a cura di
Maristella Casciato
e Fulvio Irace
Gio
Ponti
amare
l’architettura
6
8
Giovanna Melandri
Margherita Guccione
96
Paolo Campiglio
Ponti, artista tra gli artisti
104 Silvia Bignami
10
12
16
20
24
28
32
36
40
Nuovi sguardi
Delfino Sisto Legnani
Allegra Martin
Stefano Graziani
Michele Nastasi
Paolo Rosselli
Giovanna Silva
Filippo Romano
Giovanni Chiaramonte
Liviano e Palazzo Bo
108 Alessandra Muntoni
Fontana dell’Acqua e della Luce
112
Elena Tinacci
“Un ulivo fra i muri”.
Natura e architettura
nell’opera di Ponti
50
Paolo Rosselli
La fotografia e l’elastico della storia
Salvatore Licitra
Gio Ponti: case come me
62
66
Anna Chiara Cimoli
Casa in via Randaccio
Massimiliano Savorra
Domus tipiche
Albergo nel bosco
126 Alberto Gavazzi
Architetture in Val Chiavenna
132 Filippo De Pieri
Il quartiere Ina-Casa
Harar-Dessié
138 Jorge F. Rivas Pérez
Da Milano a Caracas:
le opere venezuelane
Maria Teresa Feraboli
Tipica-esatta-adatta
174 Manolo De Giorgi
Istituto Italiano di Cultura
180 Valentina Marchetti
Edificio Trifogli0
184 Bernard Colenbrander
Grande magazzino de Bijenkorf
84
Luigi Spinelli
Casa e torre Rasini
Francesca Zanella
“Triennale specchio dell’eccellenza”
92
Stefania Mornati
Scuola di Matematica
260 Daria Ricchi
Scrivere l’architettura: il diario
di un architetto milanese
268 Giovanni Marzari
Ponti e Libera
274 Maria Manuela Leoni
Ambivalenza sincretica:
i progetti in Pakistan
280 Cecilia Rostagni
200 Sergio Pace
286 Roberto Dulio
Convento di Bonmoschetto
206 Manfredo Nicolis di Robilant
“Onore al lavoro”.
Le committenze aziendali
e istituzionali
Il vaticinio dell’architettura
italiana in Brasile
Le Torri di Montréal
220 Domitilla Dardi
Una regia per il design italiano
80
L’urbanistica di Ponti
Ponti e Nervi
216 Réjean Legault
148 Anat Falbel
72
Architettura come cristallo.
Dalla forma chiusa
alla pianta articolata
252 Giorgio Ciucci
190 Farhan Karim
122 Fabio Mangone
44
164 Fulvio Irace
156 Angelica Paiva Ponzio
Casa Taglianetti
160 Hannia Gómez
Villa Planchart
228 Fabio Colonnese
Villa Daniel Koo
234 Elena Dellapiana
Edificio Montedoria
240 Barry Bergdoll
Denver Art Museum
246 Lucia Miodini
Concattedrale di Taranto
Ponti e Moretti
“Nihil est in intellectu
quod non fuerit in sensu”:
la fotografia tra arte
e comunicazione
298 Biografia
300 Colophon
1 F. Reggiori, nell’articolo Villa a
Milano in via Randaccio degli architetti
Emilio Lancia e Giovanni Ponti, in
“Architettura e Arti Decorative”, n. VI,
1926-27, p. 568 e ss., aveva parlato
di un “colorato disegno ornamentale”,
di “una di quelle architetture un po’ false
e fuori di prospettiva che Giovanni Ponti
distribuisce sugli albi panciuti delle sue
ceramiche”.
Casa in via Randaccio
Milano, 1924-1926
Anna Chiara Cimoli
2
Nella Milano degli anni Venti, in cerca di un profilo architettonico
in bilico fra il passato monumentale caro a Giovanni Muzio e la
nostalgia di una modernità ancora tutta da definire, la palazzina
di via Randaccio costituisce un vero laboratorio.
Apparentemente rassicurante nel tono decorativo,
nella luminosa e confortevole pianta aperta a ventaglio,
nell’inserimento armonico dentro un pezzo di città che proprio
in quegli anni andava infittendosi di edifici della buona borghesia
(il terreno, di proprietà della Società Villini Canova, sorge in zona
Sempione), la casa di via Randaccio è un progetto da
cui Ponti prenderà con grande libertà intellettuale le distanze,
come da diversi altri suoi pronunciamenti degli anni Venti.
Lo statement qui espresso viene infatti disconosciuto a favore
di un più consapevole scatto in avanti, di una più robusta presa
di posizione che superi l’equivoco del culturalismo in nome di
una nuova etica-estetica della casa d’abitazione. Assumendo
le critiche che gli aveva fatto a suo tempo Ferdinando Reggiori1,
Ponti stigmatizza il formalismo delle sue palazzine residenziali
di questo periodo parlandone come di “costruzioni davvero
inesistenti come architettura”, in cui “io cercavo ‘fuori di
esse’ quale forma tra le piacenti forme di un certo repertorio
pseudo stilistico dovessi loro prestare. Il destino di quelle
mie prime costruzioni […] era insomma quello di ricevere la
forma ‘da una forma’, e così esse nascevano […] bell’e morte,
anche se l’autore non le credeva o non le crede tali”2.
Ma proviamo a leggere le premesse del progetto. Già
dal 1923 il giovane architetto era immerso nella riflessione
sulla rivitalizzazione delle ceramiche Richard Ginori, sul
potenziale epistemologico profondo di quella produzione
in serie così atipica in cui il classico veniva reinterpretato
e, sotto una specie luccicante e ironica, porto a una classe
sociale non sempre preparata a leggerne il messaggio
profondo: un messaggio di futuribile perspicacia, capace di
prefigurare quella “civiltà delle macchine” cantata da Leonardo
Sinisgalli che di lì in poi, anche grazie al genio dell’architetto,
avrebbe trasformato e fatto grande la città di Milano.
Portando l’intuizione di Josiah Wegdwood fuori dalle strette
della filologia, e piegandola con autorevolezza a un ductus
più contemporaneo, l’architetto dice una volta per tutte che
le ceramiche per la Richard Ginori e l’architettura sono figlie dello
stesso metodo, che l’amore per Palladio è una compagnia che non
deluderà mai ma che al tempo stesso va innervata di spunti urbani
e attuali, che c’è un futuro che chiama con forza – bisogna essere
“all’altezza delle profezie”3 – e allora si deve andare avanti. Il
riferimento all’antico, per Ponti, è “tutto morale”, “come motivo ed
esempio di grandezza, non come repertorio di motivi da svaligiare
e corrompere” (solo due anni prima Paul Valéry aveva pubblicato
Eupalinos ou l’architecte)4. Così ne La casa all’italiana, a ribadire il
confine fra ricerca di armonia e pretenziosità: “La casa all’italiana
è di fuori e di dentro senza complicazioni,
accoglie suppellettili e belle opere d’arte
e vuole ordine e spazio fra di esse e non
folla o miscuglio. Giunge ad esser ricca
con i modi della grandezza, non con quelli
soli della preziosità. […] Il cosiddetto
‘comfort’ non è nella casa all’italiana solo
nella rispondenza delle cose alle necessità,
ai bisogni, ai comodi della nostra vita ed
alla organizzazione dei servizi. Codesto
suo ‘comfort’ è in qualcosa di superiore,
esso è nel darci con l’architettura una
misura per i nostri stessi pensieri, nel
darci con la sua semplicità una salute
per i nostri costumi, nel darci con la sua
larga accoglienza il senso di una vita
confidente e numerosa, ed è infine,
per quel suo facile, lieto ornato aprirsi
fuori e comunicare con la natura, nell’invito
che la casa all’italiana offre al nostro
spirito di ricrearsi in riposanti visioni di
pace, nel che consiste, nel pieno senso
della bella parola italiana, il conforto”5.
Anche nella casa di via Randaccio
questa animata conversazione fra
passato e presente, che ancora non
si è cimentata con la grande dimensione
ma già la prefigura, è punteggiata in
modo tutt’altro che velato di citazioni
storiche, in particolare dall’amatissimo
vocabolario del tardo Rinascimento veneto
e lombardo, arrivando fino a cenni di
barocchetto: ecco il mosaico pavimentale
dell’ingresso, le modanature a soffitto
(un’appena accennata voglia di grottesca),
le abat-jour e gli specchi sagomati; e
all’esterno le superfici distese e nitide,
ma comunque intessute di riferimenti
colti (le nicchie, la trabeazione del livello
superiore con i dentelli pronunciati, il
coronamento curvilineo e sormontato
da quattro piccoli obelischi al cui centro
viene ricavata una finestra timpanata).
Ecco qui tradotto tridimensionalmente
quel mondo di geometrie e architetture
immaginifiche che ricopriva, con
il medesimo spirito dissacrante, le
ceramiche degli stessi anni abitate da
fauni, ninfe, creature fantastiche: si veda
62
in particolare la Serliana del 1927,
che declina nell’oggetto di design
quel medesimo movimento slanciato
verso l’alto, quel senso di grafico
nitore, quella capacità di sintesi
transtemporale e insieme generativa
di un immaginario nuovo6.
L’edificio, progettato con Emilio
Lancia, è articolato in tre piani fuori
terra più un sotterraneo e un sottotetto,
del quale Ponti chiede in un secondo
momento l’abitabilità “date le difficoltà
attuali riguardanti gli alloggi”7. La
pianta è dinamica, aperta a ventaglio
per assecondare la forma del lotto – la
breve facciata concava rivolta verso via
Massena, i due lati lunghi affacciati su via
Randaccio e via Eupili – e attraversata
da uno scalone monumentale che
apre su un’anticamera ovale: soluzione
adatta a ben più solenni spazialità, qui
ironicamente proposta in scala minore,
come per una piccola Sanssouci. La
distribuzione delle funzioni è tradizionale:
interessante, tuttavia, la contiguità fra
salone e sala da pranzo, separati da porte
scorrevoli, ad anticipare quella fluidità
degli spazi che avrebbe caratterizzato
alcune abitazioni degli anni Trenta.
Emergono qua e là, leggendo i
documenti del Fondo Ornato Fabbriche,
alcune impuntature significative di un
gusto preciso, come quando Ponti scrive
all’amministrazione comunale a valle
dell’ingiunzione di pavimentare il cortile
lungo il perimetro della costruzione.
L’architetto ribatte che il marciapiede
è ormai stato realizzato, ma “per aspetto
estetico si è ricoperto di terra vegetale allo
scopo di alimentare pianticelle rampicanti
in consonanza all’aspetto che si voleva
dare alla palazzina”8: ecco il sentimento del
pergolato, il fluire dell’aria fra dentro e fuori,
insomma la casa all’italiana. D’altra parte,
la convenzione del 1921 fra il Comune di
Milano, nella persona di Cesare Chiodi, e la
Società Villini Canova stabiliva, all’articolo
7, che le nuove costruzioni non avrebbero
dovuto occupare “più di 3/7 (tre settimi)
63
della superficie totale del lotto di fabbrica,
mentre il resto della superficie dovrà
essere sistemato e mantenuto a giardino”9.
Interessante il ritmo dei fronti,
originariamente tinteggiati in color sabbia,
il cui le ringhiere di diversa foggia, le cornici
delle finestre, la metafisica delle nicchie
cieche al livello superiore creano una
partitura melodica di classica eleganza.
Negli stessi anni Ponti esprime un
ciclo progettuale coerente con la casa
di via Randaccio, che Fulvio Irace fa
confluire nella categoria della “casa
decorata”10: Villa Bouilhet detta “L’Ange
Volant” a Garches (1925-26, con Lancia
e Buzzi); la proposta per il concorso per
l’arredo di un’Ambasciata d’Italia (con
Buzzi), Casa Borletti in via San Vittore
(con Lancia), insomma quel complesso
di edifici caratterizzati da riferimenti
eclettici, storico-letterari, sempre
accompagnati da una riflessione sul
pezzo unico d’arredo che costituiscono
delle prove forse acerbe, ma che
certamente rappresentano la premessa
per lo sviluppo di un pensiero più preciso
sull’abitazione come spazio di civiltà,
sull’etica dell’abitare in appartamento, su
una modernità che verrà compiutamente
espressa nelle fabbriche degli anni Trenta.
G. Ponti, Amate l’Architettura.
L’architettura è un cristallo, Vitali
e Ghianda, Genova 1957, p. 53.
3
Ivi, p. 95.
4 La casa all’italiana, in “Domus”,
n. 1, gennaio 1928, p. 89.
5
Ivi, pp. 10-11.
6 F. Irace, Gio Ponti. La casa
all’italiana, Electa, Milano 1997, in
particolare pp. 56-71 e 186. Cfr. anche
Id. (a cura di), Gio Ponti, catalogo della
mostra Salone del Mobile, Cosmit,
Milano 1997, pp. 13-25 e Gio Ponti, 24
ORE Cultura, Milano 2011, in particolare
pp. 46-48.
7
Nulla osta alla costruzione: Atti
n. 60633 del 25 maggio 1926, licenza
n. 587, in Fascicolo via Randaccio 9,
Archivio Storico Civico e Biblioteca
Trivulziana, Fondo Ornato Fabbriche,
II° serie, cartella 1087, PG. 144012, anno
1926. Tutte le citazioni da documenti
dell’epoca contenute in questo testo
fanno riferimento allo stesso fascicolo.
Il “semisotterraneo” prevede tre locali
uso cucina, la stireria, la dispensa e la
rimessa dell’automobile; il piano terreno
la portineria diurna, nove locali di
abitazione, un disimpegno, un bagno
e una “latrina”; il primo piano undici
locali di abitazione, due disimpegni,
due bagni e una latrina; il secondo
nove locali di abitazione, tre disimpegni,
due bagni e una latrina; infine il
sottotetto cinque locali di abitazione e
un disimpegno. Per quanto riguarda la
questione dell’abitabilità del sottotetto,
cfr. lettera datata 12 giugno 1926.
8 Atti del Comune di Milano,
1528-6165/IX.
9 Atti del Comune di Milano, Prot.
Gen. n. 102176, n. 14676/Rip. IX, 1924.
10 In Gio Ponti. La casa all’italiana,
op. cit., pp. 57 e ss.
Disegno per piatto inspirato
alla casa in via Randaccio.
Foto Salvatore Licitra
Courtesy Gio Ponti Archives
Casa in via Randaccio,
Milano 1924-1926.
Veduta esterna.
Foto Paolo Rosselli
Courtesy Gio Ponti Archives
Casa in via Randaccio,
Milano 1924-1926.
Pianta del piano terreno
e del primo piano.
Foto Salvatore Licitra
Courtesy Gio Ponti Archives
64
65
Fondazione MAXXI
Presidente
Giovanna Melandri
Consiglio di amministrazione
Caterina Cardona
Piero Lissoni
Carlo Tamburi
Monique Veaute
Segretario del consiglio
di amministrazione
Laura Gabellone
Collegio dei revisori dei conti
Andrea Parenti
Claudia Colaiacomo
Antonio Venturini
Consigliere delegato
della Corte dei conti
Andrea Zacchia
Direttore artistico
Hou Hanru
Segretario generale
Pietro Barrera
Ufficio di Presidenza
e Segreteria generale
Laura Gabellone
Responsabile
Flavia Bagni
Assistente della Presidente
Federica Cipullo
Cecilia Festa
Chiara Sbocchia
Raffaella Tebano
Alessio Rosati
Progetti istituzionali
Alessandro Bianchi
Progetti speciali cinema
Donatella Saroli
Assistente del Direttore artistico
Elena Pelosi
Supporto al Segretario Generale
Ufficio contabilità,
amministrazione
e gestione del personale
Rossana Samaritani
Responsabile
Angela Cherubini
Servizio legale-avvocato
Francesca Civitenga
Eleonora Magri
Natalia Ramirez
Giuseppa Sparla
DIPARTIMENTO MAXXI
ARCHITETTURA
Museo nazionale di architettura
moderna e contemporanea
Direttore
Margherita Guccione
Senior Curator
Pippo Ciorra
Elena Tinacci
Coordinatore
Collezione Architettura
Simona Antonacci
Fotografia
Monica Pignatti Morano
Registrar
Alessandra Spagnoli
Progetti Internazionali
Serena Zuliani
Conservazione
Centro archivi di architettura
Carla Zhara Buda
Responsabile
Viviana Vignoli
Catalogazione
DIPARTIMENTO MAXXI ARTE
Museo nazionale di arte
contemporanea
Direttore
Bartolomeo Pietromarchi
Giulia Lopalco
Assistente del Direttore
Ilenia D’Ascoli
Patrimonio e Catalogo
Eleonora Farina
Progetti internazionali
Simona Brunetti
Conservatore e Registrar
Roberta Magagnini
Conservatore e Registrar
UFFICI INTERDIPARTIMENTALI
Monia Trombetta
Responsabile
Ufficio Curatoriale
Monia Trombetta
Curatore
Giulia Ferracci
Curatore
Luigia Lonardelli
Curatore
Elena Motisi
Curatore
Anne Palopoli
Curatore
Donatella Saroli
Ricerca
Ufficio Mostre e Allestimenti
Silvia La Pergola
Architetto seniorCoordinamento con ufficio
tecnico
Dolores Lettieri
Architetto senior
Claudia Reale
Architetto senior
Benedetto Turcano
Architetto
DIPARTIMENTO RICERCA,
EDUCAZIONE E FORMAZIONE
Direttore ad interim
Margherita Guccione
Eleonora D’Alessandro
Assistente del Direttore
Ricerca
Flavia De Sanctis Mangelli
Editoria
Irene De Vico Fallani
Programmi di approfondimento
Giulia Pedace
Archivi MAXXI Arte e
documentazione
Francesco Longo
Biblioteca
Stefano Gobbi
Ludovica Persichetti
Educazione e formazione
Marta Morelli
Responsabile area educazione
Giovanna Cozzi
Stefania Napolitano
Sofia Bilotta
Public Engagement
Federico Borzelli
Alternanza scuola-lavoro
Giulia Masini
Elena Pelosi
Formazione
Marzia Ortolani
DIPARTIMENTO SVILUPPO
Amici del MAXXI
Direttore ad interim
Giovanna Melandri
Presidente
Alessia Antinori
Lucia Urciuoli
Coordinamento Dipartimento
DONATORI
Area comunicazione,
stampa e web
Beatrice Fabbretti
Capo ufficio stampa
Flaminia Persichetti
Prisca Cupellini
Responsabile comunicazione
e web
Cecilia Fiorenza
Giulia Chiapparelli
Eventi
Paolo Le Grazie
Responsabile
Leandro Banchetti
Viola Porfirio
Marketing, sviluppo
e membership
Maria Carolina Profilo
Responsabile
Chiara Calabresi
Andrée Cristini
Cristiana Guillot
Beatrice Iori
Giulia Zappone
Platino
Mariolina Bassetti
Marina Palma
Oro
Alessia Antinori
Enzo Benigni
Donatore Fondatore
Annibale Berlingier
Donatore Fondatore
Renata Boccanelli
Massimo e Lorenza Caputi
Flaminia Cerasi
Alessandra Cerasi Barillari
Donatore Fondatore
Pilar Crespi Robert
Donatore Fondatore
Anna d’Amelio Carbone
Donatore Fondatore
Roberta d’Amelio Poss
di Verbania
Fabrizio e Elisabetta Di Amato
Erminia Di Biase
Donatore Fondatore
Chicca Donnamaria
Yohan Benjamin Fadlun
Annette Gilka
Francesco Maria Giovannini
Didi Leoni
Pepi Marchetti Franchi
Daniela Memmo d’Amelio
Francesco Micheli
Noemia Osorio d’Amico
Donatore Fondatore
Ugo Ossani
e Manuela Morgano Ossani
Mirella Petteni Haggiag
Antonella Romiti
Stefano Russo
Giuseppe e Benedetta
Scassellati Sforzolini
Isabella Seràgnoli
Massimo Sterpi
Donatore Fondatore
Argento
Barbara Abbondanza Maccaferri
Donatore Fondatore
Ludovica Amati Landi
e Diego Landi
Roberta Armani
Cristina Bastianello Ottieri
Lavinia Borea Albertini
Giulia Capri Cruciani
Claudia Cornetto Bourlot
Iolanda de Blasio
Luigi de Vecchi
Paola De Vincenti
Raffaella Docimo
Sabrina Florio
Marion Franchetti
Galleria Franco Noero
Benedetta Geronzi
Stefania Gliubich
Valentina Impallomeni
Eleonora Inguaggiato Musumeci
Sonja Kehl
Dana Lindsey O’Rourke
Roberto Lombardi
Benedetta Lucherini
Paola Lucisano
Patrizia Memmo
Vincenzo Morichini
Donatore Fondatore
Clara Pacifico Natoli
Diamara Parodi Delfino
Salvatore Puglisi Cosentino
Lupo Rattazzi
Panfilo Tarantelli
Cristina Tessicini
Federica Tittarelli Cerasi
Donatore Fondatore
Ludovica Tosti di Valminuta
Ilaria Uzielli
Hendrik e Giacinta van Riel
International Friend
American Friends of MAXXI
Presidente
Ginevra Caltagirone
Board of Directors
Enrica Arengi Bentivoglio
Ginevra Caltagirone
Pilar Crespi Robert
Giorgio Gallenzi
Alessandra Rampogna
Giorgio Spanu
Massimo Sterpi
GOLD
Francesca Bodini
Nancy Cain Marcus
Beatrice Del Favero
Kathy e Steven Guttman
Lisa Hedley
Andrew Lauren
Julie Minskoff
Claudine Nussdorf
Maribel Reyes
Nina Runsdorf
Carol Saper
Brian S. Snyder
Alice and Tommy Tisch
Leah Weiseberg
YOUNG
Peter B. Brandt
Si ringraziano tutti i donatori che
hanno scelto di rimanere anonimi
Giovani
Cristina Brizzolari
Maria Fabiana Marenghi Vaselli
Matteo Marenghi Vaselli
Membri Onorari
Gabriella Buontempo
Grazia Gian Ferrari
Paola Gian Ferrari Braghiroli
Piero Sartogo
Ufficio tecnico
Elisabetta Virdia
Responsabile
Cristina Andreassi
Claudio Tamburrini
Paola Mastracci
Qualità dei servizi
per il pubblico
Laura Neto
Responsabile
Stefania Calandriello
Partner MAXXI Architettura
Gio Ponti. Amare l’architettura
27 novembre 2019
-13 aprile 2020
Promossa da
MAXXI Architettura
CSAC –
Centro Studi e Archivio
della Comunicazione,
Università di Parma
Gio Ponti Archives
A cura di
Maristella Casciato
e Fulvio Irace
Con
Margherita Guccione
Francesca Zanella
e Salvatore Licitra
Curatore progetto
fotografico
Paolo Rosselli
Coordinamento generale
Elena Tinacci
Team curatoriale
Domitilla Dardi
Lucia Miodini
Elena Tinacci
Assistenza curatoriale
Gio Ponti Archives
Anna Gambarin
Assistenza
organizzativa CSAC
Anna Ghiraldini
Restauro modelli
e materiali cartacei CSAC
Aurea Charta di Lorena Tireni
Traduzioni
Sara Triulzi
Guanti Bianchi
Arteria
Assicurazione
Willis Tower Watson
Realizzazione allestimento
Articolarte s.r.l.
Artigiana Design
Produzione parete tessile
Naterarredamenti
Tecnico video
Antonio Adamoli
Progetto allestimento
e coordinamento tecnico
allestimento
Silvia La Pergola
con Barbara Pellizzari
Supporti audio video
Manga Coop
Registrar
Monica Pignatti Morano
Produzione grafica
Graficakreativa
SP Systema
Coordinamento
illuminotecnico
Paola Mastracci
Accessibilità e sicurezza
Elisabetta Virdia
Progetto grafico
Studio Sonnoli
Leonardo Sonnoli
Irene Bacchi
Catalogo a cura di
Maristella Casciato
e Fulvio Irace
Borsa Italiana
FontanaArte
Teamwork Italy
Abet Laminati
Arpa Industriale srl
Licensing
Giulia Pedace
Main Partner
Responsabile editoriale
Flavia De Sanctis Mangelli
Progetto grafico
Studio Sonnoli
Leonardo Sonnoli
Irene Bacchi
Assistenza editoriale
Chiara Braidotti
Sponsor
Trasporti
Trasportiamo srl
Liguigli Fas
SUNADCA
Assistenza curatoriale
Chiara Castiglia
Conservazione
Serena Zuliani
Si ringrazia
Magnifico Rettore Eugenio
Gaudio, Università “Sapienza”
Archivio Storico Università
“Sapienza”
Facoltà di Architettura,
Università “Sapienza”
Dipartimento di Storia, Disegno
e Restauro dell’Architettura,
Università “Sapienza”
Dipartimento di Matematica,
Università “Sapienza”
Regione Lombardia
Comune di Chiavenna
Cablaggi
Sater 4Show
Riproduzioni immagini CSAC
Laboratorio fotografico CSAC
(Paolo Barbaro, Claudia
Cavatorta, Marco Pipitone,
Danilo Salvatore Rubino)
Produzione cornici
PassePartout Persia, Roma
Angeli Cornici, Parma
Realizzazione teche CSAC
Ott Art. Teche
Illuminazione modelli CSAC
Pozzi Associati Luce di F. Pozzi
Laboratorio tecnico CSAC
Antonella Monticelli
Video in mostra
Rai Teche
Institut national de l’audiovisuel,
Parigi
Muse Factory of Projects
in collaborazione
con Gio Ponti Archives
Progetto editoriale
Archivio Pietro Molla
Archivio Storico Tunesi
Archivio Storico A2A
Editoriale Domus
Fundación Anala y Armando
Planchart
Molteni Museum
Triennale di Milano, Archivio
fotografico
Gilberto Baracco
Tommaso Bonfanti, ACM
Cittadella degli Archivi
Stefano Calabria
Vincenzo Ciardo
Alessandro Colombo
Natalia Corbetta
Thomas Demand
Roberto Dulio
Patrizia Famiglietti
Paola Ferrari
Peter Hefti
Maria Grazia Longoni
Claudia Marucci
Marta Melotti
Chiara Maria Negri
Maria Laura Negri
Marina Paola Negri
Anna Patrassi
Francesca Pini
Luca Ribichini
Maria Sica
Filippo Zagni
Forma Edizioni srl
Firenze, Italia
redazione@formaedizioni.it
www.formaedizioni.it
Direzione editoriale
Laura Andreini
Progetti Speciali
Anna Mainoli
Redazione
Maria Giulia Caliri
Livia D’Aliasi
Beatrice Papucci
Teresa Gori
Impaginazione
Veronica Gardinali
Isabella Peruzzi
Traduzioni
Aurelia Di Meo
Con la collaborazione di
© 2019 Forma Edizioni S.r.l.,
Firenze, Italia
© MAXXI - Museo nazionale
delle arti del XXI secolo 2019
© Massimo Campigli by SIAE 2019
© Fausto Melotti by SIAE 2019
L’editore è a disposizione degli aventi
diritto per eventuali fonti iconografiche non individuate.
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo
elettronico, meccanico o altro senza
l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore, fatti salvi gli
obblighi di legge previsti dall’art.68,
commi 3, 4, 5 e 6 della legge 22 aprile
1941 n. 633.
Prima edizione: novembre 2019
Fotolitografia
LAB di Gallotti Giuseppe Fulvio,
Firenze, Italia
Questo volume è stato stampato
nel mese di novembre 2019
da Lito Terrazzi, Firenze, Italia