HAGHIA TRIADA NEL PERIODO TARDO MINOICO I
Il riepilogo dei dati acquisiti, delle questioni affrontate e di quelle ancora aperte,
per un periodo così complesso e importante nella storia di Haghia Triada rappresenta
un compito tanto naturale, in occasione dei cento anni degli scavi italiani nel sito,
quanto gravoso. Si tratta di ripercorrere i percorsi, talvolta tortuosi, seguiti da un secolo di indagini sul campo, di prendere in considerazione documenti di varia tipologia
raccolti in epoche e con criteri molto diversi, di muoversi attraverso una ponderosa bibliografia che ha avuto lungo tempo per stratificarsi e consolidarsi, di comporre nel
quadro d'insieme elementi ancora in corso di studio e inediti, non sempre coerenti con
le interpretazioni tradizionali.
La ripresa delle ricerche nel sito, programmata da V. La Rosa a partire dal 1977,
ebbe l'intento da un lato di riesaminare con criteri moderni i reperti recuperati nei vecchi scavi ( 1 9 0 2 - 1 9 1 4 ) ' , dall'altro di effettuare nuovi saggi nell'area già scavata nel tentativo di acquisire più precise indicazioni cronologiche e architettoniche sugli edifici
presenti. Un primo ciclo di indagini, conclusosi nel 1989, interessò l'area dell'insediamento; in un secondo momento si è proceduto al riesame del settore della necropoli
(1989-1999).
La prima serie di interventi portò all'identificazione di nuove strutture e depositi
ceramici TM I in vari punti dell'area già in luce:
- nel settore sud-est dell'abitato: vani Gamma e Delta, Casa dei Fichi (1978-1979);
- nell'area intorno al Bastione: depositi ceramici dalla Trincea B a Sud-Est del Bastione (1983, 1986), Vano con Pilastro (1986);
- nel Villaggio a Sud del Muraglione a Denti: Edificio Ciclopico (1979), depositi ceramici dal Saggio VI (1979), Casa del Pistrinum (1984), strutture e depositi ceramici sotto il vano D della Casa dei Vani Aggiunti Progressivamente (VAP) (1988);
- nel Villaggio a Nord del Muraglione a Denti: strutture e depositi ceramici sotto i
vani 1, 2, 3, 7, 10 dell'Edificio Nord-Ovest (1980, 1982, 1985), deposito ceramico
sotto l'Edificio P (1984), depositi ceramici sotto i vani a, b, c, ¿/dell'Edificio Ovest
e Casa del Vassoio Tripodato (1985), strutture e depositi ceramici nell'area a Nord
dei vani Q ed R (1985);
1 Si è così giunti all'edizione completa degli
affreschi e delle statuine rinvenute nel sito nel
corso dei vecchi scavi: cfr., rispettivamente, MILI-
Haghia Triada II. Statuine minoiche e post-minoiche
dai vecchi scavi di Haghia Triada (Creta), Padova 1999.
TELLO 1 9 9 8 ; A . L . D'AGATA,
146
DARIO PUGLISI
— nell'area a Sud della Villa: strutture e depositi ceramici presso il Predio Marakis
(1988) (tav. I) 2 .
Il bilancio preliminare di queste indagini, pubblicato l'anno stesso della conclusione dei
lavori 3 , superava l'immagine monolitica e semplificata che della Haghia Triada neopalaziale
era stata data nell'edizione dei primi scavi 4 , riconsegnando al sito il ruolo che gli spettava
nel più recente dibattito scientifico sul TM I. Un nuovo approccio diacronico alla documentazione consentiva l'individuazione di due diversi momenti nell'assetto dell'abitato, preannunciando un tipo di indagine che successivamente sarebbe stata applicata su scala paninsulare da J . Driessen e C. MacDonald 5 . Anche la discussione sul rapporto tra Haghia Triada
e i limitrofi centri palaziali di Festòs e Kommòs, impostata fin dal 1985 6 , anticipava la più
ampia questione della «multiplicity, density and proximity of palatial centres» che gli organizzatori hanno indicato come il cuore dell'incontro di studio tenuto a Louvain-la-Neuve due
anni or sono . Non mancava, infine, come è inevitabile in ogni riflessione riguardante l'organizzazione politica e territoriale di Creta nel TM I, il richiamo alla possibilità di una egemonia cnossia sull'isola in questo periodo. L'eccezionale ricchezza dei documenti d'archivio
rinvenuti nello strato di distruzione finale della Villa Reale veniva interpretata come il segno di una supremazia di Haghia Triada su Festòs, voluta forse dalla stessa Cnosso per limitare il tradizionale centro di potere della regione, in favore di un altro emergente 8 .
La ripresa delle ricerche nella necropoli ha portato all'identificazione, immediatamente ad Est della già nota Tomba degli Ori, di un nuovo settore dell'insediamento
(tav. I). Lo scavo integrale del complesso, che prese nome da una mazza in breccia rinvenuta sul pavimento di uno dei vani, fu completato tra il 1989 e il 1995. La presenza di un ricco strato di distruzione probabilmente coevo a quello della Villa, ripropose
il problema della fine dell'insediamento alla chiusura del T M I B N e l consueto dilemma «intervento umano/catastrofe naturale», ben consolidato in bibliografia, si propendeva per la seconda alternativa in considerazione dell'assenza di segni di spoliazione nei numerosi strati di distruzione identificati nel sito, della discontinuità delle tracce di incendio nelle diverse aree coinvolte nel disastro e sulla base della presenza di al-
I riferimenti bibliografici delle notizie preliminari sono citati nel prosieguo del testo, nella
trattazione sistematica di ciascun saggio e deposito. Tutti i disegni dei vasi sono in scala 1:3 ove
non altrimenti specificato.
3 Cfr. L A R O S A
1989.
4 Cfr. H A L B H E R R , S T E F A N I , B A N T I 1 9 7 7 , in particolare pp. 2 3 3 - 2 3 5 .
5 Cfr. D R I E S S E N , M A C D O N A L D
1997.
6 Cfr. V. LA ROSA, Preliminary Considerations
on the Problem of the Relationship between Phaistos and Hagia Triada, in J . W . S H A W , M.C. S H A W
edd., A great Minoan Triangle in southcentral Crete:
2
Kommos, Hagia Triadha, Phaistos, (Scripta Mediterranea VI), Toronto 1985, pp. 45-54.
7 Cfr. J . D R I E S S E N , I . S C H O E P , R . L A F F I N E U R , Introduction, pp. I X - X , in D R I E S S E N , S C H O E P , L A F F I N E U R
2002.
8 U l t i m a proposta di ricostruzione del quadro
storico-politico della Messarà tra M M III e T M I
in L A R O S A 2002a, in particolare pp. 93-96.
'Indizi a favore di una distruzione di tipo sismico del Complesso della Mazza di Breccia vengono citati in L A R O S A 1995, pp. 540-541; cfr.,
inoltre, il contributo di C. Monaco e L. Tortorici in
questo stesso volume.
HAGHIA
TRIADA NEL PERIODO TARDO MINOICO I
147
cune lesioni di possibile origine sismica nelle strutture superstiti 1 0 . D'altro canto, il
mancato riconoscimento di contesti puri attribuibili al T M II faceva ipotizzare un netto spopolamento nei decenni successivi alla distruzione del T M IB, con un'inversione di
tendenza solo a partire dal T M IIIA1 u .
I risultati delle nuove ricerche attendono, per giungere alla meta dell'edizione definitiva, la conclusione dello studio dei materiali. L'esame dei depositi ceramici TM I dai saggi
nell'area dei vecchi scavi, condotto dallo scrivente negli anni 1997-1998 e 2002-2003, è in
corso di completamento 1 2 . Parallelamente procede l'analogo impegno sulla ceramica dal
Complesso della Mazza di Breccia ad opera di N . Cucuzza. Comunicazioni preliminari dei
primi esiti delle ricerche hanno posto l'attenzione sull'aspetto stilistico e cronologico della
sequenza dei depositi recuperati 13 . Il moltiplicarsi, nella bibliografia degli ultimi anni, di
etichette che accorpano al loro interno tanto MM III quanto TM I (MM IIIB/TM IA14; Tran-
10
Cfr. V. L A R O S A , La civiltà cretese dal M M III
al miceneo, in E . D E M I R O , L. G O D A R T , A . S A C C O N I
edd., Atti e memorie del Secondo Congresso Internazionale di Micenologia (Roma-Napoli 1991), Roma 1996,
voi. Ili, pp. 1074 e ss.
11
Cfr. L A R O S A 1997b, p. 251. A . L . D'Agata,
sulla base dell'esame preliminare della nuova documentazione ceramica, si è spinta a ipotizzare un
totale abbandono dell'intero sito dopo la distruzione finale della Villa, con rioccupazione solo alla fine del T M II: cfr. A.L. D ' A G A T A , Dinamiche sociali, modelli culturali e indicatori etnici a Haghia
Triada nel T M III. L'evidenza offerta dalla ceramica,
in
V.
LA
ROSA,
D.
PALERMO, L .
VAGNETTI
edd.,
'Epi pònton plazòmenoi. Simposio Italiano di Studi Egei
(Roma 1998), Roma 1999, pp. 193ss.
12
Per i depositi T M I dall'area del Sacello H
( 1 9 7 8 - 1 9 7 9 : vani Gamma e Delta, Casa dei Fichi),
cfr. D. P U G L I S I , Depositi ceramici del periodo Tardo
Minoico 1 dal saggio nell'area del Sacello di Haghia
Triada (Creta), Tesi di laurea presso l'Università
degli studi di Catania, a. a. 1997/98; per quelli dai
saggi sotto i vani a, b, c, d dell'Edificio Ovest
(1985) e nell'area a Est e Sud-Est del Bastione
( 1 9 8 3 , 1 9 8 6 : depositi ceramici dalla Trincea B a
Sud-Est del Bastione, Vano con Pilastro), cfr. PUGLISI 2 0 0 3 . Un ulteriore g r u p p o di depositi (1979:
Edificio Ciclopico, Saggio VI; 1984: strato di bruciato sotto l'Edificio P; 1985: saggio nell'area a
Nord dei vani Q e R; 1988: saggio sotto il vano D
della Casa VAP, saggi nell'area del Predio Marakis)
è stato oggetto di indagine analitica durante il primo anno del corso di Dottorato di Ricerca in
Scienze dell'Antichità che lo scrivente sta svolgendo presso l'Università di Udine (a. a. 2002/03). Lo
svolgimento di tale lungo percorso di studio è stato possibile grazie alla disponibilità e al contributo di molteplici istituzioni e persone: ringraziamo
innanzitutto i proff. A. Di Vita ed E. Greco, che
da direttori della Scuola Archeologica Italiana di
Atene, hanno consentito l'accesso ai materiali e all'archivio della Scuola e hanno permesso di beneficiare dell'indispensabile supporto logistico; una
profonda gratitudine ci lega, inoltre, al prof. V. La
Rosa, per la fiducia che ci ha accordato sin dagli
inizi del lungo percorso di studio e per l'attenzione con cui ne ha sempre seguito lo svolgimento; di
utili indicazioni e proficue discussioni siamo in vario modo debitori, infine, ai proff. F. Carinci e P. Militello, e ai dott. N . Cucuzza, L. Girella, O. Palio,
S. Todaro.
13
14
C f r . PUGLISI
2001.
II primo, in ordine temporale, a far ricorso a
questa etichetta è M. Popham per l'evidenza da
Cnosso (cfr. M . R . P O P H A M et alii, The Minoan Unexplored Mansion at Knossos, London 1984, p. 158),
seguito dalla D ' A g a t a per Haghia Triada (cfr. A.L.
D ' A G A T A , Some M M I I I B / L M I A Pottery from H a ghia Triada, in R . LAFFINEUR ed., Transition. Le Monde Egéen du Bronze Moyen au Bronze Récent (Actes de la
148
DARIO PUGLISI
sitional MM IIIB/TM /A 1 5 ) o che indicano m o m e n t i iniziali del T M I (Early LM M ) 1 6 ,
infatti, ha creato una notevole confusione a livello terminologico, che può essere superata solo facendo riferimento esplicito agli indicatori ceramici diagnostici di ciascuna fase. N e l caso di Haghia Triada, va ribadito che ci serviamo della sigla TM I senza alcuna
menzione del M M III, esclusivamente quando facciamo riferimento a depositi ceramici
in cui la tecnica decorativa in lìght-on-dark con policromia, di tradizione mediominoica,
è completamente scomparsa nella produzione vascolare d'impasto fine e sopravvive sporadicamente, in genere senza policromia, sui grandi contenitori d'impasto grezzo. A tal
proposito si è rivelato estremamente utile lo studio preliminarmente condotto da A.L.
D'Agata sulla ceramica dallo strato di distruzione della Casa dalla Soglia Alabastrina ad
H a g h i a Triada n , in quanto ci ha consentito di usufruire di un indispensabile terminus
post quern per la collocazione dei depositi T M I del sito.
A partire dall'evidenza archeologica correlata a questo genere di contesti, procederemo ad una rassegna in ordine topografico dei dati da Haghia Triada, proponendone in
sede di conclusioni una rilettura complessiva in senso diacronico.
La Villa R e a l e
Il cuore m o n u m e n t a l e di Haghia Triada nell'Età dei Secondi Palazzi 1S , nonostante
gli sforzi ormai secolari degli studiosi, continua a custodire inalterati molti interrogativi a proposito dell'originario aspetto architettonico, della cronologia delle fasi edilizie,
delle funzioni cui le varie aree del complesso erano destinate ( f i g . 1).
I primi scavatori ne restituirono u n ' i m m a g i n e monolitica, sia dal p u n t o di vista
edilizio che cronologico: la Villa, nella versione a noi pervenuta, sarebbe stata costruita
in un'unica volta, in un m o m e n t o in cui si utilizzava già ceramica T M I, e distrutta alla fine dello stesso periodo 1 9 .
Tale i m m a g i n e è stata più volte messa in discussione, innanzitutto per quanto riguarda l'aspetto architettonico e planimetrico. L'ipotesi formulata alcuni anni or sono da
J. McEnroe, e ripresa da L.V. Watrous, secondo cui l'articolazione planimetrica dell'edificio, con la caratteristica alternanza di spazi destinati ad immagazzinamento e di altri
con funzione residenziale (Quartiere Servile Sud-Ovest, Quartiere Signorile di Nord-Ovest,
Magazzini Nord, Quartiere Signorile Orientale), avrebbe costituito l'esito finale della fusio-
2" Rencontre égéenne intern, de l'Univ. de Liège 1988),
Aegaeum 3, 1989, pp. 93-97).
15
Cfr. P . W A R R E N , V. H A N K E Y , Aegean Bronze Age
Chronology, Bristol 1989, pp. 61-65; P. W A R R E N , A
New Minoan Deposit from Knossos, c. 1660 B.C.,
and its Wider Relations, in BSA 86, 1991, pp.
319-340.
16
Cfr. J . W . S H A W , A . V A N DE M O O R T E L , V . K I L I K O G L O U , P . D A Y , A LM 1A Ceramic Kiln in South-
Central Crete: Function and Pottery Production (Hesperia suppl. 30), Princeton 2001, pp. 89-94.
17
Cfr. A . L . D ' A G A T A , Some M M I I I B / L M I A
Pottery... cit.
18
Cfr. H A L B H E R R , S T E F A N I , B A N T I 1977, pp. 31201.
19
Cfr. H A L B H E R R , S T E F A N I , B A N T I 1977, pp. 234235.
150
DARIO
PUGLISI
ne di due edifici originariamente autonomi (presunte ville A e B)20 è stata in varie oc-,
casioni rigettata da La Rosa e P. Militello 2 1 . Tra i diversi argomenti raccolti contro la ricostruzione degli studiosi americani, appaiono decisivi, a nostro avviso, l'assenza di tracce archeologiche della presunta sutura tra i due edifici più antichi, e la possibile complementarità funzionale dei diversi settori sin dal primo impianto.
Ulteriori proposte di recenziorità, a proposito di alcune porzioni del complesso, sono state avanzate di recente da Driessen e MacDonald 2 2 . Prive di convincenti riscontri
archeologici restano quelle relative al Quartiere Servile Sud-Ovest e al c. d. Avancorpo
Orientale, il grande vano rettangolare posto immediatamente a Est del Quartiere Signorile Orientale 2 3 . Più complessa è invece la questione del vano 14, piccolo ambiente interamente coperto da affreschi, che Militello ha, oltre ogni ombra di dubbio, dimostrato di destinazione cultuale 2 4 . In questo caso, la possibilità che Yadyton, delimitato da
tramezzi in m a t t o n i crudi che inglobano i pilastri dei polythyra dell'attigua sala 13, sia
stato ritagliato all'interno di una precedente sala più ampia, appare improbabile qualora si consideri la coerenza planimetrica dell'ambiente rispetto a quelli circostanti. Esso,
infatti, risulta in posizione assiale rispetto alla sala 13, ed è inserito tra due aree di passaggio, il vano 52 a Sud e la scaletta 53 verso il pozzo di luce 54 a N o r d , che fanno parte di un complesso sistema di comunicazione interna che deve essere stato concepito sin
dall'inizio tenendo conto della presenza del vano 2 5 ( f i g . 1).
20
Cfr. J . M C E N R O E , Minoan House and Town Arrangement, Ph. D. University of Toronto, 1979;
L.V. W A T R O U S , Ayia Triada: A New Perspective on
the Minoan Villa, in AJA 88, 1984, pp. 123-134.
La linea di sutura tra le due ville sarebbe da riconoscere, secondo i due studiosi, lungo il limite tra
i magazzini 59, 8 e 61 a Ovest e quelli 62, 5 e 64
ad Est. Tuttavia, l'unica struttura dell'area che sembra aggiunta posteriormente è il muro settentrionale del vano 62 che, come detto dai primi scavatori e
ribadito da La Rosa, potrebbe costituire semplicemente la seriore delimitazione di un piccolo recesso
scoperto. Per una discussione completa sulla questione cfr. L A R O S A 1997a, pp. 80-83.
21
Cfr. L A R O S A 1989, pp. 82-83, 90; L A R O S A
1997a, pp. 80-83; M I L I T E L L O 1988, pp. 259-260; P.
M I L I T E L L O , Uno hieron nella Villa di Haghia Triada?, in Sileno XVIII, 1992, p. 110.
22
Cfr. D R I E S S E N , M A C D O N A L D 1997, pp. 200-204.
23
Cfr. H A L B H E R R , S T E F A N I , B A N T I 1977, pp. 178179.
24
Cfr. P. M I L I T E L L O , Uno hieron... cit.; M I L I T E L L O
1998, p. 282; alla stessa conclusione è giunto autonomamente P. Rehak (cfr. P. R E H A K , The Role of
Religious Painting in the Function of the Minoan
Villa, in R. H À G G ed., The Function of the «Minoan
Villa» (Proceedings of the 8th International Symposium
at the Swedish Institute at Athens 1992), Stockholm
1997, pp. 163-175.
25
Altri argomenti contro la recenziorità del vano 14 sono: la pavimentazione del vano, che è diversa sia da quella della sala 13 che da quella dell'ambiente 52; l'aspetto poco convincente della sala con polythyra ipotizzabile prima dell'eventuale
aggiunta del sacello; il confronto con altri siti minoici, che mostra come il ricorso a tramezzi in
mattoni crudi per delimitare recessi in ambienti
più grandi appaia relativamente frequente e non
implichi necessariamente una modifica o rifunzionalizzazione di spazi originariamente destinati a
scopi diversi (cfr. i casi citati in J.W. S H A W , Minoan Architecture. Materials and Techniques, in
ASAtene IL, 1971, pp. 193-195).
151
H A G H I A T R I A D A NEL P E R I O D O T A R D O M I N O I C O I
Allo stato attuale, pertanto, l'unica modifica di rilievo dell'impianto della Villa documentata con certezza si trova nel Quartiere Signorile Orientale 2 6 e consiste nella costruzione del lungo muro nord-sud che divide il corridoio 74 dal portico 1 e dal pozzo
di luce 22. La realizzazione seriore della struttura, osservata in occasione del saggio del
1977 nel corridoio 7 4 2 7 , va probabilmente collegata alle modifiche già riconosciute dai
primi scavatori nel vano 21 (con occlusione, parziale o totale, dei polythyra sui lati sud e
nord dell'ambiente) e del corridoio 71 (distinto dai magazzini 70 e 69 attraverso l'aggiunta di un tramezzo in mattoni crudi) 2 8 . L'insieme di queste trasformazioni, di cui è
difficile ricostruire esattamente la logica anche a causa del cattivo stato di conservazione dei resti, era comunque finalizzato a variare i sistemi di fruibilità degli ambienti, impedendo l'accesso al portico 21, limitando quello al portico 1, e collegando quest'ultimo, attraverso un corridoio diretto, alla latrina 68 ( f i g . 1).
Al problema architettonico è strettamente legato quello cronologico. Se per lo strato di distruzione, l'omogeneità stilistica dell'abbondante ceramica rinvenuta e l'associazione con alcuni vasi in Special Palatial Tradition29 non lascia adito ad incertezze circa
una datazione alla fine del T M IB, non altrettanto si può dire per il momento della costruzione dell'edificio.
I primi scavatori, partendo da una visione unitaria di quest'ultimo, risolvevano il
problema affidandosi ai frammenti già T M I rinvenuti nei saggi sotto i pavimenti di alcuni vani del Quartiere Signorile di Nord-Ovest 3 0 . La documentazione relativa a questi
interventi sembra completamente perduta 31 , ad eccezione di una foto recuperata in anni
recenti nell'archivio di D. Levi, che raffigura un piccolo gruppo di frammenti prove-
Altri possibili interventi verosimilmente legati a occasionali operazioni di consolidamento sono
Villa, cfr.
HALBHERR,
STEFANI,
BANTI
1 9 7 7 , p. 6 7 ,
fig. 3 6 ; p. 7 9 , fig. 4 9 ; pp. 9 4 - 9 5 , figg. 6 0 - 6 2 .
riconoscibili nello spesso muro aggiunto sul lato oc-
30Nella
pubblicazione vengono citati i vani 3 8 ,
cidentale del vano 6 4 , presso i Magazzini Nord, e
45,
nel lato occidentale del vano 5 7 , presso il Quartiere
vano 3 8 , p. 5 8 ; vano 4 5 , pp. 1 0 6 - 1 0 7 ; vano 3, p.
3,
13,
14
(cfr.
H A L B H E R R , STEFANI, BANTI
1977,
Signorile di Nord-Ovest. Meno chiaro il significato
8 1 , con lo strato superiore T M I e quello inferiore
strutturale da attribuire, nello stesso quartiere, alla
M M I I I ; vano 1 4 , p. 9 3 , con la roccia che sale da
verosimile aggiunta del colonnato orientale nel poz-
Est a Ovest da - 0 . 6 0 a - 0 . 1 5 rispetto al livello delle
zo di luce 4 9 . Si è già detto della limitata impor-
lastre; vano 13, p. 88). Dubbia resta l'attendibilità
tanza della modifica presso il vano 6 2 .
del saggio sotto il pavimento del vano 21 (HALB-
2 7 Cfr.
V. LA ROSA, La ripresa dei lavori ad H a -
ghia Triada: relazione preliminare sui saggi del
1 9 7 7 , in ASAtene
2SI
LV, 1 9 7 7 , pp. 2 9 9 - 3 0 2 .
29
1977,
p.
of Minoan
Pottery,
BETANCOURT,
Princeton 1 9 8 5 , pp.
per gli esemplari in Special Palatial
Numerosi frammenti T M IA da Haghia Tria-
da sono conservati al Museo di Iraklio ma purtroppo ci sono giunti privi dell'indicazione di prove-
166.
Per la definizione e la cronologia della Special
Palatial Tradition, cfr. P.P.
1 9 7 7 , p. 1 5 6 ) vista la citazio-
ne di un frammento T M III insieme a T M I e M M .
31
due interventi edilizi sono messi in relazione
g i à i n H A L B H E R R , STEFANI, B A N T I
HERR, STEFANI, B A N T I
nienza. È possibile che il programmato riesame dei
The History
taccuini dei primi scavi consentirà il recupero di
140-148;
alcuni dati a proposito di questa documentazione.
Tradition
dalla
152
DARIO PUGLISI
nienti dallo scavo sotto il vano 14 della Villa 3 2 . Tra questi, mentre la presumibile presenza di esemplari in light-on-dark e l'attestazione di una tazza a campana con orlo verniciato e di un pitharaki monocromo potrebbero ancora adattarsi ad una cronologia MM
III, la frequenza del rippled, in un caso associato a fascia ondulata nel registro inferiore,
e soprattutto l'esemplare con il motivo della canna vanno riferiti senz'altro ad un momento già pienamente T M IA.
Quest'unica indicazione ricavabile dalle prime ricerche contrasta con i risultati del
secondo ciclo di scavi, nel corso del quale si è tornato a indagare sotto i pavimenti dell'edificio monumentale nel 1977, nel corridoio 74, e nel 1980, nell'area dei vani 62, 65a
e 66a. In entrambi i casi ci si è imbattuti in depositi ceramici che, se esatte le interpretazioni elaborate in via preliminare, rappresentano altrettanti terminus ad quem per la costruzione dell'edificio. Nel corridoio 74, infatti, è stato recuperato un gruppo di vasi
che, per tipologia e modalità di giacitura, va senz'altro identificato con un deposito di
fondazione, posto nel terreno in occasione della costruzione o di una significativa ristrutturazione dell'edificio; sotto i vani 62, 65a e 66a, fu intercettato uno strato molto
ricco di ceramica, tra cui numerosi skoutelia interi, che costituisce probabilmente un
riempimento-colmata realizzato per la messa in opera del muro settentrionale della Villa. Sebbene l'esatta cronologia dei due contesti sia ancora oggetto di discussione, l'oscillazione possibile non può scendere oltre la fine del MM III 3 3 e dunque si resta ancorati ad un momento anteriore a quello cui andrebbero assegnati i pochi frammenti da
sotto il vano 14. Questi ultimi andranno pertanto riferiti ad un intervento seriore sulla
Villa 3 4 , la cui estensione e il cui significato restano interamente da definire e, allo stato
attuale delle nostre conoscenze, possono spaziare da un rifacimento circoscritto al solo
ambiente 14, ad una operazione coinvolgente tutti i vani dell'ala occidentale che restituirono frammenti T M I da sotto i pavimenti. Meno incerta appare, invece, la situazione del Quartiere Signorile Orientale, dove l'aggiunta del muro occidentale del corridoio
74 può essere messa in relazione architettonica e cronologica con il sistema di deflusso
delle acque piovane funzionante nell'ultima fase neopalaziale del centro: il percorso delle acque all'interno del corridoio, infatti, costeggia il margine orientale del muro ag-
3 2 Cfr. L A R O S A 1997a, p. 8 8 , f ì g . 8; M I L I T E L L O
1 9 9 8 , p. 7 0 , fig. 7; P U G L I S I 2 0 0 1 , p. 9 7 ; i frammenti sono descritti in H A L B H E R R , S T E F A N I , B A N T I
1 9 7 7 , p. 93.
" C f r . , in P U G L I S I 2 0 0 1 , la discussione sulla
composizione e cronologia dei due contesti, con riferimenti bibliografici precedenti. Sulla natura cerimoniale del deposito nel corridoio 7 4 , cfr. LA
R O S A 2 0 0 2 b , p. 33; sulla cronologia del deposito,
cfr. L A R O S A 2 0 0 2 a , p. 7 2 , nota 9, in cui si ribadi-
sce la datazione ad un momento intermedio e non
finale del M M III.
34 Come già osservato in L A R O S A 1997a, p. 88;
inoltre, in M I L I T E L L O 1 9 9 8 , pp. 6 8 - 7 0 , dove tuttavia l'espressione « T M IA iniziale» va intesa in modo generico e non fa riferimento all'analoga etichetta che solo negli anni successivi abbiamo proposto di utilizzare per indicare il più antico orizzonte di distruzione T M IA attestato ad Haghia
Triada (cfr. P U G L I S I 2 0 0 1 , p. 96).
HAGHIA TRIADA NEL PERIODO TARDO MINOICO I
153
g i u n t o e prosegue verso il Piazzale Inferiore, c o l l e g a n d o s i , in corrispondenza d e l l ' a n g o lo s u d - o c c i d e n t a l e del B a s t i o n e , al t r a t t o p r o v e n i e n t e dalla Casa E s t 3 5 .
Se la p r o b l e m a t i c i t à dei dati relativi agli aspetti edilizi e c r o n o l o g i c i della Villa
s e m b r a reclamare nuovi a p p r o f o n d i m e n t i sul c a m p o , non m e n o a m p i e e controverse si
p r e s e n t a n o le q u e s t i o n i relative a l l ' i n t e r p r e t a z i o n e funzionale del complesso. L'approccio
dei p r i m i scavatori fu i m p r o n t a t o ad una visione laica ed u t i l i t a r i s t i c a , f o r t e m e n t e influenzata da m o d e l l i i n t e r p r e t a t i v i di derivazione classicista. Scarsa fu, inoltre, l ' a t t e n zione alle indicazioni fornite dai contesti di r i n v e n i m e n t o e alle valenze s i m b o l i c h e dei
m a n u f a t t i . La storia delle ricerche successive è segnata dalla progressiva e m a n c i p a z i o n e
dagli s c h e m i iniziali, a favore di una valutazione sempre più « i n t e g r a t a » dei dati. Il prim o passo in q u e s t a direzione, c o m p i u t o da W a t r o u s nel 1 9 8 4 3 6 , partiva dalla c o m p l e t a
a c c e t t a z i o n e della f i n a l i t à residenziale a t t r i b u i t a dai p r i m i scavatori ai Q u a r t i e r i S i g n o rili e al Q u a r t i e r e Servile S u d - O v e s t e, dando f i n a l m e n t e il g i u s t o risalto all'eccezionale
d o c u m e n t a z i o n e b u r o c r a t i c o - a m m i n i s t r a t i v a d i s p o n i b i l e 3 7 , g i u n g e v a a vedere nella V i l la la d i m o r a di funzionari inseriti a l l ' i n t e r n o di un s i s t e m a g e r a r c h i c o di produzione,
i m m a g a z z i n a m e n t o e c o n t r o l l o delle risorse facente capo al palazzo di Festòs. Più p u n tuali r i s c o n t r i , a p r o p o s i t o degli stessi t e m i , sono venuti dalla revisione di i m p o r t a n t i
classi di m a t e r i a l i e dei relativi t a c c u i n i , c o m p i u t a da M i l i t e l l o a partire dal 1 9 8 8 . A t traverso l ' i d e n t i f i c a z i o n e dei p u n t i esatti di r i n v e n i m e n t o delle varie classi di d o c u m e n ti a m m i n i s t r a t i v i a t t e s t a t i nella V i l l a ( t a v o l e t t e , rondelle, cretule), egli ha p o t u t o localizzare p i ù archivi, con c a r a t t e r i s t i c h e differenziate: quelli riferibili all'area del p o r t i c o
I l e del vano 7 2 , r i s p e t t i v a m e n t e nei quartieri signorili di N o r d - O v e s t e O r i e n t a l e , pot r e b b e r o essere stati connessi alla sfera ufficiale e/o sacrale; q u e l l o del vano 5 9 , presso i
M a g a z z i n i N o r d , ad operazioni di i m m a g a z z i n a m e n t o ; q u e l l o tra il corridoio 9 e la stanza 2 7 , nel Q u a r t i e r e Servile di S u d - O v e s t , alla d i s t r i b u z i o n e di derrate, n e l l ' a m b i t o di
un settore d e s t i n a t o alla conservazione di b e n i 3 8 . Il c i t a t o r i c o n o s c i m e n t o del vano 1 4
c o m e a m b i e n t e «di azione c u l t u a l e » ha reso u l t e r i o r m e n t e a r t i c o l a t o il quadro, p o r t a n do alla proposta di assegnare a l l ' i n t e r o Q u a r t i e r e S i g n o r i l e di N o r d - O v e s t una destinazione di rappresentanza e apertura al p u b b l i c o , n e l l ' a m b i t o della quale spiegare il sacello, m e n t r e al solo Q u a r t i e r e S i g n o r i l e O r i e n t a l e venivano l i m i t a t e funzioni p r e t t a m e n t e
residenziali e private
35
U l t e r i o r i tappe n e l l ' a m b i t o di una progressiva rivalutazione del
Ci r i f e r i a m o al t r a t t o d e f i n i t o 'fogna C ' in
HALBHERR,
36
39 .
Cfr.
STEFANI, B A N T I
L.V.
WATROUS,
1 9 7 7 , pp. 2 2 1 - 2 2 6 .
Ayia Triada: A N e w P e r -
spective... cit.
37
t i : cfr. G .
p e n i n s u l a r e , in MonAnt
38
N o n a l t r e t t a n t o era s t a t o fatto in
HALBHERR,
Le i s c r i z i o n i p r e e l -
Cfr.
MILITELLO
X L , 1 9 4 5 , coll. 4 2 1 - 6 9 0 .
1 9 8 8 ; P.
MILITELLO,
L'ammini-
strazione m i n o i c a : l ' e s e m p i o di H a g h i a Triada, in
ti i s c r i t t i da H a g h i a T r i a d a ad opera di G . P u g l i e -
O L I V I E R ed., Mykenaikà. Actes du IX' Colloque international sur le textes mycéniens et égéens (Athènes 1990),
se C a r r a t e l l i , s e g u e n d o i c a n o n i s c i e n t i f i c i d e l l ' e -
CBCH suppl. X X V ) , Paris 1 9 9 2 , pp. 4 1 1 - 4 1 4 .
STEFANI, B A N T I
1 9 7 7 . Il p r i m o
corpus dei d o c u m e n -
PUGLIESE CARRATELLI,
l e n i c h e di H a g h i a T r i a d a in C r e t a e della G r e c i a
p o c a , si l i m i t a v a a l l ' e d i z i o n e f i l o l o g i c a dei r e p e r -
J.-P.
39Cfr.
P. MILITELLO,
Uno
hieron...
cit.
154
DARIO PUGLISI
ruolo del sacro nella V i l l a sono rappresentate dall'ipotesi di La R o s a di identificare il
c.d. Avancorpo O r i e n t a l e c o m e un cortile scoperto per lo s v o l g i m e n t o di c e r i m o n i e 4 0 ;
dal r i c o n o s c i m e n t o del valore religioso di un g r u p p o di statuine in bronzo, dal vano
7 a 4 1 , che si a c c o m p a g n a ad un secondo in terracotta dal Q u a r t i e r e Servile di S u d - O v e s t ,
g i à noto m a da poco r i e d i t o 4 2 ; dalla recente proposta, ancora di La Rosa, di identificare
una serie di depositi c e r i m o n i a l i nelle «casselle» s o t t o i vani 9 e 4 9 della V i l l a 4 3 .
S u l l a falsariga delle u l t i m e tendenze, è o p p o r t u n o a questo p u n t o soffermarci ad
esaminare alcuni aspetti dei quartieri signorili della V i l l a , che possono assumere un sig n i f i c a t o p i u t t o s t o diverso da q u e l l o consueto qualora r i l e t t i alla luce delle ipotesi form u l a t e ormai da alcuni anni r e l a t i v a m e n t e al valore c e r i m o n i a l e dei polythyra
p i ù in g e n e r a l e , dei Residential
m i n o i c i o,
" . E stato, i n f a t t i , osservato che questa t i p o l o g i a
Quarters
a r c h i t e t t o n i c a , caratterizzata dal vario comporsi di polythyra,
pozzi di luce, vestiboli e
corridoi, risulta sempre a r t i c o l a t a a t t o r n o a complessi percorsi che c u l m i n a n o in un piccolo a m b i e n t e c h i u s o , vero e proprio adyton,
spesso c o s t i t u i t o da un bacino lustrale. Sul-
la natura c u l t u a l e di q u e s t a t i p o l o g i a a r c h i t e t t o n i c a , l'eccezionale evidenza restituita
dallo Xestè
3 ad A k r o t i r i di T h e r a lascia pochi m a r g i n i di d u b b i o , m e n t r e la frequente
associazione con le c.d. « l a t r i n e » induce il sospetto che anche questi a m b i e n t i rivestissero un ruolo nel c e r i m o n i a l e di cui i Residential
Quarters
rappresenterebbero la concre-
tizzazione a r c h i t e t t o n i c a . N e l l ' a t t e s a che uno studio a n a l i t i c o dia c o n t o più d e t t a g l i a t o
delle m o d a l i t à attraverso cui avrebbero avuto luogo q u e s t e i p o t e t i c h e c e r i m o n i e , va not a t o che ad esigenze c e r i m o n i a l i , p i u t t o s t o che s o l a m e n t e a b i t a t i v e , p o t r e b b e r o rispondere anche i circulatory
i d e n t i f i c a t i da C. Palyvou nei quartieri residenziali
patterns
In
questi u l t i m i , i n f a t t i , la studiosa ha r i c o n o s c i u t o un ricorrente s c h e m a p l a n i m e t r i c o che
prevede il c o n f l u i r e , in corrispondenza di una sala con polythyra,
di un percorso prove-
n i e n t e d a l l ' e s t e r n o d e l l ' e d i f i c i o e di un altro p r o v e n i e n t e d a l l ' i n t e r n o . N e l caso di H a -
40Cfr. LA
41
Cfr.
P.
ROSA
1 9 9 7 a , pp. 8 5 - 8 7 .
MILITELLO,
A r c h e o l o g i a , iconografia e
c u l t i ad H a g h i a T r i a d a in età T M
I,
in
R.
LAFFI-
sins, in R . H A G G , N . M A R I N A T O S edd., The Function
of the Minoan Palaces (Proceedings of the 4'h International Symposium at the Swedish Institut in Athens,
Potnia. Deities and Religion in
the Aegean Bronze Age (Proceedings of the 8'h Intern.
Aegean Conf., Goteborg 2000), Aegaeum 22, 2001,
Athens 1984), Stockholm 1987, pp. 187-194. Recente sintetico status quaestionis su polythyra, minoan
pp. 1 6 1 - 1 6 2 ; il c o n t r i b u t o c o s t i t u i s c e u n ' u t i l e ras-
s m a n t l i n g o f a M i n o a n H a l l at Palaikastro ( K n o s -
segna e discussione di t u t t a la d o c u m e n t a z i o n e di
sians g o h o m e ? ) , in P.P.
NEUR, R .
HÀGG
edd.,
c a r a t t e r e r e l i g i o s o p r o v e n i e n t e dal sito.
42Cfr.
A.L.
D'AGATA,
Haghia Triada II:...
cit.,
nn. A 1 - A 8 in c a t a l o g o .
43Cfr.
LA ROSA
halls e residential quarters in J .
The Di-
B E T A N C O U R T et alii edd.,
Meletemata. Studies in Aegean Archaeology presented to
Malcom Wiener, Aegaeum 20, 1999, II, p. 227, nota 2.
45
2 0 0 2 b , pp. 4 1 - 4 5 .
DRIESSEN,
Cfr. C .
PALYVOU,
Circulatory Patterns in M i -
noan A r c h i t e c t u r e , in R .
HAGG,
N.
MARINATOS
edd.,
TOS, O n t h e C e r e m o n i a l F u n c t i o n o f t h e M i n o a n
The Function of the Minoan Palaces (Proceedings of the 4,h
International Symposium at the Swedish Institut in
P o l y t h y r o n , in OpAth
Athens, Athens 1984), Stockholm 1987, pp. 195-203.
44Cfr.,
NORDTFELD,
rispettivamente, R.
HÀGG,
N.
MARINA-
X V I , 1 9 8 6 , pp. 5 7 - 7 3 , e A .
R e s i d e n t i a l Q u a r t e r s and Lustrai
Ba-
HAGHIA TRIADA NEL PERIODO TARDO MINOICO I
155
ghia Triada, il Quartiere Signorile di N o r d - O v e s t si articola attorno a due sale con
polythyra, la 3 e la 13, entrambe in comunicazione con l'esterno attraverso il portico 11,
e con l'interno rispettivamente attraverso la scala 4 7 e la 53 (fig. 1)- Per quanto riguarda gli adyta, mentre non c'è dubbio per l'associazione tra sala 13 e sacello 14, meno
scontata è l'identificazione cultuale del cubicolo 4 , che sembrerebbe il più ovvio da riferire alla sala 3 46 . I numerosi oggetti rinvenuti nel vano potrebbero provenire dal piano superiore e dunque la natura cultuale degli stessi (lucerna in steatite, statuetta in
metallo di adorante, ecc.) non è decisiva. M a ulteriori indizi a favore dell'ipotesi sono
identificabili nelle due lampade su alto piede in pietra poste ai lati dell'ingresso, nella
presenza di banchine nel vestibolo antistante il recesso e, soprattutto, nell'ampia lastra
n e t t a m e n t e sopraelevata all'interno dell'ambiente (forse una base per la deposizione di
offerte?) 4 7 . I nuclei planimetrici che si raccolgono attorno alle due sale con polythyra non
risultano in forte relazione tra loro, sebbene una porta si apra tra il corridoio 5 0 e la sala 12. Sembrano differire anche per il grado di accessibilità dall'esterno, che è diretto e
con m o l t e aperture per la più ampia sala 3, mediato attraverso il corridoio 5 0 e ridotto
ad una sola apertura per la sala 13- G l i ambienti di passaggio verso questo ambiente appaiono, inoltre, caratterizzati da apprestamenti che suscitarono notevoli difficoltà di interpretazione già nei primi scavatori: si tratta della c. d. «latrina» collocata a metà della parete settentrionale del corridoio 5 0 4 S , e della nicchia con incavi circolari sistemata
presso la parete di fondo della scala 53 discendente dalla sala 13 49 . In entrambi i casi,
p o t r e m m o avere a che fare con apprestamenti di destinazione cultuale. Anche l'attiguo
pozzo di luce 5 4 , punto di raccordo di percorsi provenienti da due diverse direzioni,
presenta elementi riconducibili forse alla sfera religiosa: ci riferiamo in particolare alla
vasca realizzata con lastre di alabastro non stuccate, e dunque non utilizzabile per contenere liquidi, ma il discorso può essere allargato al piccolo enigmatico contenitore in
calcare sistemato al centro dell'area scoperta, dotato di coperchio e foro a metà altezza
apparentemente non collegato a condotti fognari, e alla ricca decorazione ad affreschi
sulle pareti 5 0 . Ci si potrebbe, in conclusione, trovare dinnanzi a due nuclei cultuali differenziati, forse connessi a diversi stadi di iniziazione, di cui il più interno con un maggior grado di ritualità, almeno a giudicare dai più frequenti apprestamenti con questa
verosimile destinazione.
Anche l'evidenza restituita dal Quartiere Signorile Orientale offre spunti a favore
di una possibile interpretazione in senso cultuale, piuttosto che semplicemente residenziale e privato, del groviglio di ambienti che ne compongono la monumentale architet-
46
Così viene p r o p o s t o in
R.
HÀGG,
TOS, O n t h e C e r e m o n i a l F u n c t i o n . . .
N.
MARINA-
c i t . , p.
70,
fig. 14.
47Cfr.
48
C f r . H A L B H E R R , STEFANI, B A N T I 1 9 7 7 , p p .
49
C f r . H A L B H E R R , STEFANI, B A N T I 1 9 7 7 , p .
5 0 Cfr. H A L B H E R R , STEFANI, B A N T I 1 9 7 7 ,
HALBHERR,
7 5 , figg. 4 0 - 4 6 .
STEFANI, B A N T I
1 9 7 7 , pp. 6 9 -
pp.
86-87.
96.
98-101,
f i g g . 6 6 - 6 8 ; per la decorazione ad affresco nel van o , c f r . MILITELLO 1 9 9 8 ,
pp.
75-77.
158
DARIO PUGLISI
tura. A b b i a m o già d e t t o della possibile funzione c e r i m o n i a l e delle latrine, considerata la
loro f r e q u e n t e associazione e p r o s s i m i t à p l a n i m e t r i c a ai bacini lustrali. L'isolamento della nostra l a t r i n a 6 8 risulta, in questo senso, a n o m a l o e s e m b r e r e b b e contraddire l'afferm a z i o n e p r e c e d e n t e . T u t t a v i a , non va d i m e n t i c a t a la già n o t a t a i m p o r t a n z a che, nei percorsi interni al q u a r t i e r e , è a t t r i b u i t a a questo a m b i e n t e , in particolare nel m o m e n t o
della m o d i f i c a che chiude la vicina minoan
hall
2 1 (fig.
1). Va ricordato, inoltre, che si
t r a t t a d e l l ' u n i c o a m b i e n t e del settore, assieme alla scala 7 5 , che ha r e s t i t u i t o resti di intonaco a più c o l o r i 5 1 . La disposizione non orientata della coppia di aperture rettangolari ricavate nel p a v i m e n t o , la p a v i m e n t a z i o n e a lastre di alabastro, il doppio c o n d o t t o fog n a r i o parallelo che, dopo breve t r a t t o , va a scaricare proprio in corrispondenza dell'ingresso al t r a t t o coperto della Strada N o r d 5 2 , sono ulteriori e l e m e n t i non del t u t t o coerenti con una pura destinazione i g i e n i c a d e l l ' i m p i a n t o . N é possiamo escludere che un
vero e p r o p r i o adyton
sia stato posto negli a m b i e n t i più reconditi del quartiere, c o m e il
2 2 o il 2 0 , magari in una variante che — m e n o appariscente del solito — non ha lasciato
e l e m e n t i c o n t e s t u a l i chiari per l ' i d e n t i f i c a z i o n e . E certo che o g g e t t i di uso cultuale, in
particolare lucerne in pietra e incensieri, furono trovati stipati nei magazzini del quartiere (vani 6 9 e 7 2 ) 53 . N o n va t a c i u t a , infine, l'osservazione che il t r a t t o coperto della
Strada N o r d e il corridoio scoperto 7 4 non s e m b r a n o l e g g i b i l i s e m p l i c e m e n t e c o m e spazi di c o m u n i c a z i o n e tra la Strada N o r d , la Villa, l'Avancorpo O r i e n t a l e e i Piazzali Inferiore e Superiore. G i à Cucuzza, s o t t o l i n e a n d o che questo percorso rappresenta una duplicazione del c o l l e g a m e n t o tra i due piazzali assicurato dallo Scalone O r i e n t a l e , ha ipotizzato che esso fosse d e s t i n a t o allo s v o l g i m e n t o di p r o c e s s i o n i 1 1 . In effetti la presenza
di porte che c o n t r o l l a n o g l i ingressi a questi spazi, s i c u r a m e n t e attestate nel t r a t t o sett e n t r i o n a l e " , s e m b r a caratterizzarli c o m e vie di c o m u n i c a z i o n e alternative a quella di
libero accesso, con un rapporto p r i v i l e g i a t o con la V i l l a e con q u a n t o si verificava all ' i n t e r n o di essa. In funzione di una i p o t e t i c a f r u i b i l i t à anche «visiva» degli a m b i e n t i
i n t e r n i della V i l l a , si p o t r e b b e r o spiegare le presunte finestre tra il tratto coperto della
Strada N o r d e i vani 2 0 , 7 3 e 7 3 a , a l t r i m e n t i p l e o n a s t i c h e ' 6 ; il p i c c o l o vano-pozzo di lu-
51
Cfr.
"Cfr.
MILITELLO
1 9 9 8 , pp. 9 0 - 9 1 .
s e t t i m o ripiano della Strada N o r d , ovvero in pros-
H A L B H E R R , STEFANI, B A N T I 1 9 7 7 ,
pp.
164-
1 6 5 , f i g . 1 0 4 ; per i c o n d o t t i di e l i m i n a z i o n e delle
a c q u e , cfr.
ibidem, pp.
2 2 5 - 2 2 6 ,
figg.
1 4 0 - 1 4 1
(c.
d. f o g n e E - F ) .
"Cfr.
1977,
pp.
166-
1 7 4 . P e r l ' u t i l i z z o c u l t u a l e d e g l i i n c e n s i e r i , cfr. N .
T h e W e s t H o u s e at A k r o t i r i as a C u l t
C e n t e r , in AM
9 8 , 1 9 9 3 , p p . 12 e ss.
Cfr.
p.
54
H A L B H E R R , STEFANI, B A N T I
1 9 7 7 p. 1 8 6 ; l'assenza di
resti di chiusura a l l ' e s t r e m i t à orientale della stessa
via di c o m u n i c a z i o n e viene i p o t e t i c a m e n t e
H A L B H E R R , STEFANI, B A N T I
MARINATOS,
s i m i t à d e l l ' i n i z i o del t r a t t o coperto della strada, in
CUCUZZA 2 0 0 1 ,
172.
attri-
b u i t a a l l ' e f f e t t o dei r i m a n e g g i a m e n t i T M III
(ibi-
p. 1 8 8 ) ; una seconda porta si trovava certa-
dem,
m e n t e a l l ' e s t r e m i t à s e t t e n t r i o n a l e del corridoio 7 4
(ibidem, p. 175).
56
C f r . H A L B H E R R , STEFANI, B A N T I 1 9 7 7
pp.
154
e
" F o r i di a l l o g g i a m e n t o per u n a p o r t a sono ci-
1 8 7 , ove la B a n t i s o t t o l i n e a , c o n t r o lo Stefani, l'i-
t a t i in c o r r i s p o n d e n z a del g r a d i n o tra il sesto e il
n u t i l i t à di finestre aperte su un corridoio chiuso e
HAGHIA TRIADA NEL PERIODO TARDO MINOICO I
159
ce a Est della scala 7 5 , accessibile attraverso una porta dal pianerottolo del corridoio 7 4
e anch'esso dotato di a m p i a finestra verso l'interno dell'edificio 5 7 ; forse, lo stesso Avancorpo Orientale, il cui spazio sopraelevato poteva rappresentare un'area favorevole al raduno e all'osservazione.
E innegabile che, sotto questa luce, numerosi elementi architettonici dei Residential
Quarters della Villa acquisiscono un grado di perspicuità non altrimenti garantito da
un'interpretazione semplicemente residenziale. Il rischio di sopravvalutare eccessivamente l'aspetto cultuale, d'altro canto, va attenuato considerando che una parte degli ambienti dell'edificio poteva comunque ospitare residenti fissi, e ricordando che questi spazi erano in genere posti al piano superiore 5 8 . Q u e s t ' u l t i m o era certamente presente al di
sopra del Q u a r t i e r e Signorile di Nord-Ovest, come dimostrano il rinvenimento di corredi, anche preziosi, molto al di sopra dei livelli pavimentali inferiori, la sopravvivenza delle scale di collegamento tra i due piani e, forse, anche il portico ad angolo retto con lastricato antistante e fiancheggiato da scalinata che si trova a Sud del Megaron. Considerato dai primi scavatori di epoca T M III, ne è stata convincentemente ipotizzata una datazione al T M I, corroborata dai risultati di limitati sondaggi di verifica sotto le lastre 5 9 .
N o n è escluso che tali resti siano stati, almeno in parte, legati all'originario ingresso dal
Piazzale al piano superiore della Villa, le cui strutture potrebbero essere del tutto scomparse a causa della forte erosione cui è stata soggetta questa zona della collina. L'area antistante il portico, g i à credibilmente indiziata come spazio risparmiato per una sistemazione a cielo aperto nel T M I 6 0 , è stata ora riconosciuta come sede di attività di culto nell ' A M I 6 1 . Stabilire un nesso tra queste attività e quelle che nel T M III e in età storica 6 2
ebbero luogo esattamente negli stessi spazi, forse perfino riutilizzando le medesime strutture 6 3 , richiede un balzo millenario che risulterebbe senz'altro meno ardito guardando alla Villa come ad un complesso con una pervasiva caratterizzazione sacra e rituale.
La tendenza a rivalutare gli aspetti sacri e rituali a scapito dei profani emerge, da
u l t i m o , nella recente rilettura proposta da Driessen degli edifici a corte centrale, a tal
p u n t o da indurlo ad evitare il termine comunemente in uso di « p a l a z z o » , troppo vincolante dal p u n t o di vista semantico, a favore della più neutra espressione di «court com-
p e r t a n t o p r i v o di i l l u m i n a z i o n e . Esse tornano ad
nuti sotto le lastre. L'area del portico è in corso di
a c q u i s t a r e un senso se le i n t e r p r e t i a m o c o m e aper-
s t u d i o da parte di N . Cucuzza.
ture d e s t i n a t e non alla d i s t r i b u z i o n e della luce, m a
60
C f r . LA ROSA 1 9 8 9 , p . 8 3 .
a consentire la visione dei vani interni da parte di
61
Cfr. il c o n t r i b u t o di S. Todaro in q u e s t o stes-
coloro che passano attraverso la S t r a d a N o r d .
"Cfr.
58
ktiria
H A L B H E R R , STEFANI, BANTI
Cfr. A .
MICHAILIDOU,
tou oikismoù,
I Meleti
1977 p.
so v o l u m e .
160.
ton orophòn sta
Athina 2001.
" C f r . LA ROSA 1 9 8 9 , p. 8 3 . La datazione alla
seconda fase T M I d e l l ' i n s e d i a m e n t o , p r o p o s t a in
62
C f r . , p e r i l T M I I I A - B , CUCUZZA 2 0 0 1 ; p e r i l
periodo dal T M U I C ad età storica, A . L . D'AGATA,
Haghia
Triada
II:...
cit.; inoltre il c o n t r i b u t o di
C u c u z z a in q u e s t o stesso v o l u m e .
63
Ci riferiamo al m u r o di a n d a m e n t o curvilineo
via p r e l i m i n a r e , sarà s o t t o p o s t a a verifica in occa-
presso il Piazzale dei Sacelli, forse da datare all'AM I.
sione del p r o g r a m m a t o esame dei materiali rinve-
Cfr. Todaro in q u e s t o stesso v o l u m e .
DARIO PUGLISI
160
pound»M. La corrispondenza acquista ancor più valore se si considera che conclusioni analoghe sono raggiunte attraverso percorsi e argomentazioni completamente diversi. Estendere le valutazioni di Driessen sulla categoria del «palazzo» anche alla categoria della «villa» rappresenta un passaggio impegnativo che necessita di maggior spazio e di più ampie
basi per essere discusso. Esso implica una parziale revisione del ruolo tradizionalmente assegnato a questo genere di edifici, che potrebbero essere stati più sacri e «pubblici» di
quanto si sia finora creduto, senza per questo procedere a nette cesure tra religione da una
parte ed economia o politica dall'altro. Le diverse sfere devono essere state molto più integrate tra loro di quanto i nostri schemi interpretativi riescano talvolta ad esprimere, e la
pervasiva azione religiosa e cerimoniale può essersi concretizzata in atti quali la conservazione e registrazione di derrate — attestate in modo tanto eclatante ad Haghia Triada — che
solo alla nostra ottica moderna appaiono diversi ed estranei. N e consegue, semmai, un ulteriore invito alla prudenza quando si procede a gerarchizzazioni che dal livello architettonico e territoriale balzano meccanicamente a quello sociale o politico, e a rivolgere una
maggiore attenzione alle specificità e peculiarità di ogni singolo centro 6 5 .
L a C a s a E s t e il s e t t o r e a d i a c e n t e
Le pendici della collina i m m e d i a t a m e n t e ad Est della Villa sono occupate dalla monumentale Casa E s t 6 6 , e da due abitazioni di minore i m p e g n o costruttivo che la fiancheggiano rispettivamente a N o r d , la c.d. Casa a N o r d della Casa E s t 6 7 , e a Sud, la c.d.
Casa dei Fichi ( f i g . 2). Il settore è delimitato a Ovest dalla via lastricata che, a partire
dallo Scalone Orientale, costeggia il Piazzale Superiore e curva verso Sud-Est in direzione di Festòs, mentre a Est il ripido accentuarsi del pendio sembra escludere che l'abitato si estendesse ancora in questa direzione.
Difficile ricostruire la fisionomia originaria della Casa Est a causa dell'erosione che ne
ha distrutto molta parte. È verosimile che in origine si articolasse su due piani disposti
sfruttando la pendenza della collina: di quello inferiore, limitato alla fascia occidentale
lungo la strada verso Festòs, si sarebbero conservati i magazzini a-f\ a quello superiore apparterrebbe l'ala orientale con la sequenza dei pozzi di luce 3 e 4, accessibili attraverso una
scala monumentale da Est, e attraverso il più modesto corridoio 5a da Ovest. Il residuo
spazio centrale era forse occupato da sale con polythyra, come lascia sospettare il confronto
con i più piccoli pozzi di luce affiancati 1 e 21 nel Quartiere Signorile Orientale 6 8 . Un ul-
Cfr. J . D R I E S S E N , « T h e K i n g Must D i e » . Some
Observations on the Use of Minoan Court Compounds, in D R I E S S E N , S C H O E P , L A F F I N E U R 2 0 0 2 , pp.
64
1-13.
Recente invito a rispettare le specificità dei
singoli siti contro generalizzazioni improprie, in
P.M. D A Y , M. R E L A K I , Past Factions and Present
Fictions: Palaces in the Study of Minoan Crete, in
65
DRIESSEN, SCHOEP, LAFFINEUR 2 0 0 2 , p p .
66
231-234.
Cfr.
HALBHERR, STEFANI, BANTI
1977,
pp.
279-
Cfr.
HALBHERR, STEFANI, BANTI 1 9 7 7 ,
pp.
293-
291.
67
296.
68
BANTI
Come già osservato in
1977, p.
289-
HALBHERR,
STEFANI,
161
HAGHIA TRIADA NEL PERIODO TARDO MINOICO I
FIG. 2 -
P L A N I M E T R I A DELLA C A S A E S T E DEL S E T T O R E A D I A C E N T E .
teriore l e g a m e architettonico con la Villa è rappresentato dal tratto di fogna che costegg i a il muro orientale dei magazzini della casa e che proseguendo verso N o r d molto probabilmente si raccordava, in corrispondenza del Piazzale Inferiore, con il sistema di deflusso delle acque provenienti dal corridoio 7 4 e dal Piazzale Superiore 6 9 . Senza dimenticare le limitazioni imposte dal pessimo stato di conservazione dell'edificio, la sicura
69
Si tratta della c. d. «fogna
A»,
per la quale cfr.
H A L B H E R R , STEFANI, B A N T I
1977,
pp.
221-223,
fig.
136.
162
DARIO PUGLISI
attestazione di un doppio pozzo di luce, forse connesso a sale con polythyra e certamente
servito da due accessi differenziati che ricalcano lo schema dei circulatory patterns, costituisce un elemento che, in coerenza con quanto detto sopra, andrebbe ricondotto anch'esso all'ambito delle attività rituali già ipotizzate per la Villa; in questa direzione
s p i n g e anche il rinvenimento, nei magazzini della casa, di un rhyton troncoconico fittile
e di un esemplare di d o p p i a ascia in lamina bronzea 7 0 . La possibilità di un secondo polo cultuale e/o cerimoniale sul fianco orientale della collina, infine, viene ulteriormente
rafforzata dalla considerazione che l'area ebbe una sicura destinazione religiosa nel T M
III. La costruzione del Sacello H , poco discosto dai ruderi della Casa Est, non corrisponderebbe in tal caso ad una totale rifunzionalizzazione del settore ma sarebbe piuttosto espressione di una continuità con l'organizzazione più antica. Il fenomeno sembra
ripetersi nell'area un tempo occupata dalla Villa, con la comparsa del g r u p p o monumentale Megaron A B C D - C h i o s c o E-Stoà F G 7 1 .
Ad una sfera architettonica più modesta della Casa Est vanno riferite la Casa dei Fichi e la Casa a N o r d della Casa Est. Realizzate senza il ricorso a tecniche e materiali di costruzione sofisticati e dotate del piano superiore, come testimoniano le scale di accesso poste presso ciascun ingresso, esse presentano le caratteristiche tecniche e planimetriche proprie del type 3 della classificazione di McEnroe, entro cui rientra circa il 70 % delle abitazioni minoiche 2 . Le due strutture appaiono strettamente legate alla Casa Est dal punto di
vista costruttivo. La Casa a N o r d della Casa Est si addossa al contiguo edificio monumentale riutilizzandone in parte il muro settentrionale; il suo presunto ingresso, inoltre, dal
vano 15, si apre verso un'area lastricata che si estende ben più a Sud dell'estremità settentrionale dei magazzini orientali, e dunque del presunto limite nord della Casa Est. A Sud,
il muro meridionale dell'edificio si prolunga, senza soluzione di continuità, nella parete
settentrionale del vano D della Casa dei Fichi, mentre oscura è destinata a rimanere, allo
stato attuale della documentazione, l'esatta dinamica planimetrica che presiede all'articolazione dei vani compresi nella stretta fascia tra le due case. La porta presso la stanza A,
che presuppone l'esistenza della Casa dei Fichi, e la fogna che scorre attraverso i contigui
ambienti B , F e H per sfociare nella strada, farebbero pensare ad una relazione con il corridoio 5a e il sistema di accesso e deflusso delle acque relativo al pozzo di luce 5 73 .
7 0 Cfr. H A L B H E R R , S T E F A N I , B A N T I
vamente, p. 2 8 8 , fig. 190 e p. 2 8 7 .
1977,
rispetti-
71 Per un'ipotesi di ricostruzione delle cerimonie T M I I I A nel Piazzale Superiore connesse a questo g r u p p o di edifici e al Sacello H , cfr. C U C U Z Z A
2 0 0 1 ; particolarmente significativa, ai fini del nostro discorso, la notazione dell'autore riguardo al
notevole sforzo profuso dai costruttori del Megaron A B C D per far sì che il nuovo edificio ricalcasse esattamente la collocazione della Villa, sottoli-
neando in tal modo il ruolo di erede di quest'ultima (ibidem, p. 171).
72 Cfr. J . M C E N R O E , A Typology of Minoan Neopalatial Houses, in AJA 8 6 , 1 9 8 2 , pp. 10-13.
73 N o n si può escludere che alcuni dei muri divisori di questi vani siano pertinenti a strutture
più antiche del T M IB, sebbene l'eventualità non
sembri compatibile con la quota conservata delle
strutture superstiti.
HAGHIA TRIADA NEL PERIODO TARDO MINOICO I
163
Dal p u n t o di vista cronologico, i pochi materiali noti dagli strati di distruzione
del «quartiere» indussero già i primi scavatori a ritenere che esso fosse stato coinvolto
nello stesso evento che segnò la fine della Villa. Il dato è stato ulteriormente conferm a t o dai risultati delle indagini compiute nell'area nel 1978 e 1979, che avevano come principale obiettivo il riesame del Sacello H e della stratigrafia protopalaziale già
parzialmente nota al di sotto di esso 4 , ma che hanno dato un importante contributo
anche alla conoscenza dei primi m o m e n t i del T M I nel settore. In occasione di queste
indagini, infatti, oltre al completamento dello scavo della Casa dei Fichi, con il recupero dei ricchi corredi pavimentali dei vani D e I, fu possibile identificare anche i resti, m o l t o malridotti, di un'abitazione situata poco a monte della precedente e parzialm e n t e rimossa per la messa in opera di quest'ultima, le cui s t r u t t u r e erano state riadoperate, in modo apparentemente ininterrotto, dal M M IB al T M IA. Due strati di distruzione sovrapposti, ricchi di ceramica attribuibile a q u e s t ' u l t i m o periodo, furono riconosciuti nel vano Delta, uno nel vano Gamma. Essi costituivano il terminus ante quem
per la costruzione del g r u p p o costituito dalla Casa dei Fichi, dalla Casa Est e dalla Casa a N o r d della Casa Est.
L'esame della documentazione restituita dai depositi nell'area del Sacello, da cui ha
avuto inizio lo studio analitico della ceramica T M I recuperata durante il secondo ciclo
di scavi ad Haghia Triada 7 5 , ha consentito la definizione di un palinsesto, che il prosieguo delle ricerche ha, fino a questo momento, perfezionato e completato ma non alterato nelle sue linee principali.
In particolare, l'evidenza stratificata dal vano Delta, con oltre cento esemplari vascolari certamente attestati in ciascun contesto 7 6 , permise di identificare differenze stilistiche tra la ceramica dallo strato IV e quella dal III. Sebbene, infatti, dal p u n t o di
vista tipologico e morfologico, la produzione dei due g r u p p i risultasse p i u t t o s t o omogenea, fu osservata una evidente divergenza nel repertorio decorativo della ceramica
d ' i m p a s t o fine, ormai solo in dark-on-light, che nello strato più antico si presentava lim i t a t o quasi esclusivamente a rippled, spirali e fascia ondulata (figg. 5, 7)
mentre nel
p i ù recente lasciava largo spazio a motivi vegetali come la canna, la foliate band nella
variante a stelo singolo e l'infiorescenza a spirale marginata da piccoli p u n t i , a scapito
di rippled e fascia ondulata, che ricorrevano più di rado 7 8 . L'affinità morfologica e tipologica con i vasi dallo strato IV, la presenza di legami stilistici con il LM IA mature
74
Cfr. L A R O S A 1 9 7 9 - 8 0 , pp. 5 5 - 1 0 7 .
" C f r . D . P U G L I S I , Depositi ceramici... cit.; notizie preliminari in P U G L I S I 2 0 0 1 .
76
II calcolo, qui e nel prosieguo del testo, è effettuato considerando solo i frammenti che, a conclusione del restauro, sono risultati certamente diagnostici di un singolo esemplare vascolare.
77
Per altri esemplari da questo deposito cfr.
2001, p. 94, figg. 2-4, 6-8; L A R O S A 197980, p. 82, figg. 36e-g.
78
Frammenti da questo contesto sono pubblicati in P U G L I S I 2001, p. 94, fig. 5 ; inoltre, L A R O S A
1979-80, p. 82, fig. 36d.
PUGLISI
164
DARIO PUGLISI
di Cnosso e l'assenza di qualsiasi elemento certamente riconducibile al TM IB, consigliarono di porre ancora nel T M IA l'orizzonte stilistico documentato dallo strato III
di Delta, ricorrendo in via preliminare alle etichette di «TM IA Iniziale» e «TM IA Finale» per differenziare i due m o m e n t i . Il restringimento attestato dal rifacimento della parete meridionale del vano Delta e la verosimile contemporaneità tra il più antico
livello pavimentale attestato in questo vano e l'unico presente in Gamma, portò ad ipotizzare una contrazione dell'intero complesso nel passaggio dal p r i m o al secondo momento.
I circa quaranta esemplari vascolari identificati nell'angusto sottoscala I, per lo più
costituiti da grandi vasi da derrate d'impasto grezzo, si aggiungevano ai numerosi altri esempi analoghi rinvenuti nei ricchi strati di distruzione T M IB del sito stesso, del
resto della Messarà e di Creta: si possono ricordare, in particolare, l'eponima olla con
becco a ponte colma di fichi carbonizzati, dal tipico fregio con grandi spirali correnti
(fig. 3) e l'altrettanto comune fregio ad arboscelli appena inclinati attestato sul tratto
fIG. 3 -
o L L A CON BECCO A PONTE HTR
1 8 2 DAL VANO i DELLA CASA DEI f l c h i
(TM
I B ) . SCALA
F I G . 4 — A N F O R A ( ? ) PITHOIDE
HTR 2 8 4 8 , DAL VANO D
CASA DEI F I C H I ( T M
1:10.
F I G . 6 - TAZZA HTR 2 8 4 4 DAL VANO
D DELLA CASA DEI FICHI ( T M
IB).
FIG. 7 -
FIG. 5 -
DELLA
IB).
C O P P A HTR 2 8 8 0 DALLO STRATO
I V DEL VANO DELTA ( T M I A INIZIALE).
T A Z Z A HTR
STRATO I V
(TM
FIG. 8 D
123
DALLO
DEL VANO D E L T A
IA
INIZIALE).
C O P P A H T R 3 2 4 DAL VANO
DELLA C A S A DEI F I C H I ( T M
IB).
H A G H I A TRIADA NEL P E R I O D O T A R D O M I N O I C O I
165
superstite di un secondo contenitore pithoide ( f i g . 4)19. Acquisizioni più innovative
vennero dai circa novanta vasi recuperati nel vano D, appartenenti in buona parte alla
classe d ' i m p a s t o fine, altrimenti poco nota nel T M IB ad Haghia Triada a causa dei pochi pezzi recuperati e pubblicati nel corso dei primi scavi. Sotto l'aspetto tecnico, la
produzione T M IB era caratterizzata da pareti più sottili, da superfici levigate con più
cura e con un più alto grado di vetrificazione, da vernici più resistenti rispetto alla ceramica T M IA. Dal p u n t o di vista morfologico, va brevemente ricordata l'evoluzione
osservabile nel profilo vascolare di tazze e coppe emisferiche, per la particolare valenza
diagnostica che essa ha svolto e continua a svolgere nel prosieguo delle ricerche. Nel
caso delle tazze, riconoscibili per il profilo più marcatamente globulare rispetto a quello semplicemente emisferico delle coppe, si passava da orli più o meno svasati nel TM
IA ( f i g g . 5, 16) ad altri n e t t a m e n t e ripiegati in corrispondenza dell'attacco con il corpo del vaso, nel T M IB (figg. 6, 10-13, 22, 24)', nelle coppe, gli orli più antichi proseguivano verso l'alto senza soluzione di continuità rispetto al profilo emisferico o ne erano distinti attraverso una lieve sagomatura esterna (fig. 1, 27)80, mentre nel T M IB acquistavano m o l t o spesso un'accentuata ripiegatura nel p u n t o in cui erano impostati
sulla parete (figg. 8, 20). Per q u a n t o riguarda il repertorio decorativo, si porta a pieno
c o m p i m e n t o la scomparsa di rippled e fascia ondulata, mentre la generalizzazione dei
motivi vegetali si concretizza nella comparsa e diffusione del giglio di Francia, della foliate band a doppio stelo (fig. 6), della teoria di germogli (fig. 8) 81 ; onnipresente risulta la spirale, m e n t r e più raro è il fregio a triplice linea ondulata, ormai limitato alla
parte superiore di tazze e coppe emisferiche. Un ulteriore tratto diagnostico di questo
orizzonte è costituito, infine, dalla diffusione della classe delle tazze emisferiche interamente ricoperte di vernice dentro e fuori, o solo esternamente con superficie interna
finemente levigata.
Il Piazzale Inferiore, il Bastione, il Vano c o n Pilastro e l'Edificio Ciclopico
Il sintagma architettonico-urbanistico costituito da Piazzale Inferiore, Stoà 10 e
Bastione 8 2 si presenta come uno degli insiemi meglio conservati e più coerenti del sito
(fig. 9). L'ampio spazio irregolarmente rettangolare del piazzale era chiuso a Est dalla
Stoà, il cui m u r o di fondo agiva anche da contenimento dell'accentuato pendio retrostante; presso l'angolo nord-orientale dello spiazzo si apriva la porta di accesso al Ba-
79
Per il fregio a grandi spirali su vasi da immagazzinamento, cfr. O. P A L I O , La casa Tardo Minoico I
di Chalara a Festòs (Studi di archeologia cretese IIJ, Padova 2001, p. 398, fig. 47; D. LEVI, La villa rurale
minoica di Gortina, in BdA 44, 1959, p. 255, fig.
26a; M.R. P O P H A M et alii, The Minoan Unexplored
Mansion... cit., pi. 73a-b, 75c-d; per anfore pithoidi con fregio di arboscelli, cfr. H A L B H E R R , S T E F A N I ,
B A N T I 1 9 7 7 , p. 5 7 , fig. 2 6 (dalla Villa); O . P A L I O , La
casa Tardo Minoico I... cit., p. 401, fig. 50.
80
Per altri due esemplari di coppe emisferiche
dallo strato IV del vano Delta, cfr. P U G L I S I 2001, p.
95, figg. 2-3.
81
Cfr., inoltre, L A R O S A 1979-80, p. 96, fig. 52a.
82
Cfr. H A L B H E R R , S T E F A N I , B A N T I 1977, pp. 203220.
H A G H I A TRIADA NEL P E R I O D O T A R D O M I N O I C O I
167
stione, con lo stretto vano-scala per raggiungere il piano superiore. Allargando lo sguardo al resto dell'insediamento è facile notare come i muri di terrazzamento del piazzale,
i due tratti di fogna provenienti dal corridoio 74 della Villa e dalla Casa Est e confluenti
presso l'angolo sud-ovest del Bastione, e la strada che costeggiando il limite orientale
dell'edificio taglia in senso nord-sud il Villaggio, collochino pienamente il nostro insieme nella più ampia maglia di rapporti spaziali che costituiva l'ossatura urbanistica dell'insediamento al m o m e n t o della sua distruzione finale. La coerenza di questo quadro è
destinata a ridimensionarsi qualora si prendano in considerazione altri due importanti
edifici T M I contigui: l'Edificio Ciclopico 8 3 e il Vano con Pilastro 8 4 . In questo caso, la
possibilità di spiegare in senso diacronico il rapporto, altrimenti inconciliabile, tra le
s t r u t t u r e resta fortemente condizionata dalla parzialità dei dati conservati.
Occorre innanzitutto sgombrare il campo da una questione che a lungo ha pesato
sulla comprensione di t u t t o il settore orientale del Bastione 8 5 . Ci riferiamo alla presunta cronologia T M I assegnata dai primi scavatori a questa porzione dell'edificio che, una
volta approdata all'edizione definitiva dello scavo, ha perso agli occhi degli studiosi
quella dimensione fortemente problematica che aveva avuto nel m o m e n t o della prima
elaborazione. Come infatti riferisce la Banti, Halbherr al m o m e n t o dello scavo aveva ritenuto di dover attribuire t u t t a questa porzione al rifacimento TM III dell'edificio 8 6 .
Solo successivamente fu indotto a cambiare idea, sulla base dell'affinità stilistica della
ceramica rinvenuta sotto le due metà dell'edificio, e avendo osservato che non vi erano
chiari segni di cesure nella muratura lungo il muro nord della struttura. In effetti, grazie anche ai risultati dei nuovi saggi compiuti nell'area dell'edificio (1983, 1986), entrambi gli argomenti non appaiono del t u t t o cogenti: poiché, infatti, la struttura è stata messa in opera nella sua porzione centrale e orientale attraverso lo sbancamento del
pendio, la stratigrafia immediatamente sottostante i pavimenti va interpretata esclusivamente come terminus post quem, e non necessariamente ad quem per la costruzione; inoltre la presunta assenza di tracce di u n ' a g g i u n t a tra la metà orientale e quella occidentale lungo il m u r o settentrionale, oggi non più verificabile a causa dei restauri moderni,
non è significativa poiché t u t t o il muro settentrionale fu probabilmente rifatto nel TM
III, come sembrerebbe dimostrare l'aumento dello spessore della struttura rispetto a
quella T M I nella porzione occidentale dell'edificio. A favore della tesi opposta, invece,
sussiste il forte argomento — di cui era consapevole lo stesso Halbherr e che la Banti ripete - dell'allineamento tra la parete esterna meridionale della metà occidentale del Bastione, che nel T M III ne arretrò nettamente la fronte originaria, e il limite sud della
83
Relazione preliminare di scavo in L A R O S A
1979-80, pp. 119-164; cfr., inoltre, per la fase TM
I A dell'edificio, L A R O S A 1989, pp. 85-86.
84
Cfr. L A R O S A 1 9 8 9 , pp. 8 7 - 8 8 ; L A R O S A 1 9 9 5 ,
pp. 5 2 3 - 5 2 6 ; cfr., inoltre, A. D I V I T A , Atti della
Scuola 1 9 8 6 - 1 9 8 7 , in AS Atene L X I V - L X V , 1 9 8 6 -
pp. 4 5 7 - 4 5 8 , figg. 2 8 - 3 1 .
Trattazione analitica del problema in D. PuGLISI, Il Bastione Tardo Minoico I ad Haghia Triada: nuove osservazioni su cronologia e funzione, in
ASAtene LXXXI, 2 0 0 3 , c.d.s.
86
Cfr. H A L B H E R R , S T E F A N I , B A N T I 1 9 7 7 , p. 2 1 8 .
87,
85
168
DARIO PUGLISI
parte orientale. U n dato a nostro avviso risolutivo della questione ci viene dal riesame
della ceramica dallo strato di distruzione del Vano con Pilastro 8 7 , recuperata nel corso
della campagna del 1986. L'ambiente parzialmente ipogeo con pilastro centrale a sezione quadrata, già messo in luce dai primi scavatori nella metà settentrionale, custodiva
ancora nella porzione meridionale il ricco corredo pavimentale, estremamente omogeneo
dal p u n t o di vista stratigrafico, la cui cronologia va senz'altro collocata nello stesso momento della distruzione della Casa dei Fichi e della Villa. Così certificano le numerose
affinità morfologiche e stilistiche tra questi contesti e i quasi duecento esemplari dal
Vano con Pilastro (figg. 10-12), grazie ai quali è possibile ampliare ulteriormente il repertorio decorativo caratteristico della ceramica fine del TM IB di Haghia Triada agg i u n g e n d o il fregio di iris tra festoni, quello con doppi cani correnti e quello con la variante senza stelo della follate band (fig. 13), ben diffusa anche nel resto della Messarà 88 .
A definitiva conferma della necessità di abbassare la datazione di questo contesto rispetto alla cronologia T M IA ipotizzata nei resoconti preliminari, va citata, infine, la
presunta tazza h t r 1218, decorata con fogliette pendule dall'orlo e papyrus-waz al di sotto (fig. 14), manifestamente appartenente al filone in Fiorai Style della Special Palatial
Tradition, già citata come produzione diagnostica del T M IB 8 9 . Il Vano con Pilastro,
d u n q u e , coinvolto nello stesso incendio che distrusse la Villa alla fine del TM IB, diventa un sicuro terminus post quem per la costruzione della metà orientale del Bastione, il
cui m u r o meridionale si imposta al di sopra del muro settentrionale della precedente
struttura, in parte riutilizzandola come sottofondazione. L'aspetto originario dell'edificio dovrebbe aver corrisposto a quello ricostruito in uno schizzo planimetrico di E. Stefani, evidentemente risalente ad un m o m e n t o anteriore al ripensamento di Halbherr sulla cronologia della metà orientale 9 0 .
E probabile, dunque, che l'area ad Est del Bastione fosse occupata nel T M I da abitazioni, tra le quali quella cui apparteneva il Vano con Pilastro, sopravvissuto agli sbancamenti successivi grazie alla posizione decentrata e alla collocazione ipogea. L'apparente isolamento di questo settore dell'abitato può essere ridimensionato se ipotizziamo che
87
88
C f r . PUGLISI
2003.
Esemplari analoghi sono attestati a Festòs, nel
palazzo (Festòs II, p. 397, fig. 262, e L E V I , Festòs, p.
375, fig. 584) e nella Casa di Chalara, (cfr. O. PALIO, La casa Tardo Minoico / ... cit., pp. 260-261, n.
230, fig. 450- Rassegna completa delle tazze con
questo motivo in contesti TM IB di Kommòs in A.
V A N DE M O O R T E L , The Transition from the Protopalatial to the Neopalatial Society in South-central Crete: a
Ceramic Perspective (Ph. D. Diss.), Ann Arbor 1997,
pp. 94-95, figg. 14-15. Ancora per il motivo decorativo cfr., in V . L A R O S A , N . C U C U Z Z A , L'insediamen-
to di Selì di Kamilari nel territorio di Festòs (Studi di
archeologia cretese I), Padova 2001, gli esemplari
XXV-7 (Casa Volakakis) e XLVIII-3, XLVI-3 (Casa
Sifakis).
89
L'esemplare fu identificato già in sede di esame preliminare della documentazione, ma si ritenne che non fosse pertinente allo strato di distruzione del Vano con Pilastro, diversamente da quanto è
stato appurato grazie al riesame analitico dei dati.
90
Cfr. H A L B H E R R , S T E F A N I , B A N T I 1 9 7 7 , p. 2 0 5 ,
fig. 126.
170
DARIO PUGLISI
verso di esso si dirigeva il percorso che, partendo dal Piazzale Superiore, poco a Est dello Scalone Orientale, passando dinnanzi alla Casa a N o r d della Casa Est, proseguiva probabilmente verso Nord (tav. /). Un ulteriore lembo di stratificazione T M I superstite fu
identificato nel 1983 in uno spazio irregolarmente triangolare presso l'angolo sud-orientale dell'ampliamento T M III del Bastione, compreso tra il muro meridionale di quest'ultimo e il Vano con Pilastro (fig. 9). L'area, indicata al momento del completamento dello scavo, nel 1986, come Trincea B, ha restituito un complesso di ceramica stilisticamente omogenea, con almeno ottanta esemplari identificabili con certezza, le cui caratteristiche stilistiche ricordano quelle dello strato III del vano Delta91. Si nota, infatti,
una significativa ricorrenza di motivi vegetali che, oltre al già citato motivo dell'infiorescenza a spirale marginata da piccoli p u n t i , annoverano il viticcio e le foglie d'edera
(fig. 15). Il rippled, inoltre, più frequente che in Delta III, presenta un rendimento a
tratti più fitti e meno nitidi rispetto ai contesti T M IA Iniziale del sito, inducendo ad
ipotizzare che questo aspetto stilistico costituisca un ulteriore elemento diagnostico del
T M IA Finale (fig. 16). Un g r u p p o di tazze emisferiche interamente ricoperte di vernice (fig. 17), infine, sembra testimoniare la comparsa di questa tipologia che, con caratteristiche tecniche leggermente diverse, abbiamo visto ampiamente diffusa nei contesti
T M IB. Sebbene la posizione stratigrafica del deposito dalla Trincea B sia piuttosto problematica, è pensabile, viste anche le tracce di bruciato, che esso costituisca il residuo di
uno strato di distruzione di una casa del t u t t o scomparsa al momento della costruzione
del Vano con Pilastro. Se l'ipotesi risultasse verificata, il deposito rappresenterebbe un
importante terminus post quern (o ad querrì!) per quest'ultima operazione e un'ulteriore testimonianza dell'occupazione dell'area già nel T M IA.
La più imponente struttura T M I portata in luce nel corso del secondo ciclo di ricerche ad H a g h i a Triada (se non consideriamo il Complesso della Mazza di Breccia) occupa l'area i m m e d i a t a m e n t e a N o r d del Bastione e, sulla base della tecnica costruttiva,
è stata indicata come Edificio Ciclopico.
Ricostruire planimetria e cronologia del complesso risulta molto difficile a causa
degli sbancamenti e rimaneggiamenti che hanno interessato l'area in occasione della costruzione della Casa del Vano con Gourna prima (TM IIIA1), e del Piazzale dell'Agorà
poi (TM IIIA2) 9 2 . Al susseguirsi dei tagli sul fianco digradante verso Ovest della collina, sembrano essere sopravvissuti solo i muri di limite settentrionale e occidentale della s t r u t t u r a 9 3 , per una lunghezza di circa 9 metri per 16, che verosimilmente si articolavano intorno ad un'originaria pianta rettangolare disposta in direzione nord-sud nel
91
Cfr. P U G L I S I 2003.
Per l'occupazione T M IIIA dell'area, cfr. LA
R O S A 1997b, pp. 253 e ss.; inoltre, il contributo di
Cucuzza in questo stesso volume.
93
Sulla base dei risultati della recente revisione
dei materiali ceramici recuperati nell'area, è vero92
simile che i muri sud ed est del presunto vano
nord-ovest dell'Edificio Ciclopico siano da attribuire a rifacimenti TM III, differentemente da
quanto sostenuto nella relazione preliminare (Cfr.
L A R O S A 1979-80, pp. 122-128, fig. 61).
171
HAGHIA TRIADA NEL PERIODO TARDO MINOICO I
senso della lunghezza. Il rinvenimento di una buca ricavata nel kouskouras, contenente
almeno quindici vasi cronologicamente omogenei segnati da evidenti tracce di bruciato9"1, lascia ipotizzare che l'originario livello pavimentale dell'edificio, con relativo strato di distruzione era posto ad una quota superiore e fu anch'esso asportato dai tagli posteriori. I ricchi depositi ceramici recuperati all'interno del perimetro superstite della
struttura, recentemente riesaminati, sono composti in grandissima parte da materiali
MM, con intrusioni T M I e T M III che, a parte i livelli superiori riferibili alla Casa del
Vano con Gourna, sono piuttosto rare e costituite per lo più da piccoli frammenti. È verosimile, pertanto, che la grande massa di ceramica MM rinvenuta rappresenti il materiale di r i e m p i m e n t o della piattaforma rettangolare al di sopra della quale era sistemato
il livello pavimentale dell'edificio, e che le intrusioni provengano dalle strette trincee di
fondazione dei muri costruiti nell'area nel corso dei riutilizzi T M III. Sarà importante
verificare, attraverso lo studio analitico della ceramica MM recuperata, se il m o m e n t o di
costruzione dell'Edificio Ciclopico possa coincidere o meno con quello di costruzione
della Villa, come alcuni dati preliminari farebbero supporre 9 5 . Impossibile, invece, chiarire la portata dell'episodio distruttivo attestato dal deposito nella buca nel kouskouras e
databile, data la presenza del rippled sulla tazza emisferica h t r 321 da una parte 9 6 e dei
due fregi, in alto con spirali a occhioni e in basso con viticcio, sulla tazza rhytoide h t r
292 97 dall'altra, al T M IA Finale. Sebbene non sia sopravvissuto nessun elemento strutturale riferibile al primo m o m e n t o dell'Edificio, è verosimile che il suo elevato ricalcasse quello della piattaforma superstite, considerata la poca perspicuità di una tale scelta
planimetrica qualora si fosse voluto realizzare un semplice terrazzamento. La prossimità
e somiglianza planimetrica e dimensionale tra questo edificio e il Bastione hanno fatto
giustamente supporre che i due elevati non fossero compatibili tra loro e che dunque il
secondo abbia rimpiazzato il primo al m o m e n t o della distruzione nel TM IA Finale 9 8 .
94
Dei depositi ceramici recuperati nel corso
dello scavo dell'Edificio Ciclopico, solo questo resta ancora da esaminare analiticamente; tuttavia
informazioni sufficientemente dettagliate è possibile trarre dalla relazione preliminare in L A R O S A
1979-80, pp. 137-139, figg. 91-92.
95
Genericamente al MM III F. Carinci attribuisce,
in una recente rassegna sulla nuova documentazione
ceramica MM da Haghia Triada, la gran parte dei
materiali recuperati nel corso dello scavo dell'Edificio
Ciclopico, segnalando tuttavia la frequente presenza
di intrusioni TM I (cfr. F. C A R I N C I , Haghia Triada nel
periodo dei Primi Palazzi: i nuovi dati sulle produzioni ceramiche, in V . L A R O S A , D . PALERMO, L . V A GNETTI edd., 'Epì pintori plazòmenoi. Simposio Italiano di
Studi Egei (Roma 1998), Roma 1999, pp. 119-120).
Il recente riesame di queste intrusioni, tuttavia, lascia
aperta la possibilità che, in alcuni casi, ci si trovi dinnanzi a produzioni dark-on-light anteriori a quelle tipiche del TM I del sito e dunque da attribuire ancora al MM IIIB/TM IA della sequenza di Haghia Triada. Va pertanto tenuta in conto l'eventualità che i
contesti dell'Edificio Ciclopico possano rivelarsi, almeno in parte, cronologicamente omogenei e collocabili nello stesso momento del riempimento-colmata
sotto i vani 62, 65a e 66a della Villa e del deposito di
fondazione nel corridoio 74.
96
Cfr. L A R O S A 1979-80, p. 139, fìg. 92c.
97
Cfr. L A R O S A 1979-80, p. 139, fìg. 92a; per
l'identificazione della tipologia vascolare cfr. PuGLISI 2001, p. 97, nota 21.
98
C f r . LA ROSA 1 9 8 9 , p .
86.
172
DARIO
PUGLISI
In ogni caso, la spianata sorretta dai muri settentrionale e occidentale dell'Edificio Ciclopico continuò ad essere in uso, come spazio libero o parzialmente occupato da nuove
abitazioni, nel corso del T M IB, come testimonia la presenza di alcuni esemplari di questa epoca tra le intrusioni citate s o p r a " .
L'ipotesi di un avvicendamento tra i due grandi edifici a pianta rettangolare suggerisce che entrambi svolgessero un ruolo preciso e importante nell'ambito dell'assetto
dell'insediamento che, a giudicare dall'evidenza costituita dal nesso Bastione-Stoà 10Piazzale Inferiore, era strettamente legato a quello della Villa. Nel caso del Bastione, la
conservazione del solo piano inferiore dell'edificio limita molto le nostre possibilità interpretative, mentre i dodici angusti vani lastricati che si dispongono su tre file al piano inferiore non sembrano utilizzabili se non come spazi per immagazzinamento, come
è già stato ipotizzato 1 0 0 e come confermerebbe la prossimità con lo spazio aperto del
Piazzale Inferiore.
L'analoga datazione al T M IA Finale del deposito della buca nel kouskouras e di
quello della Trincea B, induce a ritenere, infine, che un unico evento distruttivo coinvolse l'area compresa tra questi due poli. Mentre, però, nella seguente ricostruzione, il
Vano con Pilastro continuò a seguire l'orientamento del più antico Edificio Ciclopico,
forse anche perché più funzionale dal p u n t o di vista orografico, il nuovo Bastione si adeguò alla rinnovata sistemazione urbanistica articolata attorno al Piazzale Inferiore.
Il Villaggio: l'area a Sud del Muraglione a D e n t i
Il «groviglio di muri» del settore nord dell'area archeologica, il c.d. Villaggio, che
già fece «impazzire» i primi scavatori 1 0 1 , continua a infierire sui diretti successori, pur
facilitati dalla migliore conoscenza della ceramica e dalle indicazioni dei nuovi saggi
stratigrafici.
" U n a cronologia TM IB sembra attribuibile,
per limitarci all'evidenza già edita, ad HTR 294, HTR
293, H T R 335 (cfr. L A R O S A 1979-80, rispettivamente, p. 125, fig. 76d; p. 127, fig. 80a; p. 135,
fig. 90e). I muri di limite orientale e meridionale
dell'Edificio Ciclopico dovevano svolgere una funzione di contenimento rispetto all'area immediatamente a Est del Bastione, dove i livelli MM identificati sotto il vano 13 si trovano ad una quota molto più alta rispetto a quella dell'area occupata dalla
struttura (cfr. L A R O S A 1995, pp. 523-526, fig. 1).
100
Cfr. L.V. W A T R O U S , Ayia Triada: A New Perspective... cit., p. 1 3 1 ; M.C. S H A W , Late Minoan I
Building J / T and LM III Buildings P and N at
Kommos: their Nature and Possible Uses as Resi-
dences, Palaces and/or Emporia, in J.W. S H A W ,
M . C . S H A W edd., A great Minoan Triangle in southcentral Crete: Kommos, Hagia Triadha,
Phaistos,
(Scripta Mediterranea VI), Toronto 1985, pp. 21-22;
L A R O S A 1989, p. 86; N . C U C U Z Z A , The North Sector Buildings of Haghia Triada, in J. D R I E S S E N , A.
F A R N O U X edd., La Crète Mycénienne (Athènes
1991),
(BCH suppl. XXX), Paris 1997, pp. 80-83; D. PuGLISI, Il Bastione Tardo Minoico I . . . cit.
101
Secondo le espressioni degli stessi protagonisti, attestate nei carteggi dell'epoca: cfr. V. LA ROSA, Gli scavi e le ricerche di età minoica, in AA.
Vv. Creta Antica. Cento anni di archeologia italiana
(1884-1984),
Roma 1984, p. 37.
H A G H I A TRIADA NEL P E R I O D O T A R D O M I N O I C O I
147
La principale crux interpretativa resta il c.d. Muraglione a Denti, l'imponente
s t r u t t u r a muraria articolata in lunghi setti irregolarmente connessi tra loro, che seguendo un percorso sinuoso taglia in due l'area in senso est-ovest. Nell'edizione di scavo, alle scarne argomentazioni condotte contro l'ipotesi di una struttura di difesa non seguono proposte alternative, lasciando - come non di rado in altri p u n t i della pubblicazione
- la questione irrisolta 1 0 2 . Per la piena comprensione della costruzione, è utile ricordare
che alcuni saggi condotti nel 1996 hanno verificato che essa non continuava nell'area a
Est della Stoà dell'Agorà T M III 1 0 3 . Questo dato ulteriormente ci convince della necessità di escludere, se non altro per totale incongruenza poliorcetica, qualsiasi destinazione di difesa. Ci pare, invece, condivisibile una lettura in chiave urbanistica della struttura, intesa come delimitazione di un settore di abitato con un rapporto privilegiato con
la Villa 104 . Il ruolo fondamentale svolto dal Muraglione a Denti nella strutturazione della parte meridionale del Villaggio viene ulteriormente confermato dalla considerazione
che esso, oltre a fornire un importante supporto per le case che si addossano alla faccia
meridionale, costituisce anche l'ossatura di riferimento per le terrazze digradanti verso
Ovest lungo il pendio della collina, sulle quali si dispone il Villaggio 1 0 5 .
L'imponente intervento urbanistico entro cui si trova inserito il Muraglione a Denti, è riconoscibile soprattutto nella parte sud-occidentale del Villaggio, area su cui me-
102
Cfr. H A L B H E R R , S T E F A N I , B A N T I 1977, pp.
239-242.
103
Cfr. A. Di V I T A , Atti della Scuola 1996-1997,
in ASAtene L X X I V - L X X V , 1996-97.
104
Cfr. M I L I T E L L O 1988, p. 259.
105
La successione dei diversi livelli delle terrazze T M I risulta evidente da una sezione di Stefani
tracciata proprio a ridosso del limite meridionale
del Muraglione a Denti (cfr. H A L B H E R R , S T E F A N I ,
B A N T I 1 9 7 7 , p. 2 4 4 , tav. IV). La terrazza più bassa
è occupata dalla Casa del Lebete: i vani più orientali (nn. 3 e 4) avevano i pavimenti poggiati immediatamente sul kouskouras, intorno a quota -4.90 rispetto allo zero della risega del vano A della Casa
VAP; nei vani occidentali (n. 7) il livello del pavimento scendeva fino a quota - 5 . 2 0 . La terrazza superiore si trovava intorno a quota - 3 . 6 0 / 3 . 5 0 , era
occupata dalla strada nord-sud e dal Vano con Pistrinum, e sostenuta a Ovest dal muro orientale
della Casa del Lebete. La parete orientale del Vano
con Pistrinum è forse da identificare con il troncone di muro visibile sotto l'ambiente G della Casa
VAP. Se l'identificazione è esatta, era questo muro
a sostenere la terrazza superiore. Nulla sappiamo
dell'area oggi occupata dal vano A della Casa VAP.
E possibile che qui vi fosse un'ulteriore terrazza,
che porterebbe a quattro il numero complessivo.
La campagna di rilievo architettonico condotta
quest'estate nella fascia immediatamente a Nord
del Muraglione a Denti ha evidenziato un notevole balzo di quota tra queste terrazze e l'area immediatamente a Sud del Muraglione, inducendo a ritenere che la struttura svolgesse una funzione di
terrazzamento anche rispetto all'area settentrionale
(per notizie preliminari sui risultati delle indagini
del 2003 ad Haghia Triada, cfr. V. L A R O S A , I risultati della campagna 2003, su www.unict.it/cacctlScavilhtr2003.htm).
La particolare tecnica con
cui è costruito il Muraglione, a setti murari connessi tra loro secondo un andamento irregolare,
trova confronto in analoghe strutture della stessa
Haghia Triada dalla sicura funzione di terrazzamento: per es., i muri di sostegno dei c. d. Ripiani Inferiore e Superiore presso l'angolo sud-est del
Piazzale Inferiore (cfr. H A L B H E R R , S T E F A N I , B A N T I
1977, pp. 208-210).
174
DARIO PUGLISI
no si sono accaniti gli sbancamenti T M III. La stretta strada nord-sud che, partendo dal
Piazzale Inferiore e ricalcando il percorso della fogna lungo il lato occidentale del Bastione, raggiunge la Casa delle Sfere Fittili e quella del Lebete a Ovest e la Casa del Pistrinum a Est, e si conclude sotto forma di vicolo presso la faccia meridionale del Muraglione a Denti a N o r d , costituisce il più evidente trait d'union tra quest'ultima struttura e il sistema insediativo articolato intorno ai nuclei Bastione-Piazzale Inferiore-Stoà
10 e Villa-Piazzale Superiore-Casa Est ( f i g . 9).
Resta da chiarire se in questa grande sistemazione rientrassero anche il gruppo di
abitazioni poste immediatamente a Ovest del Bastione, le Case A, B e C. L'apparente divergenza di orientamento tra queste e il resto del tessuto abitativo sembra in parte ridimensionarsi se si considera che la parete settentrionale del vano 1 della Casa A, contigua alla Casa delle Sfere Fittili, e quella orientale sono perfettamente allineate con la
strada nord-sud. Uno stretto nesso tra quest'ultima e il resto del quartiere sembra inoltre confermato dalla verosimile presenza di ingressi agli ambienti B 1 e C 1 dalla stessa
via di comunicazione. Solo ulteriori indagini, già in programma, potranno risolvere la
questione, verificando innanzitutto la presunta sovrapposizione del Bastione sui vani
orientali del complesso, che spinse i primi scavatori a sostenere l'anteriorità cronologica
di q u e s t ' u l t i m o rispetto al vicino edificio monumentale 1 0 6 .
Salendo lungo il pendio verso Est, i resti di strutture T M I si fanno più esigui, e
non è certo che i pochi tratti di muro assegnati a questa fase nella pianta finale di Stefani, siano t u t t i attribuibili al m o m e n t o in cui fu sistemato il Muraglione a Denti. I risultati degli interventi di scavo condotti nell'area durante il secondo ciclo di indagini,
mettono in guardia sulla complessità della situazione stratigrafica, sconvolta prima dall'impianto, nel T M IIIA2, della Casa VAP, poi dai rimaneggiamenti dei vecchi scavi.
Emblematico il caso del saggio nel vano D della Casa VAP (1988) che, sebbene abbia raggiunto l'obiettivo prefisso, ovvero la datazione della costruzione dell'edificio, ha
incontrato maggiori difficoltà nella ricostruzione della stratigrafia più antica, pesantemente manomessa dai primi scavatori {fig. 9) 107 . Il recente riesame della ceramica rinvenuta sotto il livello pavimentale T M IIIA2, in particolare gli oltre 2200 frammenti dallo strato 4 108, ha confermato la notevole disomogeneità cronologica dell'insieme, già
evidenziata in sede di esame preliminare: accanto ad una notevole presenza di residui
MM, si segnala infatti una maggioranza di esemplari tipicamente TM IA Finale e TM
IB, mentre limitate restano le testimonianze T M II e T M IIIA. Il fenomeno potrebbe essere spiegato, piuttosto che con la presenza di un'unica colmata per la costruzione della
106
Cfr. H A L B H E R R , S T E F A N I , B A N T I 1 9 7 7 , pp. 2 7 2 278. L'ipotesi dei primi scavatori viene seguita in
LA ROSA 1 9 8 9 , p .
107
87.
Relazione preliminare sui risultati del saggio in L A R O S A 1 9 9 5 , pp. 5 2 6 - 5 3 0 , figg. 2 - 3 .
108
Per una corretta valutazione del dato numeri-
co sui frammenti da questo contesto, occorre ricordare che esso non corrisponde al numero degli esemplari vascolari sicuramente attestati. Quest'ultimo è
stato calcolato contando i soli frammenti sicuramente diagnostici di un vaso.
H A G H I A T R I A D A NEL P E R I O D O T A R D O M I N O I C O I
147
Casa VAP, come ipotizzato in sede preliminare, con il sovrapporsi di diversi livelli tra
T M I e T M II, la cui sequenza è stata quasi completamente alterata dai rimaneggiam e n t i dell'inizio del secolo scorso. A ciò indurrebbe a credere, tra altri indizi, un possibile lembo di stratigrafia intatta databile al T M IA Finale sopravvissuto nel settore settentrionale del vano, che si appoggia alle strutture murarie al di sotto della Casa
VAP
Queste ultime risulterebbero pertanto anteriori alla distruzione finale del TM
IB, diversamente da quanto si era ritenuto in sede di relazione preliminare 1 1 0 .
Meno complessa, ma analogamente incerta a causa della possibile presenza di una
buca moderna, appare la sequenza stratigrafica restituita dal Saggio VI (1979), posto ancora più ad Est e più a monte, nell'area del Piazzale dell'Agorà T M III A2 ( f i g . 9)ni. In
effetti, la relativa coerenza della sequenza riconosciuta in occasione della recente revisione dei materiali ceramici, sembra confermare l'impressione, già espressa nella relazione di scavo preliminare, di rimaneggiamenti non significativi: esemplari TM IB analoghi a quelli dall'orizzonte di distruzione finale della Villa, talvolta ampiamente ricomponibili come nel caso della presunta coppa HTR 337 con fregio di gigli di Francia 112 , provengono dallo strato superiore, fino ad un livello di pietre, al di sotto del quale diventano esclusivi i materiali T M IA Finale, tra cui troviamo tanto il rippled quanto
il fregio a foglie d'edera {fig. 18). Pur non dimenticando la necessaria prudenza, è possibile interpretare lo strato superiore come un livello coinvolto nella distruzione generalizzata che segnò la fine della Villa, e quello sottostante come il riempimento per la
sistemazione del piano di calpestio di una delle ipotizzate terrazze che facevano capo al
Muraglione a Denti. La cronologia T M IA Finale di questo riempimento, e probabilmente di quello analogo che è possibile postulare sotto il vano D della Casa VAP sulla
base del citato lembo stratigrafico superstite, corrisponde a quella dei due depositi che
abbiamo individuato come terminus ante quem per la costruzione del Bastione, inducendo
a concludere per una immediata successione temporale tra l'evento distruttivo attestato
dai primi e la realizzazione del nuovo piano urbanistico 1 1 3 .
109
Ci riferiamo agli strati 5a, 5b, 6 nella fascia
tra il muro 4 e la scaletta del vano D, che comprendevano circa 200 frammenti di cui un quarto
circa residui M M ; cfr. L A R O S A 1995, pp. 529-530,
con sezione stratigrafica alla fig. 3.
110
II pavimento TM IB potrebbe essersi trovato
ad una quota più alta; potrebbe forse corrispondere alla linea di bruciato riconosciuta durante lo
scavo nel breve tratto all'angolo sud-est del vano
sopravvissuto ai primi scavatori (cfr. L A R O S A
1995, pp. 528-529).
111
Cfr. L A R O S A 1979-80, pp. 115-119.
112
Cfr. L A R O S A 1979-80, p. 117, fig. 66a.
113
Problematica risulta a tal proposito l'identificazione nel corso della campagna di rilievo architettonico condotta nell'estate 2003 nella fascia immediatamente a Nord del Muraglione a Denti, di
uno strato con ceramica già TM IB ad un livello
sottostante la base del Muraglione stesso, e dunque
ad esso anteriore (cfr. V. L A R O S A , I risultati della
campagna 2 0 0 3 . . . cit.). L'esame analitico della ceramica e delle stratigrafie verificherà se l'apparente incongruenza possa essere attribuita alla natura
non sufficientemente diagnostica dei materiali recuperati o all'effetto di eventuali rimaneggiamenti
T M IB o T M III nell'area.
176
DARIO PUGLISI
La comprensione del rapporto tra Muraglione a Denti e Villaggio da una parte e Villa dall'altra, passa anche attraverso l'interpretazione della documentazione archeologica restituita dalle case lungo la strada nord-sud 1 1 4 . Alla ricca dotazione ceramica rinvenuta dai
primi scavatori nella Casa del Lebete va aggiunto lo scampolo di stratigrafia identificato
nel 1984 nella Casa del Pistrinum, entrambi i contesti confermando la simultaneità con la
distruzione finale T M IB della Villa 115 . Se pochi dubbi possono sussistere circa l'identificazione di attività artigianali nelle case del Pistrinum e delle Sfere Fittili, che proprio dai
resti archeologici ad esse correlati prendono nome, maggior prudenza occorre nel trattare
di alcuni elementi architettonici e contestuali presenti nella Casa del Lebete ( f i g . 9). Nell'ottica utilitaristica di Halbherr il rinvenimento di una larnax posta presso il muro meridionale del vano 7 della casa testimoniava la destinazione a stanza da bagno di tutto l'ambiente. L'ipotesi fu rifiutata dalla stessa Banti che preferiva pensare ad un magazzino" 6 . In
effetti, la collocazione dell'oggetto proprio sotto una bassa finestra, all'interno di una stanza ampia e accessibile sia da Est, dalla strada nord-sud attraverso il corridoio 1, sia da Ovest, attraverso una porta che dava direttamente su un'area scoperta pavimentata con ciottoli e calce, non appare del tutto confacente alla riservatezza propria di un ambiente di igiene personale. Anche la «terra scura, nerastra forse dovuta alla decomposizione di cereali e
altre derrate alimentari» di cui fu rinvenuta colma la larnax, mal si concilia con il fondo
forato destinato all'eliminazione di eventuali acque residue (peraltro, a quanto risulta dalla pubblicazione dello scavo, destinate a riversarsi sul pavimento!). Il rinvenimento nel vano, accanto a vasi abituali in un comune corredo domestico, di una brocca in Special Palatial Tradition decorata con il nodo sacro e di un presunto modellino di veste muliebre in
pietra nera sembrerebbe suggerire il coinvolgimento, anche in questo caso, di possibili valenze di carattere cerimoniale e rituale. Conferme in tal senso potrebbero essere rappresentate: dal contiguo ambiente 9, parzialmente ipogeo con tre ampi gradini ricoperti di
stucco di differenti colori, sulla cui funzionalità poco ci si è interrogati 1 1 7 ma che potrebbe ripetere, sia pure in modo assai semplificato, lo schema del bacino lustrale; dalla continuità del culto rappresentata dal vicino ambiente E, già da tempo riconosciuto dalla D'Agata come sacello T M III 118 . L'ipotesi di un ulteriore polo cultuale nella Casa del Lebete
114
Cfr.
H A L B H E R R , STEFANI, B A N T I
1977, pp. 247-
272.
115
L'esame analitico della documentazione ceramica pertinente la Casa del Pistrinum è in prog r a m m a per la campagna di studio del 2 0 0 4 ; notizie preliminari sul nuovo intervento di scavo in A.
D I V I T A , A t t i della Scuola 1 9 8 1 - 1 9 8 4 , in ASAtene
L X I I I , 1 9 8 4 , p. 2 1 6 , figg. 2 3 - 2 4 ; L A R O S A 1 9 8 9 ,
p. 85; una prima revisione dei materiali si deve a
D. Scirpo (Tesi di laurea presso l'Università di Catania a.a. 1 9 9 9 - 2 0 0 0 ) .
116
Cfr. H A L B H E R R , S T E F A N I , B A N T I 1 9 7 7 , p. 2 6 2 .
Cfr. M I L I T E L L O 1 9 8 8 , p. 2 4 2 , in cui cita l'opinione di Halbherr, tratta dai taccuini, secondo cui
si trattava di un magazzino «per derrate che essudassero umidità».
118
Cfr. A . L . D ' A G A T A , Un vano di culto T M I I I
nell'abitato di Haghia Triada (Creta), in Sileno
X I I I , 1 9 8 7 , pp. 1 3 5 - 1 4 5 . Nell'ottica di pratiche
cultuali di lunga durata, potrebbe risultare non casuale il rinvenimento, nella stessa area, di una «figurina in pietra con braccia piegate sul petto» di
117
H A G H I A TRIADA NEL PERIODO TARDO MINOICO
I
177
pone sotto diversa luce anche l'eccezionale documentazione amministrativa in essa rinvenuta, costituita da una quarantina di tavolette in lineare A 119 , evidentemente connesse alle ampie possibilità di accumulo di derrate fornite dai pithoi custoditi nel vano 3. Il
forte legame più volte messo in evidenza dagli studiosi tra queste registrazioni e quelle
provenienti dalla Villa, con l'attestazione di stessi scribi che lavorarono in entrambi i
contesti, potrebbe configurarsi come interrelazione di carattere cultuale, nella quale meglio si risolverebbe l'altrimenti incongrua dipendenza di due presunte sfere private da
un'unica amministrazione centrale 1 2 0 .
Di un'interessante proposta di recente formulata da O. Palio occorre, infine, fare
menzione a proposito del rapporto architettonico e cronologico tra questa abitazione e
l'attigua Casa delle Sfere Fittili 1 2 1 . Richiamando l'attenzione su alcune notazioni stratigrafiche dei primi scavatori circa la sovrapposizione del muro settentrionale della Casa
delle Sfere Fittili su quello meridionale della Casa del Lebete, è stata convincentemente
ipotizzata un'originaria porta di comunicazione tra i due complessi, che avrebbero costituito un'insieme unico, con successivo rifacimento della sola porzione meridionale
corrispondente alla Casa delle Sfere Fittili. A giudicare dallo stretto rapporto stratigrafico e architettonico con lo strato di distruzione della Casa del Lebete, certamente databile al T M IB, si tratterebbe del più antico episodio di rioccupazione finora attestato nel
centro di Haghia Triada dopo la fine della Villa, caratterizzato da un limitato impegno
edilizio, volto a sfruttare quanto più possibile le preesistenze architettoniche, e dalla
collocazione nell'area del Villaggio.
Il Villaggio: l'area a N o r d del Muraglione a D e n t i
Soggetta ben più che quella meridionale agli imponenti sbancamenti per la realizzazione degli edifici m o n u m e n t a l i T M III che chiudevano a Nord l'Agorà, l'area ha conservato brandelli sparsi e incompleti di stratigrafie T M I, spesso sopravvissuti in modo
casuale e difficilmente ricomponibili in un quadro unitario. Recuperati nel corso di in-
cili non è nota alcuna raffigurazione, ma che viene
confrontata dalla Banti con idoletti neolitici da
Cnosso (cfr. H A L B H E R R , STEFANI, B A N T I 1 9 7 7 , p. 2 6 2 ) .
119
Per i dati di rinvenimento sulle tavolette cfr.
M I L I T E L L O 1988, pp. 242-243.
120
Sull'omogeneità paleografica tra i due gruppi di tavolette cfr.: P. M I L I T E L L O , Gli scribi di Haghia Triada, alcune osservazioni, in PP 44, 1989,
pp. 145-147; P. M I L I T E L L O , L'amministrazione minoica... cit., p. 413; I. S C H O E P , Minoan Administration at Haghia Triadha (Crete). A Multi-disciplinary Approach of the Linear A Documents in
the «Villa» and the «Casa del Lebete», in J. BENNET, J . D R I E S S E N edd., Anaqota. The Society and Eco-
nomy of Mycenaean Polities. Studies in honour of J. T.
Killen, Minos 33-34, 1998-1999, pp. 273-294; I.
S C H O E P , The State of the Minoan Palaces or the Minoan Palace-State?, in D R I E S S E N , S C H O E P , LAFFINEUR
2002, p. 25. Nel primo dei due contributi della
Schoep, per spiegare il rapporto di dipendenza dell'archivio della Casa del Lebete da quello centrale
della Villa, si propone di riconoscere nella Casa del
Lebete un luogo di ridistribuzione decentralizzato,
ipotizzando la presenza di una porta urbica nei
pressi del presunto ufficio (ibidem, pp. 291-292).
121
Cfr. O. PALIO, Le case del Lebete e delle Sfere
Fittili ad Haghia Triada, in Creta Antica 3, 2002, pp.
121-132, in particolare pp. 128-129.
178
DARIO
PUGLISI
j.
T M IA
T M IB
Edificio
Nord-Ovest
Casa dalla
Soglia
Alabastrina
T M II
Edificio
Ovest b
FIG. 1 9 -
Edificio P
P L A N I M E T R I A DEL V I L L A G G I O A N O R D DEL M U R A G L I O N E A D E N T I .
dagini che avevano come scopo principale la datazione degli edifici TM III, essi si dispongono ad arco a partire da Sud-Ovest, con la complessa sequenza intercettata sotto
l'Edificio Ovest, attraverso i ricchi depositi sotto l'Edificio Nord-Ovest, al lembo stratigrafico sopravvissuto sotto il Megaron P, ai riempimenti nella fascia immediatamente
a Est di esso, all'estremità nord-orientale dell'area dei vecchi scavi (fig. 19). Ancor meno ci è g i u n t o delle s t r u t t u r e edilizie, considerato che le nuove ricerche hanno dimostrato che in massima parte i resti attribuiti al T M I nella pianta Stefani di questo settore sono in realtà di epoca T M III.
La sequenza stratigrafica di gran lunga più articolata è quella identificata nel corso
dei saggi nell'area dei vani a, b, c, d dell'Edificio Ovest 1 2 2 . Nei primi tre, l'intervento
degli scavatori dell'inizio del secolo scorso era proseguito al di sotto dei livelli pavimentali dell'edificio più recente, mettendo in luce un più antico complesso costituito da
tre vani quadrangolari lastricati, disposti in sequenza in senso nord-sud con orienta-
122
Notizie preliminari in A. D I V I T A , Atti della
1 9 8 5 , in ASAtene L X I I I , 1 9 8 5 , pp. 3 4 6 - 3 4 7 ;
L A R O S A 1 9 8 9 , p. 8 9 ; V . L A R O S A , Recenti acquisizioni nel settore nord dell'abitato di Haghia Triada,
Scuola
in Atti VI Congr. Interri. Studi Cretesi (Chanià 1986),
Chanià 1990, p. 417; per il recente studio analitico
dei depositi ceramici, cfr. PUGLISI 2003.
H A G H I A TRIADA NEL P E R I O D O T A R D O M I N O I C O I
179
mento divergente rispetto alle strutture soprastanti ( f i g . 19). L'ulteriore approfondim e n t o dello scavo, condotto nel 1985, consentì di individuare, nella fascia esterna immediatamente ad Ovest del trivani inferiore, uno strato con resti di almeno un centinaio
di esemplari vascolari, il cui uniforme aspetto tecnico e stilistico è assai vicino a quello
della ceramica T M IB del m o m e n t o di distruzione finale della Villa (fig. 20), sebbene
con talune novità nel repertorio decorativo, come per esempio il fregio a doppie losanghe disposte a triangolo (fig. 21) e la versione senza stelo e a fogliette piccole della folíate band (fig. 22). Resta incerto se queste divergenze vadano interpretate come fatti casuali o implichino una differenza cronologica tra i due contesti: da un lato, infatti, il recupero di una grande q u a n t i t à di materiali riferibili all'orizzonte finale della Villa sembra limitare notevolmente l'eventualità di una divergenza accidentale; dall'altro, appare
troppo ardito proporre, sulla base di dati così esigui, la distinzione di due momenti stilistici e cronologici diversi nell'ambito del T M IB.
L'acquisizione di ulteriori elementi chiarificatori sembra auspicabile anche a proposito dell'interpretazione da dare al rapporto stratigrafico tra lo strato T M IB di cui si è
detto e il trivani al di sotto dell'Edificio Ovest, che con il suo muro di limite occidentale vi poggia sopra: il sicuro ruolo di terminus post quem del primo, infatti, potrebbe ulteriormente precisarsi in ad quem qualora si verifichi l'ipotesi che esso non costituisca il
resto di uno strato più antico la cui sommità sarebbe stata asportata in occasione della
costruzione del trivani, ma un riempimento messo in opera contestualmente all'inizio
dei lavori. In attesa degli esiti delle nuove indagini programmate per l'area, occorre
d u n q u e tenere in conto la possibilità che l'edificio in questione, piuttosto che all'inizio
del T M IIIA2 come sostenuto nelle relazioni p r e l i m i n a r i l 2 ì , sia stato costruito nel TM
IB, in un m o m e n t o i m m e d i a t a m e n t e prossimo, o appena posteriore, alla distruzione della Villa. Si tratterebbe, in questo secondo caso, di un'eclatante testimonianza di vitalità
edilizia nel sito all'indomani della distruzione generalizzata che accompagnò la fine della Villa, che farebbe il paio con quella ipotizzata, sia pure sotto forma di più modesto
riutilizzo di precedenti s t r u t t u r e sopravvissute, nella Casa delle Sfere Fittili.
Un ulteriore, significativo dato a proposito della questione della rioccupazione post-Villa ad H a g h i a Triada potrebbe essere rappresentato, ancora una volta nell'area dell'Edificio Ovest, dalla ceramica recuperata nello stretto saggio al di sotto del vano d (fig.
Ì9) 1 2 4 . Il deposito qui identificato, con i suoi almeno settanta esemplari, sebbene segnato, come t u t t i i limitrofi, dalle alterazioni dovute ai rifacimenti più tardi, è forse da
considerare più omogeneo dal p u n t o di vista cronologico di quanto non sia apparso in
fase di esame preliminare. La produzione ceramica di più manifesta ascendenza TM I qui
documentata, infatti, presenta caratteristiche tecniche (come la brillantezza e l'alto gra-
123
Cfr. L A R O S A 1989, p. 89; L A R O S A 1997b, p.
256; in A. Di V I T A , Atti della Scuola 1985, in
ASAtene LXIII, 1985, p. 346, la costruzione dell'edificio viene assegnata alla fine del TM IIIA1.
124
Per questo deposito, oltre i riferimenti bibliografici già citati, cfr. anche L A R O S A 1997b,
pp. 251-252.
180
DARIO PUGLISI
do di vetrificazione delle superfici e le vernici corpose e resistenti), e morfologiche (come il deciso accentuarsi delle dimensioni degli orli estroflessi e la tendenza alla diminuzione dell'altezza nei vasi aperti d'impasto fine), che la distinguono dai contesti T M
IB collegabili al m o m e n t o finale della Villa. Anche nel repertorio decorativo di tazze e
coppe emisferiche, accanto al persistere di elementi già ben affermati, come il giglio di
Francia (fig. 23), il motivo a triplice linea ondulata e la /oliate band, si notano evidenti
tratti innovativi come la diffusione del fregio a squame e la comparsa del motivo degli
archetti semplici o doppi pendenti dall'orlo (fig. 24), che trovano esatto riscontro nel
Dump South of the House of the Snake Tube a Kommòs, già da tempo edito e unanimemente ritenuto di cronologia T M II l 2 5 . Il confronto con questo contesto, anch'esso caratterizzato dalla compresenza di elementi ancora di tradizione T M I accanto ad altri manifestamente T M II come goblets e blob-cups, induce al sospetto che i numerosi esemplari
dello stesso tipo attestati nel deposito del vano d (fig. 25) non vadano interpretati come
intrusioni ma siano stati utilizzati contemporaneamente alla ceramica più vicina, ma
non identica, alla produzione T M IB del m o m e n t o della distruzione finale della Villa.
Il deposito del vano d, con i suoi numerosi vasi interi, o ampiamente ricostruibili,
e le evidenti tracce di bruciato, si configura come il resto di uno strato di distruzione
sopravvissuto agli sbancamenti posteriori. Nessun elemento di carattere stratigrafico o
dai taccuini dei vecchi scavi, consente di affermare una sicura relazione tra il contesto in
questione e l'attigua struttura a tre vani lastricati. La cronologia di quest'ultima resta
così estremamente incerta non solo per il m o m e n t o della costruzione ma anche per quello della distruzione e, sebbene le suggestioni in questo senso siano forti, appare ancora
p r e m a t u r o prendere in sistematica considerazione le inevitabili conseguenze che l'identificazione di un edificio di notevole i m p e g n o costruttivo vissuto in un m o m e n t o assai
breve tra la fine del TM IB e l'inizio del TM II, avrebbe nel quadro storico del sito.
Nell'area dei vani b e c dell'Edificio Ovest, immediatamente al di sotto dei pavim e n t i del trivani inferiore e, nella fascia ad Ovest di quest'ultimo, sigillati da un livello irregolare di pietre al di sopra del quale era lo strato T M IB già citato, furono identificati numerosi depositi ceramici T M IA, per un totale di quasi trecentocinquanta vasi sicuramente documentati. Sebbene inevitabilmente intaccati dai rifacimenti posteriori, essi presentavano un notevole grado di uniformità stilistica e cronologica, che i risultati del recente esame analitico hanno indotto a collocare nel T M IA Iniziale, sulla
base dell'assoluta prevalenza del rippled e delle spirali nel repertorio decorativo in uso di
contro alla consueta rarità dei motivi vegetali (figg. 26-27). Tali depositi sono probabilmente da riferire ad un unico episodio di distruzione che dovette essere piuttosto
esteso, almeno a giudicare dalla preliminare attribuzione allo stesso momento cronologico dei depositi sopravvissuti agli sbancamenti posteriori nell'area immediatamente a
N o r d dell'Edificio Ovest, al di sotto dei vani 1, 2, 3, 7 e 10 dell'Edificio Nord-Ovest
125
Cfr. L.V.
WATROUS,
Kommos III. The Late Bronze Age Pottery, Princeton 1992, pp. 20-25, 119-125.
182
DARIO
PUGLISI
(fig. 19)126- Molto limitati sono i resti di strutture associabili a questo orizzonte di distruzione: due tratti rettilinei di muro e un livello pavimentale con ripostiglio litico sotto gli ambienti 1, 2, e 3 dell'Edificio Nord-Ovest; gli angoli adiacenti di due ambienti
quadrangolari sotto il vano c dell'Edificio Ovest 127 che, sulla base di un eccezionale esemplare di vassoio tripodato con piano superiore forato 128 rinvenuto nel più orientale dei
due, vennero assegnati ad una ipotetica casa denominata «del Vassoio Tripodato»; l'angolo nord-ovest di un ulteriore ambiente quadrangolare sotto il vano b, presso il quale,
ad una quota inferiore al livello pavimentale, fu identificata un'olletta con beccuccio a
ponte ancora decorata in light-on-dark e pochi altri frammenti di verosimile cronologia
MM IIIB/TM IA che potrebbero fornire un'utile indicazione per la datazione di questo
ambiente e di t u t t o il settore d'insediamento ad esso stratigraficamente collegato.
Gli effetti dei radicali sbancamenti che ebbero luogo in t u t t a l'area nel corso del
T M I sono ribaditi dall'evidenza di un sottile strato di bruciato posto direttamente sul
kouskouras al di sotto dell'Edificio P, in corrispondenza dell'angolo sud-occidentale, che
ha restituito ceramica stilisticamente attribuibile al T M IB (fig. 19). La quindicina di
vasi identificati, per lo più skoutelia e tazze monocrome, tuttavia, costituisce un gruppo
non sufficientemente diagnostico per consentire un'attribuzione all'orizzonte di distruzione finale della Villa o al m o m e n t o della rioccupazione.
Poco più a Est e a monte lungo il pendio, nell'ambito della complessa situazione
stratigrafica identificata al di sopra delle rovine della Casa dalla Soglia Alabastrina, nel
settore a N o r d dei vani T M III Q ed R, sembra riconoscibile un'operazione di terrazzam e n t o realizzata attraverso la messa in opera di un muro nord-sud costituito da due
tratti irregolarmente connessi tra loro, colmato con un riempimento che non ha restituito ceramica più tarda del T M IA Iniziale 129. Il carattere dell'episodio, qualora confermato dall'indispensabile riesame dei dati di scavo, resta difficile da giudicare a causa
del totale isolamento cui lo ha ridotto la frenetica attività edilizia che si è svolta attorno ad esso. Sembra innegabile, tuttavia, che esso implichi una rifunzionalizzazione dell'area precedentemente occupata dalla Casa dalla Soglia Alabastrina. Considerando che
questo edificio, pur nei pochi brandelli sopravvissuti, era dotato di una soglia in alabastro con attiguo lastricato che costituisce la testimonianza architettonica più monumentale identificata nell'insediamento in epoca anteriore al T M I, la sua scomparsa potrebbe corrispondere ad una riorganizzazione insediativa più ampia e significativa di quan-
126
L'esame analitico di tali depositi è in prog r a m m a per la campagna di studio della prossima
primavera. Notizie preliminari su di essi in A. DI
V I T A , Atti della Scuola 1 9 8 5 , in ASAtene L X I I I , 1 9 8 5 ,
pp.
346-347;
LA ROSA 1 9 8 9 , p . 8 9 ; V . LA ROSA,
Re-
centi acquisizioni... cit., pp. 4 1 3 - 4 1 4 ; pianta e sezione del saggio sotto il vano 1 dell'Edificio NordOvest, con foto di scavo e materiali ceramici, in LA
2002b, p. 42, fìgg. 6 4 - 6 9 .
Cfr. A. D I V I T A , A t t i della Scuola 1985, in
ASAtene L X I I I , 1985, p. 345, fig. 12.
128
Ibidem, p. 347, figg. 15-16.
129
Cfr. A. D I V I T A , A t t i della Scuola 1985, in
ASAtene L X I I I , 1985, pp. 343-346, figg. 8 - 1 1 ; L A
R O S A 1989, pp. 88-89ROSA
127
H A G H I A T R I A D A NEL P E R I O D O T A R D O M I N O I C O I
183
to i pochi residui pervenuti lascerebbero a prima vista intuire. In ogni caso, sembra certo che la casa più antica non fu ricostruita più ad Est, in direzione della vicina area funeraria. I saggi condotti nel 1996 nella fascia immediatamente ad Est della Stoà dell'Agorà TM III 1 3 0 , infatti, hanno verificato la totale assenza di resti di epoca MM e TM I,
inducendo a credere che esistesse una linea immaginaria disposta in senso nord-sud dal
Vano con Pilastro alla Casa dalla Soglia Alabastrina presso la quale si attestava il limite
orientale del nucleo abitativo costituito dal Villaggio.
La F o r n a c e T M I e il P r e d i o M a r a k i s
E verosimile che questa linea immaginaria continuasse ancora più a Sud, fino all'area
occupata dal Sacello TM III. Nella fascia ad Est del Bastione e della Casa Est, infatti, il
netto accentuarsi del pendio e la presenza, poco più a monte, di una fornace TM I per la
produzione di ceramica, sembrano escludere un'occupazione di tipo abitativo 131 . Portata in
luce da D. Levi e C. Laviosa nel 1976 ed edita negli anni immediatamente successivi 132 , la
struttura continua a restare piuttosto enigmatica, soprattutto per quanto riguarda la cronologia e il ruolo che svolgeva nel sistema produttivo del sito (tav.; /). Relativamente al
primo punto, in attesa dell'esame analitico della ceramica recuperata, ci limitiamo a notare che i frammenti noti dalla pubblicazione preliminare, sebbene non sempre di decisiva
provenienza stratigrafica, sembrano in gran parte attribuibili al TM IB, suggerendo una
datazione analoga per la struttura. L'ipotesi sembra trovare conferma negli esiti di indagini archeometriche condotte alcuni anni or sono sulla fornace, che ne collocherebbero la
cronologia assoluta in un momento posteriore alle distruzioni della fine del TM IB della
Creta centrale e contemporaneamente a quelle più tarde della Creta orientale 133 . Per quanto riguarda l'organizzazione della produzione, un punto che sarebbe importante chiarire è
quanto l'apparente isolamento della fornace corrisponda alla realtà e quanto su di esso influisca il mancato ampliamento delle indagini archeologiche nell'area 134 .
Il problema della continuità del tessuto abitativo si ripropone per l'area a Ovest del
Villaggio e per quella a Sud della Casa Est e della Villa. Nel primo caso, l'evidenza costituita dai margini occidentali delle Case A, B e C, delle Sfere Fittili e del Lebete, suggerirebbe un'interruzione della sequenza costruita, che sembrerebbe confermata dalla
130
Cfr. A. Dì V I T A , Atti della Scuola 1996-1997,
in ASAtene LXXIV-LXXV, 1996-97.
131
Ulteriori indicazioni in proposito potranno forse essere fornite dall'esame analitico dei resti ceramici e di strutture identificati nel 1993 nel corso dei lavori di scavo per la messa in opera del sistema antincendio nell'area compresa tra la fornace e il phylakion.
132
Cfr. D. L E V I , C. LAVIOSA, Il forno minoico da
vasaio di Haghia Triada, in ASAtene LVII-LVIII,
1979-80, pp. 7 - 4 8 .
133
Cfr. M . E . E V A N S et alii, New archaeomagnetic results from Greece, in I . LIRITZIS, G. T S O K A S
edd., Archaeometry in South Eastern Europe (Delphi 1991), in PACT 45, 1995, pp. 313-320. Siamo
debitori dell'indicazione bibliografica a N . Cucuzza.
134
Per le recenti indagini di laboratorio condotte sui materiali ceramici dalla fornace, cfr. il contributo di C. Belfiore et al. in questo stesso volume.
DARIO PUGLISI
184
mancata identificazione di resti di strutture nel corso
della realizzazione di alcune trincee per il drenaggio
delle acque avvenuta nel 1984 nell'area esterna ai vecchi scavi, a Ovest della Casa del Lebete 135 . Nel secondo
caso, la situazione è risultata complicata dagli esiti delle indagini del 1988 nel Predio Marakis che, nonostante la forte pendenza del declivio e l'apparente difficoltà
di occupazione dell'area, hanno individuato cospicue
FIG. 2 7 - COPPA ( ? ) B / B 1 I V 1 0 DALtestimonianze, in termini di strutture e depositi ceraLO STRATO T M I A I N I Z I A L E AL DI S O T T O DEL V A N O B DELL'EDIFICIO O V E S T
mici, relative al T M I 1 3 6 (tav. /). Il recente completa( T M I A INIZIALE).
m e n t o dell'esame analitico dei ricchi complessi ceramici recuperati ha consentito significative precisazioni
cronologiche, che restano tuttavia bisognose dell'indispensabile riscontro in sede di revisione dei dati di scavo per considerarsi definitivamente acquisite. Alla precarietà del quadro definibile allo stato attuale contribuisce, inoltre, la limitata estensione dell'area sottoposta ad indagine. Un abbondante g r u p p o di ceramiche,
dalle caratteristiche stilistiche tipiche del TM IA Finale come la diffusione dei motivi vegetali, la frequenza
del fregio con viticcio ed il persistere del rippled, ormai
nella versione a tratti poco nitidi, va probabilmente
connesso alle operazioni di messa in opera delle notevoli strutture di terrazzamento individuate a monte, i
5 cm
muri 1, 2, e 3, forse collegati ad un originario percorso
F I G . 2 8 — F R A M M E N T O DI VASO C H I U S O
di viabilità; i pochi frammenti provenienti da sotto il
HTR 1 5 3 9 , DALLA TRINCEA C / 1 NEL P R E crollo
degli stessi, invece, presentano tratti caratteristiDIO MARAKIS ( T M I B ) .
ci del T M IB, con qualche sporadico esemplare sicuramente T M II. Una situazione analoga, a livello di composizione del deposito, si riscontra tra i materiali recuperati più a valle, nel corso dello scavo della trincea C/1. Qui, un
cospicuo livello di crollo, verosimilmente proveniente almeno in parte dal disfacimento
del terrazzamento più a monte, sigillava uno spesso strato di scivolamento con cocci
fluitati, omogeneamente T M IB, tra i quali si segnalano esemplari della Special Palatial
Tradition con una ricorrenza altrimenti ignota al di fuori della Villa {fig. 28), e altri rari pezzi certamente T M II. E possibile, pertanto, che un sistema di terrazzamenti, percorsi e, forse, strutture abitative, disposto nell'area a monte della trincea C/1, sia stato
coinvolto nella grande operazione di ristrutturazione insediativa avvenuta alla fine del
135
Cfr. A. D Ì V I T A , Atti della Scuola
1984, in ASAtene LXIII, 1984, p. 216.
1981-
136
Cfr.
LA ROSA
1995,
pp.
535-537.
185
HAGHIA TRIADA NEL PERIODO TARDO MINOICO I
TM IA, abbia fatto uso nel corso del TM IB dei corredi ceramici i cui resti si accumularono lungo le pendici del colle e sia scomparso alla fine del periodo. Solo una parziale
frequentazione avrebbe interessato l'area nel TM II, durante la quale si sarebbe completato il definitivo disfacimento delle strutture. Le strette relazioni identificabili a livello
di fasi edilizie, di percorsi di viabilità e di corredi ceramici, tra questa area e quella topograficamente assai prossima della Villa, lasciano supporre una forte dipendenza delle
dinamiche di occupazione dell'area dal vicino complesso monumentale, piuttosto che far
pensare ad un ulteriore polo abitativo dell'insediamento.
La c. d . T o m b a degli Ori e il C o m p l e s s o della Mazza di Breccia 1 3 7
Il problema dell'originaria estensione e organizzazione del centro abitato di Haghia
Triada si ripropone a proposito del nuovo settore individuato a Nord-Est dell'area dei
vecchi scavi, all'interno di uno spazio la cui destinazione funeraria, agli inizi del TM I,
era consolidata da una consuetudine già millenaria.
I due nuclei principali dell'insieme si dispongono in senso est-ovest sul fianco della collina, articolandosi intorno ad uno spazio lastricato centrale, fornito di due scale
(una delle quali monumentale) e di una gradinata: qui si contrappongono da un lato la
Complesso della Mazza di Breccia
o
FIG. 2 9
137
5
10
— P L A N I M E T R I A DELLA C . D . T O M B A DEGLI O R I E DELL'ADIACENTE C O M P L E S S O DELLA M A Z Z A DI B R E C C I A .
Ringraziamo N . Cucuzza per aver discusso
del Complesso della Mazza di Breccia, consenten-
doci anche la visione dei materiali che ha in corso
di studio.
186
dario
puglisi
regolarità dell'impianto rettangolare della c.d. Tomba degli Ori, dall'altro l'imponenza
della fronte colonnata del Complesso della Mazza di Breccia, la cui compattezza planimetrica tende a disgregarsi nella parte retrostante, man mano che si procede verso Est
{fig. 29)138. La pesante azione dell'erosione, visibile soprattutto lungo la fascia settentrionale, e i rimaneggiamenti subiti nel corso dei secoli sono tra i principali responsabili dei numerosi problemi di interpretazione architettonica e stratigrafica che coinvolgono l'area. Risulta difficile, innanzitutto, ricostruire con precisione l'originario impianto
planimetrico degli edifici e l'eventuale ruolo dei piani superiori; permane oscuro il rapporto stratigrafico e funzionale tra questi e le aree lastricate MM sottostanti e parzialmente riutilizzate da essi; resta da definire, infine, l'esatto significato strutturale delle
tre differenti fasi architettoniche del Complesso della Mazza di Breccia, a maggior ragione se si considera che la forte corrispondenza stilistica della ceramica associata ai tre
m o m e n t i , almeno sulla base dei pezzi noti dalle relazioni preliminari, ne richiede una
collocazione in un arco temporale estremamente ristretto 139.
Dal p u n t o di vista cronologico, poche novità sono venute dai recenti scavi a proposito del m o m e n t o della costruzione della c.d. Tomba degli Ori l4°; un più solido punto
di riferimento, per il Complesso della Mazza di Breccia, è costituito invece dall'olletta
con beccuccio a ponte h t r 1880, la cui giacitura in posizione verticale al di sotto di un
pavimento della prima fase del Complesso, presso il piede di un muro del vano b, ha
consentito di interpretarla come deposito di fondazione 1 4 1 : l'associazione su registri sovrapposti di fregio con spirali in alto e con fascia ondulata in basso sembrerebbe essere
un tratto ancora riconducibile al T M IA, sebbene la resa piuttosto trascurata farebbe
pensare ad un m o m e n t o finale. Per quanto riguarda il m o m e n t o della distruzione, vanno ribaditi e allargati i numerosi legami stilistici già riscontrati in sede di relazione preliminare con i depositi del m o m e n t o finale della Villa, confermando l'immagine di una
frattura generalizzata nell'insediamento, all'indomani della quale, tuttavia, anche questo settore sembra restituire testimonianze di una rioccupazione T M II nella piattaforma v-v' identificata all'estremità orientale del complesso, immediatamente a Nord dei
142
vani n e o .
Piuttosto intensa, nonostante i pochi anni trascorsi dalla conclusione delle ricerche
sul campo e dall'inizio dello studio sistematico dei materiali, appare la riflessione interpretativa intorno alla funzione del Complesso della Mazza di Breccia, sulla quale ha in-
138
Relazione preliminare degli scavi recenti in
1 9 9 2 - 9 3 , con riferimenti bibliografici alle ricerche dell'inizio del secolo scorso.
139
Cfr. L A R O S A 1 9 9 2 - 9 3 : Strato 1 1 , relativo alla prima fase del Complesso della Mazza di Breccia: figg. 3 0 - 3 6 , 3 9 , 4 2 - 4 8 , 9 3 , pp. 1 4 2 - 1 5 1 ; Strato 1 0 , relativo alla seconda fase: figg. 5 1 , 5 3 - 5 5 ,
5 7 - 6 0 , pp. 1 5 1 - 1 5 3 ; Strato 6 , relativo alla terza
LA
ROSA
fase: figg. 61-62, 64-66, 78-81, 84, pp. 153-160.
140
Cfr. L A R O S A 1992-93, p. 128.
141
Cfr. L A R O S A 1992-93, p. 145, fig. 37; L A
R O S A 2002b, pp. 33, 48.
142
Cfr. V . L A R O S A , Preghiere fatte in casa? Altari mobili da un edificio di H. Triada, in Atti Vili
Congr. Interri. Studi Cretesi (Iraklio 1996), Iraklio
2000, p. 147, e p. 150, fig. 1.
haghia t r i a d a nel periodo t a r d o minoico i
187
fluito da catalizzatore l'analoga discussione sulla destinazione della c.d. Tomba degli Ori,
più vecchia di qualche decennio. Alla suggestiva ipotesi della Long, risalente al 1959 1 4 3 ,
che proponeva di riconoscere nell'edificio un complesso con ambienti per la deposizione
dei morti ed altri destinati a cerimonie e culti funerari, La Rosa ha preferito, dopo la ripresa delle ricerche, l'interpretazione del primo scavatore, R. Paribeni l 4 4 . Secondo quest'ultimo, l'apparente estraneità tra le strutture monumentali e il cumulo di resti ossei
rinvenuto all'interno, che doveva apparirgli particolarmente eclatante nel 1904 a pochi anni dalla nascita dell'archeologia minoica, andava spiegata con il riutilizzo di una casa in
rovina come scarico di necropoli. Il nuovo settore, con i suoi vani di rappresentanza nella
parte anteriore, di fronte alla c.d. Tomba, e i suoi spazi di immagazzinamento e attività artigianale concentrati nella porzione retrostante, è sembrato ulteriormente confermare la
totale incompatibilità con la sfera funeraria dell'insieme delle strutture. Tuttavia, la considerazione dei numerosi oggetti di funzione liturgica rinvenuti (mazze in pietra pregiata,
rhytà, statuine fittili), tra cui vanno con ogni probabilità annoverati anche alcuni bassi
«sgabelli» fittili decorati, convincentemente interpretati come parafernalia e definiti «altari mobili» da La Rosa, ha indotto lo studioso a rivalutare il ruolo delle pratiche cultuali svolte tanto nel Complesso della Mazza di Breccia quanto nella c.d. Tomba degli Ori e
nello spazio lastricato tra i due edifici, che egli ha proposto di collegare a cerimonie in
onore dei defunti
E evidente che tali argomentazioni, piuttosto che nella direzione di
Paribeni, muovono in quella della Long, a tal punto che le divergenze interpretative rispetto a quest'ultima si riducono al problema della giacitura primaria o secondaria delle
ossa rinvenute all'inizio del secolo scorso negli ambienti 1 e 3 della controversa tomba 1 4 6 .
Gli innegabili riscontri identificati da La Rosa, attraverso la rilettura dei vecchi taccuini
di scavo, circa la possibile provenienza delle ossa in deposizione secondaria e relativi corredi nella c.d. Tomba degli Ori, dalla vicina Tomba del Sarcofago Dipinto 1 4 7 , non implicano necessariamente che tutti questi reperti avessero la medesima provenienza. Conside-
143
Cfr. C.R. L O N G , Shrines in Sepulcres? A Reexamination of Three Middle to Late Minoan Tombs,
in AJA 63, 1959, pp. 61-65.
144
Cfr. L A R O S A 1992-93, p. 125.
145
Cfr. V. L A R O S A , Preghiere fatte in casa?...
cit., in particolare pp. 146-147; alle attività di tipo religioso svolte nell'area potrebbe essere collegato il muro M/1, di epoca T M I, portato in luce
nella fascia immediatamente a Nord della Tomba
del Sarcofago Dipinto nel corso della campagna di
scavo 1997 e preliminarmente interpretato dallo
stesso La Rosa come struttura pertinente ad un altare, forse in relazione alla c.d. Tomba degli Ori:
cfr. V. L A R O S A , Nuovi dati sulla tomba del sarco-
fago dipinto di
Triada, in V . L A R O S A , D . P A edd., 'Epì pònton plazòmenoi. Simposio Italiano di Studi Egei (Roma 1998), Roma 1999,
p. 187, figg. 1-3, 7.
146
Un riesame dei dati dello scavo del 1903,
con significative precisazioni, in N . C U C U Z Z A , Osservazioni sui costumi funerari dell'area di Festòs e
Haghia Triada nel TM IIIA1-A2 iniziale, in Creta
Antica 3, 2002, pp. 160-165.
147
Cfr. V. L A R O S A , T O whom did the Queen Tiyi
scarab found at Hagia Triada belong?, in A. K A R E T sou ed., Kriti-Aigyptos. Politismikòi desmòi triòn chilietòn. Meletès. Athina 2000, pp. 86-93.
H.
LERMO, L . V A G N E T T I
188
dario
puglisi
rando, anzi, il notevole spessore dello strato di ossa rimosso da Paribeni e la forte azione
dell'erosione nell'area, che ha completamente asportato molta parte dell'edificio, è verosimile che i resti identificati fossero relativi a molti più inumati dei cinque sicuramente identificabili secondo il primo scavatore, e che tale massa di individui diffìcilmente avrebbe trovato posto nella sola Tomba del Sarcofago Dipinto. L'ipotesi di deposizioni funerarie nella
c.d. Tomba degli Ori già nel TM I, magari in giacitura secondaria come nell'ossario della
Pillar Crypt della Tempie Tomb di Cnosso l48 , da un lato darebbe conto della recente osservazione di Cucuzza che, sulla base dei dati dei vecchi scavi, ha evidenziato come lo strato di
ossa giungeva fino al pavimento della c.d. Tomba degli Ori 149 ; dall'altro, si adatterebbe meglio a spiegare la presenza di un complesso edilizio tanto imponente in un'area che da più
di un millennio aveva destinazione funeraria e che la conservò fino alla fine della civiltà minoica; infine, renderebbe più perspicua l'operazione che coinvolse i defunti della Tomba del
Sarcofago Dipinto, le cui spoglie non furono gettate in uno spazio qualsiasi lì nei pressi, ma
in un edificio, più o meno in rovina, che conservava fresca la memoria dei morti che lo avevano occupato precedentemente. Né si deve credere che l'attiguo Complesso della Mazza di
Breccia rischi di risultare una «nota stonata» rispetto alla coerenza dell'ipotesi proposta. In
effetti, le recenti notazioni di Militello sul Complesso, di cui egli sottolinea l'eccentricità
topografica rispetto al resto dell'insediamento, la forte specificità nel campo della produzione artigianale, che non trova riscontro nella Villa pur presupponendo un circuito di distribuzione pubblico piuttosto che privato, e il ruolo subalterno che esso comunque mantiene rispetto all'amministrazione centrale 15°, potrebbero rivelarsi altrettanti tratti caratteristici di una struttura che esiste in funzione delle esigenze della Tomba degli Ori e della
sua destinazione cultuale e funeraria: di qui la prossimità topografica tra i due edifici; la comunanza degli oggetti cerimoniali e di prestigio, che verrebbero non solo custoditi ma anche prodotti nel Complesso per un ampio circuito di consumo; l'assenza di un ruolo prevalentemente residenziale incompatibile con uno spazio di necropoli.
Osservazioni
conclusive
Diacronia e continuità
Lo studio analitico dei depositi ceramici recuperati nel corso del secondo ciclo di ricerche ad Haghia Triada, pur in attesa di completamento, sembra delineare un nuovo
palinsesto per il T M I nel sito, con due orizzonti cronologici stilisticamente caratterizzati nel T M IA, uno (ed un secondo molto ipotetico) nel TM IB e un quarto nel passaggio tra il T M IB e il TM II. Il periodo in questione appare, dunque, ben più artico-
148
Cfr., da ultimo, D R I E S S E N , M A C D O N A L D 1997,
pp. 166-168, con riferimenti bibliografici precedenti.
149
Cfr. N. C U C U Z Z A , Osservazioni sui costumi funerari ... cit., p. 164.
150
Cfr. P . MILITELLO, Organizzazione dello spazio e
vita quotidiana nelle case TM I di Haghia Triada, in
Atti Vili Congr. Interri. Studi Cretesi (Iraklio 1996),
Iraklio 2000, pp. 313-334.
haghia t r i a d a nel periodo t a r d o minoico i
189
lato di quanto in genere si sia creduto. Arduo, e talvolta impossibile, è collegare l'impalcatura ceramica al susseguirsi delle attività edilizie, e cogliere l'originario significato di operazioni i cui esiti più o meno monumentali sono stati pesantemente ridimensionati, o del t u t t o asportati, dai rifacimenti e sbancamenti posteriori. Occorrerà, pertanto, ribadire preliminarmente il carattere provvisorio e ipotetico di molte delle riflessioni che seguono.
L'episodio di distruzione che mise fine alla Casa dalla Soglia Alabastrina nel MM
IIIB/TM IA, all'estremità settentrionale dell'area scavata, non va probabilmente considerato un fatto isolato, poiché ceramica di analoga cronologia sembra provenire, scendendo verso Sud, tanto dai riempimenti per la messa in opera dell'Edificio Ciclopico,
quanto da quello sotto i vani 62a, 65a e 66a della Villa. Allo stesso m o m e n t o vanno a
nostro avviso assegnati il deposito di fondazione rinvenuto nel corridoio 74 della Villa,
e lo strato anteriore alla Casa del Vassoio Tripodato, identificato al di sotto del vano b
dell'Edificio Ovest nel settore del Villaggio a N o r d del Muraglione a Denti. Ad una distruzione generalizzata, dunque, segue una prima ristrutturazione su ampia scala che
sembra definire sin da questo m o m e n t o i tratti fondamentali dell'aspetto urbanistico del
sito nel corso del T M I: ci riferiamo in particolare all'impianto della Villa che, certamente dotata sin dall'inizio del Corridoio 74, sembra già presupporre la sua collocazione di cerniera intorno ai due piazzali; all'Edificio Ciclopico, la cui mole rettangolare in
contrappunto alla Villa, istituisce un binomio monumentale che sarà mantenuto, nell'ultima parte del T M I, con l'edificazione del Bastione; alla Casa del Vassoio Tripodato, la cui cronologia di costruzione va forse estesa a t u t t o il quartiere superstite al di sotto dell'Edificio Nord-Ovest, costituendo il primo delinearsi di quel polo più manifestamente abitativo che, sulla scia dei primi scavatori, abbiamo chiamato Villaggio. Una
corretta valutazione della portata innovativa dell'impostazione definita all'indomani
della distruzione MM IIIB/TM IA resta condizionata dalla quasi totale oscurità che avvolge le vicende edilizie, eventualmente di carattere monumentale, che ebbero luogo in
epoca mediominoica: da un lato, la forte valenza cultuale, risalente già all'AM I, che abbiamo ritenuto doveroso sottolineare a proposito dell'area del colle di S. Giorgio Galata, suggerisce forme di continuità millenaria all'interno delle quali la Villa potrebbe
rappresentare solo una tappa, per quanto inedita per grandiosità e imponenza; dall'altro,
la mancata ricostruzione nell'area della Casa dalla Soglia Alabastrina sembra testimoniare almeno un caso di significativa frattura rispetto al passato.
Una prima significativa cesura nella storia insediativa del centro nel T M IA è testimoniata dai ricchi strati di distruzione T M IA Iniziale che si estendono senza soluzione di continuità dalla Casa del Vassoio Tripodato fino al di sotto dell'estremità settentrionale dell'Edificio Nord-Ovest. L'incertezza tra evento localizzato o coinvolgente
più ampie porzioni dell'insediamento sembra da risolvere in favore della seconda opzione se si tiene conto delle precise corrispondenze stilistiche che i citati contesti presentano con lo strato di distruzione più antico identificato, all'estremità meridionale del sito, nei vani Gamma e Delta (rispettivamente, strato III e strato IV). Diventa pertanto
credibile che la reale portata dell'evento sia stata in parte ridimensionata dalle rioccupazioni posteriori. Pochissimi elementi sono disponibili per definire le caratteristiche
190
dario
puglisi
della successiva ricostruzione. L'unico intervento edilizio forse collocabile immediatamente dopo la distruzione T M IA Iniziale, costituito dalle presunte strutture di terrazzamento identificate al di sopra della Casa dalla Soglia Alabastrina, resta molto difficile da interpretare a causa del pessimo stato di conservazione, e sembra comunque da ricondurre ad un fatto episodico. Il verosimile restringimento attestato nella casa dei vani Gamma e Delta nel passaggio dal T M IA Iniziale al T M IA Finale, infine, induce al
sospetto che l'assenza di depositi databili al m o m e n t o più tardo del T M IA nel settore a
N o r d del Muraglione a Denti, debba essere spiegata non solo con l'effetto degli sbancamenti T M III, ma anche con un fenomeno di generale contrazione dell'area insediativa.
Nessun d u b b i o sussiste, invece, circa la dimensione generalizzata dell'orizzonte di
distruzione T M IA Finale (Edificio Ciclopico, buca nel kouskouras\ Trincea B a Sud-Est
del Bastione; vano Delta, strato III). I precisi riscontri stilistici con i riempimenti relativi alla realizzazione del Muraglione a Denti (Saggio VI, vano D della Casa VAP), dei
terrazzamenti nel Predio Marakis e forse dei rifacimenti nella Villa (frammenti sotto le
lastre del vano 14), dimostrano, infatti, che proprio all'indomani di questa ulteriore cesura, si mise mano alla grande ristrutturazione che conferì al centro l'unitario aspetto
urbanistico conservato fino alla distruzione della fine del T M IB.
Nell'ottica qui seguita, in cui ai fenomeni di specificità diacronica si contrappongono le persistenze di lunga durata, la discussione sul nuovo impianto di Haghia Triada va incentrata, innanzitutto, sulla distinzione tra elementi di novità e tratti di continuità con il passato, tenendo sempre in conto che la parziale conoscenza dei momenti
più antichi tende ad evidenziare i primi a scapito dei secondi. Appare improbabile, per
esempio, pur in assenza di dati concreti, che la Casa Est non abbia avuto diretti antecedenti nel T M IA, a maggior ragione se teniamo fede all'ipotesi circa la natura di polo
cultuale che abbiamo formulato a proposito della struttura nell'ambito dell'insieme costituito dalla Villa e dal Piazzale Superiore. Più difficile è pronunciarsi a proposito del
Muraglione a Denti, che potrebbe rappresentare un elemento di novità qualora risultasse dimostrato che il suo tracciato definiva una situazione insediativa consolidatasi nel
periodo precedente, a seguito della presunta contrazione del Villaggio nel passaggio tra
T M IA Iniziale e T M IA Finale. In ogni caso, i due depositi identificati, rispettivamente, nella fascia ad Ovest del trivani sotto l'Edificio Ovest e al di sotto dell'Edificio P, dimostrano che una nuova espansione abitativa, più o meno parziale, interessò l'area in un
m o m e n t o assai avanzato del T M IB (forse addirittura posteriore alla distruzione finale
della Villa). Lo stretto nesso architettonico tra il Muraglione a Denti e la Casa del Lebete che vi si appoggia, indurrebbe a considerare anche quest'ultima un'introduzione recente nel panorama urbanistico del centro, sebbene l'affermazione mal si concili con la
vetustà richiesta dal ruolo cultuale/cerimoniale che abbiamo proposto di attribuirle. Un
quarto polo con caratterizzazione religiosa, probabilmente risalente a questo stesso mom e n t o sulla base dell'ipotizzato deposito di fondazione, è il Complesso della Mazza di
Breccia. Il problema di eventuali antecedenti completamente scomparsi a causa dei rimaneggiamenti successivi, può trovare risposta, in questo caso, nella lettura funzionale
che abbiamo ipotizzato per questa struttura e per la prospiciente c.d. Tomba degli Ori.
Le generiche indicazioni cronologiche relative alla costruzione di quest'ultima, infatti,
haghia t r i a d a nel periodo t a r d o minoico i
191
consentono di ipotizzare che essa, essendo destinata ad accogliere le spoglie dei defunti,
sia comparsa molto tempo prima del Complesso della Mazza di Breccia, forse anche agli
inizi del T M I; il secondo polo dell'insieme, vista la sua funzione ausiliaria, forse non del
t u t t o indispensabile allo svolgimento delle cerimonie, potrebbe essere stato costruito solo in un m o m e n t o avanzato, magari proprio in connessione con il grande rinnovamento
architettonico che coinvolse l'intero centro nel passaggio dal T M IA Finale e al T M IB.
Il dilemma tra innovazione e continuità si ripropone solo parzialmente per edifici
come la Villa e il Bastione. N e l p r i m o caso, infatti, l'intervento nel Quartiere Signorile Orientale, con l'aggiunta del muro occidentale del corridoio 74, per quanto significativo nell'organizzazione planimetrica e funzionale dell'insieme, si limitò alla ristrutturazione di un'area monumentale ben più antica e anche nel Quartiere Signorile di Nord-Ovest
i frammenti sotto le lastre del vano 14 sembrano da collegare piuttosto a rifacimenti limitati che ad aggiunte ex-novo. Nel secondo caso, la portata innovativa della costruzione
del Bastione viene nettamente ridimensionata dalla verosimile staffetta che esso stabilisce
con il precedente Edificio Ciclopico, con il quale condivide pianta e dimensioni e dal quale differisce solo per la disposizione, poco più a Sud e ruotata di circa novanta gradi rispetto alla precedente. Tali variazioni, probabilmente destinate ad inserire meglio il complesso all'interno dell'insieme costituito dal Piazzale Inferiore e dalla Stoà 10, non implicano necessariamente un rafforzamento del legame di dipendenza con la Villa, che doveva
essere ben saldo sin dalla prima, simultanea comparsa delle due strutture all'inizio del T M
I. Le vicende dei due edifici monumentali risultano pertanto inserite in un prospettiva di
continuità con il passato nell'ambito della quale meglio si evidenzia il persistere dei principali nuclei funzionali dell'insediamento, già delineatisi all'inizio del T M I:
- il nucleo cultuale/cerimoniale, il cui fulcro va collocato nel Piazzale Superiore, cui
fanno riferimento la Villa e la Casa Est, con probabile, parziale coinvolgimento anche del Piazzale Inferiore;
- il nucleo costituito da Piazzale Inferiore, Bastione e Stoà 10, la cui ipotetica specializzazione nello stoccaggio e immagazzinamento di derrate si basa sull'aspetto architettonico del pianterreno del Bastione e sul forte nesso spaziale tra quest'ultimo e la stoà;
- il nucleo abitativo, o Villaggio, ove si concentrano le strutture residenziali di livello elementare, caratterizzate da schemi planimetrici semplificati e dall'utilizzo di
modesti materiali da costruzione;
- il nucleo funerario che, probabilmente nell'ambito di quel potenziamento della sfera sacra che è u n a n i m e m e n t e ritenuto un tratto caratteristico del T M I, viene provvisto di una s t r u t t u r a di supporto per le attività connesse al culto dei morti, fino a
quel m o m e n t o assente nella necropoli m .
151
Un fenomeno analogo sembra verificarsi anche nella necropoli di Phournì ad Archanes, dove
nel TM I viene costruito l'Edificio 4, una struttura certamente non destinata alla deposizione di de-
funti, ma in cui si realizzavano attività artigianali
forse collegate al culto dei morti: cfr. Y . S A K E L L A R A K I S , Archanes. Mia nea 7natià stì minoikì Kriti, Athina 1997.
192
dario
puglisi
Tutti questi poli appaiono strettamente connessi tra loro a livello architettonico,
attraverso gli spazi aperti comuni, la viabilità, le strutture di terrazzamento, gli impianti di deflusso delle acque, a tal p u n t o che ogni unità, anche minima, risulta in diretto rapporto con le principali strutture monumentali, a loro volta t u t t e in qualche
modo facenti capo alla Villa, che rimane il vero fulcro urbanistico del centro.
La vitalità edilizia dimostrata da H a g h i a Triada alla fine del T M IA contrasta con
la recente ipotesi di un processo di declino che sarebbe iniziato a Creta proprio in questo m o m e n t o , innescato dagli effetti nefasti della catastrofe di Thera, e sarebbe culminato nelle distruzioni generalizzate del T M IB 152. Il caso di Haghia Triada risulta ulteriormente anomalo, rispetto a questo quadro, in quanto nessuna prova esiste, allo stato attuale della documentazione, circa un significativo coinvolgimento del nostro centro, e più in generale della Messarà, nei disastri naturali attribuibili all'eruzione del
vulcano cicladico e, nonostante questo, né l'uno né l'altra si sottraggono all'ondata di
distruzioni T M IB che colpisce il resto dell'isola. Il segno della svolta epocale, ad Haghia Triada, si presenta sotto forma di un grande incendio che dalla Villa si estende alla Casa Est e al Villaggio ma risparmia il Complesso della Mazza di Breccia. Qui, le
tracce di un possibile evento sismico potrebbero tradire il vero responsabile dell'ultima
distruzione neopalaziale del sito 153, di cui le fiamme sarebbero state una appariscente,
ma non generalizzata, conseguenza secondaria. Lo strato finale, privo di corpi umani,
poiché gli abitanti fecero forse in t e m p o a salvarsi, restituisce comunque l'immagine di
una c o m u n i t à ricca ed operosa, con le derrate stipate negli appositi contenitori e prelim i n a r m e n t e registrate sull'argilla cruda, i forzieri ricolmi di metallo semilavorato, i
diversi corredi riposti nei magazzini, il t u t t o istantaneamente bloccato dall'immediatezza della catastrofe. Varie considerazioni invitano alla cautela nel valutare il reale significato della ricchezza archeologica attestata nell'ultima fase T M I di Haghia Triada:
la natura di strato di distruzione, e non di abbandono, del contesto; le favorevoli condizioni della sua formazione, con il fuoco che ha contribuito a conservare i materiali
deperibili, e della sua conservazione, poiché esso è stato in buona parte risparmiato dagli interventi p i ù tardi. Tuttavia non si può disconoscere il contrasto tra la più o meno
sopravvalutabile floridezza del m o m e n t o della distruzione e la seguente mancata ricostruzione su larga scala. A ben vedere, gli u l t i m i dati offrono indizi circa una immediata rioccupazione del sito, che sembra però quasi esclusivamente circoscritta all'area
del Villaggio (Casa delle Sfere Fittili, vano D della Casa VAP, deposito sotto il vano d
dell'Edificio Ovest, frequentazione nel Predio Marakis, piattaforma v-v a Nord del
Complesso della Mazza di Breccia) e limitata al parziale riutilizzo di s t r u t t u r e più antiche (salvo nel caso, ancora bisognoso di verifiche, del trivani sotto l'Edificio Ovest):
si deve pensare p e r t a n t o ad una comunità molto ridimensionata per numero di compo-
152
153
Cfr. D R I E S S E N , M A C D O N A L D 1 9 9 7 .
Cfr. il contributo di C. Monaco e L. Tortori-
ci in questo stesso volume. Anticipazioni sui risultati dei nuovi esami in L A R O S A 2002a, p. 88.
193
haghia t r i a d a nel periodo t a r d o minoico i
nenri ed energie disponibili, che continua a risiedere nel centro. Anche l'analisi della
produzione ceramica, con l'attestazione di una produzione ancora di tradizione T M IB
che coesiste con elementi riconducibili alle nuove tipologie T M II, sembra testimoniare fenomeni di continuità, sia pure nell'ambito di uno sviluppo che procede verso esiti
innovativi. Per la ripresa dell'edilizia m o n u m e n t a l e , con la costruzione degli edifici sacri T M III nell'area della Villa (Megaron ABCD) e della Casa Est (Sacello H ) non bisognerà attendere a lungo, sebbene forse un po' più di quanto abbia recentemente ipotizzato Cucuzza, il quale, sulla base della prossimità ideologica tra il complesso T M III
e quello più antico, arriva a comprimere ad una sola generazione l'intervallo 154. N é si
può tacere che, avanzando ancora nel tempo, non solo il polo cultuale, ma anche quello p r e s u m i b i l m e n t e commerciale, quello abitativo e quello funerario sembrano trovare
diretti eredi nell'articolazione m o n u m e n t a l e della H a g h i a Triada del T M IIIA2, secondo le seguenti associazioni:
Aree f u n z i o n a l i
TM I
T M III
Nucleo cultuale/cerimoniale
Villa
Casa Est
Casa del Lebete
Megaron ABCD, Stoà FG
Sacello H
Sacello E
Nucleo di stoccaggio e
immagazzinamento
Bastione
Stoà 10 (?)
Edificio Ovest, Edificio Nord-Ovest
Stoà dell'Agorà
Nucleo abitativo
c. d. Villaggio
Casa VAP
Nucleo funerario
c. d. Tomba degli Ori
Tomba del Sarcofago Dipinto
Rioccupazione della Tholos B
Sepolture in lamakes
Tornando, in conclusione, al consueto schema «continuità-frattura» che abbiamo
scelto come chiave di lettura, la vera novità all'indomani della distruzione della Villa ci
pare la limitata estensione e vitalità della comunità sopravvissuta. Il fenomeno rappresenta l'esito di una crisi che la tradizionale tesi della conquista continentale di Creta alla fine del T M IB attribuirebbe senz'altro alle turbolenze legate a questo passaggio di
154
Cfr.
CUCUZZA
2 0 0 1 ,
p.
171.
194
dario
puglisi
potere 1 5 5 . L'assenza, nello strato di distruzione del momento finale della Villa, di qualsiasi elemento che possa essere messo in relazione con episodi violenti (morti, saccheggi, devastazioni) ci indurrebbe a scartare tale possibilità a favore di cause di origine endogena. Anche tra i numerosi altri siti della Messarà che sono coinvolti nelle distruzioni generalizzate del TM IB non è attestata alcuna traccia di violenza, di contro ad un'alternanza tra incendi e abbandoni che mal si adatta all'avanzare sistematico di eventuali
conquistatori 1 5 6 .
La definitiva scomparsa del sistema dei Residential Quarters, sulla cui centralità nel
funzionamento cerimoniale dell'edificio a lungo ci siamo soffermati, costituisce un secondo tratto di significativa innovazione all'interno di un sistema insediativo per il resto fortemente conservativo, anche a livello di tipologie architettoniche. Anche nell'interpretazione di questo secondo elemento ci chiediamo quanto le consuete chiavi di lettura basate sulla contrapposizione di tradizioni etnico-culturali rendano ragione dei reali processi storici che ebbero luogo nella società e nell'ideologia minoica dell'inizio dell'Età del Bronzo Tardo.
G e r a r c h i e a r c h i t e t t o n i c h e , g e r a r c h i e sociali, g e r a r c h i e t e r r i t o r i a l i
Abbiamo visto come l'applicazione di modelli interpretativi derivati dallo studio
dei Residential Quarters può rendere più problematica l'immagine consolidata della Villa
come «abitazione di potenti», siano essi funzionari sottomessi o alternativi al palazzo di
Festòs. E innegabile, tuttavia, che l'evidente centralità urbanistica dell'edificio, risalente probabilmente già al più antico impianto TM I, doveva corrispondere ad una qualche
forma di accentramento anche a livello di organizzazione sociale e politica. D'altronde,
se si accetta il criterio dell'equivalenza tra monumentalità di un edificio con prestigiosi
corredi da un parte, e importanza del ruolo sociale svolto dai suoi occupanti dall'altra, è
inevitabile approdare ad un quadro molto complesso, nel quale la società minoica appare differenziata e gerarchica 157 . Nella proposta interpretativa da noi formulata per Haghia Triada, tuttavia, vediamo che le varietà di rango architettonico sembrano tutte ri-
155
Un quadro sintetico ma completo della tesi
tradizionale sull'invasione continentale di Creta
alla fine del TM I in M.R. P O P H A M , Late Minoan I I
to the End of the Bronze Age, in D. E V E L Y et alti,
A Labirinth of History. Papers in Honour of Sinclair
Hood, Oxford 1994, pp. 89-102.
156
Cfr., a Festòs, il palazzo (LA R O S A 2002a), la
casa di Chalara (O. P A L I O , La casa Tardo Minoico I di
Chalara... cit. ), la casa di Haghia Photinì (O. PALIO, Il Tardo Minoico I: la casa di Haghia Photinì,
in Atti della giornata lincea per i cento anni dello scavo di Festòs (Roma 2000), Roma 2002, pp. 243-
267); a Sell di Kamilari, la casa Sifakis (V. LA ROC U C U Z Z A , L'insediamento di Sell di
Kamilari...
cit.); inoltre, cfr. la Villa di Pitsidia (D. V A L L I A N O U ,
New Evidence of Earthquakes Destructions in Late Minoan Crete, in Archaeoseismology 1996, pp.
153-169) e la Villa di Kannià-Mitropolis (cfr. D.
L E V I , La villa rurale minoica... cit.).
157
Per una recente esemplificazione di questo
punto di vista, cfr. P. W A R R E N , Political Structure
in Neopalatial Crete, in D R I E S S E N , SCHOEP, LAFFINEUR
2002, pp. 201-205.
SA, N .
haghia t r i a d a nel periodo t a r d o minoico i
195
conducibili alla sfera cultuale, rivelando anch'esse una dipendenza dalla Villa, sia in termini urbanistici (Casa Est) che di amministrazione (Casa del Lebete). Tali legami appaiono troppo stretti per configurarsi come normali rapporti di sudditanza nell'ambito
di una s t r u t t u r a sociale consolidata. A proposito di questi temi ci sembra utile, infine,
riprendere le recenti riflessioni di Driessen circa i «court-compounds», che secondo lo studioso sarebbero edifici «erected by a community for fulfillìng of religious and ritual tasks»158:
l'affermazione da un parte ci pare ricalcare l'immagine della Villa come struttura fondam e n t a l m e n t e destinata alle cerimonie e al culto che abbiamo più sopra sostenuto, dall'altra offre un'interessante chiave di lettura della stessa come edificio «pubblico», ovvero costruito con il concorso dell'intera comunità per l'assolvimento di esigenze collettive. In un'ottica del genere, anche la forte centralità del complesso nell'impianto urbanistico diventa espressione, piuttosto che di un inverosimile potere verticistico e totalizzante, dell'organizzazione concordata dello spazio collettivo. Anche a livello regionale, precise differenziazioni funzionali sembrano identificabili nei tre vertici del Great
Minoan Triangle della Messarà 1 5 9 , con la vocazione all'accumulo di derrate di Haghia
Triada, la specificità dell'edificio a lunghe gallerie di Kommòs (sia o meno connesso alla custodia invernale delle navi 16°) e la caratterizzazione in senso cultuale di Festòs (l'unico vero court-compound del gruppo 1 6 1 ). Tali destinazioni, che ad Haghia Triada e
K o m m ò s si m a n t e n g o n o anche nel T M III, sono anch'esse meglio spiegabili nell'ambito di un comune e radicato modo di gestire e valorizzare le risorse collettive che non come l'esito di una pianificazione imposta dall'alto. I centri dotati di architetture monumentali — quelli che, nella terminologia tradizionale, definiremmo «palaziali» - sembrano, pertanto, configurarsi non come organismi di potere più o meno gerarchicamente correlati, ma come elementi integrati di un sistema di scala regionale, del quale facevano parte probabilmente anche le più o meno modeste unità residenziali sparse nel territorio 162. N e l l ' a m b i t o di questo ipotetico modello di occupazione del territorio, che con
difficoltà si lascia ricondurre alla categoria interpretativa di «area urbanizzata» 1 6 3 , le sedi cultuali e cerimoniali sono destinate a svolgere un ruolo centrale nella vita sociale e
politica della comunità, che nella reiterazione di ideologie e riti millenari stempera i
158
Cfr. J. D R I E S S E N , «The King Must D i e » . . . cit.,
p. 13.
1,9
Cfr. J.W. S H A W , M.C. S H A W edd., A great Minoan Triangle in southcentral Crete: Kommos, Hagia
Triadha, Phaistos (Scripta Mediterranea VI), Toronto
1985.
160
Cfr. D . P U G L I S I , Un arsenale marittimo l'Edificio T di Kommòs?, in Creta Antica 2, 2001, pp.
1 1 3 - 1 2 3 ; inoltre, J . W . S H A W , The Minoan Palatial
Establishment at Kommos. An Anatomy of its History, Function, and Interconnections, in D R I E S S E N ,
SCHOEP, LAFFINEUR 2 0 0 2 ,
161
pp.
9 9 - 1 1 0 .
Recente revisione dei dati sul palazzo di Festòs in L A R O S A 2002a.
162
Tra cui vanno ricordate le case Volakakis e
Sifakis presso Selì di Kamilari, per le quali cfr. V.
L A R O S A , N . C U C U Z Z A , L'insediamento di Selì di Kamilari ... cit.
163
Per un recente riesame del problema dell'urbanizzazione nel mondo egeo, cfr. K . B R A N I G A N ed.,
LJrbanism in Aegean Bronze Age (Sheffield Studies in
Aegean Archaeology), Sheffield 2001.
196
dario
puglisi
conflitti interni e ritrova coesione e concordia d'intenti. Una variazione che coinvolge i
cardini stessi del sistema, come è l'improvviso venir meno dell'attività edilizia a Festòs,
tra la fine del M M III e l'inizio del T M I, di contro al contemporaneo fervore costruttivo di Haghia Triada, rappresenta una pesante alterazione dell'equilibrio consolidato, che
nell'ormai tradizionale ipotesi di La Rosa andrebbe ascritta all'affermarsi dell'egemonia
di Cnosso nell'area 1 6 4 . Le numerose attestazioni di oggetti rituali e manufatti di prestigio di fattura cnossia nello strato di distruzione della Villa 165 confermano, infine, che la
vicenda del nostro sito costituisce un capitolo importante della vexata quaestio sul ruolo
di Cnosso a Creta nel T M 1 166 .
Dario
164
Cfr. L A R O S A 2002a; sullo stesso tema ci si
sofferma in P U G L I S I 2001, in particolare pp. 101102; inoltre, cfr. N . C U C U Z Z A , Percezione e memoria dei palazzi minoici: qualche osservazione, in
Studi in onore di G. Rizza, c.d.s.
165
Elenco completo di tale evidenza in L A R O S A
1997a, pp. 84 ss.
166
Recente status quaestionis in I. S C H O E P , The
Puglisi
State of the Minoan Palaces... cit., pp. 15-18; sulla situazione specifica della Messarä, cfr. anche A.
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