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Questo profilo della Beata Maria Teresa Fasce, abbadessa del monastero di S. Rita di Cascia, è stato scritto prima che fosse beatificata da S. Giovanni Paolo II il 12 ottobre 1997, quindi è chiamata Serva di Dio e Venerabile. È stato pubblicato in CALENDARIO LITURGICO AGOSTINIANO 1995-1996 a cura della Federazione delle province Agostiniane d'Italia ventunesima edizione, Editore Arti grafiche Stibu Urbania (Pesaro) 1995 pp. VI-XI.
In questo studio sono narrate le vicende della pagina perugina proveniente dal miracolo eucaristico di Siena (1330) di cui l'altra pagina oggi è a Cascia. La pagina perugina scomparve nel sec. XIX. Sono pubblicati documenti inediti.
Questo libro risale al 1995 ed è stato pubblicato in occasione della beatificazione della B. Maria Teresa Fasce, 12 ottobre 1997.
MAURO PAPALINILa sua vita, la sua spiritualità Edito dal Monastero Agostiniano S. Rita-Cascia. In copertina Medaglia commemorativa della Beatificazione Madre Teresa Fasce. Scultore Mauro Baldessari. 4 PRESENTAZIONE Ogni anno moltissima gente si reca a Cascia in pellegrinaggio per pregare S. Rita, la Santa taumaturga che ha tanti devoti in tutto il mondo; in questa cittadina la Santa è sempre vìssuta e qui si è santificata nel modo meraviglioso che noi tutti sappiamo. Salendo verso la Basilica, però, si erge una statua in bronzo: una monaca maestosa, di taglia imponente, come se stesse a guardia del Monastero e del Santuario. In genere pochi sanno chi ella sia: è la Beata Maria Teresa Fasce, che fu abbadessa del monastero di S. Rita per ventisette anni, dal 1920 alla sua morte, avvenuta il 18 gennaio 1947. Una figura quasi contemporanea, dunque; una persona che molti hanno conosciuto e che tuttora ricordano, al punto che ella sembra essere ancora qui tra di noi. E pensare che se andiamo a Cascia e trascorriamo una bellissima giornata di preghiera e di riposo lo dobbiamo proprio a questa monaca, sì certo, proprio a lei, alla Beata Maria Teresa Fasce, che è stata colei che ha pensato, voluto con tutta se stessa e realizzato la Basilica che conserva il corpo di S. Rita, l'orfanotrofio femminile che ospita le famose "apette " per le quali tanta gente invia offerte, ed altre strutture per accogliere i visitatori, come la casa del pellegrino. Ebbene, questa donna che tanto ha fatto per S. Rita oggi è come lei, è Beata, la Chiesa infatti l'ha elevata agli onori degli altari indicandola ai cristiani come modello di vita da seguire e imitare. Ma la Beata Maria Teresa non si è certo santificata con le 5 realizzazioni edilizie, per quanto ciò abbia avuto la sua importanza, ma si è fatta santa perché ogni giorno ha compiuto perfettamente la volontà di Dio, perché ha vissuto sempre mettendo in pratica tutte le virtù cristiane, e perché ha salito con amore il suo Calvario portando con gioia la sua pesante croce fatto di tante malattie e sofferenze. In questo piccolo libro cercheremo di conoscere un po' meglio questa figura così affascinante senza la pretesa di voler trattare approfonditamente tutti gli aspetti della sua vita e della sua spiritualità; questo libretto è destinato a tutti, in particolare alle anime semplici che hanno interesse a conoscere una Beata che le possa aiutare nelle difficoltà della vita, e non sono poche, ma che soprattutto
1996 •
1 parte - pp. 19-48
2022 •
Una versione di questo studio ora rivisto è stata pubblicata on line nella rivista La Noctula di Minerva, organo dell'Associazione culturale Leone XIII di Perugia: Anno V, maggio-dicembre 2007. Lo studio qui di seguito, rimasto inedito, risale al 2004, anno in cui è cessata la mia collaborazione con le Suore Oblate del Bambino Gesù. E' un lavoro di impronta teologica e spirituale e non storica, ma fu rifiutato dalle Suore perché molte di esse non ne accettavano i contenuti. In quel periodo gli archivi della Casa generalizia di Roma erano inaccessibili, quindi nei miei lavori non ho mai potuto consultare i documenti originali: ciò ha fatto sì che la ricostruzione storica specialmente delle biografie dei fondatori, Cosimo Berlinzani e Anna Moroni, risultasse carente e scontata. Nonostante ciò i miei lavori hanno provocato una rivoluzione nelle concezioni e nei miti delle Suore Oblate del Bambino Gesù: i due fondatori, l'assoluta laicità di Anna Moroni e delle sue Convittrici, etc. Negli anni successivi gli archivi sono stati aperti e ordinati, cosicché alcuni studiosi hanno potuto consultare proficuamente tante fonti a me sconosciute; essendo il mio studio precedente a questa grande svolta, non ha potuto usufruire di queste ricchezze, quindi le notizie biografiche dei fondatori sono superate ed insufficienti. Ritengo giusto diffondere questo studio perché vi si analizza dettagliatamente il carisma della Nutrice di Gesù Bambino e si precisa bene in che cosa consiste l'infanzia spirituale; i tanti documenti venuti alla luce non hanno fatto altro che confermare questa visione del carisma. Mauro Papalini, Gennaio 2020. INTRODUZIONE STORICA. La Congregazione delle Suore Oblate del Bambino Gesù è il risultato dell'unione di più congregazioni di diritto diocesano, quindi giuridicamente valide solo nelle loro diocesi, ma unite da un unico carisma e soprattutto da Gesù Bambino. Questa unione si effettuò nel 1928 fra la Congregazione madre di Roma e le Congregazioni di Sezze Romano, Palestrina, Sorrento, Fermo e Ascoli Piceno. Nel 1946 aderì all'unione la Congregazione di Rieti e nel 1957 quella di Gualdo Tadino. Oltre a darsi una struttura simile a quella degli ordini religiosi, fu concesso alle suore di emettere solennemente i voti religiosi di castità, povertà e obbedienza, mentre prima, nelle varie congregazioni che si rifacevano alla spiritualità dei Fondatori della Congregazione di Roma, si emetteva il voto semplice di perseveranza in Congregazione, un impegno generico, solo una promessa di osservare i consigli evangelici, non un giuramento vincolante come invece sono i voti religiosi. La Congregazione delle Convittrici del SS.mo Bambino Gesù di Roma fu fondata dal P. Cosimo Berlinsani e dalla signora Anna Moroni il 7 settembre 1671, vigilia della Natività della Vergine Maria, 1 con la scelta di 12 ragazze che volevano seguire i fondatori in quell'opera così impegnativa a cui si accingevano; fu eletta Superiora la stessa Confondatrice Anna Moroni. Il 2 luglio 1672, festa della Visitazione della Madonna, il P. Cosimo Berlinsani pensò opportunamente di non far emettere alle Convittrici i tre voti religiosi per non vincolarle nello stato di vita religiosa onde evitare la clausura, ma fece loro professare il voto semplice di perseveranza in Congregazione, promessa che equivaleva ad un impegno privato, lasciando Anna Moroni e le Convittrici totalmente laiche. «Hanno da fare, et insegnare opere di virtù, e di santità, e di perfezione, e devono poter dire con Giesù Christo "non veni ministrari, sed ministrare" cioè si sono fatte Convittrici non per schivare li pesi del Matrimonio, né della religione, ma si bene per essere libere, e sciolte ad effetto di affaticarsi a gloria di Dio, et a benefizio del prossimo». «Edificare li prossimi facendo in abito secolare, ma humile modesto, e di color leonato in honore della Beatissima Vergine del Carmine e di S. Teresa, et in tutto, e per tutto uniforme una vita veramente Religiosa, osservando rigorosamente, ma senza voto alcuno i i tre Consigli evangelici di povertà, Castità, et obbedienza, e professando senza rigorosa clausura con semplice voto però di perseveranza fino alla morte in Congregazione (...) 2. Questo prescrivevano le Regole scritte dallo stesso padre Fondatore 3. 3 Nella biografia di Isabella Milesi, al capitolo XVIII Il Testamento Javarroni, si suggerisce il metodo da usare quando una convittrice volesse abbandonare la Congregazione : «Ordina ancora, e commanda che se alcuna di esse s'annoiasse di questo santo modo di vivere, e per disgrazia, e tentazione del demonio pretendesse uscire, sia esclusa, e decaduta da ogni commodo della sua heredità, e s'habbia come mai fosse stata istituita, e sostituita, fattagli però la trina monizione con carità, et amore dal padre spirituale della Congregazione, e dalla superiora pro tempore e quando nulla giovasse, prima vuole, e commanda che sia cerziorata la casa, e parenti più prossimi della medesima, et a quelli, che si consegni con ogni onesta circospezione ... ", M. PAPALINI, Un misero avanzo di mondo, Biografia di Isabella Breccika Milesi, fondatrice e prima superiora della Congregazione delle Convittrici del Santissimo Bambino Gesù di Rieti, oggi Suore Oblate del Bambino Gesù, Istituto delle Suore Oblate del Bambino Gesù, Rieti, 2000, p. 130. Come si vede nel lasciare la Congregazione la convittrice, non essendo religiosa, non doveva inoltrare alcun atto giuridico. Il 14 Dicembre 1704 Clemente XI rese il voto di perseveranza solvibile solo dal Sommo Pontefice, il che non vuol dire che esso fosse diventato vincolante, ma sott'intendeva che qualunque convittrice nel lasciare la Congregazione avrebbe dovut o i noltrare una supplica indirizzata al Sommo Pontefice ma presentata al vescovo Diocesano, era semplicemente un avvertimento alle autorità ecclesiastiche.
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