Archeologia Preventiva

Nel corso dell’assistenza archeologica ai lavori per la realizzazione della rete di teleriscaldamento a servizio della città di Biella, in via Battistero è stata individuata una struttura muraria semicircolare presenta profilo interno circolare ed esterno poligonale ed è identificabile con l’absidiola meridionale della chiesa di S. Stefano, demolita, come è noto, nel 1872 per costruire l’attuale casa parrocchiale. Gli scavi hanno messo in luce sepolture precedenti e posteriore alla fondazione della chieda si S. Stefano.

Sin dalla sua nascita, la normativa italiana che prevede l’applicazione di una complessa procedura di verifica preventiva dell’interesse archeologico in sede di progetto di fattibilità (D.Lgs. 50/2016, art. 25) è stata collegata solo all’ambito dei lavori pubblici.
La ratifica della Convenzione europea per la salvaguardia del patrimonio archeologico (La Valletta 1992) introduce anche in Italia un principio di applicazione all’archeologia di procedure di salvaguardia preventiva del patrimonio archeologico, senza distinguere ovviamente tra lavori pubblici e privati: la normativa italiana, d’altronde, tarda nell’adeguarsi ad una piena applicazione della convenzione stessa.
Opinione degli scriventi è che un’applicazione generalizzata delle procedure di verifica preventiva dell’interesse archeologico in sede di progetto di fattibilità – nell’ambito di cantieri sia pubblici che privati – possa comportare un beneficio sotto molteplici punti di vista (tutela, professione, impatto pubblico, costi ecc.).

Sin dalla sua nascita, la normativa italiana che prevede l'applicazione di una complessa procedura di verifica preventiva dell'interesse archeologico in sede di progetto di fattibilità (D.Lgs. 50/2016, art. 25) è stata collegata solo all'am-bito dei lavori pubblici. La ratifica della Convenzione europea per la salvaguardia del patrimonio ar-cheologico (La Valletta 1992) introduce anche in Italia un principio di appli-cazione all'archeologia di procedure di salvaguardia preventiva del patrimonio archeologico, senza distinguere ovviamente tra lavori pubblici e privati: la nor-mativa italiana, d'altronde, tarda nell'adeguarsi ad una piena applicazione della convenzione stessa. Opinione degli scriventi è che un'applicazione generalizzata delle procedure di verifica preventiva dell'interesse archeologico in sede di progetto di fattibilità-nell'ambito di cantieri sia pubblici che privati-possa comportare un beneficio sotto molteplici punti di vista (tutela, professione, impatto pubblico, costi ecc.). Since its enactment, the Italian legislation on public works provides for the application of a complex procedure for the prior verification of archaeological interest (Legislative Decree 50/2016, art. 25). The ratification of the European Convention for the Protection of the Archaeological Heritage (Valletta 1992) invites countries to apply procedures for the preventive safeguarding of the archaeological heritage. The Convention does not distinguish between public and private works: the Italian legislation, on the other hand, struggles to adapt to full application of the convention itself. The authors' opinion is that a generalized application of the procedures for the prior verification of archaeological interest-in the context of both public and private construction sites-can result in a benefit from multiple points of view (heritage safeguarding, profession, costs, etc.). 1. Archeologia preventiva: cos'è e come si applica 1 Con il termine semplificato di "archeologia preventiva" si intendono le procedure che partono dalla "Verifica preventiva dell'Interesse Archeologico" (VIArch), un'attività specifica che ha la funzione di conciliare la salvaguardia del patrimo-nio archeologico con la realizzazione di attività che comportano lavori di scavo 2. La normativa italiana introdusse, tramite gli articoli 95 e 96 del D. Lgs. 163/2006, le specifiche su come tale procedura dovesse attivarsi sin dalle fasi di progettazione di fattibilità di ogni lavoro a committenza pubblica, seguen-do i principi ispiratori della Convenzione europea per la salvaguardia del pa-trimonio archeologico (La Valletta 1992) 3. Alessandro Garrisi, archeologo professionista (L. 110/2014), Presidente Nazionale dell'As-sociazione Nazionale Archeologi; lavora tra Roma e la Liguria: dal 2009 cura la mis-sione archeologica del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana sul sito di Capo Don a Riva Ligure (IM). Dirige la Fondazione "Nino Lamboglia"-ONLUS.

Il patrimonio archeologico italiano, uno tra i più rilevanti al mondo, viene
spesso messo in luce da ritrovamenti fortuiti durante lavori di scavo per la realizzazione di opere edilizie e infrastrutturali. L’interesse del mondo culturale a salvaguardare le nostre ricchezze ha portato, nel corso degli anni, alla nascita di una normativa giuridica che evitasse la perdita di queste testimonianze a causa del progresso urbano e infrastrutturale. D’altra parte però le esigenze di tutela hanno portato la classe imprenditoriale coinvolta a temere la possibilità di ritrovamenti
archeologici, a causa dei ritardi e delle perdite economiche che questi provocano durante la realizzazione dei lavori. Lo scavo cosiddetto d’emergenza sembra quindi essere una scelta obbligata, un compromesso tra la conservazione delle memorie del passato e lo sviluppo urbano. Ma esso non asseconda nessuna delle due esigenze: uno scavo d’emergenza può provocare una enorme perdita di dati, a discapito dello studio storico-artistico della testimonianza archeologica e, nel caso di ritrovamenti di grandi dimensioni, non evita alle imprese coinvolte perdite di tempo e di denaro.

"Il volume presenta il primo anno di lavoro del progetto MAPPA incentrato soprattutto sulla realizzazione del livello informativo archeologico e del webGIS denominato MappaGIS.
Viene analizzata la struttura, l'organizzazione del dato archeologico e la sua pubblicazione tramite webGIS, viene, inoltre, proposta una prima serie di analisi dei dati incentrate soprattutto sulla problematica dello sviluppo della pratica dell'archeologia urbana e il risultati della fotointerpretazione aerea dell'area pisana."

I lavori per la realizzazione del metanodotto "Talamonti" hanno portato, fra il 2016 e il 2017, alla scoperta e riscoperta di due necropoli picene a Torre di Palme (Fermo).
Il volume, curato dalla Soprintendenza ABAP delle Marche, raccoglie i risultati degli studi prontamente condotti sulle sepolture, secondo un approccio interdisciplinare ad ampio spettro.

"Per tutti quelli che hanno consultato o scaricato uno dei capitoli del volume sulle ricerche archeologiche a Torre Spaccata (Patrizia Gioia (ed.) 2008 – Torre Spaccata. Roma S.D.O. Le indagini Archeologiche, Roma-Soveria Mannelli, Rubbettino), metto a disposizione la bibliografia finale del volume.

For everyone who have viewed or downloaded one of the chapters of the book on archaeological researches at Torre Spaccata (Patrizia Gioia (ed.) 2008 – Torre Spaccata. Roma S.D.O. Le indagini Archeologiche, Roma-Soveria Mannelli, Rubbettino), I make now available the references included at the end of the volume.

Pour tous ceux qui ont vu ou téléchargé l'un des chapitres de l'ouvrage sur les recherches archéologiques à Torre Spaccata (Patrizia Gioia (ed.) 2008 – Torre Spaccata. Roma S.D.O. Le indagini Archeologiche, Roma-Soveria Mannelli, Rubbettino), je fais maintenant disponible les références figurent à la fin du volume.
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The project SIUrBe (Information System of the Archaeological Heritage Urban Benevento) arises from a strong partnership between the Superintendence for Archaeological Heritage of Salerno, Avellino, Caserta and Benevento (Archaeological office of Benevento) and the Department of Cultural Heritage at the University of Salerno-Archaeological Laboratory " M. Napoli ". The project aims to develop a system that, through expanded protocols and procedures for the acquisition and management of the archaeological record, according to the latest guidelines of the scientific discussion about the demand of a National Archaeological Information System (SITAN), respond to two main purposes: contributing to the scientific study of ancient Benevento through the elaboration of an Archaeological Map of the city and giving to the local administrations an easy instrument for the urban planning and cultural heritage of Benevento. The system, originally planned as local, has been translated into a DB WEB, using open source software. Likewise for the database space have been developed experimental solutions that allow to go beyond the current logical WEB> GIS and land, rather, those type GIS> WEB through the semantics of the protocols and procedures OGC (Open Geospatial Consortium). The latter are aimed to develop and implement standards for the content, services and the exchange of geographic data that are " open and extensible ". The project WebGIS is distinguished from a 'simple' GIS project for the specific purposes of communication and information sharing with other users. The WebGIS is made to the web server and to use MapServer development environment aimed at the representation of geo spatial data. The application for viewing and creating spatial data are made with pmapper and PosgresSQL DB (object-relational database with a free license) and with a spatial extension PostGIS db that can manage in the same layout both alphanumeric data and elements vector (geometric figures).

Le indagini di archeologia preventiva avviate per il  progetto di ampliamento dell’Aereoporto internazionale
“Amerigo Vespucci” di Peretola presso Firenze, iniziate già
nel 2015 con indagini preliminari e continuate nell’autunno
2018 con l’esecuzione di 121 saggi archeologici, hanno restituito nuovi dati sul popolamento antico della vasta piana agricola situata tra il territorio urbanizzato di Sesto Fiorentino e l’autostrada A11 ovvero l’area dell’Osmannoro. Le indagini stratigrafiche eseguite fino a una profondità di -3 m o comunque fino ai livelli non antropizzati hanno rilevato, in linea generale, oltre all’orizzonte con evidenze di epoca moderna, la
presenza di due orizzonti sepolti, rispettivamente di età etrusca e romana e di età pre-protostorica. Per quest’ultima i risultati indicano che gli insediamenti, attribuibili all’età del Bronzo, si spingevano anche verso le zone più interne della Piana. Diversamente, l’occupazione di epoca romana sembrerebbe concentrarsi nella fascia più alta dell’area di indagine, ed essere talvolta caratterizzata da interventi per la regimazione delle acque. Fa eccezione il tratto di via glareata rinvenuta
all’interno della Piana, la cui direzione coincide con l’assetto urbanistico emerso da precedenti studi.

In the city of Ancona in the Marche region, a sector of a late Roman burial ground was
discovered in piazza Cavour during preventive archaelogical research, near a large necropolis on the hill sides of Cappuccini and Cardeto, occupying all the Pennocchiara’s moat. The burial ground comprised five tombs of “cappuccina” type and one into a wooden case. With the exception of tomb 5, cortaining a glass unguentarium, no funerary ser was found. On the basis of stratigraphic data and analysis of the few objects found, it is possible to say that the burial ground was in use between the imperial and the late Roman period.

Riassunto: questo testo costituisce uno dei capitoli del volume dedicato alle indagini archeologiche nell’area di Torre Spaccata (http://sovraintendenzaroma.academia.edu/PatriziaGioia/Books/1370669/Torre_Spaccata._Roma_S.D.O._Le_indagini_Archeologiche), dove si è svolta un’ampia campagna di ricerche programmate alla metà degli anni ’90 nelle aree del Sistema Direzionale Orientale, un programma urbanistico che prevedeva una riorganizzazione e una distribuzione regolata di servizi, verde ed aree pubbliche in un’ampia area del settore Est del suburbio romano.
L’area di Torre Spaccata costituisce l’appendice del comparto S.D.O. più meridionale, quello di Centocelle e si estende per una superficie di circa 60 ha. Nell’ambito delle indagini effettuate dal gennaio 1997 al marzo del 1998 e dal giugno all’ottobre del 2006, in diverse zone e in tempi differenti sono state eseguite 280 trincee a macchina, con motivazioni e quindi modalità di esecuzione variabili a seconda dello stato del terreno e delle necessità. Qui sono presentati i risultati delle indagini e le numerose scoperte archeologiche. Al Capitolo è allegata la carta delle scoperte archeologiche.

Abstract: this paper is one of the chapters of the volume dedicated to archaeological investigations at Torre Spaccata, where was carried out a wide research campaign, planned in the mid-90s in the areas of "Sistema Direzionale Orientale", a urban plan that included a reorganization and new distribution of regulated services, green areas and public sectors in a wide area in the East suburb of Rome.
The area of Torre Spaccata is the appendix of the Southern SDO sector of Centocelle and covers an area of about 60 ha. During the archaeological investigations, carried out from January 1997 to March 1998 and from June to October 2006 in different areas and at different times, 280 trenches with the excavator were carried out. The aims  and its implementation were been variable depending of the state of the ground and of the work needs. Here are presented the results of these investigations and the numerous archaeological discoveries. The archaeological map is attached to the chapter.

Résumé : ce texte est l'un des chapitres du volume consacré aux recherches archéologiques dans la zone de Torre Spaccata, où a été menée une campagne de recherche de large, planifié dans les milieu des années 90 dans les domaines  du "Sistema Orientale Direzionale», un projet urbain qui comprenait la réorganisation et la nouvelle répartition des services réglementés, des espaces verts et du secteur public dans une vaste zone dans la banlieue Est de Rome.
La zone de Torre Spaccata est l'appendice du secteur Sud du SDO (Centocelle) et couvre une superficie d'environ 60 ha. Au cours des fouilles archéologiques, réalisées à partir de Janvier 1997 to Mars 1998 et de Juin à Octobre 2006 dans divers domaines et à différents moments, ont été réalisées 280 tranchées avec le fouilleur. Les objectifs et la leur exécution ont été variable en fonction de l'état du terrain et des besoins de travail. Ici sont présentés les résultats de ces prospections et les nombreuses découvertes. La carte archéologique est attaché au chapitre.

Il progetto di studio nasce dall'esperienza del tirocinio svolto presso la società ATS (Archaeolandscape Tech & Survey s.r.l.) di Siena a completamento del percorso del Master di II livello in Archeologia Preventiva dell'Università degli Studi di Siena.
Durante il tirocinio, si è provveduto a sviluppare un progetto di studio del territorio attraverso differenti metodologie di ricerca non invasive che andasse ad integrare i precedenti studi riguardanti il sito archeologico in località Carlappiano nel comune di Piombino (Li).

La pubblicazione del catalogo della mostra omonima, allestita presso il Museo del Territorio di Foggia, è l’occasione per aggiungere una nuova pagina alla storia delle ricerche condotte ad Arpi e legate al grande lavoro portato avanti dall’archeologa foggiana Marina Mazzei. Si tratta anche di un’ulteriore tappa del progetto Arpi Project: abitare la città che ha coinvolto, dal 2014, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Barletta-Andria-Trani e Foggia, il Centre Jean Bérard di Napoli e l’Università degli Studi di Salerno nelle ricerche sull’insediamento daunio allo scopo innanzitutto di precisare, attraverso il recupero dei dati delle ricerche pregresse e lo studio dei paesaggi rurali e urbani occorsi nel tempo, le dinamiche di occupazione e la destinazione d’uso degli spazi domestici e i rapporti tra l’abitato, le aree di culto e gli spazi funerari.
Insieme ai quartieri abitativi, la topografia delle necropoli costituisce uno dei fenomeni più significativi della struttura di questo grande abitato. Negli ultimi anni le ricerche si sono concentrate sugli scavi realizzati nel territorio di Arpi in occasione dei grandi lavori pubblici condotti tra il 1969 e il 1992, in particolare durante la messa in opera della rete idrica del Consorzio di Bonifica della Capitanata, a partire dagli anni ’80.
La mostra presenta i risultati preliminari della ricerca condotta sulle tombe scoperte durante gli scavi effettuati dal settembre 1991 al marzo 1992, attraverso l’esposizione di una selezione di contesti funerari che copre un ampio arco cronologico compreso tra la seconda metà del VI e la prima metà del III secolo a.C.

Franco Niccolucci Editor-in-Chief Andrea D'Andrea e Maria Pia Guermandi Editors Elizabeth Jerem Managing Editor Fruzsina Cseh Copy Editor Rita Kovács Typesetting and Layout Andreis Kardos Cover Design Cover image: Roma, stazione Ostiense. Courtesy of Direzione ...