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23 2019 MINIATURA rivista di storia della Centro Di S O C I E TÀ I N T ER N A ZI O N A L E D I S TO R I A D E L L A M I N I AT U R A Rivista di Storia della Miniatura Rivista fondata da Maria Grazia Ciardi Dupré Dal Poggetto n. 23 2019 Organo della Società Internazionale di Storia della Miniatura Direttore Giulia Orofino Comitato d’onore Jonathan J.G. Alexander Lilian Armstrong François Avril Maria Grazia Ciardi Dupré Dal Poggetto Luisa Cogliati Arano Xenia Muratova † Comitato scientifico Fabrizio Crivello Angela Dillon Bussi Hans-Joachim Eberhardt Antonio Iacobini Silvia Maddalo Susy Marcon Giordana Mariani Canova Massimo Medica Alessandra Perriccioli Saggese Marco Rossi Lucinia Speciale Federica Toniolo Gennaro Toscano Giuseppa Z. Zanichelli Direttore responsabile Ginevra Marchi Redazione Gaia Elisabetta Unfer Verre Redazione c/o Centro Di della Edifimi srl via dei Renai, 20r 50125 Firenze tel. 055 2342668 www.centrodi.it edizioni@centrodi.it Per le proposte di recensione, si prega di inviare i volumi alla Redazione. La rivista si avvale della procedura di valutazione e accettazione degli articoli double blind peer reviewing. Questo numero raccoglie i contributi presentati al Convegno Citazione, riuso e revival nel libro miniato tra Medioevo ed età contemporanea, Università della Calabria, Campus di Arcavacata di Rende, 26-28 settembre 2018. Il numero è pubblicato grazie anche al contributo del Dipartimento di Studi Umanistici – Università della Calabria. © Copyright 1997 Centro Di della Edifimi srl Società Internazionale di Storia della Miniatura ISSN 1126-4772 Stampa: Gruppo TCT, Firenze dicembre 2019 Pubblicazione annuale: Un numero 120 ¤ Abbonamento 100 ¤ (Italia), 120 ¤ (estero) Per i soci della Società, sconto concordato del 20% sul prezzo dell’abbonamento È attivo il sito www.centrodi.it/miniatura dove acquistare in formato PDF singoli articoli e fascicoli (dall̓anno 2017) Un numero in PDF 80 ¤ (Italia ed estero) Autorizzazione del Tribunale di Firenze n. 4763 del 30.1.1998 Iscrizione al registro Operatori di Comunicazione n. 7257 Per le fotografie di questo numero, l’Editore si scusa per eventuali omissioni o errori e si rende disponibile per integrare ed emendare, se informato dagli aventi diritto. Sommario 5 Tavole a colori 17 Massimo Bernabò Il Fisiologo di Smirne e altri due manoscritti miniati del primo periodo paleologo 22 Sonia Chiodo Un piccolo libro e i suoi viaggi, tra riuso, integrazione, manipolazione 104 Teresa D’Urso Revival dell’antico e citazioni mantegnesche nella Napoli di età aragonese: i codici in pergamena tinta commissionati da Diomede Carafa 113 Hans-Joachim Eberhardt Giulio Clovio e Girolamo dai Libri a Candiana: illustrando Vasari e l’attività contemporanea di due ingegni 29 Giulia Guerini Revival dell’antico e citazioni erudite: riflessioni intorno alle miniature del Trionfo della Gloria nei due manoscritti parigini del De viris illustribus di Petrarca 121 Beatrice Alai Litterae deauratae et pictae: frammenti miniati dalla Cappella Sistina negli album della collezione von Nagler 37 Giordana Mariani Canova Revival dell’antico, citazioni, riusi tra Venezia e Milano nella miniatura del Quattrocento: il caso di Francesco Filelfo e del Filarete 131 Chiara Ponchia Dalla devozione al collezionismo. Un cutting miniato da una mariegola veneziana del Quattrocento (Venezia, Museo Correr, Cl. II 673) 46 Emanuela Spagnoli Monete nei fregi miniati del Quattrocento. Note preliminari e due casi di studio 140 Margherita Zibordi Miniature replicate: alcuni ritagli del Museo Correr di Venezia e le loro relazioni con il Graduale del Capitolo di Udine 55 Ulrike Bauer-Eberhardt Ripetere o modificare? Le illustrazioni del De re militari di Roberto Valturio 63 Federica Toniolo Un caso di riuso. L’apparato illustrativo dell’Infortiatum e del Digestum novum (Vat. lat. 2514 e Vat. lat. 1425) 76 Laura Zabeo Rileggere l’antico nel manoscritto umanistico romano 87 Chiara Paniccia L’icona di un principe e i suoi modelli: i ritratti miniati di Federico da Montefeltro 96 Giuseppa Z. Zanichelli Le strategie del riuso nei Libri d’ore 149 Eleonora Mattia La copia e la sua interpretazione creativa: Pietro Krohn e i suoi modelli da miniature al Designmuseum Danmark 157 Francesca Manzari, Milva Tolentinati Un misterioso caso di collezionismo ad Ancona: i ritagli miniati della Biblioteca della Soprintendenza Archeologica delle Marche 168 Fabrizio Crivello Riusi, riprese e citazioni della miniatura carolingia tra XII e XIX secolo 177 Francesca Soffientino Federico II nel Codice Speciale di Palermo e nel trattato di falconeria viennese 185 Silvia Maddalo Fortuna general ministra e duce. Suggestioni per un’interpretazione politica della Commedia dantesca 193 Andrea Improta Iniziali a intreccio in alcuni corali miniati nel Seicento a Napoli 200 Lucinia Speciale Il Medioevo reinventato di Fabio Vecchioni (1597-1673). A proposito del perduto rotolo dell’Exultet di San Giovanni delle Dame Monache a Capua 222 Gianfranco Malafarina Sognando il Medioevo. Medievalismo e citazionismo nel Clothilde Missal di Baltimora, The Walters Art Museum, W.934 233 Giulia Orofino Rabano Mauro e Mimmo Paladino. Nachleben di un codice illustrato medievale 243 Giordana Mariani Canova In ricordo di Gino Castiglioni 244 Lavori in corso 209 Paola Guerrini L’eredità dei Tarocchi nell’uso e riuso delle immagini di un codice del XVII secolo: Vitt. Em. 307 della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma 249 Recensioni A cura di Giuseppa Z. Zanichelli 216 Emilia Anna Talamo Revival e riuso nella miniatura dell’Ottocento: Ettore Sampaolo 260 Miniatura on-line A cura di Federica Toniolo 257 Restauri A cura di Massimo Medica Tav. XXIII. Roma, Museo Centrale del Risorgimento, ms. 830: Ettore Sampaolo, antiporta con Uomini illustri di Sansepolcro. [Emilia Anna Talamo] Tav. XXIV. Mimmo Paladino, Rabano Mauro De Universo 2, Papiro Art, Venezia-Depelmann Edition, Hannover 2004. [Giulia Orofino] Emilia Anna Talamo Revival e riuso nella miniatura dell’Ottocento: Ettore Sampaolo Nel Museo Centrale del Risorgimento a Roma è conservato un album datato 2 giugno 1883 e dedicato dalla cittadinanza di Sansepolcro alla memoria di Giuseppe Garibaldi nel primo anniversario della sua morte1. L’antiporta è preziosamente miniata (tav. XXIII) e mostra, entro medaglioni circolari a fondo oro, i ritratti a mezzo busto di sette illustri figure della storia di Sansepolcro. I personaggi sono identificati dalle scritte riportate con evidenza all’interno di ogni medaglione. Al centro è posto il più noto cittadino di Sansepolcro, il pittore Piero della Francesca, e intorno a lui troviamo dall’alto il pittore Santi di Tito, il matematico Luca Pacioli, il luogotenente di Giovanni dalle Bande Nere Giovanni Turini, l’ingegnere militare e cartografo Giovan Francesco Cantagallina, il pittore e incisore Cherubino Alberti e infine il valoroso capitano Carlo Graziani. I sette medaglioni sono sostenuti e incorniciati da una variegata decorazione a grottesche policrome su fondo bianco con racemi vegetali, arpie e sfingi, con una bordatura a fondo rosso, anch’essa ornata di stilemi vegetali2. L’opera è inedita e presenta in basso a destra la firma dell’artista Ettore Sampaolo accompagnata dalla data 1882 (tav. XXIII), lo stesso anno della morte di Garibaldi e un anno prima della composizione definitiva dell’album. Scarse e frammentarie sono le notizie relative a Ettore Sampaolo3 che nasce il primo settembre 1852 a Città di Castello ma si forma all’Accademia delle Belle Arti di Firenze4, città dove morirà nel 1910. Ettore Sampaolo è noto soltanto come pittore – non ho rintracciato infatti altre miniature firmate dall’artista – e le sue opere sono ricordate in varie esposizioni fiorentine: nel 1877 sono presenti i due disegni Ritratto di signora e Ritratto di bambino e vari studi dal vero ʻin tocco di pennaʼ, mentre nel 1879 vengono ricordati il dipinto Confidenze e un Ritratto a matita di Sua Santità, ovviamente Pio IX. Nel 1904 invece partecipa all’Esposizione ita216 liana a Londra dove espone il dipinto Mater Salvatoris già presente al concorso bandito da Vittorio Alinari tenutosi a Firenze tra febbraio e marzo del 19005. La sua capacità di disegnatore6 e copista viene apprezzata dalle fonti coeve, come viene riportato ad esempio dal giornale ʻArte e Storiaʼ del 1888 dove, nel commento di Guido Carocci relativo a un volume con riproduzioni cromolitografiche, si afferma che: “l’esecuzione delle riproduzioni è affidata al pittore Ettore Sampaolo un artista egregio, paziente, intelligente, che disegna meravigliosamente e che sa giustamente interpretare il carattere delle opere da riprodursi”7. Proprio questa peculiare capacità di riprodurre dipinti altrui è probabilmente alla base della scelta dei committenti di affidare a Sampaolo l’esecuzione della pergamena inserita nell’album; in altri termini la cittadinanza di Sansepolcro sceglie un pittore che sappia raffigurare gli uomini illustri della città riproponendo i loro ritratti in piccolo formato. La realizzazione della pergamena viene assegnata a un pittore che li dipinge con una precisione quasi da miniatore e la scelta, a mio parere, non è casuale. Non vengono chiamati miniatori di professione come Napoleone Verga o Tito Moretti che nel territorio perugino realizzavano in quegli stessi anni raffinati manoscritti decorati, come “onoreficenza a illustri personaggi italiani e stranieri”8. Tito Moretti poi, tra il 1904 e il 1911, realizzerà otto pergamene con le vedute delle varie città umbre dove sono inseriti a monocromo gli uomini illustri della medesima regione; una scelta che si colloca nel rinnovato orgoglio regionale per le moderne iniziative imprenditoriali unite alle antiche e famose origini del territorio umbro9 . Un gusto analogo è rappresentato anche dalla produzione di ceramiche umbre dove sono inseriti ritratti di uomini e donne illustri anche contemporanei e viene adoperato il blu o il 1. Sansepolcro, Museo Civico: Angelo Tricca, Busto di Piero della Francesca, terracotta. grigio per fornire quasi un’illusione fotografica10: una tradizione antica si unisce quindi a una sensibilità più moderna, come avviene nel piatto di maiolica conservato nel Museo Comunale di Gubbio, realizzato da Giuseppe Magni nel 1884, dove sono esposti gli stemmi di Gubbio e una fitta cornice con i ritratti a monocromo degli uomini illustri della città11. Una scelta assolutamente diversa invece è quella della cittadinanza di Sansepolcro (tav. XXIII) che per avere un’opera raffinata e preziosa sceglie come unico soggetto gli uomini illustri che appartengono al passato della città inseriti in un’antica tradizione decorativa che non concede nulla alla modernità. Sampaolo infatti mostra in questa miniatura una notevole e raffinata abilità illustrativa sia nella realizzazione dello sfondo a grottesche che rimanda alle decorazioni realizzate nel Palazzo Vitelli (ora Pinacoteca) di Città di Castello, dove era nato appunto Sampaolo, sia nell’esecuzione dei sette ritratti di ‘uomini illustri’ di Sansepolcro, una scelta compositiva particolarmente appropriata per celebrare un altro uomo illustre, un eroe risorgimentale, Giuseppe Garibaldi. Del resto la raffigurazione degli ‘uomini illustri’, come abbiamo già osservato, è un tema che ricorre abbastanza frequentemente tra il XIX e il XX secolo e questo avviene anche nella produzione pittorica. Si possono ricordare ad esempio i trentadue ritratti dipinti da Pietro Paoletti12 tra il 1835 e il 1842 per la Camera dei poeti e degli artisti italiani nel Casino Nobile di Villa Torlonia dove le immagini sono inserite in un’architettura gotica a trompe l’œil. La somiglianza tra i ritratti dipinti da Paoletti e i tondi presenti nella miniatura di Sansepolcro induce quasi a pensare che Sampaolo avesse visto gli affreschi della sala, ma non abbiamo alcuna testimonianza di un suo soggiorno a Roma13, mentre è nota la sua presenza a Firenze. Proprio nella città toscana si possono rintracciare tipologie figurative analoghe e che servirono, con buona probabilità, da modello per la miniatura di Sampaolo; a suggerire quest’ipotesi è il confronto tra il Ritratto di Piero della Francesca e quello di Piero di Lorenzo de’ Medici dipinti da Vasari tra il 1556 e il 1557 su un soffitto di Palazzo Vecchio (Sala di Lorenzo il Magnifico, Quartiere di Leone X); il modulo compositivo è il medesimo e anche la modalità scelta per inserire la scritta che identifica il personaggio si dimostra la stessa, mentre la scrittura è diversa, gotica quella di Sampaolo, capitale romana quella di Vasari. Una recente scoperta nei depositi comunali di Sansepolcro aggiunge nuovi elementi nello studio della pergamena; nei depositi infatti sono conservati sei tondi dipinti14 e tra questi cinque raffigurano i ritratti presenti nella pergamena: Cherubino Alberti, Giovan Francesco Cantagallina, Luca Pacioli, Santi di Tito, Giovanni Turini; manca Piero della Francesca, mentre troviamo il tondo con Raffaellino del Colle15; si tratta probabilmente di una serie che in origine doveva essere più ampia e dove compariva sicuramente Piero della Francesca. In altri termini l’uso delle stesse figure per i tondi e per i ritratti miniati dove vengono inserite le medesime scritte con la stessa grafia permette di ipotizzare che anche i dipinti vadano attribuiti al pittore di Città di Castello. L’esecuzione in grande formato e piuttosto compendiaria induce a pensare che i tondi fossero collocati in alto, quindi per una visione dal basso e che permette di vedere le figure, riconoscibili dalle scritte, ma non visibili nei particolari. Quindi in questo caso l’artista adotta una tipologia illustrativa opposta alla pergamena realizzata ovviamente per essere osservata da vicino e rifinita in ogni particolare con un segno estremamente raffinato e prezioso. Non si tratta a mio parere solo di una scelta diversa dovuta a una differente destinazione delle opere, ma anche a una cronologia ese217 2. Firenze, Museo della Specola, Museo di Storia naturale, Tribuna di Galileo, lunetta: Nicola Cianfanelli (cartone) e Gaspare Martellini (esecuzione), Fraʼ Luca Pacioli che presenta Leonardo a Ludovico il Moro. 218 cutiva diversificata. Il problema ovviamente è capire quale sia la prima a essere realizzata e se è davvero Sampaolo l’autore dei tondi. Non è agevole trovare una soluzione, anche perché nei fondi archivistici che ho finora consultato a Sansepolcro non vengono mai nominati pergamena e tondi. Un ragionamento razionale induce a pensare che i tondi derivino dalla pergamena perché da una composizione piccola è naturale passare a quella di maggiori dimensioni. Tuttavia è suggestivo ipotizzare che Sampaolo sia l’autore anche dei tondi e possa aver realizzato prima i dipinti perché era più facile per un pittore eseguire opere su tela e in formato maggiore e che successivamente, apprezzata l’opera, i committenti abbiano deciso di affidargli la pergamena miniata, celebrativa e preziosa, che poteva trarre le figure da un modello già eseguito. Al momento entrambe le ipotesi sono plausibili e spero di trovare un documento che possa chiarire la dinamica di esecuzione delle opere. Ulteriori ricerche potranno chiarire la storia dei tondi di Sansepolcro. A questo problema se ne aggiunge un altro: l’invenzione iconografica dei ritratti; a mio parere Sampaolo ha ripreso le immagini da invenzioni di altri artisti. Per il ritratto di Piero della Francesca è abbastanza evidente la filiazione dall’effige dell’artista inserita all’inizio della sua biografia nelle Vite di Vasari, un’immagine senza dubbio nota al miniatore; a questo va aggiunto un altro riferimento iconografico probabilmente adoperato da Sampaolo, il busto di terracotta realizzato da Angelo Tricca nel 187516 (fig. 1) e conservato attualmente nel Museo Civico di Sansepolcro; nello stesso museo si trova peraltro un altro ritratto di Piero attribuito al pittore Santi di Tito, ma l’immagine non mostra alcun legame con quella presente nella miniatura. Il ritratto di Luca Pacioli non presenta alcun rapporto con quello inserito nel famoso e problematico dipinto conservato a Napoli, nel Museo di Capodimonte17: diversa la posizione e l’età del frate; mentre la lapide commemorativa del matematico francescano realizzata proprio a Sansepolcro nel 187818, e quindi in una data assai prossima a quella dell’esecuzione della miniatura, mostra in un tondo dipinto il ritratto del frate ripreso proprio da quello conservato a Capodimonte. L’artista quindi ha scelto un’altra fonte iconografica per raffigurare Pacioli. Mi riferisco al dipinto dove viene raffigurato Fra’ Luca Pacioli 3. Firenze, Museo della Specola, Museo di Storia naturale, Tribuna di Galileo, lunetta: Nicola Cianfanelli (cartone) e Gaspare Martellini (esecuzione), Fraʼ Luca Pacioli che presenta Leonardo a Ludovico il Moro, particolare con Luca Pacioli. che presenta Leonardo a Ludovico il Moro (fig. 3): se si confronta il particolare con la figura del frate con il tondo presente nella miniatura si nota, infatti, la medesima iconografia (fig. 4). L’affresco realizzato da Nicola Cianfanelli si trova in una lunetta della Tribuna di Galileo, un ambiente monumentale inserito nel percorso del Museo La Specola, un settore del Museo di Storia Naturale di Firenze; in realtà nel 1841, l’anno in cui venne inaugurata la Tribuna, il pittore aveva realizzato solo il cartone e Gaspare Martellini dipingerà successivamente la stesura definitiva19. Il dipinto di Cianfanelli e Martellini fu senza dubbio la fonte iconografica scelta da Ettore Sampaolo che, come già ricordato, si formò proprio a Firenze all’Accademia delle Belle Arti; lo stesso Cianfanelli del resto era stato allievo presso l’Accademia fiorentina e un bozzetto preparatorio del 1842 per l’affresco della Tribuna è conservato presso Palazzo Pitti, ma proviene dagli Uffizi20. La fortuna dei dipinti della Tribuna di Galileo è testimoniata anche da una serie di dieci incisioni ad acquaforte realizzate da Gian Paolo e Ferdinando Lasinio inserite nel volume di Giovanni Rosini, Descrizione della Tribuna inalzata da S. A. I. e R. il Granduca Leopoldo II di Toscana alla Memoria del Galileo21, pubblicato a Firenze nel 1841, proprio lo stesso anno in cui venne inaugurata la Tribuna. Il ritratto di Cherubino Alberti si presenta assai prossimo all’immagine dell’artista conservata a Roma presso l’Accademia Nazionale di San Luca ed eseguita da un anonimo pittore nel XVII secolo, anche in questo caso il tondo e la miniatura mostrano la stessa immagine. Come già osservato, non abbiamo fonti che ricordino un soggiorno romano di Sampaolo, ma è probabile che esistessero copie o incisioni del dipinto dell’Accademia di San Luca. Altri due tondi rappresentano Giovan Francesco Cantagallina e Giovanni Turini e anche qui è evidente il legame con i ritratti della pergamena; le fonti ricordano che i dipinti a figura intera con i due personaggi erano conservati nella Sala maggiore del Palazzo Comunale di Sansepolcro. Attualmente queste opere non sono rintracciabili, ma si può ipotizzare che Sampaolo nei tondi e nelle miniature avesse riprodotto proprio questi quadri22. Nel ‘Giornale militare’ del 2 e 16 marzo 1846, ho rintracciato due piccole immagini degli stessi personaggi inserite nei brevi articoli che narrano la loro vita23. Nel testo riferito a Cantagallina si afferma che Filippo IV re di Spagna “in ricompensa di rilevanti servigi lo decorò di un’aurea collana”, la stessa che compare nel ritratto e nella miniatura. Più arduo invece rintracciare la fonte figurativa per il valoroso capitano Carlo Graziani24; al momento non ho trovato alcuna immagine di questo personaggio, nei testi antichi non viene ricordato alcun dipinto che lo raffiguri e manca anche fra i tondi del Palazzo Comunale. La presenza nella pergamena di due valorosi uomini d’arme di Sansepolcro, Giovanni Turini e Carlo Graziani, trova, a mio parere, una logica spiegazione nel fatto che la pergamena venne realizzata per ricordare un altro valoroso uomo d’armi, il generale Giuseppe Garibaldi25. Più complessa infine si dimostra la situazione per Santi di Tito. Mentre il tondo e la miniatura 219 4. Roma, Museo Centrale del Risorgimento, ms. 830: Ettore Sampaolo, Antiporta, particolare con Luca Pacioli. 5. Sansepolcro, Depositi comunali: Ettore Sampaolo, Luca Pacioli. mostrano la medesima figura, non ho rintracciato alcun ritratto del pittore che possa essere servito a Sampaolo come modello; il presunto Autoritratto di Santi di Tito presente agli Uffizi si dimostra piuttosto diverso da quello della pergamena, si colgono alcune affinità nel volto, ma l’insieme appare assai differente. Il problema che si pone a questo punto è cercare di capire se l’immagine di Santi di Tito sia una creazione di Sampaolo o una ripresa da un altro quadro. Peraltro l’abito indossato dal pittore è moderno, assai simile ad alcune giacche della seconda metà dell’Ottocento e forse questa peculiarità va ascritta proprio a Ettore Sampaolo. È suggestivo pensare che il pittore di Città di Castello volesse raffigurare nelle vesti di Santi di Tito un’altra personalità illustre, un uomo legato al pittore o forse uno dei committenti. 1) L’opera è ricordata solo da M. PIZZO, L’Archivio del Museo Centrale. Nuovi percorsi, in L’Archivio del Museo Centrale del Risorgimento, a cura di M. Pizzo, Roma 2007, p. 21 e da A. MERIGLIANO, sezione Album di omaggio, ivi, p. 301. Il manoscritto faceva parte del Fondo Risorgimento della Biblioteca Nazionale ʻVittorio Emanuele IIʼ di Roma e venne affidato nel 1906 al Comitato Nazionale per la storia del Risorgimento; giunse infine al Vittoriano nel 1935 quando tutti i materiali del Comitato furono versati al Museo Centrale del Risorgimento. 2) Museo Centrale del Risorgimento, Roma (dʼora in poi MCRR), ms. 830. Album. Legatura in pergamena. Sul piatto anteriore intitolazione e data impressi in oro; al centro stemma del Comune di Sansepolcro con dorature; frammento parziale di applicazione di nastro di cornice in pelle nera impressa in oro. Sul piatto posteriore altri frammenti dello stesso nastro. Guardie e controguardie rivestite in tessuto in epoca successiva. Antiporta miniata su pergamena: motivi decorativi a grottesche, campiture dorate, 7 ritratti di personaggi illustri entro medaglioni a fondo oro; in basso a destra firma autografa e datazione: Ettore Sampaolo, 1882. Frontespizio a stampa 220 su carta. Contiene 56 carte con le sottoscrizioni dei cittadini di Sansepolcro in onore di Giuseppe Garibaldi raccolte entro tabelle a stampa: società, enti assistenziali, istituzioni pubbliche e private della città: la Società tra i Volontari delle patrie battaglie, la Società operaia, la R.a Scuola tecnica ‘Luca Pacioli’, la Scuola elementare maschile, il R.o Educatorio femminile, le Scuole elementari femminili. Desidero ringraziare Marco Pizzo, direttore del Museo Centrale del Risorgimento, per la sua disponibilità e Dimitri Affri che mi ha fornito i dati di questo manoscritto. 3) Per le notizie relative al pittore Ettore Sampaolo cfr. A. MIGLIORATI, Cenni sulla pittura del XIX secolo nell’Umbria settentrionale, in Pittori umbri dell’Ottocento: dizionario e atlante, a cura di F. Boco – A. C. Ponti, presentazione di F.F. Mancini, Marsciano 2006, p. XLIV e nello stesso volume la sezione ʻDizionarioʼ ad vocem Ettore Sampaolo, pp. 340-341 dove è inserita anche la bibliografia precedente. 4) Alcuni dipinti di Sampaolo erano conservati presso collezioni private o nei locali dell’Opera laica privata Segapeli, l’ente benefico tifernate che elargiva borse di studio ai giovani pittori di Città di Castello per frequentare l’Accademia fiorentina; pertanto è assai probabile che anche per Sampaolo si sia verificata la medesima situazione cfr. MIGLIORATI, Dizionario cit. 5) Italian Exhibition Earl’s Court, organizzata dall’Italian Chamber of Commerce, nr. 357, p. 58, Mater Salvatoris, sezione Florence, indirizzo Lungarno Soderini 9, Firenze. Le fonti ricordano diversi dipinti del pittore con soggetto sacro. 6) Sampaolo realizzò diversi disegni architettonici come quelli per la ricostruzione delle cantorie di Donatello e alcuni studi dal vero di arte quattrocentesca, cfr. I cartoni di Agostino e Giovanni Lessi per le cantorie di Donatello e Luca della Robbia, catalogo della mostra (Firenze, Museo Nazionale del Bargello, 1984), a cura di G. Gentilini, Firenze 1984 (Lo specchio del Bargello, 28), pp. 16-17. I disegni sono visibili nel sito Impronte digitali, collezioni digitali del Sistema bibliotecario di Firenze nella sezione Ricordi di architettura: raccolti autografati e pubblicati da una società di architetti fiorentini, I ser., 7 (1884), fasc. 1 e 9. 7) ‘Arte e Storia’, 7/34 (dicembre 1888), p. 263; nell’‘Illustrazione Italiana’, 11 (1884), parte I, pp. 312-313, viene pubblicato un disegno di Ettore Sampaolo del Reliquiario di Città Castello con un commento dello stesso Guido Carocci: “[...] un bellissimo ed accuratissimo disegno del giovane e valente artista signor Ettore Sampaolo di Città di Castello”. 8) Cfr. A. MIGLIORATI, Le pergamene miniate, in Arte in Umbria nell’Ottocento, a cura di F.F. Mancini – C. Zappia, Milano 2006, pp. 302-305. 9) Arte in Umbria cit., scheda 23 a-h, pp. 213-216 (F. Egidi). 10) G. BUSTI – F. COCCHI, I ritratti “fotografici” nella ceramica umbra fra Otto e Novecento, in Arte in Umbria cit., pp. 294-301. 11) Ivi, p. 297, fig. 7. 12) Cfr. G. DAL MAS, Pietro Paoletti (1801-1847), Belluno 1999. 13) A Roma a Palazzo Cenci Bolognetti al Gesù è presente un’altra serie di tondi con ritratti di artisti realizzata nell’Ottocento (piano nobile, Sala Rossa), cfr. C. MAZZARELLI, Nuovi fasti: Alessandro e Virginio Cenci Bolognetti, in C. MAZZARELLI – F. MERCORELLI, Palazzo Cenci Bolognetti al Gesù, Roma 2012, pp. 95-99, in questo caso però i ritratti sono a monocromo. 14) Ringrazio per la cortesia e la disponibilità la dott.ssa Marcella Flenghi della Biblioteca Comunale ‘Dionisio Roberti’ e dell’Archivio Fotografico e Fondi storici di Sansepolcro; i tondi dipinti vengono menzionati nel volume di E. VERRAZZANI, Il Museo civico di Sansepolcro nel costume cittadino: da piccola raccolta d’arte all’inaugurazione come istituzione comunale, Firenze 2009, pp. 161-162; nel testo si afferma che i dipinti sono nei depositi e provengono da Palazzo Ducci-Del Rosso, attualmente sede della Biblioteca Comunale ‘Dionisio Roberti’. Nella mia recente visita a Sansepolcro ho potuto visionare i tondi dipinti nella ex chiesa di Santa Chiara posta nell’omonima piazza di Sansepolcro. 15) I tondi compaiono in un inventario del 1967 con un’attribuzione a Vincenzo Chialli, nel 1992 in una successiva ricognizione con la Soprintendenza di Arezzo sono stati assegnati a un pittore anonimo del XIX secolo (comunicazione orale della dott.ssa Flenghi). I tondi hanno un diametro di un metro, i ritratti mostrano qualche differenza nei colori adoperati, ad esempio il tondo con Cherubino Alberti ha un abito verde, mentre nella miniatura è nero. 16) F. CHIELI, Il Museo civico di Sansepolcro, Firenze 2013, p. 11 17) Cfr. da ultimo R. BALDASSO, Portrait of Luca Pacioli and Disciple: A New, Mathematical Look, ‘The Art Bullettin’, 92 (2010), pp. 83-102. 18) La lapide viene offerta dalla cittadinanza di Sansepolcro per iniziativa della Società operaia della città, la stessa società figura peraltro tra i dedicatari dell’album a Garibaldi. 19) F. CHIELI, L’iconografia di Luca Pacioli nel quarto decennio dell’Ottocento a Firenze, ‘Bollettino d’informazione. Brigata Aretina degli amici dei Monumenti’, 59/99 (2007), p. 130. 20) Ivi, p. 129; l’autrice pubblica il bozzetto e ricorda le diverse mostre in cui è stato esposto. Il bozzetto si mostra comunque piuttosto diverso dal dipinto definitivo presente nella lunetta. 21) Ivi, pp. 125-126; la serie di incisioni già nella Collezione Bartolini appartiene ora alla Fraternita dei Laici di Arezzo (inv. 2423, I-X). 22) I. RICCI, Uomini illustri di Sansepolcro, Sansepolcro 1946, p. 30 afferma che il ritratto è conservato nel Palazzo Comunale di Sansepolcro “un militare in piedi con spada e bastone, con collana d’oro”. Lo stesso autore in un’altra pubblicazione cita un ritratto di Giovanni Turini conservato nel Palazzo Comunale di Sansepolcro (IDEM, Borgo Sansepolcro, Sansepolcro 1932, p. 65, nr. 45). Cfr anche E. AGNOLETTI, Personaggi di Sansepolcro, Sansepolcro 1986; curiosamente alla fine del volume è pubblicata una piccola foto in bianco e nero della pergamena del Museo Centrale del Risorgimento di Roma, ma senza specificare autore e collocazione. 23) ‘Giornale militare italiano e di varietà’, 1/2 (1846), p. 16; 1/4 (1846), p. 25. 24) Carlo Graziani venne mandato dagli Angioini, a capo di una numerosa cavalleria, in aiuto alle città lombarde di parte guelfa. Passato al servizio del comune di Perugia si distinse anche per aver liberato Sansepolcro dalla tirannia della famiglia della Faggiuola, cfr. anche RICCI, Borgo Sansepolcro cit., pp. 21, 95. 25) Esiste una litografia con Garibaldi tratta da un disegno di Ettore Sampaolo. Elenco dei manoscritti Roma, Museo Centrale del Risorgimento, ms. 830 Crediti fotografici tav. XXIII, fig. 4: Museo Centrale del Risorgimento, Roma figg. 1, 5: Museo Civico, Sansepolcro figg. 2, 3: Saulo Bambi; Sistema Museale dell’Università degli Studi di Firenze, Sez. di Zoologia “La Specola”, Italia Abstract Revival and Reuse in 19th-Century Illuminations: Ettore Sampaolo This article examines an unpublished miniature signed by the painter Ettore Sampaolo and dated June 2, 1882. The parchment is inserted in an album commissioned by the citizens of Sansepolcro and kept in the Museo Centrale del Risorgimento in Rome. The album is dedicated to Giuseppe Garibaldi on the first anniversary of his death (1883). The image shows seven medallions with famous men of Sansepolcro: Piero della Francesca in the center and around him, from above, the painter Santi di Tito, the mathematician Luca Pacioli, Giovanni dalle Bande Nere’s lieutenant Giovanni Turini, the military engineer and cartographer Giovan Francesco Cantagallina, the painter and engraver Cherubino Alberti and finally the brave captain Carlo Graziani. The figures are surrounded by a rich grotesque decoration. The choice to portray famous men is part of a very widespread illustrative taste in the Italian peninsula in the second half of the 19th century, but the iconographies adopted by Sampaolo reveal themselves, as in the case of Luca Pacioli, to be very peculiar. In the municipal deposits of Sansepolcro six round paintings are preserved of which five reproduce the same figures and the same iconographies of the parchment; therefore the problem of the attribution to Sampaolo himself and of the chronological relationship between the two works arises. etemiliatalamo@gmail.com 221