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I contenuti sono protetti da copyright © L'ERMA di Bretschneider, 2021. Copia omaggio per uso non divulgativo destinata agli autori del notiziario del Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma 122, 2021 CXXII 2021 «L’ERMA» di BRETSCHNEIDER Roma - Bristol I contenuti sono protetti da copyright © L'ERMA di Bretschneider, 2021. Copia omaggio per uso non divulgativo destinata agli autori del notiziario del Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma 122, 2021 COPYRIGHT © 2021 by «L’ERMA» di BRETSCHNEIDER - ROMA Via Marianna Dionigi 57 00193, Roma - Italy www.lerma.it 70 Enterprise Drive, Suite 2 Bristol, Ct 06010 - USA lerma@isdistribution.com Cura redazionale Articoli Daniele F. Maras Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma. - N.S. 1 (1987/88)- . - Roma : «L’ERMA» di BRETSCHNEIDER, 1989- . - v. ; 29 cm. - Annuale ISSN 0392-7636 ISBN cartonato: 978-88-913-2337-8 ISBN pdf: 978-88-913-2340-8 CDD 20. 930.1’05 DOI 10.48255/J.BCAR.CXXII.2021 Periodico: Autorizzazione Tribunale di Roma n. 87/2018 del 19-04-2018 I contenuti sono protetti da copyright © L'ERMA di Bretschneider, 2021. Copia omaggio per uso non divulgativo destinata agli autori del notiziario del Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma 122, 2021 Sommario Le piscinae limariae tra il VI e il VII miglio della via Latina di Diego Blanco 9 Un ripostiglio di tessere di piombo dalla chiesa medievale di San Salvatore in Portico di Monica Ceci, Massimiliano Munzi 25 L’‘Ara di Domizio Enobarbo’. Un monumento fra Oriente e Occidente Eugenio Polito 39 Piano sostenibile di tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico e di educazione continua al patrimonio culturale: SyPEAH (A platform System for the Protection and Education of Archaeological Heritage) di Irma Della Giovampaola 61 La topografia dell’area a nord del Foro di Traiano Atti della Giornata di Studi Roma, Auditorium dell’Ara Pacis 30 gennaio 2020 Prefazione. La topografia dell’area a nord del Foro di Traiano: sulle questioni irrisolte di Eugenio La Rocca 79 Premessa. Carta Archeologica dell’area a nord della Basilica Ulpia di Roberto Meneghini 99 Ritrovamenti archeologici presso la Escuela Española de Historia y Arquelogia en Roma e il contesto topografico delle pendici meridionali del Quirinale di Antonio Pizzo, Massimo Vitti Appendice. Petrographic and X-Ray Diffraction Analyses, Wall Mortars, Via di S. Eufemia 13, Rome di Marie D. Jackson, Nanfei Cheng, Kai Barrera 107 130 Traiano in Campidoglio di Francesca de Caprariis 137 Gli auditoria di piazza Madonna di Loreto di Rossella Rea 145 Il Tempio dei divi Traiano e Plotina e i suoi disiecta membra: novità dalle indagini a Palazzo Valentini di Paola Baldassarri 157 L’architettura del Foro di Traiano a nord della Basilica Ulpia di Elisabetta Bianchi, Roberto Meneghini 183 I contenuti sono protetti da copyright © L'ERMA di Bretschneider, 2021. Copia omaggio per uso non divulgativo destinata agli autori del notiziario del Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma 122, 2021 Sommario 6 Il contributo degli elementi architettonici per la ricostruzione degli elevati nella parte settentrionale del Foro di Traiano di Marina Milella 203 Il tempio di Plotina in un frammento della pianta marmorea severiana. Ipotesi e contesto di Claudio Parisi Presicce 217 Relazioni su scavi, trovamenti, restauri in Roma e Suburbio 2020 presso piazza M. L. King (Comune di Ciampino) di Gabriella Serio, Agnese Livia Fischetti 278 REGIONE VI Terme di Diocleziano. Recenti indagini nell’area (Mun. I) di Gianfranco De Rossi, Marzia Di Mento, Simona Nunzi 231 VIA NOMENTANA Nuovi dati sulla viabilità antica in località Casabianca, via dei Laghi (Comune di Ciampino) di Gabriella Serio, Federica Micarelli Nuove indagini archeologiche in viale del Policlinico e piazza Girolamo Fabrizio (Mun. II) di Cristina D’Agostini, Giorgia Francozzi 237 VIA ARDEATINA Via Andrea Cesalpino. Nuove evidenze archeologiche (Mun. II) di Cristina D’Agostini, Giorgia Francozzi 242 VIA OSTIENSE Ritrovamenti lungo la via Palombarese (Comuni di Guidonia Montecelio e Fonte Nuova) di Zaccaria Mari 244 281 Ritrovamenti in via Odoardo Beccari 6A (Mun. I) di Federica Fabbri, Marco Mannino 283 Nuove ricerche sui colombari del Sepolcreto della via Ostiense. Analisi dei resti antropologici e archeologici (Mun. VIII) di Marina Marcelli, Chiara Cicone, Llorenç Alapont Martín, Magdalena Sastre Morro, Sarah F. Evans, Maéva Lhériteau, Pere Corredor Peinado, Massimiliano Munzi 289 VIA TIBURTINA Strutture romane in via dei Caudini (Mun. II) di Cristina D’Agostini, Davide Mancini 253 VIA PRENESTINA Nuovi scavi nell’ager Gabinus tra il XIII e il XVIII miglio della via Prenestina (Comuni di Zagarolo e Gallicano nel Lazio) di Zaccaria Mari 257 VIA LABICANA Un sepolcreto in via Capua (Mun. V) di Rocco Bochicchio, Massimo Todini, Giordana Amicucci, Ramon Simonetti, Sara Polvere, Fabrizio Alessandro Terrizzi 269 Nuovi dati archeologici in località Giardinetti (Mun. VI) di Cristina D’Agostini, Alessia Visone 275 VIA APPIA Un tratto della via cosiddetta Castrimeniense Un sarcofago fittile da via di Castel Fusano, Ostia antica (Mun. X) di Dario Daffara, Barbara Roggio, Paola Francesca Rossi, Tiziana Sòrgoni, Cristian D’Ammassa, Ivana Fiore 308 Il progetto “Via Severiana” per la riqualificazione del comprensorio storico-archeologico della Pineta di Castel Fusano (Mun. X) di Marina Marcelli 311 VIA PORTUENSE Il restauro della Strada Colonnata dei porti imperiali di Claudio e Traiano (Comune di Fiumicino) di Marina Lo Blundo, Claudia Irene Mornati, Tiziana Sòrgoni 315 VIA CASSIA Deposizioni funerarie in via Cassia 118 (Mun. XV) di Margherita Zannini, Francesca Pizziconi, Edoardo Schina 318 I contenuti sono protetti da copyright © L'ERMA di Bretschneider, 2021. Copia omaggio per uso non divulgativo destinata agli autori del notiziario del Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma 122, 2021 Sommario 7 Via Cassia. Nuovi dati sul paesaggio postantico intorno al V miglio (Mun. XV) di Massimo Brando, Gianfranco De Rossi, Maddalena Marrucci, Camilla Panzieri, Valentina Pica 321 VIA FLAMINIA Via Capoprati (Ponte Milvio). Ritrovamento di un complesso archeologico pluristratificato (Mun. XV) di Marina Piranomonte, Barbara Ciarrocchi, Giovanni Ricci 333 Via Flaminia km 16,900. Tracciati stradali e infrastrutture idriche (Mun. XV) di Francesco Boanelli, Emanuele Giannini 339 REGIONE IV Lo scavo del tratto settentrionale di via Alessandrina (2016-2020). Considerazioni preliminari di Nicoletta Bernacchio, Antonella Corsaro, Stefania Fogagnolo, Roberto Meneghini, Claudio Parisi Presicce, Beatrice Pinna Caboni, Paolo Vigliarolo, Massimo Vitti 342 I contenuti sono protetti da copyright © L'ERMA di Bretschneider, 2021. Copia omaggio per uso non divulgativo destinata agli autori del notiziario del Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma 122, 2021 308 Relazioni su scavi, trovamenti, restauri in Roma e Suburbio 39 L’esistenza di un livello superiore, probabilmente una terrazza destinata alle cerimonie di commemorazione dei defunti, è testimoniata da una scala antica, conservata sul lato E. 40 LEONI et al. 2020. 41 Da queste sembrerebbe potersi dedurre che costruttore della tomba sia L. Iulius Eleuther, che ricorre come dedicante in ben due iscrizioni, una alla moglie Iulia Photis e una al patronus L. Iulius Euhemerus: LUGLI 1919, p. 298. 42 Un sincero ringraziamento si deve all’Escuela Española de Roma (EEHAR-CSIC), nella persona del direttore Antonio Pizzo, per il sostegno e la collaborazione dimostrati in questi anni di ricerca a Roma. 43 Il progetto è realizzato dall’Università di Valencia e coordinato da L. Alapont in collaborazione con Pilar Mar. 44 Il progetto è realizzato in collaborazione con l’unità multidisciplinare ArchaeChemis del Dipartimento di Chimica Analitica dell’Università di Valencia, coordinata da Gianni Gallello. Un recente accordo con il Dipartimento di Genetica, Evoluzione e Ricerca Ambientale della stessa università consentirà infine di sviluppare un ambizioso progetto di estrazione e analisi del DNA dai resti umani cremati della necropoli, coordinato da Mark Thomas. 45 Le fonti provengono da autori che operano principalmente tra il I sec. a.C. e il IV sec. d.C. (Cicerone, Ovidio, Plinio il Vecchio, Virgilio, Svetonio, Seneca, Tacito). Per una breve bibliografia di riferimento si veda: NOCK 1952; SCHEID 1984; TOYNBEE 1996; ANDRÉ 2001; PATURET 2017. 46 SCHEID 2002, p.139. 47 N. di catalogo SVO18IVH16; si veda supra p. 295 per l’attribuzione della sepoltura. 48 N. di catalogo SVO18IVD26A. 49 Nn. di catalogo SVO19IIIA16, SVO18IVD21A. Quest’ultima conteneva un individuo adulto con una particolare patologia particolare chiamata D.I.S.H. di cui si parlerà in seguito. 50 Nn. di catalogo SVO18IVD26A, SVO17VIIC15, SVO17XIC33, SVO19IIIA13 e SVO17XIIC12. 51 N. di catalogo SVO17XIC33. 52 N. di catalogo SVO19IIIA13. 53 Nn. di catalogo SVOXIIC12 e SVO17VIIC15, SVO17XIC33. 54 Nn. di catalogo SVO17VIIC13. Si veda infra il contributo di M. Munzi. 55 N. di catalogo SVO18IVD19A, insieme alle ossa bruciate di almeno tre individui, due bambini e un adulto. 56 ALAPONT 2017; ID. 2009. Di particolare interesse sono i resti animali trovati nell’urna SVO18IVD23A, che conteneva numerose lumache e ossa di animali, alcuni dei quali uccelli. 57 VAN DORSEALER 1967, pp. 120-122. 58 Nn. di catalogo SVO17VIIIB6, SVO17VIIIB12, SVO19IIIA12, SVO19IIIA13, SVO19IIIA15, SVO19IIIA16, SVO20IIIA1, SVO20IIIA19, SVO20IIIA20. 59 Nn. di catalogo SVO17XIC32, SVO17XIIC12, SVO17XIIC14, SVO18IVD22A, SVO18IVD26A, SVO19IIIA14. 60 Nn. di catalogo SVO17VIIC15, SVO17VIIC16, SVO17XIC33, SVO18IVD19A, SVO20IIIA6. 61 N. di catalogo SVO20IIIB6. 62 N. di catalogo SVO18IVD21A. 63 ALAPONT et al. c.s. 64 LIVERANI et al. 2010, p. 235; DUDAY et al. 2013. 65 ASC, Commissione Archeologica, Carteggio, 9 quinquennio 1916-20, b.37, prot. 86 (1918). 66 Per la distinzione tra monete funerarie di passaggio e di rappresentazione si veda DOYEN 2012 e ID. 2017. 67 CAMILLI, TAGLIETTI 2018 (Ostia); MUNZI 1997, ID. 1999 (Leptis Magna). 68 La moneta è stata individuata a cm 40 di profondità dalla bocca del pozzo in uno strato antico (US 1023), caratterizzato anche dalla presenza di ossa umane, direttamente coperto da stratigrafie moderne, probabilmente il livello a cui si è fermato lo scavo del 1918. Un sarcofago fittile da via di Castel Fusano, Ostia antica (Municipio X) plice nella fattura e nelle modalità di deposizione1. Il ritrovamento è avvenuto nel territorio di Pianabella, una vasta pianura delimitata a NO dalla città antica, a S dalla linea di costa (oggi ricalcata da via G. Calza) e a NE dallo Stagno Ostiense, che arrivava fino al Colatore delle Acque Medie2. La piana era suddivisa da una griglia ortogonale di assi stradali, probabilmente di età augustea3; la costa era invece punteggiata di sontuose ville (come la Villa di Procoio e la cd. Villa di Plinio a Castel Fusano)4, mentre nell’interno si sono trovate tracce di strutture residenziali o produttive5. A partire dal I sec. a.C. iniziò un intenso uso funerario, specialmente lungo la via Laurentina, con la realizzazione di recinti e colombari, spesso di liberti. La necropoli si estese progressivamente a tutta la piana; nel II sec. d.C. vi fu un generale abbandono delle strutture, spesso riempite di tombe a inumazione o obliterate da nuovi edifici. L’uso funerario della zona si protrasse in età medievale intorno alla basilica anonima di Pianabella e fino ai nostri giorni presso la chiesetta di Sant’Ercolano6. Negli ultimi quarant’anni questo territorio è stato interessato da un intenso fenomeno di urbanizzazione, spesso a carattere abusivo. Ritrovamenti come questo compongono un mosaico che presto troverà una funzionale rappresentazione nella nuova carta archeologica del suburbio ostiense (fig. 1). IL RITROVAMENTO All’interno del saggio 3, ad una profondità di m 2 ca. rispetto al piano di campagna, è stato rinvenuto un sarcofago fittile di colore giallo ocra, ad impasto mediamente compatto e depurato7. La cassa, ricoperta da una moderna coltre di riporto, era stata sistemata in età antica direttamente nel terreno sabbioso, scavando il cordone dunare. Il sarcofago era formato da unico pezzo di forma rettangolare allungata, databile, per il ritrovamento di tre unguentari piriformi, tra la fine del I e l’inizio del III secolo (cfr. infra). La base piana è lievemente rialzata ai lati, le pareti sono diritte e, agli angoli, si incontrano formando uno spigolo vivo. L’orlo delle pareti risulta appiattito e ispessito e presenta un listello aggettante verso l’interno per la posa di embrici di reimpiego che formavano la copertura del sarcofago8, la quale, al momento del rinvenimento, risultava in parte collassata al suo interno, favorendo la graduale percolazione di sabbia che ha localmente cementato i resti ossei9. La parte interna risulta dotata di “cuscino” su cui si conservano tre fori circolari10, verosimilmente praticati per il deflusso dei liquidi prodotti dalla decomposizione11. Questa tipologia di sarcofago, la cui semplicità è generalmente dovuta a fattori economico-sociali ma anche, in altri contesti, a motivazioni religiose di voluta sobrietà12, si ritrova anche fuori dal contesto ostiense13. Al termine dello scavo, il sarcofago è stato trasportato all’interno dell’area archeologica e posizionato nella necropoli di Porta Romana, sul lato settentrionale della via Ostiense (inv. P 3030) (fig. 2). ANALISI ANTROPOLOGICA E ARCHEOZOOLOGICA INTRODUZIONE Alla fine di marzo del 2019, nel corso di indagini archeologiche preventive per la realizzazione di una fognatura, è stato rinvenuto un sarcofago di terracotta, estremamente sem- L’inumato è stato rinvenuto sotto una spessa coltre di sedimento sabbioso ed era deposto sul fondo, in decubito dorsale; la dislocazione di alcuni elementi ossei (bacino, femore sinistro) è stata attribuita al crollo della copertura e alla pressione esercitata dalla sabbia penetrata all’interno. I contenuti sono protetti da copyright © L'ERMA di Bretschneider, 2021. Copia omaggio per uso non divulgativo destinata agli autori del notiziario del Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma 122, 2021 309 Via Ostiense 1. Via di Castel Fusano. A sinistra, stralcio della pianta del suburbio Sud-orientale di Ostia con individuazione dell’area di indagine (elab. grafica C. D’Ammassa da PANNUZI 2007, tav. 1). A destra, posizionamento topografico dei saggi di scavo e dei rinvenimenti su estratto cartografico catastale (disegno C. D’Ammassa). 2. Via di Castel Fusano. Foto piano zenitale del sarcofago in corso di scavo (foto C. D’Ammassa). Lo scheletro era ben rappresentato in tutte le sue parti, anche se lo stato di conservazione appariva molto precario. Il materiale scheletrico è stato quindi prelevato con estrema cautela e portato nella sede del Parco Archeologico di Ostia Antica, presso il Servizio di Antropologia. La pulizia delle ossa è avvenuta a secco, con l’ausilio di spazzole morbide data l’estrema fragilità degli elementi ossei; grazie alle caratteristiche morfologiche di bacino e cranio, si è stabilito che il defunto fosse di sesso maschile, mentre l’usura dentaria e la morfologia della sinfisi pubica hanno suggerito un’età alla morte di 40 anni ca.14. I denti, come spesso succede, sono gli elementi meglio conservati e anche i più indicativi circa lo stato di salute in vita. È stata rilevata la presenza di abbondante tartaro sulle corone, la perdita intra vitam di ben 19 denti e la presenza di molteplici ipoplasie dello smalto, segnale di un disturbo aspecifico intervenuto durante il periodo di formazione, ovvero nell’infanzia15. All’interno del sarcofago sono stati trovati un canino inferiore destro di maiale con segni di lavorazione, probabil- mente un elemento ornamentale, e una conchiglia del genere Callista, forse caduta nella cassa in seguito alla rottura della copertura16. All’esterno del sarcofago sono stati rinvenuti due resti ossei di maiale giovanile17, con tracce di macellazione, e un osso di cane adulto-senile, di grandi dimensioni18. Quest’ultimo ritrovamento, se associabile alla sepoltura, potrebbe indicare la deposizione rituale del migliore amico dell’uomo, una pratica attestata fin dalla sua domesticazione19 (fig. 3). RESTAURO DEGLI ELEMENTI DI CORREDO Nel sarcofago sono stati trovati tre balsamari di vetro in stato frammentario, riconducibili alla tipologia Isings 82, piuttosto comune e prodotta tra la fine del I e l’inizio del III sec d.C. (invv. P 3013 - P 3015)20. Lo stato di conservazione dei balsamari era mediocre: le uniche parti abbastanza integre erano i colli e parte dei corpi. A seguito dell’assemblaggio dei frammenti è stato possibile I contenuti sono protetti da copyright © L'ERMA di Bretschneider, 2021. Copia omaggio per uso non divulgativo destinata agli autori del notiziario del Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma 122, 2021 310 Relazioni su scavi, trovamenti, restauri in Roma e Suburbio BUIKSTRA, UBELAKER 1994 BUONAGURO et al. 2012 CANCI, MINOZZI 2005 DE TOMMASO 1990 FEREMBACH et al. 1977-1979 FIORE, LUGLI 2018 GERMONI et al. 2018 HEINZELMANN 1998 HEINZELMANN 2001 3. Via di Castel Fusano. Foto di balsamario Isings 82 dopo il restauro (Inv. P 3013, foto T. Sòrgoni). riconoscere la tipologia piriforme del balsamario, realizzato con la tecnica del vetro soffiato incolore e caratterizzato da collo lungo e fondo piatto. Il vetro appariva ricoperto da una patina iridescente, evidente segno di alterazione molto comune sui vetri antichi. Su tutti i frammenti erano presenti depositi ed incrostazioni terrose. Presso il Laboratorio di Restauro del Parco è stato effettuato l’intervento conservativo. I depositi incoerenti sono stati rimossi con pennelli morbidi, mentre quelli coerenti con compresse imbevute di acqua. Successivamente è stata eliminata la patina iridescente con tamponcini imbevuti di acqua distillata. Si è provveduto poi alle operazioni di incollaggio dei frammenti, utilizzando una resina acrilica in soluzione. È stato possibile ricostruire solo uno dei balsamari, mentre per gli altri due sono stati ricomposti solo i colli e un corpo. DARIO DAFFARA, BARBARA ROGGIO, PAOLA FRANCESCA ROSSI, TIZIANA SÒRGONI, CRISTIAN D’AMMASSA, IVANA FIORE Abbreviazioni bibliografiche BARONE 1995 BRUNO, TINELLI 2012 R. BARONE, Anatomia comparata dei mammiferi domestici. 1, Osteologia, Bologna 1995. B. BRUNO, M. TINELLI, Testimonianze bizantine e medievali da Gallipoli (LE). A proposito di un intervento presso l’oratorio di San Giuseppe, 1998, in AMediev, 39, 2012, pp. 215227. ISINGS 1957 LAURO 1984 MASTRORILLI 2011 MASTRORILLI 2012 NEPOTI 2005 NUZZO 2016 PALMENTIERI 2013 PANNUZI 2006 PANNUZI 2007 PANNUZI 2009 PANNUZI 2018 J. E. BUIKSTRA, D. H.UBELAKER (edd.), Standards for data collection from human skeletal remains, Fayetteville 1994. S. BUONAGURO, C. CAMARDO, N. SAVIANE, La villa della Palombara (cd. Villa di Plinio) a Castelfusano (Ostia). Nuovi dati dalle campagne di scavo 2007-2008, in Amoenitas, II, 2012, pp. 65-85. A. CANCI, S. MINOZZI, Archeologia dei resti umani, Roma 2005. G. DE TOMMASO, Ampullae vitreae, Roma 1990. D. FEREMBACH, L. SCHWIDETZKY, M. STLOUKAL, Raccomandazioni per la determinazione dell’età e del sesso sullo scheletro, in Rivista di Antropologia, 60, 1977-1979, pp. 5-51. I. FIORE, F. LUGLI, Dogs – Past and Present, An interdisciplinary perspective, abstract book, Ferrara 2018. P. GERMONI, L. DE GREGORIO, C. NINEL PISCHEDDA, A. D’ANDREA, Indagini archeologiche preventive nell’area della necropoli di Pianabella (area 12): nuove acquisizioni per la ricostruzione del paesaggio extraurbano di Ostia Antica tra I e IV secolo d.C., in M. CÉBEILLAC-GERVASONI, N. LAUBRY, F. ZEVI (edd.), Ricerche su Ostia e il suo territorio: Atti del Terzo Seminario Ostiense, Roma 2018, pp. 227-244. M. HEINZELMANN, Beobachtungen zur Suburbanen Topographie Ostias. Ein orthogonales Strassensystem im Bereich der Pianabella, in RM, 105, 1998, pp. 175-225. M. HEINZELMANN, Les nécropoles d’Ostie: topographie, développement, architecture, structure sociale, in J. P. DESCOEUDRES (ed.), Ostia, port et porte de la Rome antique, Genève 2001, pp. 373-384. C. ISINGS, Roman Glass from Dated Finds, Groningen-Djakarta 1957. M. G. LAURO, Ville suburbane ad Ostia, in Archeologia Laziale, VI, Roma 1984, pp. 224-228. D. MASTRORILLI, La tomba di S. Monica ad Ostia: fonti ed evidenze archeologiche, in AA.VV., Santa Monica nell’Urbe. Dalla tarda Antichità al Rinascimento, Roma 2011, pp. 113-128. D. MASTRORILLI, Osservazioni sulla basilica paleocristiana di S. Aurea ad Ostia, in H. BRANDENBURG, F. GUIDOBALDI (edd.), Scavi e scoperte recenti nelle chiese di Roma, Città del Vaticano 2012, pp. 213-235. S. NEPOTI, Schede 2004-2005, in AMediev, 32, 2005, pp. 235-282. D. NUZZO, Note sulla basilica cristiana di Pianabella a Ostia, in RM, 122, 2016, pp. 367-386. A. PALMENTIERI, Addenda ai sarcofagi romani della prima età imperiale. Nuovi dati dall’area campana, in RM, 119, 2013, pp. 169-199. S. PANNUZI, Recenti indagini archeologiche presso la chiesa di S. Aurea nel borgo di Ostia antica, in IV Congresso Nazionale di archeologia medievale, Firenze 2006, pp. 369-377. S. PANNUZI (ed.), Necropoli Ostiensi, lo scavo archeologico per la costruzione della linea elettrica a 150 kV in cavi interrati, Lido VecchioCasal Palocco, Roma 2007. S. PANNUZI, Recenti indagini archeologiche nel territorio ostiense: la chiesa di S. Ercolano, in G. VOLPE, P. FAVIA (edd.), Atti del V Congresso Nazionale di archeologia medievale, Firenze 2009, pp. 441-448. S. PANNUZI, Viabilità e utilizzo del territorio. Il suburbio sud-orientale di Ostia alla luce dei recenti rinvenimenti archeologici, in M. CÉBEILLAC-GERVASONI, N. LAUBRY, F. ZEVI I contenuti sono protetti da copyright © L'ERMA di Bretschneider, 2021. Copia omaggio per uso non divulgativo destinata agli autori del notiziario del Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma 122, 2021 311 Via Ostiense PANNUZI, CARBONARA 2007 PANNUZI, PANTANO 2011 PAROLI 1999 PELLEGRINO 1999 ROBERTS, MANCHESTER 19972 RUOTOLO 2020 SAGUÌ 2010 TAGLIETTI 1992 VENTURELLI 2020 WHITE, FOLKENS 2005 (edd.), Ricerche su Ostia e il suo territorio, Atti del Terzo Seminario Ostiense, Roma 2018, pp. 181-211. S. PANNUZI, A. CARBONARA, Il suburbio sudorientale di Ostia antica: la trasformazione del territorio in età imperiale e tardo antica secondo le più recenti ricerche archeologiche, in PANNUZI 2007, pp. 4-16. S. PANNUZI, W. PANTANO, Sepolture femminili dalle necropoli del suburbio ostiense: nuovi dati dai recenti scavi archeologici, in MediSec, 23/1, 2011, pp. 259-286. L. PAROLI (ed.), Scavi di Ostia XII, La basilica cristiana di Pianabella, parte I, Roma 1999. A. PELLEGRINO (ed.), Dalle necropoli di Ostia, riti e usi funerari (catalogo della mostra), Roma 1999. C. ROBERTS, K. MANCHESTER, The Archaeology of Disease, New York 1997. R. RUOTOLO, Sant’Ercolano: il recupero moderno, in StRom, II, 1, 2020, pp. 69-86. L. SAGUÌ, Il vetro antico, Roma 2010. F. TAGLIETTI, La diffusion de l’inhumation à Rome. La documentation archéologique, in Incinérations et inhumations dans l’Occident Romain aux trois premiers siècle de notre ère, in Actes du colloque international de ToulouseMontréjeau (IVe Congrès archéologique de Gaule méridionale, 7-10 octobre 1987), Toulouse 1992, pp. 163-179. E. VENTURELLI, Terra santa - terra del santo, il sarcofago di terracotta di San Davino, in Berichtder Stiftung Ziegelei-Museum, 37, 2020, pp. 47-56. T. D. WHITE, P. A. FOLKENS, Human osteology, San Francisco 2005. Note 1 Lo scavo è stato eseguito da Cristian D’Ammassa (archeologo) e Paola Francesca Rossi (funzionario antropologo, Parco Archeologico di Ostia antica), con la supervisione scientifica di Dario Daffara e Barbara Roggio (funzionari archeologi, Parco Archeologico di Ostia antica). L’intervento di restauro è stato condotto da Tiziana Sòrgoni (funzionario restauratore, Parco Archeologico di Ostia antica), la consulenza archeozoologica è di Ivana Fiore (archeozoologa). 2 Una sintesi delle indagini nell’area in PANNUZI, CARBONARA 2007 e NUZZO 2016. 3 HEINZELMANN 1998 e 2001; PANNUZI 2018, p. 186. 4 Sulla Villa di Procoio: LAURO 1984; sulla Villa di Plinio: BUONAGURO et al. 2012. 5 PANNUZI, CARBONARA 2007, p. 7. 6 Su Sant’Ercolano PANNUZI 2009 e RUOTOLO 2020. 7 Sarcofagi della stessa tipologia sono stati rinvenuti nelle immediate aree limitrofe: quattro esemplari presso l’area della basilica di Pianabella: PAROLI 1999, p. 334; presso la chiesa di S. Aurea e l’annesso episcopio: PANNUZI 2006, pp. 371 e 376; MASTRORILLI 2011, p. 119; EAD. 2012, p. 217; nei pressi del cimitero: PELLEGRINO 1999, pp. 87-88 e 73-84. Il reimpiego di sarcofagi fittili per sepolture successive è attestato presso S. Ercolano: PANNUZI 2009, pp. 444-448. Di recente altri esemplari sono stati rinvenuti nell’ambito degli scavi di tutela: per lo scavo ACEA del 2006 lungo la via Ostiense: PANNUZI, PANTANO 2011, p. 266; per le indagini delle S.S.P.P. via del Mare e via Ostiense: GERMONI et al. 2018. 8 Su una delle tegole recuperate era impresso un bollo semilunato poco leggibile, attualmente in corso di studio. 9 PANNUZI 2018, p. 186. 10 I sarcofagi in terracotta erano una tipologia diffusa, già indicata da Plinio Nat, XXXV, 46; TAGLIETTI 1992. 11 NEPOTI 2005, p. 247; BRUNO, TINELLI 2012, p. 218. 12 PALMENTIERI 2013, p. 193. 13 Si veda ad esempio la deposizione di S. Davino Armeno nella chiesa di S. Michele in Foro a Lucca: VENTURELLI 2020. 14 Per le determinazioni antropologiche: FEREMBACH et al. 1977-1979; BUIKSTRA, UBELAKER 1994, pp. 15-38; CANCI, MINOZZI 2005, pp. 117139. 15 Sullo stato di salute: ROBERTS, MANCHESTER 1997, pp. 63-83; WHITE, FOLKENS 2005, pp. 309-332. 16 Per le determinazioni archeozoologiche: BARONE 1995, pp. 603-620. 17 Un omero distale destro e un femore mediale sinistro di maiale di individuo giovane-adulto/adulto. 18 Una tibia medio-distale destra di cane. 19 Per le tombe con sepoltura rituale di animali: FIORE, LUGLI 2018, pp. 13-44. 20 Per un approfondimento: ISINGS 1957, n. 82; DE TOMMASO 1990; SAGUÌ 2010, pp. 53-63. Il progetto “Via Severiana” per la riqualificazione del comprensorio storico-archeologico della Pineta di Castel Fusano (Municipio X) LA VIA SEVERIANA E LA VILLA DELLA PALOMBARA L’area della Pineta di Castel Fusano è situata nella fascia costiera a S della foce del Tevere all’interno del Municipio Roma (Ostia) ed è compresa nella Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, un’area protetta di grande valore ambientale-naturalistico, istituita con D.M. 429/19871. In antico l’area era caratterizzata da un’estesa laguna salmastra separata dal mare da cordoni di dune, la cui memoria è tramandata dal toponimo di Stagno d’Ostia. Il progressivo avanzamento della foce e le bonifiche idrauliche avviate nel XIX secolo hanno contribuito alla trasformazione del paesaggio nell’aspetto attuale. Un asse stradale costiero protostorico si consolidò in età romana in funzione del trasporto di merci necessarie ai centri costieri, come il legname e la calce proveniente da Terracina e dai monti Lepini, fondamentali per lo sviluppo edilizio di Ostia e Portus. Il nome di via Severiana, attestato in un’iscrizione del 238 d.C. presso Ardea, deriva dagli interventi effettuati sotto l’imperatore Settimio Severo per il collegamento diretto fra Ostia e Terracina lungo la linea di costa, unificando strade esistenti. L’opera fu realizzata tra il 198 e il 209 d.C., come sappiamo dal cippo del VI miliario rinvenuto nel 1955 a nord del canale dello Stagno2. La via collegava probabilmente i centri di “Ostia Colonia, oppidum Laurentum, lucus Iovis Indigetis, amnis Numicius, Ardea, Aphrodisium, Antium colonia, Astura flumen” menzionati da Plinio il Vecchio (Nat. Hist., III, 56-58); i tratti conservati del selciato consentono di ricostruire con sufficiente precisione il tracciato, noto anche da itinerari tardoimperiali, come l’Itinerarium Antonini (301, 6) e la Tabula Peutingeriana. La via Severiana aveva inizio da Ostia, presso la Porta Marina, dove si raccordava con la via Flavia proveniente da Portus. Prima del canale emissario dello stagno si univa con la via Laurentina proveniente dalla omonima porta di Ostia. Quindi la via attraversava il canale su un ponte in legno, ricostruito in pietra dagli imperatori Caro, Carino e Numeriano (283-284 d.C.), come noto da due iscrizioni conservate nella Villa Chigi. Un altro ponte più a S, forse sul rio Focetta, citato in un’iscrizione rinvenuta nel 1908 nella tenuta La Capocotta, fu ricostruito sotto l’imperatore Commodo nel 190 d.C. a seguito di un’inondazione. La porzione meglio nota,