Ante fatti e conclusioni
Il 25 gennaio del 113B fini
1
lloma. U na morte improvv·
ubn ungo incubo per la Chiesa di
.
isa , e e a molti
apparire provvide nziale portò _. il
contemporanei do,,eu e
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se P tetro Pae rleoni il prota . .
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clun1acen, ·
gon1sta I un
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Questi, infatti, fattosi elegger e da suoi o s~•~ma_ urato otto anni.
Pie tro il 14 fe bbraio l llO
parta~ani sulla cattedra di
, contese da antap ·
.
.
Anac le to Il il primato pontificio al e d " - . apa c~n •1 nome ~•
eletto a sua volta a a I .
ar anale Gregorio Paparesclu,
14 f
' pi p nnocenzo Il (1130 - 11 43) io quello stesso
e ~a•~ ~a qua the ora prima del suo antagonista.
La cr1sllan11à e ra ancora una volta e1·1v1,
. a ,, ma ua
-• Il a parte
d1.
I nnocen7.o
l1 .. j .. ,·hi~rarono tiU b"t
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• o • pu, autore voli esponenti del
monach,· .-. 1,11 ,1 ,·1 1, -111 1, 0 , che ftbb
· · nella sua
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e r o una parte d ecuuva
affe~n1: 111 " 11 • ·: 1: ,• ,· 11. 1nlo di Clain-aux 101•rat1t1110,, n1a anche Pietro il \, · 11, ·1·. 1l 1l ,· , \ ., rbe rt u di Xante n Cl>.
Il e r, · :. '. I " \ Il I ' ' ,i comn,entò i ratti che si verificarono subito
dopo qu ·ll" ,·11 1l
--11 partilo di Anacle to Il si afrre llò a richiedere a Rugg«· 1· 0 ( Hugger o Il. Re di Sicilia., n.d.r.) un nuovo 1,apa e
nel marzo (1138, n.,l.r.), con la sua ap1>rovazione.,, innalzò il cardinale Gregorio col nome di Vittor e IV; ma lo scisma non aveva più
ragione di esistere". ,.,Esso" prosegue Gregorovius ~~servl ai Ro-
bb -.
11
1
l I
1
Il
11
:..:
11:
mani ••sclusivame nte conu, n1ezzo pe r ottene re condizioni di pace
pita favore voli e. dopo bre ve le mpo.,, s. Be rnardo poté condurre il
<~u.-tlinale in veste di peccato r e pe ntito ai piedi d el suo protetto" <2>.
L'avvenime nto, eccezio nale s ul piano politico e religioso, non
mancò di ave r e risonanza, con1e dimostra il ca so delJa basilica di
Santa Maria in Traste ve r e, anc he su alc une scelte culturali d e lla
curia.
Innocenzo TI , finaln1 e nte unico papa, poté rientrare in Roma
acconipagnato da Bernardo di Clairva~.x, il fedel~ssimo ed i~esau:
ribile soste nitore della sua causa, che divenne cosi, alJa maniera d1
.
Ulla
· an t 1c
o c onso le rontano , ancbe
· il simbolo delJa restaurata unità
della Chiesa.
f 111rod1u i o 11e
19
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ione per que ll'av ven ime nto, Gof fred o d'A
Sull 'ond a d e11 emo z
. •f· ta defi nì Ber nar d o " co Ionn a d ella Ch· l"ll!'
fasi. gius
ti 1ca ,
xerr e, con e_n
. rda Ern aldo di Bon nev al, lo accl amaIesaiii
. R
I com e neo
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dre dell a patr ia (3). Ma il
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nfo di Ber o
"au tore dell a pace e pa
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del g1ov an1s s1m o ram o ciste rcen se d'1n1uv a ne 1 mon
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Clai.rvau x. n·1 l'1 a poco tem po ' nac que 1n Rom
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cenz o II , 1.1 mon as tero fond ato dai cist erce
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a11a e h iesa
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' il eU1.
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o
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Pisa
,
sare bbe dive nuto , in un brev issim o vola b a t e,
.
(
gere di ann i, il pap a Eug enio III (114 ~-1 153 ! 4 ).
.
In ques to clim a di rap pel à l'or dre, 11 par tito 1nn
ocen z1an o vittorios o, alla cui test a era san Ber nard o, per tram
and are il ricordo
del trio nfo del pap a sull a lace razi one scis mat ica
e per ché si aves se
di que ll'av ven ime nto una con osce nza qua nto più
chia ra e diffu sa
poss ibile , rico rse al mez zo con suet o nel med ioev
o per illus trare
fatti del gene re: un ciclo di imm agin i che dess e
con to simbolica men te degl i even ti e che sop ratt utto inse gna s se a
non abb and ona re
l'ort odo ssia (5 ).
Fu così che, q u;i si f crta men te fra il 1140 e il 115 0,
ven ne idea to e
real izza to nell a con ca absi dale dell a bas ilic a di
San ta Mar ia in
Tras ~ev ere, . di cui ~ra stat o prec ede ntem ente tito
lare prop rio il
card inal e _Pietro Pier leon i, lo scon fitto anti pap a,
un mos aico dedicato al trio nfo di Mar ia sul tron o cele ste del Cris
to (tav . I). Ma
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. sta gran dios
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ar e non u so o I offe rta voti va per Ia
fme dello scis ma anac letia .
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ora t'ivo d'I que l pap a era ta Ie
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opo a sua mor te il 24 sette mbr e
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inno cen zian o, che avev a r1-.
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20
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Intro duzi one
nipote di Innocenzo Il, e soprattutto, dopo il 1145, sul papa cistercense Eugenio III, l'ex allievo di Bernardo di Clairvaux a cui il
Maestro dedicò per la sua elezione il De Consideratione, grandiosa
e realistica riflessione sulla presenza spirituale e politica del papato nella società medievale (7).
Centocinquant'anni dopo questi fatti, Pietro Cavallini, essendo
papa Bonifacio VIII, completò, se così si può dire, la figurazione
assunzionistica del catino absidale di Santa Maria in Trastevere
eseguendo nella zona sottostante sette riquadri, ancora a mosaico,
che esaltavano ugualmente la figura della Vergine, ma nel significato più evidentemente antropologico e cioè nelle storie della sua
vita terrena. Il clima politico era del tutto mutato. Se, infatti, la
vittoria di Innocenzo II sull'antipapa, sancita nel concilio lateranense del 1139, era stata il preludio al trionfo dell'idea di plenitudo
potestatis del papato, il regno dell'energico Bonifacio VIII (12941303), nonostante la grandiosa celebrazione giubilare del 1300, fu,
in sostanza, l'ultimo atto dell'inevitabile declino dell'autorità papale di fronte al sorgere degli Stati nazionali (B).
Introduzione
21
Fra scismi, eresie e riunificazione
Le ragioni generali
· su11 o stesso trono d e I
Il. mosaico. absidale con il trionfo di' M aria
Cristo nel rinnovato tempio mariano di' Tras t evere d ovette essere,
ne I suo tempo, un luogo alto di visionarie emozioni e una sintesi
· uno d e1·
·
figurata . del
e 1n
. che , dopo la riforma gr egonana
. , pensiero
momenti piu soffertI della storia della Chiesa di Roma, trovò forz.a so~rattutto nella riflessione mistica e nell'energica azione politica d1 san Bernardo di Clairvaux.
Non si vuole sostenere qui la tesi deterministica di uno sviluppo
simmetrico di pensiero religioso e arti figurative. Tuttavia, diverse
coincidenze concettuali fra i significati del mosaico di Santa Maria
in Trastevere, gli avvenimenti che spezzarono nel 1130 l'unità della Chiesa di Roma e molte idee dell'Abate di Clairvaux sembrano
convincere sulla responsabilità almeno intellettuale di quest' ultimo nell'ideazione per l'abside transtiberina del tema mariano della sponsa mistica desunto dal Cantico dei Cantici (tav. Il).
Questo libro dell'Antico Testamento, bellissimo e ricco di simboli e caro quant' altri mai allo stesso san Bernardo, soprattutto nel
XII sec olo (il secolo mariano per eccellenza) venne costantemente
studiato e commentato nei monasteri, dove fu il testo essenziale
per la form a zione dei novizi e per la meditazione dei monaci sull'idea d ella sublimazione dell'amore carnale (I )_
Nel Cantico dei Cantici si volle, inoltre, vedere prefigurato il
compimento trionfale della promessa della salvezza fatta da Dio
all'uomo con l'incarnazione del Verbo nel corpo di una vergine.
Di conseguenza, in sintonia con lo spirito della riforma morale
della Chiesa voluta da Gregorio VII (1073-1085), nei monasteri
venne esaltato particolarmente lo stato verginale, inteso come dedizione assoluta alla purezza e quindi come lievito di rinascita
individuale e collettiva. Se la riforma gregoriana per un verso ridimensionò attraverso il rifiuto della simonia e del nicolaismo, l'ec'
di vivere di una parte del clero, per altro aspetto
cessiva voglia
valorizzò il ruolo dei monaci nella società, proprio riconoscendo
Cap. I
23
celta di castità. Questi, infatti viv
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li erano cons1 eratI, 1n analogia
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gli amministratori s1mbohci della . u
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lontani a e
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ediatnce somma,
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. . (2 ) Gli assertori p1u r1goros1 I questo lllod .
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d 1v1na
nsi e i certosini. o stesso san Bern d 1
. .
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furono I c1sterce
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lo demiurgico dei monaci: Senza dubbi I
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viver~ ,
ou
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.
sottolineo cosi I ruo
. . , , una vita angelica e co oro c e non sposano ,
.
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1· d. D. " (3)
.
vita d1 verg1n1ta e
.
.
sono sposati saranno come gh auge_ I I IO
fu svolto
tipo. d1 cultura
. , teol o.
, il tema
.
.
In consonanza co n questo
all umanita è. dat o
. genera Ie del mosaico transt1ber1no,
, cui
. per
. . ,
g1co
la salvezza e qu1nd1. I etern1ta
•
. , attraverso. la mediazio ·
raggiungere
ne della Vergine Maria~ Per capire megho e necessario fare alcune
brevi riflessioni sulla mentalità dominante nel medioevo.
Agli occhi dell'uomo medievale ogni momento della vita e quindi
ogni tipo di scienza si svolgevano in armonia con la natura e all'interno del misterioso disegno finalistico tracciato da Dio. Per essere partecipe di quest'armonia cosmica, l'uomo doveva però riconoscere l'assoluta autorità delle Scritture e obbedire alla Chiesa
che di queste era interprete. Nel XII secolo, "il mondo natur ale è
esattamente del medesimo ordine della Scrittura e il signifi cato
delle cose è esattamente lo stesso di quello dei Salmi o delle profe. " (G'l
J," on ì1 · p ertanto, la rappresentazione della realtà trovava
zie
coe r f' : · , · P · ,n denza nell'idea di un'umanità in cammino, epoca
e rso la fine dei tempi. Da parte sua, l'uomo do veva
d~i
d i vr·tun· e·,:,, I.e sue virtù, l'umiltà e l'obbedienza innanzitutto, di
cu i \Ia r ìa_r·u st ~tuiva il simbolo per eccellenza, il compagno di Dio
nella r eali zzazione del disegno sai 'f•
1
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TY
.
VI lCO.
T I ques ta sintesi di fede e sto.ria il mosaico di Santa Maria in
• I i
.
rastevere è un'import t
an e versione figurativa che ricapito a
. . . . .
di
'
van significati del miste d I C .
ro e risto che diviene uomo nel seno
.
u na vergine.
G re·
.
. ..
_La vicenda vi è trattat
a partendo dalle profezie d1 Isaia e e
•
mia del con
fino alla v1·sc1·ep1mento virginale e della passione e morte del Crisdl~
1
one apo l' •
ca Ittica giovannea (figg. 1 2 ). All'interno
questa cornice ,
. resso
'
il t . f d
Ia Madonna mise presentato
rion o ella Chiesa dei santi P d 1
d.
.
Salvatore· quellerC1cho'r iosa mediatrice, assisa sul trono celeste e
de·
iesa h
a
'
h c e anche per Bernardo di Clairvau~
teneva il primat
tiJ110·
o pere é cost.1t . d .
Uita ai santi che avevano tes
24
niato la fede con le opere e a h
l'
. h
ne e con offerta della vita come i
person aggi c e furono posti a far d
1·1 11
I
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enne
ep1fan1
a transtl er1na, ra 1 quah non casualm
·
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.
.
. . .
e_n 1e s1 trovan o raff1gu rat1. anche
alcuni papi delle or1g1n1 che dovette I
. .
.
.
.
ro ottare, a 1 pan d1 Innoce nzo
Il, contro sc1sm1 ed eresie (tav. I).
I.;illus trazion e della realtà storica n I
1
. . .
. . .
.
e suo egame con n·10, attraverso
c1ch
f1gurat 1v1 ricchi di simbol i f
.
.
, u prassi· consue ta ne I M ed1oevo . Nel caso dei mosaic i absidal i· d" S t M · · T
1 an a
aria 1n rastevere, sia quelli del XII che quelli del XIII se I
·
.
. .
co o, s1 puo' par1are d.1
una c~mple ~sa sintes~ d1 messag gi di tipo spiritu ale e tempor ale
fondat i sull'id ea che 11 simbol o è "un suppor to attrave rso il -quale
l'assolu to penetr a il relativ o, l'infini to il finito, l'eterni tà il tempo" (4).
Le immag ini simbol iche furono partico larmen te usate per commemor are fatti politic i di grande import anza. Esemp lare è il caso
del concor dato di Worms (1122), che segnò un epilogo favorev ole
alla Chiesa rispett o all'Imp ero nella questio ne delle investi ture,
per celebr are il quale, in Roma furono eseguit e due grandio se, raffiguraz ioni artistic he: un ciclo di affresc hi, andati perdut i, che
rappre sentav ano la Madon na in trono con Bambin o fra due arcangeli, san Nicola e una serie di papi, nella cappell a di San Nicola nel
Patriar chio lateran ense; il mosaic o absidal e nella basilica di San
Clemen te, realizz ato alcuni anni prima dell'op era musiva di Santa
Maria in Trastev ere.
D el ciclo clemen tino Matthi ae ha dato una lettura suggest iva,
interpr e tan<lo le parole crux e lex dell'isc rizione come simbol i dei
due poteri laico e religios o, che, proprio a Worms_, ~op_o una lung~
e dura contrap posizio ne, riconob bero la necessi ta d1 separa re 1
5
·
cam~
ne della Chiesa
e d e 11'1~p~ro < l •
.
Ma
g i tempo le immag ini art1stic ~e. sono state conside rate
· ·1eg1·ato di propag anda poht1ca . Anche epoche , talun mezzo
pnv1
~
.
. .
·dealiz
zate
perche
conside
rate genera trici
vo1ta strum.enta1men te l
- - f"
a, sono ormai criticad i. un, arte
1ne a se s t e ssa , come l'età auguste
.
.
. .
•
·
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effettiv
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contorn
i
fuori
da
tentaz1o
n1 reto0
mente pree-H ate nei or
.
"
Il
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volte ne a
rie e, cos1.~ eh e e, ora po ssibile leggere 1n Zanker : Poche
. ·
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· 1e arti• f
sse
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del
potere
po
1tico
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mo
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'
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t
"
(6)
così diretto come nell eta augus ea
·
.
utto
il
ruolo
della
commi
ttenza fu fondatt
Nel XII seco1o sopra
,
Cap. I
27
.
. da rappre sentar e e soprav anzò
celta dei temi
. .
. .
. qu.ell 0
mentale ne 11 a s
.
.
tetizza
re
in
1mmag
1n1
avvenu
nent·
. . h. matl a sin
.
. . .
degli arusu, c ia.
I . h ortodo sse e 11 pr1nc1p 10 fondan i l u·1
. ,
. .oni teo ogic e
.
enta.
attuaht a, posizi
. , d Ila Chiesa basata sul primat o petri
,.
·b ·1e unita e
le dell intangi i
. fu il più esposto ad attacch i. freque ano
.·
' I.
fondam ento
.
.
f
.
llt1
Quest u umo . . . ll' nità della Chiesa , in atti, venner o e
.
• L insidie a u
,
.
pericolosi. ~ .
I ntagon ista laico, I Impero , ma s1 manifesllot n
t diz1ona e a
solo d a I ra
. . ravissi me all'inte rno dello stesso co a.
no anche e con crisi g
.
rpo
ro
.
Xl XII secolo, come vedrem o, la Chiesa
dovett
ecclesiale. Fra
e
.
.
. . e
.
vasti movim enti di con
confron tarsi spesso e dramm aticam ente. con
.
. .
.
. . t. d un'esa sperata v1s1one pauper istica del cri..
testaz10ne ispira i a
. .
.
. .
.
.
d
Il
ri'gini·
catari
arnald1
st1,
valdes
i,
attesta
tisi
deci.
stianesuno e e O
,
'
•
samen t e su Posi.zi·oni dichiar ate eretich e dalla Chiesa , furono spazzati
. .d . .
(7)
via da repress ioni
unss1m e .
In questo turbine di passion i disord inate e di manten imento della tradizio ne fu ridotta al silenzio una delle figure intelle ttuali più
brillant i di tutto il Medioe vo: Abelar do (S ). Il suo caso è straordinario . Nonost ante la condan na della sua dottrin a logica e la scomun ica che la seguì, egli continu ò ad avere seguac i di rilievo all'interno
della stessa Chiesa (i papi Celesti no II e Ale ssandr o III ne fu rono
profondi estimat ori ), tanto da influen zare, anche dopo la sua uscita di scen a, !' e v:;;I i:; ;j one in senso critico del pensie ro teologic o
medioev al e 1•1ì. n ,-·,:; ;netodo dialetti co del S ic et non teso a stimolar e l'in t<~r prPt:1:.;0n e critica delle appare nti contra' ddizio ni dei
Padri dell a Cliicc.;a , finì per passar e interam ente nella Summa
Theo
logiae
di san ,...,o
h a osserv ato G1lson
·
•
.
.1 mmaso , come
, che l18
n conosu u Lo al grand
· ·
•
.
o parigin
o 11
merito di aver reso Ia
log1ca autonom a dall e maestr
f'1 1.
a meta s ca, e di aver fatto della dialetuc. a
uno strume nto P I '' h. ·r·
conf t •
d ~r. a c ian icazion e della verità della fede e la
u az10n e egh infedel i" (I O) M
. .
tificame nte an . . d'
·
a
nel
XII
secolo
il
metodo
scien
a11tico 1 Ab 1 dO
· t
ed egli stesso e
e
ar
non
poteva
che
essere
respII1
os1
. .
h del
secolari smo e d ·1i retto. a scont are 1a v1s1one
pessim
istica
e
e
e a 1og1ca ebb
1
ero e corren ti mistic he del temp 0 •
1
°
28
I particolari
Accanto ai temi teologici precedent
.
.
.
emente accennati, dell'Incarnazione del Cristo e della mediazione d · M ·
h
•i
.
.
.
i aria, c e svi upperemo nel corso d1 questo scritto 11 motivo O
·
I d 1 ea.
.
,
ccasiona e e ll''d
zione ~i que~to mosa_ico v~ individuato nella fine dello scisma del
1130 ( )_ Vediamone i particolari sullo sfondo di una breve sintesi
degli avvenimenti politici e delle dispute teologiche e logiche, che,
soprattutto nella prima metà del XII secolo, scossero profonda1nente la Chiesa.
Lo scisma del 1130 fu causato innanzitutto dalle divisioni all'interno del collegio cardinalizio fra i prelati più giovani guidati
dal Cancelliere Aimerico, i quali dopo il concordato di Worms,
volevano rinnovare la Chiesa, e i conservatori, protesi, invece, a
strappare sempre nuove concessioni all'impero <12 l. La contesa fu
quindi strumentalizzata dalle fazioni tradizionalmente in lotta
per la supremazia in Roma, i Fr~ng~pane, ~lleati d~i :apar~sch~,
da cui proveniva Innocenzo II, e 1 Pierleon1, la famiglia dell antipapa Anacleto Il.
.
.
Questi ultimi, facoltosi ebrei convertiti, avevano acquistato forti
~~1ll(gffllmJj itdttMMI.JUJl.~5m~
.
,._
"
•
·-.~
......,__~
.....
- . - . _....,,
-.i-•.....--\-~
5. Roma, Santa Maria in
Trastevere, arco absidale.
31
Cap. I
l
ro fa tti .alp·la curi a
. . re st iti di de na
.
,
. .
p
ie a1 cosp1cu1
u vi sto so I ierleon·I
p1
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ci m en
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Il
II
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az
. gr an d.I qu aIi ta' , p.ietr
be ne m er en ze grG go no V .
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fin da i te m pi I . re ua nd o un or o
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1abbandoe diplom
l e corti• euatica di Berna rdo di Clairv aux
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'l'!.l
presso
.
l 'azion
ropee in fav~re d1 lnnoc enz~ II e fu tanto incisi va che quest' ultimo ottenn e in poco tempo il sosteg no di Inghi lterra , Franc ia e
Germa nia, per veder si quind i ricono sciuto , nei sinodi di Etamp es
(settem bre 1130) e di Wiirz burg (ottob re 1131) , il prima to di Vicario di Cristo .
Il presti gio di Berna rdo salì alle stelle, ma il suo impeg no per
l'unità della Chies a non fu limita to all'azi one politic a contro l'antipapa .
Egli sapev a bene che insidi e all'un ità potev ano venire anche dalla messa in discus sione dell'o rtodos sia e cioè dalla diffus ione del
metod o di analiz zare critica mente la tradiz ione scrittu ristica , che
a Parigi veniv a insegn ato da Abela rdo ad allievi sempr e più numerosi ed entusi asti. Il rischi o era che dalla libera eseges i delle Scritture potess ero svilup parsi forme di relativ ismo logico facilm ente
trasfe ribili sul piano metaf isico e anche sul terren o delle frequ enti
rivend icazio ni social i.
In tempi d'inte nsa prolif erazio ne di movim enti paupe ristici neoevang elici in aperta conte stazio ne verso la gerarc hia eccles iastica ,
da questo stato di cose sareb bero potute deriva re conse guenz e impreve dibili per lo stesso dogm a trinita rio, già sottop osto ad analis i
razion ale anche da Abela rdo nel De Unita te et Trinit ate, conda n-
nato nel 1121.
L'argo mento era di preoc cupan te attual ità. Nel XII secolo , infatti, più volte venne discus so il mister o della Trinit à, che, dichia rato dogma nei concil i di Nicea (325) e di Costa ntinop oli (381 ), non
poteva più essere oggett o di esame razion ale.
Se Abela rdo aveva parlat o di poten za nel Padre diven uta atto
nella razion alità del Figlio e nella volont à dello Spirito Santo, Roscel li~o,
suo maest ro, aveva indica to nella Trinit à non tre person e uguah e
14
distint e bensì tre sostan ze distin te ( ). Ma anche il vescov o di Poitie rs,
Gilber t de la Porré e formu lò una dottri na trinita ria razion alisti' ca e neopl atoniz zan;e, secon do la quale in Dio bisogn ava distin , guere Deus e divini tas e quind i tre person e, allo stesso modo per
cui in Socra te si trovav ano distin te l'uma nità, la saggez za, la volontà, etc ... (I s ). Tale interp retazi one era così poco ortodo ssa, che,
::--- -Cap. J
33
. Cl • vaux e la denunzia da parte
air
rdo d1
. .B
. III Gilbert de la Porrée fu
gli attacchi d1 erna
d
(ll
.
.
' .
. I apa Eugenio
. .
opo
48 ), evi.
l conciho d1 Reims
.d
di due arc1diacon1 a p
le sue I ee ne
costretto a ritrattare
sortì tuttavia, gli effetti spera.
tando così la condanna. .
. .
'
. , della Chiesa non
d. nsia spinse molti intellettuali a
Questa severita
.
.
che una sorta I a
, d'
. .
.1 dogma trinitario.
l
t1. S1 puo ire .
.
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raziona mente i
.
.
da Fiore tentò di ar o uscire addirith'
.
riesaminare
. 'f'1cato in tre
IDO
. t e rcense G10acc
11 cis
. di attualizzarne i·1 s1gn1
l
.
'
d l mistero ne tentativo
h d fnì del Padre o dell obbedienza servi. h
tura a
d 11 l'b
. .
distinte età storie e, c e e l
·tu' filiale dello Sp1r1to o e a 1 ertà
d Il
. .
'
le, del F1gho o e a servi
6
·
• d'
• • ,
assoluta (1 ),
stoncaizzata
perio
Tr1nita
sulla
·scussione
. .
. .
P er al tro verso, Ia dl
patristica.
mente ebbe anche esiti compatibili con la tradizione
Per esempio, Rupert di Deutz pensò in modo agostiniano la corrispondenza fra Trinità ed età dell'uomo, affermando che la terza
. t o (17l.
· · ·
con l' avven t o d e 1 Cris
età dello Spirito Santo era 1n1z1ata
La concezione gioachimita si distaccava, invece, dal pensiero paolino e agostiniano sulla Trinità, che, interpretando la storia in
modo cristocentrico, aveva riconosciuto f ondamentale l'evento della
Incarnazione e fatto iniziare da lì la storia della salvezza profetizzata nelle Scritture. Infatti, il monaco calabrese superò il
cristocentrismo in vantaggio di una nuova età dello Spirito Santo,
definita suggestivamente età dei fanciulli, del pieno giorno, dell'estate, dei gig~i,_ del f~ume_nto, dell'olio, della Pasqua, in cui sembra balenare g1010so 1 empito naturalistico di una poco ortodossa
·
· ·
· ·1 e v1s1one
"età dell'oro" (l8) · U na simi
moltiplicativa della stona
·
poteva. essere
portare al ridimensionamen.fraintesa e a dd'irittura
.
.
.
to dei misteri dell 'Inc
arnazione e della Trinità e in definitiva ,
.
d
'
d l C .
e11 a centralità della figu
risto nell'economia del disegno
ra e
.
I T
sa v1 ico tracciato da Dio per l'
uomo.
L 'd d
)
.
e·
e l ee ell'abate profeti
co ioacch1no da Fiore (1135-1202 ,
.
.
posteriori di al
.
d' S
cun1 anni al pen .
siero I an Bernardo, testimonia·
no, in sostanza
.
'
' quanto profond 0
e pero utopistico fosse in alcune
.
coscienze del XII
1o il desid . d' f
f ondamenti esclu seco
erio 1 ar rinascere la società stl
·
s1vamente spirit 1·1
ua , spesso in apert,o contrasto
con Ia stessa trad· ·
1z1one eccle • .
. s1astica.
Non meraviglia d
. .
.
' unque, il fatto h .
c e, in tempi di eresie e sc1sn11
34
I
. h
rico rren ti, anch e le eser citaz ioni ace a d em1c
e di Ab el ar d o suII a
. a sem b rass ero peri.colo se fino I
logic
a punt o di esse re cond anna te
'
.
nel sino do d1 Sens (114 0).
. . .
Nel 1ned ioev o, "sos tene re pubb licam ente op1n
1on1 eh
e cont rasta f'
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razia no - che l'ere tico
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ifica
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1 prop rio
nion i a. que e .1 colo
per pron un.
.
era alto tradi ciars i 1n mat eria d1 fede . Di cons egue nza l'ere sia
to dei prin ci1~en~o com mes~ ~ ~on tro la mae stà divin a per un rifiu
era non solo la
pi d1 fede stab 1ht1 dal papa to. Diet ro ques ta tesi vi
espr imer si in
rifle ssio ne che l'ind ivid uo non avev a alcu n dirit to di
di gran de
mate ria di fede , ma anch e che la fede era una ques tione
fede , e cioè il
inter esse pub blic o; se infa tti si perm ettev a che la
le fond ame nta
ness o che tene va unit a la soci età, veni sse corr osa,
bbe croll ata.
della soci età avre bbe ro cedu to e la socie tà stess a sare
il prin cipio
Le seve re pun izio ni infli tte agli ereti ci dimo stran o che
lusio ne logidell 'util ità pub blic a era eser citat o fino alla sua conc
arna ldist i deca" <19 )_ Esem plar e in tal sens o fu l'epi logo dei moti
impe rator e
term inat o dall a coal izion e del papa Adri ano IV e dell'
Fede rico Barb aros sa, di cui parl erem o anco ra.
l'ani mato Arn aldo da Bres cia, ex allie vo di Abe lardo , era stato
re papa le pred ican do
re delle rivo lte repu bbli cane cont ro il pote
. h ezze c20) · 1ìu t . d'1 ncc
ria
mate
in
sa
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della
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una radi cale
esse re col· , le sue asp1· raz1·on1· pote vano so1o appa rent eme nte
tav1a
se . fosse ro state
d a l mom e nto che
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ttere in discu ssion. e
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cri
vita dei pov eri, ma,. ,da .ere e d,
me
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bene
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.
addi r1tinteg ritas dell 'aut onta , s1 guar erar ch'ia ecclesia" stica O
pu b hlica men te la dign itas d e Il a g
tragi came ntura lo stess o prim ato del papa . teva c h e con elud ersi
n
Il nel 2° conc ilio lateLav vent ura di Arn aldo non po
Inno ~enz o • Zuri go. Infin e, nel
te. Con dann ato com e eret. ico .daFran
cia e poi a
rane nse, cerc ò rifug io prim a in
35
Cap. I
.
1 rivolta repubblicana contro il p
dalla precedente condan apa
. III h l'aveva asso to
na fu.
Eugenio
, c e
l apa Adriano IV, che lo fece gi ' .
consegnato dal Barbarossa a p
Usti,
1155, dopo aver appoggiato al
ziare.
.
. d. d.
trano che la professione di pov ,
uesto
e
altri
episo
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imos
.
erta
Q
.
.
.
d Ila Chiesa come essenziale nel mod ll
volontaria riconosciuta a
l'
.
e o
. .
. .
l O con prudenza e con approvazione del}
di vita cristiana, so
d'
e
. ,
l . t· h poteva essere pre icata come argoment
autonta ecc esias ic e
/
d.
o
palingenetico della società, proprio perche, se iffusa ~on accesa
sse avrebbe perso la sua connotazione evan
propagan d a f ra l e ma ,
.
.
.
d.
·re
solo
un
mezzo
politico
di
sicuro
sconvolgimento
ge1ica per i veni
sociale.
La conferma esemplare di ciò avvenne qualche decennio dopo
questi fatti, quando gli ideali evangelici di san Francesco si affermarono in modo incontenibile come presenza dinamica nella società. Sbocciati, infatti, da una radice del tutto laica, come in fondo
fu quella di Cristo, tali ideali poterono diffondersi nella loro potenza umanistica senza incontrare ostacoli da parte dell'autorità
costituita solo dopo il riconoscimento nella struttura ecclesiastica
del nuovo Ordine mendicante che li avrebbe predicati.
In questo complicato intreccio di fede e potere, tra certezze e
contestazioni dell'autorità all'interno e all'esterno dello stesso edificio
ecclesiastico, i riferimenti fondamentali rimanevano le virtù mariane dell'umiltà e dell'obbedienza, come appunto sosteneva san
Bernardo.
Di conseguenza, il confronto fra le correnti mistica e razionalistica ~i _concl~se con l'affermazione della prima, in grado di offrire
una visione più tranqu 1·11·izzante d e 11 a tradizione
·
e quindi deIla vi·1a
stessa. Il fine di Be
d d. Cl .
. .
Il
.
rnar o i
airvaux, campione del misuc1s1no
ne a prima metà del XII
1 f ·
. .
·
· a·
to dell
.
seco 0 , u, infatti, di mantenere 11
prun,
a scienza sacra su q 11
f
zi
della di 1 ·
.
ue a pro ana, evitando che gli artI 1
a ett1ca interferisser 0
11 v .
E fu
sostenitore tant
.
su
a
reritas
delle
Scritture.
0 convinto di q
.
·de·
rare eterodossa anch p·
uesto primato, che finì per consI .
del mondo anti
e interpretazione ahelardiana di alcuni aspetti
.
co, secondo la q 1 ·1
. .
.
teva
essere 1n antitesi e
l
.
ua e i cristianesimo non P 0
b 11
on a ragione s
1· e ]a
e ezza dell'antic . f
e questa spingeva ad accog' ier
·1 C . .
O in orme crist.
"
. are
1
nstianesimo"
.
iane. Non potendo paganizz .
osserva G1lson '"Ab 1
·chi·
e ardo cristianizza l'antI
·r
36
tà", fino a crede re nella salvez za dei filoso fi antich i, essend o inconce pibile per la ragion e che sapien ti vissut i prima della Rivela zione possa no essere stati conda nnati, incolp evoli, alla danna zio(2]}
•
ne eterna
In sostan za, se per Berna rdo di Clairv aux bisogn ava solo crede re per capire , come, del resto, aveva profet izzato Isaia, per i nuovi logici, di cui Abela rdo era il presti gioso maest ro, la ragion e era
il fonda mento scient ifico e conos citivo dei dogmi .
"Capi sco per crede re" procla mava Abela rdo, che, nello stesso
tempo ricono sceva ''la logica mi rese odioso ", mentr e Berna rdo,
Scritt ure alla mano , ribadi va: "Gius to era David e viveva secon do
la fede, quand o dicev a a Dio: Damm i l'intel letto, e vivrò, sapen do
che l'intel letto succe derà alla fede e che deve essere rivela to alla
compr ension e della vita e alla luce della vita. È neces sario prima
di tutto accos tarsi all'om bra e quind i giung ere a ciò di cui si manifesta l'omb ra, perch é se non avrete credu to dice David , non potre te neppu re capir e" (22 ).
Appro fonde ndo quind i il tema della centra lità della fede e della
sua indisc utibil ità, l'Aba te di Clairv aux aggiun geva: "Biso gna soprattu tto evitar e di fare confu sione, così che la fede non consid eri
verità assolu te i dubbi dell'o pinion e, o che l'opin ione non ridisc uta le immu tabili certez ze della fede.
Si consid eri dunqu e attent amen te il fatto che l'opin ione è temeraria se vuole fare afferm azion i peren torie, mentr e è debol e la
fede che ha incert ezze; ugual mente , quand o l'intel ligenz a cerca di
oltrep assare le barrie re poste dalla fede, quell' intelli genza è colpevole di furto e di indisc reta curios ità nei confr onti di Dio. In
molti hanno prese ntato l'opin ione come intelli genza , sbagli ando.
Si può certam ente scamb iare l'opin ione con l'intel ligenz a ma non
23
l'intel ligenz a con l'opin ione" ( ),
Se, dunqu e, la verità era già nelle Scritt ure, la conos cenza , secondo Berna rdo, dovev a fonda rsi su queste e non potev a essere
libera ma dovev a svolg ersi sotto il magis tero della Chies a, ritenu ta
depos itaria della Tradi zione sacra e, nello stesso tempo , realtà
st orica unific ante del dualis mo agosti niano di celest e e terres tre.
La convi nzion e del mante nimen to assolu to della Tradi zione e
l'idea che la Chies a terres tre unita fosse il rifless o di quella cel este
furono centra li nel pensi ero mona stico del XII secolo , e da sempr e
-=Cap. I --
37
'X't' L \ L .
i - t:.Y
(
J
- -
.
tiva cristiana, come si riscontra n I
Itura f1gura
.
e.
11
radicate ne a cu
. S t·1 Cosma e Damiano (527-530) e I
·
dei an
ne
l'archetipo musivo
P
de (81 7-824) e come ribadisce lo st
. . I . Santa rasse
. .
es.
ciclo abs1da e in
b •dale di Santa Maria 1n Trastevere.
.
11 conca a s1
'
so mosaico ne. a
·gnificativa è in proposito, la posizion
b·
stercense, si
e
In am ito ci . .
.11 uale nel De duabus civitatibus, dop
di Fris1nga,
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'
.
.
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d1. o t
t ~ne
.1 rimato della Chiesa, asserisce che la città ter.
aver riaffermato I p
.
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11
. '
.
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l'impero
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era
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ne
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c1tta
restre, ident1 icata con
. '
. .
.celeste·,
. , non so Io t u tti· i popoli ' ma anche
44
Po1che
.
, gh imperatori,
.
. salvo
m1 sembra
qua lcuno, sono stat i cattolici sottomessi
. ,all ortodossia,
.
.
di aver fatto una storia non delle due c1tta, ma virtualmente d1 una
so la, che 1·0 chiamo la Chiesa. Perché, anche se gli eletti e i dannati
si trovano in una stessa dimora, io non posso più dire ch'esse ne
formano una soltanto, benché essa sia mischiata come il grano lo è
con la paglia" <24 l.
Ulteriori aggiunte dottrinali all'argomento si trovano quindi nel
De unitate Ecclesiae di Ugo di San Vittore, il quale, muovendo
dall'ecclesiologia paolina, giunge ad identificare nel corpo del Cristo la Chiesa di tutti i fedeli ."uno spiritu vivificata et unita fide
una, et sanctificata", per sostenere, infine, la superiorità del potere spirituale da cui procedeva quello temporale <25 ); e ancora
nell'opera di Onorio d'Autun e Giovanni di Salisbury, i quali fondarono sull'Antico Testamento il principio dell'unificazione di ogni
potere nella Chiesa.
"I mperator Romanu d b
·
· ·
·1 ·
mo e 44 0
.
s e et a b A postohco
ehgi"
sosteneva 1 pnmnis potestas a Deo est" ribadiva l'altro (26). mentre lo
stesso san Bernardo . I
d .
'
·r·
care la t · d
' rivo gen osi al papa Eugenio III per giusti •eoria e1le due s d
'
i
del solo som
.
. pa e, temporale e spirituale, nelle man
mo pontefice fo
.
d. n
Luca! "Debb 0
.
' rzava anche il testo evangelico I sa
aggiungere" 1·1 d.
d
non ti appartien
. eg
ice ''che chi afferma che la spa a
e, non m1 se b
. e
ll
a a parola del Si
m ra prestare sufficiente attenzion
Ad
gnore che d"
'R·
'
unque, anche la 8 d . ice:
•metti la spada nel fodero·
cenno
a h appart·
1 tuo
' quan d' e' nece pa
•
ssario
d Iene, ma da sguainare a
.
adppartenesse a nessun tit 1' no~ alla tua mano. Che se non t~
ue spade' 1·1 s·
o o, agh apo t O 1·1 h
.
'
qul
.
•gnore
s
o e dicevano: Ecco
4 '
1
P Uttosto• S
.
non avrebb
•
,, JJla
· ono d1 troppo'.
e risposto: 'Basta cosi,
38
Alla Chiesa pertanto apparteng ono due spade, una spirituale
.
,
· questa secon d a d eve essere sguainata per difen1 altra materiale
'
.
· ·
dere la Chiesa ' la prima dall a Ch'iesa stessa; quella spirituale
dal
1
d
d
sacerdote , quella materiale dal sold a t o ma a1 coman o e sacerdote e sotto la responsab ilità dell'impe ra t ore [ ... ] . I mpugna d unque ora la spada che ti fu affidata per colpire e vibra i fendenti che
· mo 1ti· a 1meno quelh·
salvano , se non proprio tutti· , se non proprio
'
che puoi" (27 )_
L'idea dei teorici medievali di un' unità ecclesiale proiettata in
una prospettiv a escatologi ca era alimentata dalla consapevo lezza
di poter contare sulla tradizione patristica e sulle stesse Scritture.
Sul fondamen to di tali autorità, la Chiesa, come vedremo ancora,
era stata assimilata simbolica mente a Maria identifica ta ora nella
'
donna dell'Apoc alisse giovannea ora nella sponsa mistica del Cantico dei Cantici. Lo stesso san Bernardo scrisse di questo libro
veterotes tamentari o un commento che è il testo di mistica mariologica più suggestivo e argoment ato del medioevo. E proprio da san
Bernardo , con la teoria dell' acquedott o, di cui riparlerem o più
avanti, fu sostenuta u n'altra idea: che a Maria spettasse, cioè, il
ruolo di avvocata dell' u omo, da avvocata della sola Eva peccatrice
che era stata n ell'interp retazione di Ireneo di Lione (II sec.) e di
Gregorio di Nis sa (I V sec.) (28 ). L'immagin e della mediatric e, che è
anche il leit motiv del mosaico transtiber ino, aveva fondamen tale
importan za per san Bernardo , proprio perché, grazie a questa
prerogati va, la Madonna era, di fatto, la pietra angolare su cui
poggiava il disegno salvifico culminato nell'incar nazione del Cristo. In questa veste di avvocata, infatti, Maria ricapitola va la storia terrestre e celeste del riscatto dell'uomo , dalla caduta per superbia nel peccato originale alla salvezza per umiltà del concepi.
.
mento virginale.
Consegue nza primaria di questo p~nsiero e:a la ri~novata esald e 11 a s t ess a umanità del Cristo e dei dogmi, soprattutt o
·
t azione
dal
· · · , a questa connessi · L'argome nto,
.
. essenziale
que 11 o trinitario
ret eo Io gi·co , diveniva fondamen tale in pratica per
·
.
.
punto d i. vista
adottrinari
essere
dovevano
condanne
cui
le
· ·
1·
.
.
,
. . .
p 1icare ag i ere 1ici,
, trattanfretta I ortodossia
b'li per ristabilire in
·
·
. , .
. . .
.
mente inequ1voc a 1
t di' predicato ri o d1 prest1g1os1 maestri d univerI
•
d os1 genera men e
39
T
di largo segu ito. Per conf erma re, quind ·I, 1,o
d'
. , h godevano
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a num eros e cosci
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.
sita e e
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. .
. .
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d'1 even ire così il r1pet ers1. d1 erro ri ' 81- f av ùor.
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delle
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sc1b
cono
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. più facil ment
m ogm.
n anna.
insidiati, con mezzi
cità di sus .
d' . 1. fgura tivi per la loro evid·1ente capa
te.
Citare
I
.
.
'
.
I gran I c1c I I
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sero
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o,
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solo fra 1 dotti ma 1n tutto
. .
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emoz10m non
.
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vedre
come
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o san Bern
·one · Lo stess
"1 g110
·
questa f un Zl
nella Ap o.
tant' è vero che,
ti ne comp rese l'imp ortan za,
.,
. . .
, ,
pm avan ,
logia all'abate Gugl ielmo , cond anno SI le dec_oraz10~1 liturgiche
teri,
sontuose e strav agan ti ma solo quell e nelle chies e dei monas
perché distra evan o i mona ci dalla med itazi one dei miste ri divini,
quali
non certo le opere d'art e nelle chies e aper te ai fedel i, alle
la
riconobbe invece espli citam ente valor e dida scali co, prop rio per
29
vere
loro evidenza ester iore ( >, Rien trand o Sant a Mari a in Traste
fra queste ultim e, si può dedu ttiva ment e aggiu nger e, in un bilancio di significati teologici, che i mosa ici d el XII secol o, ma anche
quelli del XIII secolo, nell'a bside di quel la basil ica, furon o ideati,
oltre che per esalt are la glori a dell' Assu nta medi atric e e l'unità
di
della Chiesa nel Vicario di Crist o, anch e per ribad ire, in tempi
i
frequ enti eresi e, la centr alità, nella stori a dell' uom o, dei mister
ce·
dell'I ncarn azion e e della Trini tà. Infat ti, la scen a dell'e pilog o
·
· i·r·1ca come cons egue nza dell'I ncarn azion e,
leste nel catin 0 si· giust
per cu_i Maria, prop rio in virtù del fatto che in terra fu la madre
•
del Cristo per vol on t'a d'ivina
, nella glori a etern a divie ne la sponsa·
. .
.
1
misti ca del Figlio N l
· e regi st ro sotto stant e furo no illus trati invece
.
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presupposti storic i a tal
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Vangeli e . .- ,
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S . ·. a, •n quan to "fi lia
dell~
I P•r~to Santo" e nel)'fd dehl Padr e, madr e del Figli o, sposa71;( tel
M
ea e e la
ionun um
ater hrist i è anch e la ma
et advo cata OoJ_
°
e
40
Ma per avere un quadro più completo dei contenuti del mosaico
nel catino absidale transtiberino in relazione al pensiero del XII
secolo converrà anche tener conto del modo con cui fu affrontato il
problema della conoscenza.
Accanto agli accesi dibattiti su questioni teologiche, nel XII secolo si svolse altrettanto vivacemente e con sconfinament i della
dialettica nel campo della teologia il confronto sulla logica, che si
identificò nelle opposte dottrine del realismo universale e del nominalismo, in cui spicca ancora la figura di Abelardo.
L'evoluzione di queste teorie in rapporto alla posizione della
Chiesa sembra trovare qualche riscontro nel mosaico transtiberino del XII secolo. Questo, infatti, fu ideato come testo figurativo
di valore ecumenico per offrire una sintesi di teologia naturale e
rivelata, quando il realismo universalistic o era ritenuto dall'ufficialità l'unico mezzo ortodosso di conoscenza e il nominalismo un'incognita destinata a spingere l'uomo verso forme di conoscenza singole per poi circoscriverl o in posizioni relativistiche; posizioni che,
nel XIV secolo, sareb bero culminate nella logica dell'evidenza immediata e intuitiva di Guglielmo d'Ockham. Vediamo in rapida
sintesi le due posizio:nl (3 l l _
Per gli universalisti la realtà era costituita dall'umanità; per i
nominalisti, invece, erano reali solo gli uomini presi uno per uno,
così che dell'universa le si poteva avere soltanto un'opinione, men.
tre era possibile conoscere il particolare.
(1050
· · r1 espo nenti del nominalismo furono Roscelhno
(32 )
I pnnc1pa
. ,
.
_c. - 1120 c. ) e il suo allievo Abelardo (1?79-1142)
· 1·1smo, r1't en endo indistinto il concetto d1 un1versahta
.
Il nomina
1nconoscenza
della
· porto, a d un a valutazione decisa .
.
.
d e Il a specie,
Roscelhno,
dogmi.
dei
e
fede
della
steri
·
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.
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d 1v1 ua e, anc e e1 m 1
. ,
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scomporre a nd O Ila teologia ' f1n1 per
.
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apphcando questo meto
vita ad una sorta 1
dare
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nità in tre sostanze d 1st1n e,
· ·
l
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. . •
triteismo.
e e va utaz10n1•
d dei punti di vista,
.
,.
.
.
L1ntera quest10ne, a secon a
.1 "lo ici" da respingere per 1 teo 1og1
.
· olo per Io stesso
.'
~
opposte: entusiasmant e per
m1nahsmo un pene
I
ne uguali e distinte.
~o . d'
ortodossi, che vedevano, ne tituita
1 tre perso
.
.
'zioni il problema del
concetto di una T r1nita cos
'
on senza opposi
I
· osta soddisfacente da
Solo in pieno XIII seco o,. e n ebbe una risp
rapporto fra fede e rag10ne
41
Cap. I
'A •no il quale distinse nell'uomo
so d qui '
/
que
arte di san Tomma.
ddicessero ma perche convives
Ste
P
hé s1 contra
. . .
,
sero .
realtà non pere
. f 1· risolse ogni d1ff1colta assegnand tn
.
,y,
aso in at I,
.
.b.
o al
armonia . .1omm
'.
.
re il più lontano poss1 ile l'inter
·
"'I d
re d1 spinge
. .
.
Preta
l'uomo 1 ove . d . d Ila fede, d1 r1sahre con la ragione
·
Verso
.
. aie dei at1 e
.
.
z1one razion
. .d.
dere dalla r1velaz1one verso la ragion ,, (3
.
di n 1scen
e 31
la rivelaz10ne e
aglio intellettuale nella Chiesa del "I ·
.
<l}.
.
. d' questo trav
no circoscritti alla Curia e alle univer . '
I nsu 1tat1 I
XIII secolo non restaro
. .
.
Sita;
. .
nche in campo art1stico. Emblematica in t
d.
I .
..
a1
essi fecero opinione a
.
, l'
d ntesca titanica summa I teo og1a trad1z1onale
senso e opera a
'
. ..
e
culative
contemporanee,
come
pure
s1gn1f1cative
.
.
.
.
di pos1z10n1 spe
.
.
sono le numerose espressioni figurative, che, a partire da Pietro
Cavallini, offrono del "bello" interpretazioni sempre più definite
secondo le regole classiche di armonia, razionalità ed equilibrio,
riproposte, per altro, già dall'estetica tomista.
Schematizzando così per il caso che ci riguarda, si può dire che,
nella decorazione musiva dell'abside di Santa Maria in Trastevere, è dato trovare un doppio indirizzo tematico corrispondente al
doppio svolgimento della teologia e della logica fra XII e XIII secolo (tav. I). In altre parole, la raffigurazione più antica nel catino
absidale, che esprime una totalità concettuale immutabile e senza
di~tinzi~ni. come un eterno presente, appare consonante con le idee
de~ reali sti, per i quali l'umanità e quindi la Chiesa esistevano
u.niv.ersalmente e senza distinzioni individuali, come senza distin·
z1on1 era l'idea della d. .
. '
.
.
ivina
eternita.
Diversamente
le
sottostanti
.
st one della vita di Mar·
·
'
dI
1300
,.
ia terminate alla vigilia del giubileo e
l'
' mostrano un intenzio 1· '
menico simbolismo
. n~ Ita antropologica che integra ecu·
della nuova v· •
apocalittico del mosaico più antico alla luce
lSIOne tomistica d 11
I
'sto
era stato anch
)
e a rea tà, in cui l'uomo (e fl
. d. .d
.
do di
, l'
e, uomo era visto co
Pensare
armonia d Il
.
me In IVI ualità 1n gra
alla
t I · •
e a ver1tà c
.
.
eo og1a rivelata la t ·1· •
ontenuta nei dogmi. Accanto
di
· S
'
eo ogia natu I ·
· te»nienti, e, nel XII
' ra e s1 dispose senza più fra1n
flatus
. f'
secolo, I uom 0
'
.
oJlle
.
vocis, u con la t I .
pote essere concepito e .
D10 c'è identità di esseeo og1a di san Tommaso secondo la quale JJl
uom
·
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'
• 11
ola cui era riconosciut ·1 esistenza, che si affermò l'idea di tl.
ma a corp
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e quindi con t
ore e la ragione legata con a
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are ero derivati.
poteri e 1 limiti che da qnes
e
°
42
Questa valutazione dell'
uomo come . d' 'd
in IVI ualità presente attivamente nella storia è co f
I
n ermata nel XIII
seco o, anche da un
particolare non trascurabile e . , d '
.' f
c1oe a 11a semp
'
.
~e piu requente presenza
1n opere d arte di nomi d'art' t' d'
·1
. p
is I e I comm1tt
.
enti. er 1 caso della
decorazione musiva nell'abs 1'd d'1 S
anta M · · T
e
. aria in rastevere, è
così possibile rilevare che m t
d I XII
' en re su1 mosa
secolo non
. . ico e
.
compare alcuna notizia relativ
·
a ag11 artisti che I
~ eseguirono, delle
.
sottostanti storie della vita di M .
· ·1
aria sappiamo 1nve
ce, sia 1 nome
'
dell'autore, Pietro Cavall· . . d'
1n1, in icato da un m
onogramma sulla
cornice, in basso a sinistra n I .
e riquadro centrale e tramandato
. . .
t' h f
d 11
.
a e an ic e onti, sia il nome del co
mm1ttente, Bertoldo Stefaneff
h.
s~ i, dra iguratol, con lo stemma della sua famiglia, nello stesso
riqua ro centra e (fig. 36 ) .
. Ugua_Imente,_ in un' altra opera contemporanea al ciclo cavallin1ano_, 11 mosai_co nell' abside della basilica romana di Santa Maria
~aggiore, troviamo r affigurati con relative didascalie i santi Anton10 da Padova e Francesco d'Assisi, campioni dell'ordine francescano da cui proveniva il papa Niccolò IV committente del mosaico,., ~I car~inale Jacopo Colonna, finanziatore dell'impresa, nonche 1 nomi degli a rtisti che lo eseguirono, Jacopo Torri ti e Jacopo
da Camerino.
La difficoltà di tro vare nomi in opere d'arte fiorite prima della
sintesi tomistica si spiega, come ho già accennato, anche constatando che, nel rapporto fra individuo e società e quindi fra artista
e committenza, l'individuo non aveva rilevanza perché considerato solo uno dei tanti elementi di una struttura sociale, fondata
sull'idea per cui utilitas publica praefertur utilitati privatae.
Sull'argomento mi sembra particolarmente significativa questa
pagina di Walter Ullmann: "Quello che nel Medioevo caratterizzava ogni aspetto del sistema discendente del governo e del diritto è
che l'antica necessità del consenso del cittadino fu sostituita dalla
fede dei sudditi, perché era la fede nella sostanza della cristianità
a dar vita alle stesse istituzioni teocratiche. Inoltre, nell'ambito
del sistema discendente di governo, il re non apparteneva al regno;
il papa non apparteneva nelle sue funzioni di papa, alla Chiesa:
entrambi stavano al di fuori e al di sopra delle istituzioni affidate
loro [ ... ]. Passando ora ad una manifestazione completamente diversa dell'individuo nella società, cioè all'anonimità di scrittori,
Cap. I
43
. . .
rsonale di cancelleria , architetti
. ubbhc1stl, pe
. d 1 .
' coPis ,
studiosi, P
ttestare la mia e usione [ ... ] allo h' t11
o soltanto a
.
re e ,
ecc., poss
d'arte O di letteratura o di document . lli1
. b
·n un'opera
.
az10
im atto i ,
·1 uo autore. Che cosa sappiamo degli
,ne
h
1 cosi bene 1 s
.,
Uolll1111.
c e ce a
.
d eseguito alcune delle piu belle opere
h hanno concepito e
. .
. .
archi.
c e .
h
or oggi costituiscon o la meraviglia anche d I
tettoniche c e anc
Ch' h
.
e la
. .
nerazione attuale?
i a scritto questo 0
così sofisticata ge
.
.
quel
ha
dato
vita
ad
una
nuova
corrente
di
pens·
trattato ch e spess O
.
Iero
nuova
scuola?
Molto spesso troviamo un Siglu
o anc h e a d u na
.
rn
alla fine di una glossa o di una Summa, ma chi era B? Chi era M~
Vi erano molti Bernardo e vi erano molti Martino. Nel caso di
documenti ufficiali, quest'anonim ità è particolarm ente grave: chi
era, in questa o in quell'epoca, a capo della cancelleria che ha
steso questo o quel decreto o legge con una sua bellissima Arenga~
Sapere chi fu il chierico addetto alla cancelleria Wl o B4 in verità
non c'è di grande aiuto. Chi ha concepito la Cattedrale di Ely? Chi
fu l'architetto della cattedrale di Strasburgo? Sapere, anche qui,
che questa è opera della scuola di Reichenau e quella è opera della
scuola di St. Albans, e così via, non costituisce un elemento per
l'identificazione dell'individu o che ha composto e eseguito o illuminato questo o quel manoscritto.
Oggi, quando si costruisce una nuova casa di appartament i, il
nome dell'architett o appare su tutti i giornali ma in futuro né
l'architetto ne' 1a sua
·
'
costruzione
saranno ricordati
mentre dopo
tanti secoli la prod ·
. ancora ' ed a ragione,
•
uzione me d'1eval e suscita
grande ammirazione" (34) ''L
. ,"
'
"
.
·
a soc1eta
conclude Ullmann
era un
t utto unico
e ind' . 'h1·1
h
lVtSl
e, e all'interno di essa l'individuo non era
c e una parte: quello eh
.
. , e
non quello d
.
e contava era il benessere della soc1eta
11
. .
una parte coe81, e. singole
f' . . parti eh e 1a costituivano
. L,.1n d'1v1'd uo era
in 1n1tes1male h 1·
.
f acilmente sac ·r·
.
e e suoi interessi potevano ess ere
ri 1Cati sull' 1
dI
la società stessa
h' a_ tare del bene pubblico, sull'altare
h l
' pere e niente
·-.
c e a corrosione
e 1,. d
era p1u
pericoloso per la soci·eta
unita, la fede" (Js) _
in eholirnento dell'elemento che la tene-va
e:
44
II mo saic o nel cat ino ahs ida le
Una "S um ma " me d'ieva le
..
I
Ide ato e fors e iniz iato neg. li ulti mi t emp i· d e pon tific ato di Inn o.
· III , que sto mos aico
a term ine sott o Eu gen io
cen zo II ' e por tato
.
I
·
ce l e b ra. l ass unz ion e .e la glor ific azio ne d'1 M aria su tron o Geleste
· •rata al
· ispi
· ica
· n1st
e dell a litu rgia a ssun z1o
a ver
del Cri sto
. . sion
.C
d nell
ant ico ei ant ici.
Scr ittu re, que sto miAnche_ s~ non ,esp lici tam ente atte stat o nell e
fon da dev ozio ne da
ster o cris tian o e stat o sem pre ogg etto di pro
otte nuto defi nizi one di
par te dei fed eli, ma solo rece ntem ente ha
dog ma (I)_
trin aria dei Pad ri ed
Dif fusa men te acc etta to dall a trad izio ne dot
do, che , lo can tò con
esal tato a più ripr ese nel l'op era di san Ber nar
le, il mis tero dell 'Asacc enti deg ni del la più nob ile liric a med ieva
i vete rote stam enta ri
sun zion e è stat o coll ega to in par tico lare ai libr
del Can tico dei Can tici e dei Sal mi.
o è dato dal pass o
Nel mos aico tran stib erin o il rife rim ento al prim
ILL IUS AM PLE SAB IT
LEVA EIU S SUB CA PIT E ME O ET DEX TER A
dall a Mad onn a (tav.
(sic ) ME , che com par e sul rotu lo tenu to ape rto
que sto pass o deg li
Il); il coll ega men to con il seco ndo si legge in
figu ra dell 'Ass unta
stes si Sal mi che sug ges tiva men te si ada tta alla
tron o, Dio , dur a per
bas iliss a di San ta Ma ria in Tra stev ere: "Il tuo
Ofi r [ ... ]. ,La figl ia del
sem pre [ ... ] alla tua des tra la reg ina in ori di
vest ito. E pres enta ~a
re è tutt a sple ndo re, gem me e tess uto è il suo I I
I re " (2·>.
d
·
·
e
azzo
pa
ne
a I re in pre zio si rica mi[ ... ] ent ran o 1ns1eme
I ELE CTA ME ~ ET
L'is criz ione sul libr o ape rto del Cris to VEN
è inve ce una vari ante
PON AM IN TE TH RO NU M ME UM (fig. 17)L 'b
" (3 ) · .
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' "TJ:
...
ano
i
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d el pas so del Can tico dei Can tici reni
stra
stev ere. illu
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di San ta Ma.ria
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'f · a mar ian
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.
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gr~ n e ep1 an1
d1v1no perI
l • · . men ti fatid w1 del dise gno
d
·
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in su
mo
1
ca
e
cces s1on e cro no og1
e
nto
ime
cep
con
nale
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I
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·
.
.
I sa I vez za dell 'uom o: le pro f ez1e e VI
a
za dell a Chi esa nell a Sto na, la fine
.
· d e C rist
sac 'f•1c10
o, 1a pre sen
1
n
· sul tron o del Cris to. San Ber nar do
f d' M aria
.
.
·
t
dei
emp i e 11 tr1o n o 1
e
.
45
Cap . II
,
ev a de sc rit to i tr e gr ad i de l ca m m in o
de lla sa lv ez za
co si av
""
.
,
. ,
centra
suJla di sces ~ de l _Verbo: il ~n m o e da
lla s_omm1ta ~e l cielo
al l'i iic ar i1 az io i1e, 11 se co nd o fin o al la
cr oc e, 11 te rz o fin o all a
d"
te '\ fa ce iid o co rr is po n d er e a qu es ti. .
ltlor.
1 tr e gr a 1 as ce nd en ti deU
r es urrezio11e, de l gi ud iz io e de lla gl or
ia al la de st ra de l Pa dr e (4) a
•
La na rr az io ne tr an st ib er in a ha il se
gu en te sv ol gi m en to . Nell'ar.
co a1Jsidale, si111bolica co rn ic e de lla sc
en a pr in ci pa le , so no raffigu.
ra ti, ci as cu110 ad un 'e st re m ità , i pr of
et i Is ai a e G er em ia : il primo
1110s tra u11 ca rti gl io su cu i è sc ri tta
la su a pr ofe zi a di un a vergine
ch e co11cepirà e pa rt or ir à un fig lio
; l'a ltr o, an ch 'e gl i in un cartiglio, es ib isc e la pr ed iz io ne de lla m or
te de l C ri st o in re m is si one dei
JJe cc a ti de gl i uo m in i (fi gg . 1, 2) (5 )_
fi~:
di ciascun profeta è una p a Ima, a lb ero dalla s. b I .
Al fiartcb
.
og1a
_1m o sulla
. f o d.I Cristo
ricchissuna, che potrebbe . qui indicare il t non
.
. .
J11orte, d a I .momento
la p I
. c hb e,I f 1n dalle origini d e 1 cristianesimo
d
a '
!'I
..
•
d
vittoria
a fu cons1 erata s1m .o o della
e1 martiri . Sembra del
.
01
ta I e 1potes1 . la presenza s u Il a pa1ma accanto' ad
resto, avvalorare
'11
.
. di.
volatile dotat 0 d e Il a prerogativa
Isaia. della fenice,
.
. 1 eggendar10
.
J11onre e resuscitare, ritenuto per questo simb 0 Io d e 11•·immortalità
·
all'incarn azione
e a 11a mordel Cristo.
.
. Ugualmente alluderebbero
.
•
con un uccellino in ci· ascuna, motivo
.
. , gabbiette
te di Cristo le due
questo presente g1a 1n San Clemente (figg. 1, 2) (7 ).
Sulle estre~it~ i_nferiori dell'arco absidale, si trovano quindi
delle decoraz1on1 d1 gusto classico: una coppia di colombe, concettualmente collegate al tema dell'amore divino per l'uomo, che svolazzano intorno ad un'anfora biansata chiusa, posta al centro di
una tovaglia contenente rigogliosi frutti e sostenuta alle estremità
da putti (figg. 3, 4, 19 ).
Se nel mondo antico , la colomba fu simbolo dell'eros naturale,
per la cultura cristiana, che adattò molti simboli pagani alla propria spiritualità, ques t'animale raffigurò l'amore divino, che prodello Spirila persona
prio sotto forma di colomba, simboleggiante
d' M . (s ) Q
.
to Santo, fu artefice del miracoloso concepimento 1 aria . uesto tema delle colombe, una di fronte all'altra, simboleggianti
anche la concordia era stato già rappresentato a Roma, nelle lunette affrescate del' Sancta Sanctorum e nel riquadro con l'incoronazione della Vergine nella sagrestia del monastero delle Tre Fontane
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paragonata alla colomba e le sue a · ra ·
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47
::--Cap, II
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una croce
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sostituzi l' l ha e l'omega ~e
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greca con a pdizione paleocristiana smg1·ne di tutto (fig. 5 ).
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Nell'arco clement1no, in _a . '
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simili a quelli tran st i enn_ '
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raffigurati anche i san i
tre in posizione centrale,
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l' 1 h e l'omega di Santa Mana m
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invece del clipeo crocia
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t nato di dodici stelle col bu. un ton o con or
Trastevere, campeggia
sto di Cristo benedicente (fig. 29).
I protagonisti di una storia antica
Di grande originalità iconografica è la scena nel catino dell' a~si. ·anc h' esse a mosaico
de, che si dispiega su due fasce sottostanti,
(tav. I).
. .
La prima, di colore verde, contiene l'iscrizione dedicatoria m
lettere capitali d'oro, che ricorda il restauro della basilica voluto
da Innocenzo Il, ed è in esametri:
HEC (sic) INHONORE TUO PREFULGIDA (sic) MATER HONORIS
REGIA DIVINI RUTILAT FULGORE DECORIS +
IN QUA CHRISTE SEDES MANET ULTRA SECULA (sic) SEDES
DIGNA TUIS DEXTRIS EST QUAM TEGIT AUREA VESTIS +
CUM MOLES RUITURA VETUS FORET HINC ORIUNDUS
T1\TNOCENTIUM HANC RENOVAVIT PAPA SECUNDUS.
\"Ila sottostante fascia di colore blu delimitata alle estremit~
dal_J_'.· ciuà_di Betlemme e Gerusalemme, 'consuete in questo tipo di
r aff 1gu raz10ne sono d'
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del'
.
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isposte, sei per parte, su ciascun ato
l agn: llo mistico con nimbo crucigero rosso e d'oro le dodici p eco·
re (figg. 7,8,9).
'
Nel sovrastante catino
.
co n
' campeggia al centro il trono celeste
48
Il