LA MADONNA DI REGGIO a FIVIZZANO
Testimonianze STORICHE E di fede RACCOLTE
Da Rino Barbieri
La seconda domenica di luglio si festeggia a
Fivizzano la festa della Madonna dell’
Adorazione, o più comunemente conosciuta
come “La Madonna di Reggio”, patrona del
vicariato di Fivizzano.
1
Panoramica di Fivizzano.
Fivizzano è città (dichiarata “città nobile” il 6
luglio 1848 da Leopoldo II Granduca di Toscana)
che ha origini davvero antiche se anche
importanti storici del passato hanno identificato
Verrucola, castello di Fivizzano, nel “Biracelum” o
“Viracelum”, luogo citato da Claudio Tolomeo
2
nella sua “Geografia” e che lui poneva con le sue
coordinate sulla sponda sinistra della Magra. Il
grande geografo tedesco Filippo Cluverio,
fondatore della geografia storica, ha confermato
questa interpretazione, difesa poi con forza dal
medico e storico fivizzanese Pier Carlo Vasoli
nel suo “Manoscritto” debitamente trascritto
nell’anno 2011 da Giuliano Domenichelli e
pubblicato dal Comune di Fivizzano (Fazzi
editore). Il fatto che nel primo secolo dopo
Cristo la località fosse già conosciuta fra gente
dell’impero romano ci avvicina a credere, come
ha sottolineato il grande storico Lunigianese
Ubaldo Formentini, che il FORO CLODI della
famosa carta Peutingeriana, carta che riportava
località e strade dell’ Italia romana, altro non
poteva essere che Fivizzano, posto a metà strada
fra Lucca e Parma, e da dove ripartiva la strada
per Luni. Località toccata pure dalla “Strada
delle 100 miglia” che univa, attraverso il passo
3
del Lagastrello, Parma con Lucca. Chiariamo che
questa non era una vera strada romana con
tanto di selciato a basolato, larga e rettilinea, ma
era una strada che ricalcava le antiche vie dei
Liguri Apuani, poco più che viottoli che però
potevano essere davvero utili alle truppe romane
che volevano controllare un territorio conteso
alle tribù dei Liguri e dove le città di Parma, Lucca
e Luni, quali avamposti militari, sono sorte a
pochi anni di distanza l’una dall’altra intorno al
180 a.C.
Insomma qui a Verrucola di Fivizzano , luogo che
sorge al meridione diretto di due importanti
passi Appenninici , quello del Lagastrello e del
Cerreto, i romani erano già arrivati due o tre
secoli prima della citazione del geografo
Tolomeo e vi erano arrivati per ragioni di
praticità (era la via più breve per valicare
l’Appennino per chi veniva dalla costa tirrenica),
di percorrenza e velocità del controllo del
4
territorio ancora da conquistare per avere libero
accesso alla Pianura Padana. La citazione quindi
del luogo da parte di Claudio Tolomeo è
conseguenziale. (E non è da scartarsi, anche se
non ci sono prove archeologiche, che il grande
pianoro di Fivizzano sia stato usato, per via della
sua conformazione di facile difesa e controllo,
come base di accampamenti delle truppe
romane sempre durante le guerre contro i
Liguri). La sconfitta dei Liguri riuscì solo dopo la
deportazione degli stessi nel Sannio e la
successiva sconfitta avvenuta nell’anno 155 a.C.
da parte del console Marco Claudio Marcello.
Insomma questa terra di Fivizzano è sempre
stata luogo di aggregazione proprio per essere
sulla direttiva di due passi appenninici, sulla via
per la valle del Serchio e la via del mare.
Attraverso il passo del Lagastrello era Fivizzano
in contatto con il parmense e attraverso il passo
del Cerreto è ancor più stato in contatto con il
5
Reggiano e la città di Reggio. E’ nel medioevo che
i rapporti fra la Lunigiana orientale e il Reggiano
si fanno più stretti.
Ed è proprio nei secoli XI- XII che la Contessa
Matilde di Canossa allargò il suo già vasto feudo
anche nelle terre Toscane fra cui la Lunigiana
Orientale. E per consolidare la sua presenza e il
suo appoggio al Papa, su queste terre governate
dai Bosi della Verrucola e dai Bianchi di Erberia
discendenti da Rodolfo da Casola, vassallo della
contessa Matilde di Canossa, nascono nuove
chiese come La Pieve di S. Paolo a Vendaso, la
Pieve di Soliera Apuana, la chiesa di Pognana, la
Pieve di Viano, la Chiesa di Monte dei Bianchi, la
Pieve di Codiponte, solo per citarne qualcuna.
Insomma il rapporto fra il Reggiano e la
Lunigiana era stretto e perdurava da tempo. Ed è
proprio per questo stretto legame fra Il Reggiano
e le terre che si affacciavano sul mare tirreno che
nell’anno 820 il vescovo di Luni Apollinare fece
6
trasferire il corpo di San Venerio, l’eremita
dell’isola del Tino morto nell’anno 630, dal luogo
ove sorge la Pieve di San Venerio a La Spezia
all’abbazia di San Prospero a Reggio Emilia. La
scelta del vescovo lunense era per evitare che il
corpo del santo fosse profanato dalle scorrerie
dei Saraceni che a quel tempo erano frequenti.
Il corpo fu traslatato e sicuramente attraversò il
territorio di Fivizzano, forse toccò pure la cella
monastica dove poi sorse l’attuale Chiesa di
Pognana che era sulla via per il Passo del Cerreto
o meglio sulla via del Passo dell’Ospedalaccio,
così chiamato successivamente per via che vi
sorgeva l’antico ospedale di San Lorenzo che
dava ricovero ai viandanti. E a tale proposito di
questo Hospitale ho una nota su questo che gli
studiosi forse non conoscono. Devo ringraziare
l’amico spezzino Alberto Thei che me l’ha
inviata, conoscendo il mio interesse alla storia
7
locale. Lui l’ha ricavata da un foglio trovato negli
Archivi della locale Scuola Elementare.
Eccola:
“Ospedalaccio, passo sopra Sassalbo
Da un documento del 1594Il fabbricato maggiore aveva una lunghezza
di 60 braccia- ed una larghezza di 25 circa.
Considerando il braccio reggiano pari a
cm.63 otteniamo la pianta della costruzione
di metri 39 x 17, un edificio enorme
(considerando il luogo) che comprendeva un
oratorio dedicato a S. Lorenzo, la residenza
dei monaci (4 o 5 ), un vasto locale per
dormire, un altro per consumare i pasti,
ripostigli vari, ripari per il ricovero dei
cavalli, muli, accumuli di legna e di
fienagione. Gli inviati della Curia descrissero
pure i resti di una muraglia alta circa dieci
metri e lunga quasi 40 che riparava dal
8
vento le coltivazioni di un orto molto ben
curato . L' hospitale di S. Lorenzo offriva
riparo a viandanti, mercanti e umili
pellegrini che per necessità erano costretti
a varcare questo passo appenninico.
(Estratto da biblioteca scuola elementare di
Fivizzano).”
Ricordo qui che prima ancora di chiamarsi
Ospedalaccio il passo stesso era detto delle
“Cento Croci”, a memoria appunto del passaggio
del corpo di San Venerio che lì, nel punto più
alto del viaggio, era stato onorato da un
centinaia di croci portate dai fedeli in
rappresentanza di ciascun paese attorno.
I rapporti commerciali fra il Reggiano e il
Lunigiano si faranno più stretti molti anni dopo,
nel secolo XVI, quando Fivizzano diviene un
caposaldo della dominazione dei Medici in
Lunigiana e diventa una cittadina florida di
9
commercio e arti. E ancora più marcati si fanno i
rapporti con la devozione alla Madonna della
Ghiara in Reggio. Molto è stato scritto e molti ne
conoscono la storia di questa devozione alla
Madonna di Reggio.
Ma non tutti i lettori conoscono Fivizzano, per
cui riporto ancora un piccolo promemoria con
l’invito a visitare questa piccola cittadina, un
tempo importante.
Fivizzano si trova a 326 m s.l.m., sulle pendici
sud-occidentali dell'Appennino tosco-emiliano
nella Lunigiana, sulla Strada statale 63 del
Valico del Cerreto. Questa cittadina è situata
nella Lunigiana orientale, alla sinistra del fiume
Rosaro, su un contrafforte pianeggiante che si
distende fra il Monte Tergagliana ed il Monte
Grosso, in posizione panoramica verso la valle. È
dominata alle sue spalle dall'alta cima
montuosa del "Gendarme", il torrione roccioso
10
accanto al Monte La Nuda spesso imbiancata di
neve.
Posizionata a 330 metri sul mare, protetta dai
monti alle spalle su un pianoro che scende verso
il fiume Rosaro, risente dell'aria che gira e si
canalizza verso il Passo del Cerreto per cui è
luogo di frescura e dall'aria salubre. Il dott.
Targioni-Tozzetti nell'anno 1777 così la
descriveva in "Relazioni d'alcuni viaggi fatti in
diverse parti della Toscana": "Siccome il clima
salubre, e l'aria purgata e sottile del luogo
influisce sulla buona costituzione dei nervi, e
sulla vivacità delle funzioni mentali, così
Fivizzano ha sempre prodotto persone di
ingegno elevato".
Nel secolo XVII il fivizzanese Hortensio
Cavalcani, giudice di Rota a Firenze pubblica un
prospetto dei dottori fivizzanesi viventi al suo
tempo. Erano ottantasei ed alcuni con posizioni
11
di rilievo nelle Università e nella burocrazia di
diversi Stati italiani".
In questa Terra murata nel secoli XVI e XVII si è
espressa una dignitosa architettura, per cui è
stata poi apprezzata da tanti suoi visitatori che
l'hanno chiamata "Insigne, nobile, onorevole".
Fivizzano fu chiamata "Terra insigne", "Il paese
dalle belle finestre", "Il bel cantuccio di Firenze",
"L'Atene della Lunigiana". Il poeta Giosuè
Carducci la definì "Una perla sperduta fra i
monti". Il Duca Francesco IV di Modena la
visitava nel 1816 e nel suo “Giornale dei Viaggi”
annotava: "Fivizzano è una bella cittadina, ossia
luogo, resta in alto come su una collina nella
pianura che di là comincia ad allargarsi e che è
magnificamente bene coltivata a grano, viti
sugli oppi, ulivi, segala, prati erbaggi,
lupini....Fivizzano è ben lastricato, ha una bella
piazza sebben non regolare, con una bella
fontana fatta fare da un Granduca Medici, ha
12
una chiesa cattedrale in piazza, un bel teatrino,
nuovo, grande e per Fivizzano bello".
Ed ancora, Prospero Fantuzzi, l'erudito
viaggiatore emiliano, che nell'anno 1829 (anno
in cui fu iniziata la strada del Cerreto) la visita
venendo dal Reggiano, così la descrive: "...in
somma sopra di una scena di monti capricciosi,
arrivammo alla dilettevole veduta del paese di
Fivizzano tutta nuova, tutta grata, e tutta
ricca."
Non ho ricordato qui sopra che a Fivizzano è nata
una delle prime stamperie di libri al mondo nel
1471, che nel 1802 fu qui inventata una delle
prime macchina da scrivere le cui copie di lettere
oggi si possono vedere nell’Archivio di Stato di
Reggio Emilia, che qui nel 1895 è la prima
cittadina della provincia ad avere l'illuminazione
pubblica e privata: venne inaugurato il primo
minuscolo impianto a corrente continua. Fu fatta
una presa sul Rosaro che portava acqua al primo
13
rotore della centrale idroelettrica di Bocci e
Frassinetti, entrambi fivizzanesi.
Questo e altro su Fivizzano lo potrete
apprendere dalla presente pagina che riprende
un mio studio già pubblicato nel web:
https://www.ansa.it/viaggiart/it/city-2820fivizzano.html
Ma sulla devozione alla Madonna
dell’Adorazione di Fivizzano nel web qualcosa
manca.
14
Foto dalla pagina web: https://www.finestresullarte.info/opere-eartisti/madonna-della-ghiara-reggio-emilia-tempio-arte-seicento
15
Queste pagine ulteriori che ho riassunto spero
servino a far comprender meglio il fenomeno di
questa secolare devozione mariana che ha origini
appunto nella città di Reggio Emilia.
Lo foto come pure il testo che riporto per
semplicità di lettura immediata dei fatti è tratto
dalla pagina web:
16
https://www.basilicaghiara.it/il-museo-2/
“PREMESSA STORICA
La Basilica della Madonna della Ghiara , gloria e
decoro di Reggio Emilia, uno fra i più artistici
santuari mariani d’Italia, monumento principe del
Seicento emiliano, è nato nella fede e devozione del
popolo reggiano , riconoscente verso la beata Vergine
Maria per gli straordinari e numerosi benefici
ricevuti.
Origine del Santuario
L’origine e lo sviluppo del santuario della Madonna
della Ghiara è legata alla presenza dei Servi di Maria
a Reggio Emilia.
Chiamati dalla comunità reggiana , si stabilirono nel
1313 nella città e costruirono il convento e la chiesa
dedicata alla SS.ma Annunziata nella zona ovest
denominata “Ghiara” o Giarra”, perché località
ghiaiosa , essendo l’antico letto del fiume Crostolo
deviato verso il 1226 all’esterno delle mura cittadine.
Nel 1517 venne costruita una seconda e più ampia
chiesa situata longitudinalmente al corso Ghiara e
17
dedicata alla Natività di Nostro Signore. Sul muro di
cinta dell’orto dei frati , al “ Canton dei Servi” ,
dietro l’abside della suddetta chiesa venne affrescato ,
in un’ampia nicchia, un’immagine della Madonna con
Bambino che venne oggetto di venerazione dei
reggiani e forestieri e ornata di molti ex voto.
La nuova immagine miracolosa
Col passare degli anni l’affresco della Madonna del “
Canton dei Servi” era così corroso dalle intemperie
da risultare illeggibile. Il sig Ludovico Pratissoli , di
concerto con i frati della comunità, commissionò al
pittore novellarese Lelio Orsi ( 1511-1587) un nuovo
disegno nel 1569. La nuova proposta non ricopiò il
prototipo precedente , ma risultò una originale
creazione dell’artista ( ora conservata nel Museo
della Ghiara). Quattro anni più tardi venne incaricato
il pittore reggiano Giovanni Bianchi , detto Bertone ,
di riportare in affresco il bozzetto di Lelio Orsi. E’
questa l’immagine venerata della Madonna della
Ghiara.
18
E’ raffigurata la Madre di Dio , seduta in un
paesaggio austero e spoglio , con le mani giunte ed il
volto implorante , in atto di adorazione del bambino
Gesù . Una scritta nella cornice del dipinto commenta
“ Quem genuit adoravit” (Adorò colui che ha
generato).
La centralità della Madonna nell’arco a tutto sesto
della nicchia indica il ruolo di Maria quale madre di
tutti gli uomini, regina di Misericordia che adora ed
intercede presso il Figlio Primogenito a favore di tutti
glia altri suoi figli. La risposta alla preghiera della
Madre verso cui guarda con intenso affetto , Gesù la
dimostra con il gesto della mano destra benedicente
verso di noi per parteciparci la pienezza della sua
Resurrezione.
La nuova ed artistica immagine richiamò un crescente
numero di fedeli e fu necessario costruirvi una piccola
cappella ricavata all’interno dell’orto dei frati.”
E continua ancora la stessa pagina:
“Il primo miracolo – 29 aprile 1596
19
Un giovane di circa 15 anni di nome Marchino ,
nativo di una frazione tra Ramiseto e Castelnuovo
Monti , orfano da bambino , sordomuto e privo di
lingua dalla nascita, si recò , nelle prime ore del 29
aprile 1596 all’oratorio della Vergine appena aperto
da 23 giorni e , pregando mentalmente con quella
fede che fa violenza al cielo la madre degli orfani e
salute degli infermi, sentì scorrere per la vita un caldo
sudore ed esclamò per tre volte “ Gesù-Maria” e ,
prodigiosamente guarito, riacquistò l’udito, gli spuntò
dalle radici ed in un momento crebbe la lingua, gli fu
concessa la parola e la conoscenza dei nomi di tutte le
cose.
20
La notizia del prodigio si sparse per tutta la città dove
Marchino era conosciuto perché garzone presso il sig
Sebastiano beccaio della vicinia di S.Prospero ;
numerosi devoti e confraternite accorsero dalla città e
dalla regione a venerare la prodigiosa immagina. Il
Vescovo di Reggio , mons. Claudio Rangone, istituì
una commissione per esaminare i fatti con teologi,
medici e giuristi ed inviò le conclusioni al Papa
21
Clemente VIII che , in data 22 luglio 1596, approvò il
miracolo e permise la venerazione pubblica della
miracolosa immagine ed i pellegrinaggi.
Il nuovo tempio
Il 6 giugno 1597, presenti i duchi estensi, il Vescovo
di Reggio pone la prima pietra del nuovo Tempio
della Madonna della Ghiara. Il progetto è
dell’architetto ferrarese Alessandro balbo ( op 1597 –
m 1617), eseguito dall’architetto reggiano Francesco
Pacchioni ( 1560-1634) , coadiuvato per la
costruzione della cupola da Cosimo Pugliani (Siena
op 1599-1618).
L’inaugurazione del nuovo Tempio e la solenne
Traslazione della venerata Immagine dall’antica
cappelletta alla nuova sontuosa sede ebbe luogo il 12
maggio 1619 , con fastose solennità.”
22
Naturalmente la pagina redatta dai responsabili
della basilica che sono i PADRI SERVITI o SERVI DI
MARIA continua con l’analisi dell’arte presente e
invito il mio lettore a leggere in toto la pagina.
Altra pagina web chiarificatrice degli eventi è su:
http://www.mariadinazareth.it/Immagini%20Mir
acolose/beata_vergine_della_ghiara.htm
da cui è tratta questa immagine della Beata
Vergine della Ghiara:
23
Ma se si vuole sapere di più su “ Marchino”, il
muto miracolato, vi consiglio di leggere questa
documentata ricerca che trovate a questo link:
https://www.academia.edu/14328613/Un_miracolo_civic
o_La_nascita_del_culto_della_Madonna_della_Ghiara_nell
o_scenario_reggiano_fra_Cinque_e_Seicento
24
Intanto mettiamo subito in chiaro una data: il
miracolo di Marchino a Reggio avviene il 29
aprile 1596….e subito dopo, appena sei giorni
dopo, il 5 maggio 1596 avviene un altro
miracolo della Madonna della Ghiara ma nella
città di Fivizzano e precisamente a Caugliano,
frazione a 4 km.
La descrizione del miracolo avvenuto a Fivizzano
la lascio alla penna del Prof. Ezio Pandiani che io
ha avuto la fortuna di conoscere come latinista e
corrispondente di vari giornali. Ecco la copia
fotostatica del suo studio andato in stampa
nell’anno 1966:
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
Fino a qui la nota del Prof. Ezio Pandiani, padre
dell’amico e Rag. Roberto Pandiani che è stato
37
l’artefice della nascita nel 1971 della nostra
Biblioteca Comunale intitolata allo studioso
fivizzanese Abate Emanuele Gerini e che ha oggi
oltre 30 mila libri, ai quali si sono aggiunti, in
questi giorni, altre decine di migliaia di libri della
recente donazione dello scomparso professore
fiorentino Cesare Augusto Vasoli, famiglia con
origini fivizzanesi.
Molte sono state nel tempo le piccole
pubblicazioni che hanno riguardato l’Apparizione
della Beata Vergine dell’Adorazione a Fivizzano.
Riporto sempre in forma scannerizzata la
pubblicazione edita dal Santuario Madonna
dell’Adorazione di Fivizzano della quale però non
ho la data certa (forse è 1996 ). E’ interessante
questa pubblicazione perché ci rivela chi fosse
l’artista artefice del bel disegno effige della Beata
Vergine dell’Adorazione apparsa all’inferma
“Margherita” di Caugliano e la cui vista procurò
la sua improvvisa guarigione.
38
Eccola la vera effige:
Qui sotto l’immagine con la sua preziosa teca
d’argento che è posta nel tempietto per lei
costruito nell’anno 1946 , dopo che in data 1°
settembre 1945 la Prepositurale di Fivizzano era
stata dichiarata Santuario Mariano. Il tempietto,
con cupola di rame sorretta da angeli, ha delle
belle colonnine colorate il cui marmo è stato
39
estratto in una cava di Mommio, paese sopra
Fivizzano nella direzione del Passo Cerreto.
40
41
Immagine della Chiesa Prepositurale di Fivizzano
dedicata ai SS Jacopo e Antonio. Dal 1946
Santuario della B.V. dell’adorazione . (Foto da pagina
https://it.worldorgs.com/Catalogare/fivizzano/chiesa/chiesa-dei-santi-jacopo-e-antonio-e-della-bv-delladorazione?fbclid=IwAR24KvK3nFsGLcA_tEq5yVD9u2ci0VRixBXI7hdkrKvWUEnTK0wl8VOeZ5U
)
Ora che conosciamo la vera effigie della beata
Vergine dell’Adorazione apparsa a Fivizzano e il
tempio in cui è venerata possiamo passare a più
precide notizie storiche di questa sacra
42
immagine. Eccole da una miscellanea in questo
opuscolo del Santuario Mariano:
43
44
45
L’articolo sopra del Corriere Apuano a firma del
fivizzanese prof. Ezio Pandiani riporta di due
marmi collocati sulla facciata interna della
Prepositurale a sinistra entrando. Uno è la lapide
che ricorda l’Apparizione. Eccola:
46
E l’altra sotto è davvero enigmatica se non ci
fosse stata la spiegazione del nostro bravo Prof.
Pandiani, erudito latinista.
Le parole in latino vanno lette trasversalmente
unendo le righe sopra con quelle sotto. Vedasi
anche la descrizione del “grazioso bisticcio” nella
pagina 44 e 139 del presente saggio.
47
L’
48
49
50
51
52
53
54
55
Ecco che per non fare un torto alla Madre delle madri
ho pubblicato interamente l’opuscolo ritrovato fra le
mie sparse carte, ma di cui mi manca la copertina.
Ed è sempre nell’anno 1996, al quarto centenario
dall’apparizione, che anche sul periodico locale
LUNEZIA fondato dal concittadino Gian Battista
Tonelli esce un articolo di Maria Eugenia Parodi che
riporto integralmente.
56
57
58
59
Altre testimonianze di pubblicazioni del parroco
Mons. Adelmo Conti e altre carte da me raccolte:
60
61
62
Segue…
63
64
65
66
67
68
Purtroppo quando ho raccolto queste
testimonianze di fede, davvero non pensavo a
renderle pubbliche per cui non ho preso
memoria o non sapevo, e non conosco
nemmeno ora, chi sia stato l’autore.
69
LA CHIESA PREPOSITURALE DI FIVIZZANO:
70
Questa pagina per chi ci legge dall’estero:
Le pagine sotto per i figli della madrelingua
italiana:
71
72
73
Ed ora ancora una breve descrizione della Chiesa
74
Prepositurale di Fivizzano dedicata ai Santi S.
Antonio (del deserto) e S. Iacopo (di
Compostela).
Contrariamente a quanto trovo scritto nel web,
faccio precedere nel titolo il Santo Antonio al S.
Iacopo a motivo che nel medioevo così era ben
documentato nel fonte battesimale della Chiesa
originaria che riportava il simbolo del Tau e il
“Bordone” ossia il bastone del pellegrino. Segni
che avevano fatto incidere nel grande vaso di
arenaria i fondatori della chiesa stessa ossia i
Frati Ospitalieri di S. Antonio di Vienne in Francia
dove esisteva la casa madre di questo ordine.
Inoltre il Santo Antonio Abate è diventato il
santo Patrono di Fivizzano che si celebra il 17
Gennaio.
Questo prezioso reperto, testimonianza anche
dei cammini francigeni o romei che dir si voglia, è
ora conservato in un angolo, quasi nascosto alla
vista subito a sinistra entrando in chiesa.
75
S. A. e S. Iacopo (Giacomo di Compostela)
La ricavo dalla pagina web:
http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/
76
“Le prime notizie documentarie di Fivizzano risalgono al secolo XIII:
nel documento n. 237 del Codice Pelavicino, redatto il 13 giugno
1239, viene nominato il foro Fivezani in un atto per la locazione di
un casamentum in Soliera alla presenza dell’arciprete Villano della
pieve di San Paolo a Vendaso.
La prepositura dei Santi Iacopo e Antonio abate di Fivizzano si
dispone sull’angolo nord occidentale della Piazza Medicea, lungo la
strada che conduce a Modena e Reggio Emilia attraverso il passo
del Cerreto. La facciata dell’edificio, ristrutturata in forme romaniche
dopo il terremoto del 1920, a quattro spioventi in pietra isodoma,
con ampia bifora centrale, è fiancheggiata dalla torre campanaria
con una doppia cella, sormontata da un parapetto in ferro, costruita
nella prima campata destra dell’edificio e quindi allineata con la
facciata stessa. La primitiva chiesa fu fatta costruire dal vescovo di
Luni Bernabò Griffi (1364-1378), in un periodo in cui il forum
Fivezani, già citato nel 1239 e pertinenza dei Malaspina della
Verrucola, era divenuto un fiorente borgo commerciale: nel 1355
Puccio di Duccio Bosi aveva fatto costruire la chiesa di San
Giovanni, nel 1374 vi trasferì la residenza il marchese Nicolò
Malaspina, nipote di Spinetta il Grande, nel 1391 vi presero dimora
gli Agostiniani e la chiesa di San Giovanni fu annessa al loro
convento. La posizione strategica di Fivizzano non sfuggì alle mire
espansionistiche della Repubblica di Firenze che, tra il 1404 ed il
1477, ne entrò definitivamente il possesso trasformando
radicalmente il borgo medievale in una cittadina dall’impronta
fortemente medicea. La chiesa trecentesca, come riferisce una
memoria del 1598 rilasciata dal parroco di allora, fu completamente
ricostruita nel 1576, ampliata e ruotata; il presbiterio fu rivolto ad
occidente e la facciata si attestò sulla principale via della città. Per
la nuova chiesa, il famoso maestro Ducarelli da Torano, frazione di
Carrara, valente scultore, adottò ancora l’impianto basilicale a tre
navate, ben proporzionate, con 15 colonne monolitiche in macigno,
77
da lui abilmente scolpite, provenienti dalla cava della Costia, sopra
la Pescigola. L’edificio era coperto con volte, crollate o rimosse
perché pericolanti, dopo il sisma del 1920, quando furono sostituite
con l’attuale soffitto a cassettoni in cemento. L’interno si presenta
quindi, a prima vista, come una combinazione tra elementi
architettonici rinascimentali, riconoscibili nel ritmo delle campate,
nella finezza dei capitelli e dei peducci che sostenevano le volte e
le strutture novecentesche, trasformate dalla cromia pittorica in un
ideale linguaggio tardogotico, molto analitico, ed in questo non
molto lontano dal gusto dell’edificio precedente, ancora molto
attento al dettaglio minuto delle membrature architettoniche. A
questi due stili si affianca quello barocco degli altari che si rivela
pienamente nella monumentale macchina settecentesca dell’altare
maggiore, a marmi policromi, di gusto ligure, resa più imponente dal
novecentesco tempietto della Beata Vergine dell’Adorazione. Alla
disposizione in serie, schermata dai colonnati delle navate, sono
obbligati gli altari laterali, addossati alle pareti esterne dell’edificio,
anch’essi pregevoli e ricchi dettagli, ma privi di quella cornice
architettonica tardobarocca che ne mette in risalto le forme
integrandole maggiormente con il gusto dell’edificio.”
78
Fivizzano era nel secolo XVI, periodo del suo
maggior sviluppo urbanistico un gran centro
commerciale, dove molte famiglie nobili
fiorentine si erano qui trasferite investendo e
costruendo. Ecco quindi che la facciata della
Chiesa, contrariamente alla normalità è quasi
soffocata dagli imponenti e alti palazzi attorno.
79
La facciata come abbiamo già detto è rivolta
verso la piazza Maggiore, oggi detta Piazza
Medicea a ricordo della bella Fontana con i
quattro delfini voluta fortemente dal Conte
Terenzio Fantoni, insigne giurista di Fivizzano e fu
inaugurata nell’anno 1682.
80
Sopra, la Fontana addobbata con globi durante il
Natale dell’anno 2021. Il campanile è tirato a
lucido per i recenti restauri promossi dall’attuale
parroco Don Bernardo Marovelli.
81
La torre campanaria è stata rinnovata nell’anno
1956 e le campane costruite dalla famosa
Impresa Capanni di Castelnuovo ne’ Monti sono
l’orgoglio di molti fivizzanesi perché possono
vantarsi di avere la campana più grossa del
comprensorio Lunigianese -Toscano.
Sulla campana più grossa è stata fusa l’immagine
della Madonna di Reggio.
§§§§§§§§
82
Foto mia alla Fontana Medicea dove si affaccia la chiesa
Prepositurale e Santuario Mariano.
83
Aggiungo ancora un’altra testimonianza scritta
nel lontano 1896 in cui Paolo Taruffi ci parla di
“Memorie di Fivizzano e della Madonna di Reggio
qui venerata sotto il titolo B.V. dell’Adorazione. “
Documenti che ho ritrovato fra le mie sparse
carte e in forma di fotocopia.
Devo però, per onore di verità storica,
aggiungere che Il Taruffi fa un errore riportando
che fu Spinetta Malaspina il Grande a far venire
a Fivizzano nell’anno 1440 i frati minori di San
Francesco ove impiantarono il loro convento
dove è oggi l’Ospedale di Fivizzano. Non poteva
essere lui perché è morto nell’anno 1352. E’
stato un errore di omonimia, si tratta invece di
quello Spinetta figlio di Bartolomeo di Verrucola
nato nel 1416 e scampato alla famosa strage di
Verrucola del 16/6/1418. Vedasi a tale uopo la
mia nota a matita sul foglio riportato a pagina
86. La relativa pagina storica alla voce Spinetta
84
Malaspina sulla enciclopedia Treccani ne dà
ampia e precisa descrizione.
85
86
87
88
89
Giacché siamo in canna di raccogliere
informazioni sulla nostra chiesa non posso
tralasciare di fotografare una vecchia
pubblicazione del 1922 con la quale il fivizzanese
Silvio Andreani, socio corrispondente della
Deputazione di Storia Patria per le provincie di
Modena e Parma, ci parla della Chiesa di S.
Antonio in Fivizzano.
Ma prima di vedere questa pubblicazione vorrei
citare una nota, che leggo su un vecchio foglio a
quadretti , dove si riepilogano memorie della
famiglia fivizzanese degli ANDREANI. Leggo
queste testuali parole
“ Nel 1767 poi, Don Francesco Nobile Andreani,
proposto di Fivizzano , dopo il terremoto del 21
gennaio, compose il famoso inno che viene ancora
cantato in ringraziamento alla Vergine: <Votis
rogemus fervidis, Datam patronam caelitus ecc.>”
Ebbene ho pure il testo in latino e la traduzione:
90
91
92
Come dice la nota in calce. Il presente Inno del
1767 è stato tradotto nell’anno 1946 dal Prof.
Ezio Pandiani e poi è stato musicato nell’anno
1966 da Ezio Mercadini, il proprietario del
albergo –ristorante Giardinetto che spesso
allietava i commensali con le note del suo
pianoforte.
§§§
Un altro inno alla Madonna dell’Adorazione è
anche questo che io trascrissi già nell’anno 2008
quando, per puro diletto di fatti storici,
frequentavo l’Archivio di Stato di Massa.
93
94
ODE alla Madonna di REGGIO
Il foglio da me ritrovato in archivio Fantoni alla Busta
n. 230 è scritto dal Conte Agostino Fantoni, nipote di
Labindo. Siccome ha trascritto molte poesie dello zio
Giovanni non si può escludere che la presente sia del
poeta, però anche lui in gioventù si dilettava,
imitando Labindo, a scrivere in rima, per cui potrebbe
essere un'ode dello stesso Agostino.
Fivizzano, 19/02/08
Voti a te alziamo fervidi
Data dal ciel Patrona
Per noi pietosa supplica
Se il Figlio irato tuona.
VOTI &......
Gravi di pioggia dissipa
Le nubi ai campi infeste,
Tu i crudi morbi medica,
Tempra il velen di peste.
95
VOTI &....
Se cade ardente il fulmine;
Romban tremuotti orrendi,
La nostra cara Patria,
O Madrea Pia, diffendi.
VOTI &.......
Di nostra vita all'ultimo
Nel maggior dei perigli
Deh, Tu ci salva, e libera
Dagli infernali artigli.
VOTI &........
Sia lode alla Gran Vergine
Che il Divin Figlio adora
E Padre, e Figlio, e Spirito
Madre in eterno onora.
VOTI &......
96
§§§
Ancora un inno alla Maria Santissima
dell’Adorazione scritto nell’anno 1798 dal
fivizzanese Giò Battista Agostini Trombetti, colui
che si fece promotore della costruzione del
TEATRO DEGLI IMPERFETTI, inaugurato nel 1807
con i suoi seicento posti a sedere. L'Accademia
svolse un'attività teatrale molto intensa e
qualificata fino al 1920, quando a causa del
terremoto, il Teatro dell'Accademia degli
Imperfetti di Fivizzano fu gravemente
danneggiato e poi fu trasformato in cinema e
uffici bancari.
97
§§§
Altra pubblicazione che non posso tralasciare è
questa che riporto qui sotto di Silvio Andreani
(1861-1927) storico locale ben più conosciuto
per questa opera: “I Francesi a Fivizzano:
abbozzo di cronistoria dall'anno 1799 all'anno
1814” da lui pubblicata nel 1911.
98
99
100
101
102
103
104
105
106
107
108
109
110
111
112
113
114
115
116
117
118
119
120
121
122
123
124
125
126
127
128
129
130
131
132
133
134
135
136
137
138
139
140
141
142
143
144
Teca con la Madonna dell’Adorazione in esposizione nella
Prepositurale di Fivizzano.
§§§
145
E ora una poesia che esalta la natura, alcuni
personaggi che hanno fatto grande la cittadina e
il richiamo alla Madonna di Reggio, Patrona di
Fivizzano.
Poesia pubblicata sul Corriere Apuano il
7/7/1956.
146
147
§§§
Continuo con note varie che riguardano sempre
la nostra Madonna dell’Adorazione.
Dal Bollettino Parrocchiale del nostro Santuario
Mariano n. 12 che ha il titolo “Parliamo insieme”
dell’anno 1997 si sottolineano i legami
148
fra la città di Reggio Emilia e Fivizzano, anche per
motivi storici. E’ nativo di Fivizzano il conte
Giovanni Fantoni in Arcadia “Labindo”, poeta e
patriota, quello dell’impresa di Montechiarugolo
che diventò cittadino di Reggio il 17/10/1796.
Quello stesso patriota che era presente a Reggio
Emilia il 7 gennaio 1797 quando fu adottato il
Tricolore: la bandiera Italiana, uguale a quella
francese, ma cambiava il blu che diventava il
verde.
Ecco appunto l’articolo pubblicato su tale
bollettino nel dicembre del 1997:
149
150
151
E da tale gemellaggio è nata l’idea di innalzare un
tempietto votivo alla Madonna di Reggio, proprio
sul confine fra la provincia di Reggio Emilia e
quella di Massa che coincide poi con il confine
del comune di Fivizzano.
http://www.chieracostui.com/costui/docs/search/schedaoltre.as
p?ID=3591
152
La targa marmorea riporta:
QUEM GENUIT ADORAVIT
LA MADONA DE PRI
D SERVI D REGGIO.
REGGIO EMILIA E FIVIZZANO
UNITE DA QUATTRO SECOLI NELL’AMORE
FILIALE ALLA “MADONNA DI REGGIO”,
A RICORDO DEL GEMELLAGGIO
TRA I LORO SANTUARI
POSERO DEVOTAMENTE
PASSO DEL CERRETO 02.09.2001
153
Ed ecco come il giornale on-line REDACON
riportava la notizia in occasione del decennale:
“Dieci anni or sono, il 2 settembre 2001, alla
presenza di oltre 1500 persone, veniva
solennemente inaugurata al passo del Cerreto, al
confine tra la nostra provincia di Reggio Emilia e
quella di Massa Carrara, la maestà recante
l'immagine della Madonna della Ghiara. Come è
noto, da 1596 le città di Reggio Emilia e
Fivizzano sono accomunate dalla profonda
devozione alla Beata Vergine della Ghiara che,
rispettivamente il 29 aprile e il 5 maggio, vi compì
miracoli: la guarigione di Marchino e di
Margherita.
Alla Madonna i reggiani innalzarono il Tempio
della Ghiara e gli abitanti di Fivizzano dedicarono
il santuario dell'Adorazione. L'edicola posta al
passo del Cerreto reca alla base gli stemmi delle
due province; essa costituisce l'atto conclusivo di
un percorso avviato il 29 aprile 2001 nella basilica
154
della Ghiara con la firma da parte dei vescovi di
Reggio Emilia-Guastalla, mons. Adriano
Caprioli, e di Massa Carrara-Pontremoli, mons.
Eugenio Binini, e dei rettori dei santuari della
Ghiara, padre Fiorenzo Gobbo, e dell'Adorazione
di Fivizzano, mons. Adelmo Conti, della
pergamena del gemellaggio spirituale che unisce le
due chiese e le due comunità.
La costruzione della maestà fu promossa dalle
comunità della Ghiara e di Fivizzano e dalla
Fabbriceria del Tempio”.
§§§§
La diffusione della devozione alla Madonna di
Reggio è testimoniata da dipinti, bassorilievi di
155
marmo, immagini stampate su carta, edicole
votive che in ogni secolo da cinquecento anni a
questa parte, la nostra Madonna è stata
l’ispiratrice.
Vediamone qualche esempio.
Foto da: thttps://www.lemaesta.it/iconografie/la-madonna-seconda-parte/
156
A tale testimonianza unisco la fotocopia di un
articolo di giornale (non conosco la testata) con
cui sempre lo scomparso professore fivizzanese
Ezio Pandiani fa una sintetica rassegna della
diffusione del culto alla Madonna della Ghiara di
Reggio:
157
Testimonianze visive di devozione alla Madonna
di Reggio sono numerosissime nella diocesi di
Reggio Emila e pure nel Comune di Fivizzano
tutto in oratori, edicole sacre e maestà, oltre che
nelle case private, dove dipinti, ceramiche e
terrecotte documentano la devozione.
Una devozione secolare che nel secolo XIX e
precisamente il 19 aprile 1837 si esprimeva così:
158
Orbene diamo qualche esempio visivo di questa
devozione, senza però entrare nei particolari
dove siano ubicate le opere al fine di proteggerle
da mani furtive.
159
160
In frazione di Fivizzano
161
Archivolto ingresso casa a Fivizzano
162
163
Cappella dedicata alla Madonna dell’Adorazione
che i Fivizzanesi hanno eretto in Via Giulia in
centro.
Interno con grande bassorilievo in marmo della Madonna di Reggio
164
Dipinto che è in un edificio sacro di Fivizzano
165
In una frazione di Fivizzano
166
Casa padronale in una frazione fivizzanese
167
Chiesa nel comune di Bagnone Ms
168
Di certo le immagini della Madonna della Ghiara
come è chiamata a Reggio o Madonna di Reggio
come è chiamata in Italia sono numerosissime e
anche opere di artisti famosi. Vediamone
qualche esempio che catturo dal web.
Ludovico Lana - Fanano
169
La Madonna della Ghiara con i santi Pietro, Carlo Borromeo e il committente.
Dipinto di Giovanni Francesco detto il GUERCINO del 1618-Pinacoteca di CENTO
170
Domenico Cresti detto il Passignano – Chiesa dei Servi di Maria-FORLI’
Foto da Wikimedia.org
171
Francesco Borgani, Madonna della_Ghiara, 1604 circa, Mantova, chiesa
parrocchiale di Sant'Apollonia.
172
173
Vedasi per la sopra riportata opera di Zeno Donise il presente studio
nel web che ne riporta diverse:
https://www.academia.edu/42937213/Verona_la_Madonna_della_Ghi
ara_di_Dario_Pozzo_nella_chiesa_di_San_Tommaso_Apostolo
Ma non solo quadri ma anche opere scultoree
hanno rappresentato la Madonna di Reggio,
come questa scultura in avorio:
174
Foto da http://www.cesatiecesati.com/it/object-of-the-month-an-ivory-madonna-dellaghiara
Poteva essere casa mia esente da questa
devozione o rispetto di questa sacra immagine?
175
Ed ecco qui sotto una mia fotocopia fatta quasi
trent’anni fa ad un libro che ho trovato nella
176
Biblioteca Marucelliana a Firenze. La pagina
fotocopiata è stata da me acquerellata e
incorniciata.
Il libro è del 1619 e già si parla dei miracoli della
Madonna di Reggio, quella della Ghiara.
177
178
Di codesto libro da me fotocopiato negli anni
“80 presso la Biblioteca Marucelliana, quando
dopo il lavoro d’ufficio mi recavo a cercar notizie
su Fivizzano, ne posto qui solo alcune.
179
180
181
182
Centinaia sono le guarigioni o miracoli dovuti
all’intercessione della Madonna Miracolosa di
Reggio elencati appunto in codesta opera libraria
di ben 237 pagine.
183
184
185
186
Nella pagina successiva si racconta della
guarigione avvenuta nel luglio 1597 del nipote
Frate Agostino del rettore della Parrocchiale di
Santa Caterina di Collegnago, Villa di Fivizzano.
187
188
Questa è l’ultima pagina che raccoglie le
guarigioni o miracoli avvenuti per intercessione
della Madonna della Ghiara in Reggio.
189
Disegno del carro con cui a Reggio si portava in
trionfo, attorno all’anno 1619, il tempietto con
immagine Madonna della Ghiara.
*§§§*
190
La devozione dei Fivizzanesi alla Madonna di
Reggio venerata nel Santuario Mariano di
Fivizzano è riconoscibile anche in queste
immagini che la ritraggono e che sono state
esposte qualche lustro fa presso la Biblioteca
Civica di Fivizzano:
191
192
193
194
195
196
197
198
199
200
201
202
203
204
205
Ma ritorniamo fra le mie pareti domestiche con
questa formella di terracotta smaltata:
206
207
E poi ancora una riproduzione da me pirografata
su legno:
208
Ed infine chiudo questa mia raccolta di memorie
di fede alla Madonna di Reggio con una targa
marmorea apposta all’interno dei locali del
Comune di Fivizzano:
209
Con queste ultime immagini luminose, che spero
siano di buon augurio per rapporti sempre più
fraterni fra Reggio Emilia e Fivizzano, termino
questa mia ricerca accompagnandola con le
parole dal Vangelo di Giovanni. “Collìgite quae
superaverunt fragmenta, ne pereant”.
Fivizzano, 08 marzo 2022
Rino Barbieri
Mia email: barbieri.rino @virgilio.it
210