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Ante fatti e conclusioni Il 25 gennaio del 113B fini 1 lloma. U na morte improvv· ubn ungo incubo per la Chiesa di . isa , e e a molti apparire provvide nziale portò _. il contemporanei do,,eu e . • ' via ,-eccbio d" J • se P tetro Pae rleoni il prota . . d" car •na e clun1acen, · gon1sta I un · d Questi, infatti, fattosi elegger e da suoi o s~•~ma_ urato otto anni. Pie tro il 14 fe bbraio l llO parta~ani sulla cattedra di , contese da antap · . . Anac le to Il il primato pontificio al e d " - . apa c~n •1 nome ~• eletto a sua volta a a I . ar anale Gregorio Paparesclu, 14 f ' pi p nnocenzo Il (1130 - 11 43) io quello stesso e ~a•~ ~a qua the ora prima del suo antagonista. La cr1sllan11à e ra ancora una volta e1·1v1, . a ,, ma ua -• Il a parte d1. I nnocen7.o l1 .. j .. ,·hi~rarono tiU b"t . ·~ . • o • pu, autore voli esponenti del monach,· .-. 1,11 ,1 ,·1 1, -111 1, 0 , che ftbb · · nella sua ~ e r o una parte d ecuuva affe~n1: 111 " 11 • ·: 1: ,• ,· 11. 1nlo di Clain-aux 101•rat1t1110,, n1a anche Pietro il \, · 11, ·1·. 1l 1l ,· , \ ., rbe rt u di Xante n Cl>. Il e r, · :. '. I " \ Il I ' ' ,i comn,entò i ratti che si verificarono subito dopo qu ·ll" ,·11 1l --11 partilo di Anacle to Il si afrre llò a richiedere a Rugg«· 1· 0 ( Hugger o Il. Re di Sicilia., n.d.r.) un nuovo 1,apa e nel marzo (1138, n.,l.r.), con la sua ap1>rovazione.,, innalzò il cardinale Gregorio col nome di Vittor e IV; ma lo scisma non aveva più ragione di esistere". ,.,Esso" prosegue Gregorovius ~~servl ai Ro- bb -. 11 1 l I 1 Il 11 :..: 11: mani ••sclusivame nte conu, n1ezzo pe r ottene re condizioni di pace pita favore voli e. dopo bre ve le mpo.,, s. Be rnardo poté condurre il <~u.-tlinale in veste di peccato r e pe ntito ai piedi d el suo protetto" <2>. L'avvenime nto, eccezio nale s ul piano politico e religioso, non mancò di ave r e risonanza, con1e dimostra il ca so delJa basilica di Santa Maria in Traste ve r e, anc he su alc une scelte culturali d e lla curia. Innocenzo TI , finaln1 e nte unico papa, poté rientrare in Roma acconipagnato da Bernardo di Clairva~.x, il fedel~ssimo ed i~esau: ribile soste nitore della sua causa, che divenne cosi, alJa maniera d1 . Ulla · an t 1c o c onso le rontano , ancbe · il simbolo delJa restaurata unità della Chiesa. f 111rod1u i o 11e 19 , ione per que ll'av ven ime nto, Gof fred o d'A Sull 'ond a d e11 emo z . •f· ta defi nì Ber nar d o " co Ionn a d ella Ch· l"ll!' fasi. gius ti 1ca , xerr e, con e_n . rda Ern aldo di Bon nev al, lo accl amaIesaiii . R I com e neo . . ton e I oma n ' dre dell a patr ia (3). Ma il trio nfo di Ber o "au tore dell a pace e pa . ·1· l' ff . llar, altr o risu ltat o d1 r1 1evo : a erm az1o do otte nne anc h e un ne d f' . . . . e . . d ona stic o del g1ov an1s s1m o ram o ciste rcen se d'1n1uv a ne 1 mon m . 1 a, Clai.rvau x. n·1 l'1 a poco tem po ' nac que 1n Rom volu to da In . . . no, nsi d1 cenz o II , 1.1 mon as tero fond ato dai cist erce Cla1 rvau x anne s . so . d e1· Ss y 1·ncen zo e Ana stas io alle Tre Fon tane a11a e h iesa • ' il eU1. Ber nard o da Pisa , sare bbe dive nuto , in un brev issim o vola b a t e, . ( gere di ann i, il pap a Eug enio III (114 ~-1 153 ! 4 ). . In ques to clim a di rap pel à l'or dre, 11 par tito 1nn ocen z1an o vittorios o, alla cui test a era san Ber nard o, per tram and are il ricordo del trio nfo del pap a sull a lace razi one scis mat ica e per ché si aves se di que ll'av ven ime nto una con osce nza qua nto più chia ra e diffu sa poss ibile , rico rse al mez zo con suet o nel med ioev o per illus trare fatti del gene re: un ciclo di imm agin i che dess e con to simbolica men te degl i even ti e che sop ratt utto inse gna s se a non abb and ona re l'ort odo ssia (5 ). Fu così che, q u;i si f crta men te fra il 1140 e il 115 0, ven ne idea to e real izza to nell a con ca absi dale dell a bas ilic a di San ta Mar ia in Tras ~ev ere, . di cui ~ra stat o prec ede ntem ente tito lare prop rio il card inal e _Pietro Pier leon i, lo scon fitto anti pap a, un mos aico dedicato al trio nfo di Mar ia sul tron o cele ste del Cris to (tav . I). Ma que a ope ra d' t f I . sta gran dios , . ar e non u so o I offe rta voti va per Ia fme dello scis ma anac letia . . . , no, essa f u con cep ita com e una solenne 11 a ego na dell unit à dell a Ch · d · e . . • Il 1 . . rist o vitt orio sa in ogn i tempo, graz ie a a med1az1one di M iesa . 11 . ' . a coro na . b 1· aria su e cala mit a scis mat iche e posta re s1m o icam ente il I I Tras teve re ·1 . . uog o a to dell a bas ilic a mar iana d.1 ' I cui nnn ova men t 0 com p 1 . da Inno cenz o Il (6) ess1 vo era stat o intr apre so Il g d' . ran toso prog etto ed'l ' . . 1 1z10 e dee men te imp orta nt h ora t'ivo d'I que l pap a era ta Ie c e, anch e d I 11 43, non fu abb d opo a sua mor te il 24 sette mbr e .. an ona · . sta b ihto l'un ità dell Ch· to . II part ito inno cen zian o, che avev a r1-. t . a e eh s ruz1one, avev a orm ai iesa 1·d' e sost va que l pro gett o di rico1141 1 e radi c"1 ene , so Il · pote con tare , infa tf • 1' su1 sost egn ne a cur ia rom ana . Fino aI prestig· 0 d e I can cell iere •oso card inal e Aim • . pon tific io, I·1 er1co; quin di sul d' I . car 1na e Piet ro Pap ares ch1., 20 ° ----- Intro duzi one nipote di Innocenzo Il, e soprattutto, dopo il 1145, sul papa cistercense Eugenio III, l'ex allievo di Bernardo di Clairvaux a cui il Maestro dedicò per la sua elezione il De Consideratione, grandiosa e realistica riflessione sulla presenza spirituale e politica del papato nella società medievale (7). Centocinquant'anni dopo questi fatti, Pietro Cavallini, essendo papa Bonifacio VIII, completò, se così si può dire, la figurazione assunzionistica del catino absidale di Santa Maria in Trastevere eseguendo nella zona sottostante sette riquadri, ancora a mosaico, che esaltavano ugualmente la figura della Vergine, ma nel significato più evidentemente antropologico e cioè nelle storie della sua vita terrena. Il clima politico era del tutto mutato. Se, infatti, la vittoria di Innocenzo II sull'antipapa, sancita nel concilio lateranense del 1139, era stata il preludio al trionfo dell'idea di plenitudo potestatis del papato, il regno dell'energico Bonifacio VIII (12941303), nonostante la grandiosa celebrazione giubilare del 1300, fu, in sostanza, l'ultimo atto dell'inevitabile declino dell'autorità papale di fronte al sorgere degli Stati nazionali (B). Introduzione 21 Fra scismi, eresie e riunificazione Le ragioni generali · su11 o stesso trono d e I Il. mosaico. absidale con il trionfo di' M aria Cristo nel rinnovato tempio mariano di' Tras t evere d ovette essere, ne I suo tempo, un luogo alto di visionarie emozioni e una sintesi · uno d e1· · figurata . del e 1n . che , dopo la riforma gr egonana . , pensiero momenti piu soffertI della storia della Chiesa di Roma, trovò forz.a so~rattutto nella riflessione mistica e nell'energica azione politica d1 san Bernardo di Clairvaux. Non si vuole sostenere qui la tesi deterministica di uno sviluppo simmetrico di pensiero religioso e arti figurative. Tuttavia, diverse coincidenze concettuali fra i significati del mosaico di Santa Maria in Trastevere, gli avvenimenti che spezzarono nel 1130 l'unità della Chiesa di Roma e molte idee dell'Abate di Clairvaux sembrano convincere sulla responsabilità almeno intellettuale di quest' ultimo nell'ideazione per l'abside transtiberina del tema mariano della sponsa mistica desunto dal Cantico dei Cantici (tav. Il). Questo libro dell'Antico Testamento, bellissimo e ricco di simboli e caro quant' altri mai allo stesso san Bernardo, soprattutto nel XII sec olo (il secolo mariano per eccellenza) venne costantemente studiato e commentato nei monasteri, dove fu il testo essenziale per la form a zione dei novizi e per la meditazione dei monaci sull'idea d ella sublimazione dell'amore carnale (I )_ Nel Cantico dei Cantici si volle, inoltre, vedere prefigurato il compimento trionfale della promessa della salvezza fatta da Dio all'uomo con l'incarnazione del Verbo nel corpo di una vergine. Di conseguenza, in sintonia con lo spirito della riforma morale della Chiesa voluta da Gregorio VII (1073-1085), nei monasteri venne esaltato particolarmente lo stato verginale, inteso come dedizione assoluta alla purezza e quindi come lievito di rinascita individuale e collettiva. Se la riforma gregoriana per un verso ridimensionò attraverso il rifiuto della simonia e del nicolaismo, l'ec' di vivere di una parte del clero, per altro aspetto cessiva voglia valorizzò il ruolo dei monaci nella società, proprio riconoscendo Cap. I 23 celta di castità. Questi, infatti viv I end 0 ' . . .d s oro alla re I O li erano cons1 eratI, 1n analogia . • gran d e va Con l . . . . d Il pass1on1 carna ' gli amministratori s1mbohci della . u . lontani a e Pietà . d' . ., . ediatnce somma, . "l r . . (2 ) Gli assertori p1u r1goros1 I questo lllod . vergine m . od L . • fra gh uom1n1 · d 1v1na nsi e i certosini. o stesso san Bern d 1 . . ar o . '' . furono I c1sterce . lo demiurgico dei monaci: Senza dubbi I , ·1 viver~ , ou h I . sottolineo cosi I ruo . . , , una vita angelica e co oro c e non sposano , . ne 1· d. D. " (3) . vita d1 verg1n1ta e . . sono sposati saranno come gh auge_ I I IO fu svolto tipo. d1 cultura . , teol o. , il tema . . In consonanza co n questo all umanita è. dat o . genera Ie del mosaico transt1ber1no, , cui . per . . , g1co la salvezza e qu1nd1. I etern1ta • . , attraverso. la mediazio · raggiungere ne della Vergine Maria~ Per capire megho e necessario fare alcune brevi riflessioni sulla mentalità dominante nel medioevo. Agli occhi dell'uomo medievale ogni momento della vita e quindi ogni tipo di scienza si svolgevano in armonia con la natura e all'interno del misterioso disegno finalistico tracciato da Dio. Per essere partecipe di quest'armonia cosmica, l'uomo doveva però riconoscere l'assoluta autorità delle Scritture e obbedire alla Chiesa che di queste era interprete. Nel XII secolo, "il mondo natur ale è esattamente del medesimo ordine della Scrittura e il signifi cato delle cose è esattamente lo stesso di quello dei Salmi o delle profe. " (G'l J," on ì1 · p ertanto, la rappresentazione della realtà trovava zie coe r f' : · , · P · ,n denza nell'idea di un'umanità in cammino, epoca e rso la fine dei tempi. Da parte sua, l'uomo do veva d~i d i vr·tun· e·,:,, I.e sue virtù, l'umiltà e l'obbedienza innanzitutto, di cu i \Ia r ìa_r·u st ~tuiva il simbolo per eccellenza, il compagno di Dio nella r eali zzazione del disegno sai 'f• 1 '· •• 1 11 1 • :: • •. 1 TY . VI lCO. T I ques ta sintesi di fede e sto.ria il mosaico di Santa Maria in • I i . rastevere è un'import t an e versione figurativa che ricapito a . . . . . di ' van significati del miste d I C . ro e risto che diviene uomo nel seno . u na vergine. G re· . . .. _La vicenda vi è trattat a partendo dalle profezie d1 Isaia e e • mia del con fino alla v1·sc1·ep1mento virginale e della passione e morte del Crisdl~ 1 one apo l' • ca Ittica giovannea (figg. 1 2 ). All'interno questa cornice , . resso ' il t . f d Ia Madonna mise presentato rion o ella Chiesa dei santi P d 1 d. . Salvatore· quellerC1cho'r iosa mediatrice, assisa sul trono celeste e de· iesa h a ' h c e anche per Bernardo di Clairvau~ teneva il primat tiJ110· o pere é cost.1t . d . Uita ai santi che avevano tes 24 niato la fede con le opere e a h l' . h ne e con offerta della vita come i person aggi c e furono posti a far d 1·1 11 I . '. ·b · f • . a a a a so enne ep1fan1 a transtl er1na, ra 1 quah non casualm · • . . . . . e_n 1e s1 trovan o raff1gu rat1. anche alcuni papi delle or1g1n1 che dovette I . . . . . ro ottare, a 1 pan d1 Innoce nzo Il, contro sc1sm1 ed eresie (tav. I). I.;illus trazion e della realtà storica n I 1 . . . . . . . e suo egame con n·10, attraverso c1ch f1gurat 1v1 ricchi di simbol i f . . , u prassi· consue ta ne I M ed1oevo . Nel caso dei mosaic i absidal i· d" S t M · · T 1 an a aria 1n rastevere, sia quelli del XII che quelli del XIII se I · . . . co o, s1 puo' par1are d.1 una c~mple ~sa sintes~ d1 messag gi di tipo spiritu ale e tempor ale fondat i sull'id ea che 11 simbol o è "un suppor to attrave rso il -quale l'assolu to penetr a il relativ o, l'infini to il finito, l'eterni tà il tempo" (4). Le immag ini simbol iche furono partico larmen te usate per commemor are fatti politic i di grande import anza. Esemp lare è il caso del concor dato di Worms (1122), che segnò un epilogo favorev ole alla Chiesa rispett o all'Imp ero nella questio ne delle investi ture, per celebr are il quale, in Roma furono eseguit e due grandio se, raffiguraz ioni artistic he: un ciclo di affresc hi, andati perdut i, che rappre sentav ano la Madon na in trono con Bambin o fra due arcangeli, san Nicola e una serie di papi, nella cappell a di San Nicola nel Patriar chio lateran ense; il mosaic o absidal e nella basilica di San Clemen te, realizz ato alcuni anni prima dell'op era musiva di Santa Maria in Trastev ere. D el ciclo clemen tino Matthi ae ha dato una lettura suggest iva, interpr e tan<lo le parole crux e lex dell'isc rizione come simbol i dei due poteri laico e religios o, che, proprio a Worms_, ~op_o una lung~ e dura contrap posizio ne, riconob bero la necessi ta d1 separa re 1 5 · cam~ ne della Chiesa e d e 11'1~p~ro < l • . Ma g i tempo le immag ini art1stic ~e. sono state conside rate · ·1eg1·ato di propag anda poht1ca . Anche epoche , talun mezzo pnv1 ~ . . . ·dealiz zate perche conside rate genera trici vo1ta strum.enta1men te l - - f" a, sono ormai criticad i. un, arte 1ne a se s t e ssa , come l'età auguste . . . . • · 1 effettiv i contorn i fuori da tentaz1o n1 reto0 mente pree-H ate nei or . " Il · h volte ne a rie e, cos1.~ eh e e, ora po ssibile leggere 1n Zanker : Poche . · · d · 1e arti• f sse 1 al servizio del potere po 1tico 1n mo o stona urono me ' ' t " (6) così diretto come nell eta augus ea · . utto il ruolo della commi ttenza fu fondatt Nel XII seco1o sopra , Cap. I 27 . . da rappre sentar e e soprav anzò celta dei temi . . . . . qu.ell 0 mentale ne 11 a s . . tetizza re in 1mmag 1n1 avvenu nent· . . h. matl a sin . . . . degli arusu, c ia. I . h ortodo sse e 11 pr1nc1p 10 fondan i l u·1 . , . .oni teo ogic e . enta. attuaht a, posizi . , d Ila Chiesa basata sul primat o petri ,. ·b ·1e unita e le dell intangi i . fu il più esposto ad attacch i. freque ano .· ' I. fondam ento . . f . llt1 Quest u umo . . . ll' nità della Chiesa , in atti, venner o e . • L insidie a u , . pericolosi. ~ . I ntagon ista laico, I Impero , ma s1 manifesllot n t diz1ona e a solo d a I ra . . ravissi me all'inte rno dello stesso co a. no anche e con crisi g . rpo ro . Xl XII secolo, come vedrem o, la Chiesa dovett ecclesiale. Fra e . . . . e . vasti movim enti di con confron tarsi spesso e dramm aticam ente. con . . . . . . t. d un'esa sperata v1s1one pauper istica del cri.. testaz10ne ispira i a . . . . . . . d Il ri'gini· catari arnald1 st1, valdes i, attesta tisi deci. stianesuno e e O , ' • samen t e su Posi.zi·oni dichiar ate eretich e dalla Chiesa , furono spazzati . .d . . (7) via da repress ioni unss1m e . In questo turbine di passion i disord inate e di manten imento della tradizio ne fu ridotta al silenzio una delle figure intelle ttuali più brillant i di tutto il Medioe vo: Abelar do (S ). Il suo caso è straordinario . Nonost ante la condan na della sua dottrin a logica e la scomun ica che la seguì, egli continu ò ad avere seguac i di rilievo all'interno della stessa Chiesa (i papi Celesti no II e Ale ssandr o III ne fu rono profondi estimat ori ), tanto da influen zare, anche dopo la sua uscita di scen a, !' e v:;;I i:; ;j one in senso critico del pensie ro teologic o medioev al e 1•1ì. n ,-·,:; ;netodo dialetti co del S ic et non teso a stimolar e l'in t<~r prPt:1:.;0n e critica delle appare nti contra' ddizio ni dei Padri dell a Cliicc.;a , finì per passar e interam ente nella Summa Theo logiae di san ,...,o h a osserv ato G1lson · • . .1 mmaso , come , che l18 n conosu u Lo al grand · · • . o parigin o 11 merito di aver reso Ia log1ca autonom a dall e maestr f'1 1. a meta s ca, e di aver fatto della dialetuc. a uno strume nto P I '' h. ·r· conf t • d ~r. a c ian icazion e della verità della fede e la u az10n e egh infedel i" (I O) M . . tificame nte an . . d' · a nel XII secolo il metodo scien a11tico 1 Ab 1 dO · t ed egli stesso e e ar non poteva che essere respII1 os1 . . h del secolari smo e d ·1i retto. a scont are 1a v1s1one pessim istica e e e a 1og1ca ebb 1 ero e corren ti mistic he del temp 0 • 1 ° 28 I particolari Accanto ai temi teologici precedent . . . emente accennati, dell'Incarnazione del Cristo e della mediazione d · M · h •i . . . i aria, c e svi upperemo nel corso d1 questo scritto 11 motivo O · I d 1 ea. . , ccasiona e e ll''d zione ~i que~to mosa_ico v~ individuato nella fine dello scisma del 1130 ( )_ Vediamone i particolari sullo sfondo di una breve sintesi degli avvenimenti politici e delle dispute teologiche e logiche, che, soprattutto nella prima metà del XII secolo, scossero profonda1nente la Chiesa. Lo scisma del 1130 fu causato innanzitutto dalle divisioni all'interno del collegio cardinalizio fra i prelati più giovani guidati dal Cancelliere Aimerico, i quali dopo il concordato di Worms, volevano rinnovare la Chiesa, e i conservatori, protesi, invece, a strappare sempre nuove concessioni all'impero <12 l. La contesa fu quindi strumentalizzata dalle fazioni tradizionalmente in lotta per la supremazia in Roma, i Fr~ng~pane, ~lleati d~i :apar~sch~, da cui proveniva Innocenzo II, e 1 Pierleon1, la famiglia dell antipapa Anacleto Il. . . Questi ultimi, facoltosi ebrei convertiti, avevano acquistato forti ~~1ll(gffllmJj itdttMMI.JUJl.~5m~ . ,._ " • ·-.~ ......,__~ ..... - . - . _....,, -.i-•.....--\-~ 5. Roma, Santa Maria in Trastevere, arco absidale. 31 Cap. I l ro fa tti .alp·la curi a . . re st iti di de na . , . . p ie a1 cosp1cu1 u vi sto so I ierleon·I p1 to ci m en os on ric Il II . az . gr an d.I qu aIi ta' , p.ietr be ne m er en ze grG go no V . d1 llo o, d. po . ra m . I tu fin da i te m pi I . re ua nd o un or o rit di , ad . . e do po qu al ch e . te m po . . q a, vi tta tu o, er 1 ' l'e bb r ia pe iz a ta ta 1n nt es or a ca rd . • ,. el ez io ne , tu tta vi. a, co 'f'1c10 rp po la e nn i ap ot te nt hi po sc lio re pa 1 Pa . ' . . d I ca rd in al e G re go rio di' ra 1'elez10ne a d sogo qu e Il a e me no il to el sc ev a av e ch / i or at m 'f . , ch e av ve nu ta op 0 d e1 n or p 1 up gr a pa rte ne nt e Da tern. ve ni m en.to . in as. pe tt. at o. . av un . o II. In no ce nz a vi sti a. tta cn tu lla e de . m a no n fu L0 si m a 1s t1 tu z1 on as m la . va te . . . cn s1 sc uo scisd 'ff ic ile ov o eletto 1 . ' le II (1 09 9- 11. 18 ), il . nu ua sq p d' a po , unGi a I cia te Ias or à al la m ni tà . da i Fr an g1 pa nef a · ·tto re st co o at st a er ) . Il (l l lB - 1119 ' . · B ur d.1n o e a ug gu e rn z1 0 r1 au M a 10 ap las tip Ge 'an }l d · e i re Ro m a ne 11 e m an luesilio a Cl un y. ), ri us cì , ne l 11 22 , _a conc 24 11 911 (1 II sto lli Ca , re lle Il su cc es so or m s su lla qu.es tio. ne de W di to da or nc co ·1 re to 1 d er e co n l ,.im pe ra a m et te re fin e in Roma cì us ri n no a m e, ch sti in ve sti tu re ec cl es ia Fr an gi pa ne . al la lo tta fr a Pi er le on i e er a gr ad ito a qu es ti e ch ), 30 11 412 (1 II II nu ov o pa pa , O no rio ca nd id at o de lla fazione il a im pr re ia gg te on fr io ul tim i, do ve tte pe rò ra l'i ns ta nc ab ile Mauriz co an i po e , II no sti le de i Pi er le on i, Ce uf en , in lo tta pe r il ta ns oe H di o ad rr Co Bu rd in o, ap po gg ia to da bu rg o, so st en ut o, a sua lim pp Su di rio ta Lo n tro no di Ge rm an ia co fa vo re vo le al la Ch ie sa . a ic lit po a su la r pe II vo lta , da On or io go rio Pa pa re sc hi , re G e al in rd ca Il . 30 11 E si gi un ge al 14 fe bb ra io gi o so pr at tu tto pe r la lle co o cr sa l de si io tig es s un o de i m em br i pi ù pr a de l co nc or da to di Worm ul ip st lla ne a ut av i lu pa rte di ril ie vo da ie sa d~ fu el et to pa pa ne lla ch e, ia es cl ec tio ~a no re e qu in di ne !la ci ca rd in al i guidati di se li so di to vo il n co e· Sa n Gr eg or w al Ce lio m a Po ch e or e do po qu ell 'el o. ic er im A re lie el nc ca · 'ti• d_al lo ro _decano, il · ni nu e, f or ri h pe m su se o e er ch m i o· z10ne, gli es.cl. us ' ra os se ro 1n nu I 1· . p po E de za en pr es s1 ne lla ba sil. ic a di Sa n M ar co va ng e 1s ta , al la · J i' . . • I I er eon Pi A ro et Pi l o ro m an o, ric on ob be ro p e rd in al ca il I o et c na · S· ia ap . . ic · d d1 re o, n er h co gg il to Ru bi o 1 su o co gn at e e ot te nn e su o ns se lia , ,:iJ. f e ' oss id ur a gi lid va sta e vi Da) pu nt o di · a m br a ch e l'e le zi on se o, IC 1111 ' ' q ue lla d'1 I nn oc en zo II pe r h / ol og ic am en te pr on cr ta nu ve o· av I e e nn an ch e se a co ne l av e l ar' ga m en t · , sia e qu un om e in co m pl et o. C 32 • t a, d ovette micam ente del suo a n t agon1s ,. cenzo, meno potente econo . · · ·, nare Roma e ripara re in Franc ia • Da qu e l mome n t o 1n1z10 1abbandoe diplom l e corti• euatica di Berna rdo di Clairv aux ~ 'l'!.l presso . l 'azion ropee in fav~re d1 lnnoc enz~ II e fu tanto incisi va che quest' ultimo ottenn e in poco tempo il sosteg no di Inghi lterra , Franc ia e Germa nia, per veder si quind i ricono sciuto , nei sinodi di Etamp es (settem bre 1130) e di Wiirz burg (ottob re 1131) , il prima to di Vicario di Cristo . Il presti gio di Berna rdo salì alle stelle, ma il suo impeg no per l'unità della Chies a non fu limita to all'azi one politic a contro l'antipapa . Egli sapev a bene che insidi e all'un ità potev ano venire anche dalla messa in discus sione dell'o rtodos sia e cioè dalla diffus ione del metod o di analiz zare critica mente la tradiz ione scrittu ristica , che a Parigi veniv a insegn ato da Abela rdo ad allievi sempr e più numerosi ed entusi asti. Il rischi o era che dalla libera eseges i delle Scritture potess ero svilup parsi forme di relativ ismo logico facilm ente trasfe ribili sul piano metaf isico e anche sul terren o delle frequ enti rivend icazio ni social i. In tempi d'inte nsa prolif erazio ne di movim enti paupe ristici neoevang elici in aperta conte stazio ne verso la gerarc hia eccles iastica , da questo stato di cose sareb bero potute deriva re conse guenz e impreve dibili per lo stesso dogm a trinita rio, già sottop osto ad analis i razion ale anche da Abela rdo nel De Unita te et Trinit ate, conda n- nato nel 1121. L'argo mento era di preoc cupan te attual ità. Nel XII secolo , infatti, più volte venne discus so il mister o della Trinit à, che, dichia rato dogma nei concil i di Nicea (325) e di Costa ntinop oli (381 ), non poteva più essere oggett o di esame razion ale. Se Abela rdo aveva parlat o di poten za nel Padre diven uta atto nella razion alità del Figlio e nella volont à dello Spirito Santo, Roscel li~o, suo maest ro, aveva indica to nella Trinit à non tre person e uguah e 14 distint e bensì tre sostan ze distin te ( ). Ma anche il vescov o di Poitie rs, Gilber t de la Porré e formu lò una dottri na trinita ria razion alisti' ca e neopl atoniz zan;e, secon do la quale in Dio bisogn ava distin , guere Deus e divini tas e quind i tre person e, allo stesso modo per cui in Socra te si trovav ano distin te l'uma nità, la saggez za, la volontà, etc ... (I s ). Tale interp retazi one era così poco ortodo ssa, che, ::--- -Cap. J 33 . Cl • vaux e la denunzia da parte air rdo d1 . .B . III Gilbert de la Porrée fu gli attacchi d1 erna d (ll . . ' . . I apa Eugenio . . opo 48 ), evi. l conciho d1 Reims .d di due arc1diacon1 a p le sue I ee ne costretto a ritrattare sortì tuttavia, gli effetti spera. tando così la condanna. . . . ' . , della Chiesa non d. nsia spinse molti intellettuali a Questa severita . . che una sorta I a , d' . . .1 dogma trinitario. l t1. S1 puo ire . . . f I raziona mente i . . da Fiore tentò di ar o uscire addirith' . riesaminare . 'f'1cato in tre IDO . t e rcense G10acc 11 cis . di attualizzarne i·1 s1gn1 l . ' d l mistero ne tentativo h d fnì del Padre o dell obbedienza servi. h tura a d 11 l'b . . distinte età storie e, c e e l ·tu' filiale dello Sp1r1to o e a 1 ertà d Il . . ' le, del F1gho o e a servi 6 · • d' • • , assoluta (1 ), stoncaizzata perio Tr1nita sulla ·scussione . . . . P er al tro verso, Ia dl patristica. mente ebbe anche esiti compatibili con la tradizione Per esempio, Rupert di Deutz pensò in modo agostiniano la corrispondenza fra Trinità ed età dell'uomo, affermando che la terza . t o (17l. · · · con l' avven t o d e 1 Cris età dello Spirito Santo era 1n1z1ata La concezione gioachimita si distaccava, invece, dal pensiero paolino e agostiniano sulla Trinità, che, interpretando la storia in modo cristocentrico, aveva riconosciuto f ondamentale l'evento della Incarnazione e fatto iniziare da lì la storia della salvezza profetizzata nelle Scritture. Infatti, il monaco calabrese superò il cristocentrismo in vantaggio di una nuova età dello Spirito Santo, definita suggestivamente età dei fanciulli, del pieno giorno, dell'estate, dei gig~i,_ del f~ume_nto, dell'olio, della Pasqua, in cui sembra balenare g1010so 1 empito naturalistico di una poco ortodossa · · · · ·1 e v1s1one "età dell'oro" (l8) · U na simi moltiplicativa della stona · poteva. essere portare al ridimensionamen.fraintesa e a dd'irittura . . . to dei misteri dell 'Inc arnazione e della Trinità e in definitiva , . d ' d l C . e11 a centralità della figu risto nell'economia del disegno ra e . I T sa v1 ico tracciato da Dio per l' uomo. L 'd d ) . e· e l ee ell'abate profeti co ioacch1no da Fiore (1135-1202 , . . posteriori di al . d' S cun1 anni al pen . siero I an Bernardo, testimonia· no, in sostanza . ' ' quanto profond 0 e pero utopistico fosse in alcune . coscienze del XII 1o il desid . d' f f ondamenti esclu seco erio 1 ar rinascere la società stl · s1vamente spirit 1·1 ua , spesso in apert,o contrasto con Ia stessa trad· · 1z1one eccle • . . s1astica. Non meraviglia d . . . ' unque, il fatto h . c e, in tempi di eresie e sc1sn11 34 I . h rico rren ti, anch e le eser citaz ioni ace a d em1c e di Ab el ar d o suII a . a sem b rass ero peri.colo se fino I logic a punt o di esse re cond anna te ' . nel sino do d1 Sens (114 0). . . . Nel 1ned ioev o, "sos tene re pubb licam ente op1n 1on1 eh e cont rasta f' Tt stab fede la ano ccav vano o che atta le per a issat o a I I . . gge era . . 'eres l cui per one ragi vera la e eres ia, crim iun ta idera cons era Ia . . • G di m retu ne era - com e spie gava il Dec razia no - che l'ere tico . f • t quan in uale llett mos trav a arro gan za inte enva 1e sue opipre o ' d' Il . . · t' ifica qual o eran che ro 1 prop rio nion i a. que e .1 colo per pron un. . era alto tradi ciars i 1n mat eria d1 fede . Di cons egue nza l'ere sia to dei prin ci1~en~o com mes~ ~ ~on tro la mae stà divin a per un rifiu era non solo la pi d1 fede stab 1ht1 dal papa to. Diet ro ques ta tesi vi espr imer si in rifle ssio ne che l'ind ivid uo non avev a alcu n dirit to di di gran de mate ria di fede , ma anch e che la fede era una ques tione fede , e cioè il inter esse pub blic o; se infa tti si perm ettev a che la le fond ame nta ness o che tene va unit a la soci età, veni sse corr osa, bbe croll ata. della soci età avre bbe ro cedu to e la socie tà stess a sare il prin cipio Le seve re pun izio ni infli tte agli ereti ci dimo stran o che lusio ne logidell 'util ità pub blic a era eser citat o fino alla sua conc arna ldist i deca" <19 )_ Esem plar e in tal sens o fu l'epi logo dei moti impe rator e term inat o dall a coal izion e del papa Adri ano IV e dell' Fede rico Barb aros sa, di cui parl erem o anco ra. l'ani mato Arn aldo da Bres cia, ex allie vo di Abe lardo , era stato re papa le pred ican do re delle rivo lte repu bbli cane cont ro il pote . h ezze c20) · 1ìu t . d'1 ncc ria mate in sa Chie della rma rifo una radi cale esse re col· , le sue asp1· raz1·on1· pote vano so1o appa rent eme nte tav1a se . fosse ro state d a l mom e nto che . , . I 1ca, ge evan ale mor alla te lega mass e popo a rivo luzio ne d1 B . d d' un d con attua te, avre bbe ro scar 1nat o r erna socie tà Anc he 'b'l' Il ofar I l'' . · . ra inte e lari l'edi ficio eccl esia stico. . tro i prel ati sens i I I a o s at la stess bbl' Cl airv aux fu sem pre seve rissi mo con icam en e erar e pu . d.1 etto roma no di d I . zo mon dano , accu sand o I1 d sper ~stian eone e o . . . ttere in discu ssion. e d I cri vita dei pov eri, ma,. ,da .ere e d, me a bene . O . addi r1tinteg ritas dell 'aut onta , s1 guar erar ch'ia ecclesia" stica O pu b hlica men te la dign itas d e Il a g tragi came ntura lo stess o prim ato del papa . teva c h e con elud ersi n Il nel 2° conc ilio lateLav vent ura di Arn aldo non po Inno ~enz o • Zuri go. Infin e, nel te. Con dann ato com e eret. ico .daFran cia e poi a rane nse, cerc ò rifug io prim a in 35 Cap. I . 1 rivolta repubblicana contro il p dalla precedente condan apa . III h l'aveva asso to na fu. Eugenio , c e l apa Adriano IV, che lo fece gi ' . consegnato dal Barbarossa a p Usti, 1155, dopo aver appoggiato al ziare. . . d. d. trano che la professione di pov , uesto e altri episo i imos . erta Q . . . d Ila Chiesa come essenziale nel mod ll volontaria riconosciuta a l' . e o . . . . l O con prudenza e con approvazione del} di vita cristiana, so d' e . , l . t· h poteva essere pre icata come argoment autonta ecc esias ic e / d. o palingenetico della società, proprio perche, se iffusa ~on accesa sse avrebbe perso la sua connotazione evan propagan d a f ra l e ma , . . . d. ·re solo un mezzo politico di sicuro sconvolgimento ge1ica per i veni sociale. La conferma esemplare di ciò avvenne qualche decennio dopo questi fatti, quando gli ideali evangelici di san Francesco si affermarono in modo incontenibile come presenza dinamica nella società. Sbocciati, infatti, da una radice del tutto laica, come in fondo fu quella di Cristo, tali ideali poterono diffondersi nella loro potenza umanistica senza incontrare ostacoli da parte dell'autorità costituita solo dopo il riconoscimento nella struttura ecclesiastica del nuovo Ordine mendicante che li avrebbe predicati. In questo complicato intreccio di fede e potere, tra certezze e contestazioni dell'autorità all'interno e all'esterno dello stesso edificio ecclesiastico, i riferimenti fondamentali rimanevano le virtù mariane dell'umiltà e dell'obbedienza, come appunto sosteneva san Bernardo. Di conseguenza, il confronto fra le correnti mistica e razionalistica ~i _concl~se con l'affermazione della prima, in grado di offrire una visione più tranqu 1·11·izzante d e 11 a tradizione · e quindi deIla vi·1a stessa. Il fine di Be d d. Cl . . . Il . rnar o i airvaux, campione del misuc1s1no ne a prima metà del XII 1 f · . . · · a· to dell . seco 0 , u, infatti, di mantenere 11 prun, a scienza sacra su q 11 f zi della di 1 · . ue a pro ana, evitando che gli artI 1 a ett1ca interferisser 0 11 v . E fu sostenitore tant . su a reritas delle Scritture. 0 convinto di q . ·de· rare eterodossa anch p· uesto primato, che finì per consI . del mondo anti e interpretazione ahelardiana di alcuni aspetti . co, secondo la q 1 ·1 . . . teva essere 1n antitesi e l . ua e i cristianesimo non P 0 b 11 on a ragione s 1· e ]a e ezza dell'antic . f e questa spingeva ad accog' ier ·1 C . . O in orme crist. " . are 1 nstianesimo" . iane. Non potendo paganizz . osserva G1lson '"Ab 1 ·chi· e ardo cristianizza l'antI ·r 36 tà", fino a crede re nella salvez za dei filoso fi antich i, essend o inconce pibile per la ragion e che sapien ti vissut i prima della Rivela zione possa no essere stati conda nnati, incolp evoli, alla danna zio(2]} • ne eterna In sostan za, se per Berna rdo di Clairv aux bisogn ava solo crede re per capire , come, del resto, aveva profet izzato Isaia, per i nuovi logici, di cui Abela rdo era il presti gioso maest ro, la ragion e era il fonda mento scient ifico e conos citivo dei dogmi . "Capi sco per crede re" procla mava Abela rdo, che, nello stesso tempo ricono sceva ''la logica mi rese odioso ", mentr e Berna rdo, Scritt ure alla mano , ribadi va: "Gius to era David e viveva secon do la fede, quand o dicev a a Dio: Damm i l'intel letto, e vivrò, sapen do che l'intel letto succe derà alla fede e che deve essere rivela to alla compr ension e della vita e alla luce della vita. È neces sario prima di tutto accos tarsi all'om bra e quind i giung ere a ciò di cui si manifesta l'omb ra, perch é se non avrete credu to dice David , non potre te neppu re capir e" (22 ). Appro fonde ndo quind i il tema della centra lità della fede e della sua indisc utibil ità, l'Aba te di Clairv aux aggiun geva: "Biso gna soprattu tto evitar e di fare confu sione, così che la fede non consid eri verità assolu te i dubbi dell'o pinion e, o che l'opin ione non ridisc uta le immu tabili certez ze della fede. Si consid eri dunqu e attent amen te il fatto che l'opin ione è temeraria se vuole fare afferm azion i peren torie, mentr e è debol e la fede che ha incert ezze; ugual mente , quand o l'intel ligenz a cerca di oltrep assare le barrie re poste dalla fede, quell' intelli genza è colpevole di furto e di indisc reta curios ità nei confr onti di Dio. In molti hanno prese ntato l'opin ione come intelli genza , sbagli ando. Si può certam ente scamb iare l'opin ione con l'intel ligenz a ma non 23 l'intel ligenz a con l'opin ione" ( ), Se, dunqu e, la verità era già nelle Scritt ure, la conos cenza , secondo Berna rdo, dovev a fonda rsi su queste e non potev a essere libera ma dovev a svolg ersi sotto il magis tero della Chies a, ritenu ta depos itaria della Tradi zione sacra e, nello stesso tempo , realtà st orica unific ante del dualis mo agosti niano di celest e e terres tre. La convi nzion e del mante nimen to assolu to della Tradi zione e l'idea che la Chies a terres tre unita fosse il rifless o di quella cel este furono centra li nel pensi ero mona stico del XII secolo , e da sempr e -=Cap. I -- 37 'X't' L \ L . i - t:.Y ( J - - . tiva cristiana, come si riscontra n I Itura f1gura . e. 11 radicate ne a cu . S t·1 Cosma e Damiano (527-530) e I · dei an ne l'archetipo musivo P de (81 7-824) e come ribadisce lo st . . I . Santa rasse . . es. ciclo abs1da e in b •dale di Santa Maria 1n Trastevere. . 11 conca a s1 ' so mosaico ne. a ·gnificativa è in proposito, la posizion b· stercense, si e In am ito ci . . .11 uale nel De duabus civitatibus, dop di Fris1nga, q ' . . o d1. o t t ~ne .1 rimato della Chiesa, asserisce che la città ter. aver riaffermato I p . f 11 . ' . ·r· l'impero s1 era usa ne a c1tta restre, ident1 icata con . ' . . .celeste·, . , non so Io t u tti· i popoli ' ma anche 44 Po1che . , gh imperatori, . . salvo m1 sembra qua lcuno, sono stat i cattolici sottomessi . ,all ortodossia, . . di aver fatto una storia non delle due c1tta, ma virtualmente d1 una so la, che 1·0 chiamo la Chiesa. Perché, anche se gli eletti e i dannati si trovano in una stessa dimora, io non posso più dire ch'esse ne formano una soltanto, benché essa sia mischiata come il grano lo è con la paglia" <24 l. Ulteriori aggiunte dottrinali all'argomento si trovano quindi nel De unitate Ecclesiae di Ugo di San Vittore, il quale, muovendo dall'ecclesiologia paolina, giunge ad identificare nel corpo del Cristo la Chiesa di tutti i fedeli ."uno spiritu vivificata et unita fide una, et sanctificata", per sostenere, infine, la superiorità del potere spirituale da cui procedeva quello temporale <25 ); e ancora nell'opera di Onorio d'Autun e Giovanni di Salisbury, i quali fondarono sull'Antico Testamento il principio dell'unificazione di ogni potere nella Chiesa. "I mperator Romanu d b · · · ·1 · mo e 44 0 . s e et a b A postohco ehgi" sosteneva 1 pnmnis potestas a Deo est" ribadiva l'altro (26). mentre lo stesso san Bernardo . I d . ' ·r· care la t · d ' rivo gen osi al papa Eugenio III per giusti •eoria e1le due s d ' i del solo som . . pa e, temporale e spirituale, nelle man mo pontefice fo . d. n Luca! "Debb 0 . ' rzava anche il testo evangelico I sa aggiungere" 1·1 d. d non ti appartien . eg ice ''che chi afferma che la spa a e, non m1 se b . e ll a a parola del Si m ra prestare sufficiente attenzion Ad gnore che d" 'R· ' unque, anche la 8 d . ice: •metti la spada nel fodero· cenno a h appart· 1 tuo ' quan d' e' nece pa • ssario d Iene, ma da sguainare a . adppartenesse a nessun tit 1' no~ alla tua mano. Che se non t~ ue spade' 1·1 s· o o, agh apo t O 1·1 h . ' qul . •gnore s o e dicevano: Ecco 4 ' 1 P Uttosto• S . non avrebb • ,, JJla · ono d1 troppo'. e risposto: 'Basta cosi, 38 Alla Chiesa pertanto apparteng ono due spade, una spirituale . , · questa secon d a d eve essere sguainata per difen1 altra materiale ' . · · dere la Chiesa ' la prima dall a Ch'iesa stessa; quella spirituale dal 1 d d sacerdote , quella materiale dal sold a t o ma a1 coman o e sacerdote e sotto la responsab ilità dell'impe ra t ore [ ... ] . I mpugna d unque ora la spada che ti fu affidata per colpire e vibra i fendenti che · mo 1ti· a 1meno quelh· salvano , se non proprio tutti· , se non proprio ' che puoi" (27 )_ L'idea dei teorici medievali di un' unità ecclesiale proiettata in una prospettiv a escatologi ca era alimentata dalla consapevo lezza di poter contare sulla tradizione patristica e sulle stesse Scritture. Sul fondamen to di tali autorità, la Chiesa, come vedremo ancora, era stata assimilata simbolica mente a Maria identifica ta ora nella ' donna dell'Apoc alisse giovannea ora nella sponsa mistica del Cantico dei Cantici. Lo stesso san Bernardo scrisse di questo libro veterotes tamentari o un commento che è il testo di mistica mariologica più suggestivo e argoment ato del medioevo. E proprio da san Bernardo , con la teoria dell' acquedott o, di cui riparlerem o più avanti, fu sostenuta u n'altra idea: che a Maria spettasse, cioè, il ruolo di avvocata dell' u omo, da avvocata della sola Eva peccatrice che era stata n ell'interp retazione di Ireneo di Lione (II sec.) e di Gregorio di Nis sa (I V sec.) (28 ). L'immagin e della mediatric e, che è anche il leit motiv del mosaico transtiber ino, aveva fondamen tale importan za per san Bernardo , proprio perché, grazie a questa prerogati va, la Madonna era, di fatto, la pietra angolare su cui poggiava il disegno salvifico culminato nell'incar nazione del Cristo. In questa veste di avvocata, infatti, Maria ricapitola va la storia terrestre e celeste del riscatto dell'uomo , dalla caduta per superbia nel peccato originale alla salvezza per umiltà del concepi. . mento virginale. Consegue nza primaria di questo p~nsiero e:a la ri~novata esald e 11 a s t ess a umanità del Cristo e dei dogmi, soprattutt o · t azione dal · · · , a questa connessi · L'argome nto, . . essenziale que 11 o trinitario ret eo Io gi·co , diveniva fondamen tale in pratica per · . . punto d i. vista adottrinari essere dovevano condanne cui le · · 1· . . , . . . p 1icare ag i ere 1ici, , trattanfretta I ortodossia b'li per ristabilire in · · . , . . . . . mente inequ1voc a 1 t di' predicato ri o d1 prest1g1os1 maestri d univerI • d os1 genera men e 39 T di largo segu ito. Per conf erma re, quind ·I, 1,o d' . , h godevano tt 0• a num eros e cosci d re all'o bbe 1enz . sita e e enze f . . . . er neon ur . d'1 even ire così il r1pet ers1. d1 erro ri ' 81- f av ùor. dossia e P 0 · pr o •cand • t1va er che , sacri ti men argo degli oscen za I viate, cer . st ano . . . . modo a con . a1i d co idee delle 1h sc1b cono e . più facil ment m ogm. n anna. insidiati, con mezzi cità di sus . d' . 1. fgura tivi per la loro evid·1ente capa te. Citare I . . ' . I gran I c1c I I sp sero assol o, popo 1 solo fra 1 dotti ma 1n tutto . . esso emoz10m non . ""e mo vedre come , ardo o san Bern ·one · Lo stess "1 g110 · questa f un Zl nella Ap o. tant' è vero che, ti ne comp rese l'imp ortan za, ., . . . , , pm avan , logia all'abate Gugl ielmo , cond anno SI le dec_oraz10~1 liturgiche teri, sontuose e strav agan ti ma solo quell e nelle chies e dei monas perché distra evan o i mona ci dalla med itazi one dei miste ri divini, quali non certo le opere d'art e nelle chies e aper te ai fedel i, alle la riconobbe invece espli citam ente valor e dida scali co, prop rio per 29 vere loro evidenza ester iore ( >, Rien trand o Sant a Mari a in Traste fra queste ultim e, si può dedu ttiva ment e aggiu nger e, in un bilancio di significati teologici, che i mosa ici d el XII secol o, ma anche quelli del XIII secolo, nell'a bside di quel la basil ica, furon o ideati, oltre che per esalt are la glori a dell' Assu nta medi atric e e l'unità di della Chiesa nel Vicario di Crist o, anch e per ribad ire, in tempi i frequ enti eresi e, la centr alità, nella stori a dell' uom o, dei mister ce· dell'I ncarn azion e e della Trini tà. Infat ti, la scen a dell'e pilog o · · i·r·1ca come cons egue nza dell'I ncarn azion e, leste nel catin 0 si· giust per cu_i Maria, prop rio in virtù del fatto che in terra fu la madre • del Cristo per vol on t'a d'ivina , nella glori a etern a divie ne la sponsa· . . . 1 misti ca del Figlio N l · e regi st ro sotto stant e furo no illus trati invece . dai . f presupposti storic i a tal ta anda tram one versi nella e tnon Il Vangeli e . .- , ·to . e10e ne a seque i trans al ita nasc dalla .. a logic crono nza misterioso dell M d d ]la . . fino a l cu l mine a a onna e nto lime ccog dell'a ' . sua anima fra le h a del Crist o • u·•ntera com .racc1 . Jto . . posizione, anch d' st . mo entI mom due in ita esegu e se • ant, crono! · tto og1camente fr l d Il conce nel rietà unita trova oro, a . e_ a centralità di M . della . . aria sia nell'I Trmit' . a dogm nel sia ne az1o ncarn S . ·. a, •n quan to "fi lia dell~ I P•r~to Santo" e nel)'fd dehl Padr e, madr e del Figli o, sposa71;( tel M ea e e la ionun um ater hrist i è anch e la ma et advo cata OoJ_ ° e 40 Ma per avere un quadro più completo dei contenuti del mosaico nel catino absidale transtiberino in relazione al pensiero del XII secolo converrà anche tener conto del modo con cui fu affrontato il problema della conoscenza. Accanto agli accesi dibattiti su questioni teologiche, nel XII secolo si svolse altrettanto vivacemente e con sconfinament i della dialettica nel campo della teologia il confronto sulla logica, che si identificò nelle opposte dottrine del realismo universale e del nominalismo, in cui spicca ancora la figura di Abelardo. L'evoluzione di queste teorie in rapporto alla posizione della Chiesa sembra trovare qualche riscontro nel mosaico transtiberino del XII secolo. Questo, infatti, fu ideato come testo figurativo di valore ecumenico per offrire una sintesi di teologia naturale e rivelata, quando il realismo universalistic o era ritenuto dall'ufficialità l'unico mezzo ortodosso di conoscenza e il nominalismo un'incognita destinata a spingere l'uomo verso forme di conoscenza singole per poi circoscriverl o in posizioni relativistiche; posizioni che, nel XIV secolo, sareb bero culminate nella logica dell'evidenza immediata e intuitiva di Guglielmo d'Ockham. Vediamo in rapida sintesi le due posizio:nl (3 l l _ Per gli universalisti la realtà era costituita dall'umanità; per i nominalisti, invece, erano reali solo gli uomini presi uno per uno, così che dell'universa le si poteva avere soltanto un'opinione, men. tre era possibile conoscere il particolare. (1050 · · r1 espo nenti del nominalismo furono Roscelhno (32 ) I pnnc1pa . , . _c. - 1120 c. ) e il suo allievo Abelardo (1?79-1142) · 1·1smo, r1't en endo indistinto il concetto d1 un1versahta . Il nomina 1nconoscenza della · porto, a d un a valutazione decisa . . . d e Il a specie, Roscelhno, dogmi. dei e fede della steri · · d h I 'd . l T · d 1v1 ua e, anc e e1 m 1 . , . scomporre a nd O Ila teologia ' f1n1 per . d' . a apphcando questo meto vita ad una sorta 1 dare da così t · . nità in tre sostanze d 1st1n e, · · l bb . . • triteismo. e e va utaz10n1• d dei punti di vista, . ,. . . L1ntera quest10ne, a secon a .1 "lo ici" da respingere per 1 teo 1og1 . · olo per Io stesso .' ~ opposte: entusiasmant e per m1nahsmo un pene I ne uguali e distinte. ~o . d' ortodossi, che vedevano, ne tituita 1 tre perso . . 'zioni il problema del concetto di una T r1nita cos ' on senza opposi I · osta soddisfacente da Solo in pieno XIII seco o,. e n ebbe una risp rapporto fra fede e rag10ne 41 Cap. I 'A •no il quale distinse nell'uomo so d qui ' / que arte di san Tomma. ddicessero ma perche convives Ste P hé s1 contra . . . , sero . realtà non pere . f 1· risolse ogni d1ff1colta assegnand tn . ,y, aso in at I, . .b. o al armonia . .1omm '. . re il più lontano poss1 ile l'inter · "'I d re d1 spinge . . . Preta l'uomo 1 ove . d . d Ila fede, d1 r1sahre con la ragione · Verso . . aie dei at1 e . . z1one razion . .d. dere dalla r1velaz1one verso la ragion ,, (3 . di n 1scen e 31 la rivelaz10ne e aglio intellettuale nella Chiesa del "I · . <l}. . . d' questo trav no circoscritti alla Curia e alle univer . ' I nsu 1tat1 I XIII secolo non restaro . . . Sita; . . nche in campo art1stico. Emblematica in t d. I . .. a1 essi fecero opinione a . , l' d ntesca titanica summa I teo og1a trad1z1onale senso e opera a ' . .. e culative contemporanee, come pure s1gn1f1cative . . . . di pos1z10n1 spe . . sono le numerose espressioni figurative, che, a partire da Pietro Cavallini, offrono del "bello" interpretazioni sempre più definite secondo le regole classiche di armonia, razionalità ed equilibrio, riproposte, per altro, già dall'estetica tomista. Schematizzando così per il caso che ci riguarda, si può dire che, nella decorazione musiva dell'abside di Santa Maria in Trastevere, è dato trovare un doppio indirizzo tematico corrispondente al doppio svolgimento della teologia e della logica fra XII e XIII secolo (tav. I). In altre parole, la raffigurazione più antica nel catino absidale, che esprime una totalità concettuale immutabile e senza di~tinzi~ni. come un eterno presente, appare consonante con le idee de~ reali sti, per i quali l'umanità e quindi la Chiesa esistevano u.niv.ersalmente e senza distinzioni individuali, come senza distin· z1on1 era l'idea della d. . . ' . . ivina eternita. Diversamente le sottostanti . st one della vita di Mar· · ' dI 1300 ,. ia terminate alla vigilia del giubileo e l' ' mostrano un intenzio 1· ' menico simbolismo . n~ Ita antropologica che integra ecu· della nuova v· • apocalittico del mosaico più antico alla luce lSIOne tomistica d 11 I 'sto era stato anch ) e a rea tà, in cui l'uomo (e fl . d. .d . do di , l' e, uomo era visto co Pensare armonia d Il . me In IVI ualità 1n gra alla t I · • e a ver1tà c . . eo og1a rivelata la t ·1· • ontenuta nei dogmi. Accanto di · S ' eo ogia natu I · · te»nienti, e, nel XII ' ra e s1 dispose senza più fra1n flatus . f' secolo, I uom 0 ' . oJlle . vocis, u con la t I . pote essere concepito e . D10 c'è identità di esseeo og1a di san Tommaso secondo la quale JJl uom · nza ed · ' • 11 ola cui era riconosciut ·1 esistenza, che si affermò l'idea di tl. ma a corp o I val d I l' Jll' e quindi con t ore e la ragione legata con a · U nione 1e ta bb Utti i 8 are ero derivati. poteri e 1 limiti che da qnes e ° 42 Questa valutazione dell' uomo come . d' 'd in IVI ualità presente attivamente nella storia è co f I n ermata nel XIII seco o, anche da un particolare non trascurabile e . , d ' .' f c1oe a 11a semp ' . ~e piu requente presenza 1n opere d arte di nomi d'art' t' d' ·1 . p is I e I comm1tt . enti. er 1 caso della decorazione musiva nell'abs 1'd d'1 S anta M · · T e . aria in rastevere, è così possibile rilevare che m t d I XII ' en re su1 mosa secolo non . . ico e . compare alcuna notizia relativ · a ag11 artisti che I ~ eseguirono, delle . sottostanti storie della vita di M . · ·1 aria sappiamo 1nve ce, sia 1 nome ' dell'autore, Pietro Cavall· . . d' 1n1, in icato da un m onogramma sulla cornice, in basso a sinistra n I . e riquadro centrale e tramandato . . . t' h f d 11 . a e an ic e onti, sia il nome del co mm1ttente, Bertoldo Stefaneff h. s~ i, dra iguratol, con lo stemma della sua famiglia, nello stesso riqua ro centra e (fig. 36 ) . . Ugua_Imente,_ in un' altra opera contemporanea al ciclo cavallin1ano_, 11 mosai_co nell' abside della basilica romana di Santa Maria ~aggiore, troviamo r affigurati con relative didascalie i santi Anton10 da Padova e Francesco d'Assisi, campioni dell'ordine francescano da cui proveniva il papa Niccolò IV committente del mosaico,., ~I car~inale Jacopo Colonna, finanziatore dell'impresa, nonche 1 nomi degli a rtisti che lo eseguirono, Jacopo Torri ti e Jacopo da Camerino. La difficoltà di tro vare nomi in opere d'arte fiorite prima della sintesi tomistica si spiega, come ho già accennato, anche constatando che, nel rapporto fra individuo e società e quindi fra artista e committenza, l'individuo non aveva rilevanza perché considerato solo uno dei tanti elementi di una struttura sociale, fondata sull'idea per cui utilitas publica praefertur utilitati privatae. Sull'argomento mi sembra particolarmente significativa questa pagina di Walter Ullmann: "Quello che nel Medioevo caratterizzava ogni aspetto del sistema discendente del governo e del diritto è che l'antica necessità del consenso del cittadino fu sostituita dalla fede dei sudditi, perché era la fede nella sostanza della cristianità a dar vita alle stesse istituzioni teocratiche. Inoltre, nell'ambito del sistema discendente di governo, il re non apparteneva al regno; il papa non apparteneva nelle sue funzioni di papa, alla Chiesa: entrambi stavano al di fuori e al di sopra delle istituzioni affidate loro [ ... ]. Passando ora ad una manifestazione completamente diversa dell'individuo nella società, cioè all'anonimità di scrittori, Cap. I 43 . . . rsonale di cancelleria , architetti . ubbhc1stl, pe . d 1 . ' coPis , studiosi, P ttestare la mia e usione [ ... ] allo h' t11 o soltanto a . re e , ecc., poss d'arte O di letteratura o di document . lli1 . b ·n un'opera . az10 im atto i , ·1 uo autore. Che cosa sappiamo degli ,ne h 1 cosi bene 1 s ., Uolll1111. c e ce a . d eseguito alcune delle piu belle opere h hanno concepito e . . . . archi. c e . h or oggi costituiscon o la meraviglia anche d I tettoniche c e anc Ch' h . e la . . nerazione attuale? i a scritto questo 0 così sofisticata ge . . quel ha dato vita ad una nuova corrente di pens· trattato ch e spess O . Iero nuova scuola? Molto spesso troviamo un Siglu o anc h e a d u na . rn alla fine di una glossa o di una Summa, ma chi era B? Chi era M~ Vi erano molti Bernardo e vi erano molti Martino. Nel caso di documenti ufficiali, quest'anonim ità è particolarm ente grave: chi era, in questa o in quell'epoca, a capo della cancelleria che ha steso questo o quel decreto o legge con una sua bellissima Arenga~ Sapere chi fu il chierico addetto alla cancelleria Wl o B4 in verità non c'è di grande aiuto. Chi ha concepito la Cattedrale di Ely? Chi fu l'architetto della cattedrale di Strasburgo? Sapere, anche qui, che questa è opera della scuola di Reichenau e quella è opera della scuola di St. Albans, e così via, non costituisce un elemento per l'identificazione dell'individu o che ha composto e eseguito o illuminato questo o quel manoscritto. Oggi, quando si costruisce una nuova casa di appartament i, il nome dell'architett o appare su tutti i giornali ma in futuro né l'architetto ne' 1a sua · ' costruzione saranno ricordati mentre dopo tanti secoli la prod · . ancora ' ed a ragione, • uzione me d'1eval e suscita grande ammirazione" (34) ''L . ," ' " . · a soc1eta conclude Ullmann era un t utto unico e ind' . 'h1·1 h lVtSl e, e all'interno di essa l'individuo non era c e una parte: quello eh . . , e non quello d . e contava era il benessere della soc1eta 11 . . una parte coe81, e. singole f' . . parti eh e 1a costituivano . L,.1n d'1v1'd uo era in 1n1tes1male h 1· . f acilmente sac ·r· . e e suoi interessi potevano ess ere ri 1Cati sull' 1 dI la società stessa h' a_ tare del bene pubblico, sull'altare h l ' pere e niente ·-. c e a corrosione e 1,. d era p1u pericoloso per la soci·eta unita, la fede" (Js) _ in eholirnento dell'elemento che la tene-va e: 44 II mo saic o nel cat ino ahs ida le Una "S um ma " me d'ieva le .. I Ide ato e fors e iniz iato neg. li ulti mi t emp i· d e pon tific ato di Inn o. · III , que sto mos aico a term ine sott o Eu gen io cen zo II ' e por tato . I · ce l e b ra. l ass unz ion e .e la glor ific azio ne d'1 M aria su tron o Geleste · •rata al · ispi · ica · n1st e dell a litu rgia a ssun z1o a ver del Cri sto . . sion .C d nell ant ico ei ant ici. Scr ittu re, que sto miAnche_ s~ non ,esp lici tam ente atte stat o nell e fon da dev ozio ne da ster o cris tian o e stat o sem pre ogg etto di pro otte nuto defi nizi one di par te dei fed eli, ma solo rece ntem ente ha dog ma (I)_ trin aria dei Pad ri ed Dif fusa men te acc etta to dall a trad izio ne dot do, che , lo can tò con esal tato a più ripr ese nel l'op era di san Ber nar le, il mis tero dell 'Asacc enti deg ni del la più nob ile liric a med ieva i vete rote stam enta ri sun zion e è stat o coll ega to in par tico lare ai libr del Can tico dei Can tici e dei Sal mi. o è dato dal pass o Nel mos aico tran stib erin o il rife rim ento al prim ILL IUS AM PLE SAB IT LEVA EIU S SUB CA PIT E ME O ET DEX TER A dall a Mad onn a (tav. (sic ) ME , che com par e sul rotu lo tenu to ape rto que sto pass o deg li Il); il coll ega men to con il seco ndo si legge in figu ra dell 'Ass unta stes si Sal mi che sug ges tiva men te si ada tta alla tron o, Dio , dur a per bas iliss a di San ta Ma ria in Tra stev ere: "Il tuo Ofi r [ ... ]. ,La figl ia del sem pre [ ... ] alla tua des tra la reg ina in ori di vest ito. E pres enta ~a re è tutt a sple ndo re, gem me e tess uto è il suo I I I re " (2·>. d · · e azzo pa ne a I re in pre zio si rica mi[ ... ] ent ran o 1ns1eme I ELE CTA ME ~ ET L'is criz ione sul libr o ape rto del Cris to VEN è inve ce una vari ante PON AM IN TE TH RO NU M ME UM (fig. 17)L 'b " (3 ) · . • d ' "TJ: ... ano i e d el pas so del Can tico dei Can tici reni stra stev ere. illu in Tra di San ta Ma.ria · 'f · a mar ian . d . La . a gr~ n e ep1 an1 d1v1no perI l • · . men ti fatid w1 del dise gno d · . in su mo 1 ca e cces s1on e cro no og1 e nto ime cep con nale ·rgi I d · . . I sa I vez za dell 'uom o: le pro f ez1e e VI a za dell a Chi esa nell a Sto na, la fine . · d e C rist sac 'f•1c10 o, 1a pre sen 1 n · sul tron o del Cris to. San Ber nar do f d' M aria . . · t dei emp i e 11 tr1o n o 1 e . 45 Cap . II , ev a de sc rit to i tr e gr ad i de l ca m m in o de lla sa lv ez za co si av "" . , . , centra suJla di sces ~ de l _Verbo: il ~n m o e da lla s_omm1ta ~e l cielo al l'i iic ar i1 az io i1e, 11 se co nd o fin o al la cr oc e, 11 te rz o fin o all a d" te '\ fa ce iid o co rr is po n d er e a qu es ti. . ltlor. 1 tr e gr a 1 as ce nd en ti deU r es urrezio11e, de l gi ud iz io e de lla gl or ia al la de st ra de l Pa dr e (4) a • La na rr az io ne tr an st ib er in a ha il se gu en te sv ol gi m en to . Nell'ar. co a1Jsidale, si111bolica co rn ic e de lla sc en a pr in ci pa le , so no raffigu. ra ti, ci as cu110 ad un 'e st re m ità , i pr of et i Is ai a e G er em ia : il primo 1110s tra u11 ca rti gl io su cu i è sc ri tta la su a pr ofe zi a di un a vergine ch e co11cepirà e pa rt or ir à un fig lio ; l'a ltr o, an ch 'e gl i in un cartiglio, es ib isc e la pr ed iz io ne de lla m or te de l C ri st o in re m is si one dei JJe cc a ti de gl i uo m in i (fi gg . 1, 2) (5 )_ fi~: di ciascun profeta è una p a Ima, a lb ero dalla s. b I . Al fiartcb . og1a _1m o sulla . f o d.I Cristo ricchissuna, che potrebbe . qui indicare il t non . . . J11orte, d a I .momento la p I . c hb e,I f 1n dalle origini d e 1 cristianesimo d a ' !'I .. • d vittoria a fu cons1 erata s1m .o o della e1 martiri . Sembra del . 01 ta I e 1potes1 . la presenza s u Il a pa1ma accanto' ad resto, avvalorare '11 . . di. volatile dotat 0 d e Il a prerogativa Isaia. della fenice, . . 1 eggendar10 . J11onre e resuscitare, ritenuto per questo simb 0 Io d e 11•·immortalità · all'incarn azione e a 11a mordel Cristo. . . Ugualmente alluderebbero . • con un uccellino in ci· ascuna, motivo . . , gabbiette te di Cristo le due questo presente g1a 1n San Clemente (figg. 1, 2) (7 ). Sulle estre~it~ i_nferiori dell'arco absidale, si trovano quindi delle decoraz1on1 d1 gusto classico: una coppia di colombe, concettualmente collegate al tema dell'amore divino per l'uomo, che svolazzano intorno ad un'anfora biansata chiusa, posta al centro di una tovaglia contenente rigogliosi frutti e sostenuta alle estremità da putti (figg. 3, 4, 19 ). Se nel mondo antico , la colomba fu simbolo dell'eros naturale, per la cultura cristiana, che adattò molti simboli pagani alla propria spiritualità, ques t'animale raffigurò l'amore divino, che prodello Spirila persona prio sotto forma di colomba, simboleggiante d' M . (s ) Q . to Santo, fu artefice del miracoloso concepimento 1 aria . uesto tema delle colombe, una di fronte all'altra, simboleggianti anche la concordia era stato già rappresentato a Roma, nelle lunette affrescate del' Sancta Sanctorum e nel riquadro con l'incoronazione della Vergine nella sagrestia del monastero delle Tre Fontane l t t della conca absidale transtiberina, . 1 .I • d ' ll' ' d . . es o con are part1co e e qu1n I a I ea } C t' dei Cantici 'Nr· <9 ) Io mb e potrebbero forse an ico a cui 1gurazione è ispirata a I I . de11a sublimazione dell'amore .natura che a Ilu d e I sichegg1ante, h" e, eco essere .una to Non s1. legge, d e I resto . c as . colta decorazione 1n c iave • di questo a11 a spiritualizzazione I d d li· occhi. della sposa assi. . senumen . O proprio . ''La purezza e, sempr e . . nel Cantico dei Cantici la De eg ·1 distacco da . · mila ti a due colombe? Osserva la . avy ]1 ppresentano 1 paragonata alla colomba e le sue a · ra · • tutto ci,o c h e e, terreno " ( IO ) • b 'd I si trova sinteuzza11' reo a si a e, ma con una variante: la a 1endo verso il centro d e_ a ta la narrazione apocalittica giovannea, s 47 ::--Cap, II . una croce chpeo ree ante inscritta . · . one d e1 trono con un denti. d a 1 braccio trasversale, se. sostituzi l' l ha e l'omega ~e i nificante la totalità di spa. greca con a pdizione paleocristiana smg1·ne di tutto (fig. 5 ). d una tra . · · 0 e ter . con o 1 Cristo, principi . . ileva che nel mosaico nel. . e tempo ne . afico, si r z10 In un co nfronto iconogr T romana d.I San Clemente, precedente . in . Trastevere, il. tema dell'apo. l'arco a b si. dale nella basi . S ica ta Mana h . h' anni questo di an d di particolari, anc e perché di poc i iù abbon anza . calisse fu trattato c~n ~ nte ecclesiolog1co. . nsueti simboli degli evangelisti, d i. si·gnificato più dichiarat~me . . f tti oltre al CO . Nell'arco clement1no, in _a . ' . d ofeti Isaia e Geremia, sono "b I e a1 ue pr simili a quelli tran st i enn_ ' P l (la Chiesa degli ebrei e dei . t· Pietro e ao o raffigurati anche i san i tre in posizione centrale, . . Cl t e Lorenzo, men ' . . convertiti), emen e l' 1 h e l'omega di Santa Mana m · · to con a P a invece del clipeo crocia d t nato di dodici stelle col bu. un ton o con or Trastevere, campeggia sto di Cristo benedicente (fig. 29). I protagonisti di una storia antica Di grande originalità iconografica è la scena nel catino dell' a~si. ·anc h' esse a mosaico de, che si dispiega su due fasce sottostanti, (tav. I). . . La prima, di colore verde, contiene l'iscrizione dedicatoria m lettere capitali d'oro, che ricorda il restauro della basilica voluto da Innocenzo Il, ed è in esametri: HEC (sic) INHONORE TUO PREFULGIDA (sic) MATER HONORIS REGIA DIVINI RUTILAT FULGORE DECORIS + IN QUA CHRISTE SEDES MANET ULTRA SECULA (sic) SEDES DIGNA TUIS DEXTRIS EST QUAM TEGIT AUREA VESTIS + CUM MOLES RUITURA VETUS FORET HINC ORIUNDUS T1\TNOCENTIUM HANC RENOVAVIT PAPA SECUNDUS. \"Ila sottostante fascia di colore blu delimitata alle estremit~ dal_J_'.· ciuà_di Betlemme e Gerusalemme, 'consuete in questo tipo di r aff 1gu raz10ne sono d' • . 1 del' . . .' isposte, sei per parte, su ciascun ato l agn: llo mistico con nimbo crucigero rosso e d'oro le dodici p eco· re (figg. 7,8,9). ' Nel sovrastante catino . co n ' campeggia al centro il trono celeste 48 Il