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2020, https://www.classicult.it/le-schiavitu-nel-mondo-greco-unintroduzione/
La schiavitù è quella condizione per cui un essere umano è privato delle proprie libertà, divenendo proprietà del suo possessore: si trasforma da soggetto a oggetto, perdendo diritti civili e almeno in parte la propria dignità umana. Con questo articolo voglio mettere le basi per un ciclo che ci porterà a scoprire i meandri della schiavitù, dalle origini fino ai giorni nostri. Personalmente inizierò con l'analizzare le diverse condizioni relative alle schiavitù nell'antica Grecia; non è un caso che abbia usato il plurale anziché il singolare, infatti nella Grecia classica non solo esiste una particolare distinzione tra schiavitù e servitù, ma anche all'interno di queste due macrocategorie esistono numerose microcategorie, ognuna con proprie peculiarità. In questa sede poi avrà una particolare menzione la servitù di tipo ilotico, mio argomenti di tesi durante la laurea triennale. Cercherò nella parte iniziale del nostro ciclo di approfondire tutti quegli aspetti che rendevano l'ilotismo un fenomeno atipico già nell'antichità, per via del particolare asservimento, Greci asserviti da altri greci di diversa stirpe e provenienza. Andrò ad analizzare nel dettaglio le origini sia geografiche che etimologiche delle comunità servili nell'antica Grecia (iloti compresi), il ruolo e i rapporti all'interno della società, il trattamento che ricevevano dai padroni e infine presenterò un'ipotesi sulle stime numeriche della comunità ilotica. La schiavitù, dall'antichità al mondo moderno, ha rappresentato la forma di sfruttamento di lavoro dipendente più redditizio, poiché gli schiavi costituivano la forza lavoro più economica. Lo studio della schiavitù nell'antica Grecia pone un numero considerevole di problemi a livello metodologico, data anche la scarsa e frammentaria documentazione. Nell'età omerica, la società era strutturata in famiglie patriarcali con pochi schiavi. Le principali fonti di schiavitù, in età omerica come in età classica, erano il brigantaggio, la pirateria, la guerra, oltre che la stessa riproduzione delle comunità servili. Lo sviluppo economico delle epoche successive determinò un aumento del numero di schiavi e il peggioramento delle loro condizioni. Anche la terminologia spesso è poco chiara, poiché il greco antico possiede un gran numero di termini per designare lo schiavo ed occorre quindi contestualizzarli per evitare ambiguità. Aiace Oileo che prende Cassandra come bottino di guerra. Particolare di kylix a figure rosse del Pittore di Kodros (440-430 a. C.), Musée du Louvre, Parigi. Foto di Bibi Saint-Pol, pubblico dominio
Gli antichi grammatici non conoscono il modo congiuntivo ma, al suo posto, pongono il modo soggiuntivo che è formato da un verbo al modo che i moderni denominano congiuntivo e da un’apposita congiunzione. Il verbo da solo al modo soggiuntivo non significa niente all’interno di una frase, esso assume un significato solamente insieme ad una delle specifiche congiunzioni. Qui si esamina la dottrina degli antichi grammatici in proposito; successivamente, poiché gli esempi da questi presentati sono molto semplici, da maestro di scuola, si passa a considerare esempi di soggiuntivo tratti dagli autori classici.
GIOIELLI DEL MONDO GRECO
LE OREFICERIE ANTICHE DEL MONDO GRECO2023 •
Gli antichi gioielli vengono generalmente apprezzati, oltre che per il loro intrinseco valore, come testimonianze di lusso e di prestigio: tuttavia, ai fini di un'interpretazione storica corretta, occorre che i manufatti preziosi vengano considerati come tutto quanto il resto che si rinviene negli scavi archeologici 1. Come accade, infatti, per tutte le altre classi di produzione (per esempio le ceramiche), gli og getti d'oro devono essere utilizzati come documenti storici, e valutati non più prevalentemente sotto il profilo artistico o prezioso. Tuttavia, dei gioielli antichi in oro e argento, si è avuta una parziale considerazione che, inevitabilmente, ne ha condizionato la ricerca e lo studio: l'aspetto prezioso ha prevalso su ogni informazione a proposito, per esempio, del luogo di ritrovamento e delle condizioni di associazione 2 .
Il nucleo semantico originario di gr. βραβεύς ‘arbitro dei giochi’, ‘giudice di gara’, termine antico inspiegabile in chiave indo-europea, rimanda alla radice semitica ‘rbn di ἀρραβών e precisamente a un derivato con prefisso nasale m‘rb ‘scambio di merci’, ‘mercato’, ‘garanzia’, conosciuto, in quanto termine della lingua franca degli scambi internazionali, anche negli ambienti commerciali della Grecia antica. Il prestito (confermato tra l'altro dal punico marob nel Poenulus plautino) appare possibile non solo per l'intensa frequentazione dell'Egeo da parte di mercanti semiti, fin da epoche preistoriche, ma anche per la consistente presenza di elementi greci nei grandi empori interetnici dell'Asia Minore, della costa siro-palestinese e dell'Egitto, specialmente nella prima metà del I millennio a.C. Nell'ambito della lingua franca, i Greci hanno potuto recepire la voce semitica integrandola nella forma βραβεύς < *m(a)rab-eus ‘intermediario nei contratti e/o sovrintendente al mercato’. La nostra etimologia di βραβεύς suggerisce una più plausibile spiegazione della voce micenea mo-ro-pa2, titolo di un personaggio dalle funzioni non ben chiare, ma probabilmente connesse con l'attività economico-amministrativa del Palazzo, se si ammette una più antica, e indipendente, via di prestito, nella seconda metà del II millennio, da una lingua di N-O che comporta il passaggio ā > ō («protofenicio» di el- ‘Amarna) nel contesto degli intensi rapporti tra il mondo miceneo e la costa siro-palestinese.
SOMMARIO. S. Cirillo Alessandrino scrive che IL. XX, 67 – 74 è un passo allegorico in cui gli dei che si scontrano l’un l’altro rappresentano gli elementi naturali e le virtù ed i vizi in opposizione tra loro. Per prima cosa si è constato che questa interpretazione è attestata già in epoca classica presso gli interpreti di Omero. Qui se ne dà atta. Quindi il Santo cita IL. IX, 445 per dimostrare che Omero era monoteista. Mi sembra un’ipotesi interessante, pertanto ho esaminato gli scritti di S. Cirillo e di altri padri della Chiesa alla ricerca di citazioni similari tratte dagli autori antichi. Ne ho trovate un certo numero, i padri della Chiesa, infatti, hanno attinto a piene mani a tali fonti. Mi pare che tutte insieme attestino che il monoteismo non fosse sconosciuto agli autori classici.
in I MUTEVOLI VOLTI DEL POTERE Essenza ed espressione del potere: Linguaggi, luoghi e spazi, funzioni, simboli e rappresentazioni a cura di Gian Maria Di Nocera
LE STATUE DI DIVINITÀ NEL CULTO GRECO TRA APPROCCIO EMICO ED ETICO2021 •
https://servicioskoinonia.org/relat/328.htm
RELaT 328 KASPER, Walter, Carácter absoluto del cristianismo.Arheon: časopis Arhiva Vojvodine
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