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ABRUZZO RIVISTA DELL'ISTITUTO DI STUDI ABRUZZESI Anno XIV _ n. 1 gennaio - aprile 1976 Atti del 70 Co nvegno nazio nale della cultura abruzzese: vol. I Archeologia e Storia dell)arte GRAZIANA BARBATO M. 3 Varchitettura e la scultura del!'alto medioevo abruzzese attraverso le testi· monianze pervenuteci. CESARE LETTA 21 Un graffito paleocristiano da Trasacco. TRINCI CICCHELLI 29 Il rilievo di S. Maria di Canneto presso Roccavivara con la rappresentazione dell' « Ultima Cena » LETIZIA PANI ERMINI 41 Echi e tradizioni diverse nella scultura altomedievale in Abruzzo. VALENTINO PACE 61 Profilo della pittura medievale abruzzese. EZIO MATTIOCCO 75 Rilievi figurati altomedievali in Abruzzo. GABRIELLA ALBERTINI 93 Il romanico abruzzese. LUCIA CUOMO E ARCANGELO 111 ALESSIO Roccaspinalveti vecchia e la sua chiesa. PROFILO DELLA PITTURA MEDIEVALE ABRUZZESE (L'iconografia dei programmi absidali del XII e del XIII secolo) di VALENTINO PACE Introduzione. S. Pietro ad Oratorium presso Capestrano. Sant'An­ gelo (5. Maria Maggiore) a Pianella. La « Madonna della Ritor­ nata» presso Civita d'Antino (e SS.. Crisante e Daria presso Filetto di Camarda). S. Maria di Cartignano. S. Maria di Ronzano. S. Maria al Lago presso Moscufo. Conclusione. Questa relazione intende fornire un « profilo » della più antica pit­ tura medievale d'Abruzzo dal XII al XIII secolo da una prospet­ tiva particolare: l'iconografia dei programmi absidali. La delimita­ zione cronologica è giustificata dal fatto che il linguaggio pittorico trecentesco si colloca in una dimensione figurativa del tutto nu·Jva e priva di nessi rispetto alla tradizione del secolo precedente; la scelta del tema non ha invece un presupposto specifico di metodo, sebbene la decorazione delle absidi possa presentarsi bene, per la sua preminenza nell'edificio ecclesiale, a una esemplare rassegna delle scelte tematiche: è soltanto, nella consapevolezza dei ristretti ter­ mini di una relazione congressuale, una volontaria riduzione del c�mpo d'indagine, nella speranza di poter dar luogo in altra occa­ sione a un più ampio discorso critico. Tale scelta presenta naturalmente qualche svantaggio: per esempio quello di precludersi totalmente l'esame del ciclo pittorico più sug­ gestivo dell'Abruzzo medievale: del San Pellegrino di Bominaco, O di qu ello, per taluni aspetti a esso collegato, di Fossa. Infatti nell'uno manca l'abside> mentre nel secondo essa, pur essendoci, ha una struttura architettonica sulla quale gli affreschi si sono con­ formati, con qualche ovvia modifica, con un modulo narrativo « parietale » tipico degl'impianti longitudinali. Ciononostante riten­ g? che anche in una tale esposizione possano emergere alcuni dati f1 car�ttere generale di qualche interesse. . . absidali . . e c hiese che in Abruzzo. presentano tuttora. decoraz1om 62 Valentino Pace sono sette : S. Pietro ad Oratodu tn, Sont'Angelo a PianeIla, La � Mad della Ritornata i> S. Maria di Cartignano, S. Maria di Ro ris ant e e Daria pr e s so FHe tto di Ca marda, S. Maria al la00 press o Mos cufo (i troppo esigui frammenti dello stra to medieval e d e11 ' abside della chiesa abbazia! e di S an Lib e· ratore alla Majella non con se ntono utili des unzio ni critiche). Qni se ne ana·· lizz eranno i pro grammi -absidali se condo un ordine conforme a un'ap· pro ssimativa c o ni spo nd enza d ella Io ro cro nologia « relativa », in li­ nea di massima conve rge nte (tranne la variante di Santa Maria di Ronzano) con que Ila di recente e sposta nell'unica monografia sul1' arO'omento scritta da Gu gHelmo Matthiae, se ppure poi talora di­ vergenti per 1u cronolooia « assoluta » la cui determinazione si lascia qui al margine, rinviandosi ad altra sede per le ne ce ssarie giustifìca­ zi o ni critiche 1• * La chiesa di S. Pietro ad Oratorium presso Capestrano, ospita una decorazione affrescata del tardo XII secolo 2• Essa è l'unica, in Abruzzo della quale si conosca il programma iconografico sia del catino che dell'arco absidale, del quale negli altri casi non ci è con­ servata la decorazione o essa non è stata affatto eseguita. Sull'arco absidale (fig. 1) siede il Cristo benedicente, sul trono senza spal­ liera, che con la sinistra tiene il libro la cui frammentarig iscrizione clic : EGO: (SUM)/ PRI/(MUS)/ ET/ (NO)/VI (SI)/MUS/... /TI; sovrastante e tangente la Sua aureola crocisignata c'è un ev,n­ nescente medaglione con l'Agnus Dei; ai lati appaiono i simboli G. MATTIIIAE, Pittura medievale abruzzese, L'Aquila, 1963 (::: MATTHIAE, 1969). Ma cfr. anche V. PACE, Su. Santa Maria di Ronzano: problemi e pro­ poste, in «Commentari», XX (1969) pp. 259-269. 2 Questa datazione è stata proposta dalla DE MAFFEI. Rammento tuttavia che il ToESCA già ebbe occasione di riferirli « al principio del Dugento », di· versamente dalla prevalente opinione che li ha voluti dell'iniziale XII secolo. Per l'esposizione dei diversi par ri critici rinvio al volume - in corso di stampa - dell'Aggiornamento bibliografico di E. BERTAUX, L'Art dans l'Italie meridionale (Paris, 1904) relativo alla riga 16 della p. 284. 1 Profilo della pittura medievale abruzzese 63 evangelici e alle estremità due serafini; al vertice dell'archivolto decorato da racemi spicca la mano di Dio entro un disco, mentre sui pennacchi si dispongono i 24 seniori incoronati che innalzano i calici. Nel catino, il cui intradosso reca un motivo vegetale al cui centro è un disco con la colomba dello Spirito Santo, le restanti tracce di affresco sono sufficienti a farci desumere con certezza che vi era rappresentato il Cristo fra i SS. Pietro e Paolo (fig. 2): dun­ que, con buona probabilità, la Traditio Legis, mentre sulla parete sottostante si affiancano sei santi frontali ciascuno entro un'arca­ tella (fig. 3 ). Sull'arco absidale si ha dunque una « Teofania» chiaramente carat­ terizzata in senso apocalittico sia dall'iscrizione posta sul libro, che da altri elementi (l'agnello, i Seniori ecc.). La collocazione di que­ sto programma sull'arco absidale e non entro la concavità absidale stessa ha sollevato nella critica alcune perplessità 3• Non mi sembra tuttavia che ve ne sia motivo per due ordini di ragioni: in primo luogo perché il « tema» esposto ha tradizione rappresentativa su­ gli archi absidali che può esemplarsi pur nella varietà delle formu­ lazioni, nella chiesa romana dei SS. Cosma e Damiano o in quella dei SS. Abbondio e Abbondanzio, presso Rignano Flaminio (per citare un monumento delle « origini» e uno nell'ambito dello stes­ so XII secolo) 4• La seconda deriva dalle stesse circostanze conse­ guenti alla struttura architettonica del monumento: essa è infatti tale che ( a prescindere dalla presenza del ciborio, ivi collocato solo in un secondo tempo) l'arco absidale assume per superficie e per conformazione dello spazio interno l'importanza primaria, mentre la concavità absidale, piuttosto buia, svolge un ruolo che, senza esitazione può definirsi marginale. Pertanto si giustifica pienamen­ te, d'un lato, la soluzione « monumentale» del Cristo a figura in­ tera sul trono (e un precedente per la collocazione sull'arco absidale del Cristo a figura intera - sul globo - è offerto dal ben noto mosaico di S. Lorenzo fuori le mura) mentre, d'altro lato, non ri- MATTHIAE, 1969, p. 7: « Ap�a�e in ��ni modo pi�ttosto strano che in un arco sia stata posta una compos1z1one tipicamente absidale». 4 Per le illustra�ioni cfr. G. MATTHIAE, Pittura romana del Medioevo, Roma, 1965 ( = MATTHIAE, 1965), I, fig. 53; Il, fig. 50. 3 Va!entino Pace 64 e rimento all'abs id e de l Sant'Ange Io in s ulta necess ario un rif iste solo una ge nerale affinità tipologica Formis s con la quale sus s del Cristo. entati con la cor ona s ul capo nelPer i Seniori apocalittici, rappres nti sono stati formulati in dire­ l'atto di offrire i calici , rife rime 6 r eh e on credo tuttavia nec essario zione della miniatura ottoniana • N una documentata tradizione de bba ricorrersi a quell'area poiché Lazio: a Castel Sant'Elia iconoorafìca è pte sente già nel vicino XII secolo - i Seniori, - dipinto in uno degl'iniziali decenni del ti anch'essi inco­ a intera figura sulle pareti del transetto sono infat 7 zio attuano il ndan ron ati e recano calici ; ai SS. Abbondio e Abbo 8 medesimo gesto che viene ripetuto, in età ormai duecentesca, an­ cora ad Anagni 9• Sebbene non possa escludersi una fon te mina­ toria deve dunque osservarsi che non era mancata la possibilità di un modello monumentale pur recepito in una composizione « im­ pacciata » che ha fatto giustamente presumere « una cultuta limi­ tata o forse scarsa pratica dei grandi spazi che presenta una chiesa da decorare » 10• Che, d'altronde, sia assente una razionale organi­ cità compositiva risulta anche dall'inserto della mano al centro dell'archivolto, tale da collocarsi al di sotto e tra i piedi del Cristo in Maestà_ (si osservi che, addirittura, il c alcagno destro si sovrap­ pone al circolo esterno del disco). Per l'affresco sottostante sia che fosse _ come veros imile - una Tr�ditio le?is, si� _che vi esponesse u n altra r.appresentazione del . �risto fra 1 principi degli apostoli non i ha difiìcoltà a colloc ,1rlo m u�a preesisten te continuità iconoorafica. N 1 primo caso vi era v�rosimilmente l'autorevole preceden t dell'orioinario mosaico pe­ g tt:i an�, e�� proprio in quei tempi ven iva ribadito dal S. Silvestr o di Tivoli ; nel secondo caso la trndizion e - originata pro b3bil5 MATTHIAE 1969 p .. '. ' ' ·. 7 · e ne ved a I n eo mpostz1one abs idale in O. MoRISANI, San t AngelO in Formzs, Cava dei Tirreni-Napoli 1962 ' :figg· 12-1 3 . 6 MATTHIAE, 1969 p .8. 7 Mus, Romanische Wandmalerei, Miinchen, 1968, tav. XIII ( e �f i p �1 ii�� . . 8 MATTHIAE, 1965 I :fi . 50·-51 · I Semon non sono qui incoronnti. ' .gg 9 DEMus, Wandmalere i, cit. fig. 53 10 MA'IT HIAE, 1969 p. 10 . . ! 11 p er la verosuml e composizione del primitivo progrnmm:1 ttbsid 11 e dd s Profilo della pittura medievale abruzzese 65 mente dalla semplificazione riduttiva del tema col Cristo fra gli apostoli - risaliva anch'essa ai primi secoli, mentre è nuovamente la basilica petriana con la protoduecentesca abside innocenziana a offrirne un esempio di cronologia assai prossima 12• Un ultimo ele­ mento degno d'osservazione è infine la collocazione dei santi entro arcatelle. Nell'ambito della pittura monumentale e, in specie, nella zona absidale essa si ritrova con scarsa frequenza; proprio sulla stessa parete interna del vano absidale essa è esemplata entro il termine cronologico fino al XII secolo nella Reichenau, ai SS. Pie­ tro e Paolo, o nelle due chiese della lontana Tiahull in Catalogna: S. Maria e a S. Clemente ( tutte e tre dipinte verso il terzo decen­ nio del secolo) 13 mentre l'unico esempio geograficamente prossimo è offerto, con la variante della trasposizione del tema sul catino absidale stesso, dal mosaico romano di S. Maria Nuova databile al 7° decennio del XII secolo 14• Le· ovvie differenze che intercor-· rono con quest'ultima opera (il disegno delle colonne, il fondo do­ rato) rinnegano chiaramente una parentela diretta, ma l'indizio, im­ portante perché unico, della presenza di tale tipologia in una deco­ razione absidale geograficamente prossima, il carattere di pittura monumentale offerto dal motivo a mattonato che connette le ar­ catelle (non irreperibile, ma meno frequente nella miniatura e nègli avori), induce a credere piuttosto in un prototipo monumentale, .co­ nosciuto direttamente o mediato da uno dei tanti « libri di modelli», che di pagina miniata. * * * Dop o gli affreschi finora discussi, è nella chiesa di Sant'Angelo ( o Santa Maria Maggiore) a Pianella che si trovano i brani pi ttorici t en ivoire de Pola, Saintvecch'10 . p·ietro, cr. f T. BuoDENSIEG ',Le coffre . . 175-195 Pierre et le Latran in « Cahiers archeolog1ques », X (1959) ' pp. 77· (fig. 13). Per Tivoli: cfr. MATTHIAE, 1965, figg. 76 e 12 a al tempo d'1 I nnocenzo BunnENSIEG, art. cit., fig. 10. L'abside fu ornat -vlel XIII secolo. . e 167. · (e pp. 138-179, 159-160) · 13 Cfr. DEMUS, op. cit., tavv. .195, 165 . I4 G. MATTHIAE Mosaici medioevali delle chiese d'i Roma Roma, 1967, II, fìg. 269. s 66 Valentino pacr: 1� i . à, seppure in data. ormai g à duecentesca · chit anti re 10 magg di · (ve ne sono altr i . stesura p1u... ant1ca chi della . . . Anche qui gl'1 affres 'd� (fig. 4 )·. �1 appare ·11 Cr1sto I s1 b ' a l su t i a erv s con ( . trecenteschi) sono angeh tn vo1o e .orse - ammesso e du da ta ret sor rla nella mando sia fedele alla stesura iconografica origi­ c he 1 a br tta ridipintura . _ �edeva su un arcobaleno di stendendo davanti le . braccia) • nana . 1 sto11co - con p·tetro su 1 a sinistra e apo so nses co del a sopr di al - al centro del quale due angeli Paolo sulla destra come capicoro nel cui s i nistro si legge con chia­ tengono ciascuno un rotulo aperto, M)/ ETE/RNU/M DI/ rezza ITE/ MA/LEDI/CTII/ NIGNE( facilità che nella zona CIT/ DOMI/NUS, così da presumersi con sottostante - adesso priva di decorazione - stessero gli Eletti e i Dannati. Dunque una scena di Giudizio, contaminata nella parte superiore dal modello dell'Ascensione. Ma non è soltanto questa contaminazione iconografica che ri­ chiede d'essere osservata, quanto la collocazione del Giudizio stes­ so sulla concavità absidale, estranea alla tradizione figurativa della pittura murale occidentale che lo colloca, com e noto, sulla parete interna d'ingresso. A Pianella tale parete è aperta da un portale e da un grande rosone inserito a una data verosimilmente contempo­ r�ne� - se non precedente - a quella degli affreschi (e p er le ra­ . g10�i di questa asserzione debbo rinviare ad altra sede), cosicché è l�sc1iato scarso spazio a una composizione plurizonale e centroas­ siale come il Giudizio 16: può di conseguenza comprendersi tale col­ . . locazione absidale del tema. Se tuttavia per il Giudizio non v'era altro spazio utile è anche vero che, ferma la decisione di volerlo rap­ presentare, la figura centrale del Cristo si prestava - in senso pu. . . ramente compositivo - a una dev1az 1one iconografica verso un tema ts Per la bib liografi a di questO affresco cfr. . . . Il cita to Aggiornamento al BERTAUX, relativamente all ri. 9 d ell del Dugenta » dal s�l � sc a p. 285. Esso fu ritenuto « del principio a mentr� lo si è per lo più datato nella seconda metà del XII sec�o. � . mio avviso esso può collocarsi nel secondo quarto del XIII secolo. 16 Sull'architettur . . a dell a nell'Aggiornamento a1 eh'lesa e s?l suo ambone cfr. la bibliografia nfertta e· alla riga 25 della BE RTA· UX, cit., relativamente alla riga 7 della p. 5.3.3 . P, 566 L' a in occasio · 1· onato ne della cam a n . mbon e potreb be essere stato comm1ss d l a vori n ella quale vennero i nseriti il roson e, t che mostra carattert' st�i l�1stt�. c1 di deriv t e. · az1one · cas aur1e · nse, e il· port a 'I 17 J '. t 68 Valentino Pace nella stessa formulazione absidale, prevalente1ne nte c on I ' addizione di altre figure laterali di Santi: si pensi, p. e. all'affresco sulla parete di fondo (che ha valore equivalente all'abside) de Ila grotta dei Santi di Calvi 21• Le due absidi abruzzesi pota vano dunqu e trarre spunto da un 1nodello di questo tipo o, se si vuole , anche da più vaste composizioni nelle quali questa presenza « ternaria » pote· sse essere estrapolata: p.e. l'affresco tifatense del Giudizio universale 22, fornendone di conseguenza una redazione abbreviata il cui modulo ha tangenze compositive con quello del Cristo sul trono, nella man­ dorla, fra arcangeli esemplato dall'abside di Teverola 23• * * A S. Maria di Cartignano il Cristo siede, benedicente, su un trono senza spalliera; nella sinistra tiene il libro con l'iscrizione EGOS(U)/ MLUXM / UNDI e ai Suoi lati in atteggiamento di in­ tercessione si situano la Vergine e il Battista (fig. 7) 24. Nella fascia sottostante si disponevano frontalmente sette figure - al cui cen­ stro stava la Vergine - ormai non più visibili. Il tema del catino absidale è chiaramente una Deisis, vivificata dall'inserzione di det­ tagli naturalistici quali il cielo stellato, con il sole e la luna sullo sfondo e gli elementi vegetali sul terreno. Anche qui vi è la presenza di un'iconografia di per sé diffusa, ma rara tuttavia ne Ila colloca­ zione absidale, per la formulazione del cui « tipo » i soli precedenti Cfr. H. BELTING, Studien zur beneventcmischen Malerei, Wie sbade n, 1968 fig. 112. 22 Cfr. MoRISANI, op. cit., fig. 65. 23 Gli affreschi di questa chiesetta nell'agro di Teverola (pres so Av ers a) sono stati strappati nell'estate del 1974 e sono conservati in d epo sito ne 1 museo napoletano di S. Martino. Sono conosciuti dagli studiosi grazi e a un artico! o del Quintavalle nel quale sono tuttavia geograficamente rife riti a � Po nt epiano sul Clanio ». Cfr. A. O. QuINTAVALLE, Contributi allo studio de Ila pittura romanica in Campania, in Crisopoli, II (1934) pp. 14-30 (p p. 18 -1 9 e fig. 10). 24 Sull'affresco di Cartignano, che è stato strappato dalla sua b id i n c�nservat? nel museo nazionale dell'Aquila, cfr. l'Aggiorname nto al B ER1'AUX . cit., riferito alle righe 20 e 29 della p. 286. 21 69 Profilo della pittura medievale abruzzese trovando i - a mia conoscenza - nelle chiese rupestri di Santa Mar­ gherita di ottola e di San Giovanni a Vito dei ormanni, o nella cappelletta di S. Michele al Vulture, mentre di cronologia piu tarda e la famosa redazione cimabuesca nel duomo di Pisa, che qui si cita perché, pur nelle proporzioni di uno spazio enorme­ mente piu dilatato, fornisce il confronto cronologicamente piu pros­ per una analoga disposizione ecclesiale 25• Insolito e senza confronti e invece il repertorio naturalistco dell'insieme: il sole e la luna sono consueti per altri temi imperniati sul Cristo e viene da chiedersi se non ci si trovi di fronte a una sorta di contaminazione con una scena della Creazione, tanto piu che a una di queste ben si addi­ cono anche le stelle e le piante, come esemplativamente testimonia un riquadro dipinto nel piu tardo ciclo di Fossa 26• Non soltanto, ma sarà anche utile osservare sia che lo schema qui utilizzato si impernia sul Cristo centrale « in Maesta » v, elemento :figurativo ovviamente consueto nelle absidi, sia che la stessa Deisis, cioé l'in­ tercessione di Maria e del Battista, rinvia mentalmente al momento del Giudizio e che questo tema e in Abruzzo rappresentato, come si e visto, a Pianella e, lo si vedra, a Moscufo. * * * Un'iconografia di carattere misto è esposta anche nella calotta absi­ dale di S. Maria di Ronzano dipinta nel 1281 28: il Cristo siede entro una mandorla sorretta da quattro angeli in volo; benedice Sul tema della Deisis e le sue diverse varianti, cfr. M. ANnALORO, Note sui temi iconografici della Deesis e della Haghiosoritissa, in Rivista dell'Isti­ tuto di Archeologia e Storia dell'Arte, n.s., XVI (1969) pp. 85-153 (pp. 100-107). Per l'esempio pisano lo si veda riprodotto in G. SCHILLER, Ikono­ graphie der christlichen Kunst, Giitersloh, III val., 1971, fig. 654. 26 MATTHIAE, 1969, fìg. 95. Z1 Tema nel cui sfondo appaiono saltuariamente Sole e Luna. Un esempio analogo a una data e in un'area non lontana, e offerto dalla lunetta del portale - anch'esso peraltro iconograficamente anomalo - del Duomo di Assisi: se ne veda la riproduzione in U. TARGHI, Uarte nell'Umbria e nella Sabina, Milano, II val., 1937, tav. XLIX. Sole e Luna sono anche nel catino absidale di Teverola (qui citato alla nota 23). 28 Per le ragioni di questa dataz ione si veda l'articolo qui citato alla nota 1. 25 Valentino pace 70 EGO SO/(L)US l traa e tiene un disco con l'iscrizi�n� co n I a des r te, d1v1sa su tre registri, MUNDI ( fìg. 9 ). Nella sottosta�te p� � . quali e p�sto il g�uppo centrale sono tflffigburati gli apostoli ( fra 1 a s1n1stra e Pietro sulla de­ de 11' Annunciazione ) con Andrea (?) sull parte soprastante, nonstra a capicoro che indicano con i gesti la n evanbeliche dalla Natività al Compianto sul Cristo de­ c h'e 1e scene ale contamina posto sul sepolcro (fig. 8 ). Se dunque la calotta absid il tema della Maestà con quella dell'Ascensione in una « miscela 29» i ono rafica alla quale si è qui già avuto occasione di riferirsi , nella fascia apostolica si hanno significative « anomalie » iconografi­ che. Il collegamento tematico degli « apostoli » con la sovrastante teofania è indicato chiaramente dai loro gesti, ma contraddice la « toricità » della scena tutta una serie di non irrilevanti dettagli: la presenza dei Santi Paolo e Giovanni Battista ( fig. 1 O) 30 la tonsura 1 de i primi tre santi del semicoro di sinistra 3 l'estraneazione della Vergine che diviene partecipe della scena dell'Annunciazione 32• Alla luce di questo accertamento sulla disponibilità a formulazioni iconografiche eterodosse, acquista un senso analogo anche l'incon­ sueta attribuzione di regalità, all'atto dell'Annuncio che la Ver­ gine ottiene per la presenza della corona sulla testa. In altra sede ho avuto modo di esporre sia i rari confronti per tale iconografia sia le motivazioni « razionali » per le quali essa può aver avuto luogo, concludendo tuttavia prudenzialmente che « il concetto di regalità della Vergine (...) poteva facilmente diffondersi a livello popolare per la semplicità della suggestione analooica tra Madonna e Regina · · · >> 34 e dunque riferirsi anche a una s�ena cui pro pria* SO /L"� - SO M Lù Cfr. supra alla n. 1 7. � Il S. �aolo al terzo pos to nel se micoro di d estra è inequivocabilmente . rico�osctb �le _P er la tipologia e pe r la spada oltre che per I' iscrizio ne · Il �atttsta 1 ultimo �ulla destra è riconos cibile per la sola iscrizione . Il Bertaux . all atto della sua prima notizia sugli affres chi. ne no t'o a I « �tra�ezza » iconografica: Cfr. E. BERTAu .. Due tesori di Pitltlra med e" i· va e) tn « Rass egna abruzze di S toria ed ). p . 1 0 7.129 899 1 arte . III ( (p. 111 ) nota 2). 32 Per le riprodu zioni fotografi.ehe qui manca nti i rinvia a1 MIATTHI AE, 1969 figg. 19 e 18. 33 V. I PACE Note su / a une scene e vange liche ue Ila pittura del DJJece11to in . 34 Ab ru�zo , in « Comm ent ri t III (1 ì2) pp 152-16 2 (1 52 -1 55) Ibidem, p. 154. 29 Profilo della pittura medievale abruzzese · Valentino pace 7 Ne pr 38 de lJa c hje sa di Sa' nta M,a ria al Lago rito rna il t en1a cle l G iudiz'io co I C risto (ne resta no visibili i soli pie di stigma­ un angelo s u on a la tuba de Ila Re surre. due vicini riquadri con figurine nude, . d apostoli con Andrea sc la sono i docici tizza Zl one, c me ntrre e Piettro Rispetto a Pianella intervengono varianti facilmente osservabiJi al eonfronto; fra di esse di rilievo il fatto ehe gli apostoli siano qui in piedi - come nelle rappresentazioni in cui sono subordinati al Cristo absidale - « Pantocrator » o << in Maestà » - e non seduti, come loro si addice nella raffigurazione del Giudizio. Accanto alla ma­ nifesta eterodossia di tale composizione - e del modo con cui è svolta - sul catino absidale, la fascia apostolica ribadisce dunque l'estraneità di questo programma ai dettami della consueta tradizione iconografìca. Da questa rassegna sui programmi absidali abruzzesi possono emer­gere alm�no due considerazioni. In primo luogo una semplice con­statazione, che non può dar luogo a conclusioni, sul presupposto della casualità con cui il materiale ci è conservato o è andato per­ duto: mancano in tutto l'Abruzzo decorazioni in cui la Vergine appaia come Figura dominante nella zona absidale. La Sua presen­ za ha infatti luogo solo a Cartignano, collateralmenta al Battista e nella triade della Deisis ( fig. 7), a Ronzano ne11a scena dell'An­ nunciazione. Ciò lascia sorpresi quando si pensa alla folta tradi­ zione iconografica in tal senso espressa ne11e regioni vicine, come Lazio e Campania, mentre viene per converso spontaneo notare 38 Per la bibliografia sugli affreschi di Moscufo - concordemente riferiti al n ore.I m nt termine del XIII secolo - cfr. rA ggiornam nto al B RTA vamente alla riga 2 della nota 1 d Ila p. 2 . In id nt lm nt Pian Ila I d raz1 nt 1b-idali . inn come a Moscufo, Ronzano gran lunga succ ssive all orti e truttiv d 11 difi i . . S. Pietro ad oratorium) p r esso C a pes tra no: arco absidale S. Pie tro ad oratorium) presso Capestrano: arco absidale. S. Pietro ad oratorium) p r esso C a pes tra no: part. del catino absidale 1 S. Pietro ad oratorium) p r esso Ca pes tra no: pa r t. dell a p arete absidale Pianella, Sant'Angelo: abside Santuario della lvladonna della Ritornata: part. della calotta absidale. SS. Crisante e Daria presso Filetto di Camarda: abside ) L'Aquila, museo naz.le d'Abruzzo: affresco abs idale da 5. Mar:a di Cartignano. \. Maria di f rmwno, p rL"S',O Castdcastagna: part. di una fascia ab idale. -----------���� .�������---'��� S. }rf2ria al lago presso Moscufo: abside. Riferimenti fotografici: Figg ..... ( 3, 4, 7, 9, 11: Soprintendenza ai Monumenti e alle Gallerie dell'A­ bruzzo; fig. 2: V. Pace; fig. 5: dal volume del MATTHIAE, 1969; figg. 6, 8, 10: Bibliotheca Hertziana, Roma. I l'( t } t •' lli,I I I ttnhi110 h dtlt � 1 111('. ( I llH I, 1111,1 ill il di, vnl i o titui n i V 40 tut uvi zione • Ci' n n i n h mente potr bb d un1 r i un pitt ua « 1a liceità di un a ttivo di c l v ria nz1 fu espressione « colta », s cond quan t direttamente talun formul icono rafich Sarebbe necessario per le opportun pr ci azi ni, pr uir n n soltanto con l'esan1e più estensivo d i testi pitt rici, ma an h n un'indagine di carattere stilistico, che l' con mia di qu t int .. · fil ur vento non consente. Mi auguro tuttavia eh q nella sua ottica circoscritta, abbia saputo far e li r alm n in parte il senso della piì.1 antica pittura medi val d'Abruzz . » Cfr. l'Aggiornamento al BERTAUX, cit., relativam nt all « A pendi successiva alla p. 300. · · n r · « rt · rea t to parla ente am � 40 Il MATTHIAE giust ha 1969 p. 12 tezza », di « ra�porto 'con la realtà quotidiana dei f d h ». 39