
particolare:
• le attività che lo studente deve svolgere durante l’alternanza, con la
specificazione della coerenza con gli obiettivi formativi del percorso e
i risultati di apprendimento previsti;
• il numero di studenti coinvolti e gli indirizzi di studi;
• la durata dell’esperienza;
• l’identificazione dei referenti, sia della scuola sia della struttura esterna;
• la formazione su salute e sicurezza sul lavoro (ore da svolgere o da
integrare);
• le eventuali risorse economiche necessarie;
• le strutture e le conoscenze messe a disposizione dal soggetto ospitante;
• gli obblighi e le responsabilità delle scuole e delle strutture ospitanti;
• le modalità della valutazione;
• i modi con cui si monitora il progetto.
Alle convenzioni sono allegati i patti formativi, che ciascun allievo deve
sottoscrivere. Nel patto l’allievo si impegna a seguire le attività di alternanza rispettando obiettivi, tempi e regole9.
Chi sono le figure professionali deputate a seguire l’alternanza nella
scuola? Il responsabile è, in primo luogo, il dirigente scolastico, che può essere affiancato da uno o più docenti con funzione strumentale, che seguono l’alternanza a livello di istituto. Altre figure strategiche previste sono:
il referente di progetto, che ha il compito di mettere in comunicazione
chi segue l’ASL (Alternanza Scuola Lavoro) nelle classi (il tutor interno)
e i referenti delle strutture esterne; il tutor interno, che in ciascuna classe segue lo studente in tutti i passaggi necessari al corretto svolgimento
dell’esperienza: dall’elaborazione del percorso formativo personalizzato
insieme al tutor esterno, alla gestione ordinaria delle attività e di eventuali
criticità, dal collegamento con gli organi scolastici, fino ai passaggi relativi
alla valutazione dell’esperienza e della struttura ospitante (quest’ultima di
responsabilità del dirigente scolastico).
La struttura ospitante deve identificare una figura di riferimento che,
dal punto di vista della scuola, viene definito tutor esterno, cioè colui che
segue lo studente in alternanza e mantiene i rapporti con la scuola.
Senza approfondire ulteriormente il ruolo della figura tutoriale, quello
che la Guida operativa del MIUR sottolinea è la necessità di una forte interazione tra la scuola e la struttura ospitante, a iniziare dalla progettazione
comune del percorso (coprogettazione), dal monitoraggio dell’esperienza
fino alla valutazione finale.
Le figure
di riferimento
1.3 Azioni di sistema per l’incontro tra scuole e mondo del lavoro
Il MIUR ha messo a punto diversi strumenti e azioni di sistema per sostenere le istituzioni scolastiche, al fine di allacciare rapporti proficui con
aziende ed enti del territorio.
9 MIUR (2018) Attività di Alternanza Scuola Lavoro. Guida operativa per la scuola, pp. 66-68.
21
• MAGGIO 2019
Q 36
Piattaforme
per l’alternanza
Sono state realizzate due piattaforme per la conoscenza e la gestione
dell’alternanza a disposizione di studenti, famiglie, aziende e scuole:
• Il Registro Nazionale per l’Alternanza Scuola Lavoro10 è istituito dalla
legge 107/2015 ed è gestito dalle camere di commercio, industria,
artigianato e agricoltura.
Le imprese che intendono proporsi per l’alternanza devono iscriversi
sul sito, indicando il numero di studenti che possono ospitare, i periodi
dell’anno disponibili ed eventuali collaborazioni attivate con altri soggetti. Le scuole, le famiglie ma soprattutto gli studenti possono interrogare il portale per cercare l’esperienza più vicina ai propri interessi.
• Il sito Alternanza scuola lavoro11 è una piattaforma che mette a disposizione le diverse informazioni per tutti i soggetti coinvolti nell’alternanza: scuole, studenti e strutture ospitanti. L’intento è quello di
facilitare l’incontro tra domanda educativa e offerta di esperienze con
il collegamento al Registro Nazionale delle Imprese. La piattaforma va
oltre il collegamento tra domanda e offerta poiché comprende numerose funzionalità per la gestione quotidiana dell’alternanza. È possibile
creare scrivanie virtuali che comprendano gli strumenti di gestione e
archiviazione dei documenti dell’alternanza (modelli di convenzione,
progetti formativi, strumenti di valutazione). Il sito permette di accedere ai corsi di formazione sulla sicurezza, gratuiti, in convenzione con
l’INAIL. È disponibile anche una funzionalità, il cosiddetto “bottone
rosso”, con il quale lo studente può segnalare disfunzioni e abusi. Il
MIUR impegna 110 docenti (100 presso gli Uffici scolastici regionali e
10 al Ministero centrale) per gestire le segnalazioni pervenute. In una
sezione del sito sono disponibili le “storie di alternanza” che le scuole
mettono a disposizione. Si configurano come una rassegna di buone
pratiche utili per fornire ulteriori spunti e suggerimenti alle scuole.
Inoltre, è stata redatta la Carta dei diritti e dei doveri delle studentesse e degli studenti in alternanza, un regolamento di sette articoli in cui si
ribadiscono finalità, destinatari e modalità di svolgimento dell’alternanza,
tutela della salute e sicurezza12.
Il MIUR e gli Uffici scolastici regionali sostengono le scuole nell’apertura al mondo lavorativo attraverso la stipula di protocolli d’intesa – o l’utilizzo di accordi già attivati – con le imprese, gli organismi rappresentativi
del mondo del lavoro, le associazioni e gli enti pubblici13.
Per quanto riguarda il Piemonte, l’Ufficio scolastico regionale nell’ultimo triennio ha sostenuto l’alternanza intessendo relazioni con numerosi
soggetti sul territorio. In alcuni casi, si tratta di accordi che hanno come og10 https://scuolalavoro.registroimprese.it/rasl/home.
11 http://www.alternanza.miur.gov.it.
12 Carta dei diritti e dei doveri delle studentesse e degli studenti in alternanza (4 gennaio 2017)
http://www.alternanza.miur.gov.it/allegati/2017/Carta-dei-diritti-e-dei-doveri.pdf.
13 Gli accordi realizzati a livello nazionale dal MIUR sono disponibili sul sito dell’alternanza,
citato più sopra, all’indirizzo http://www.istruzione.it/alternanza/accordi.html.
22
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
getto un ampio spettro di azioni, tra le quali sono ricomprese anche quelle
rivolte all’alternanza e che si costituiscono come una cornice all’interno
della quale seguono ulteriori e più dettagliati accordi operativi, come piani
di azione e convenzioni. In altri casi, l’alternanza scuola lavoro è l’oggetto
specifico dell’accordo, che pertanto riporta direttamente caratteristiche e
modalità di realizzazione14.
Infine, si segnala la collaborazione del MIUR e Unioncamere con l’Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro (ANPAL), per un servizio di
assistenza tecnica alle scuole impegnate nell’alternanza.
1.4 La crescita del numero di allievi in alternanza in Piemonte e in Italia
Per dare conto della crescita delle esperienze di alternanza, si propone
il confronto dei primi due anni scolastici di applicazione dell’obbligatorietà
attraverso i dati resi disponibili dal MIUR (fig. 1).
Nel primo anno di attuazione, il 2015/16, in Italia gli allievi delle terze classi che si sono cimentati nell’alternanza “obbligatoria” sono stati
455mila, pari al 90,6% degli iscritti, mentre nelle classi precedenti – non
ancora investite dall’obbligo – la partecipazione ai percorsi ha riguardato
il 28% degli iscritti nelle quarte classi (130mila studenti) e solo il 14,6%
nelle quinte (67mila studenti). Valori simili per il Piemonte: nelle terze classi
l’obbligo fa balzare a quasi 29mila gli allievi in alternanza, pari al 91,6%
degli iscritti complessivi, mentre in quarta e quinta classe sono in numero
più contenuto e prevalentemente concentrati nei percorsi tecnico professionali.
Nel 2016/17 l’obbligo si estende anche alle classi quarte. In Italia, gli
allievi in alternanza risultano 456mila in terza e 417mila in quarta, pari
a poco meno del 90% degli iscritti. L’ultima classe, la quinta, annovera
ancora solo un 14% di allievi in alternanza. Così, per il Piemonte, l’estensione dell’obbligo alle classi quarte aumenta il numero degli allievi coinvolti
nell’attività (89% in terza, 85% in quarta), mentre per le quinte il valore è
appena il 5,5%.
Le scuole, dunque, hanno dovuto affrontare un grande sforzo organizzativo per realizzare attività di alternanza per un numero di studenti
lievitato in tempi stretti: in Piemonte, nel 2015, gli allievi in alternanza nelle
quarte classi erano quasi 5.400, l’anno successivo, con l’obbligo, passano
a 26.200, cinque volte di più.
A.S. 2015/16
A.S. 2016/17
14 Si ringrazia la prof.ssa Laura Pellegrinelli dell’Ufficio scolastico regionale del Piemonte che
ha messo a disposizione il materiale.
23
• MAGGIO 2019
Q 36
Figura 1. Studenti in alternanza nelle classi quarte per ordine di scuola superiore: confronto negli anni prima e dopo l’obbligo della legge 107/2015, in Italia
(2015/16 e 2017/18)
250.000
211.946
200.000
150.000
128.331
100.000
50.000
76.676
54.316
48.444
27.488
Licei
Istituti tecnici
Istituti professionali
IV classi nel 2015/2016
IV classi nel 2016/2017
Fonte: MIUR, Statistica e Studi, Focus “Alternanza scuola-lavoro” (2018)
Istituti tecnici,
professionali
e licei
Altro aspetto riguarda il coinvolgimento dei licei, che prima dell’introduzione della legge 107 realizzavano un numero di esperienze di alternanza decisamente minore rispetto agli istituti professionali e tecnici. Dal
punto di vista numerico, riprendendo l’esempio più sopra riportato delle
quarte classi, nel 2015 in Italia negli istituti professionali gli allievi in alternanza erano 48mila, l’anno successivo – con l’obbligo – il numero quasi
raddoppia (76mila); negli istituti tecnici, prima dell’obbligo, si registravano
54mila allievi in alternanza, mentre l’anno successivo risultano quasi triplicati (128mila). Tuttavia, sono i percorsi liceali a registrare l’incremento
maggiore: nel 2015 le quarte classi avevano appena 27mila allievi in alternanza, nel 2016 con l’introduzione dell’obbligo il numero sale a quasi
212mila, circa otto volte di più15.
Per molti licei, pertanto, l’estensione dell’alternanza ha rappresentato
una sfida, sia per il numero di allievi da collocare, sia per la carenza – in
molti casi – di esperienza per questo tipo di attività. Tuttavia, poiché il
numero di ore di alternanza previsto è maggiore per gli istituti professionali
e tecnici, se si stima un monte ore complessivo, si osserva come lo sforzo
organizzativo richiesto sia notevole per tutti e tre gli ordini di scuola. Nel
dettaglio, in Piemonte la stima del monte ore di alternanza complessivo
vede gli istituti tecnici in testa con quasi 4 milioni di ore, seguiti da licei e
dagli istituti professionali (2,5 e 3 milioni di ore) (fig. 2).
15 MIUR-Statistica e Studi (2018) Focus “Alternanza scuola-lavoro”, p. 9
24
Licei
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Figura 2. Stima del monte ore (*) annuo di alternanza per ordine di scuola in
Piemonte (2016/17)
3.072.800
Istituti tecnici
3.920.267
Istituti professionali
2.521.467
Migliaia
-
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
Fonte: rilevazione scolastica Regione Piemonte; elaborazione IRES
(*) Ciascun iscritto nelle classi III, IV e V dei percorsi diurni in Piemonte nel 2016/17 è stato
moltiplicato per il numero di ore previste dall’alternanza, ipotizzando una distribuzione
uguale di ore nel triennio (arrotondate: 67 per i licei e 133 per istituti professionali e tecnici)
25
• MAGGIO 2019
Q 36
2. Il monitoraggio dell’alternanza
Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca promuove il
monitoraggio dei percorsi di alternanza attraverso una piattaforma online,
nella quale le scuole inseriscono le informazioni relative a percorsi, allievi
e aziende/enti coinvolti. L’analisi presentata in questo capitolo è realizzata su una selezione di variabili del monitoraggio relativo al 2016/1716. I
dati forniti dall’Ufficio scolastico regionale del Piemonte non permettono
il conteggio degli allievi per “testa”: ciascun allievo è contato tante volte
quante sono le esperienze a cui ha partecipato. Poiché nel 2016/17 l’obbligatorietà dell’esperienza di alternanza riguarda le terze e quarte classi, si
stima che il numero dei partecipanti, contati per “testa”, sia quello rilevato
dalla Regione Piemonte: circa 9.600 studenti.
L’attuazione dei percorsi di alternanza ha richiesto alle scuole uno sforzo senza precedenti: per alcuni istituti l’alternanza ha rappresentato un’assoluta novità, altre avevano già esperienza di contatti con il mondo delle
aziende, ma gestivano un numero limitato di esperienze e tirocini. L’analisi
dei dati di monitoraggio cerca di restituire il caleidoscopio di esperienze
realizzate – e contatti attivati – dalle scuole, anche se il quadro non può
essere considerato esaustivo17.
2.1 Gli iscritti coinvolti nell’alternanza in provincia di Cuneo
Nel 2016/17 le classi coinvolte nell’alternanza sono state le terze e le
quarte per un totale di 9.600 allievi. L’anno seguente, 2017/18, l’obbligatorietà ha raggiunto anche le quinte classi per un totale di 14mila allievi,
equamente distribuiti tra maschi e femmine (tab. 1).
16 Per rendicontare l’attività di alternanza le scuole accedono a un applicativo ministeriale SIDI,
dal quale sono stati estratti i dati utilizzati nel presente lavoro. Le informazioni sono state fornite
dall’ing. Serena Caruso Bavisotto dell’Ufficio scolastico regionale del Piemonte nel febbraio 2018,
con livello di aggregazione per azienda/codice scuola.
17 Occorre tener conto, infatti, di alcuni limiti insiti nei dati raccolti: potrebbero mancare alcuni
percorsi di alternanza non ancora rendicontati al momento dell’estrazione dei dati; la compilazione di alcune voci del monitoraggio non è realizzata in modo univoco, per esempio alcune scuole
inseriscono in un’unica voce attività (corso sulla sicurezza, visite aziendali, stage, ecc.) che altre
scuole rendicontano separatamente.
26
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Tabella 1. Numerosità degli allievi delle classi coinvolte nell’alternanza in provincia di Cuneo, per sesso e ordine di scuola (2016/17 e 2017/18)
2016/17
III anno IV anno
2017/18
Totale
di cui
femmine
III anno IV anno
V anno
Totale
di cui
femmine
Istituti professionali
1.281
1.241
2.522
1.249
1.131
1.251
1.143
3.525
1.771
Istituti tecnici
1.733
1.595
3.328
1.185
1.680
1.605
1.569
4.854
1.750
Licei
1.978
1.834
3.812
2.462
1.932
1.909
1.810
5.651
3.693
Totale
4.992
4.670
9.662
4.896
4.743
4.765
4.522
14.030
7.214
Fonte: rilevazione scolastica della Regione Piemonte; elaborazioni IRES
Nota: esclusi corsi serali
2.2 Scuole ed esperienze di alternanza nelle classi III e IV
Nel monitoraggio MIUR le esperienze di alternanza relative alle terze
e quarte classi cuneesi sono riconducibili a 26 istituti scolastici autonomi
(manca una sola autonomia liceale), a cui si aggiunge una paritaria. Le
esperienze realizzate dagli allievi sono poco più di 20.600, di cui quasi
10.700 al terzo anno e 9.900 al quarto anno. Più in dettaglio, il numero
delle sedi scolastiche conteggiate con il rispettivo codice identificativo assegnato dal MIUR lievita a 61, in particolare: 18 licei, 25 istituti tecnici e 18
istituti professionali (tab. 2).
27
• MAGGIO 2019
Q 36
Tabella 2. Scuole superiori in provincia di Cuneo: esperienze di alternanza e iscritti
nelle classi III e IV per autonomie scolastiche (2016/17)
Istituti scolastici autonomi e paritari
Tipo autonomia
Istituto
di istruzione
superiore
IIS
Nome
Iscritti
Esperienze
Iscritti
UMBERTO I
193
196
175
171
E. GUALA
637
127
522
145
VELSO MUCCI
269
175
241
173
G. BARUFFI
150
85
214
78
BIANCHI - VIRGINIO
447
115
491
145
V. VIRGINIO
796
226
870
181
SEBASTIANO GRANDIS
178
173
218
215
VALLAURI
366
357
293
342
GIOLITTI - BELLISARIO
596
290
512
274
G. CIGNA - G. BARUFFI - F. GARELLI
895
255
712
236
CARLO DENINA
207
208
193
173
1.537
228
1.473
206
173
134
220
154
9
8
18
17
PIERA CILLARIO FERRERO
234
236
180
183
L. EINAUDI
156
156
225
163
FRANCO ANDREA BONELLI
281
192
514
187
MARIO DELPOZZO
882
191
886
145
GIUSEPPE GOVONE
39
126
126
128
LEONARDO DA VINCI
189
195
150
152
L. COCITO
157
152
136
122
G. GIOLITTI
533
101
418
115
G. PEANO - S. PELLICO
541
258
357
218
E. DE AMICIS
370
225
274
216
G. ANCINA
138
129
161
116
G. VASCO
568
184
244
135
G. B. BODONI
133
132
121
121
10.674
4.854
9.944
4.511
A. CRAVETTA
AMERIGO VESPUCCI (Paritaria)
Istituto tecnico
Liceo
Totali
IV anno
Esperienze
ARIMONDI - EULA
Istituto
professionale
III anno
Fonte: rilevazione scolastica della Regione Piemonte per gli iscritti, Ufficio scolastico regionale monitoraggio MIUR per le esperienze di alternanza
28
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
La maggior parte delle esperienze di alternanza riguarda allievi degli
istituti tecnici (54,2%), seguono i licei (27,8%) e i professionali con il 18%.
Si tratta di una distribuzione differente rispetto a quella che si osserva per
gli iscritti, nella quale i licei sono in testa, seguiti da istituti tecnici e professionali. Con 3.300 allievi e 10.400 esperienze di alternanza, l’istituto
tecnico è l’ordine di scuola con il rapporto più alto tra esperienze e iscritti,
pari a 3,1, circa il doppio di quello che si osserva nei percorsi liceali e negli
istituti professionali. Con i limiti presenti nei dati a disposizione, non è
possibile stabilire in questa sede quanto le differenze emerse tra i diversi
ordini di scuola siano influenzate da un diverso modo di intendere e di registrare il percorso di alternanza oppure siano l’espressione di diversi modi
di organizzare l’alternanza stessa: con attività più brevi e frammentate e,
dunque, più numerose negli istituti tecnici o più strutturate e di maggiore
durata negli altri ordini (fig. 3).
Figura 3. Scuole superiori in provincia di Cuneo: distribuzione delle esperienze
di alternanza e degli iscritti nelle classi III e IV per ordine di scuola (2016/17) in
percentuale
54,2
Rapporto esperienza
alternanza/iscritti
39,5
34,4
27,8
26,1
1,4
18
3,1
Iscritti scuola superiore
Istituto professionale
Esperienza di alternanza
Istituto tecnico
1,7
Liceo
Fonte: Ufficio scolastico regionale del Piemonte; Monitoraggio ASL MIUR
2.3 Le strutture ospitanti e i percorsi
L’alternanza scuola lavoro si configura come un insieme di esperienze:
le ore complessive previste sono organizzate e ricomposte con modalità
differenti in ciascuna scuola e per ciascun allievo.
L’alternanza si concretizza, per gli allievi, nella partecipazione a diversi
progetti (eventualmente composti da più moduli), che possono prevedere
attività in classe, attività online e attività esterne.
Alcune esperienze di alternanza sono realizzate interamente all’interno della scuola con il personale scolastico e il ricorso a esperti esterni o a
piattaforme online. Altri percorsi prevedono, oltre alle attività in classe,
anche uscite esterne, come partecipazioni a convegni, visite aziendali, ecc.
Infine, gran parte dei percorsi di alternanza comprendono un periodo in cui
gli studenti fanno esperienza presso enti o aziende esterne ed è su queste
ultime che si focalizzerà la nostra attenzione (fig. 4).
29
Figura 4. Esperienze di alternanza per luogo di realizzazione (nella scuola o fuori
della scuola)
Con docenti della scuola
ed esperti esterni
Esperienze
che si realizzano
all'interno della scuola
Alternanza III e IV classi
percosi 1.852
esperienze 20.618
Uso di piattaforme online
Eventuali uscite esterne
(visite, convegni, ecc.)
Esperienze
che si realizzano
al di fuori della scuola
Allievi ospitati
presso strutture esterne
Fonte: elaborazione degli autori
Percorsi interni
ed esterni
Nell’analisi che segue sono stati considerati come “interni” tutti i percorsi per i quali non è possibile identificare una struttura esterna, ovvero quelli che, nel monitoraggio MIUR, riportano, alle voci “Azienda” e
“Sede/Struttura”18:
• la scuola medesima; in alcuni casi si tratta di percorsi svolti interamente
all’interno della scuola, in altri casi si prevedono attività presso strutture esterne che però non sono indicate19;
• aziende che realizzano prodotti formativi online20.
Nel Cuneese si contano 1.852 percorsi di alternanza21; di questi l’81%
prevede un collegamento con strutture esterne, il 17% si svolge internamente alla scuola. Infine, per 40 percorsi (2%) si registrano entrambe le
opzioni, ovvero al medesimo percorso corrispondono allievi in strutture
esterne e allievi in alternanza solo nella scuola (fig. 5).
18 I dati del monitoraggio utilizzati per questa analisi non comprendono l’informazione sul
codice fiscale della struttura, variabile che permette un’identificazione univoca dell’ente/azienda.
19 In alcuni casi si fa riferimento a stage o tirocini nel nome del percorso; tuttavia, non c’è l’indicazione della struttura esterna di riferimento e pertanto il percorso è conteggiato come “interno”.
20 Si tratta perlopiù di piattaforme online che realizzano corsi di formazione sulla sicurezza e
percorsi di impresa formativa simulata. Poiché non sempre è riportata la dicitura online è probabile che le attività di questo genere siano sottostimate.
21 Il percorso di alternanza è stato conteggiato utilizzando come chiave univoca la denominazione indicata dalla scuola – inserita nella variabile “percorso” – abbinata al codice meccanografico MIUR della scuola.
30
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Figura 5. Percorsi di alternanza per luogo di realizzazione in percentuale
Percorsi interni/esterni
2%
Percorsi interni alla scuola
17%
Percorsi collegati a strutture esterne
81%
Fonte: Ufficio scolastico regionale del Piemonte; Monitoraggio ASL MIUR
2.4 Le strutture che hanno accolto gli studenti in alternanza
Presso quali strutture22 i ragazzi hanno fatto esperienza di alternanza? E quali differenze si riscontrano tra tipi di scuole e territori?
Le strutture ospitanti registrate nel database ministeriale risultano oltre 4mila23. In mancanza del codice identificativo dell’azienda non è
stato possibile creare una classificazione per settori economici e per tipo
giuridico. Pertanto, per fornire un quadro sintetico, le strutture ospitanti
sono raggruppate in sei macro aree costruite in sequenza, sfruttando le
informazioni desumibili dalle denominazioni degli enti/aziende24.
La macro area “Imprese” conta la maggior parte delle esperienze di alternanza25 (oltre 6.900 allievi, pari al 48% del totale) realizzate in
strutture esterne private: dal negoziante alle cooperative e alle aziende più
grandi. Rispetto al totale delle strutture ospitanti, le aziende di quest’area
rappresentano i due terzi complessivi, con una media di tre allievi ospitati
per struttura.
Sono quasi 2.500 i giovani che hanno avuto esperienze in “Associazioni, fondazioni, musei e biblioteche”, pari al 17% del totale. Si contano
372 strutture, con una media di allievi ospitati pari a sette. In questa macro
Imprese
Associazioni,
fondazioni,
musei
e biblioteche
22 Le aziende/enti ospitanti sono conteggiati utilizzando la denominazione contenuta nella variabile “Azienda”, poiché manca un codice che le identifichi in maniera univoca (codice fiscale
o partita IVA). Pertanto, laddove è presente una denominazione generica comune a più aziende (per esempio “azienda agricola”) queste potrebbero essere state conteggiate come un’unica
azienda; all’opposto una medesima azienda potrebbe essere contata più volte se la denominazione è riportata in modi diversi.
23 Sono escluse le aziende/enti dell’alternanza che si svolge all’estero: in molti di questi percorsi,
infatti, manca l’indicazione dell’azienda, in altri casi è segnalato l’ente che organizza il viaggio
all’estero.
24 Sono state individuate dapprima gli enti/aziende che fanno riferimento all’area “Istruzione
e formazione”, a seguire: “Sanità e servizi socio assistenziali”; “Enti pubblici” (che non ricadono
nelle due aree precedenti); “Associazioni, fondazioni, musei e biblioteche”; “Attività professionali, scientifiche e tecniche”. Infine, le denominazioni di strutture esterne rimaste, non rientranti in
nessuna delle aree precedenti, sono state inserite nella macro area “Imprese”.
25 Escluse le esperienze all’estero.
31
• MAGGIO 2019
Q 36
Istruzione
e formazione
ed Enti pubblici
Attività
professionali,
scientifiche
e tecniche
Sanità e servizi
socio assistenziali
area ricadono le associazioni sportive, culturali, di volontariato, musei e
biblioteche (questi ultimi indipendentemente dalla loro collocazione in enti
pubblici o privati).
Seguono, con una numerosità simile: la macro area che accorpa le
esperienze realizzate in strutture che fanno riferimento a “Istruzione e formazione”, con oltre 1.837 allievi ospitati in 200 enti (scuole, università,
conservatori e accademie delle belle arti, istituti di ricerca, scuole di musica,
danza, lingue, uffici periferici del MIUR); la macro area “Enti pubblici”
con 1.754 allievi accolti in 171 strutture (Unione Europea, Stato, Regione,
Province, Comuni e loro unioni e consorzi). In queste due macro aree si
registra il rapporto medio allievi/struttura più elevato pari, rispettivamente
a 9 e 10.
I giovani che hanno fatto esperienza di alternanza nella macro area
“Attività professionali, scientifiche e tecniche” sono circa un migliaio, pari
al 6,7% del totale. Gli studi professionali e i professionisti che hanno ospitato allievi in alternanza sono 498, con una media di allievi per struttura
pari a 2, tra le più contenute. Si tratta di amministratori di condominio,
commercialisti, studi di notai e avvocati, veterinari, studi tecnici di architetti, geometri, consulenti (del lavoro, agrari e altri).
Infine, si contano 425 esperienze di alternanza realizzate in strutture
comprese nella macro area “Sanità e servizi socio assistenziali”, pari al
2,7% degli allievi complessivi. Le strutture registrate sono 155: ospedali,
studi medici, farmacie, centri fisioterapici, case di cura e per anziani, cooperative e consorzi socio assistenziali, con una media di allievi ospitati pari
a 2,7.
Fig. 6. Esperienze di alternanza per macro aree delle aziende, in provincia di Cuneo (2016/17)
2.488
1.017
Imprese
1.754
Associazioni,
fondazioni,
musei e biblioteche
Attività professionali,
scientifiche e tecniche
1.837
6.922
Enti pubblici
Istruzione e formazione
425
Sanità e servizi socio
assistenziali
Fonte: Ufficio scolastico regionale del Piemonte; Monitoraggio ASL MIUR
Nota: escluse le esperienze realizzate all’estero e quelle interne alla scuola; solo III e IV classi
32
Confronto
con il resto
del Piemonte
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Rispetto alle altre province piemontesi, il territorio cuneese presenta
una quota più ampia di allievi impegnati in strutture esterne della macro area "Imprese", in "Enti pubblici" e tra i professionisti. Diversamente,
sono meno numerosi gli allievi che partecipano ad attività nella macro area
della sanità e in quella che raggruppa "Associazioni, fondazioni, musei e
biblioteche". In quest’ultima macro area, in particolare, è la provincia di
Torino che offre maggiori possibilità (30% di tutte le esperienze in alternanza), grazie alla forte offerta presente nel capoluogo (fig. 7).
Figura 7. Esperienze di alternanza per macro aree delle aziende, confronto provincia di Cuneo e resto delle province piemontesi (2016/17)
26,3
Associazioni, fondazioni, musei e biblioteche
17,2
42,9
Imprese
47,9
6
Sanità e servizi socio assistenziali
2,9
12,2
Istruzione e formazione
12,7
8,3
Enti pubblici
12,1
4,7
Attività professionali, scientifiche e tecniche
7
0,0
Resto Piemonte
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
Provincia Cuneo
Fonte: Ufficio scolastico regionale del Piemonte; Monitoraggio ASL MIUR
Nota: escluse le esperienze realizzate all’estero e quelle interne alla scuola; solo III e IV classi
La partecipazione degli allievi in alternanza nelle macro aree presenta
differenze di rilievo nei diversi ordini di scuola: le aziende raccolte nella
macro area "Imprese" hanno ospitato tre allievi su quattro degli istituti
professionali, oltre la metà di quelli degli istituti tecnici e solo un quarto
dei liceali. Questi ultimi presentano una partecipazione più equamente
distribuita tra le diverse macro aree, con la quota più ampia di allievi (30%)
impegnata in "Associazioni, fondazioni, musei e biblioteche" (figg. 8-9).
Differenze per
ordini scolastici
33
• MAGGIO 2019
Q 36
Figura 8. Esperienze di alternanza per macro aree delle strutture ospitanti per
ordine di scuola nel cuneese (2016/17)
Istituto professionale
75,3
Liceo
24,9
Istituto tecnico
51,3
Totale
47,9
0%
20%
40%
60%
80%
Istruzione e formazione
Sanità e servizi socio assistenziali
Enti pubblici
Associazioni, fondazioni, musei e biblioteche
Imprese
Attività professionali, scientifiche e tecniche
100%
Fonte: Ufficio scolastico regionale del Piemonte; Monitoraggio ASL MIUR
Nota: escluse le esperienze realizzate all’estero e quelle interne alla scuola; solo III e IV classi
34
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Figura 9. Esperienze di alternanza per macro aree delle strutture ospitanti per
ordine di scuola nel cuneese (2016/17)
IP Manutenzione e assistenza tecnica
IP Produzioni industriali e artigianali
IP Enogastronomia e ospitalità alberghiera
IT Agraria, agroalimentare e agroindustria
IT Elettronica ed elettrotecnica
IP Servizi commerciali
IP Servizi agricoltura e sviluppo rurale
IT Grafica e comunicazione
IT Relazioni internazionali per il marketing
IT Turismo
IT Amministrazione, finanza e marketing
IT Meccanica, meccatronica ed energia
Liceo linguistico
IT Informatica e telecomunicazioni
Liceo artistico
IT Chimica, materiali e biotecnologie
IP Servizi socio sanitari
Liceo scientifico
IT Costruzioni, ambiente e territorio
Liceo classico
Liceo musicale e coreutico
Liceo scienze umane
Istruzione e formazione
Sanità e servizi socio assistenziali
Enti pubblici
Associazioni, fondazioni, musei e biblioteche
Imprese
Attività professionali, scientifiche e tecniche
Fonte: Ufficio scolastico regionale del Piemonte; Monitoraggio ASL MIUR
Nota: escluse le esperienze realizzate all’estero e quelle interne alla scuola; solo III e IV classi;
escluso l’indirizzo tecnico 'Trasporti e logistica' perché ha solo sei esperienze di alternanza registrate; in ordine per esperienze di alternanza nell’area "Imprese"
35
• MAGGIO 2019
Q 36
Differenze per
indirizzi scolastici
Se si dettaglia ulteriormente per indirizzi di scuola superiore, la partecipazione a strutture nell’area "Imprese" supera l’80% delle esperienze di
alternanza nei professionali ‘Manutenzione e assistenza tecnica’, ‘Produzioni industriali e artigianali’, ‘Enogastronomia e ospitalità alberghiera’ e
nell’indirizzo tecnico ‘Agraria, agroalimentare e agroindustria’.
Nell’area "Istruzione e formazione" sfiorano il 40% di esperienze in
alternanza il liceo scientifico, il tecnico ‘Meccanica, meccatronica ed energia’ e il professionale ‘Servizi socio sanitari’. Quest’ultimo indirizzo, inoltre,
in coerenza con il proprio programma di studi, registra nell’area "Sanità e
servizi socio assistenziali" la quota più alta di esperienze (15,2%), rispetto
alla media provinciale (3%)26.
Sono più presenti nell’area "Enti pubblici" gli allievi dei tecnici ‘Chimica, materiali e biotecnologie’ e ‘Grafica e comunicazione’ (46% e 32%),
mentre nell’area "Associazioni, fondazioni, musei e biblioteche" registrano una quota più elevata gli allievi del liceo musicale e coreutico, il tecnico
‘Informatica e telecomunicazioni’ e il liceo classico (48%, 46% e 42%).
Infine, le esperienze di alternanza presso professionisti sono decisamente numerose nel tecnico ‘Costruzioni, ambiente e territorio’ (42%,
contro una media provinciale del 7%).
2.5 Dove si svolge il progetto di alternanza?
Distribuzione
geografica
36
Gli allievi delle terze e quarte classi delle superiori cuneesi hanno
realizzato l’esperienza di alternanza in 413 comuni differenti, compresi
quelli sede delle scuole27. L’attività di alternanza è avvenuta perlopiù in comuni della provincia di Cuneo (210), ma gli allievi hanno raggiunto anche
90 comuni in altre aree piemontesi (soprattutto nella provincia di Torino e
Asti). Nel resto d’Italia si contano strutture ospitanti in 71 comuni del Nord
e 42 comuni nelle regioni del Centro e del Sud.
Rispetto alle 26.600 esperienze complessive registrate dal monitoraggio MIUR, il 29% degli allievi ha partecipato ad attività esclusivamente
interne alla scuola. Coloro che invece sono “usciti” dalla scuola hanno
frequentato, nella maggior parte dei casi, strutture ospitanti all’interno
della provincia di Cuneo: nello stesso comune della scuola (29%) o in
altri comuni (30%). Gli allievi rimanenti hanno raggiunto altre province
piemontesi (6%), strutture nelle regioni del Nord Italia (3%) e del Centro
e del Sud (2%); infine, l’1% ha viaggiato all’estero.
Nel complesso, dunque, gli allievi cuneesi che si sono spostati per partecipare all’alternanza al di fuori del comune sede della scuola sono 42 su
100. Questo indicatore di mobilità extra comunale si colloca al di sopra
della media piemontese, ferma al 35%, e in posizione intermedia tra la minore mobilità che si registra per la provincia di Torino (30%) e la più ampia
mobilità di Biella, in cui più di metà degli allievi per realizzare l’alternanza
escono dal comune sede della scuola (52%) (fig. 10).
26 Mentre quest’ultimo risultato non sorprende, qualche perplessità lasciano i riferimenti precedenti alla quota di esperienze condotta nell’area "Istruzione e formazione", oltre che dai professionali sanitari, anche dai tecnici meccanici: è possibile che qui i dati riflettano errori di classificazione delle esperienze, attribuite all’area dell’"Istruzione e formazione" anche in casi in cui si sono
semplicemente svolte all’interno degli stessi istituti scolastici frequentati dagli allievi.
27 Esclusi i comuni esteri di cui non è specificato il nome.
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Figura 10. Esperienze di alternanza per luogo in cui si svolge l’attività in percentuale (2016/17)
29%
Nelle strutture esterne
nel comune sede
della scuola
29%
Nella scuola
Estero
Centro e Sud Italia
Nord Italia
1%
2%
3%
30%
Altre province
piemontesi
Altri comuni
della provincia
di Cuneo
6%
Fonte: Ufficio scolastico regionale del Piemonte; Monitoraggio ASL - MIUR
L’indicatore mostra sensibili differenze nella mobilità degli allievi nei
diversi ordini di scuola e indirizzi. I più stanziali appaiono gli allievi dei licei,
che escono dal comune sede della scuola solo in poco più di un terzo dei
casi. Per gli allievi dei tecnici la mobilità extra comunale sale, ma di poco,
al 39%, mentre nei professionali risulta decisamente più elevata poiché
riguarda oltre due terzi delle esperienze in alternanza (tab. 3).
Differenze per
ordini e indirizzi
Tabella 3. Esperienze di alternanza nella scuola superiore della provincia di Cuneo
per luogo in cui si svolge l’attività e ordine di scuola (2016/17)
Istituto
professionale
Istituto
tecnico
Liceo
Totale
503
3.623
1.748
5.874
678
2.745
2.572
5.995
1.702
2.783
1.603
6.088
in altra provincia piemontese
282
646
377
1.305
fuori regione
454
480
121
1.055
estero
27
126
148
301
Totale allievi abbinati ai percorsi
3.646
10.403
6.569
20.618
Quota allievi in alternanza in strutture
al di fuori del comune della scuola
67,6
38,8
34,2
42,4
Nella scuola
In strutture esterne alla scuola di cui:
nel medesimo comune della scuola
in altro comune cuneese
Fonte: Ufficio scolastico regionale del Piemonte; Monitoraggio ASL - MIUR
37
• MAGGIO 2019
Q 36
Confronto
con il resto
del Piemonte
Quanto alla mobilità extra comunale nei singoli indirizzi di scuola, limitatamente alle quote più ampie, si osserva che: il professionale dei ‘Servizi
agricoltura e sviluppo rurale’ sfiora il 92% (148 allievi in valori assoluti);
il professionale ‘Produzioni industriali e artigianali’ arriva all’85,5% (53
allievi); ‘Enogastronomia e ospitalità alberghiera’ raggiunge il 78,6%, registrando, in valori assoluti, il numero più elevato di esperienze in alternanza
extra comunali (1.684); infine, nell’indirizzo agrario dell’istituto tecnico
sono 73 su 100 le esperienze realizzate fuori dal comune sede della scuola
(894 allievi).
Anche nel resto del territorio piemontese gli indirizzi che registrano
le più ampie quote di mobilità extra comunale risultano gli indirizzi agrari
dei tecnici e professionali ed ‘Enogastronomia e ospitalità alberghiera’, a
eccezione di Asti, che vede come primo indirizzo il liceo linguistico, e Biella,
dove primo è il professionale ’Servizi socio sanitari’ (fig. 11).
Figura 11. Indicatore di mobilità extra comunale, per indirizzo di studio in provincia di Cuneo: quota di allievi in alternanza al di fuori del comune sede della
scuola (2016/17)
IP Servizi agricoltura e sviluppo rurale
91,9
IP Produzioni industriali e artigianali
85,5
IP Enogastronomia e ospitalità alberghiera
78,6
IT Agraria, agroalimentare e agroindustria
Media cuneese
73,0
42,4
Fonte: Ufficio scolastico regionale del Piemonte; Monitoraggio ASL - MIUR
BOX 1. L’alternanza fuori Piemonte
Il Cuneese si colloca tra le province piemontesi con una quota più contenuta di allievi che “escono” dalla regione per condurre l’esperienza di
alternanza: nel 2016/17 si contano 1.356 esperienze fuori Piemonte, pari
al 7% del totale, un po’ al di sotto della media regionale (8%) e delle province piemontesi nordorientali (oltre l’11%), che risentono dell’attrazione
della vicina Lombardia.
Si osservano forti differenze per ordine di scuola, tra istituti professionali al 13%, contro appena il 6% dei tecnici e il 4% dei licei. Il raggio di
azione più ampio nella scelta delle strutture fuori Piemonte che caratterizza
gli istituti professionali dipende dalla specificità di alcuni indirizzi, come
quello enogastronomico e alberghiero, che trovano nei luoghi turistici le
strutture adatte alle attività di alternanza dei propri studenti.
38
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Se, invece, si considerano solo le esperienze di alternanza all’estero
– circa 300 – la graduatoria tra ordini di scuola cambia: vi sono più allievi
dei percorsi liceali che vanno all’estero, 2,3% del totale delle esperienze
contro l’1,2% degli istituti tecnici e lo 0,2% dei professionali. È probabile
che parte di queste esperienze siano collegate a soggiorni per lo studio
della lingua, al momento più diffusi nei licei rispetto ai percorsi tecnico
professionali, anche al di fuori dell’alternanza.
Le regioni italiane che accolgono più allievi cuneesi sono quelle del
Nord Italia (circa 700 allievi in alternanza): tra le prime troviamo TrentinoAlto Adige, Liguria e Lombardia. Altri 300 allievi sono stati ospitati in regioni del Centro e del Sud Italia (tra le prime troviamo il Lazio e la Sicilia).
39
• MAGGIO 2019
Q 36
3. L’indagine sugli studenti:
i risultati in dettaglio
3.1 Il profilo degli studenti intervistati
3.1.1 Caratteristiche degli studenti
Tra i 1.194 studenti che hanno risposto al questionario, più del 40%
è iscritto a un istituto tecnico, il 34% a un istituto professionale e il 23%
a un liceo.
Il 55% sono ragazze, maggioritarie nei licei (69%) e negli istituti professionali (53%), mentre sono di poco minoritarie negli istituti tecnici
(47%) (tab. 4).
Tabella 4. Studenti che hanno partecipato all’indagine, per indirizzo e sesso
Studenti
(val. ass.)
%
Totale
%
Maschi
%
Femmine
% totale
per indirizzo
Istituto professionale
409
34%
47%
53%
100
Istituto tecnico
505
43%
53%
47%
100
Liceo
280
23%
31%
69%
100
Totale
1.194
100
45%
55%
100
Tipo di scuola
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Il questionario è stato proposto a tutte le scuole secondarie di secondo
grado della provincia di Cuneo: gli istituti scolastici che hanno partecipato
all’indagine sono distribuiti nei comuni di Mondovì (365 studenti), Cuneo
(236), Alba (130), Bra (117), Saluzzo (48), Savigliano (47), Ceva e Barge
(95), Dronero (34) e Ormea (14).
Il 52% frequenta, al momento della rilevazione, la classe quarta e il
48% la classe quinta; il 42% ha 17 anni, il 40% ne ha 18, mentre 208,
pari al 17%, hanno un’età superiore. Gli studenti che hanno partecipato
alla prima fase della rilevazione sono iscritti nell’anno scolastico 2017/18
alle classi quarta e quinta e le attività di alternanza oggetto del questionario fanno riferimento all’anno scolastico precedente 2016/17, quando
frequentavano le classi terza e quarta. Invece, gli studenti che hanno partecipato alla seconda fase della rilevazione sono iscritti nell’anno scolastico
2018/19 alle classi quarta e quinta e le attività oggetto del questionario
fanno riferimento all’anno scolastico precedente 2017/18, quando frequentavano le classi terza e quarta.
40
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Sulla base delle età, hanno perso almeno un anno scolastico 27 frequentanti nel 2017/18 e 6 frequentanti nel 2018/19 la classe quarta (studenti con almeno 19 anni), e 22 frequentanti la classe quinta nel 2017/18
e 6 frequentanti la classe quinta nel 2018/19 (studenti con 20 anni e più).
3.1.2 Le attività svolte in alternanza
Entriamo, quindi, nel merito di quali siano le attività svolte nell’ambito
dell’alternanza scuola lavoro. Come detto, le attività si riferiscono all’anno
scolastico 2016/17 per gli studenti che hanno compilato il questionario
nella prima fase dell’indagine, mentre si riferiscono all’anno scolastico
2017/18 per coloro che hanno partecipato alla seconda fase. Tutti gli studenti che hanno partecipato alla rilevazione fanno riferimento alle esperienze di alternanza svolte mentre frequentavano le classi terza e quarta.
Tabella 5. Le attività svolte (il questionario prevedeva la possibilità di risposte multiple)
Attività
Tipo di scuola
Classe
Professionale
Tecnico
Liceo
Terza
Quarta
Tutti
Incontri con esperti a scuola
65%
68%
65%
68%
64%
66%
Moduli formativi svolti a scuola
(orientamento, salute, sicurezza)
83%
87%
88%
86%
87%
86%
Attività di collegamento tra attività
scolastica e attività esterne
67%
57%
52%
61%
57%
59%
Impresa simulata a scuola
33%
17%
10%
23%
19%
21%
Project work (didattica per progetti)
25%
35%
30%
32%
29%
31%
Scuola impresa (ristoranti didattici,
aziende agrarie)
42%
15%
7%
25%
19%
22%
Progetto di avviamento
all’imprenditorialità
13%
19%
19%
18%
16%
17%
Visite aziendali
58%
73%
22%
58%
54%
56%
Tirocinio/stage presso aziende/enti
96%
94%
86%
92%
94%
93%
Altre attività esterne alla scuola (musei, laboratori, eventi)
70%
60%
63%
67%
61%
64%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
41
• MAGGIO 2019
Q 36
Oltre a rilevare la presenza o meno di una certa attività, tramite il
questionario si è raccolto il giudizio (“Quanto ti è piaciuta l’attività?”: “Per
nulla”, “Poco”, “Abbastanza”, “Molto”) da parte di chi l’ha effettivamente svolta.
Al di là delle differenze di valutazione tra le diverse attività, va evidenziata comunque un'opinione complessiva molto positiva: la quota di apprezzamento (somma dei rispondenti cui l’attività è piaciuta “abbastanza”
o “molto”) va dall’89% delle attività di stage in azienda o presso altri enti
– lo strumento più gradito – al 61% dell’avviamento alle attività imprenditoriali. Quindi, al di là delle differenze che pure emergeranno, va sottolineato come in nessun caso le espressioni di non gradimento superino il
terzo degli intervistati.
3.1.3 La realizzazione di stage presso aziende o enti
L’attività svolta più frequentemente, come è ragionevole attendersi, è
la realizzazione di uno stage presso un’azienda o un ente pubblico: questa
esperienza, infatti, riguarda il 93% dei ragazzi e raggiunge percentuali
maggiori negli istituti professionali (96%) e leggermente inferiori nei licei
(86%).
Lo stage esterno è svolto in misura simile nelle classi terze e quarte.
Oltre a essere l’attività più praticata, è anche quella che raccoglie i più ampi
giudizi positivi: solo il 3% la ritiene per nulla positiva e, comprendendo
anche coloro cui l’esperienza è piaciuta “poco”, i giudizi non positivi sono
limitati all’11%; il 40% afferma che l’esperienza è piaciuta “abbastanza”
e il 49% “molto” (89% di giudizi complessivi positivi) (fig. 12).
Figura 12. Gradimento per stage in azienda
3%
0%
8%
10%
40%
20%
30%
1. Per niente
49%
40%
50%
2. Poco
60%
70%
3. Abbastanza
80%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Disaggregando il gradimento per l’attività di stage presso le aziende
a seconda del tipo di scuola, emerge come esso sia maggiore per le scuole più proiettate verso un immediato inserimento nel mondo del lavoro,
come gli istituti professionali, mentre sia un po’ più contenuto per i licei; il
gradimento rimane comunque elevato in tutti i sottogruppi (tab. 6).
42
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Tabella 6. Gradimento per stage presso aziende o enti per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
2%
3%
5%
2. Poco
5%
9%
11%
3. Abbastanza
34%
43%
41%
4. Molto
59%
45%
43%
Negativi
7%
12%
16%
Positivi
93%
88%
84%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Rispetto alle classi, si registra un gradimento maggiore tra le terze
(91%) rispetto alle quarte (87%) e tra le ragazze (90%) rispetto ai ragazzi
(87%). Rispetto alle età, i giudizi più positivi sono dati dai ragazzi più giovani – dato coerente con il maggiore apprezzamento da parte delle classi
terze – che potrebbe far pensare a un “effetto novità”, in grado di impressionare positivamente i ragazzi.
3.1.4 Moduli formativi a scuola
Al secondo posto tra le attività maggiormente svolte vi sono i moduli
formativi seguiti a scuola, relativi a temi quali l’orientamento oppure la
salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro. Si tratta di un tipo di attività svolta
dall’86% dei ragazzi, con valori pari all’88% nei licei e relativamente inferiori negli istituti professionali, dove interessa l’83% degli studenti. Negli
istituti tecnici questa modalità è diffusa quanto nei licei (87%).
L’apprezzamento è abbastanza alto, anche se inferiore a quello delle
attività svolte presso le imprese: infatti, anche se solo il 6% considera questo tipo di attività in modo apertamente negativo, un 24% lo considera
“poco positivo”, ragione per cui il totale dei giudizi positivi si attesta al
70%, di cui solo il 9% molto positivi (fig. 13).
Figura 13. Gradimento per moduli formativi a scuola
6%
0%
24%
10%
1. Per niente
20%
61%
30%
2. Poco
40%
50%
3. Abbastanza
60%
9%
70%
80%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
43
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Q 36
In questo caso si verifica una chiara relazione tra positività del giudizio
e prossimità della scuola con il mondo del lavoro: negli istituti professionali
i giudizi positivi sono pari al 79%, mentre scendono al 68% negli istituti
tecnici e al 62% nei licei, segno che questo tipo di moduli formativi risulta
più distante dagli interessi di una parte non secondaria di questi ultimi studenti. Non vi sono, invece, differenze significative tra i giudizi delle classi
terze e quelli delle quarte, sulla base dell’età dei rispondenti, né in base al
genere, per entrambi positiva al 71% (tab. 7).
Tabella 7. Gradimento per moduli formativi a scuola per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
4%
6%
8%
2. Poco
17%
26%
30%
3. Abbastanza
67%
60%
57%
4. Molto
12%
8%
5%
Negativi
21%
32%
38%
Positivi
79%
68%
62%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
3.1.5 Incontri con esperti
Gli incontri con esperti sono un’attività svolta dal 66% degli studenti.
Si tratta della terza attività in ordine di frequenza per i licei (65%) e quarta
per gli istituti tecnici (68%). È, invece, indicata al quinto posto dagli studenti degli istituti professionali (65%). Non vi sono, al contrario, differenze
di frequenza tra le classi terze e le quarte.
Rispetto al gradimento, vi è una valutazione non positiva da parte del
24% dei rispondenti (nel 6% dei casi con giudizi molto negativi); all’altro
estremo giudizi molto positivi sono dati dal 16% dei ragazzi (fig. 14).
Figura 14. Gradimento per incontri con esperti
6%
0%
18%
10%
60%
20%
30%
1. Per niente
40%
50%
2. Poco
16%
60%
70%
3. Abbastanza
80%
90%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
44
100%
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Se i licei propongono più frequentemente questa attività, vi è però
da segnalare come essa ottenga in queste scuole la quota più elevata di
giudizi negativi (34%), che si dimezza invece negli istituti professionali.
Non vi sono differenze di rilievo nelle valutazioni sulla base della classe
frequentata, del genere (pur con una lieve maggiore soddisfazione delle
ragazze); si nota, invece, una maggiore soddisfazione al crescere dell’età
(sono soddisfatti il 71% dei sedici/diciassettenni e il 75% dei diciotto/
diciannovenni) (tab. 8).
Tabella 8. Gradimento incontri con esperti per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
4%
6%
9%
2. Poco
15%
18%
25%
3. Abbastanza
61%
61%
56%
4. Molto
20%
15%
10%
Negativi
19%
24%
34%
Positivi
81%
76%
66%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
3.1.6 Altre attività esterne
Seguono, in ordine di frequenza, altre attività esterne, quali la frequentazione di musei, laboratori o altri eventi. Sono stati coinvolti in questo
tipo di attività il 64% dei ragazzi intervistati; la quota appare superiore alla
media per chi frequenta un istituto professionale (70%), mentre è pari solo
al 60% per gli studenti degli istituti tecnici.
Si tratta, in generale, di attività gradite, dal momento che ricevono una
valutazione positiva da parte dell’81% degli studenti, e nel 34% dei casi si
tratta di piena soddisfazione: la percentuale più alta dopo quella attribuita
agli stage in azienda. Il 19% di valutazioni sono, invece, negative (fig. 15).
Figura 15. Gradimento degli altri tipi di attività esterne
7%
0%
12%
10%
1. Per niente
47%
20%
30%
2. Poco
40%
34%
50%
3. Abbastanza
60%
70%
80%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
45
• MAGGIO 2019
Q 36
Chi frequenta gli istituti professionali, oltre a essere più frequentemente coinvolto in altre attività esterne, esprime una maggiore soddisfazione
media, dal momento che i giudizi positivi sono pari all’84%. Le altre relazioni sono poco significative, anche se si nota un lieve maggiore apprezzamento da parte delle ragazze e dei più giovani (tab. 9).
Tabella 9. Gradimento degli altri tipi di attività esterne per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
4%
8%
9%
2. Poco
12%
12%
14%
3. Abbastanza
45%
52%
41%
4. Molto
39%
28%
36%
Negativi
16%
20%
23%
Positivi
84%
80%
77%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
3.1.7 Attività di collegamento in aula
Lo svolgimento di attività di collegamento tra quelle esterne e quelle
ordinarie scolastiche riguarda il 59% degli studenti, interessando anche
in questo caso in misura maggiore chi frequenta gli istituti professionali
(67%) rispetto agli altri. Si tratta di attività proposte maggiormente agli
allievi delle terze classi rispetto a quelli delle quarte.
Il gradimento complessivo – nell’ambito del generale apprezzamento
di tutte le attività proposte – ha valori medi: giudizi positivi per il 73% degli
intervistati, anche se sono abbastanza contenuti, tra questi, i giudizi molto
positivi (fig. 16).
Figura 16. Gradimento delle attività di collegamento
8%
0%
19%
10%
20%
60%
30%
1. Per niente
40%
50%
2. Poco
13%
60%
70%
3. Abbastanza
80%
90%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
46
100%
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Gli istituti professionali, che propongono più frequentemente questo
tipo di attività, sono anche quelli dove esse riportano più diffusamente
giudizi positivi: ciò avviene, infatti, per il 76% degli intervistati, percentuale che scende al 69% nei licei, dove la soddisfazione piena riguarda solo il
10% dei ragazzi (tab. 10).
Tabella 10. Gradimento delle attività di collegamento per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
8%
8%
9%
2. Poco
16%
21%
22%
3. Abbastanza
60%
60%
59%
4. Molto
16%
11%
10%
Negativi
24%
29%
31%
Positivi
76%
71%
69%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
3.1.8 Visite aziendali
Il 56% degli studenti ha svolto visite aziendali: questa pratica appare
particolarmente diffusa negli istituti tecnici, che la segnalano nel 73% dei
casi, mentre risulta poco presente nei licei (22% dei casi). In generale, è
più frequentemente proposta ai ragazzi di terza (58%) rispetto a quelli di
quarta (54%).
L’apprezzamento di queste iniziative è abbastanza alto, pari all’82%
degli studenti; più di un terzo, tra l’altro, esprime un giudizio di piena soddisfazione (fig. 17).
Figura 17. Gradimento delle visite aziendali
7%
0%
11%
10%
1. Per niente
45%
20%
30%
2. Poco
40%
37%
50%
3. Abbastanza
60%
70%
80%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
47
• MAGGIO 2019
Q 36
I licei esprimono un gradimento inferiore anche per questo tipo di attività, giudicate comunque positive dal 66% di questi studenti. Gli allievi che
hanno svolto le visite aziendali in terza esprimono giudizi leggermente più
positivi rispetto a coloro che l’hanno svolta in quarta, così come avviene
per i maschi rispetto alle femmine (tab. 11).
Tabella 11. Gradimento delle visite aziendali per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
5%
6%
17%
2. Poco
10%
11%
17%
3. Abbastanza
43%
46%
45%
4. Molto
42%
37%
21%
Negativi
15%
17%
34%
Positivi
85%
83%
66%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti -tutti
3.1.9 Project work
I project work costituiscono azioni formative che interessano una parte
minoritaria di studenti: solo il 31% è stato coinvolto in un project work,
diffuso soprattutto negli istituti tecnici (35%), contro il 25% di coloro che
frequentano gli istituti professionali.
La valutazione degli studenti è intermedia, dal momento che ne dà un
giudizio positivo il 69% dei ragazzi; ma la valutazione più negativa è riportata dal 16% dei rispondenti, tra le quote più alte e quasi uguale a quella
di chi ha molto apprezzato (fig. 18).
Figura 18. Gradimento del project work
16%
0%
10%
15%
20%
51%
30%
1. Per niente
40%
50%
2. Poco
18%
60%
70%
3. Abbastanza
80%
90%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
48
100%
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Le valutazioni di questo tipo di esperienza sono lievemente migliori
per gli istituti professionali (70% di giudizi positivi) e per gli istituti tecnici
(69%), mentre i ragazzi dei licei apprezzano i project work nel 64% dei
casi. Si nota, inoltre, un giudizio leggermente più positivo da parte dei
ragazzi rispetto alle ragazze (tab. 12).
Tabella 12. Gradimento del project work per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
17%
16%
15%
2. Poco
13%
15%
21%
3. Abbastanza
52%
51%
45%
4. Molto
18%
18%
19%
Negativi
30%
31%
36%
Positivi
70%
69%
64%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
3.1.10 Scuola impresa
La “scuola di impresa”, in pratica l’organizzazione di ristoranti didattici
o di aziende agrarie entro le attività scolastiche, è un’esperienza sperimentata dal 22% dei ragazzi. Si tratta di una soluzione particolarmente
utilizzata negli istituti professionali, dove il 42% degli studenti intervistati
ne ha fatto esperienza, mentre riveste un ruolo residuale sia negli istituti
tecnici (15%), sia nei licei (7%).
Il 68% di chi l’ha provata la ritiene un’esperienza abbastanza o molto
positiva (questi ultimi giudizi sono espressi dal 16% degli intervistati) (fig. 19).
Figura 19. Gradimento della scuola impresa
17%
0%
10%
1. Per niente
15%
20%
52%
30%
2. Poco
40%
50%
3. Abbastanza
16%
60%
70%
80%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
49
• MAGGIO 2019
Q 36
Gli studenti dei professionali, oltre a sperimentarla più spesso, sono
anche quelli che danno di questo strumento una valutazione migliore
(74%), un giudizio che scende a circa due terzi per i pochi ragazzi degli
istituti tecnici e dei licei che ne hanno fatto esperienza. Non si osservano
differenze di genere (tab. 13).
Tabella 13. Gradimento della scuola impresa per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
12%
20%
22%
2. Poco
14%
18%
14%
3. Abbastanza
54%
50%
55%
4. Molto
20%
12%
9%
Negativi
26%
38%
36%
Positivi
74%
62%
64%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
3.1.11 Impresa simulata a scuola
Meno di un quarto dei ragazzi sperimenta l’impresa simulata a scuola
(21%). Anche in questo caso si tratta di un’esperienza che riguarda soprattutto gli istituti professionali (33% degli studenti), mentre è poco rilevante
per gli istituti tecnici (17%) e i licei (10%).
Il gradimento nei confronti di questo tipo di attività è tra i meno elevati, anche se è apprezzata dal 63% degli studenti coinvolti e vi è un 21%
che la giudica molto positiva (fig. 20).
Figura 20. Gradimento impresa simulata a scuola
18%
0%
10%
19%
20%
30%
1. Per niente
42%
40%
50%
2. Poco
21%
60%
70%
3. Abbastanza
80%
90%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
50
100%
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
I giudizi positivi scendono considerevolmente per istituti tecnici e licei
(56%). Le ragazze la giudicano positivamente nel 59% dei casi, contro il
67% dei ragazzi, evidenziando uno dei pochi casi in cui si avverte una certa
differenza sulla base del genere. Si riscontra, inoltre, un maggiore gradimento da parte degli studenti che hanno svolto l’attività in terza (67%)
rispetto a coloro che l’hanno svolta in quarta (58%) (tab. 14).
Tabella 14. Gradimento dell’impresa simulata a scuola per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
11%
26%
20%
2. Poco
18%
18%
24%
3. Abbastanza
45%
37%
45%
4. Molto
26%
19%
11%
Negativi
29%
44%
44%
Positivi
71%
56%
56%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
3.1.12 Progetto di avviamento all’imprenditorialità
Per ultimi, sono considerati i progetti di avviamento all’imprenditorialità, proposti al 17% dei ragazzi. Si tratta di un’esperienza poco diffusa negli
istituti tecnici e nei licei (19%), e ancor meno negli istituti professionali
(13%).
Oltre a essere lo strumento meno tentato, è anche quello relativamente meno gradito: i giudizi positivi sono espressi dal 62% degli intervistati,
unica attività per cui il gradimento è pertanto inferiore ai due terzi (fig. 21).
Figura 21. Gradimento avviamento all’imprenditorialità
16%
0%
10%
1. Per niente
22%
20%
47%
30%
2. Poco
40%
50%
3. Abbastanza
60%
15%
70%
80%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
51
• MAGGIO 2019
Q 36
Gli istituti tecnici e professionali sono anche quelli dove i giudizi sono
lievemente migliori, dal momento che l’avviamento all’imprenditorialità è
apprezzato dal 62% degli studenti rispetto al 59% dei licei. Più positivo il
giudizio delle ragazze (63%) rispetto ai ragazzi (60%) (tab. 15).
Tabella 15. Gradimento dell’avviamento all’imprenditorialità per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
16%
15%
19%
2. Poco
22%
23%
22%
3. Abbastanza
45%
47%
46%
4. Molto
17%
15%
13%
Negativi
38%
38%
41%
Positivi
62%
62%
59%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
3.2 L’alternanza è utile? La valutazione degli studenti
Preparazione
scolastica
Al di là della piacevolezza dell’esperienza, è utile indagare se, a parere
degli studenti, l’esperienza di alternanza abbia avuto un’utilità rispetto alla
qualità della preparazione scolastica. L’indagine ha evidenziato come solo
per il 22% dei rispondenti l’alternanza non abbia avuto alcuna valenza
nel rinforzare la preparazione scolastica; più della metà constata che il miglioramento si è avuto in alcune discipline e un quarto riscontra progressi
nell'insieme delle discipline: in sostanza vi è un parere positivo di più di tre
quarti degli intervistati (fig. 22).
Figura 22. L’alternanza è servita a migliorare la tua preparazione scolastica?
22%
È servita a migliorare
solo in alcune discipline
54%
Non è servita
in nessuna disciplina
24%
52
È servita a migliorare
nell'insieme
delle discipline
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Disaggregando le risposte, emerge però come questo dato medio si
origini da valutazioni molto diverse a seconda del tipo di scuola frequentata. Si evidenzia come per chi frequenta un istituto professionale il giudizio
negativo “Non è servita in nessuna disciplina” riguardi solo il 7% dei rispondenti, mentre esso è espresso da ben il 47% dei liceali; gli istituti tecnici si trovano in posizione intermedia, con un parere negativo dichiarato
dal 21% degli studenti. Specularmente, i ragazzi degli istituti professionali
che riportano la valutazione migliore (“È servita a migliorare in tutte le
discipline”), pari al 38%, sono tre volte più numerosi rispetto ai colleghi
liceali che esprimono lo stesso giudizio (tab. 16).
Tabella 16. Miglioramento preparazione scolastica per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
È servita a migliorare nell’insieme delle discipline
38%
19%
11%
È servita a migliorare solo in alcune discipline
55%
60%
42%
Non è servita in nessuna disciplina
7%
21%
47%
Numero rispondenti
409
504
281
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Questo dato, che manifesta una relazione molto marcata, può aprirsi
a più interpretazioni: dalla maggiore vicinanza al mondo del lavoro di chi
sceglie un istituto professionale e che quindi si ritrova a studiare argomenti
simili a quelli affrontati nel progetto di alternanza, a una possibile poca
comprensione dei liceali – che vedono presumibilmente di fronte a loro un
percorso di studi ancora lungo – della valenza che l’esperienza di alternanza può avere per la loro preparazione.
La successiva domanda si concentra su una valutazione solo apparentemente simile: si è, cioè, chiesto ai ragazzi se l’alternanza fosse servita a
migliorare i voti scolastici. Era possibile ipotizzare risposte analoghe o coincidenti, ma non è stato così. Sono molti gli studenti, compresi quelli che
dichiaravano un miglioramento in tutte le discipline o in alcune di esse, a
non ravvisare alcun miglioramento dei voti scolastici grazie all’alternanza;
questa è infatti la situazione del 64% dei rispondenti (fig. 23).
Voti scolastici
53
• MAGGIO 2019
Q 36
Figura 23. L’alternanza è servita a migliorare i tuoi voti a scuola?
32%
È servita a migliorare
solo in alcune discipline
64%
Ha migliorato i miei voti
in tutte le discipline
Non è servita
4%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
La situazione disaggregata per tipo di scuola restituisce comunque un
quadro coerente con quello precedentemente delineato: sono sempre gli
studenti degli istituti professionali ad attribuire più spesso una valenza positiva all’alternanza anche in termini di votazione (57%); tra i liceali solo il
19% ravvisa un qualche effetto positivo dell’alternanza in termini di valutazione scolastica (tab. 17).
Tabella 17. Miglioramento valutazione scolastica per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
È servita a migliorare i miei voti solo in alcune
discipline
52%
25%
16%
Ha migliorato i miei voti in tutte le discipline
5%
3%
3%
Non è servita
43%
72%
81%
Numero rispondenti
408
506
280
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
In sostanza, tra i 282 ragazzi che si sentono migliorati grazie all’alternanza in tutte le discipline, 81 affermano che ciò non ha avuto alcun
riscontro nella valutazione e 163 che i voti sono migliorati solo in alcune di
esse; tra i 644 che si sentono migliorati grazie all’alternanza in alcune discipline, 428 non ne hanno avuto alcun riscontro nella votazione (tab. 18).
54
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Tabella 18. Miglioramento preparazione scolastica e dei voti
Secondo te, l’esperienza di alternanza è servita
a migliorare la tua preparazione scolastica?
L’esperienza di alternanza è servita
È servita a migliorare
a migliorare i tuoi voti a scuola?
nell’insieme delle discipline
È servita a migliorare
solo in alcune discipline
Non è servita
in nessuna disciplina
È servita a migliorare i miei voti
solo in alcune discipline
163
210
7
Ha migliorato i miei voti
in tutte le discipline
38
6
-
Non è servita
81
428
259
Totale
282
644
266
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Occorre comunque tenere presente come non vi sia una coincidenza
tra gradimento dell’esperienza – che, come si ricorderà, era attestata in
quota ampiamente maggioritaria in tutti i tipi di scuole – e queste valutazioni sul miglioramento dell’apprendimento scolastico e dei voti. In altre
parole, tutti, in misura simile, affermano di “essersi trovati bene”: in particolare, l’esperienza della permanenza presso aziende o altri enti è stata ritenuta piacevole da quote superiori all’80% in tutti i tipi di scuole. Tuttavia,
mentre i ragazzi degli istituti professionali vedono una connessione diretta
con quanto studiato e riscontrano un miglioramento della preparazione, i
liceali hanno su questo punto una valutazione diversa. Per loro l’alternanza
è stata un’esperienza piacevole – e, come si vedrà in seguito, da altri punti
di vista ricca e proficua – ma che influisce poco o nulla sulle competenze
nelle discipline di studio. Ciò riflette un'effettiva distanza tra materie studiate ed esperienze o, piuttosto, una mancanza di qualche “tassello di
connessione” che aiuti a cogliere i nessi?
Un’ultima riflessione connessa ai voti scolastici riguarda i risultati effettivamente conseguiti dagli studenti: vi è una quota minoritaria la cui media
del primo quadrimestre è di 5 (o inferiore), pari al 2% dei rispondenti; il
15% ha la media del 6, il 48% la media del 7, mentre il 35% ha come voto
medio 8 o valutazioni superiori (fig. 24).
Risultati
conseguiti
55
• MAGGIO 2019
Q 36
Figura 24. Voti scolastici in percentuale
15%
voto 5
48%
voto 6
2%
voto 7
voto 8
35%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Alla domanda se l’alternanza abbia contribuito a migliorare le votazioni nelle diverse materie, le risposte mostrano che il giudizio non dipende
dal voto di partenza. In media, non è servita a migliorare i voti tra il 64%
e il 67% dei ragazzi con voti differenti. Tra il 30% e il 34% ha, invece,
riscontrato un miglioramento in alcune materie, mentre solo una quota
esigua, al crescere del voto medio, è migliorata in tutte le materie (tab. 19).
Tabella 19. I tuoi voti sono migliorati grazie all’alternanza?
Sì, in tutte
le materie
Sì, in alcune
materie
No, in nessuna
materia
n.
5
0%
34%
66%
23
6
2%
32%
66%
179
7
3%
32%
65%
567
8
5%
30%
65%
423
Totale
4%
32%
64%
1.192
Voto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
56
Dopo avere esplorato aspetti di gradimento delle attività di alternanza,
una successiva sezione dell’indagine ha inteso approfondire in quale misura, nella valutazione degli studenti, le esperienze di alternanza risultino
effettivamente coerenti con il percorso formativo e con l’acquisizione di
competenze che esso prevede.
Al riguardo, solo il 7% degli intervistati non intravede alcuna coerenza
tra contenuti dell’alternanza e percorso formativo, anche se va segnalato
come quasi due terzi dei rispondenti evidenzino comunque una coerenza
parziale e solo il 32% si esprima in termini di coerenza piena (fig. 25).
Coerenza
con il percorso
formativo
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
3.2.1 La coerenza con il percorso formativo
Figura 25. I contenuti delle attività di alternanza erano coerenti con il tuo percorso formativo?
7%
Sempre
61%
Mai
Qualche volta
32%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Come era prevedibile, sono soprattutto i licei a riscontrare una minore
coerenza tra esperienza di alternanza e corso di studi e a indicare nel minor
numero dei casi una coerenza piena, mentre una valutazione opposta è
data dagli iscritti a istituti professionali; gli istituti tecnici si pongono, invece, in una posizione intermedia (tab. 20).
Tabella 20. Coerenza tra esperienza di alternanza e percorso di studi per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
Mai
1%
5%
20%
Qualche volta
60%
64%
58%
Sempre
39%
31%
22%
Totale
409
504
277
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
57
• MAGGIO 2019
Q 36
Collegamento
con l’attività
scolastica
L’accento della domanda successiva “Pensi che l’attività di alternanza
sia stata organizzata in modo da favorire il collegamento con l’attività scolastica?”, introduce una valutazione su un aspetto organizzativo, cioè su
come la scuola abbia agito per connettere l’esperienza di alternanza all’attività didattica. I risultati vedono un 60% di studenti rispondere in modo
affermativo, anche se solo il 9% risponde “molto” (fig. 26).
Figura 26. L’attività di alternanza è stata organizzata in modo da favorire il collegamento con l’attività scolastica?
32%
Per niente
Poco
51%
Abbastanza
8%
Molto
9%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Anche in questo caso si assiste a una marcata differenza che vede
polarizzarsi da una parte gli istituti professionali e dall’altra i licei, con gli
istituti tecnici in una posizione intermedia: a fronte di un giudizio positivo
di oltre il 70% dei ragazzi degli istituti professionali, solo il 44% dei liceali
condivide questa opinione. D’altro canto, la risposta “per niente” è scelta
dal 15% dei liceali, il triplo rispetto a chi frequenta gli istituti professionali.
Negli istituti tecnici più della metà degli studenti apprezza le forme di collegamento messe in atto dalla scuola (tab. 21).
Tabella 21. Collegamento con attività scolastica per tipo di scuola
58
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
5%
6%
15%
2. Poco
23%
34%
41%
3. Abbastanza
60%
53%
36%
4. Molto
12%
7%
8%
Negativi
28%
40%
56%
Positivi
72%
60%
44%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Accoglienza
dell’alternanza
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Ma come è vissuta l’alternanza scuola lavoro? Come la considerano
i ragazzi? Per la maggioranza di loro si tratta di “Un’occasione utile per
arricchire la propria formazione integrando teoria e pratica” e per più di
un terzo rappresenta “Un’opportunità per farsi conoscere da un’azienda
per un futuro ingresso nel mondo del lavoro”. Queste due modalità insieme raccolgono l’87% delle risposte e sono, quindi, nettamente prevalenti
rispetto ad altre di tipo meno positivo: solo il 6% afferma che si tratti di
“Una distrazione inutile rispetto agli impegni dello studio” e ancor meno,
il 3%, “Un’iniziativa voluta dalla scuola per motivi che non mi sono stati
spiegati”; una definizione minimalista come “Un’opportunità di trascorrere una parte del tempo a scuola senza annoiarsi sui banchi” è scelta solo
dal 3% degli intervistati (fig. 27).
Figura 27. Come è vissuta l’alternanza scuola lavoro?
Un'opportunità per trascorrere una parte
del tempo a scuola senza annoiarsi sui banchi
3%
Un'opportunità per farsi conoscere da un'azienda
per un futuro ingresso nel mondo del lavoro
34%
Un'occasione utile per arricchire la propria
formazione integrando teoria e pratica
54%
Un'iniziativa voluta dalla scuola
per motivi che non mi sono stati spiegati
3%
Una distrazione inutile
rispetto agli impegni dello studio
6%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Anche in questo caso vi è una percezione diversa da parte di chi frequenta tipi di scuole differenti: i liceali che rispondono con le due voci
precedentemente richiamate a valenza positiva sono il 74%, contro il 96%
di chi frequenta gli istituti professionali e l’89% degli studenti degli istituti
tecnici. Inoltre, un 15% dei liceali pensa che l’alternanza sia “una distrazione inutile” (tab. 22).
59
• MAGGIO 2019
Q 36
Tabella 22. Come è vissuta l’alternanza scuola lavoro per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
Una distrazione inutile rispetto
agli impegni dello studio
1%
5%
15%
Un’iniziativa voluta dalla scuola
per motivi che non mi sono stati spiegati
1%
3%
6%
Un’occasione utile per arricchire la propria
formazione integrando teoria e pratica
58%
48%
54%
Un’opportunità per farsi conoscere da un’azienda
per un futuro ingresso nel mondo del lavoro
38%
40%
20%
Un’opportunità per trascorrere una parte
del tempo a scuola senza annoiarsi sui banchi
2%
4%
5%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Gradimento
degli insegnanti,
secondo
gli studenti
Oltre alle proprie valutazioni positive dell’esperienza, i ragazzi hanno
l’impressione che, in generale, l’alternanza sia apprezzata dai docenti della
propria classe: da tutti, secondo il 38%; solo da qualcuno, secondo il 54%;
è, invece, minoritaria l’opinione che si tratti di iniziative che stanno a cuore
solo al tutor interno (4%) o che non interessano a nessun componente del
corpo docente (4%).
La maggiore distanza degli studenti del liceo dall’esperienza dell’alternanza si riflette anche nella percezione di quanto i propri insegnanti
l’abbiano a cuore. L'opinione che, in fondo, dell’alternanza non importi a
nessuno dei propri docenti riguarda il 2% degli studenti dei professionali,
il 5% di quelli degli istituti tecnici e il 9% dei liceali (tab. 23).
Tabella 23. Sensazione che l’alternanza scuola lavoro sia apprezzata dai docenti per
tipo di scuola
Istituto professionale Istituto tecnico
Liceo
Tutti
Da tutti
43%
39%
27%
38%
Solo da qualcuno
49%
54%
59%
54%
Solo dal tutor interno
6%
2%
5%
4%
Da nessuno
2%
5%
9%
4%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
60
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
3.2.2 Alternanza e sviluppo di capacità personali e relazionali
Mentre sino a ora si è raccolta l’opinione dei ragazzi circa coerenza e
utilità dell’esperienza di alternanza in riferimento alle materie studiate, i
prossimi punti si concentrano su aspetti diversi, che hanno a che fare con
lo sviluppo di capacità personali e relazionali: la capacità di collaborare con
altri, di risolvere problemi concreti, di rispettare gli impegni e le regole, di
agire in autonomia, ecc.
Nel momento in cui il tema si sposta su aspetti meno legati alla specificità delle materie di studio, si evidenzia come le valutazioni degli studenti
diventino ancora più positive e le differenze di valutazione tra i diversi tipi
di scuola tendano a sfumarsi.
Il 90% ritiene che l’esperienza di alternanza abbia migliorato la propria
capacità di collaborare con le altre persone. Solo il 3% degli intervistati
ritiene che non vi sia stato alcun miglioramento in questo senso, a seguito
dell’esperienza di alternanza (fig. 28).
Collaborare
con altri
Figura 28. Miglioramento delle capacità di collaborare
3%
7%
0%
52%
10%
1. Per niente
20%
30%
2. Poco
38%
40%
50%
60%
3. Abbastanza
70%
80%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
In questo caso le differenze tra i vari tipi di scuola tendono a ridursi e, comunque, le assai minoritarie valutazioni negative si concentrano negli istituti
tecnici (13%), più che nei licei e negli istituti professionali (6%). Non emergono,
invece, differenze né sulla base del genere né della classe frequentata (tab. 24).
Tabella 24. Miglioramento delle capacità di collaborare per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
2%
3%
2%
2. Poco
4%
10%
4%
3. Abbastanza
49%
54%
49%
4. Molto
45%
33%
45%
Negativi
6%
13%
6%
Positivi
94%
87%
94%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
61
• MAGGIO 2019
Q 36
Individuare
e risolvere
problemi concreti
Anche rispetto a questo tema, le risposte dei ragazzi sono ampiamente
positive, ma in misura lievemente inferiore rispetto al precedente: l’81% dei
ragazzi ritiene che l’alternanza lo abbia aiutato “abbastanza” o “molto”
a migliorare la propria capacità di risolvere i problemi concreti; solo il 3%
ritiene, al contrario, che non sia servita a nulla a questo proposito (fig. 29).
Figura 29. Miglioramento della capacità di individuare e risolvere problemi concreti
3%
0%
16%
10%
58%
20%
30%
1. Per niente
40%
23%
50%
60%
2. Poco
70%
80%
3. Abbastanza
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Si conferma anche in questo caso un’opinione lievemente più negativa
da parte degli studenti degli istituti tecnici, per un 25% dei quali l’alternanza ha contribuito poco o nulla a migliorare in questo aspetto. I giudizi
degli studenti degli istituti professionali sono abbastanza o molto positivi
nell’89% dei casi, quelli dei liceali nell’80% dei casi (tab. 25).
Tabella 25. Miglioramento della capacità di individuare e risolvere problemi concreti
per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
2%
4%
4%
2. Poco
9%
21%
16%
3. Abbastanza
63%
55%
58%
4. Molto
26%
20%
22%
Negativi
11%
25%
20%
Positivi
89%
75%
80%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Individuare
nuove soluzioni
ai problemi
62
Il terzo interrogativo di questa serie richiede in quale misura l’esperienza di alternanza abbia favorito la capacità di trovare nuove soluzioni ai problemi: se il confronto con un ambiente nuovo abbia stimolato la capacità
di mettere in campo punti di vista ulteriori rispetto a quelli già consolidati.
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Il 76% degli studenti ritiene che l’alternanza abbia avuto un effetto
positivo a tal proposito e, tra questi, si rileva un 21% che lo valuta molto
positivo (fig. 30).
Figura 30. Miglioramento della capacità di individuare nuove soluzioni ai problemi
4%
0%
20%
10%
1. Per niente
55%
20%
30%
2. Poco
40%
50%
21%
60%
3. Abbastanza
70%
80%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
L’analisi per tipo di scuola conferma le tendenze emerse in precedenza: pur essendo il giudizio positivo per tutti, gli istituti tecnici attribuiscono meno spesso all’esperienza di alternanza un effetto di miglioramento
della capacità in questione (67%) rispetto ai professionali (86%) e ai licei
(75%). In questo caso si nota anche una propensione leggermente maggiore dei ragazzi ad apprezzare questo aspetto (77%) rispetto alle ragazze
(75%) (tab. 26).
Tabella 26. Miglioramento della capacità di individuare nuove soluzioni ai problemi
concreti per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
2%
6%
5%
2. Poco
12%
27%
20%
3. Abbastanza
62%
49%
52%
4. Molto
24%
18%
23%
Negativi
14%
33%
25%
Positivi
86%
67%
75%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
63
• MAGGIO 2019
Q 36
Per il 91% degli studenti partecipare a iniziative di alternanza scuola
lavoro ha favorito la capacità di rispettare gli impegni assunti; in altre parole, il contatto con il mondo del lavoro ha costituito uno stimolo a confrontarsi con un contesto dove è richiesta serietà e puntualità nell’esecuzione
dei compiti. Per la metà di essi l’alternanza ha aiutato a migliorare “molto”
questa capacità (fig. 31).
Rispettare gli
impegni assunti
Figura 31. Miglioramento della capacità di rispettare gli impegni assunti
2% 7%
0%
40%
10%
20%
30%
1. Per niente
51%
40%
50%
60%
2. Poco
70%
80%
3. Abbastanza
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
In questo quesito non emergono differenze marcate tra un tipo di
scuola e un altro, così come non ve ne sono tra ragazzi e ragazze: probabilmente in questo caso si è individuato un aspetto centrale per il passaggio
alla vita adulta, rispetto al quale la frequenza scolastica, in assenza di esperienze esterne come l’alternanza, sembra riuscire a incidere solo in modo
limitato (tab. 27).
Tabella 27. Miglioramento della capacità di rispettare gli impegni assunti per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
1%
2%
1%
2. Poco
4%
9%
8%
3. Abbastanza
37%
41%
41%
4. Molto
58%
48%
50%
Negativi
5%
11%
9%
Positivi
95%
89%
91%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Rispettare le
regole
64
Come era prevedibile, anche il successivo argomento, simile al precedente, ottiene risultati sovrapponibili: per il 92% dei ragazzi l’alternanza
scuola lavoro favorisce la capacità di rispettare le regole, per esempio relative al rispetto degli orari: in questo caso la valutazione “molto” ottiene
ben il 62% delle risposte (fig. 32).
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Figura 32. Miglioramento della capacità di rispettare le regole
2% 6%
0%
30%
10%
1. Per niente
20%
62%
30%
2. Poco
40%
50%
60%
3. Abbastanza
70%
80%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Le valutazioni al riguardo sono largamente positive per tutti i tipi di
scuola, anche se riemerge una valutazione più entusiastica da parte degli
iscritti ai professionali rispetto ai tecnici e ai licei, spiegabile forse con la
percezione, da parte degli studenti di questi ultimi, di essere comunque già
sottoposti, anche nella normale frequenza scolastica, a regole più stringenti (tab. 28).
Tabella 28. Miglioramento della capacità di rispettare le regole per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
1%
2%
3%
2. Poco
3%
8%
6%
3. Abbastanza
28%
29%
35%
4. Molto
68%
61%
56%
Negativi
4%
10%
9%
Positivi
96%
90%
91%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Si osservano risultati simili anche per la valutazione di come l’esperienza
di alternanza migliori la capacità di svolgere i compiti assegnati: giudizi positivi per il 90% dei rispondenti e per il 52% giudizi molto positivi (fig. 33).
Svolgere i
compiti assegnati
65
• MAGGIO 2019
Q 36
Figura 33. Miglioramento della capacità di svolgere i compiti assegnati
2% 8%
0%
38%
10%
20%
30%
1. Per niente
52%
40%
50%
60%
2. Poco
70%
80%
3. Abbastanza
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
I risultati sono ampiamente positivi per tutti i tipi di scuola, con la consueta lieve maggiore enfasi da parte di chi frequenta un istituto professionale. Anche se si tratta di sfumature, in questo caso sono le ragazze a
esprimere un’opinione più positiva rispetto ai ragazzi (tab. 29).
Tabella 29. Miglioramento delle capacità di svolgere i compiti assegnati per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
2%
2%
3%
2. Poco
3%
11%
10%
3. Abbastanza
35%
38%
41%
4. Molto
60%
49%
46%
Negativi
5%
13%
13%
Positivi
95%
87%
87%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Capacità
di comunicare
66
La successiva domanda riguarda il fatto se l’esperienza di alternanza
sia stata, o meno, utile nel migliorare le capacità di comunicare. Come negli
altri casi, le valutazioni generali sono molto positive: le modalità “abbastanza” e “molto” raccolgono insieme il 90% delle risposte (fig. 34).
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Figura 34. Miglioramento della capacità di comunicare
2%
8%
0%
47%
10%
20%
1. Per niente
30%
2. Poco
43%
40%
50%
60%
3. Abbastanza
70%
80%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Anche rispetto alle differenze tra tipi di scuole non emergono risultati diversi dai precedenti, con i giudizi più positivi indicati da parte di chi
frequenta gli istituti professionali. Come nel caso precedente, le ragazze
danno un giudizio più positivo dei ragazzi (tab. 30).
Tabella 30. Miglioramento della capacità di comunicare per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
1%
2%
3%
2. Poco
5%
11%
9%
3. Abbastanza
45%
50%
44%
4. Molto
49%
37%
44%
Negativi
6%
13%
12%
Positivi
94%
87%
88%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Adattarsi
all'ambiente
Mettersi alla prova in un luogo profondamente diverso da quello ordinario, come può essere quello di una sede produttiva o di una pubblica
amministrazione, per uno studente aumenta la capacità di adattarsi all’ambiente? Sì, per il 93% degli studenti (fig. 35).
Figura 35. Miglioramento della capacità di adattarsi all’ambiente
1% 6%
0%
47%
10%
1. Per niente
20%
30%
2. Poco
46%
40%
50%
3. Abbastanza
60%
70%
80%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
67
• MAGGIO 2019
Q 36
In questo caso, le differenze tra i diversi tipi di scuola sono minime, forse perché effettivamente la permanenza in un ambiente lavorativo risulta
per tutti un’esperienza estranea a quanto sino a quel momento provato.
Permane, come nei casi precedenti, una valutazione maggiormente positiva da parte delle ragazze (tab. 31).
Tabella 31. Miglioramento della capacità di adattarsi all’ambiente per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
1%
1%
1%
2. Poco
4%
8%
8%
3. Abbastanza
44%
50%
45%
4. Molto
51%
41%
46%
Negativi
5%
9%
9%
Positivi
95%
91%
91%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Le valutazioni relative a come l’esperienza di alternanza abbia migliorato la capacità di utilizzare software vedono giudizi molto diversi dai precedenti: solo la metà degli studenti ritiene di avere migliorato le proprie
capacità e il 17% ritiene di non averle migliorate affatto. Probabilmente
questa valutazione non deriva da carenze nell’esperienza di alternanza, ma
dal fatto che, mentre altri aspetti dell’esperienza presso un luogo di lavoro
risultano del tutto nuovi, le giovani generazioni hanno già precocemente
sviluppato una notevole confidenza con gli strumenti informatici, così che
in molti casi l’esperienza di alternanza non apporta elementi aggiuntivi
significativi (fig. 36).
Utilizzare
software
Figura 36. Miglioramento della capacità di utilizzare software
17%
0%
10%
27%
20%
30%
1. Per niente
36%
40%
50%
2. Poco
60%
20%
70%
3. Abbastanza
80%
90%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
68
100%
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Le valutazioni, in realtà, sono molto diverse a seconda del tipo di scuola: positive per gli istituti tecnici, intermedie per i licei e prevalentemente
negative per gli istituti professionali. Ciò induce a pensare che – al di là della generale competenza preesistente di cui sopra – le esperienze proposte
agli istituti tecnici oggetto di indagine abbiano incluso specifiche attività
che hanno migliorato anche le capacità di utilizzo di software (tab. 32).
Tabella 32. Miglioramento delle capacità di utilizzare software per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
27%
8%
19%
2. Poco
29%
23%
31%
3. Abbastanza
27%
45%
32%
4. Molto
17%
24%
18%
Negativi
56%
31%
50%
Positivi
44%
69%
50%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Per il 70% degli intervistati, grazie all’esperienza di alternanza, è migliorata la capacità di assumere iniziative autonome rispetto agli obiettivi
da conseguire; capacità che implica un atteggiamento e un grado di responsabilità forse più tipico del mondo del lavoro che della scuola. Tuttavia, solo il 19% degli intervistati ritiene che il miglioramento di questa
capacità sia stato ampio (fig. 37).
Assumere
iniziative
autonome
rispetto
agli obiettivi
da conseguire
Figura 37. Miglioramento della capacità di assumere iniziative autonome
7%
0%
23%
10%
1. Per niente
20%
51%
30%
2. Poco
40%
50%
3. Abbastanza
19%
60%
70%
80%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Gli studenti degli istituti tecnici e dei licei attribuiscono valutazioni positive con frequenza tra il 60% e il 70%, mentre quelli degli istituti professionali valutano più spesso positivamente l’alternanza per come ha migliorato questa abilità (tab. 33).
69
• MAGGIO 2019
Q 36
Tabella 33. Miglioramento delle capacità di assumere iniziative autonome per tipo
di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
1%
9%
8%
2. Poco
10%
29%
25%
3. Abbastanza
67%
44%
49%
4. Molto
22%
18%
18%
Negativi
11%
38%
33%
Positivi
89%
62%
67%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Competenze
tecnico
professionali
Infine, il 90% degli studenti ritiene che l’esperienza di alternanza abbia
aumentato le loro capacità tecnico professionali (fig. 38).
Figura 38. Miglioramento della capacità tecnico professionali
2%
0%
8%
58%
10%
20%
30%
1. Per niente
40%
32%
50%
2. Poco
60%
70%
3. Abbastanza
80%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Questo tipo di competenze risulta incrementato soprattutto per gli
studenti degli istituti professionali (90% di risposte positive), mentre per gli
studenti dei licei il valore corrispondente si ferma al 53% (tab. 34).
70
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Tabella 34. Miglioramento delle capacità tecnico professionali per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
3%
6%
17%
2. Poco
7%
26%
30%
3. Abbastanza
58%
51%
41%
4. Molto
32%
17%
12%
Negativi
10%
32%
47%
Positivi
90%
68%
53%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
L’esame di come l’esperienza di alternanza abbia rafforzato alcune
competenze, non connesse direttamente al tipo di studio svolto, aggiunge
un tassello importante alla comprensione della valenza di questo istituto:
spiega, per esempio, perché le valutazioni generali siano positive anche
da parte dei liceali, i quali nella precedente batteria di domande avevano
in più occasioni espresso, invece, una limitata pertinenza con le materie
di studio. Vi sarebbero cioè capacità, quali il rispetto delle regole, il mantenere gli impegni, il confrontarsi con un ambiente diverso e simili, che
vengono favorite dall’alternanza in modo trasversale rispetto agli indirizzi
di studio e il cui apprezzamento contribuisce al giudizio positivo diffuso in
tutti i tipi di scuola.
In sintesi
3.2.3 A cosa è servita l’alternanza: impegno nello studio e orientamento
Dopo avere approfondito diversi aspetti dell’alternanza – la gradevolezza dell’esperienza, la sua pertinenza con il ciclo di studi, le capacità che
è in grado di attivare – si può ora raccogliere un giudizio complessivo degli
studenti coinvolti, indagando in particolare due ambiti: la valenza nel percorso di studi attuale e la valenza di orientamento per il percorso di studio
e lavorativo futuri.
Tra i molti aspetti positivi riconosciuti all’esperienza di alternanza, non
vi è quella di avere aiutato i ragazzi a studiare con maggiore impegno; solo
il 4% afferma che ciò sia avvenuto “molto”, mentre i giudizi in qualche
misura positivi si attestano sul 32%, contro un 29% che invece risponde
“per nulla” (fig. 39).
L’alternanza ti ha
aiutato a studiare
con maggiore
impegno?
71
• MAGGIO 2019
Q 36
Figura 39. Alternanza e maggiore impegno nello studio
29%
0%
10%
35%
20%
30%
1. Per niente
40%
32%
50%
60%
2. Poco
70%
80%
3. Abbastanza
4%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
E, anche se emergono alcune differenze sulla base del tipo di scuola
frequentata, in generale questa tendenza si conferma per tutti. Rispondono che l’alternanza ha aiutato “abbastanza” o “molto” a impegnarsi di più
nello studio il 32% dei liceali e il 40% degli iscritti agli istituti professionali,
con gli istituti tecnici in posizione intermedia. Anche a questo quesito le
ragazze rispondono in modo positivo in misura superiore (42% contro
28%) rispetto ai ragazzi (tab. 35).
Tabella 35. Alternanza e maggiore impegno nello studio per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
26%
30%
33%
2. Poco
34%
37%
35%
3. Abbastanza
35%
30%
27%
4. Molto
5%
3%
5%
Negativi
60%
67%
68%
Positivi
40%
33%
32%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Alternanza
e orientamento
72
Il contributo dell’alternanza all’orientamento per il futuro percorso di
studi evidenzia punteggi intermedi: il 50% afferma che l’alternanza sia
servita “abbastanza” o “molto” e questi ultimi rappresentano l’11% degli
intervistati (fig. 40).
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Figura 40. Alternanza e orientamento negli studi futuri
20%
0%
10%
1. Per niente
30%
20%
30%
2. Poco
39%
40%
50%
60%
3. Abbastanza
70%
11%
80%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Non vi sono, a questo proposito, differenze rilevanti tra i diversi indirizzi, salvo una valutazione più bassa da parte degli istituti tecnici. Sono i
ragazzi delle quarte che, comunque, colgono maggiormente questa valenza (55%), rispetto a quelli delle quinte (45%), segno che per alcuni probabilmente l’esperienza fatta in quinta cade in un periodo in cui le scelte sugli
eventuali studi futuri sono già state operate. Peraltro, laddove la variabile
sulla classe frequentata è esaminata separatamente per tipo di scuola, queste differenze aumentano: tra i liceali l’alternanza è utile all’orientamento
negli studi per il 51% di chi frequenta la quarta (con una differenza di genere: 60% delle ragazze e 37% dei ragazzi) e il 47% di chi è in quinta; per gli
istituti tecnici è utile al 52% degli studenti di quarta (e, contrariamente alla
relazione precedente, tra questi, al 59% dei maschi e al 48% delle femmine) e al 39% degli studenti di quinta; nei professionali è utile all’84% di chi
frequenta la quarta e al 65% degli studenti di quinta (tab. 36).
Tabella 36. Alternanza e orientamento negli studi futuri per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
17%
19%
24%
2. Poco
28%
34%
27%
3. Abbastanza
43%
36%
37%
4. Molto
12%
11%
12%
Negativi
45%
53%
51%
Positivi
55%
47%
49%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Se l’alternanza ha un ruolo limitato nell’orientare al futuro corso di
studi, le risposte sono molto diverse quando l’alternanza viene rapportata
all’orientamento verso il mondo del lavoro: in questo caso, i giudizi positivi
riguardano circa i tre quarti degli intervistati e per un terzo si tratta di un
contributo molto significativo (fig. 41).
73
• MAGGIO 2019
Q 36
Figura 41. Alternanza e orientamento per l’inserimento nel mondo del lavoro
8%
0%
20%
10%
20%
44%
30%
1. Per niente
40%
28%
50%
60%
2. Poco
70%
80%
3. Abbastanza
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Il contributo all’orientamento per l’inserimento al lavoro è particolarmente importante per chi studia negli istituti professionali (86% di giudizi
positivi) e che, quindi, più facilmente ha assunto una prospettiva lavorativa a breve termine, mentre la metà dei liceali dà un giudizio analogo; gli
studenti degli istituti tecnici si trovano in posizione intermedia (tab. 37).
Tabella 37. Alternanza e orientamento per l’inserimento nel mondo del lavoro per
tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
3%
6%
17%
2. Poco
11%
20%
33%
3. Abbastanza
45%
49%
37%
4. Molto
41%
25%
13%
Negativi
14%
26%
50%
Positivi
86%
74%
50%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
3.3 L’esperienza presso le aziende o gli enti
Ci si concentra ora su un aspetto specifico dell’alternanza scuola lavoro
e cioè sul momento in cui lo studente permane presso un’impresa o un
ente pubblico: nel 90% dei casi il progetto di alternanza ha previsto questo
tipo di impegno, con percentuali simili nei diversi tipi di scuola.
Questa permanenza si svolge per il 57% degli studenti durante le vacanze estive o durante i periodi di sospensione delle lezioni (Natale, Pasqua), per il 27% durante l’anno scolastico al posto delle lezioni e per il
16% durante l’anno scolastico, ma al di fuori dell’orario di lezione (fig.42).
74
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Figura 42. Quando si è svolta l’esperienza presso l’azienda o ente?
27%
Durante l'orario scolastico
al posto delle lezioni
Al di fuori dell'orario di
lezione, durante l'anno
scolastico
57%
16%
Durante le vacanze estive
o nei periodi di sospensione
delle lezioni
(Natale, Pasqua, ecc.)
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Quest'ultima modalità è poco utilizzata dagli studenti dei licei, che nella gran parte collocano l’esperienza esterna durante le vacanze estive o nei
periodi di pausa delle lezioni. Gli istituti tecnici prevedono in misura minima
che le esperienze presso enti si svolgano durante l’orario scolastico al posto
delle lezioni, ma anch’essi le collocano più spesso durante le vacanze o nei
periodi di pausa. I professionali si distribuiscono in modo più equilibrato
tra le tre possibilità.
Le strutture che hanno ospitato i ragazzi sono per il 56% dei casi aziende del territorio di ogni tipo e dimensione. Seguono collocazioni presso
liberi professionisti (13% dei casi) e presso enti pubblici territoriali (uffici
comunali, provinciali, regionali o di altri enti: 8% dei casi), a cui va aggiunto un 6% di scuole e un 2% presso aziende sanitarie e università, per
un totale del 16% che hanno svolto questa esperienza presso soggetti
pubblici. La parte restante è dispersa in strutture diverse, quali cooperative (3%) e organizzazioni di terzo settore come associazioni, fondazioni,
oratori (4%).
Il numero di ore è molto variabile: il 20% dichiara di avere passato
presso l’ente esterno meno di 100 ore, il 19% da 100 a 149, il 31% da 150
a 199, il 29% da 200 e oltre.
La durata media dell’esperienza esterna è pari a 166 ore28; generalmente i ragazzi degli istituti professionali sono impegnati in permanenze
esterne mediamente più lunghe (207), seguiti a breve distanza dagli istituti
tecnici (188) e quindi dai licei (103) (tab. 38).
Periodo
dell’alternanza
Strutture
ospitanti
Ore e durata
28 Escludendo alcuni dati estremi (più di 600 ore dichiarate).
75
• MAGGIO 2019
Q 36
Tabella 38. Durata media dell’esperienza di alternanza per tipo di scuola
In quale ordine di scuola sei iscritta/o?
Ore medie
Istituto professionale
207
Istituto tecnico
188
Liceo
103
Valore medio
166
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Riferimenti
presso
l'azienda/ente
I ragazzi, nella grande maggioranza dei casi, hanno avuto un punto di
riferimento presso l’azienda o l’ente presso il quale sono stati inseriti, generalmente una persona incaricata di farlo, in misura minore un dirigente.
Sono, invece, poco diffusi i casi di studenti che si sono ritrovati privi di riferimenti: i ragazzi dei licei sono quelli in cui la quota di risposte “nessuno”
è lievemente più alta (6%), ma anche quelli per cui è più frequente che sia
stato il dirigente a rapportarsi direttamente con loro (fig. 43).
Figura 43. Da chi sei stato affiancato nella tua permanenza presso l’azienda/ente?
4%
Nessuno
78%
Un dirigente
dell'azienda/ente
18%
Una o più persone interne
all'azienda/ente
incaricato di farlo
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Rapporti
con il personale
76
Il rapporto con le persone dell’azienda o ente ottiene valutazioni “positive” (62% dei casi, termine maggiormente utilizzato dalle femmine)
o viene comunque definito “stimolante” (28%, termine maggiormente
utilizzato dai maschi): si tratta quindi di espressioni gratificanti nel 90%
dei casi; solo il 2% degli studenti afferma di avere un rapporto negativo o
conflittuale, mentre un altro 8% lo definisce “indifferente” (fig. 44).
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Figura 44. Come definisci il rapporto con il personale dell’azienda/ente?
28%
Negativo o conflittuale
62%
Indifferente
2%
Stimolante
Positivo
8%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Questo giudizio altamente positivo è condiviso dagli studenti dei diversi tipi di scuola. Da notare che anche tra i non molti che alla domanda
precedente avevano dichiarato l’assenza di una specifica figura aziendale
che si rapportasse con loro, in molti casi la risposta alla domanda circa il
rapporto con il personale dell’azienda assume toni positivi: in sostanza, si
può pensare che, anche se non vi è stato uno specifico soggetto incaricato,
si sia instaurato un rapporto positivo con chi lavora nell’impresa o nell’ente. Comunque, i giudizi più positivi si hanno nei casi in cui lo studente ha
avuto occasione di rapportarsi direttamente con un dirigente (tab. 39).
Tabella 39. Rapporto con il personale dell’azienda per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
Negativo o conflittuale
2%
2%
0%
Indifferente
7%
10%
7%
Positivo
65%
63%
60%
Stimolante
26%
25%
33%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Il confronto tra le figure seguenti suggerisce due ordini di riflessione:
nel primo è richiesto agli studenti di descrivere la propria relazione con il
tutor aziendale, nel secondo con il tutor scolastico. Mentre nel primo caso
la modalità di relazione “continuativa e stimolante” raccoglie il 64% delle
risposte, nel secondo si ferma al 40%. Al contrario, la relazione con il tutor
aziendale è definita “episodica” solo nell'11% dei casi, mentre quella con
il tutor scolastico è tale nel 28%, cioè più del doppio.
La differenza di valutazioni sui due tutoraggi è elevata in tutti i tipi di
scuole (fig. 45; tab. 40).
Tutor aziendale
e tutor scolastico
77
• MAGGIO 2019
Q 36
Figura 45. Come è stata la relazione con il tutor?
a. con il tutor aziendale
b. con il tutor scolastico
11%
Episodica
20%
28%
Di supporto solo nei
momenti di difficoltà
Continuativa
ma non stimolante
64%
10%
12%
Continuativa
e stimolante
15%
40%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti- tutti
Tabella 40. Rapporto con il tutor aziendale per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
Continuativa e stimolante
63%
64%
63%
Continuativa ma non stimolante
13%
15%
17%
Di supporto solo nei momenti di difficoltà
12%
11%
9%
Episodica
12%
10%
11%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Quanto ciò sia in qualche modo fisiologico, rispetto ai ruoli effettivamente attesi per ciascuna delle due figure, quanto derivi da una percezione
degli studenti influenzata dalla novità della situazione aziendale, piuttosto
che dall’effettiva disponibilità dell’interlocutore e quanto, invece, richieda
una riflessione da parte delle scuole è uno dei temi che necessitano di ulteriori approfondimenti (tab. 41).
Tabella 41. Rapporto con il tutor scolastico per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
Continuativa e stimolante
14%
13%
10%
Continuativa ma non stimolante
40%
37%
43%
Di supporto solo nei momenti di difficoltà
25%
17%
20%
Episodica
21%
33%
27%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
78
Attività durante
l’alternanza
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Un’ulteriore dimensione indagata riguarda in quali attività sono impiegati gli studenti durante la permanenza in azienda o presso l’ente. Si è
domandato se il contesto in cui sono stati inseriti abbia permesso di avere
spazi di autonomia e di iniziativa personale: le risposte affermative vanno
a delineare un’esperienza responsabilizzante e gratificante, anche se probabilmente non tutti i luoghi possono offrire questo tipo di opportunità. In
ogni caso, rispondono in modo affermativo il 54% dei ragazzi intervistati
(41% “spesso” e 13% “sempre”), mentre solo nel 7% dei casi ciò non
avviene mai (fig. 46).
Figura 46. Hai avuto spazi di autonomia e iniziativa personale?
41%
13%
Qualche volta
Mai
Sempre
7%
Spesso
39%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Le risposte circa gli spazi di autonomia sono state incrociate con quelle
relative al grado di presenza del tutor aziendale; sembra di poter così individuare alcune situazioni tipiche, quali (tab. 42):
• casi in cui vi è un tutor aziendale con una presenza continuativa e un
buon grado di spazio di autonomia: questa combinazione risulta sicuramente positiva e caratterizzata sia dalla “presa in carico” dello studente
da parte della struttura, sia dalla possibilità data allo studente di offrire
un contributo autonomo, mettendo a frutto le proprie capacità di iniziativa (46% dei casi);
• casi di tutor presente, ma dove non vi sono spazi di autonomia (4% dei
casi);
• situazioni in cui spesso, o sempre, viene lasciata autonomia allo studente, ma con tutor aziendale assente, cosa che potrebbe indurre a pensare
a situazioni opportunistiche e poco gestite (9% dei casi);
• casi di tutor assente e di scarsa o nulla autonomia, che possono rimandare a situazioni poco gratificanti (13%).
Spazi
di autonomia
79
• MAGGIO 2019
Q 36
Tabella 42. Spazi di autonomia e iniziativa personale per assiduità della presenza del
tutor aziendale
Tutor aziendale
Grado di autonomia
presente
assente
Mai
4%
3%
Qualche volta
29%
10%
Sempre o spesso
45%
9%
Risposte in valori assoluti
840
229
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Rispetto alla valutazione degli spazi di autonomia e di iniziativa personale per tipo di scuola, sono i ragazzi degli istituti tecnici che dicono di
averne avuta di meno: il 49% risponde “spesso” o “sempre”, contro il
60% degli studenti dei professionali e il 57% dei liceali. Le ragazze, inoltre,
evidenziano spazi di autonomia meno frequenti dei ragazzi (tab. 43).
Tabella 43. Spazi di autonomia e iniziativa personale per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
Mai
5%
9%
5%
Qualche volta
35%
42%
38%
Spesso
15%
11%
17%
Sempre
45%
38%
40%
364
447
263
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Stimoli, iniziativa
e presenza
di una guida
80
Il tema del rapporto tra stimoli, iniziativa e, al tempo stesso, presenza di
una guida è ulteriormente indagato e identifica quattro situazioni (fig. 47):
• studenti che hanno svolto prevalentemente attività complesse con una
guida da parte del personale dell’azienda o ente ospitante: 40% dei casi;
• studenti che hanno potuto contare sulla guida del personale delle aziende ospitanti, ma che sono stati incaricati di attività semplici: 29%. Questo porta a due terzi la quota di ragazzi che si è sentita guidata durante
l’esperienza di alternanza;
• studenti che hanno svolto attività semplici senza la guida di personale
dell’azienda o ente ospitante: 26%;
• infine, studenti a cui è stato richiesto di svolgere attività complesse senza
la presenza di una guida: 5%.
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Figura 47. Che tipo di attività hai svolto prevalentemente?
40%
5%
Attività semplici e guidate
Attività complesse
ma non guidate
Attività semplici ma non guidate
Attività complesse e guidate
26%
29%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Di seguito, questa distribuzione è disaggregata per tipo di scuola. Gli
istituti professionali sono quelli in cui è più frequente trovare studenti a cui
siano state proposte attività complesse e guidate (quasi uno su due, contro
un terzo dei licei e tecnici); inoltre, istituti tecnici e istituti professionali hanno la maggior quota di studenti che si sono sentiti guidati durante la loro
esperienza. Le attività complesse sono proposte ai ragazzi e alle ragazze in
ugual misura così come agli studenti di terza e a quelli di quarta (tab. 44).
Attività svolte
Tabella 44. Tipo di attività svolte per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
Tutti
Attività complesse e guidate
46%
38%
33%
40%
Attività complesse, ma non guidate
7%
4%
5%
5%
Attività semplici e guidate
25%
32%
32%
29%
Attività semplici, ma non guidate
22%
26%
30%
26%
Attività guidate
71%
70%
65%
69%
Attività complesse
29%
30%
35%
31%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Le attività si sono svolte prevalentemente entro gruppi di lavoro composti da personale interno all’azienda o all’ente (34% delle risposte) o da
soli (36%); in misura minore in coppia (17%) o in gruppi di lavoro composti da altre persone in alternanza o comunque da altri stagisti (fig. 48).
81
• MAGGIO 2019
Q 36
Figura 48. Come si sono svolte le attività nella maggior parte del tempo?
36%
17%
In gruppo con altri stagisti
In coppia
Solo/a
In gruppo con personale
interno all'azienda/ente
34%
13%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Queste diverse possibilità di svolgimento dell’attività sono praticate in
modo differente a seconda della scuola di provenienza. Per gli studenti dei
professionali è più diffuso il lavoro in gruppo con il personale dell’azienda,
mentre per chi proviene dagli istituti tecnici è più frequente la modalità di
lavoro da solo/a. Per i licei lavorare in gruppo con il personale dell’azienda
o da soli è sperimentato dalla medesima quota di studenti; inoltre, vi è
una quota comparativamente maggiore di casi in cui gruppi di studenti in
alternanza lavorano insieme (tab. 45).
Tabella 45. Modalità di svolgimento delle attività per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
In coppia
21%
16%
14%
In gruppo con altri stagisti
12%
8%
23%
In gruppo con personale dell’azienda
45%
27%
33%
Solo/a
22%
49%
30%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
82
Per aver un quadro il più possibile esaustivo si è chiesto agli studenti
di segnalare, in una domanda a risposta aperta, quali siano stati i punti di
debolezza emersi nel percorso di alternanza.
Per lo studio di questo tipo di risposte si è utilizzato un metodo di
analisi che, tramite l’utilizzo di parole chiave, permette di individuare quali
criticità emergano più frequentemente nelle risposte degli studenti. Alle
parole chiave più utilizzate è stata attribuita una dimensione maggiore del
carattere (fig. 49).
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
3.4 Criticità: il punto di vista degli studenti
Figura 49. I punti di debolezza individuati dagli studenti
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Nelle risposte emergono, più frequentemente, difficoltà legate all’organizzazione dei percorsi, alle mansioni e alla coerenza con il percorso
di studi, così come ai rapporti con i tutor e all’orario da adempiere. Problematiche legate alla gratuità dello stage in azienda risultano indicate di
frequente, così come quelle relative alla brevità del periodo di stage.
Dal punto di vista degli studenti, si registrano numerosi ambiti su cui
sarebbe utile intervenire per migliorare l’esperienza dei percorsi di alternanza. Si deve però precisare che queste indicazioni sono al netto della
risposta più frequentemente data dagli studenti cuneesi: l’esperienza non
ha presentato particolari ambiti di debolezza.
83
• MAGGIO 2019
Q 36
3.5 Il giudizio complessivo degli studenti sull’alternanza
Al termine di questa esplorazione delle diverse dimensioni dell’alternanza, è stato chiesto ai ragazzi di esprimere un giudizio complessivo su
questa esperienza.
I risultati sono coerenti con le analisi sino a ora svolte: vi è un giudizio
complessivo positivo per l’80% degli studenti e le espressioni più negative
interessano solo il 4% dei rispondenti (fig. 50).
Giudizio
complessivo
Figura 50. Giudizio complessivo sull’alternanza
4%
0%
16%
10%
54%
20%
30%
40%
1. Per niente
26%
50%
60%
2. Poco
70%
80%
3. Abbastanza
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
Anche le differenze tra i diversi tipi di scuola emergono in senso coerente con i giudizi sino a ora formulati: per i professionali e, in misura di
poco minore, per i tecnici, dove l’alternanza è più immediatamente collegata con il percorso di studi e le attese di inserimento occupazionale, i giudizi positivi sono diffusissimi (92% per i professionali, 79% per i tecnici);
per i licei, dove questi aspetti sono limitati, ma in cui ugualmente viene riconosciuta una valenza importante per lo sviluppo delle capacità personali
e relazionali, vi è comunque un giudizio positivo nel 66% dei casi. Non vi
sono, invece, scostamenti significativi nel giudizio complessivo tra maschi
e femmine e tra studenti di terza e di quarta (tab. 46).
Tabella 46. Giudizio complessivo sull’alternanza per tipo di scuola
84
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente positivo
2%
3%
7%
2. Poco positivo
6%
18%
27%
3. Abbastanza positivo
58%
54%
50%
4. Molto positivo
34%
25%
16%
Negativi
8%
21%
34%
Positivi
92%
79%
66%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario studenti - tutti
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
4. L’indagine sui docenti: i risultati in dettaglio
4.1 Il profilo dei docenti intervistati
Nella prima fase di rilevazione (maggio-giugno 2018) sono stati raccolti 136 questionari compilati da docenti e dirigenti delle stesse scuole degli studenti coinvolti nella prima indagine. Si tratta di 91 donne, 44 uomini,
più un rispondente che, probabilmente per ragioni di riservatezza, non ha
fornito informazioni su genere ed età. Nella seconda fase (ottobre 2018)
sono stati raccolti 112 questionari compilati da dirigenti e docenti delle
altre scuole secondarie di secondo grado della provincia di Cuneo. Si tratta
di 74 donne e 37 uomini, anche in questo caso un docente non ha fornito
l’informazione sul genere. In tutto hanno quindi partecipato 5 dirigenti e
243 docenti. Il 13% ha meno di 40 anni, il 28% da 40 a 49, il 45% da 50 a
59, e il 14% ha età superiore per un massimo di 64 anni.
Già questo primo dato rimanda a un corpo docente con ampia esperienza, come confermato anche dall’anzianità di servizio: solo il 10% lavora come insegnante da non più di 5 anni, il 15% da 6 a 14 anni, il 26%
da 15 a 24 anni, il 37% da 25 a 34 anni e il 12% da 35 anni o più; il 75%,
quindi, insegna da più di 15 anni.
Diversa, invece, la situazione se si considera il periodo di insegnamento
nella scuola dove attualmente operano: il 32% insegna in questo istituto
da non più di 5 anni e il 31% da un periodo compreso tra i 6 e i 15 anni;
due terzi quindi sono nella scuola attuale da non più di 15 anni. Solo il 15%
dei docenti sta svolgendo, oltre all’insegnamento, anche altre attività professionali, ma la metà lo ha fatto in passato; due terzi, quindi, in passato o
anche adesso, hanno svolto o svolgono attività diverse dall’insegnamento
(tab. 47).
Anni di servizio
Tabella 47. Svolgimento da parte dei docenti di attività diverse dall’insegnamento
%
No
35%
Sì, anche ora
15%
Sì, in passato ma non più ora
50%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
85
• MAGGIO 2019
Q 36
Ruolo verso
l’alternanza
L’89% lavora a tempo indeterminato, mentre nel restante 11% dei
casi la gran parte delle risposte è relativa a tempi determinati annuali e solo
una quota minima a supplenze temporanee.
È stato chiesto ai docenti se svolgessero personalmente funzioni
relative all’alternanza, domanda che ha assunto un ruolo di rilievo nel questionario, dal momento che alcune domande sono state poste a sottogruppi di docenti in base al tipo di risposta data:
• da una parte, vi è il 52% dei rispondenti che svolge un qualche compito
direttamente connesso all’alternanza scuola lavoro; nella maggior parte
dei casi si tratta di tutor interni (25%), secondariamente di referenti di
istituto (14%) e, in misura minore, di referenti del consiglio di classe o di
membri del comitato scientifico o del comitato tecnico scientifico. A questi insegnanti sono state poste delle domande che riguardano i progetti
di alternanza scuola lavoro personalmente seguiti;
• dall’altra, il 48% dei rispondenti invece non svolge funzioni specifiche in
tema di alternanza; a questi insegnanti sono state comunque richieste
valutazioni generali sull’alternanza a partire dal progetto che nel proprio
istituto ha coinvolto il maggior numero di studenti.
È comunque significativo – e innovativo rispetto a indagini precedenti
– che in questa rilevazione vi siano stati numerosi docenti che, pur non essendo direttamente impegnati in specifiche funzioni relative all’alternanza,
abbiano scelto di rispondere al questionario; si verificherà, poi, se e in che
misura le risposte dei due sottogruppi differiscano (tab. 48).
Tabella 48. Svolgimento da parte dei docenti di funzioni relative all’alternanza
Funzione svolta rispetto all’alternanza
Funzione strumentale/Referente d’istituto
14%
Membro del comitato scientifico o del comitato tecnico scientifico
3%
Referente del consiglio di classe
10%
Tutor interno
25%
Totale con funzioni specifiche su alternanza
52%
Nessuna delle precedenti funzioni
48%
Totale dei rispondenti
248
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
Nella considerazione dei risultati delle analisi presentate, da qui in
avanti va tenuto conto che i docenti intervistati lavorano per il 40% in istituti
tecnici, una quota di circa il 37% insegna in istituti professionali e il 24% in
86
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
un liceo. Quindi, rispetto alla distribuzione delle scuole secondarie di secondo
grado nella provincia di Cuneo, tra i docenti pesano maggiormente istituti professionali e istituti tecnici, mentre risultano sottorappresentati i licei29 (fig. 51).
Figura 51. In quale ordine di scuola lavorano i docenti e dirigenti?
23,7%
36,7%
Liceo
Istituto professionale
Istituto tecnico
39,6%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
Come emerso dall’indagine, vi è una diversa composizione dei docenti
nei diversi tipi di scuole: tra i docenti degli istituti professionali vi è la quota
più alta di insegnanti che non svolgono alcuna funzione specifica nella
gestione dell’alternanza; al contrario, tra i docenti dei licei vi è la quota
più bassa. Gli insegnanti in posizione più defilata, come si vedrà, tendono
a esprimere maggiori riserve sull’alternanza rispetto ai loro colleghi direttamente coinvolti nella gestione. Dunque, il fatto che la quota di docenti
non coinvolti abbia un peso diverso nei diversi indirizzi di studio potrebbe
portare a distorsioni nei giudizi “medi” sui percorsi di alternanza. Vista la
difficoltà di controllare questo effetto indesiderato, si tenderà a evidenziare nell’analisi le differenze tra docenti coinvolti e non coinvolti direttamente nei percorsi di alternanza, piuttosto che enfatizzare le differenze per
indirizzo di studio (tab. 49).
29 La distribuzione delle sedi delle scuole secondarie di secondo grado nella provincia di Cuneo
è pari a 32 istituti tecnici, 29 istituti professionali e 39 licei. Nell’anno 2016/17 gli studenti risultano iscritti per il 35% negli istituti tecnici, per il 24,4% negli istituti professionali e per il 40,6%
nei licei.
87
• MAGGIO 2019
Q 36
Tabella 49. Funzioni svolte nell’alternanza per tipo di scuola
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
Totale complessivo
Funzione strumentale/
Referente d’istituto
10%
11%
26%
14%
Membro del comitato scientifico
o del comitato tecnico scientifico
6%
2%
2%
3%
Referente del consiglio di classe
4%
12%
10%
10%
Tutor interno
17%
31%
29%
25%
Nessuna delle precedenti funzioni
63%
44%
33%
48%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
I progetti di alternanza a cui si riferiscono i docenti e dirigenti sono
poco più della metà dei casi rivolti a studenti delle classi terze (53%) e per
la parte restante a studenti delle quarte (47%). In tutti i casi si tratta di
scuole statali e non paritarie.
4.1.1 Chi organizza la progettazione dei percorsi di alternanza
Ai docenti e ai dirigenti è stato chiesto se le rispettive scuole si fossero
dotate di un gruppo di lavoro dedicato all’alternanza e da chi fosse composto. Su 248 docenti e dirigenti che hanno risposto solo in quattro ne hanno
segnalato l’assenza. La maggior parte (161 persone) ha indicato gruppi di
lavoro con solo personale interno alla scuola e in 44 hanno riportato esperienze di gruppi di lavoro a cui hanno partecipato anche persone esterne
alla scuola. Non hanno risposto a questa domanda 39 dirigenti/docenti.
Come previsto dai nuovi ordinamenti, le scuole possono costituire un
comitato tecnico scientifico negli istituti tecnici e professionali o un comitato scientifico nei licei. Entrambi i comitati sono composti da docenti e da
esperti del mondo del lavoro, delle professioni e della ricerca scientifica e
tecnologica30. La loro costituzione incide sulla dimensione organizzativa
della scuola, collegando gli obiettivi educativi alle esigenze del territorio
e ai fabbisogni espressi dal sistema produttivo. Più della metà dei docenti
e dei dirigenti (107 persone) ha risposto che nella propria scuola è stato
costituito uno di questi comitati. Tra chi ha indicato la loro presenza, in 76
segnalano un comitato interno al singolo istituto, mentre in 31 un comitato
di rete o di filiera: un tipo di organizzazione che tiene conto delle diverse
tipologie di scuole all’interno di una zona e che può collegare istituzioni
scolastiche dello stesso ordine di studi.
30 Ai sensi dell’art. 5, comma 3, dei DD. PP. RR.. 87 e 88 del 2010 recanti il regolamento per il
riordino degli istituti tecnici e professionali e i sensi dell’art. 10, comma 2, del D.P.R. 89 del 2010,
recante il regolamento per il riordino dei licei.
88
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Si registra, quindi, una diffusa capacità di rete che nella costituzione di
gruppi di lavoro e comitati riflette l’innovazione organizzativa che l’alternanza scuola lavoro ha richiesto nella fase di progettazione dei percorsi.
4.1.2 Temi e aspetti affrontati nella progettazione dei percorsi di alternanza
Le domande sulla progettazione dell’alternanza sono state rivolte solo
ai 127 docenti che hanno dichiarato un ruolo direttamente connesso a
questo tipo di esperienze e che, quindi, ragionevolmente possono esprimersi con maggior cognizione di causa sul tema.
Va in ogni caso considerato che in questa batteria di domande la valutazione riguarda un’attività, la progettazione, svolta principalmente dai
rispondenti stessi, motivo per cui va tenuto in conto che i giudizi sono
“auto attribuiti” senza verifiche esterne (fig. 52).
Figura 52. Nella progettazione del percorso in che misura si è tenuto in conto di:
Documentare l’esperienza realizzata
Definire le competenze
attese dall’esperienza di alternanza
Progettare con la struttura ospitante
un percorso coerente
con le competenze attese
Stimolare gli studenti all’osservazione
dei rapporti tra soggetti nell’impresa
o nell’ente ospitante
Preparare i periodi di apprendimento
sul lavoro per comprendere
e trarre vantaggio dal nuovo contesto
Condividere e rielaborare in aula
quanto sperimentato fuori dall’aula
Disseminare i risultati dell’esperienza
0%
Molto
Abbastanza
10%
20%
Poco
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Per niente
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - solo docenti con
funzioni ASL
89
• MAGGIO 2019
Q 36
La documentazione
In che misura, in fase di progettazione, si tiene conto dell’esigenza di
dell’esperienza
documentare l’esperienza realizzata? Molto, nella grande maggioranza dei
realizzata
casi; vi sono solo casi isolati, negli istituti tecnici, di risposte “per niente”
(fig. 53).
Figura 53. Progettazione dell’alternanza – Documentazione dell’esperienza realizzata
1%
0%
19%
10%
37%
20%
30%
1. Per niente
40%
43%
50%
60%
2. Poco
70%
80%
3. Abbastanza
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - solo docenti con
funzioni ASL
I docenti di istituti professionali e licei esprimono valutazioni abbastanza o molto positive in più dell’80% dei casi (tab. 50).
Tabella 50. Progettazione dell’alternanza – Documentazione dell’esperienza realizzata
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
0%
2%
0%
2. Poco
13%
23%
18%
3. Abbastanza
38%
31%
44%
4. Molto
49%
44%
38%
Negativi
13%
25%
18%
Positivi
87%
75%
82%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - solo docenti con
funzioni ASL
La definizione
delle competenze
attese
90
Vi è anche un consenso molto ampio sul fatto che nella progettazione dei percorsi di alternanza sia stata data molta considerazione a quali
competenze ci si attenda di far maturare negli studenti mediante questa
esperienza. Solo l’1% afferma che questo tipo di considerazione sia stata
estranea alla progettazione e il 9% afferma che ciò sia stato tenuto poco in
conto; al contrario, il 42% ritiene che su questo aspetto sia stata dedicata
molta considerazione (fig. 54; tab. 51).
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Figura 54. Progettazione dell’alternanza – Quanto sono definite le competenze attese
1%
9%
0%
48%
10%
20%
1. Per niente
30%
2. Poco
42%
40%
50%
60%
3. Abbastanza
70%
80%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - solo docenti con
funzioni ASL
Tabella 51. Progettazione dell’alternanza – Quanto sono definite le competenze attese
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
3%
0%
0%
2. Poco
10%
9%
8%
3. Abbastanza
42%
58%
38%
4. Molto
45%
33%
54%
Negativi
13%
9%
8%
Positivi
87%
91%
92%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - solo docenti con
funzioni ASL
Progettare
l’approccio con
l’ente ospitante
Le competenze attese, dunque, sono quasi sempre oggetto di progettazione da parte dei docenti; ma in che misura questa progettazione è poi
realmente condivisa con la struttura ospitante?
Le risposte ricalcano il giudizio ampiamente positivo del quesito precedente, con solo lievi sfumature di maggiore prudenza, come a significare che
i docenti ragionano sempre sulle competenze e questi ragionamenti quasi
sempre diventano oggetto di confronto con le strutture ospitanti (fig. 55).
Figura 55. Progettazione dell’alternanza – Quanto le competenze attese sono condivise con la struttura ospitante
2%
0%
13%
10%
1. Per niente
43%
20%
30%
2. Poco
40%
42%
50%
3. Abbastanza
60%
70%
80%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - solo docenti con
funzioni ASL
91
• MAGGIO 2019
Q 36
Le tendenze che si possono intuire dall’analisi disaggregata per tipo di
scuola confermano quanto osservato nel precedente quesito, con una maggiore enfasi positiva riferita ai casi di studenti che frequentano il liceo (tab. 52).
Tabella 52. Progettazione dell’alternanza – Quanto le competenze attese sono condivise con la struttura ospitante
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
0%
4%
0%
2. Poco
16%
20%
3%
3. Abbastanza
44%
40%
46%
4. Molto
40%
36%
51%
Negativi
16%
24%
3%
Positivi
84%
76%
97%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - solo docenti con
funzioni ASL
Una domanda successiva chiede ai docenti se la progettazione dell’esperienza di alternanza abbia tenuto conto dello stimolo che può essere
offerto agli studenti dall’osservazione dei rapporti tra i diversi soggetti presenti nell’impresa o nell’ente ospitante.
Come nei casi precedenti, gli intervistati sostengono che l’aspetto è
stato adeguatamente considerato nella progettazione delle esperienze di
alternanza (fig. 56).
L’osservazione
delle relazioni
nel luogo
che ospita
l’alternanza
Figura 56. Progettazione dell’alternanza – Osservazione delle relazioni nell’ente ospitante
3%
0%
9%
10%
47%
20%
30%
1. Per niente
41%
40%
50%
2. Poco
60%
70%
3. Abbastanza
80%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte - Questionario docenti - solo docenti con
funzioni ASL
In una situazione di questo genere, anche la differenza tra i diversi tipi
di scuola tende a smorzarsi, con i docenti degli istituti professionali che
esprimono un ottimismo lievemente più pronunciato (tab. 53).
92
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Tabella 53. Progettazione dell’alternanza – Osservazione delle relazioni nell’ente ospitante
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
3%
5%
0%
2. Poco
3%
7%
15%
3. Abbastanza
44%
44%
54%
4. Molto
50%
44%
31%
Negativi
6%
12%
15%
Positivi
94%
88%
85%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - solo docenti con
funzioni ASL
Accanto a possibili competenze specifiche, la valenza dell’alternanza
risiede nel far vivere agli studenti un’esperienza di permanenza in un’organizzazione profondamente diversa da quella scolastica. Il contatto con
regole, tempi e ritmi di un luogo di lavoro può quindi rivestire di per sé una
valenza formativa, che può essere oggetto di progettazione: in che misura dunque la progettazione delle esperienze di alternanza ha considerato
come i periodi di apprendimento sul lavoro vadano, innanzitutto, compresi
dagli studenti e fatti oggetto di una rielaborazione, affinché diventino parte del bagaglio formativo?
L’esito della valutazione vede nell’84% dei casi un giudizio positivo,
l’affermazione cioè che di questo aspetto si tiene effettivamente conto
nella progettazione delle esperienze di alternanza, e pochissimi giudizi pienamente negativi (fig. 57).
Preparare
i periodi di
apprendimento
sul lavoro
Figura 57. Progettazione dell’alternanza – Comprendere e rielaborare il contesto della
struttura ospitante
2%
0%
14%
10%
1. Per niente
54%
20%
30%
2. Poco
40%
30%
50%
3. Abbastanza
60%
70%
80%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - solo docenti con
funzioni ASL
93
• MAGGIO 2019
Q 36
I giudizi problematici – pur se solo per una piccola quota di rispondenti –
sono espressi in prevalenza dagli istituti tecnici, mentre anche in questo caso
gli istituti professionali sono i più ottimisti, con solo un 6% di valutazioni
negative (tab. 54).
Tabella 54. Progettazione dell’alternanza – Comprendere e rielaborare il contesto della
struttura ospitante
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
0%
4%
0%
2. Poco
6%
20%
10%
3. Abbastanza
63%
51%
59%
4. Molto
31%
25%
31%
Negativi
6%
24%
10%
Positivi
94%
76%
90%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - solo docenti con
funzioni ASL
La rielaborazione
in aula
dell’esperienza
vissuta
nell’alternanza
I docenti si sono quindi espressi su quanto, nella progettazione dell’alternanza, si sia considerata la condivisione e la rielaborazione in aula di
quanto sperimentato al di fuori delle ore curricolari, se quindi siano stati
previsti momenti di discussione con lo studente dell’esperienza fatta all’esterno. I risultati vedono, come nei casi precedenti, una risposta complessivamente positiva, anche se la quota di “molto” è più limitata rispetto alle
altre domande (fig. 58).
Figura 58. Progettazione dell’alternanza – Rielaborazione e discussione dell’esperienza
esterna in aula
2%
0%
30%
10%
20%
50%
30%
1. Per niente
40%
50%
2. Poco
18%
60%
70%
3. Abbastanza
80%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - solo docenti con
funzioni ASL
94
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Diversamente da altre risposte, le espressioni lievemente più problematiche sono espresse dai docenti dei licei, metà dei quali ritiene che di questo
elemento si sia tenuto poco conto in fase di progettazione (tab. 55).
Tabella 55. Progettazione dell’alternanza – Rielaborazione e discussione dell’esperienza
esterna in aula
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
0%
4%
3%
2. Poco
13%
30%
46%
3. Abbastanza
56%
54%
38%
4. Molto
31%
13%
13%
Negativi
13%
33%
49%
Positivi
87%
67%
51%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - solo docenti con
funzioni ASL
Se la documentazione dell’esperienza di alternanza rappresenta un
primo passo per tenere memoria di quanto fatto, un ulteriore aspetto di
cui si può tenere conto in fase di progettazione, e che contribuisce ulteriormente a valorizzare le esperienze portate a termine, è la disseminazione e,
quindi, una serie di azioni volte a rendere le esperienze fatte un patrimonio
comune per insegnanti e studenti.
Visto che si tratta di una pratica più avanzata dell’utilizzo dell’esperienze di alternanza, la quota di risposte affermative scende leggermente,
soprattutto con riferimento alla risposta “molto” (17%), mentre la gran
parte degli insegnanti risponde che in fase di progettazione si è tenuto
conto di questo aspetto solo “abbastanza” (fig. 59).
La disseminazione
dei risultati
Figura 59. Progettazione dell’alternanza – Disseminazione
3%
0%
27%
10%
1. Per niente
20%
53%
30%
2. Poco
40%
50%
3. Abbastanza
17%
60%
70%
80%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - solo docenti con
funzioni ASL
95
• MAGGIO 2019
Q 36
Su questo tema emergono differenze rilevanti a seconda dei diversi
ordini di scuole. Si registra una tendenza a giudizi più problematici da parte
dei docenti degli istituti tecnici e dei licei rispetto a una maggior considerazione data nella progettazione degli istituti professionali (tab. 56).
Tabella 56. Progettazione dell’alternanza – Disseminazione
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
0%
4%
5%
2. Poco
13%
38%
26%
3. Abbastanza
65%
47%
48%
4. Molto
22%
11%
21%
Negativi
13%
42%
31%
Positivi
87%
58%
69%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - solo docenti con
funzioni ASL
4.1.3 Chi ha realizzato la progettazione
Dopo avere approfondito l’organizzazione e gli ambiti della progettazione, sono stati esaminati i soggetti che l’hanno elaborata. Anche in
questo caso a rispondere sono i 127 docenti coinvolti con funzioni specifiche nei progetti di alternanza. Generalmente, sono stati coinvolti in modo
congiunto, ciascuno per la sua parte, più soggetti (fig. 60).
Figura 60. Progettazione dell’alternanza: chi l’ha realizzata?
Coprogettazione con strutture ospitanti
(aziende/enti)
Consiglio di classe
Collegio docenti/Consiglio di istituto
(PTOF)
Consulenti esterni
0%
Molto
96
Abbastanza
20%
Poco
40%
60%
80%
100%
Per niente
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - solo docenti con
funzioni ASL
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
La progettazione dei percorsi di alternanza ha coinvolto nei tre quarti dei
casi anche le strutture esterne ospitanti (fig. 61).
Figura 61. Progettazione dell’alternanza – Coinvolgimento strutture ospitanti
4%
0%
23%
10%
1. Per niente
20%
44%
30%
2. Poco
40%
50%
29%
60%
3. Abbastanza
70%
80%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - solo docenti con
funzioni ASL
Ciò avviene più per i licei (nell’86% dei casi con un coinvolgimento
abbastanza o molto significativo) e in misura inferiore ma comunque maggioritaria per istituti professionali e istituti tecnici (tab. 57).
Tabella 57. Progettazione dell’alternanza – Coinvolgimento strutture ospitanti
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
0%
9%
0%
2. Poco
29%
26%
14%
3. Abbastanza
36%
40%
56%
4. Molto
35%
25%
30%
Negativi
29%
35%
14%
Positivi
71%
65%
86%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - solo docenti con
funzioni ASL
Il coinvolgimento dei consigli di classe è attestato dal 59% dei docenti
e per un 17% dei casi sembrano essere soggetti “molto” coinvolti nella
progettazione dei percorsi di alternanza (fig. 62).
97
• MAGGIO 2019
Q 36
Figura 62. Progettazione dell’alternanza – Coinvolgimento consiglio di classe
10%
0%
31%
10%
20%
42%
30%
40%
1. Per niente
50%
60%
2. Poco
17%
70%
80%
3. Abbastanza
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - solo docenti con
funzioni ASL
In questo caso, nei licei il coinvolgimento di questo organo appare minore, mentre negli istituti professionali il consiglio di classe è decisamente
più coinvolto (tab. 58).
Tabella 58. Progettazione dell’alternanza – Coinvolgimento consiglio di classe
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
9%
6%
18%
2. Poco
18%
35%
37%
3. Abbastanza
49%
48%
27%
4. Molto
24%
11%
18%
Negativi
27%
41%
55%
Positivi
73%
59%
45%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - solo docenti con
funzioni ASL
Il collegio dei docenti e il consiglio di istituto risultano coinvolti nel
56% dei casi, anche se solo nel 13% dei casi questo ruolo sembra essere
stato di particolare rilievo (fig. 63).
Figura 63. Progettazione dell’alternanza – Coinvolgimento collegio docenti e consiglio
di istituto
14%
0%
10%
30%
20%
30%
1. Per niente
98
43%
40%
50%
2. Poco
60%
13%
70%
3. Abbastanza
80%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - solo docenti con
funzioni ASL
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Ciò avviene in misura maggiore per gli istituti professionali, meno per i licei
(tab. 59).
Tabella 59. Progettazione dell’alternanza – Coinvolgimento collegio docenti e consiglio
di istituto
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
12%
15%
16%
2. Poco
12%
35%
39%
3. Abbastanza
64%
39%
29%
4. Molto
12%
11%
16%
Negativi
24%
50%
55%
Positivi
76%
50%
45%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - solo docenti con
funzioni ASL
La situazione è diversa laddove si consideri il ruolo tenuto nella progettazione da consulenti esterni: nei due terzi dei casi questi non hanno un
ruolo rilevante nella progettazione dell’alternanza (e nel 38% dei casi non
rivestono alcun ruolo) e solo nel 4% dei casi hanno, invece, avuto un ruolo
molto rilevante (fig. 64).
Figura 64. Progettazione dell’alternanza – Coinvolgimento consulenti esterni
38%
0%
10%
1. Per niente
20%
30%
30%
2. Poco
40%
50%
3. Abbastanza
28%
60%
70%
80%
4%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - solo docenti con
funzioni ASL
Sono soprattutto gli istituti professionali a non adottare questo tipo di
soluzione: solo nel 21% dei casi vi è stato un qualche coinvolgimento da
parte di consulenti esterni e in nessun caso questo ruolo è risultato rilevante. Nei licei e negli istituti tecnici la quota di insegnanti che evidenziano un
ruolo significativo dei consulenti esterni è pari a un terzo (tab. 60).
99
• MAGGIO 2019
Q 36
Tabella 60. Progettazione dell’alternanza – Coinvolgimento consulenti esterni
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
1. Per niente
41%
38%
37%
2. Poco
38%
26%
29%
3. Abbastanza
21%
32%
26%
4. Molto
0%
4%
8%
Negativi
79%
64%
66%
Positivi
21%
36%
34%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - solo docenti con
funzioni ASL
In sintesi
I soggetti che appaiono, pertanto, meno coinvolti nella progettazione
sono i consulenti esterni, mentre sia gli organi interni (collegio dei docenti,
consigli di istituto, consigli di classe), sia le strutture ospitanti appaiono frequentemente coinvolti nella progettazione dell’alternanza. Questa situazione appare coerente con quanto ci si può aspettare in scuole motivate ad
affrontare nel migliore dei modi questo tipo di esperienze e che, dunque,
investono nella sperimentazione i propri organi e hanno cura di valorizzare
adeguatamente gli enti che ospitano i ragazzi.
4.2 Il ruolo dei tutor
La relazione degli studenti con i tutor scolastici è definita come “rapporto di piena intesa e collaborazione” da circa la metà degli insegnanti
intervistati e che partecipano attivamente ai percorsi di alternanza. Questa
valutazione del tutto positiva è più diffusa tra i docenti dei licei (56%),
molto meno tra quelli degli istituti tecnici (33%); situazione intermedia
per gli istituti professionali, dove è indicata dal 52% degli insegnanti. Se
a questa risposta si aggiunge quella “abbastanza soddisfacenti”, indicata
dal 40% dei rispondenti, si giunge a un 85% di risposte positive. Si ricorda, a titolo di confronto, che, tra gli studenti, valutazioni completamente
positive (“relazione continuativa e stimolante”) erano fornite solo dal 40%
degli intervistati (tab. 61).
100
Strumento di valutazione
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
Tutti
Sono rapporti di piena intesa e collaborazione
52%
33%
56%
45%
Sono rapporti abbastanza soddisfacenti
42%
43%
33%
40%
Per lo più sono rapporti formali e limitati
3%
20%
8%
12%
Non dispongo di sufficienti elementi
per esprimere un giudizio su questo aspetto
3%
4%
3%
3%
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Tabella 61. La relazione tra studenti e tutor interni
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - solo docenti con
funzioni ASL
I docenti si esprimono poi sulla qualità della relazione tra tutor interno
e tutor aziendale: le risposte di segno negativo (“inesistenti” o “occasionali”) sono fornite da circa la metà dei rispondenti. Le relazioni sono
positive per l’altra metà dei docenti, ma solo un 3% le indica come “molto
frequenti” (tab. 62).
Tabella 62. La relazione tra tutor interni e tutor aziendale
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
Tutti
Inesistenti
3%
4%
3%
3%
Occasionali
39%
48%
49%
46%
Abbastanza frequenti
58%
44%
43%
48%
Molto frequenti
0%
4%
5%
3%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - solo docenti con
funzioni ASL
I rapporti tra tutor aziendale e tutor interno sono descritti dai docenti
come prevalentemente connotati da “intesa sul modo di concepire e gestire la formazione degli studenti, pur con qualche difficoltà”: questa modalità di risposta raccoglie il 45% dei consensi. Rapporti ancora migliori, “di
piena collaborazione e accordo nella gestione del progetto di alternanza”,
sono indicati in un terzo dei casi, però con una differenza rilevante tra i licei
(dove sono tali per il 43% degli insegnanti) e gli istituti tecnici (25%). Per
il 22% dei docenti il rapporto, invece, si struttura attraverso una “suddivisione di compiti che poi ciascuno svolge per proprio conto” (tab. 63).
Rapporti tra tutor
interno e tutor
aziendale
101
• MAGGIO 2019
Q 36
Tabella 63. Come si caratterizzano questi rapporti?
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
Tutti
Di piena collaborazione e accordo
nella gestione del progetto di alternanza
33%
25%
43%
33%
Di intesa sul modo di concepire
e gestire la formazione degli studenti,
pur con qualche difficoltà
44%
49%
43%
45%
Di suddivisione dei compiti che poi
ciascuno svolge per proprio conto
23%
26%
14%
22%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - solo docenti con
funzioni ASL
Infine, si è richiesto ai docenti in che misura, a loro avviso, gli studenti
abbiano fatto ricorso al tutor interno per problemi di vario genere emersi
durante l’attività di alternanza presso le aziende o gli enti in cui sono stati
ospitati.
La risposta largamente prevalente (74%) è che gli studenti abbiano
fatto riferimento al tutor ogni volta che è risultato necessario affrontare un
problema di una qualche rilevanza; solo il 2% dei docenti riferisce la strutturazione di incontri periodici tra tutor e studenti in cui trattare i problemi
di volta in volta emersi; infine, è il 24% la quota di coloro che affermano
che gli studenti si sono rivolti ai propri tutor solo raramente (tab. 64).
Tabella 64. Gli studenti ricorrono ai tutor per i problemi emersi nel corso dell’alternanza?
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
Tutti
Sono stabiliti periodici incontri
con lo/a studente durante i quali vengono
trattati i vari problemi emersi
3%
0%
5%
2%
Ogni volta che c’è un problema di una certa
rilevanza
88%
69%
68%
74%
No, solo raramente
9%
31%
27%
24%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - solo docenti con
funzioni ASL
4.2.1 Strumenti per la valutazione dei percorsi
Quali sono gli strumenti che gli insegnanti si sono dati per valutare le
esperienze di alternanza da loro seguite?
A questa domanda hanno risposto solo gli insegnanti direttamente
coinvolti nei progetti di alternanza. Lo strumento più comune, citato da
circa 9 intervistati su 10, è rappresentato da una scheda di valutazione redatta dall’azienda ospitante. Il secondo strumento più utilizzato – indicato
dal 54% degli insegnanti – è una scheda di valutazione elaborata congiun102
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
tamente dal tutor aziendale e dal tutor scolastico. Il terzo strumento in
ordine di frequenza è un report finale elaborato dallo studente sull’esperienza fatta, citato dalla metà dei rispondenti.
Il “diario di bordo” tenuto dagli studenti durante la loro esperienza
è segnalato dal 43% dei docenti. Altri strumenti sono meno diffusi: nel
33% dei casi vengono esaminate delle schede di osservazione predisposte
dall’insegnante, mentre è poco frequente il ricorso a prove esperte, cioè
la verifica di capacità necessarie a risolvere una situazione complessa e
problematica utilizzando e combinando le competenze acquisite a scuola
e in azienda (tab. 65).
Nella grande maggioranza dei casi, inoltre, non sono stati predisposti specifici modelli di certificazione delle competenze acquisite nel corso
dell’esperienza di alternanza (71%).
Tabella 65. Strumenti di valutazione
Strumento di valutazione
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
Tutti
Scheda di valutazione dell’azienda ospitante
88%
87%
92%
89%
Report finali (test, relazioni scritte)
61%
47%
46%
50%
Scheda di valutazione congiunta tutor aziendale e tutor scolastico
64%
53%
46%
54%
Diari di bordo degli studenti
45%
45%
36%
43%
Schede di osservazione dell’insegnante
30%
25%
46%
33%
Prove esperte
6%
0%
10%
5%
Altro
3%
4%
3%
3%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - solo docenti con
funzioni ASL
4.3 L’alternanza è utile? La valutazione dei docenti
Dopo avere esaminato gli aspetti relativi alla progettazione e all’organizzazione delle attività di alternanza, sono state esaminate le valutazioni
degli insegnanti su queste esperienze, approfondendo in particolare tre
aspetti:
• se le attività di alternanza abbiano creato difficoltà nello svolgimento dei
programmi didattici;
• se le attività di alternanza abbiano generato, al contrario, ricadute utili
nei programmi didattici;
• se vi sia stato un effettivo raccordo tra le esperienze di alternanza e i
percorsi didattici curriculari.
103
• MAGGIO 2019
Q 36
L’alternanza crea
difficoltà alla
didattica?
Questo tipo di valutazioni sono state rivolte non solo agli insegnanti
che hanno svolto una specifica funzione nei progetti di alternanza, ma a
tutti i 248 docenti e dirigenti che hanno partecipato alla rilevazione. La
distinzione nella distribuzione delle risposte fra i due gruppi di insegnanti
(coinvolti direttamente o non coinvolti) sarà tra gli aspetti approfonditi
nella successiva analisi. Ciò consentirà di verificare se l’alternanza abbia
rappresentato una componente della didattica riconosciuta allo stesso
modo da tutto il corpo docente o se, invece, sia stato oggetto di una considerazione polarizzata in base alle funzioni e agli incarichi svolti da ciascuno:
un’attività presa a cuore da un gruppo di docenti e ignorata o considerata
come fattore di perturbazione del programma didattico da altri.
Come si è visto, una parte non trascurabile dei progetti – soprattutto
negli istituti tecnici e professionali – si sono svolti durante l’orario curriculare e hanno impegnato tutta o parte delle classe, che quindi si è assentata
dal normale svolgimento delle lezioni. I progetti hanno richiesto, inoltre,
di dedicare tempo e attenzione a una serie di attività presenti nella progettazione dell’alternanza e che riguardano la preparazione della presenza in
azienda e la successiva discussione e rielaborazione delle esperienze stesse.
Tutto ciò ha richiesto di dedicare tempo all’alternanza e di riorganizzare
conseguentemente i programmi didattici.
Questa situazione, si è chiesto agli insegnanti, ha creato delle difficoltà
nello svolgimento dei programmi didattici?
Le risposte “molto” o “abbastanza” sono date dal 23% degli insegnanti (anche se solo il 5% ritiene che queste difficoltà siano “molte”).
D’altro canto, poco più del 40% dei rispondenti ravvisa poche difficoltà,
mentre per il 34% non viene creata alcuna difficoltà alla didattica (fig. 65).
Figura 65. L’alternanza crea difficoltà alla didattica?
Docenti coinvolti nell'ASL
40%
Docenti non coinvolti nell'ASL
42%
28%
Tutti i docenti
1. Per niente
22%
44%
34%
0%
14%
43%
25%
2. Poco
50%
3. Abbastanza
18%
75%
4%
6%
5%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
Si tratta ora di interrogarsi se l’essere stati coinvolti direttamente in funzioni relative all’alternanza si associ a opinioni diverse da parte dei docenti.
In effetti, chi non è stato direttamente coinvolto nella gestione dei progetti
tende a enfatizzare maggiormente gli intralci alla didattica. In particolare,
chi asserisce che queste difficoltà sono “abbastanza” o “molte” passa dal
18% al 28% e chi non vede difficoltà alcuna scende dal 40% al 28%.
104
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Queste differenze, tuttavia, non fanno emergere una significativa scissione del corpo docente in base al proprio coinvolgimento diretto nell’organizzazione dell’alternanza.
Accanto alle eventuali conseguenze negative, è al contrario possibile
pensare che l’alternanza possa determinare ricadute utili alla didattica e
non solo alla formazione generale della persona: per esempio, per la possibilità di constatare l’applicabilità di taluni contenuti oggetto di spiegazione
in aula e così di aumentare le competenze degli studenti e la loro capacità
di apprendere. Nei casi più frequenti, pari al 52% del totale, gli insegnanti
intervistati ritengono che vi siano state poche ricadute o nessuna ricaduta
utile. L’area di chi ritiene l’esperienza di alternanza molto o abbastanza
utile per la didattica è dunque pari al 48% degli insegnanti (fig. 66).
L’alternanza
determina
ricadute utili
per la didattica?
Figura 66. L’alternanza ha ricadute utili per la didattica?
Docenti coinvolti nell'ASL
6%
Docenti non coinvolti nell'ASL
35%
17%
Tutti i docenti
2. Poco
8%
46%
12%
0%
1. Per niente
51%
29%
40%
25%
3. Abbastanza
8%
40%
50%
8%
75%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
Tuttavia, come la valutazione sulle eventuali ricadute negative vedeva
alcune differenze tra i docenti direttamente impegnati nell’alternanza e gli
altri, anche nella valutazione dell’utilità di questo tipo di esperienze per la
didattica, questa linea di differenziazione entra fortemente in gioco. Tra
coloro che non sono stati impegnati nei progetti di alternanza solo il 37%
ritiene queste esperienze utili per la didattica, mentre tra chi ha avuto un
impegno diretto questa quota sale al 59%. Al tempo stesso, ben il 17% dei
non coinvolti ritiene l’alternanza di nessuna utilità, mentre solo il 6% dei
coinvolti ne dà la stessa valutazione.
La divergenza di opinioni tra questi due sottogruppi è molto forte per
gli istituti tecnici, dove le valutazioni di utilità passano da due terzi a un terzo, se si confronta il gruppo dei docenti coinvolti nell’alternanza con quelli
non coinvolti; anche gli istituti professionali mostrano differenze molto
rilevanti, mentre per i docenti dei licei questa relazione, pur presente, ha
caratteri più sfumati.
I docenti sono stati, quindi, chiamati a esprimere un parere sul fatto
se vi sia stato un effettivo raccordo tra i percorsi disciplinari della didattica
curricolare e il progetto di alternanza scuola lavoro.
La valutazione del 61% degli insegnanti è risultata positiva: nel 12%
dei casi “molto” positiva, nel 49% “abbastanza” (fig. 67).
Raccordo tra
progetti curricolari
ed esperienze
di alternanza
105
• MAGGIO 2019
Q 36
Figura 67. Vi è un effettivo raccordo tra didattica curriculare e alternanza?
Docenti coinvolti nell'ASL
5%
Docenti non coinvolti nell'ASL
7%
Tutti i docenti
6%
0%
29%
53%
39%
43%
33%
11%
49%
25%
1. Per niente
13%
50%
2. Poco
3. Abbastanza
12%
75%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
Anche in questo caso, il fatto che il docente sia o non sia stato direttamente impegnato nella gestione dei percorsi di alternanza si associa a differenze nella valutazione, anche se non si tratta di una relazione forte come la
precedente: vedono un effettivo collegamento tra alternanza e didattica il
66% dei docenti coinvolti nei progetti e più della metà di quelli non coinvolti;
in entrambi i casi si tratta comunque della maggioranza dei rispondenti.
4.3.1 Le capacità personali e relazionali
Capacità
di collaborare
Accanto alle interazioni – positive o problematiche – con la didattica,
similmente a quanto fatto con gli studenti, si è voluto verificare se e in che
misura si ritenga che le esperienze di alternanza influiscano su capacità,
propensioni e atteggiamenti degli studenti.
La prima domanda riguarda la capacità di collaborare: sul tema il 90%
degli studenti aveva espresso un’opinione positiva, affermando che l’alternanza li aveva aiutati in tal senso. I docenti concordano su questa valutazione, dando nel 96% dei casi un giudizio positivo, con espressioni più marcate
da parte di coloro che sono stati coinvolti nell’alternanza (40% di giudizi
“molto”) rispetto a quelli non coinvolti (26% di giudizi “molto”) (fig. 68).
Figura 68. Miglioramento delle capacità di collaborare
1%
Docenti coinvolti nell'ASL
1%
58%
40%
1%
Docenti non coinvolti nell'ASL
4%
69%
26%
1%
Tutti i docenti
3%
0%
1. Per niente
63%
25%
2. Poco
33%
50%
3. Abbastanza
75%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
106
100%
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Il secondo argomento di questa serie fa riferimento alla capacità di
individuare e risolvere problemi concreti, valutando quindi la potenziale
utilità dell’alternanza rispetto a un approccio didattico che, da solo, potrebbe rischiare di risultare troppo teorico.
Il 72% dei docenti ritiene che l’alternanza abbia avuto un effetto abbastanza o molto positivo su questo aspetto, con una valutazione quindi inferiore a quella degli studenti, che si esprimevano in questi termini
nell’81% dei casi.
Come per i quesiti precedenti, i docenti direttamente coinvolti nell’alternanza si esprimono in termini positivi in misura maggiore (84% dei casi)
rispetto agli altri (58%) (fig. 69).
Capacità
di individuare
e risolvere
problemi concreti
Figura 69. Miglioramento delle capacità di individuare e affrontare problemi concreti
1%
Docenti coinvolti nell'ASL
15%
Docenti non coinvolti nell'ASL
4%
Tutti i docenti
2%
0%
1. Per niente
2. Poco
65%
19%
38%
47%
26%
11%
57%
25%
3. Abbastanza
50%
15%
75%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
È possibile immaginare che l’alternanza possa contribuire a una maggiore capacità di individuare delle soluzioni ai problemi, a partire da uno
sguardo diverso, cui contribuisce l’essere inseriti in un contesto organizzativo differente da quello scolastico.
Il 63% degli insegnanti ritiene che il progetto di alternanza abbia sviluppato “abbastanza” o “molto” questa capacità e solo il 6% ritiene che
non abbia avuto alcun effetto; gli studenti, da parte loro, avevano dato
una valutazione ancora migliore, esprimendo nel 76% dei casi un’opinione
positiva (fig. 70).
Capacità
di individuare
nuove soluzioni
ai problemi
107
• MAGGIO 2019
Q 36
Figura 70. Miglioramento delle capacità di individuare nuove soluzioni ai problemi
Docenti coinvolti nell'ASL
Docenti non coinvolti nell'ASL
Tutti i docenti
11%
64%
23%
2%
0%
25%
1. Per niente
10%
53%
31%
6%
8%
42%
41%
9%
50%
2. Poco
75%
3. Abbastanza
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
Capacità
di rispettare gli
impegni assunti
Il fatto di essere stati direttamente coinvolti nella gestione di progetti di
alternanza vede i giudizi positivi salire al 75% – proporzione simile a quella
degli studenti, anche se articolata diversamente tra i “molto” e gli “abbastanza” – contro il 50% dei docenti non coinvolti nei progetti; questi ultimi
affermano che l’alternanza sia irrilevante nel 9% dei casi contro il 2% dei
docenti che vi hanno partecipato.
Un contesto più strutturato come quello lavorativo potrebbe avere
un ruolo nello stimolare la capacità degli studenti di rispettare gli impegni
assunti: questo tipo di risultato era, in effetti, stato dichiarato dal 91% degli studenti interessati. Vi è, come nei quesiti precedenti, una sintonia con
l’espressione generale dei docenti, anche se questi ultimi si esprimono in
modo lievemente più prudente (giudizi positivi nel 90% dei casi) (fig. 71).
Figura 71. Miglioramento delle capacità di rispettare gli impegni assunti
1%
Docenti coinvolti nell'ASL
Docenti non coinvolti nell'ASL
Tutti i docenti
2%
53%
43%
3%
1. Per niente
41%
49%
2% 8%
0%
28%
56%
14%
25%
2. Poco
50%
3. Abbastanza
75%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
Mentre i docenti coinvolti nell’alternanza esprimono un giudizio positivo quasi unanime su questo tema, gli altri si esprimono in termini positivi
nell’84% dei casi e le risposte “molto” sono poco più della metà rispetto ai
docenti che hanno lavorato sull’alternanza.
108
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Anche il rispetto delle regole (per esempio degli orari) è un argomento
sul quale le valutazioni di docenti e studenti convergono: l’alternanza aveva
contribuito in tal senso per il 92% degli studenti. Il 91% dei docenti conviene su questa valutazione e solo l'1% ritiene che il contatto con il mondo del
lavoro non abbia avuto alcun influsso positivo sul tema (fig. 72).
Capacità
di rispettare
le regole
Figura 72. Miglioramento delle capacità di rispettare le regole
1%
Docenti coinvolti nell'ASL
Docenti non coinvolti nell'ASL
2%
62%
35%
2%
13%
32%
53%
1%
Tutti i docenti
0%
1. Per niente
47%
44%
8%
25%
2. Poco
50%
3. Abbastanza
75%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
L’essere stati coinvolti nell’organizzazione dell’alternanza si associa a
una quota circa doppia di casi in cui si ritiene che l’alternanza sia servita
“molto”; è significativo, però, che anche per l’85% dei docenti non coinvolti emerga un giudizio comunque positivo.
Il grado in cui l’esperienza di alternanza migliora la capacità di svolgere
i compiti assegnati segue il modello dei precedenti risultati: valutazione
generale dei docenti positiva in una quota molto ampia (91%, lievemente
superiore al 90% registrato tra gli studenti); vi è una differenza abbastanza
sensibile tra i docenti coinvolti nell’alternanza (giudizi positivi per il 97%,
tra cui un 62% che si esprime in modo “molto” positivo) e quelli non coinvolti, per i quali i giudizi positivi scendono all’85% e quelli molto positivi
al 32% (fig. 73).
Capacità di
svolgere i compiti
assegnati
Figura 73. Miglioramento delle capacità di svolgere i compiti assegnati
1%
Docenti coinvolti nell'ASL
2%
Docenti non coinvolti nell'ASL
2%
35%
62%
13%
53%
32%
1%
Tutti i docenti
8%
0%
1. Per niente
2. Poco
47%
44%
25%
3. Abbastanza
50%
75%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
109
• MAGGIO 2019
Q 36
Capacità
di comunicare
con gli altri
Anche la capacità di comunicare con gli altri sembra abbia tratto vantaggio dall’alternanza: lo afferma tanto il 90% degli studenti quanto il
91% dei docenti. In entrambi i casi la quota di espressioni che negano un
qualsiasi effetto dell’alternanza è residuale, intorno all’1% (fig. 74).
Figura 74. Miglioramento delle capacità di comunicare con gli altri
1%
Docenti coinvolti nell'ASL
40%
55%
4%
1%
Docenti non coinvolti nell'ASL
13%
26%
60%
1%
Tutti i docenti
0%
33%
58%
8%
25%
1. Per niente
50%
2. Poco
75%
3. Abbastanza
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
Capacità
di adattarsi
all'ambiente
L’effetto, ormai noto, di una diversa valutazione tra docenti che partecipano in prima persona alla gestione dell’alternanza e gli altri si apprezza
anche in questo caso: i primi valutano positivamente questo aspetto nel
95% dei casi, i secondi nell’86%; ma come avviene per gli altri casi si tratta
di differenze contenute entro un quadro generale ampiamente positivo.
Adattarsi a un ambiente nuovo, a regole e circostanze diverse da quelle usuali del contesto scolastico, familiare e del gruppo di amici: questa è
un’altra delle valenze che è possibile ipotizzare per l’alternanza.
Anche in questo caso vi è un riscontro ampiamente positivo dagli insegnanti, che nel 91% dei casi convengono sul giudizio che l’alternanza
abbia un effetto positivo su questo aspetto, concordando sull’opinione
espressa, come si è visto, anche dal 92% degli studenti (fig. 75).
Figura 75. Miglioramento delle capacità di adattarsi all’ambiente
1%
Docenti coinvolti nell'ASL
Docenti non coinvolti nell'ASL
42%
54%
3%
2% 12%
27%
59%
1%
Tutti i docenti
0%
1. Per niente
35%
57%
7%
25%
2. Poco
50%
3. Abbastanza
75%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
110
100%
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
La differenza tra il giudizio degli insegnanti che non hanno preso parte
alla gestione dell’alternanza e quelli che vi partecipano emerge più che altro
dalla diversa quota di giudizi “molto” positivi, che nel caso dei non coinvolti
sono limitati al 27%, mentre per i secondi hanno quota quasi doppia.
Durante l’esperienza di alternanza gli studenti migliorano le capacità di
utilizzo di software? Questo quesito riveste un interesse anche metodologico, perché aiuta a testare un possibile effetto response set nelle risposte
degli insegnanti (cioè una tendenza a rispondere sempre allo stesso modo
alle diverse domande, senza molta attenzione al contenuto di ognuna). Il
dubbio potrebbe sorgere, poiché le risposte a tutti i quesiti precedenti sono
risultate ampiamente positive. Si era già visto che su questo tema gli studenti avevano espresso giudizi meno entusiastici: l’alternanza è a questo
proposito utile “solo” per il 56% degli studenti e solo il 20% la riteneva
“molto” utile. Anche il giudizio degli insegnanti è diverso da quelli dati ai
quesiti precedenti, pur restando la valutazione di completa inutilità confinata nel 10% delle risposte: l’alternanza è utile per migliorare le capacità
informatiche per il 63% dei docenti ed è “molto” utile per il 16%. Insomma, l’opinione varia sensibilmente e in modo coerente con quella degli
studenti, corroborando l’ipotesi che le risposte fornite siano effettivamente
circostanziate, sia per gli uni che per gli altri (fig. 76).
Capacità
di utilizzo
software
Figura 76. Miglioramento delle capacità di utilizzare software
Docenti coinvolti nell'ASL
2%
Docenti non coinvolti nell'ASL
55%
18%
Tutti i docenti
10%
0%
1. Per niente
20%
2. Poco
23%
34%
40%
27%
25%
3. Abbastanza
47%
50%
8%
16%
75%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
Il giudizio di “molta” utilità rimane minoritario tra i docenti non coinvolti nell’alternanza (8%), mentre per quelli coinvolti arriva al 23%; i due
sottocampioni si differenziano, inoltre, nella quota di quanti ritengono l’alternanza “per niente” utile per il tema in questione (18% tra i docenti non
coinvolti, 2% tra quelli coinvolti) e nella quota di quanti trovano l’alternanza “abbastanza” utile, che sono il 40% dei docenti non coinvolti contro il
55% di quelli coinvolti.
111
• MAGGIO 2019
Q 36
Capacità
di assumere
iniziative
autonome
Per il 52% degli insegnanti l’esperienza di alternanza favorisce la capacità di assumere iniziative autonome mirate al conseguimento di un
obiettivo e per il 7% aiuta “molto”, mentre per il 9% non influisce in
alcun modo su questa capacità. Aveva espresso lo stesso giudizio positivo
il 70% degli studenti. Si tratta, quindi, di un tema che, anche se raccoglie
un giudizio non negativo, presenta valori molto diversi da quelli esaminati
in precedenza, in cui 9 insegnanti su 10 vedevano effetti positivi dell'alternanza (fig. 77).
Figura 77. Miglioramento delle capacità di assumere iniziative autonome
Docenti coinvolti nell'ASL
6%
Docenti non coinvolti nell'ASL
36%
48%
13%
Tutti i docenti
10%
43%
9%
40%
39%
0%
25%
1. Per niente
2. Poco
4%
45%
50%
7%
75%
3. Abbastanza
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
Competenze
tecnico
professionali
Tra gli insegnanti non coinvolti nell’alternanza l’area dei giudizi positivi
si riduce al 44% e quella dei giudizi “molto” positivi al 4%; di contro, gli
insegnanti coinvolti trovano un'influenza positiva nel 58% dei casi, molto
positiva nel 10%.
Studenti e docenti mostrano opinioni simili circa la valenza dell’esperienza di alternanza nel migliorare le competenze tecnico professionali:
poco meno di tre quarti ne afferma l’utilità in questo senso, mentre circa
un quinto ritiene l’alternanza “molto” utile (fig. 78).
Figura 78. Miglioramento delle capacità tecnico professionali
Docenti coinvolti nell'ASL
2%
Docenti non coinvolti nell'ASL
4%
Tutti i docenti
3%
19%
60%
29%
49%
24%
0%
1. Per niente
19%
18%
55%
25%
2. Poco
50%
3. Abbastanza
18%
75%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
112
100%
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
La differenza di vedute tra i docenti non coinvolti nell’alternanza
e quelli coinvolti è abbastanza evidente: i primi esprimono un giudizio
positivo nel 67% dei casi e “molto” positivo in misura del 18%; tra i
secondi i giudizi positivi arrivano al 79% e quelli “molto” positivi al 19%.
Dopo l’analisi di domande ad argomento molto specifico, si sono
verificate le opinioni degli insegnanti su alcune questioni generali che riassumono le valutazioni circa l’utilità o meno dei percorsi di alternanza.
L’alternanza ha contribuito a migliorare l’impegno e la motivazione nello
studio? Si erano espressi positivamente il 36% degli studenti, mentre gli
insegnanti sembrano generalmente più ottimisti, dal momento che oltre la
metà riscontra questo effetto (fig. 79).
Motivazione
degli allievi
nello studio
Figura 79. Miglioramento della motivazione degli allievi nello studio
Docenti coinvolti nell'ASL
6%
Docenti non coinvolti nell'ASL
28%
16%
Tutti i docenti
11%
0%
1. Per niente
58%
2. Poco
8%
39%
39%
33%
25%
3. Abbastanza
49%
50%
6%
7%
75%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
Merita evidenziare che non sono solo gli insegnanti direttamente coinvolti nell’alternanza ad attribuire a essa una capacità di motivare allo studio: ciò avviene nel 66% dei casi, ma anche il 45% di quelli non coinvolti
riconoscono questo effetto. E si tratta di una quota comunque superiore
rispetto a quella degli studenti.
Le valutazioni dei docenti circa l’influenza dell’alternanza sul profitto
scolastico non sono molto differenti da quelle esaminate nel punto precedente; in questo caso la quota di docenti che vede un esito positivo è del
48%, di cui però solo una piccola parte (3%) si esprime in termini “molto”
positivi (fig. 80).
Profitto
scolastico
113
• MAGGIO 2019
Q 36
Figura 80. Miglioramento del profitto scolastico
Docenti coinvolti nell'ASL
6%
36%
Docenti non coinvolti nell'ASL
55%
22%
Tutti i docenti
42%
13%
0%
3%
33%
39%
25%
1. Per niente
50%
2. Poco
3%
45%
3%
75%
100%
3. Abbastanza
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
Comportamento
scolastico
La differenza tra docenti non coinvolti nell’alternanza e docenti coinvolti non riguarda i giudizi “molto” positivi, in entrambi i casi residuali, ma
quelli “per niente” positivi che per i primi assumono valori (22%) quasi
tripli rispetto ai secondi; di contro, per questi la valutazione “abbastanza”
positiva riguarda il 55% dei casi contro il 33% dei primi.
L’esperienza di alternanza ha un effetto sul comportamento scolastico
degli studenti, nel senso di favorire l’assunzione di atteggiamenti più maturi, tipici di un contesto lavorativo?
Secondo il 51% dei docenti vi è un effetto di questo tipo, anche se solo
il 7% considera questo effetto molto rilevante (fig. 81).
Figura 81. Miglioramento del comportamento
Docenti coinvolti nell'ASL
5%
Docenti non coinvolti nell'ASL
33%
55%
20%
Tutti i docenti
41%
12%
0%
1. Per niente
7%
32%
44%
37%
25%
2. Poco
50%
3. Abbastanza
7%
7%
75%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
La quota di espressioni positive scende al 39% tra i docenti non coinvolti nell’alternanza, mentre sale al 62% tra quelli coinvolti; i primi ritengono l’esperienza di alternanza per nulla utile nel 20% dei casi.
114
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
4.3.2 L’alternanza e l’orientamento
Si è quindi richiesto se l’esperienza di alternanza (nelle sue varie forme:
non solo la presenza in azienda ma anche le conferenze, le visite aziendali,
ecc.) abbia permesso agli studenti di ricevere indicazioni utili per l’orientamento negli studi futuri e per l’inserimento nel mondo del lavoro.
Rispetto agli studi futuri, vi è una valutazione abbastanza diffusa
sull’utilità dell’alternanza, che riguarda circa due terzi degli insegnanti; si
tratta di un giudizio più positivo rispetto alla valutazione degli studenti
sulla medesima domanda, che avevano risposto positivamente nel 50%
dei casi (fig. 82).
Figura 82. Utile per l’orientamento in vista di studi futuri
6%
0%
24%
10%
20%
1. Per niente
51%
30%
2. Poco
40%
50%
3. Abbastanza
19%
60%
70%
80%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
Vi è un maggiore consenso circa l’utilità dell’esperienza di alternanza in
vista delle scelte lavorative: l’83% dei docenti si esprime in termini positivi
(gli studenti erano il 73%) (fig. 83).
Figura 83. Utile per l’orientamento nel mondo del lavoro
2%
0%
15%
10%
1. Per niente
58%
20%
30%
2. Poco
40%
25%
50%
3. Abbastanza
60%
70%
80%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
115
• MAGGIO 2019
Q 36
4.4 Criticità: il punto di vista dei docenti
L’alternanza ha ricevuto, quindi, sia dagli studenti che dai docenti intervistati in questa indagine giudizi in gran parte positivi. Questo è probabilmente connesso anche alle caratteristiche delle scuole coinvolte, tutte
impegnate sul fronte dell’alternanza e auto selezionatesi per l’interesse
che attribuiscono al tema. Tanto più interessante e forse utile può essere
esaminare anche gli aspetti critici dell’alternanza, per comprendere cosa
può generare elementi problematici in queste esperienze, anche in contesti
particolarmente ben disposti nei confronti del tema.
4.4.1 Fasi e aree di criticità
Le fasi
più critiche
Si è analizzato, dapprima, in quali fasi del percorso di alternanza sono
state ravvisate maggiori criticità. In secondo luogo, si presenta il dettaglio
delle criticità riscontrate, ordinate dalla più diffusa alla meno diffusa.
La fase in cui, secondo i 248 docenti e dirigenti intervistati, si sono incontrate più spesso delle criticità riguarda la valutazione delle competenze,
citata dal 34% degli insegnanti; segue l’organizzazione dei percorsi (25%)
e il raccordo tra scuola, territorio e mondo del lavoro (22%); fra le meno
indicate come aree critiche figurano la progettazione delle attività (14%)
e la funzione tutoriale (5%) (fig. 84).
Figura 84. In quale fase del percorso di alternanza ha riscontrato delle criticità?
5%
Funzione tutoriale
34%
Organizzazione dei percorsi
di alternanza scuola lavoro
25%
Progettazione didattica
delle attività di alternanza
scuola lavoro
Raccordo tra scuola,
territorio, mondo del lavoro
22%
Valutazione e certificazione
delle competenze in alternanza
scuola lavoro
14%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
In questo caso, non vi è una significativa differenza nelle risposte tra i
docenti direttamente coinvolti nella gestione di percorsi di alternanza e gli
altri, se non alcune sfumature, quali l’indicazione più frequente da parte
dei primi delle criticità nell’area dell’organizzazione dell’alternanza e dei
secondi sul raccordo tra scuola, territorio e mondo del lavoro.
116
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Riguardo alle differenze tra i diversi ordini di scuola, i docenti degli
istituti professionali sottolineano maggiormente le difficoltà nell’area del
raccordo tra scuola, territorio e mondo del lavoro; i docenti dei licei nell’organizzazione dei percorsi; gli insegnanti degli istituti tecnici sottolineano
il tema della valutazione e della certificazione delle competenze. Si tratta,
comunque, di sfumature che si distaccano di pochi punti percentuali dai
valori medi dell’intero campione (tab. 66).
Tabella 66. In quale fase del percorso di alternanza ha riscontrato delle criticità?
Istituto professionale
Istituto tecnico
Liceo
Tutti
Funzione tutoriale
0%
9%
3%
5%
Organizzazione dei percorsi
di alternanza scuola lavoro
25%
19%
32%
25%
Progettazione didattica delle attività
di alternanza scuola lavoro
16%
15%
11%
14%
Raccordo tra scuola, territorio, mondo
del lavoro
28%
21%
19%
22%
Valutazione e certificazione delle competenze
in alternanza scuola lavoro
31%
36%
35%
34%
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
Le differenze più significative tra i due gruppi diversamente coinvolti
emergono piuttosto in riferimento all’importanza delle singole aree di criticità esaminate di seguito.
Si analizzano ora le singole criticità e le risposte sul loro grado di importanza nell’esperienza degli intervistati (fig. 85).
Le aree di criticità
117
• MAGGIO 2019
Q 36
Figura 85. Criticità che hanno inciso sul percorso di alternanza (confronto docenti con
funzioni ASL e docenti senza funzioni ASL)
51,9
Scarsa collegialità
e condivisione delle attività
60,5
46,7
Scarsità di tempo
56,2
46,0
Scarsità di risorse economiche
53,1
52,9
Difficoltà nella valutazione
dell'attività di alternanza
51,4
51,6
Difficoltà a organizzare attività
di alternanza per tutti
46,6
40,7
Difficoltà a individuare aziende
o enti interessati
41,8
42,6
Difficoltà nella riprogrammazione
dei percorsi disciplinari
32,7
Difficoltà nella progettazione
dell'attività di alternanza
32,6
40,9
30,5
Scarsa valenza formativa
delle attività svolte
25,0
16,3
Difficoltà nei
trasferimenti logistici
20,4
24,8
Scarsa motivazione
degli studenti
12,5
22,9
Difficoltà nella stipula
di polizze assicurative
11,3
9,5
Difficoltà con le famiglie
11,3
0
10
20
30
docente/dirigente senza funzioni ASL
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte
118
40
50
60
70
docente/dirigente con funzioni ASL
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
La scarsa collegialità e la scarsa condivisione delle attività hanno inciso
in modo significativo sui progetti di alternanza per il 57% degli insegnanti.
Nel caso di docenti con funzioni nei percorsi di alternanza arriva al 61%
(fig. 86).
Scarsa collegialità
e condivisione
delle attività
Figura 86. Criticità: scarsa collegialità
12%
0%
31%
10%
20%
1. Per niente
30%
2. Poco
41%
40%
50%
3. Abbastanza
60%
16%
70%
80%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
La metà dei docenti ritiene che la scarsità di tempo abbia inciso “abbastanza” o “molto” sui progetti di alternanza (fig. 87).
Scarsità di tempo
Figura 87. Criticità: scarsità di tempo
7%
0%
41%
10%
1. Per niente
20%
30%
2. Poco
43%
40%
50%
3. Abbastanza
60%
70%
9%
80%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
Può essere significativo notare come questo tipo di criticità sia ritenuto
rilevante dal 56% dei docenti che hanno direttamente preso parte all’organizzazione dell’alternanza, a fronte del 47% degli altri docenti. Sembrerebbe indicare che si lamenta proprio la scarsità di tempo per realizzare i
progetti di alternanza, più che l’effetto dell’impegno per l’alternanza sulla
disponibilità di tempo per svolgere le altre attività.
La scarsità di risorse economiche è indicata come problema rilevante
dal 49% degli insegnanti; anche in questo caso sono i docenti direttamente coinvolti nella gestione dei progetti ad avvertirla maggiormente (53%
dei casi, contro il 46% degli altri) (fig. 88).
Scarsità di risorse
economiche
119
• MAGGIO 2019
Q 36
Figura 88. Criticità: scarsità di risorse economiche
10%
0%
41%
10%
20%
30%
35%
40%
1. Per niente
50%
2. Poco
60%
70%
14%
80%
3. Abbastanza
100%
90%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
La metà dei docenti intervistati ritiene che sussistano delle criticità nel
valutare adeguatamente i percorsi di alternanza. Non vi sono differenze di
rilievo tra docenti direttamente impegnati nella gestione dell’alternanza e
i loro colleghi (fig. 89).
Difficoltà
nella valutazione
dell’attività
di alternanza
Figura 89. Criticità: difficoltà nella valutazione delle attività di alternanza
13%
0%
10%
36%
20%
30%
41%
40%
1. Per niente
50%
2. Poco
60%
70%
10%
80%
3. Abbastanza
100%
90%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
Difficoltà
a organizzare
attività
di alternanza per
tutti gli studenti
Il fatto che l’alternanza fosse prevista per tutti gli studenti e, dunque,
la necessità di aumentare il numero di percorsi e la relativa organizzazione
ha rappresentato un problema per il 48% dei docenti. Sono i docenti non
impegnati nella gestione che l'hanno individuata maggiormente come criticità, il 52% rispetto al 47% dei coinvolti (fig. 90).
Figura 90. Criticità: difficoltà a organizzare le attività per tutti gli studenti
13%
0%
10%
39%
20%
30%
1. Per niente
39%
40%
50%
2. Poco
60%
70%
3. Abbastanza
9%
80%
90%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
120
100%
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Difficoltà
a individuare
aziende o enti
interessati
a collaborare
Non è sembrato difficile per le scuole in provincia di Cuneo individuare
aziende o enti disponibili a collaborare e, quindi, a ospitare studenti in
alternanza: il tema è ritenuto molto critico solo dal 6% degli insegnanti e,
comunque, l’area di criticità è pari al 41% delle risposte; la correlazione
tra l’essere direttamente coinvolti nei progetti di alternanza e il riscontrare
maggiormente le difficoltà è presente, ma più debole rispetto ai precedenti
argomenti (42% contro 41% di docenti che ritengono il problema rilevante) (fig. 91).
Figura 91. Criticità: difficoltà a individuare aziende o enti disponibili
13%
0%
10%
46%
20%
1. Per niente
30%
2. Poco
40%
35%
50%
3. Abbastanza
60%
70%
80%
6%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
Gli istituti tecnici e professionali sono quelli che sentono questa criticità
in misura minore (il 37-38% la ritiene rilevante), mentre ben più frequente
sembra il problema per i licei (il 50% la ritiene rilevante).
L’alternanza ha richiesto di riprogrammare i percorsi disciplinari, sia
per tenere conto dei momenti di assenza degli studenti, sia per inserire
nella programmazione didattica elementi preparatori e di rielaborazione
dei percorsi di alternanza. Questo ha dato luogo a criticità nell’opinione
del 37% dei docenti. Per i docenti non impegnati nell’alternanza arriva al
43% (fig. 92).
Figura 92. Criticità: difficoltà nella riprogrammazione dei percorsi disciplinari
18%
0%
10%
1. Per niente
45%
20%
30%
2. Poco
40%
32%
50%
3. Abbastanza
60%
70%
80%
5%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
121
• MAGGIO 2019
Q 36
Difficoltà nella
progettazione
dell’attività
di alternanza
La progettazione costituisce una criticità di un certo rilievo per poco
più di un terzo degli insegnanti che hanno risposto al questionario; si tratta
di un tema che fa rilevare differenze tra i docenti che hanno avuto parte
attiva nell’organizzazione dell’alternanza (33%) e gli altri (41%) (fig. 93).
Figura 93. Criticità: difficoltà nella progettazione delle attività
15%
0%
50%
10%
20%
30%
40%
1. Per niente
32%
50%
2. Poco
60%
70%
3%
80%
3. Abbastanza
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
Scarsa valenza
formativa delle
attività svolte
Questa potenziale criticità ha riguardato uno degli aspetti talvolta al
centro della polemica in tema di alternanza, di cui si trova traccia anche nei
commenti che alcuni docenti hanno lasciato a margine del questionario: se
siano cioè diffusi casi in cui l’attività di alternanza risulti povera di contenuti
formativi, di fatto riducendosi a un lavoro di basso livello non retribuito.
Anche in questo caso, però, i risultati fanno emergere uno sguardo
complessivamente positivo dei docenti. Solo il 21% di essi ritiene che questo problema sia rilevante. Anche i docenti che non hanno avuto un ruolo
diretto nella gestione dell’alternanza esprimono una valutazione negativa
sulle sue valenze formative nel 30% dei casi (fig. 94).
Figura 94. Criticità: scarsa valenza formativa delle attività svolte
23%
0%
10%
56%
20%
30%
1. Per niente
40%
50%
2. Poco
16%
60%
70%
3. Abbastanza
80%
90%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
122
5%
100%
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
I trasferimenti logistici non emergono come particolare criticità. Circa
l’80% degli insegnati indica come abbiano inciso sui percorsi in maniera
critica per niente o poco.
Sono più i docenti coinvolti nell’alternanza rispetto a coloro che non lo
sono a individuare i trasferimenti logistici come criticità (fig. 95).
Difficoltà nei
trasferimenti
logistici
Figura 95. Criticità: difficoltà nei trasferimenti logistici
21%
0%
10%
60%
20%
1. Per niente
30%
2. Poco
40%
50%
60%
3. Abbastanza
70%
80%
18%
1%
90%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
Altra possibile criticità potrebbe essere una scarsa motivazione degli
studenti. Dai materiali sino a ora raccolti non sembra di poter ipotizzare
che questa circostanza sia diffusa, ma è comunque utile raccogliere il parere dei docenti.
Solo per il 4% dei docenti interpellati la scarsa motivazione costituisce
un problema molto rilevante ed è abbastanza rilevante soltanto per il 14%
degli intervistati. Un po’ più alta, ma contenuta nei limiti del 25%, la quota
dei docenti non coinvolti nelle funzioni di alternanza che individua la motivazione come criticità (fig. 96).
Scarsa
motivazione
degli studenti
Figura 96. Criticità: scarsa motivazione degli studenti
27%
0%
10%
1. Per niente
55%
20%
30%
2. Poco
40%
50%
3. Abbastanza
14%
60%
70%
80%
90%
4%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
123
• MAGGIO 2019
Q 36
Difficoltà
nella stipula
di polizze
assicurative
contro
gli infortuni
Si è voluto verificare, tra gli altri, anche un aspetto molto pratico e
operativo, cioè se siano insorte delle criticità nella stipula delle polizze assicurative per gli infortuni. La questione pare abbastanza marginale, tranne
che per i docenti non coinvolti in progetti di alternanza, che la individuano
come fattore di criticità nel 23% dei casi (fig. 97).
Figura 97. Criticità: difficoltà nella stipula di polizze assicurative contro gli infortuni
36%
0%
10%
20%
48%
30%
40%
1. Per niente
50%
2. Poco
60%
14%
70%
80%
3. Abbastanza
90%
2%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
Vi è un ampio consenso tra i docenti sul fatto che nei progetti di alternanza non siano frequenti le difficoltà con le famiglie degli studenti; questo
aspetto viene citato come problematico da non più del 10% dei docenti
e solo in un caso come problema molto rilevante. Vi è una sensibilità al
problema solo lievemente più intensa da parte dei docenti che gestiscono
direttamente percorsi di alternanza, rispetto agli altri (fig. 98).
Difficoltà
con le famiglie
Figura 98. Criticità: difficoltà con le famiglie
33%
0%
10%
20%
57%
30%
1. Per niente
40%
50%
2. Poco
60%
9% 1%
70%
3. Abbastanza
80%
90%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
124
100%
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
4.5 Il giudizio complessivo dei docenti sull’alternanza
Al termine dell’intervista si è chiesto a tutti i docenti quale fosse la loro
valutazione complessiva del percorso dell’alternanza. Il 76% esprime un
giudizio positivo, dato inferiore ma non distante a quello fornito dagli studenti, che si esprimono positivamente nell’80% dei casi (fig. 99).
Figura 99. Valutazione complessiva
1%
Docenti coinvolti nell'ASL
Docenti non coinvolti nell'ASL
Tutti i docenti
16%
7%
4%
0%
1. Per niente
59%
2. Poco
24%
26%
53%
20%
14%
56%
25%
3. Abbastanza
50%
20%
75%
100%
4. Molto
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte – Questionario docenti - tutti
L’essere o meno impegnati nell’alternanza influisce: i giudizi positivi
scendono al 67% tra i docenti che non sono coinvolti nell’alternanza e
salgono al 83% nell’altro sottogruppo. Si tratta, tuttavia, sempre di valori
di apprezzamento molto elevati.
Questo non significa che non vi siano voci critiche: un certo numero
di commenti liberi, rilasciati dagli intervistati alla fine del questionario, riguarda i possibili profili di sfruttamento che si possono nascondere nell’alternanza («Gli studenti che lavorano devono essere pagati. Svolgere un
lavoro senza essere pagati porta a una anomala percezione del fare e
dell’agire produttivo, genera una condizione mentale di precarietà, insicurezza, sfiducia sistemica»; «Come è attualmente strutturata l’alternanza serve solo ed esclusivamente a sfruttare gli allievi che svolgono le
mansioni di un dipendente senza percepire alcun compenso»). Oltre a ciò,
gli insegnanti denunciano eccessivi carichi burocratici e contestano un numero troppo alto di ore che interferisce con la didattica. Solo in pochi casi
criticano le fondamenta sulle quali l’alternanza a loro avviso si fonda («La
scuola, anche quella professionale, deve formare cittadini, non lavoratori
già totalmente formati da un punto di vista lavorativo – obiettivo comunque irrealizzabile – a scapito dei saperi e delle competenze fondamentali
per ogni essere umano pensante»).
Queste voci critiche rappresentano indubbiamente dei punti di vista
meritevoli di considerazione ma, almeno in scuole che hanno dedicato una
specifica attenzione al tema dell’alternanza, come quelle oggetto di questa
di ricerca, risultano ampiamente minoritarie.
125
• MAGGIO 2019
Q 36
5. Considerazioni di sintesi
L’analisi illustrata nel presente rapporto si è sviluppata attorno alle
questioni centrali e ai nodi del dibattito sull’alternanza scuola lavoro, sui
quali da alcuni anni si è focalizzata l’attenzione della discussione pubblica
e delle valutazioni politiche. Lo studio ha inoltre evidenziato alcuni elementi distintivi dell’esperienza nella provincia di Cuneo, relativamente alla
progettazione, alla valutazione, agli effetti e alle criticità dell’alternanza. Il
lavoro intende fornire un contributo conoscitivo originale, in quanto proveniente dai protagonisti stessi e basato su rilevazioni dirette rivolte a studenti
e docenti, sulla base delle loro esperienze concrete. Infatti, nell’indagine,
condotta nel corso del 2018 in due fasi distinte, sono stati coinvolti tanto
gli studenti quanto i docenti degli istituti di tre differenti ordini di scuola
(liceo, istituto tecnico e istituto professionale) del Cuneese, attraverso la
somministrazione di questionari online, compilati su base volontaria. Nel
complesso, la rilevazione ha raccolto 1.194 questionari compilati da studenti e 248 da docenti.
Al di là delle possibili differenti interpretazioni soggettive, si ritiene
che il presente lavoro possa concorrere ad alimentare il dibattito sul piano
conoscitivo e politico e fornire un contributo a chiunque voglia formulare i
propri giudizi sulle esperienze degli anni recenti o partecipare costruttivamente ai cambiamenti previsti per il prossimo futuro.
Il presente capitolo, dopo un sintetico riepilogo dei caratteri e dei risultati dell’indagine, propone alcune riflessioni sulla valutazione complessiva
dell’alternanza, sui suoi effetti e sulle criticità riscontrate.
5.1 I risultati dell’indagine
5.1.1 Le attività svolte
Come in altre realtà territoriali e in ottemperanza alla legislazione in
materia, i progetti elaborati dagli istituti cuneesi per l’alternanza scuola
lavoro hanno previsto il ricorso a un insieme di attività differenti. Nel complesso, tenendo conto del fatto che ogni scuola ha fatto ricorso a più tipi di
attività, anche per gli stessi studenti, le risposte degli intervistati hanno evidenziato una netta preponderanza di tirocini e stage svolti presso aziende
ed enti esterni (al primo posto) e di moduli formativi frequentati a scuola
(in seconda posizione); seguono a scalare, in ordine di frequenza, tutte le
altre attività: incontri con esperti a scuola, altri tipi di attività esterne, attività di collegamento a scuola, visite aziendali, project work, scuola impresa,
simulazioni e progetti di avviamento all’imprenditorialità (fig. 100).
126
Tirocinio/stage presso aziende/enti
93%
Moduli formativi svolti a scuola
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Figura 100. Le attività svolte nell’ambito dell’alternanza scuola lavoro
86%
66%
Incontri con esperti a scuola
Altre attività esterne alla scuola
(musei, laboratori, eventi)
64%
Attività di collegamento in aula
59%
56%
Visite aziendali
Project work (didattica per progetti)
31%
Scuola impresa (ristoranti didattici,
aziende agrarie, ecc.)
22%
Impresa simulata a scuola
21%
Progetti di avviamento
all'imprenditorialità
17%
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte − Questionario studenti - tutti
5.1.2 L’esperienza presso le aziende e gli enti
Come appena evidenziato, in oltre il 90% dei casi, con percentuali
simili nei diversi ordini di scuola, il progetto di alternanza ha previsto un
impegno presso soggetti esterni in attività di tirocinio o stage. Tirocini e
stage rappresentano, quindi, una delle esperienze più diffuse e significative dell’alternanza, svolte nella maggior parte dei casi durante le vacanze
estive o, comunque, durante periodi di sospensione delle lezioni.
Le strutture che hanno ospitato gli studenti sono state soprattutto
aziende del territorio, di ogni tipo e dimensione (56%). Seguono collocazioni presso liberi professionisti (13% dei casi) e presso soggetti pubblici
(8% uffici comunali, provinciali, regionali o di altri enti; 6% scuole; 2%
aziende sanitarie e università). La parte restante si è rivolta a strutture
diverse, quali cooperative (3%) oppure organizzazioni di terzo settore,
come associazioni, fondazioni, oratori (4%). Il numero di ore dedicate
alle attività esterne è risultato molto variabile, spesso in relazione all’ordine di scuola frequentato e oscillante tra meno di 100 ore e più di 200. Il
rapporto degli studenti con le persone dell’azienda o dell’ente ospitante,
uno degli elementi centrali della rilevazione, è stato generalmente valutato in modo positivo. Le relazioni con il tutor aziendale e quelle con il
tutor scolastico offrono, inoltre, elementi di riflessione particolarmente
interessanti, sia viste dal lato degli studenti sia secondo il giudizio dei
docenti.
Fra gli studenti, la relazione con il tutor aziendale viene tendenzialmente ritenuta più positiva rispetto al rapporto con il tutor scolastico. È
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Q 36
128
possibile che queste differenze derivino da una percezione degli studenti
influenzata dalla novità della situazione aziendale, piuttosto che dall’effettiva differente disponibilità dei due interlocutori. Tuttavia, il dato non è
da ignorare, poiché potrebbe essere utile a una riflessione critica da parte
delle scuole, stimolando ulteriori approfondimenti nel confronto con i protagonisti diretti.
I docenti, invece, riguardo alla relazione tra studenti e tutor scolastici, esprimono giudizi positivi nella stragrande maggioranza dei casi,
più spesso quindi di quanto accada fra gli studenti. Il rapporto tra tutor
scolastico e tutor aziendale, sempre secondo i docenti, è connotato in
generale da un’intesa sulla gestione dell’alternanza, anche se non mancano alcune difficoltà. L’incrocio dei dati relativi agli spazi di autonomia
offerti agli studenti con quelli riguardanti la presenza del tutor aziendale
ha permesso di individuare quattro differenti tipologie di situazione in cui
si sono venuti a trovare gli studenti impegnati in attività presso imprese
ed enti esterni. In tre quarti dei casi, si è registrato un buon livello di autonomia degli studenti, adeguatamente assistiti e guidati dalla presenza
costante e continuativa del tutor aziendale. Nella restante parte degli
intervistati sono state descritte situazioni di autonomia ma con scarsa
presenza del tutor (9%); casi di limitata autonomia e assenza del tutor
(13%) e, infine, di presenza del tutor ma senza significativi spazi di autonomia (4%).
L’indagine ha permesso di approfondire anche il rapporto tra stimoli,
iniziativa e presenza di una guida in relazione al tipo di attività svolta. Poco meno della metà degli studenti ha potuto svolgere mansioni
complesse sotto la guida del personale della struttura ospitante (40%);
altri, pur contando sulla guida del personale, hanno svolto invece compiti semplici (29%), effettuati anche da coloro che non hanno goduto di
una guida; infine, solo per una parte piuttosto limitata di studenti è stato
richiesto di svolgere attività complesse ma senza una guida aziendale.
La complessità delle attività svolte durante l’esperienza di alternanza è
stata, inoltre, influenzata dall’ordine di scuola frequentato: agli studenti
degli istituti professionali sono state richieste più di frequente attività
complesse e guidate (quasi uno su due, contro un terzo dei licei e degli
istituti tecnici).
Nel complesso, dunque, nelle esperienze vissute dagli intervistati,
sembra siano state nettamente prevalenti le situazioni organizzative definibili positive e stimolanti, rispetto a quelle negative e frustranti, anche
se queste ultime hanno forse ricevuto più attenzione nelle cronache e nei
commenti. A conferma di questa valutazione complessivamente positiva, vi è l’apprezzamento generalizzato verso le esperienze di alternanza
scuola lavoro, che emerge dai giudizi espressi nei questionari e che va dal
picco dell’89% per tirocini e stage esterni al minimo del 61% per attività
di avviamento imprenditoriale. È pertanto significativo che le espressioni
di non gradimento non superino mai un terzo degli intervistati.
La progettazione dei percorsi di alternanza ha coinvolto nei tre quarti
dei casi le strutture esterne ospitanti: si può dunque evidenziare che nella
gran parte delle esperienze si sia attivata una coprogettazione fra scuola e
soggetti del territorio.
Questa coprogettazione ha investito le scuole anche dall’interno, attraverso un ampio coinvolgimento di organi e soggetti diversi, dai consigli
di classe al collegio dei docenti, fino al consiglio di istituto. Una questione
cruciale nel dibattito sull’alternanza scuola lavoro riguarda il ruolo svolto
nella progettazione da consulenti esterni. L’indagine sulla provincia di Cuneo ha rilevato che, a giudizio dei circa 250 docenti intervistati, nei due
terzi dei casi i consulenti esterni non hanno avuto un ruolo rilevante (e per
un 38% non avrebbero rivestito alcun ruolo); solo nel 4% dei casi avrebbero avuto, invece, un ruolo significativo. Il timore che, per volontà o per
necessità, le attività di progettazione dell’alternanza siano acquistate da o
appaltate a soggetti esterni alle singole scuole risulta, quindi, essere molto
ridimensionato, alla luce delle risposte raccolte dai questionari. In effetti,
i consulenti esterni sono il soggetto che appare meno coinvolto nella progettazione, mentre sia gli organi interni (collegio dei docenti, consigli di
istituto, consigli di classe), sia le strutture ospitanti sono frequentemente
coinvolti nell’ideazione e nella gestione dei percorsi di alternanza: questa
situazione è coerente con quanto ci si può aspettare in scuole fortemente
motivate ad affrontare nel migliore dei modi questo tipo di esperienze,
disponibili e pronte a coinvolgere nella progettazione i propri organi e attente a valorizzare adeguatamente le strutture che ospitano gli studenti.
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
5.1.3 La progettazione dell’alternanza
5.2 L’alternanza secondo chi l’ha vissuta
La maggior parte degli studenti intervistati ha riconosciuto l’importanza e l’utilità dell’esperienza dell’alternanza: quasi il 90% di essi, infatti,
l’ha reputata un’utile occasione per migliorare e approfondire la propria
formazione sia teorica sia soprattutto pratica, oppure un’opportunità per
farsi conoscere e favorire così un successivo ingresso nel mondo del lavoro.
Soltanto in una minoranza dei casi, l’esperienza dell’alternanza è stata valutata negativamente, come una distrazione inutile, una perdita di tempo
o un’iniziativa della quale non erano chiari gli obiettivi. Analizzando nel
dettaglio queste valutazioni, emergono giudizi percentualmente differenti
a seconda degli ordini di scuola. I liceali, infatti, hanno le percentuali di
risposte positive più basse (64%), rispetto agli studenti degli istituti professionali (94%) e tecnici (89%). Questa differenza è comprensibile, tenendo
conto delle differenti impostazioni delle scuole: i fattori di approfondimento di competenze tecniche e pratiche e di conoscenza e primo inserimento nel mondo del lavoro sono maggiormente considerate da coloro che
frequentano indirizzi tecnici e professionali; al contrario, gli studenti dei
129
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Q 36
licei, prospettando tendenzialmente un prosieguo degli studi in università,
hanno valutato come meno rilevanti questi aspetti. In ogni caso, anche
tra i liceali la percentuale di coloro che ritengono l’alternanza come una
distrazione o una perdita di tempo è alquanto limitata (15%).
La generale valutazione positiva degli studenti sull’esperienza si somma alla loro impressione che in generale l’alternanza sia apprezzata anche
dai docenti della propria classe: le risposte ai questionari hanno rilevato
come l’opinione più frequente è che tutti o parte degli insegnanti abbiano
a cuore l’alternanza e che solo in casi limitati questa è poco o nulla considerata dal corpo docente.
Ai fini della ricerca, si ritiene ora utile approfondire alcuni dei risultati
dell’indagine tra le scuole cuneesi, ricapitolando le valutazioni relative ad
alcune questioni chiave dell’alternanza scuola lavoro.
5.2.1 C’è stata coerenza con il percorso formativo?
Riguardo alla coerenza dell’esperienza di alternanza rispetto al percorso formativo, i giudizi, per quanto in generale positivi, hanno evidenziato
lo spazio per miglioramenti. Infatti, se solo il 7% degli studenti intervistati
non intravede alcuna coerenza tra contenuti dell’alternanza e percorso
formativo, quasi due terzi dei rispondenti riscontrano un collegamento soltanto parziale, mentre per circa un terzo degli intervistati (32%) vi è stato
pieno allineamento fra i contenuti delle due sfere di attività.
Anche in questo caso, la diversità di giudizio si riverbera in parte nella
frequenza di scuole diverse. Sono soprattutto i licei a riscontrare una minore coerenza tra esperienza di alternanza e corso di studi e, di conseguenza,
a indicare con minor frequenza un pieno allineamento (22%), sostenendo
di non aver riscontrato alcuna coerenza nel 20% dei casi. Una distribuzione molto più favorevole dei giudizi è data, invece, dagli iscritti a istituti professionali, mentre gli istituti tecnici si pongono in una posizione intermedia.
Analoghi risultati sono emersi riguardo a una valutazione di tipo organizzativo, cioè su quanto la scuola abbia saputo collegare l’esperienza di
alternanza con l’attività didattica. Le risposte vedono un 60% di studenti
con giudizi positivi, anche se il giudizio “abbastanza” prevale nettamente
sul “molto”. Anche in questo caso si assiste a una marcata differenza che
vede polarizzarsi da una parte gli istituti professionali e dall’altra i licei, con
gli istituti tecnici di nuovo in una posizione intermedia.
5.2.2 Quali effetti sulla didattica?
La progettazione, l’organizzazione, la gestione e il monitoraggio dei
progetti di alternanza scuola lavoro sono attività che richiedono costante impegno, tempo e attenzione da parte dei docenti e, in generale, dei
soggetti coinvolti. Inoltre, una parte non trascurabile dei progetti di alternanza – soprattutto negli istituti tecnici e professionali – si è svolta durante
l’orario curriculare e ha impegnato tutta o parte della classe, che quindi
si è assentata dal normale svolgimento delle lezioni. Tutto ciò implica la
130
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
necessità di riorganizzare conseguentemente i programmi didattici. L’indagine, tramite un apposito quesito, ha voluto valutare gli effetti, positivi
e negativi, dell’alternanza sulla didattica.
Quasi un quarto degli intervistati ha riconosciuto la presenza di difficoltà, anche se solo per una percentuale limitata (5%) queste hanno rivestito
una rilevanza significativa. Il 43%, invece, ha ravvisato poche difficoltà,
mentre il 34% non ha riscontrato alcun problema in relazione alla didattica.
Le valutazioni dei docenti, in questa come in altre questioni, sono influenzate dal coinvolgimento o meno nei progetti di alternanza. Non sorprende, dunque, che chi non è stato direttamente coinvolto tenda a enfatizzare maggiormente gli intralci alla didattica: fra i meno coinvolti, chi asserisce
che le difficoltà sono state “abbastanza” o “molte” passa dal 18% al 28%,
mentre chi non vede difficoltà alcuna scende dal 40% al 28%. Si tratta di
differenze significative, ma non così elevate da rovesciare il quadro delle
valutazioni complessive, neppure fra i docenti meno coinvolti.
Accanto alle possibili conseguenze negative, l’alternanza può però
anche determinare ricadute utili alla didattica (e non solo alla formazione
generale della persona): per esempio, la possibilità di avvicinare o approfondire nella pratica alcuni argomenti oggetto di insegnamento in aula, in
modo da stimolare l’attenzione e favorire e consolidare l’apprendimento.
Riguardo alle ricadute positive sulla didattica, le opinioni dei docenti intervistati si suddividono praticamente a metà, tra chi ritiene che vi siano state
poche o nessuna ricaduta utile (52%) e chi, invece, ritiene l’esperienza di
alternanza molto o abbastanza utile per la didattica (48%).
Di nuovo, il diverso grado di coinvolgimento diretto nelle attività di
alternanza influenza la distibuzione delle valutazioni: i docenti non direttamente impegnati nei progetti hanno giudizi più negativi sull’utilità didattica rispetto ai loro colleghi più coinvolti. Occorre segnalare come questa
divergenza di opinioni tra i due sottogruppi sia risultata particolarmente
forte negli istituti tecnici, dove le valutazioni di utilità passano da due terzi
a un terzo, se si confronta il gruppo dei docenti coinvolti nell’alternanza
con quelli non coinvolti; anche gli istituti professionali mostrano differenze
molto rilevanti, mentre per i docenti dei licei questo scarto, pur presente,
ha caratteri più sfumati.
Anche i docenti sono stati quindi chiamati a esprimere un parere sul
grado di effettivo raccordo tra i percorsi disciplinari della didattica curricolare e i progetti di alternanza scuola lavoro. La maggioranza ha espresso
una valutazione positiva in merito (61%), presentando anche in questo
caso, seppur in modo meno marcato, una differenziazione di giudizio tra
chi è direttamente coinvolto e chi no nell’alternanza.
Sui vari temi prevale, dunque, anche fra i docenti un giudizio positivo,
seppure cauto. Un giudizio che risulta più positivo per i docenti degli istituti
professionali e degli istituti tecnici rispetto ai licei, rispecchiando quanto affermato anche dagli studenti circa il collegamento più stretto tra alternanza
e materie didattiche nei primi due ordini di scuola, e anche, come prevedibile, per gli insegnanti coinvolti direttamente nelle attività di alternanza.
131
• MAGGIO 2019
Q 36
132
5.2.3 L’alternanza è stata utile per la preparazione scolastica?
Gli studenti. Al di là del gradimento dell’esperienza, solo per il 22%
degli studenti rispondenti l’alternanza non avrebbe avuto alcuna valenza
nel migliorare la preparazione scolastica. Al contrario, più della metà degli intervistati riscontra un miglioramento in alcune discipline e un quarto
segnala addirittura progressi in tutte le discipline. In sostanza, vi è un parere positivo da parte di più di tre quarti degli intervistati anche sull’utilità
dell’alternanza nei riguardi della preparazione scolastica.
Questo dato medio si origina da valutazioni diverse a seconda del tipo di
scuola frequentata. Giudizi negativi sull’utilità dell’alternanza per la preparazione scolastica sono stati espressi soprattutto tra i liceali (47%) e solamente
da una piccola minoranza tra gli studenti di istituti professionali (7%); ricoprono una posizione intermedia i frequentanti gli istituti tecnici. Di riflesso,
gli studenti di istituti professionali che esprimono le valutazioni più positive
sono tre volte più numerosi rispetto agli studenti liceali che esprimono lo
stesso giudizio. Oltre a indagare gli effetti sulla preparazione scolastica, la
ricerca ha inteso anche valutare se l’alternanza abbia avuto ricadute sui voti.
Era presumibile ipotizzare risposte analoghe a quelle sull’apprendimento,
ma non è stato così: quasi due terzi degli studenti, compresi quelli che dichiarano un miglioramento nella preparazione, non ravvisano un corrispondente miglioramento dei voti scolastici, grazie all’alternanza. È possibile al
riguardo avanzare alcune ipotesi interpretative: da una parte, il breve periodo della sperimentazione potrebbe non avere ancora consentito di produrre
e di apprezzare esiti positivi sul rendimento scolastico strettamente inteso;
dall’altra, gli attuali sistemi di valutazione non prevedono ancora una valorizzazione specifica per determinati aspetti dell’apprendimento attivati
dall’alternanza (per esempio, la valorizzazione dell’apprendimento pratico,
l’acquisizione di competenze extra scolastiche, ecc.).
Un altro dato da sottolineare è che non vi è una coincidenza tra il gradimento dell’esperienza dell’alternanza e le valutazioni sul miglioramento
dell’apprendimento scolastico e dei voti. In altre parole, tutti, in misura
simile, affermano di “essersi trovati bene” durante l’alternanza: in particolare, l’esperienza della permanenza presso aziende o altri enti esterni è
stata ritenuta piacevole da quote superiori all’80% degli allievi in tutti i tipi
di scuole. Tuttavia, mentre i ragazzi degli istituti professionali vedono una
connessione diretta con quanto studiato e riscontrano, di conseguenza, un
miglioramento della preparazione scolastica, per i liceali l’alternanza è stata
un’esperienza sì piacevole e utile da altri punti di vista, ma che ha influito
poco o nulla sulla preparazione nelle discipline studiate.
Occorre evidenziare, infine, anche le problematiche inerenti gli studenti con minore rendimento scolastico, i quali non sembrano avere particolarmente beneficiato dei percorsi di alternanza, né sotto il profilo del
gradimento, né sotto quello dell’efficacia didattica. In effetti, dall’indagine
non emerge una chiara relazione, diretta o inversa, tra voti scolastici ed
esperienze di alternanza. La supposta valenza motivazionale che l’alternanza potrebbe avere sui soggetti scolasticamente più deboli per ora non
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
trova riscontri evidenti. Infatti, a parere dell’insieme degli studenti, tra gli
effetti positivi dovuti all’esperienza di alternanza, non vi è riconosciuta la
spinta motivazionale, in grado di aiutare i ragazzi a studiare con maggiore
impegno e profitto: in merito, i giudizi positivi si attestano al 36%. Emergono alcune differenze non sostanziali sulla base del tipo di scuola frequentata, che confermano la tendenza generale. In sintesi, per gli studenti
e le studentesse della provincia di Cuneo l’alternanza avrebbe migliorato
la preparazione scolastica, ma non mediante un maggiore impegno nello
studio e senza un riscontro nelle valutazioni ricevute. È probabile, dunque,
che l’esperienza dell’alternanza sia stata in grado di attivare aspetti più
pratici dell’apprendimento, fattori però sui quali sono necessarie ulteriori
indagini empiriche.
I docenti. L’indagine ha voluto verificare, anche nel caso degli insegnanti, le opinioni circa l’utilità o meno dei percorsi di alternanza, analizzando diversi punti di osservazione. Il confronto dei giudizi espressi da docenti e da studenti può, inoltre, aprire a interessanti letture interpretative
dell’alternanza. Ponendo anche ai docenti la domanda se l’alternanza abbia contribuito a migliorare l’impegno e la motivazione nello studio, rispetto agli studenti l’opinione complessiva degli insegnanti è più ottimistica,
dal momento che oltre la metà dichiara di aver riscontrato questo effetto.
Questa valutazione è espressa non solo dai docenti direttamente coinvolti
nell’alternanza, ma anche, sebbene in misura minore, da quelli non coinvolti, in una percentuale complessiva superiore a quella degli studenti.
Le valutazioni dei docenti circa l’influenza dell’alternanza sul profitto
scolastico non sono molto differenti da quelle sulla motivazione, se non per
una lieve flessione nei giudizi più positivi. Anche in questo caso i docenti
coinvolti nei progetti esprimono opinioni più positive rispetto ai colleghi
non impegnati.
Infine, secondo il 51% dei docenti l’esperienza di alternanza avrebbe
avuto un effetto positivo anche sul comportamento scolastico degli studenti,
favorendo, per esempio, l’assunzione di atteggiamenti più maturi, appresi e
interiorizzati in un contesto lavorativo. Anche in questo caso si conferma la
differenza di valutazione tra docenti coinvolti e non coinvolti nell’alternanza.
L’indagine non permette però un confronto tra le opinioni di studenti
e di docenti rispetto alla questione del miglioramento della preparazione
scolastica: infatti, questa domanda è stata posta direttamente solo agli
studenti, mentre i docenti sono stati maggiormente sollecitati su aspetti
quali la motivazione, il profitto e il comportamento.
5.2.4 Quali i maggiori benefici dell’alternanza?
Orientamento e competenze trasversali. Un ulteriore elemento per valutare l’utilità delle esperienze di alternanza è il giudizio relativo al contributo nel migliorare l’orientamento per il futuro percorso di studi: la metà degli
studenti intervistati ha affermato che l’alternanza sia stata utile al riguardo.
Un dato interessante è che non emergono differenze rilevanti tra i diversi
133
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Q 36
indirizzi, salvo una valutazione un po’ più bassa da parte degli istituti tecnici.
Colpisce altrettanto che, rispetto all’orientamento verso gli studi futuri, la valutazione positiva sull’utilità dell’alternanza riguardi circa due terzi
degli insegnanti, un giudizio più ottimistico rispetto alla valutazione degli
studenti. Se all’alternanza viene attribuito un ruolo positivo nell’orientare
al futuro corso di studi dal 50% degli studenti e dal 70% degli insegnanti,
i giudizi positivi salgono decisamente riguardo all’orientamento verso il
mondo del lavoro. In merito, l’utilità dichiarata sale fino a riguardare circa
tre quarti degli studenti, particolarmente rilevante per chi frequenta istituti
professionali (86%), ma comunque significativa anche per la metà dei
liceali intervistati. Fra i docenti, di nuovo, non solo c’è concordanza, ma
anzi un giudizio mediamente ancor più positivo di quello degli studenti:
l’83% dei docenti si esprime in termini positivi circa l’utilità dell’esperienza
di alternanza in vista delle scelte lavorative (fig. 101).
Figura 101. L’alternanza è stata utile per l’orientamento?
90
83%
80
70%
70
73%
60
50%
50
40
30
20
10
0
Utile per studi futuri
studenti
Utile per il lavoro
docenti
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte − Questionario studenti e docenti
Sviluppo delle capacità personali e relazionali. Se si considera quanto
l’alternanza abbia favorito lo sviluppo di competenze e abilità personali e
relazionali, meno legate alla specificità delle materie di studio, le valutazioni degli studenti diventano ancora più positive, mentre le differenze di valutazione tra i diversi ordini di scuola tendono a sfumare. Anche in questo
caso, le opinioni dei docenti sono altrettanto o, addirittura, più positive di
quelle degli studenti, con valori molto elevati e con differenze attenuate fra
i diversi indirizzi di studio e i contesti di insegnamento (fig. 102).
134
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Figura 102. Sviluppo di capacità personali e relazionali: il valore dell’alternanza
più riconosciuto da studenti e docenti
97%
Collaborare con gli altri
90%
90%
Rispettare gli impegni assunti
91%
91%
Svolgere i compiti assegnati
90%
91%
Comunicare con gli altri
90%
91%
Rispettare le regole
92%
73%
Competenze tecnico professionali
90%
72%
Individuare e risolvere problemi concreti
81%
52%
Assumere iniziative autonome
70%
0
25
50
75
Fonte: elaborazione su questionari IRES Piemonte − Questionario studenti e docenti
100
studenti
docenti
Alcune delle competenze acquisite durante l’alternanza sono utili per
evidenziare le valutazioni ampiamente positive da parte sia degli studenti
sia dei docenti. Per esempio, quasi tutti gli studenti intervistati hanno ritenuto l’esperienza di alternanza utile per migliorare le capacità di rispettare
gli impegni assunti (91%) e le regole, specie di orario (92%), di collaborare
con le altre persone (90%), oltre ad avere implementato le competenze
tecniche e professionali (90%). Questi giudizi largamente positivi trovano
un analogo riscontro con quelli espressi dai docenti, in alcuni casi un po’
più positivi e in altri un po’ più prudenti rispetto agli allievi.
In sintesi, dunque, l’esame di come l’esperienza di alternanza abbia
rafforzato alcune competenze extra scolastiche, non connesse cioè direttamente al tipo di studio svolto, aggiunge un tassello importante alla comprensione della valenza di questo strumento. In particolare, spiega perché
le valutazioni generali siano state positive non solo da parte degli studenti
di istituti professionali e tecnici, ma anche da parte dei liceali, che pur, più
di tutti, hanno riconosciuto una limitata pertinenza delle attività svolte con
le materie di studio.
135
• MAGGIO 2019
Q 36
5.3 Principali criticità e questioni aperte
I docenti. Secondo i docenti intervistati, nei progetti di alternanza la
fase in cui si sono incontrate più spesso delle criticità è stata la valutazione delle competenze, citata dal 34% degli insegnanti. Seguono, con
percentuali a scalare, l’organizzazione dei percorsi (25%); il raccordo tra
scuola, territorio e mondo del lavoro (22%); la progettazione delle attività
(14%); infine, la funzione tutoriale (5%). Nell’individuare le criticità non
sono emerse significative differenze tra i docenti direttamente coinvolti
nella gestione di percorsi di alternanza e gli altri.
Due interrogativi specifici, spesso oggetto di discussione sul tema
dell’alternanza, vale a dire l’individuazione di aziende ed enti ospitanti e il rischio di una scarsa valenza formativa, meritano un breve approfondimento.
Riguardo alle potenziali difficoltà nel trovare aziende o enti disponibili
a ospitare progetti di alternanza, sembra che le scuole cuneesi non abbiano
incontrato particolari problemi, tanto è vero che il tema è ritenuto molto
critico solo dal 6% degli insegnanti e che, comunque, l’area di criticità è
contenuta in circa un terzo delle risposte.
In merito, invece, al timore che le attività svolte abbiano una scarsa
valenza formativa, anche in questo caso, i risultati fanno emergere uno
sguardo complessivamente positivo da parte dei docenti. Solo il 21%, infatti, ritiene che questo problema sia rilevante.
Un certo numero di commenti liberi rilasciati dagli intervistati ha sollevato l’attenzione su possibili situazioni di sfruttamento, che si possono
nascondere nell’alternanza, e denunciato eccessivi carichi burocratici. Solo
in pochi casi vengono criticati i principi fondativi sui quali l’alternanza, a
loro avviso, si basa.
Gli studenti. Le risposte degli studenti, in forma libera alla domanda
aperta riguardo alle criticità dell’esperienza di alternanza, hanno evidenziato alcuni dei punti di debolezza più frequenti e percepiti: per esempio,
l’organizzazione dei percorsi, le mansioni svolte e la loro coerenza con
il percorso di studi, così come i rapporti con i tutor, l’orario delle attività
e la consistenza dell’impegno da adempiere. Inoltre, emergono con una
certa frequenza valutazioni critiche sulla gratuità dello stage da prestare in
azienda, considerato un lavoro che meriterebbe un compenso.
Dal punto di vista degli studenti, dunque, accanto alle numerose e
generalizzate espressioni di apprezzamento, vanno segnalate anche problematiche e criticità emerse dall’indagine, su cui potrebbe essere utile
interrogarsi e intervenire per migliorare l’utilità e l’efficacia dei percorsi di
alternanza.
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Al termine dell’esplorazione delle diverse dimensioni dell’alternanza,
è stato chiesto agli intervistati di esprimere un giudizio complessivo sulla loro esperienza. Ne emerge una valutazione positiva per l’80% degli
studenti, con le espressioni di giudizio più negative che interessano solo il
4% dei rispondenti.
Anche le differenze tra i diversi tipi di scuola, che pure emergono in
modo coerente con le attese, non alterano la prevalenza di un quadro nettamente positivo. Per i professionali e, in misura di poco minore, per i tecnici, dove l’alternanza è più immediatamente collegata con il percorso di studi
e le attese di inserimento occupazionale, i giudizi positivi sono diffusissimi
(92% per i professionali, 79% per i tecnici). Per i licei, dove questi elementi
sono più sfumati, viene espresso comunque un giudizio positivo nel 66%
dei casi. Come illustrato, anche dove il collegamento con gli interessi professionali è meno diretto, viene riconosciuta all’alternanza sperimentata
una valenza importante per lo sviluppo delle capacità personali e relazionali,
oltre che ai fini dell’orientamento verso future scelte di studio o lavoro.
Anche ai docenti, al termine dell’intervista, è stato chiesto quale fosse la
loro valutazione complessiva del percorso dell’alternanza. Il 76% ha espresso un giudizio positivo, dato solo di poco inferiore a quello fornito dagli
studenti. L’essere o meno direttamente coinvolti nell’alternanza influisce sui
giudizi: quelli complessivamente positivi scendono al 67% tra i docenti che
non sono coinvolti nell’alternanza, mentre salgono all’83% nell’altro sottogruppo. È in ogni caso significativo che anche due terzi degli insegnanti non
impegnati condivida un giudizio complessivamente positivo.
Nonostante un generale giudizio positivo sull’alternanza, non sono
mancate segnalazioni di criticità e problematiche, tanto da parte degli studenti quanto dei docenti. Queste voci critiche rappresentano dei punti
di vista che non vanno ignorati, pur essendo nettamente minoritarie, in
particolare nelle scuole che hanno dedicato una specifica attenzione al
tema dell’alternanza.
Complessivamente, dunque, l’esperienza di alternanza è stata apprezzata e ritenuta utile dalla maggior parte degli studenti e dei docenti
coinvolti, che ne hanno riconosciuto il contributo nel favorire l’orientamento sia verso il lavoro sia verso gli studi futuri, e le ricadute positive
e i gradi di connessione con le attività scolastiche curricolari, sebbene
variabili fra gli indirizzi di studio e talvolta ancora da consolidare sul piano
organizzativo.
Non sono ancora stati registrati effetti diffusi sugli apprendimenti e
sul profitto strettamente scolastico da parte dei docenti, ma la stragrande
maggioranza degli studenti ritiene, invece, che la preparazione scolastica
sia migliorata. Sono invece ampiamente riconosciute le capacità di rafforzare alcune competenze personali e relazionali, opinione condivisa in tutti
gli indirizzi di studio. Ciò spiega perché le valutazioni generali siano state
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
5.4 In sintesi: una valutazione complessiva sull’alternanza
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positive anche da parte dei liceali, per i quali la connessione fra attività
svolte in alternanza e materie di studio è spesso meno diretta e coerente.
Dall’analisi emerge un punto meritevole di approfondimento. Si tratta
del riconoscimento da parte di quasi l’80% degli studenti intervistati di
un effetto positivo dell’alternanza sulla preparazione scolastica, che tuttavia non deriva da un maggiore impegno di studio e non si ripercuote in
migliori valutazioni da parte dei docenti. Cosa segnala questa percezione
degli studenti? Il proseguimento della ricerca mediante la metodologia
degli studi di caso potrà offrire qualche ulteriore elemento conoscitivo e di
riflessione per comprendere più a fondo quali apprendimenti siano attivati
dai progetti di alternanza. Resta, inoltre, da richiamare l’opportunità di
discutere se, come e quanto i diversi aspetti dell’apprendimento messi in
gioco dall’alternanza siano colti dagli attuali sistemi di valutazione dei risultati scolastici: non a caso, la fase del processo di alternanza in cui, secondo
i docenti intervistati, si sono incontrate più spesso delle criticità riguarda
proprio la valutazione delle competenze.
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Bibliografia
AA.VV. (2016) Il valore educativo e culturale del lavoro. Prospettive per
alleanze formative tra sistema scolastico e sistema produttivo a partire da esperienze di alternanza scuola lavoro, Roma, Unità Organizzativa Qualificazione Servizi e Politiche nelle Scuole, Direzione Transizione Scuola Lavoro, ANPAL Servizi.
AA.VV. (2017) Report nazionale sull’alternanza scuola lavoro. Azione
sperimentale di assistenza tecnica, Roma, Unità Organizzativa Qualificazione Servizi e Politiche nelle Scuole, Direzione Transizione Scuola
Lavoro, ANPAL Servizi.
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alternanza scuola lavoro. Guida operativa per la scuola, Roma.
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Alternation: points of view of Italian students, in «Ricerche di Pedagogia e Didattica. Journal of Theories and Research in Education», v.
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nuovo segmento educativo: potenziare l’alternanza scuola lavoro,
Roma, INDIRE.
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La Fondazione CRC
La Fondazione CRC è un ente non profit, privato e autonomo, che persegue scopi di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico, attraverso
erogazioni di contributi a favore di soggetti pubblici e privati non profit e tramite
progetti promossi direttamente, in partenariato con soggetti del territorio, nei settori dello sviluppo locale e dell’innovazione, dell’arte e della cultura, del welfare,
dell’educazione, della salute pubblica e dell’attività sportiva. La Fondazione opera
in provincia di Cuneo, prevalentemente nelle zone di principale operatività relative
alle aree dell’Albese, del Cuneese, del Monregalese e del Braidese.
Presidente
Giandomenico Genta
Consiglio di Amministrazione
Giandomenico Genta, Presidente
Giuliano Viglione,Vice Presidente
Ezio Raviola, Vice Presidente
Davide Merlino
Paolo Merlo
Michelangelo Matteo Pellegrino
Piergiorgio Reggio
Consiglio Generale
Eleonora Adami • Stefano Allisiardi • Giuseppe Artuffo • Andrea Cane
• Roberta Ceretto • Elvio Chiecchio • Enrico Collidà • Donatella Croce
• Michele Antonio Fino • Marco Formica • Giorgio Garelli
• Massimo Gula • Elda Lombardi • Giovanni Longo • Claudia Martin • Mirella
Marenco • Roberto Ovidi • Franca Maria Pejrone • Silvestro Roatta • Elma Schena
• Silvano Stroppiana • Giuliana Turco • Giuseppe Viada
Collegio Sindacale
Nicola Gaiero, Presidente
Vitale Pasquale
Maria Gabriella Rossotti
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note
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note
I Quaderni della Fondazione CRC
1. Il bilancio dell’Unione Europea 2007
L’accesso ai finanziamenti comunitari per il territorio (2007)
2. Percezione e notorietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo (2007)
3. “Senectus Ipsa Morbus”
Ricerca sui servizi socio-assistenziali per gli anziani nell’area di Cuneo, Mondovì ed Alba/Bra (2008)
4. L’Università in provincia di Cuneo
Gli studenti residenti in provincia iscritti nelle sedi locali e nella sede di Torino (2008)
5. Cluster produttivi e traiettorie di sviluppo nei territori del cuneese (2009)
6. Il Politecnico di Torino in provincia di Cuneo
Dai dati statistici alle opinioni degli studenti (2009)
7. Il settore delle utilities in provincia di Cuneo
Analisi e prospettive (2009)
8. Università e sviluppo del territorio
Laureati cuneesi della facoltà di Scienze Politiche e mercato del lavoro (2010)
9. L’arte della Fondazione
Valutazione dei progetti di conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico
e architettonico finanziati dalla Fondazione CRC (2010)
10. Un patrimonio valorizzato
Descrizione dei 100 maggiori interventi di restauro architettonico
e artistico finanziati dalla Fondazione CRC (2011)
11. La ricerca della Fondazione
Valutazione di tre anni di Bando Ricerca della Fondazione CRC (2011)
12. L'innovazione sociale in provincia di Cuneo
Servizi, salute, istruzione, casa (2011)
13. Il valore della cultura
Per una valutazione multidimensionale dei progetti e delle attività culturali (2011)
14. L'impatto economico delle università decentrate: il caso di Cuneo (2012)
15. Capitale umano e società della conoscenza: i laureati nelle imprese cuneesi (2012)
16. Innovazione in Comune
Percorsi innovativi nei sette maggiori Comuni della provincia di Cuneo (2013)
17. Disagio psicologico
Diffusione, fattori di rischio, prevenzione e cura (2013)
18. Il mondo a scuola
Alunni stranieri e istituzioni formative in provincia di Cuneo (2013)
19. Terre alte in movimento
Progetti di innovazione della montagna cuneese (2013)
20. Facciamo cose
Progetti di giovani per la provincia di Cuneo (2013)
21. Granda e Green
Green economy in provincia di Cuneo (2014)
22. Langhe e Roero
Tradizione e innovazione (2014)
23. Quelli che lasciano
La dispersione scolastica in provincia di Cuneo (2014)
24. Alla prova della crisi
L'innovazione sociale in provincia di Cuneo (2015)
25. Sviluppo locale
Politiche e progetti in provincia di Cuneo (2015)
26. Prevenire e promuovere
Politiche e progetti per la salute in provincia di Cuneo (2015)
27. Startup in Granda
Imprenditoria innovativa in provincia di Cuneo (2015)
28. Pedalare per lo sviluppo
Il cicloturismo in provincia di Cuneo (2016)
29. Imparare a lavorare
I tirocini in provincia di Cuneo (2017)
30. Formarsi in Granda
La formazione professionale in provincia di Cuneo (2017)
31. Imprese di valore
Le cooperative sociali in provincia di Cuneo (2017)
32. Granda e Smart
Esperienze smart in provincia di Cuneo (2017)
33. Impresa possibile
Welfare aziendale in provincia di Cuneo (2018)
34. Patrimoni naturali per lo sviluppo
I parchi della provincia di Cuneo (2018)
35. Coltivare innovazione
Prospettive per l'agroalimentare in provincia di Cuneo (2018)
www.fondazionecrc.it
ISBN 978-88-98005-24-6