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AssoCiAZioNe NAZioNAle Per AquileiA ANNo lXXXVii 2016 CopiA eleTTroNiCA iN ForMATo pdF riserVATA Ad uso CoNCorsuAle e/o persoNAle dell’AuTore CoNForMe Al deposiTo leGAle dell’oriGiNAle CArTACeo international Journal of Ancient studies on Northern Adriatic regions 1 «AquileiA NostrA» - Pubblicazione annuale © 2018 AssoCiAZioNe NAZioNAle Per AquileiA Autorizzazione del tribunale di udine n. 294 del 19-2-1972 Via Patriarca Popone 6 - 33051 Aquileia (uD) tel./fax ++39/431/91113 - e-mail: assaquileia@libero.it issN: 0391-7304 Direttore responsabile: Monika Verzár Comitato scientifico: Jean-Pierre Caillet (université Paris ouest), Giovannella Cresci Marrone (università Ca’ Foscari Venezia), reinhard Härtel (Karl-Franzens-universität Graz), Francesca Ghedini (università degli studi di Padova), robert Matijašić (Sveučilište Jurja Dobrile u Puli / Università “Juraj Dobrila”, Pola), Andrea Saccocci (Università degli Studi di udine), Marjeta Šašel Kos (ZrC sAZu- research Centre of the slovenian Academy of sciences and Arts - institute of Archaeology), Monika Verzár (università degli studi di trieste), Paul Zanker (scuola Normale superiore di Pisa) Comitato editoriale: Monica Chiabà, Giuseppe Cuscito, Andrea raffaele Ghiotto, luciana Mandruzzato, Franca Maselli scotti, Marta Novello, Marina rubinich, Monica salvadori, Paola Ventura, luca Villa, ella Zulini Segreteria: elena Menon Peer-review: gli articoli e le note inviati per la pubblicazione ad «Aquileia Nostra» vengono sottoposti, nella forma del doppio anonimato, a peer-review di due esperti, di cui uno esterno al Comitato scientifico e alla Direzione in copertina: il portale della ‘Via sacra’ sulla strada di Monastero. immagine tratta da «Aquileia Nostra», 5-6, 1934-1935, coll. 79-80. il presente volume è stato pubblicato in collaborazione con Ministero dei Beni e delle Attività Culturali soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia Polo Museale del Friuli Venezia Giulia la rivista non assume responsabilità di alcun tipo circa le affermazioni e i giudizi espressi dagli autori. le riproduzioni dei beni di proprietà statale sono state effettuate su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. 2 riproduzione vietata. eDitoriAle È con grande piacere che viene alle stampe il numero lXXXVii della rivista Aquileia Nostra, la cui denominazione è per la prima volta accompagnata da un nuovo sottotitolo, che punta a sancire la più ampia prospettiva – in senso territoriale e diacronico – che vuole caratterizzare la scelta dei contributi pubblicati a partire da questo volume. Pur mantenendo come fulcro d’interesse il sito di Aquileia e le aree limitrofe, «Aquileia Nostra. International Journal of Ancient Studies on Northern Adriatic Regions». non è semplicemente una nuova etichetta che aggiorna la confezione, ma il rinnovato profilo di un “contenitore” editoriale che nel 1930 è nato con l’obiettivo di dare una giusta visibilità scientifica alle scoperte che proprio in quegli anni cominciavano a mettere in risalto l’importanza di un sito come quello di Aquileia. ora la rivista si adegua a nuove prospettive e si apre a più ampi orizzonti transfrontalieri, dall’Adriatico alle Alpi (e in alcuni casi anche oltre), che vedono la partecipazione di studiosi di varie nazionalità e che toccano i più diversi ambiti delle discipline archeologiche. questo rinnovamento della rivista e dei suoi interessi scientifici si accompagna con l’ormai consolidato aggiornamento del sistema di diffusione degli articoli, ora accessibili in rete sulla piattaforma OpenstarTs (www.openstarts.units.it) dopo un breve periodo di “embargo” annuale e non più soltanto nella tradizionale versione a stampa. Ciò in linea con la volontà di veicolare nelle forme più attuali ed efficaci il sapere scientifico, che si avvale tra l’altro di un rigoroso sistema di revisione dei contributi. Da questo numero, la cui uscita è stata ritardata dalle generali difficoltà economiche in cui versa il mondo delle associazioni culturali e, di conseguenza, dalle incertezze anche per l’Associazione Nazionale per Aquileia di reperire i fondi necessari alla pubblicazione, inizia inoltre una proficua collaborazione con la Fondazione Aquileia nell’ottica di un impegno comune volto a consolidare il ruolo centrale di Aquileia nella comunicazione della ricerca archeologica. Monika Verzár 3 iNDiCe Claudio ZaCCaria, Silvio Panciera (Venezia, 21 marzo 1933 - Roma, 16 agosto 2016) .................. p. 5 armando de Guio, “Archeologia della Guerra”: caro nonno ti scrivo... ........................................ » 11 daniel BariC, Impero tardo romano e impero coloniale francese: una connessione balcanica intorno alla prima guerra mondiale ................................................................................... » 43 FaBriZio BisConti, Arte cristiana ad Aquileia nella tarda antichità. Diario di viaggio .................... » 53 diana doBreva, saBrina ZaGo, Lucerne tripolitane ad Aquileia ...................................................... » 65 esteBan noCe, Supervivencias paganas en la Antigüedad Tardía: el testimonio del Sermo II de Cromacio de Aquileya ......................................................................................................... » 81 NorMe reDAZioNAli .................................................................................................................. » 102 4 AquileiA NostrA ANNo lXXXVii 2016 diana doBreva, saBrina ZaGo luCerNe triPolitANe AD AquileiA ex Cossar. la decisione di concentrare il presente contributo su questo ridotto nucleo di materiali si deve alla natura stessa di questi oggetti: si tratta cioè di materiali diffusi soprattutto nella parte meridionale del Mediterraneo (tripolitania, Cirenaica, tunisia, Algeria e sicilia). le lucerne in terra sigillata tripolitana furono così denominate da John W. Hayes nel 1972 in ragione della loro similitudine, tecnologica e iconografica, con la Tripolitanian Red Slip ware 2. esse sono facilmente riconoscibili da un punto di vista morfologico: la spalla piatta e larga, sempre decorata con una pluralità di motivi a rilievo geometrici e/o vegetali 3, è sicuramente il marchio distintivo di queste lucerne. la forma del disco è stata utilizzata dagli studiosi (Hayes per primo) come criterio discriminante per la classificazione tipologica: il disco con anello continuo individua gli esemplari della Forma Xiii della classificazione dell’Atlante delle forme ceramiche; il disco con anello continuo e nervature di collegamento al canale è invece tipico della Forma XiV; mentre il disco, circolare o allungato, delimitato da un anello continuo aperto verso il becco con un canale contraddistingue la Forma XV 4. la produzione della classe, inizialmente ipotizzata in officine della tunisia Premessa sono passati ormai quasi 25 anni dall’ultima e unica rassegna dedicata alle lucerne tripolitane dell’Alto Adriatico, in cui Philipp Pröttel si interrogava sulla ragione che aveva portato queste suppellettili d’illuminazione ad arrivare in terre così lontane dalla loro abituale area di diffusione 1. in questo lavoro, a cui dobbiamo per la prima volta la messa a punto sulla distribuzione di tali oggetti nel Mar Adriatico, Aquileia appare come un vuoto inspiegabile, nonostante il suo ruolo di punto d’arrivo e di redistribuzione all’interno dei traffici commerciali nord-adriatici. Frutto sicuramente più di un vuoto di documentazione che di una reale mancanza di dati, questa lacuna è stata in parte colmata in occasione di recenti studi sulle suppellettili d’illuminazione rinvenute ad Aquileia che hanno riconosciuto alcuni frammenti appartenenti a lucerne tripolitane. il nucleo principale, sette frammenti circa, proviene da vecchi scavi di emergenza condotti in occasione della realizzazione del moderno sistema fognario della città di Aquileia (1968-1972) e trova conferma in altri rinvenimenti effettuati durante i recenti scavi condotti da parte dell’università di Padova nel fondo * il contributo, consegnato ancora nel novembre del 2016, necessiterebbe ora di aggiornamenti che tuttavia non è stato possibile includere. in linea generale restano valide le conclusioni presentate però si invita il lettore a considerare il tempo intercorso dalla cosegna al momento della lettura. 1 Pröttel 1991. Hayes 1972, pp. 314-315. 3 Il repertorio iconografico pur limitato nella tipologia dei motivi decorativi si contraddistingue per una varietà di combinazioni che rendono spesso difficile la ricerca di confronti; per un elenco dettagliato dei principali motivi decorativi si veda Joly 1974, p. 43. 4 La prima classificazione tipologica fu elaborata da John W. Hayes che individuò due tipi: tipo I (corrispondente alla forma XIII dell’Atlante) e tipo ii (che invece corrisponde alla forma XV), Hayes 1972, pp. 314-315. Diversamente Maria rosaria la lomia aveva proposto una classificazione in nove differenti varianti su base prettamente iconografica (la lomia 1971, pp. 9-19). soltanto con 2 65