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Picus in Ausoniis, proles Saturnia, terris rex fuit… (Ovid. met. XIV 320 s.) Hoc (Asclum) Picus quondam, nomen memorabile ab alto Saturno, statuit genitor… (Sil. Pun. VIII 439 s.) Pubblicato con il contributo del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Macerata Responsbile grafica e stampa: Americo Pascucci © Copyryght 2019 Edizioni Tored s.r.l. SSN 0394-3968 – ISBN 978-88-99846-12-1 Distribuzione: Edizioni TORED s.r.l. Vicolo Prassede, 29 - 00019 TIVOLI (Roma) Italia Tel. +39 0774313923 - diretto +39 3479368140 www.edizionitored.it - info@edizionitored.it Indice del Volume XXXIX - 2019 Saggi e articoli N. LUCENTINI, Complessi con elementi celtici nel Piceno meridionale, tra Tenna e Vibrata, e un corredo chietino ................................... pag. 9 Y.A. MARANO, La cristianizzazione delle città delle Marche in età tardoantica (IV-VI sec. d.C.) ........................................................ » 51 Note e relazioni F. BELFIORI, Disiecta membra dal Piceno: nuove considerazioni sulle terrecotte architettoniche di Offida (AP)...................................... M.R. CIUCCARELLI - M. BILÒ, Archeologia preventiva ad Ancona ... D. DI MICHELE, Anfore dalle Marche: una breve revisione dei dati editi S.M. MARENGO, A proposito di un alfabetario ................................... V. LANI, L’anfiteatro di Fanum Fortunae .......................................... L. PEDICO, Centuriazione e sistemi alternativi di divisione territoriale: il caso di Attidium e Tuficum ................................................... G. SINOPOLI, Domus romane di via Fanti ad Ancona: scavi e contesto urbanistico ................................................................................. Schede e notizie G. PACI, I liberti ascolani di Tito Elvio ................................................ » » » » » 117 141 167 179 189 » 205 » 225 » 289 Bibliografia SCHEDE PER LOCALITÀ Osimo (AN) (S. FINOCCHI) ........................................................... » 295 SEGNALAZIONI a cura di F. CANCRINI - G. PACI - M. PASQUALINI ......................... » 319 Maria raffaella CiuCCarelli - Maurizio Bilò arCheologia preventiva ad anCona L’area di indagine piazza C. Cavour, ubicata al margine orientale del centro storico di ancona, occupa in superficie parte del bacino imbrifero della Pennocchiara o di Santa Margherita, che interessava originariamente, con orientamento no-Se, l’attuale area occupata dal viale della vittoria e, nella sua estensione occidentale, dai tracciati dei corsi Mazzini, garibaldi e Stamira. l’impluvio, ora difficilmente riconoscibile a causa delle trasformazioni seguite all’urbanizzazione di età moderna, era compreso tra due dorsali collinari, una a settentrione, a marne calcaree, costituita dalle alture del Cardeto (m 104 s.l.m.), dei Cappuccini (m 106 s.l.m) e guasco (m 72 s.l.m.) e l’altra a meridione a marne arenarie, formata dai rilievi di Monte pelago (m 187 s.l.m), Monte pulito (m 141 s.l.m.), Colle S. Stefano (m 98 s.l.m.) e dell’astagno (m 105 s.l.m.)1 (fig. 1). la zona circostante piazza Cavour, in particolare, presenta precoci tracce di insediamento abitativo e di ampie aree di necropoli2; queste 1 SeBaStiani 2004, p. 81 le più antiche testimonianze sono datate al Bronzo antico - piazza Malatesta (cfr. landolfi 1971-1994, p. 223; landolfi 1979-1980a, pp. 34-35; landolfi 1983, pp. 464 ss; landolfi, 1986 pp. 391 ss; landolfi 1992, pp. 24-28), al Bronzo Medio - ex Caserma villarey (cfr. ColiviCChi 2002, p. 21. Scavo condotto dalla Soprintendenza archeologica per le Marche), e con fasi dal protovillanoviano alla 2 Picus XXXIX (2019), pp. 141-166 – ISSN 0394-3968 142 Maria raffaella CiuCCarelli - Maurizio Bilò fig. 1 – localizzazione dei rilievi e ricostruzione approssimativa del bacino imbrifero della pennocchiara. i cerchi campiti indicano la localizzazione dei saggi preventivi di piazza Cavour. ultime hanno interessato nei secoli i versanti del colle dei Cappuccini e del Cardeto, estendendosi fino a comprendere via Matas - via Matteotti e, lungo la direttrice corso amendola, fino al passetto. le sepolture più prima metà del v sec. a.C. sul Colle Cappuccini (cfr. lollini 1956, pp. 237; lollini 1959, p. 53; lollini 1976, pp. 117 e 120 ss; landolfi 1988, pp. 323 e 325; luni 1991-1992, pp. 119 ss; landolfi 1992, p. 30; e sul Colle guasco (cfr. lollini 1976, p. 117; landolfi 1992, p. 30). archeologia preventiva ad ancona 143 fig. 2 – localizzazione dei rinvenimenti prossimi a piazza Cavour attribuiti a età ellenistica - romana (a, b, c, d, e, f, g, h) e a età tardo antica (1, 2, 4, 5). antiche si collocano presso l’ex ospedale umberto i3, presso piazza Malatesta4 e nell’area tra villarey e piazza Martelli5. estremamente scarse 3 Baldoni - MazzaCuva 1979, p. 173 nota 17. landolfi 1979-1980b, pp. 522-523; landolfi 1986, pp. 392 ss; landolfi 1971-1994, p. 223. 5 Baldelli 1985, pp. 466-467. 4 144 Maria raffaella CiuCCarelli - Maurizio Bilò sono le attestazioni funerarie di iv sec. a.C.6 e di iii secolo a.C., rinvenute soprattutto nell’area della ex Caserma villarey su presistenti aree di sepoltura. Ben documentata invece per il ii secolo a.C. la presenza di gruppi di tombe distribuiti lungo l’asse corso Matteotti - Corso amendola (fig. 2, lett. c, d, h, g) su parte del Colle dei Cappuccini, ex Caserma villarey (fig. 2, lett. a, b) e nell’area di piazza Cavour - ex palazzo delle ferrovie (fig. 2, lett. e, f)7; nella maggior parte dei casi le tombe si presentano a cassa, con impiego di lastre di pietra o in laterizi legati con malta e con copertura in lastre di arenaria a doppio spiovente, in taluni casi, anche dipinte all’interno. nella prima età imperiale le sepolture vanno a interessare aree già precedentemente occupate e si presentano generalmente prive di corredo, con orientamento e-o o n-S e realizzate con tegoloni disposti a cappuccina. Sono segnalate anche alcune tombe monumentali datate al i sec. e una tomba a camera ipogea8. tra il i e il ii sec. le sepolture, caratterizzate anche da un più frequente ricorso all’incenerazione9, si distribuiscono in estesi gruppi regolarmente organizzati. in seguito, in età tardoantica, a condizionare la distribuzione delle aree cimiteriali saranno gli edifici di culto cristiani, in qualità di nuovi poli attrattori; ne sono esempi, archeologicamente attestati, la basilica cimiteriale di via Menicucci10 (fig. 2, n. 1) e il sacello-oratorio di flavio evenzio (fig. 2, n. 2)11. leoni12 documenta inoltre il rinvenimento dei deto. 6 ColiviCChi 2002, p. 39. attestate tra il Colle dei Cappuccini e del Car- 7 Baldoni - MazzaCuva 1979, pp. 1-29; de MariniS - SilveStrini - fra- piCCini 2010, pp. 5-10; ColiviCChi 2002, pp. 13-45; SeBaStiani 2004, pp. 81-109; ColiviCChi 2015, pp. 63-74. 8 Baldoni - MazzaCuva 1979, pp. 17 ss.; ColiviCChi 2002, pp. 41-42; SeBaStiani 2004, p. 90. 9 ColiviCChi 2002, p. 42. 10 Cfr. Santarelli 2007, p. 188; SeBaStiani 2001, p. 75; Binazzi 1995, pp. 87-88; pirani 1995, p. 56. 11 Cfr. de roSSi 1879, p. 131; lanzoni 1919, p. 383; Serra 1926, p. 4; nataluCCi 1934, p. 96; Bovini 1966, p. 20; nataluCCi 1980, p. 275; profuMo 1989, p. 288; zaMpetti 1991, pp. 35 e 39; Binazzi 1995, pp. 79-82; pani erMini 2003, pp. 107 e 111-112. 12 leoni 1811-1815, p. 185. archeologia preventiva ad ancona 145 resti di una basilica cristiana sul versante di Colle astagno (fig. 2, n. 3) avvenuto durante gli scavi per le fortificazioni di Santo Stefano. alle pertinenze di questa chiesa dall’osso13 attribuisce ipoteticamente un sepolcreto scoperto in via redipuglia. altre attestazioni di età paleocristiana sono riportate da Ciavarini (fig. 2, n. 4) in occasione della costruzione dell’ex palazzo della ferrovia sul lato meridionale di piazza Cavour14. tra i 2 e i 3 metri di profondità lo studioso riferisce di resti di strutture murarie e materiale di crollo, con colonne in granito, capitelli in travertino e strutture in calcestruzzo. alla medesima fase va aggiunta anche la presenza di quattro grandi sepolture contenenti ossa di riduzione. al di sotto di questo livello, tra i 4 e i 6 metri di profondità (fig. 2, lett. f) il Ciavarini testimonia inoltre la presenza di una necropoli, comprensiva, tra le altre, di sei sepolture con “tegole a tettoia”, nella maggior parte con orientamento e-o. nel medesimo contesto risultano anche una serie di strutture murarie interpretabili o come recinti funerari, o più coerentemente come proposto da Sebastiani15, pertinenti all’area produttiva di età romana rinvenuta sotto la vicina piazza Stamira/pertini. difficile stabilire l’esatto luogo di erezione della chiesa di San Silvestro esistente “in fundo supiliano”, toponimo che la storiografia locale fa corrispondere ai vocaboli Valle Pennocchiara o Peneclara16, ovvero in corrispondenza dello spazio compreso tra piazza roma e il viale della vittoria. ne dà notizia Speciali17 riferendo che San liberio (v secolo) vi soggiornò da eremita e che nel medesimo luogo se ne rinvennero le ossa nel X secolo. in età altomedievale e almeno fino al Xviii secolo è documentata una grotta detta di San Liberio18, facente probabilmente parte di una serie di eremitaggi insediati in un’area ormai poco frequentata, ruralizzata e isolata rispetto al vicino contesto urbano. 13 Cfr. dall’oSSo 1915, pp. 338 - 339; alfieri 1938, pp. 57-58. Ciavarini 1894, pp. 234-337 e 334-335. 15 SeBaStiani 2004, p. 78. 16 pagnani 1960, pp. 100-107; pirani 1998, p. 168. Bolla di grimoaldo, vescovo di ancona datata 19 marzo 1051. 17 SpeCiali 1759, p. 361. 18 SpeCiali 1770, p. 79; pirani 1998, p. 87. 14 146 Maria raffaella CiuCCarelli - Maurizio Bilò fig. 3 – particolare dell’area di piazza Cavour nella pianta di ancona di giacomo fontana 1569. fig. 4 – particolare dell’area di piazza Cavour del cd. Catasto gregoriano. archeologia preventiva ad ancona 147 in età medievale si insediano nuove realtà ecclesiastiche, come la chiesa di San Liberio sorta nel X secolo19 sulle rovine di quella di San Silvestro, e quella di San Giovanni in Val Pennocchiara, unitamente all’omonimo monastero benedettino. Quest’ultimo, dotato di ospitale, già fig. 5 – particolare dell’area di piazza Cavour nella Carta topografica della città di ancona (1844). nel 1051 godeva di ampia capacità economica e estesa giurisdizione derivante da una serie di donazioni vescovili20. 19 vedi nota 15. SaraCini 1675, p. 273; leoni 1832, p. 276; peruzzi 1835, p. 440; pirani 1998, p. 73; la prima attestazione del complesso monasteriale e dell’edificio di culto è presente nella bolla del vescovo di ancona datata al 19 marzo 1051. la struttura mantiene la sua importanza fino almeno alla seconda metà del Xv secolo quando viene abbandonata e trasformata in commenda. la scomparsa del complesso di San giovanni in val pennocchiara è fatta risalire al 1532 quando è utilizzato come cava di materiale per la realizzazione di nuove opere militari a difesa della città. 20 148 Maria raffaella CiuCCarelli - Maurizio Bilò la successiva denominazione dell’area a Piano degli Orti, già evidente nella dedicazione della chiesa della Madonna degli Orti21, richiama la chiara destinazione d’uso della zona almeno fino all’espansione urbanistica postunitaria (figg. 3, 4, 5). la chiesetta della Madonna degli Orti è ricordata già nel Xiii secolo, probabilmente rovinata nel 1690, e attestata almeno fino alla seconda metà del Xviii secolo22. Certa è invece la collocazione della chiesa abbaziale camaldolese dei SS. Cosma e Damiano, compresa tra le attuali via Matteotti e via elia, già esistente nella prima metà dell’Xi secolo e dotata di ospitale23 (fig. 5; fig. 2, n. 5). (M.r.C.) I saggi di verifica archeologica tra il 2015 e il 2016 nell’ambito dell’assistenza archeologica ai lavori di riqualificazione di piazza Cavour, la SaBap Marche24 ha condotto sei saggi archeologici in regime di archeologia preventiva, allo scopo di valutare la possibile interferenza di strutture o stratigrafie in posto con le alberature ad alto fusto previste in progetto: i saggi 1, 2, 3, localizzati nella metà meridionale della piazza, e i saggi 4, 5 e 6, nella metà settentrionale (fig. 6). le indagini hanno fornito nuovi dati utili per la ricostruizione dell’assetto morfologico originario dell’area e circa le modalità insediative in questo settore di città durante i secoli. non chiara appare la sua collocazione, che tuttavia pirani, interpretando i dati forniti da Ciavarini (1894, pp. 234-337) ipotizza nell’area dell’attuale piazza Cavour in corrispondenza dell’ex palazzo della ferrovia. 21 Cfr. pagnani 1960, p. 103; leoni 1811-1815, p. 276; pirani 1998, pp. 7475 e 101. la chiesa viene nominata nell’atto di donazione del complesso di San giovanni Battista da parte di papa giulio ii nel 1504, quale sede dei canonici regolari lateranensi. 22 SaraCini 1675, p. 478; leoni 1832, p. 319. 23 Annales Camaldolenses Xi, add. et emend. in iv in pirani 1998, p. 182; polverari 1994, p. 606. la chiesa abbaziale rimase sede parrocchiale fino al 1850 quando venne demolita a seguito della costruzione del nuovo edificio. 24 indagini condotte sotto la direzione scientifica dell’ispettrice SaBap Marche, dott.ssa Maria raffaella Ciuccarelli, in collaborazione con archeolab soc. coop. e Comune di ancona. archeologia preventiva ad ancona 149 fig. 6 – piazza Cavour. localizzazione dei saggi 1, 2, 3, 4, 5, 6. il paleo - alveo. i dati raccolti hanno permesso di ricostruire sia parte della vita del paleo - alveo della Pennocchiara (cfr. inquadramento generale; fig. 1), come emerge dai saggi 1, 2, 3 (fig. 6) dove si intercettano parte degli strati del riempimento, sia la sua morfologia, come dai saggi 4, 5, 6 dove è emerso un settore della sponda settentrionale. nei saggi 1, 2, 3 (misure medie m 2,5 x 3,5), alla profondità massima raggiunta, compresa tra -3,7 e -4 metri25, è stata parzialmente in25 rezza. in corrispondenza di tale quota l’indagine è terminata per motivi di sicu- 150 Maria raffaella CiuCCarelli - Maurizio Bilò fig. 7 – piazza Cavour. Saggio 1. Sezione e. taccata l’uS 3, strato argilloso - limoso (fig. 7) originato per dilavamento di terreno dal vicino rilievo del Cardeto. nel processo di deposito lo strato ha trasportato materiale di età romana, costituito da frammenti di ceramica non rivestita da cucina e mensa, di sigillata, di anforacei, assieme a materiale edilizio quali esagonette, pelte, tegole e mattoni. la formazione naturale dello strato può però ritenersi conclusa in piena età medievale, come attestano, seppur in quantità minore, frammenti ceramici riferibili a questa periodo. a coprire l’uS 1, tra i -2,5 e -3,7 metri di profondità, è l’uS 2 (fig. 7) con il medesimo andamento dello strato archeologia preventiva ad ancona 151 fig. 8 – tav. 11. piazza Cavour, Saggio 5. rilievo di fine scavo grandoni/Bilò. archivio SaBap Marche. sottostante e costituita da terreno argilloso a consistenza sciolta di colore marrone chiaro. lo strato è il risultato di un processo di deposito/accumulo di età moderna, come attestato dalla presenza di frammenti ceramici di invetriate brune e smaltate monocrome e policrome. la sua genesi può essere ricondotta sia a un processo naturale, per dilavamento, sia antropico, tramite cioè pratiche agricole. a confermare lo sfruttamento dell’area sono infatti i resti degli scassi di vigna e di piantumazione individuati nel Saggio 5 (fig. 8) che trovano corrispondenza nella denominazione Piano degli Orti (fig. 4) fornita dal cd. Catasto gregoriano. a sigillare la sequenza stratigrafica in tutti i saggi (fig. 7) è una 152 Maria raffaella CiuCCarelli - Maurizio Bilò fig. 9 – piazza Cavour, Saggio 5. rilievo delle tt. 1, 2, 3 grandoni/Bilò. archivio SaBap Marche. sequenza di strati di riporto formatasi a poca distanza gli uni dagli altri, da attribuire ai livellamenti di colmatura della depressione a seguito dei lavori per la realizzazione di piazza Cavour. nei Saggi 4, 5 e 6 (fig. 6), sul lato settentrionale della piazza, è emersa parte della sponda settentrionale del paleo - alveo. un unico strato argilloso incoerente (uS 1) di colore marrone chiaro copre il banco vergine che presenta andamento ne – So. l’uS 1 restituisce materiali ceramici moderni di risulta (ceramica non rivestita, invetriata e laterizi). nel Saggio 5 in particolare emerge con evidenza il segno del radicale scasso ottocentesco per la realizzazione di piazza Cavour a danno del versante meridionale del Cardeto (fig. 18), ben visibile nella porzione ne dove lo spessore dell’uS 1 non supera cm 30 e il sottostante banco vergine si distribuisce uniformemente alla medesima quota su tutta la superficie (fig. 17). nella porzione So del archeologia preventiva ad ancona 153 saggio, l’uS 1 segue invece un graduale aumento dello spessore (messo in luce fino a massimo 1 metro) seguendo l’orginario l’andamento del declivio. le faSi di freQuentazione e le Sepolture. il Saggio 5 (fig. 11) ha restituito un’articolata sovrapposizione di tracce antropiche, conservate quasi esclusivamente nella porzione So grazie al maggiore spessore dello strato d’interro (cfr. inquadramento generale; fig. 18). Sono state individuate tre diverse fasi di frequentazione, a seguito descritte dalla più antica alla più recente: Fase 1. da riferire alle cinque sepolture – tt. 1, 2, 3, 4, 5 – (figg. 8, 9) di cui solo la t. 4 non ha restituito resti perché intercettata da un scasso di vigna moderno. in generale si riconoscono due differenti gruppi di sepolture: – un primo gruppo con orientamento e-o costituito dai due individui seppelliti affiancati – maschile t. 1 e femminile t. 3 –. a poca distanza la sepoltura di bambino t. 5 con medesimo orientamento. difficile stabilire un legame parentale tra gli inumati, che tuttavia sembra probabile almeno per i due individui adulti affiancati. anche la t. 1, di forma sub-rettangolare con orientamento e – o e relativa a individuo supino di sesso maschile tra i 25-30 anni, risulta parzialmente compromessa nella porzione e da uno scasso di vigna che ha intercettato gran parte del tronco e il capo dell’inumato. la stessa sepoltura risulta anche marginalmente intaccata dal taglio di t 2 nella porzione o. dell’inumato si conservano le ossa del bacino, parzialmente degli arti superiori (òmeri, radio, ulne e falangi delle mani), e degli arti inferiori, dei quali rimangono in posizione primaria tibie, pèrone e ossa dei piedi, mentre i fèmori risultano disordinatamente ruotati verso e per manomissione post-deposizionale (figg. 9, 10). ai lati n e S del taglio della tomba sono individuate le spallette a risparmio probabilmente funzionali alla copertura a cappuccina e di cui forse rimane traccia nei due frammenti di laterizi rinvenuti ancora in situ. 154 Maria raffaella CiuCCarelli - Maurizio Bilò fig. 10 – piazza Cavour, Saggio 5, t. 1. foto archeolab soc. coop. archivio SaBap Marche. il riempimento ha restituito frammenti, per lo più dilavati, di ceramica non rivestita e a impasto, che non permettono una precisa collocazione cronologica. Si segnala tuttavia la presenza di frammenti di un catino - coperchio in ceramica non rivestita a impasto grezzo, rinvenuto in corrispondenza dell’angolo Se del taglio (figg. 9, 10, 11); difficile individuare allo stato attuale confronti puntuali, ma si segnala la somiglianza con un coperchio da cucina da Montetorto di osimo (an) rinvenuto in contesti datati dal iv al vi sec. d.C. 26. 26 la forma osimate si presenta con orlo arrotondato rientrante, parete troncoconica in argilla nera marrone, con diametro da 18 a 21 cm (cfr. pignoCChi archeologia preventiva ad ancona 155 fig. 11 – piazza Cavour, Saggio 5, t. 1. Catino-coperchio. rilievo Ciuccarelli-Bilò. fig. 12 – piazza Cavour, Saggio 5, t. 1. Moneta spezzata. foto archeolab soc. coop. archivio SaBap Marche. dal riempimento proviene anche una moneta di piccole dimensioni (Ø cm 1,2), spezzata e illeggibile (fig. 12). non si esclude l’attinenza con l’uso di monete spezzate attestato già dal i secolo a.C. per far fronte alla scarsità di spiccioli27. data la cattiva conservazione è difficile stabilire il tipo numismatico, ma per le ridotte dimensioni si suggerisce 2001, pp. 124-125 e tav. XXXviii nn. 286 - 287). ai fini di un inquadramento cronologico preliminare, si ritiene utile anche segnalare alcuni confronti provenienti da fuori il territorio regionale: forme di area lombarda datate tra il iii e vi d.C. (cfr. della porta - Sfredda - taSSinari 1998, pp. 168 e tav. lXXXvii, nn. 7-8) e una forma di ciotola/coperchio con orlo ingrossato e superiormente appiattito in ceramica comune da piana San Martino/pianello val tidone (pC) datata dal iv al vii secolo d.C. (cfr. Bolzoni - groSSetti - ConverSi 2012, p. 591). 27 CeSano 1915, pp. 11ss.; perCoSSi Serenelli 1989, p. 263. 156 Maria raffaella CiuCCarelli - Maurizio Bilò l’identificazione con un nummus28 e non si esclude possa provenire dal circostante contesto funerario. la sepoltura t. 3 (figg. 9, 14), con taglio di forma sub - rettangolare con orientamento e-o, ha restituito i resti di un inumato in posizione supina di sesso femminile ed età inferiore ai 30 anni. la sepoltura risulta compromessa nella porzione o da un taglio moderno – scasso di vigna – che ha asportato il capo e parte delle vertebre cervicali. in discreto stato di conservazione le ossa del torace, delle braccia (con arti superiori distesi e mani sul bacino) e del bacino. Si conservano parzialmente i fèmori, radio e ulne e le ossa dei piedi. ai lati n e S del taglio della tomba si segnalano i resti delle spallette a risparmio forse a supporto della copertura a cappuccina, di cui si riconoscono i resti in un frammento di tegola ad alette sul lato meridionale. in corrispondenza della t. 5 (misure medie m 1,25 x 0,65) (fig. 14), con orientamento e-o e profondità pari a cm 75 circa, sono emersi resti di infante in posizione supina. Si conservano in cattive condizioni le ossa del cranio – in corrispondenza del quale si riconosce un dentino da latte –, i due òmeri, due fèmori e probabile parte della tibia. a no del cranio è stato individuato, in posizione primaria, un unguentario in vetro a corpo globulare (r.p. 1/26 in fig. 14), fondo rientrante e labbro dal taglio irregolare e leggermente estroflesso (figg. 14, 15). il reperto non trova attualmente confronti puntuali, ma non si esclude possa costituire una evoluzione tarda dei tipi globulari29 o piriformi30 di i e iii secolo31. il riempimento della tomba restituisce frustoli di impasto, ceramica non rivestita depurata, ossa non pertinenti all’inumato e frammenti di ceramica con decorazione a pettine32. 28 Cfr. Curina - farello - geliChi - novara - Stoppioni 1990, pp. 142-143. iSingS 1957, p. 40 n. 27; iSingS 1971, p. 45 n. 14. 30 de toMMaSo 1990, p. 49-50 tipo 18; MaCCaBruni 2004, p. 204 n. 305. 31 interessante soprattutto per le modalità di deposizione, è il tipo a corpo globulare con fondo rientrante da Santa Maria del Mare (Cz), datato al vi-vii secolo d.C. che, come nel caso anconetano, è posizionato alla destra del capo dell’inumato (cfr. papparella 2012, fig. 10 f). 32 la tipologia di decorazione trova riscontro tra le anfore tardo antiche anche di produzione orientale. Cfr. Sagui’ 1998, p. 693 fig. 25 n. 5; MenChelli 29 archeologia preventiva ad ancona 157 fig. 13 – piazza Cavour, Saggio 5, t. 3. foto archeolab soc. coop. archivio SaBap Marche. – il secondo gruppo è costituito da due sepolture con orientamento n - S: la t. 4, senza resti, e la sepoltura di un infante in t. 2 che interecetta la t. 1 procurandone la parziale riduzione. la sepoltura t. 2 (fig. 16), di forma sub - rettangolare e con orientamento n-S, ha restituito resti di un bambino di età compresa tra i 2 e 2,5 anni; lo scheletro supino si conserva nella sua interezza a eccezione delle giunture, non presenti forse a causa del cattivo stato di conservazione e della giovane età dell’individuo. il taglio di t. 2 intercetta la t. 1, stabilendo la posteriorità della prima rispetto alla seconda (fig. 9). il riempimento della t. 2 restituisce piccoli frustoli di ceramica non rivestita e a impasto. Sono stati rinvenuti anche i resti di cinque chiodi in ferro di misura variabile posizionati lungo il taglio della tomba, pertiSantoro - paSQuinuCCi - guiduCCi 2010, vol. ii p. 700 fig. 3, p. 749 fig. 11, p. 957 fig. 5, p. 960 fig. 8, p. 1013 fig. 6. idem, vol. i p. 110 fig. 7, p. 298, fig. 1; galazzi 2015, pp. 291-297. 158 Maria raffaella CiuCCarelli - Maurizio Bilò fig. 14 – piazza Cavour, Saggio 5, t.5. rilievo grandoni/Bilò archeolab soc. coop. fig. 15 – piazza Cavour, Saggio 5, t. 5. unguentario in vetro r.p. 1/26. archeologia preventiva ad ancona 159 fig. 16 – piazza Cavour, Saggio 5, t. 2. foto archeolab soc. coop. archivio SaBap Marche. nenti alla cassa lignea di cui non rimane traccia; in particolare, due chiodi sono disposti rispettivamente a destra e sinistra del cranio, uno in prossimità dell’avambraccio sinistro e due rispettivamente a o del piede destro e a e del piede sinistro. l’utilizzo di cassa lignea nella t. 2, di cui rimangono i chiodi in ferro, suggerisce l’uso di una differente pratica funeraria rispetto al tipo a cappuccina supposto per le sepolture tt. 1 e 3 del primo gruppo. Fase 2. a questa fase, riconducibile a età medievale, si riferiscono tre tagli (buche di palo?) di forma circolare in prossimità della t. 5 il cui riempimento restituisce frammenti di ceramica non rivestita e frammenti di maiolica arcaica (fig. 8). Fase 3. da ricondurre a età moderna e comunque precedenti alle modifiche di età post-unitaria, sono le tracce di coltivazione relative sia 160 Maria raffaella CiuCCarelli - Maurizio Bilò fig. 17 – piazza Cavour, Saggio 5. fine scavo. foto archeolab soc. coop. archivio SaBap Marche. a piantumazione singola, con tagli di forma sub-rettangolari a pareti diritte e profondità residua fino a 30-40 cm, sia a resti di due scassi di vigna (fig. 8) con orientamento n-S, forma rettangolare allungata, estensione conservata per m 13 circa e larghezza pari a m 1,5 circa. i tagli presentano pareti diritte o lievemente svasate con fondo irregolare dovuto all’escavazione delle radici nel banco. l’allineamento di alcune buche di piante con gli scassi di vigna sembrano confermare la pratica della vigna maritata. i riempimenti restituiscono una cospicua quantità di materiali costituiti da invetriate, smaltate monocrome o policrome post-medievali e moderne, materiale edilizio, ceramica non rivestita, vetro e frammenti di ossa. tra questi è possibile identificare materiale residuale di età romana e frammenti osteologici – presumibilmente umani – da ricondurre al contesto necropolare circostante. tutte le anomalie individuate tendono a scomparire in prossimità della sezione n, in corrispondenza cioè del taglio a danno del versante archeologia preventiva ad ancona 161 meridionale del Cardeto, apportato dalle operazioni di sbancamento per la piazza in età post-unitaria (fig. 17). Fase 4. Si riferiscono a età contemporanea le anomalie (scassi per sottoservizi e irrigazione) in fase con la frequentazione della piazza. (M.B.) Conclusioni il prolungato processo di trasformazione naturale e antropica dell’area di piazza Cavour appare strettamente connesso alle diverse fasi di vita dell’ampio bacino imbrifero della Pennocchiara e le indagini archeologiche condotte tra il 2015 e il 2016 hanno fornito nuovi dati utili alla ricostruzione delle sue caratteristiche originarie. in particolare è oggi possibile ricostruire l’andamento della sponda settentrionale che interessava il versante del colle Cardeto con pendenza poco accentuata. il punto di maggiore profondità invece, sebbene non più individuabile con esattezza, può essere collocato in corrispondenza della parte meridionale della piazza. già dall’età ellenistica l’area era interessata da ampie zone di sepoltura. in età romana, l’espansione della città al di fuori del circuito murario interessò anche la Pennocchiara, dove si installava un’ampia area produttiva parzialmente messa in luce sotto piazza pertini33 e l’ex palazzo delle ferrovie34. difficile stabilire l’esatto momento di abbandono di questa realtà, probabilmente non più percepita già in età tardoantica, quando nella zona, senza apparente continuità e a quote diverse, si insediano strutture di culto con annesse nuove aree funerarie (fig. 2, nn. 1, 2, 4). a questa fase può riferirsi anche il gruppo di sepolture rinvenute nel Saggio 5; sebbene il legame con i contesti circostanti siano stati irrimediabilmente compromessi dalle trasformazioni moderne, è probabile che il gruppo di tombe facesse parte di un ampio sepolcreto distribuito lungo il pendio del Cardeto, fino a comprendere forse i rinvenimenti 33 34 SeBaStiani 2004, p. 78. Ciavarini 1894, pp. 234-337 e 334-335. 162 Maria raffaella CiuCCarelli - Maurizio Bilò fig. 18 – Sezione n-S del versante settentrionale. sotto l’ex palazzo della ferrovia, di cui riferisce Ciavarini (cfr. inquadramento generale; fig. 2, 18). appaiono, in effetti, evidenti le analogie tra i due contesti, date dalla presenza di tombe a cappuccina con orientamento variabile a prevalenza n-S, l’uso di unguentari e la presenza di sepolture in cassa lignea (cfr. le fasi di frequentazione e sepolture). già in età medievale si assiste a un graduale processo di dilavamento dal vicino rilievo. il conseguente deposito di terreno lungo i pendii e nel fondo valle (fig. 7, uS 3 in saggi 1, 2, 3) ha sigillato le fasi archeologiche più antiche. Questo processo viene poi accentuato dalle più recenti pratiche agricole, di cui si sono rinvenute tracce nel Saggio 5. È probabile che già prima degli interventi per la realizzazione di piazza Cavour (1862 – 1868), l’aspetto originario del paleo alveo non fosse più percepibile, ma è soprattutto in occasione dei lavori per la piazza con lo scasso del pendio meridionale del Cardeto (fig. 18) e riporto di terreno nella parte meridionale della piazza, che si assiste alla definitiva colmatura del residuo fosso della Pennocchiara. (M.r.C. - M.B) BiBliografia alfieri 1938 = n. alfieri, Topografia storica di Ancona antica, in «atti e memorie deputazione di Storia patria delle Marche» s. v, ii (1938), pp. 151-235. Baldelli 1985 = g. Baldelli, Necropoli protostorica di via Villarey, in «Studi etruschi» li (1983), pp. 466-467. Baldoni - MazzaCuva 1979 = d. Baldoni - e. MazzaCuva, Le necropoli archeologia preventiva ad ancona 163 di Ancona: contributo ad uno studio tipologico, in «atti della accademia delle scienze dell’istituto di Bologna» lXvii (1978-1979), pp. 1-29. Binazzi 1995 = g. Binazzi, Regio V. 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Non sono presenti elementi di corredo a eccezione della T. 5 che restituisce un unguentario in vetro. Sulla base dei dati stratigrafici e dell’analisi dei rari reperti rinvenuti è stato ipotizzato un utilizzo del sepolcreto tra l’età imperiale e il tardo antico. Ancona, Fosso Pennocchiara, necropoli romana. ABSTRACT In the city of Ancona in the Marche region, a sector of a late Roman burial ground was discovered in piazza Cavour during preventive archaelogical research, near a large necropolis piazza on the hill sides of Cappuccini and Cardeto, occupying all the Pennocchiara’s moat. The burial ground comprised five tombs of “cappuccina” type and one into a wooden case. With the exception of tomb 5, cortaining a glass unguentarium, no funerary ser was found. On the basis of stratigraphic data and analysis of the few objects found, it is possible to say that the burial ground was in use between the imperial and the late Roman period. Ancona, Pennocchiara‘ moat, Roman burial ground.