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LA MADONNA DI REGGIO a FIVIZZANO Testimonianze STORICHE E di fede RACCOLTE Da Rino Barbieri La seconda domenica di luglio si festeggia a Fivizzano la festa della Madonna dell’ Adorazione, o più comunemente conosciuta come “La Madonna di Reggio”, patrona del vicariato di Fivizzano. 1 Panoramica di Fivizzano. Fivizzano è città (dichiarata “città nobile” il 6 luglio 1848 da Leopoldo II Granduca di Toscana) che ha origini davvero antiche se anche importanti storici del passato hanno identificato Verrucola, castello di Fivizzano, nel “Biracelum” o “Viracelum”, luogo citato da Claudio Tolomeo 2 nella sua “Geografia” e che lui poneva con le sue coordinate sulla sponda sinistra della Magra. Il grande geografo tedesco Filippo Cluverio, fondatore della geografia storica, ha confermato questa interpretazione, difesa poi con forza dal medico e storico fivizzanese Pier Carlo Vasoli nel suo “Manoscritto” debitamente trascritto nell’anno 2011 da Giuliano Domenichelli e pubblicato dal Comune di Fivizzano (Fazzi editore). Il fatto che nel primo secolo dopo Cristo la località fosse già conosciuta fra gente dell’impero romano ci avvicina a credere, come ha sottolineato il grande storico Lunigianese Ubaldo Formentini, che il FORO CLODI della famosa carta Peutingeriana, carta che riportava località e strade dell’ Italia romana, altro non poteva essere che Fivizzano, posto a metà strada fra Lucca e Parma, e da dove ripartiva la strada per Luni. Località toccata pure dalla “Strada delle 100 miglia” che univa, attraverso il passo 3 del Lagastrello, Parma con Lucca. Chiariamo che questa non era una vera strada romana con tanto di selciato a basolato, larga e rettilinea, ma era una strada che ricalcava le antiche vie dei Liguri Apuani, poco più che viottoli che però potevano essere davvero utili alle truppe romane che volevano controllare un territorio conteso alle tribù dei Liguri e dove le città di Parma, Lucca e Luni, quali avamposti militari, sono sorte a pochi anni di distanza l’una dall’altra intorno al 180 a.C. Insomma qui a Verrucola di Fivizzano , luogo che sorge al meridione diretto di due importanti passi Appenninici , quello del Lagastrello e del Cerreto, i romani erano già arrivati due o tre secoli prima della citazione del geografo Tolomeo e vi erano arrivati per ragioni di praticità (era la via più breve per valicare l’Appennino per chi veniva dalla costa tirrenica), di percorrenza e velocità del controllo del 4 territorio ancora da conquistare per avere libero accesso alla Pianura Padana. La citazione quindi del luogo da parte di Claudio Tolomeo è conseguenziale. (E non è da scartarsi, anche se non ci sono prove archeologiche, che il grande pianoro di Fivizzano sia stato usato, per via della sua conformazione di facile difesa e controllo, come base di accampamenti delle truppe romane sempre durante le guerre contro i Liguri). La sconfitta dei Liguri riuscì solo dopo la deportazione degli stessi nel Sannio e la successiva sconfitta avvenuta nell’anno 155 a.C. da parte del console Marco Claudio Marcello. Insomma questa terra di Fivizzano è sempre stata luogo di aggregazione proprio per essere sulla direttiva di due passi appenninici, sulla via per la valle del Serchio e la via del mare. Attraverso il passo del Lagastrello era Fivizzano in contatto con il parmense e attraverso il passo del Cerreto è ancor più stato in contatto con il 5 Reggiano e la città di Reggio. E’ nel medioevo che i rapporti fra la Lunigiana orientale e il Reggiano si fanno più stretti. Ed è proprio nei secoli XI- XII che la Contessa Matilde di Canossa allargò il suo già vasto feudo anche nelle terre Toscane fra cui la Lunigiana Orientale. E per consolidare la sua presenza e il suo appoggio al Papa, su queste terre governate dai Bosi della Verrucola e dai Bianchi di Erberia discendenti da Rodolfo da Casola, vassallo della contessa Matilde di Canossa, nascono nuove chiese come La Pieve di S. Paolo a Vendaso, la Pieve di Soliera Apuana, la chiesa di Pognana, la Pieve di Viano, la Chiesa di Monte dei Bianchi, la Pieve di Codiponte, solo per citarne qualcuna. Insomma il rapporto fra il Reggiano e la Lunigiana era stretto e perdurava da tempo. Ed è proprio per questo stretto legame fra Il Reggiano e le terre che si affacciavano sul mare tirreno che nell’anno 820 il vescovo di Luni Apollinare fece 6 trasferire il corpo di San Venerio, l’eremita dell’isola del Tino morto nell’anno 630, dal luogo ove sorge la Pieve di San Venerio a La Spezia all’abbazia di San Prospero a Reggio Emilia. La scelta del vescovo lunense era per evitare che il corpo del santo fosse profanato dalle scorrerie dei Saraceni che a quel tempo erano frequenti. Il corpo fu traslatato e sicuramente attraversò il territorio di Fivizzano, forse toccò pure la cella monastica dove poi sorse l’attuale Chiesa di Pognana che era sulla via per il Passo del Cerreto o meglio sulla via del Passo dell’Ospedalaccio, così chiamato successivamente per via che vi sorgeva l’antico ospedale di San Lorenzo che dava ricovero ai viandanti. E a tale proposito di questo Hospitale ho una nota su questo che gli studiosi forse non conoscono. Devo ringraziare l’amico spezzino Alberto Thei che me l’ha inviata, conoscendo il mio interesse alla storia 7 locale. Lui l’ha ricavata da un foglio trovato negli Archivi della locale Scuola Elementare. Eccola: “Ospedalaccio, passo sopra Sassalbo Da un documento del 1594Il fabbricato maggiore aveva una lunghezza di 60 braccia- ed una larghezza di 25 circa. Considerando il braccio reggiano pari a cm.63 otteniamo la pianta della costruzione di metri 39 x 17, un edificio enorme (considerando il luogo) che comprendeva un oratorio dedicato a S. Lorenzo, la residenza dei monaci (4 o 5 ), un vasto locale per dormire, un altro per consumare i pasti, ripostigli vari, ripari per il ricovero dei cavalli, muli, accumuli di legna e di fienagione. Gli inviati della Curia descrissero pure i resti di una muraglia alta circa dieci metri e lunga quasi 40 che riparava dal 8 vento le coltivazioni di un orto molto ben curato . L' hospitale di S. Lorenzo offriva riparo a viandanti, mercanti e umili pellegrini che per necessità erano costretti a varcare questo passo appenninico. (Estratto da biblioteca scuola elementare di Fivizzano).” Ricordo qui che prima ancora di chiamarsi Ospedalaccio il passo stesso era detto delle “Cento Croci”, a memoria appunto del passaggio del corpo di San Venerio che lì, nel punto più alto del viaggio, era stato onorato da un centinaia di croci portate dai fedeli in rappresentanza di ciascun paese attorno. I rapporti commerciali fra il Reggiano e il Lunigiano si faranno più stretti molti anni dopo, nel secolo XVI, quando Fivizzano diviene un caposaldo della dominazione dei Medici in Lunigiana e diventa una cittadina florida di 9 commercio e arti. E ancora più marcati si fanno i rapporti con la devozione alla Madonna della Ghiara in Reggio. Molto è stato scritto e molti ne conoscono la storia di questa devozione alla Madonna di Reggio. Ma non tutti i lettori conoscono Fivizzano, per cui riporto ancora un piccolo promemoria con l’invito a visitare questa piccola cittadina, un tempo importante. Fivizzano si trova a 326 m s.l.m., sulle pendici sud-occidentali dell'Appennino tosco-emiliano nella Lunigiana, sulla Strada statale 63 del Valico del Cerreto. Questa cittadina è situata nella Lunigiana orientale, alla sinistra del fiume Rosaro, su un contrafforte pianeggiante che si distende fra il Monte Tergagliana ed il Monte Grosso, in posizione panoramica verso la valle. È dominata alle sue spalle dall'alta cima montuosa del "Gendarme", il torrione roccioso 10 accanto al Monte La Nuda spesso imbiancata di neve. Posizionata a 330 metri sul mare, protetta dai monti alle spalle su un pianoro che scende verso il fiume Rosaro, risente dell'aria che gira e si canalizza verso il Passo del Cerreto per cui è luogo di frescura e dall'aria salubre. Il dott. Targioni-Tozzetti nell'anno 1777 così la descriveva in "Relazioni d'alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana": "Siccome il clima salubre, e l'aria purgata e sottile del luogo influisce sulla buona costituzione dei nervi, e sulla vivacità delle funzioni mentali, così Fivizzano ha sempre prodotto persone di ingegno elevato". Nel secolo XVII il fivizzanese Hortensio Cavalcani, giudice di Rota a Firenze pubblica un prospetto dei dottori fivizzanesi viventi al suo tempo. Erano ottantasei ed alcuni con posizioni 11 di rilievo nelle Università e nella burocrazia di diversi Stati italiani". In questa Terra murata nel secoli XVI e XVII si è espressa una dignitosa architettura, per cui è stata poi apprezzata da tanti suoi visitatori che l'hanno chiamata "Insigne, nobile, onorevole". Fivizzano fu chiamata "Terra insigne", "Il paese dalle belle finestre", "Il bel cantuccio di Firenze", "L'Atene della Lunigiana". Il poeta Giosuè Carducci la definì "Una perla sperduta fra i monti". Il Duca Francesco IV di Modena la visitava nel 1816 e nel suo “Giornale dei Viaggi” annotava: "Fivizzano è una bella cittadina, ossia luogo, resta in alto come su una collina nella pianura che di là comincia ad allargarsi e che è magnificamente bene coltivata a grano, viti sugli oppi, ulivi, segala, prati erbaggi, lupini....Fivizzano è ben lastricato, ha una bella piazza sebben non regolare, con una bella fontana fatta fare da un Granduca Medici, ha 12 una chiesa cattedrale in piazza, un bel teatrino, nuovo, grande e per Fivizzano bello". Ed ancora, Prospero Fantuzzi, l'erudito viaggiatore emiliano, che nell'anno 1829 (anno in cui fu iniziata la strada del Cerreto) la visita venendo dal Reggiano, così la descrive: "...in somma sopra di una scena di monti capricciosi, arrivammo alla dilettevole veduta del paese di Fivizzano tutta nuova, tutta grata, e tutta ricca." Non ho ricordato qui sopra che a Fivizzano è nata una delle prime stamperie di libri al mondo nel 1471, che nel 1802 fu qui inventata una delle prime macchina da scrivere le cui copie di lettere oggi si possono vedere nell’Archivio di Stato di Reggio Emilia, che qui nel 1895 è la prima cittadina della provincia ad avere l'illuminazione pubblica e privata: venne inaugurato il primo minuscolo impianto a corrente continua. Fu fatta una presa sul Rosaro che portava acqua al primo 13 rotore della centrale idroelettrica di Bocci e Frassinetti, entrambi fivizzanesi. Questo e altro su Fivizzano lo potrete apprendere dalla presente pagina che riprende un mio studio già pubblicato nel web: https://www.ansa.it/viaggiart/it/city-2820fivizzano.html Ma sulla devozione alla Madonna dell’Adorazione di Fivizzano nel web qualcosa manca. 14 Foto dalla pagina web: https://www.finestresullarte.info/opere-eartisti/madonna-della-ghiara-reggio-emilia-tempio-arte-seicento 15 Queste pagine ulteriori che ho riassunto spero servino a far comprender meglio il fenomeno di questa secolare devozione mariana che ha origini appunto nella città di Reggio Emilia. Lo foto come pure il testo che riporto per semplicità di lettura immediata dei fatti è tratto dalla pagina web: 16 https://www.basilicaghiara.it/il-museo-2/ “PREMESSA STORICA La Basilica della Madonna della Ghiara , gloria e decoro di Reggio Emilia, uno fra i più artistici santuari mariani d’Italia, monumento principe del Seicento emiliano, è nato nella fede e devozione del popolo reggiano , riconoscente verso la beata Vergine Maria per gli straordinari e numerosi benefici ricevuti. Origine del Santuario L’origine e lo sviluppo del santuario della Madonna della Ghiara è legata alla presenza dei Servi di Maria a Reggio Emilia. Chiamati dalla comunità reggiana , si stabilirono nel 1313 nella città e costruirono il convento e la chiesa dedicata alla SS.ma Annunziata nella zona ovest denominata “Ghiara” o Giarra”, perché località ghiaiosa , essendo l’antico letto del fiume Crostolo deviato verso il 1226 all’esterno delle mura cittadine. Nel 1517 venne costruita una seconda e più ampia chiesa situata longitudinalmente al corso Ghiara e 17 dedicata alla Natività di Nostro Signore. Sul muro di cinta dell’orto dei frati , al “ Canton dei Servi” , dietro l’abside della suddetta chiesa venne affrescato , in un’ampia nicchia, un’immagine della Madonna con Bambino che venne oggetto di venerazione dei reggiani e forestieri e ornata di molti ex voto. La nuova immagine miracolosa Col passare degli anni l’affresco della Madonna del “ Canton dei Servi” era così corroso dalle intemperie da risultare illeggibile. Il sig Ludovico Pratissoli , di concerto con i frati della comunità, commissionò al pittore novellarese Lelio Orsi ( 1511-1587) un nuovo disegno nel 1569. La nuova proposta non ricopiò il prototipo precedente , ma risultò una originale creazione dell’artista ( ora conservata nel Museo della Ghiara). Quattro anni più tardi venne incaricato il pittore reggiano Giovanni Bianchi , detto Bertone , di riportare in affresco il bozzetto di Lelio Orsi. E’ questa l’immagine venerata della Madonna della Ghiara. 18 E’ raffigurata la Madre di Dio , seduta in un paesaggio austero e spoglio , con le mani giunte ed il volto implorante , in atto di adorazione del bambino Gesù . Una scritta nella cornice del dipinto commenta “ Quem genuit adoravit” (Adorò colui che ha generato). La centralità della Madonna nell’arco a tutto sesto della nicchia indica il ruolo di Maria quale madre di tutti gli uomini, regina di Misericordia che adora ed intercede presso il Figlio Primogenito a favore di tutti glia altri suoi figli. La risposta alla preghiera della Madre verso cui guarda con intenso affetto , Gesù la dimostra con il gesto della mano destra benedicente verso di noi per parteciparci la pienezza della sua Resurrezione. La nuova ed artistica immagine richiamò un crescente numero di fedeli e fu necessario costruirvi una piccola cappella ricavata all’interno dell’orto dei frati.” E continua ancora la stessa pagina: “Il primo miracolo – 29 aprile 1596 19 Un giovane di circa 15 anni di nome Marchino , nativo di una frazione tra Ramiseto e Castelnuovo Monti , orfano da bambino , sordomuto e privo di lingua dalla nascita, si recò , nelle prime ore del 29 aprile 1596 all’oratorio della Vergine appena aperto da 23 giorni e , pregando mentalmente con quella fede che fa violenza al cielo la madre degli orfani e salute degli infermi, sentì scorrere per la vita un caldo sudore ed esclamò per tre volte “ Gesù-Maria” e , prodigiosamente guarito, riacquistò l’udito, gli spuntò dalle radici ed in un momento crebbe la lingua, gli fu concessa la parola e la conoscenza dei nomi di tutte le cose. 20 La notizia del prodigio si sparse per tutta la città dove Marchino era conosciuto perché garzone presso il sig Sebastiano beccaio della vicinia di S.Prospero ; numerosi devoti e confraternite accorsero dalla città e dalla regione a venerare la prodigiosa immagina. Il Vescovo di Reggio , mons. Claudio Rangone, istituì una commissione per esaminare i fatti con teologi, medici e giuristi ed inviò le conclusioni al Papa 21 Clemente VIII che , in data 22 luglio 1596, approvò il miracolo e permise la venerazione pubblica della miracolosa immagine ed i pellegrinaggi. Il nuovo tempio Il 6 giugno 1597, presenti i duchi estensi, il Vescovo di Reggio pone la prima pietra del nuovo Tempio della Madonna della Ghiara. Il progetto è dell’architetto ferrarese Alessandro balbo ( op 1597 – m 1617), eseguito dall’architetto reggiano Francesco Pacchioni ( 1560-1634) , coadiuvato per la costruzione della cupola da Cosimo Pugliani (Siena op 1599-1618). L’inaugurazione del nuovo Tempio e la solenne Traslazione della venerata Immagine dall’antica cappelletta alla nuova sontuosa sede ebbe luogo il 12 maggio 1619 , con fastose solennità.” 22 Naturalmente la pagina redatta dai responsabili della basilica che sono i PADRI SERVITI o SERVI DI MARIA continua con l’analisi dell’arte presente e invito il mio lettore a leggere in toto la pagina. Altra pagina web chiarificatrice degli eventi è su: http://www.mariadinazareth.it/Immagini%20Mir acolose/beata_vergine_della_ghiara.htm da cui è tratta questa immagine della Beata Vergine della Ghiara: 23 Ma se si vuole sapere di più su “ Marchino”, il muto miracolato, vi consiglio di leggere questa documentata ricerca che trovate a questo link: https://www.academia.edu/14328613/Un_miracolo_civic o_La_nascita_del_culto_della_Madonna_della_Ghiara_nell o_scenario_reggiano_fra_Cinque_e_Seicento 24 Intanto mettiamo subito in chiaro una data: il miracolo di Marchino a Reggio avviene il 29 aprile 1596….e subito dopo, appena sei giorni dopo, il 5 maggio 1596 avviene un altro miracolo della Madonna della Ghiara ma nella città di Fivizzano e precisamente a Caugliano, frazione a 4 km. La descrizione del miracolo avvenuto a Fivizzano la lascio alla penna del Prof. Ezio Pandiani che io ha avuto la fortuna di conoscere come latinista e corrispondente di vari giornali. Ecco la copia fotostatica del suo studio andato in stampa nell’anno 1966: 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 Fino a qui la nota del Prof. Ezio Pandiani, padre dell’amico e Rag. Roberto Pandiani che è stato 37 l’artefice della nascita nel 1971 della nostra Biblioteca Comunale intitolata allo studioso fivizzanese Abate Emanuele Gerini e che ha oggi oltre 30 mila libri, ai quali si sono aggiunti, in questi giorni, altre decine di migliaia di libri della recente donazione dello scomparso professore fiorentino Cesare Augusto Vasoli, famiglia con origini fivizzanesi. Molte sono state nel tempo le piccole pubblicazioni che hanno riguardato l’Apparizione della Beata Vergine dell’Adorazione a Fivizzano. Riporto sempre in forma scannerizzata la pubblicazione edita dal Santuario Madonna dell’Adorazione di Fivizzano della quale però non ho la data certa (forse è 1996 ). E’ interessante questa pubblicazione perché ci rivela chi fosse l’artista artefice del bel disegno effige della Beata Vergine dell’Adorazione apparsa all’inferma “Margherita” di Caugliano e la cui vista procurò la sua improvvisa guarigione. 38 Eccola la vera effige: Qui sotto l’immagine con la sua preziosa teca d’argento che è posta nel tempietto per lei costruito nell’anno 1946 , dopo che in data 1° settembre 1945 la Prepositurale di Fivizzano era stata dichiarata Santuario Mariano. Il tempietto, con cupola di rame sorretta da angeli, ha delle belle colonnine colorate il cui marmo è stato 39 estratto in una cava di Mommio, paese sopra Fivizzano nella direzione del Passo Cerreto. 40 41 Immagine della Chiesa Prepositurale di Fivizzano dedicata ai SS Jacopo e Antonio. Dal 1946 Santuario della B.V. dell’adorazione . (Foto da pagina https://it.worldorgs.com/Catalogare/fivizzano/chiesa/chiesa-dei-santi-jacopo-e-antonio-e-della-bv-delladorazione?fbclid=IwAR24KvK3nFsGLcA_tEq5yVD9u2ci0VRixBXI7hdkrKvWUEnTK0wl8VOeZ5U ) Ora che conosciamo la vera effigie della beata Vergine dell’Adorazione apparsa a Fivizzano e il tempio in cui è venerata possiamo passare a più precide notizie storiche di questa sacra 42 immagine. Eccole da una miscellanea in questo opuscolo del Santuario Mariano: 43 44 45 L’articolo sopra del Corriere Apuano a firma del fivizzanese prof. Ezio Pandiani riporta di due marmi collocati sulla facciata interna della Prepositurale a sinistra entrando. Uno è la lapide che ricorda l’Apparizione. Eccola: 46 E l’altra sotto è davvero enigmatica se non ci fosse stata la spiegazione del nostro bravo Prof. Pandiani, erudito latinista. Le parole in latino vanno lette trasversalmente unendo le righe sopra con quelle sotto. Vedasi anche la descrizione del “grazioso bisticcio” nella pagina 44 e 139 del presente saggio. 47 L’ 48 49 50 51 52 53 54 55 Ecco che per non fare un torto alla Madre delle madri ho pubblicato interamente l’opuscolo ritrovato fra le mie sparse carte, ma di cui mi manca la copertina. Ed è sempre nell’anno 1996, al quarto centenario dall’apparizione, che anche sul periodico locale LUNEZIA fondato dal concittadino Gian Battista Tonelli esce un articolo di Maria Eugenia Parodi che riporto integralmente. 56 57 58 59 Altre testimonianze di pubblicazioni del parroco Mons. Adelmo Conti e altre carte da me raccolte: 60 61 62 Segue… 63 64 65 66 67 68 Purtroppo quando ho raccolto queste testimonianze di fede, davvero non pensavo a renderle pubbliche per cui non ho preso memoria o non sapevo, e non conosco nemmeno ora, chi sia stato l’autore. 69 LA CHIESA PREPOSITURALE DI FIVIZZANO: 70 Questa pagina per chi ci legge dall’estero: Le pagine sotto per i figli della madrelingua italiana: 71 72 73 Ed ora ancora una breve descrizione della Chiesa 74 Prepositurale di Fivizzano dedicata ai Santi S. Antonio (del deserto) e S. Iacopo (di Compostela). Contrariamente a quanto trovo scritto nel web, faccio precedere nel titolo il Santo Antonio al S. Iacopo a motivo che nel medioevo così era ben documentato nel fonte battesimale della Chiesa originaria che riportava il simbolo del Tau e il “Bordone” ossia il bastone del pellegrino. Segni che avevano fatto incidere nel grande vaso di arenaria i fondatori della chiesa stessa ossia i Frati Ospitalieri di S. Antonio di Vienne in Francia dove esisteva la casa madre di questo ordine. Inoltre il Santo Antonio Abate è diventato il santo Patrono di Fivizzano che si celebra il 17 Gennaio. Questo prezioso reperto, testimonianza anche dei cammini francigeni o romei che dir si voglia, è ora conservato in un angolo, quasi nascosto alla vista subito a sinistra entrando in chiesa. 75 S. A. e S. Iacopo (Giacomo di Compostela) La ricavo dalla pagina web: http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/ 76 “Le prime notizie documentarie di Fivizzano risalgono al secolo XIII: nel documento n. 237 del Codice Pelavicino, redatto il 13 giugno 1239, viene nominato il foro Fivezani in un atto per la locazione di un casamentum in Soliera alla presenza dell’arciprete Villano della pieve di San Paolo a Vendaso. La prepositura dei Santi Iacopo e Antonio abate di Fivizzano si dispone sull’angolo nord occidentale della Piazza Medicea, lungo la strada che conduce a Modena e Reggio Emilia attraverso il passo del Cerreto. La facciata dell’edificio, ristrutturata in forme romaniche dopo il terremoto del 1920, a quattro spioventi in pietra isodoma, con ampia bifora centrale, è fiancheggiata dalla torre campanaria con una doppia cella, sormontata da un parapetto in ferro, costruita nella prima campata destra dell’edificio e quindi allineata con la facciata stessa. La primitiva chiesa fu fatta costruire dal vescovo di Luni Bernabò Griffi (1364-1378), in un periodo in cui il forum Fivezani, già citato nel 1239 e pertinenza dei Malaspina della Verrucola, era divenuto un fiorente borgo commerciale: nel 1355 Puccio di Duccio Bosi aveva fatto costruire la chiesa di San Giovanni, nel 1374 vi trasferì la residenza il marchese Nicolò Malaspina, nipote di Spinetta il Grande, nel 1391 vi presero dimora gli Agostiniani e la chiesa di San Giovanni fu annessa al loro convento. La posizione strategica di Fivizzano non sfuggì alle mire espansionistiche della Repubblica di Firenze che, tra il 1404 ed il 1477, ne entrò definitivamente il possesso trasformando radicalmente il borgo medievale in una cittadina dall’impronta fortemente medicea. La chiesa trecentesca, come riferisce una memoria del 1598 rilasciata dal parroco di allora, fu completamente ricostruita nel 1576, ampliata e ruotata; il presbiterio fu rivolto ad occidente e la facciata si attestò sulla principale via della città. Per la nuova chiesa, il famoso maestro Ducarelli da Torano, frazione di Carrara, valente scultore, adottò ancora l’impianto basilicale a tre navate, ben proporzionate, con 15 colonne monolitiche in macigno, 77 da lui abilmente scolpite, provenienti dalla cava della Costia, sopra la Pescigola. L’edificio era coperto con volte, crollate o rimosse perché pericolanti, dopo il sisma del 1920, quando furono sostituite con l’attuale soffitto a cassettoni in cemento. L’interno si presenta quindi, a prima vista, come una combinazione tra elementi architettonici rinascimentali, riconoscibili nel ritmo delle campate, nella finezza dei capitelli e dei peducci che sostenevano le volte e le strutture novecentesche, trasformate dalla cromia pittorica in un ideale linguaggio tardogotico, molto analitico, ed in questo non molto lontano dal gusto dell’edificio precedente, ancora molto attento al dettaglio minuto delle membrature architettoniche. A questi due stili si affianca quello barocco degli altari che si rivela pienamente nella monumentale macchina settecentesca dell’altare maggiore, a marmi policromi, di gusto ligure, resa più imponente dal novecentesco tempietto della Beata Vergine dell’Adorazione. Alla disposizione in serie, schermata dai colonnati delle navate, sono obbligati gli altari laterali, addossati alle pareti esterne dell’edificio, anch’essi pregevoli e ricchi dettagli, ma privi di quella cornice architettonica tardobarocca che ne mette in risalto le forme integrandole maggiormente con il gusto dell’edificio.” 78 Fivizzano era nel secolo XVI, periodo del suo maggior sviluppo urbanistico un gran centro commerciale, dove molte famiglie nobili fiorentine si erano qui trasferite investendo e costruendo. Ecco quindi che la facciata della Chiesa, contrariamente alla normalità è quasi soffocata dagli imponenti e alti palazzi attorno. 79 La facciata come abbiamo già detto è rivolta verso la piazza Maggiore, oggi detta Piazza Medicea a ricordo della bella Fontana con i quattro delfini voluta fortemente dal Conte Terenzio Fantoni, insigne giurista di Fivizzano e fu inaugurata nell’anno 1682. 80 Sopra, la Fontana addobbata con globi durante il Natale dell’anno 2021. Il campanile è tirato a lucido per i recenti restauri promossi dall’attuale parroco Don Bernardo Marovelli. 81 La torre campanaria è stata rinnovata nell’anno 1956 e le campane costruite dalla famosa Impresa Capanni di Castelnuovo ne’ Monti sono l’orgoglio di molti fivizzanesi perché possono vantarsi di avere la campana più grossa del comprensorio Lunigianese -Toscano. Sulla campana più grossa è stata fusa l’immagine della Madonna di Reggio. §§§§§§§§ 82 Foto mia alla Fontana Medicea dove si affaccia la chiesa Prepositurale e Santuario Mariano. 83 Aggiungo ancora un’altra testimonianza scritta nel lontano 1896 in cui Paolo Taruffi ci parla di “Memorie di Fivizzano e della Madonna di Reggio qui venerata sotto il titolo B.V. dell’Adorazione. “ Documenti che ho ritrovato fra le mie sparse carte e in forma di fotocopia. Devo però, per onore di verità storica, aggiungere che Il Taruffi fa un errore riportando che fu Spinetta Malaspina il Grande a far venire a Fivizzano nell’anno 1440 i frati minori di San Francesco ove impiantarono il loro convento dove è oggi l’Ospedale di Fivizzano. Non poteva essere lui perché è morto nell’anno 1352. E’ stato un errore di omonimia, si tratta invece di quello Spinetta figlio di Bartolomeo di Verrucola nato nel 1416 e scampato alla famosa strage di Verrucola del 16/6/1418. Vedasi a tale uopo la mia nota a matita sul foglio riportato a pagina 86. La relativa pagina storica alla voce Spinetta 84 Malaspina sulla enciclopedia Treccani ne dà ampia e precisa descrizione. 85 86 87 88 89 Giacché siamo in canna di raccogliere informazioni sulla nostra chiesa non posso tralasciare di fotografare una vecchia pubblicazione del 1922 con la quale il fivizzanese Silvio Andreani, socio corrispondente della Deputazione di Storia Patria per le provincie di Modena e Parma, ci parla della Chiesa di S. Antonio in Fivizzano. Ma prima di vedere questa pubblicazione vorrei citare una nota, che leggo su un vecchio foglio a quadretti , dove si riepilogano memorie della famiglia fivizzanese degli ANDREANI. Leggo queste testuali parole “ Nel 1767 poi, Don Francesco Nobile Andreani, proposto di Fivizzano , dopo il terremoto del 21 gennaio, compose il famoso inno che viene ancora cantato in ringraziamento alla Vergine: <Votis rogemus fervidis, Datam patronam caelitus ecc.>” Ebbene ho pure il testo in latino e la traduzione: 90 91 92 Come dice la nota in calce. Il presente Inno del 1767 è stato tradotto nell’anno 1946 dal Prof. Ezio Pandiani e poi è stato musicato nell’anno 1966 da Ezio Mercadini, il proprietario del albergo –ristorante Giardinetto che spesso allietava i commensali con le note del suo pianoforte. §§§ Un altro inno alla Madonna dell’Adorazione è anche questo che io trascrissi già nell’anno 2008 quando, per puro diletto di fatti storici, frequentavo l’Archivio di Stato di Massa. 93 94 ODE alla Madonna di REGGIO Il foglio da me ritrovato in archivio Fantoni alla Busta n. 230 è scritto dal Conte Agostino Fantoni, nipote di Labindo. Siccome ha trascritto molte poesie dello zio Giovanni non si può escludere che la presente sia del poeta, però anche lui in gioventù si dilettava, imitando Labindo, a scrivere in rima, per cui potrebbe essere un'ode dello stesso Agostino. Fivizzano, 19/02/08 Voti a te alziamo fervidi Data dal ciel Patrona Per noi pietosa supplica Se il Figlio irato tuona. VOTI &...... Gravi di pioggia dissipa Le nubi ai campi infeste, Tu i crudi morbi medica, Tempra il velen di peste. 95 VOTI &.... Se cade ardente il fulmine; Romban tremuotti orrendi, La nostra cara Patria, O Madrea Pia, diffendi. VOTI &....... Di nostra vita all'ultimo Nel maggior dei perigli Deh, Tu ci salva, e libera Dagli infernali artigli. VOTI &........ Sia lode alla Gran Vergine Che il Divin Figlio adora E Padre, e Figlio, e Spirito Madre in eterno onora. VOTI &...... 96 §§§ Ancora un inno alla Maria Santissima dell’Adorazione scritto nell’anno 1798 dal fivizzanese Giò Battista Agostini Trombetti, colui che si fece promotore della costruzione del TEATRO DEGLI IMPERFETTI, inaugurato nel 1807 con i suoi seicento posti a sedere. L'Accademia svolse un'attività teatrale molto intensa e qualificata fino al 1920, quando a causa del terremoto, il Teatro dell'Accademia degli Imperfetti di Fivizzano fu gravemente danneggiato e poi fu trasformato in cinema e uffici bancari. 97 §§§ Altra pubblicazione che non posso tralasciare è questa che riporto qui sotto di Silvio Andreani (1861-1927) storico locale ben più conosciuto per questa opera: “I Francesi a Fivizzano: abbozzo di cronistoria dall'anno 1799 all'anno 1814” da lui pubblicata nel 1911. 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 Teca con la Madonna dell’Adorazione in esposizione nella Prepositurale di Fivizzano. §§§ 145 E ora una poesia che esalta la natura, alcuni personaggi che hanno fatto grande la cittadina e il richiamo alla Madonna di Reggio, Patrona di Fivizzano. Poesia pubblicata sul Corriere Apuano il 7/7/1956. 146 147 §§§ Continuo con note varie che riguardano sempre la nostra Madonna dell’Adorazione. Dal Bollettino Parrocchiale del nostro Santuario Mariano n. 12 che ha il titolo “Parliamo insieme” dell’anno 1997 si sottolineano i legami 148 fra la città di Reggio Emilia e Fivizzano, anche per motivi storici. E’ nativo di Fivizzano il conte Giovanni Fantoni in Arcadia “Labindo”, poeta e patriota, quello dell’impresa di Montechiarugolo che diventò cittadino di Reggio il 17/10/1796. Quello stesso patriota che era presente a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797 quando fu adottato il Tricolore: la bandiera Italiana, uguale a quella francese, ma cambiava il blu che diventava il verde. Ecco appunto l’articolo pubblicato su tale bollettino nel dicembre del 1997: 149 150 151 E da tale gemellaggio è nata l’idea di innalzare un tempietto votivo alla Madonna di Reggio, proprio sul confine fra la provincia di Reggio Emilia e quella di Massa che coincide poi con il confine del comune di Fivizzano. http://www.chieracostui.com/costui/docs/search/schedaoltre.as p?ID=3591 152 La targa marmorea riporta: QUEM GENUIT ADORAVIT LA MADONA DE PRI D SERVI D REGGIO. REGGIO EMILIA E FIVIZZANO UNITE DA QUATTRO SECOLI NELL’AMORE FILIALE ALLA “MADONNA DI REGGIO”, A RICORDO DEL GEMELLAGGIO TRA I LORO SANTUARI POSERO DEVOTAMENTE PASSO DEL CERRETO 02.09.2001 153 Ed ecco come il giornale on-line REDACON riportava la notizia in occasione del decennale: “Dieci anni or sono, il 2 settembre 2001, alla presenza di oltre 1500 persone, veniva solennemente inaugurata al passo del Cerreto, al confine tra la nostra provincia di Reggio Emilia e quella di Massa Carrara, la maestà recante l'immagine della Madonna della Ghiara. Come è noto, da 1596 le città di Reggio Emilia e Fivizzano sono accomunate dalla profonda devozione alla Beata Vergine della Ghiara che, rispettivamente il 29 aprile e il 5 maggio, vi compì miracoli: la guarigione di Marchino e di Margherita. Alla Madonna i reggiani innalzarono il Tempio della Ghiara e gli abitanti di Fivizzano dedicarono il santuario dell'Adorazione. L'edicola posta al passo del Cerreto reca alla base gli stemmi delle due province; essa costituisce l'atto conclusivo di un percorso avviato il 29 aprile 2001 nella basilica 154 della Ghiara con la firma da parte dei vescovi di Reggio Emilia-Guastalla, mons. Adriano Caprioli, e di Massa Carrara-Pontremoli, mons. Eugenio Binini, e dei rettori dei santuari della Ghiara, padre Fiorenzo Gobbo, e dell'Adorazione di Fivizzano, mons. Adelmo Conti, della pergamena del gemellaggio spirituale che unisce le due chiese e le due comunità. La costruzione della maestà fu promossa dalle comunità della Ghiara e di Fivizzano e dalla Fabbriceria del Tempio”. §§§§ La diffusione della devozione alla Madonna di Reggio è testimoniata da dipinti, bassorilievi di 155 marmo, immagini stampate su carta, edicole votive che in ogni secolo da cinquecento anni a questa parte, la nostra Madonna è stata l’ispiratrice. Vediamone qualche esempio. Foto da: thttps://www.lemaesta.it/iconografie/la-madonna-seconda-parte/ 156 A tale testimonianza unisco la fotocopia di un articolo di giornale (non conosco la testata) con cui sempre lo scomparso professore fivizzanese Ezio Pandiani fa una sintetica rassegna della diffusione del culto alla Madonna della Ghiara di Reggio: 157 Testimonianze visive di devozione alla Madonna di Reggio sono numerosissime nella diocesi di Reggio Emila e pure nel Comune di Fivizzano tutto in oratori, edicole sacre e maestà, oltre che nelle case private, dove dipinti, ceramiche e terrecotte documentano la devozione. Una devozione secolare che nel secolo XIX e precisamente il 19 aprile 1837 si esprimeva così: 158 Orbene diamo qualche esempio visivo di questa devozione, senza però entrare nei particolari dove siano ubicate le opere al fine di proteggerle da mani furtive. 159 160 In frazione di Fivizzano 161 Archivolto ingresso casa a Fivizzano 162 163 Cappella dedicata alla Madonna dell’Adorazione che i Fivizzanesi hanno eretto in Via Giulia in centro. Interno con grande bassorilievo in marmo della Madonna di Reggio 164 Dipinto che è in un edificio sacro di Fivizzano 165 In una frazione di Fivizzano 166 Casa padronale in una frazione fivizzanese 167 Chiesa nel comune di Bagnone Ms 168 Di certo le immagini della Madonna della Ghiara come è chiamata a Reggio o Madonna di Reggio come è chiamata in Italia sono numerosissime e anche opere di artisti famosi. Vediamone qualche esempio che catturo dal web. Ludovico Lana - Fanano 169 La Madonna della Ghiara con i santi Pietro, Carlo Borromeo e il committente. Dipinto di Giovanni Francesco detto il GUERCINO del 1618-Pinacoteca di CENTO 170 Domenico Cresti detto il Passignano – Chiesa dei Servi di Maria-FORLI’ Foto da Wikimedia.org 171 Francesco Borgani, Madonna della_Ghiara, 1604 circa, Mantova, chiesa parrocchiale di Sant'Apollonia. 172 173 Vedasi per la sopra riportata opera di Zeno Donise il presente studio nel web che ne riporta diverse: https://www.academia.edu/42937213/Verona_la_Madonna_della_Ghi ara_di_Dario_Pozzo_nella_chiesa_di_San_Tommaso_Apostolo Ma non solo quadri ma anche opere scultoree hanno rappresentato la Madonna di Reggio, come questa scultura in avorio: 174 Foto da http://www.cesatiecesati.com/it/object-of-the-month-an-ivory-madonna-dellaghiara Poteva essere casa mia esente da questa devozione o rispetto di questa sacra immagine? 175 Ed ecco qui sotto una mia fotocopia fatta quasi trent’anni fa ad un libro che ho trovato nella 176 Biblioteca Marucelliana a Firenze. La pagina fotocopiata è stata da me acquerellata e incorniciata. Il libro è del 1619 e già si parla dei miracoli della Madonna di Reggio, quella della Ghiara. 177 178 Di codesto libro da me fotocopiato negli anni “80 presso la Biblioteca Marucelliana, quando dopo il lavoro d’ufficio mi recavo a cercar notizie su Fivizzano, ne posto qui solo alcune. 179 180 181 182 Centinaia sono le guarigioni o miracoli dovuti all’intercessione della Madonna Miracolosa di Reggio elencati appunto in codesta opera libraria di ben 237 pagine. 183 184 185 186 Nella pagina successiva si racconta della guarigione avvenuta nel luglio 1597 del nipote Frate Agostino del rettore della Parrocchiale di Santa Caterina di Collegnago, Villa di Fivizzano. 187 188 Questa è l’ultima pagina che raccoglie le guarigioni o miracoli avvenuti per intercessione della Madonna della Ghiara in Reggio. 189 Disegno del carro con cui a Reggio si portava in trionfo, attorno all’anno 1619, il tempietto con immagine Madonna della Ghiara. *§§§* 190 La devozione dei Fivizzanesi alla Madonna di Reggio venerata nel Santuario Mariano di Fivizzano è riconoscibile anche in queste immagini che la ritraggono e che sono state esposte qualche lustro fa presso la Biblioteca Civica di Fivizzano: 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 Ma ritorniamo fra le mie pareti domestiche con questa formella di terracotta smaltata: 206 207 E poi ancora una riproduzione da me pirografata su legno: 208 Ed infine chiudo questa mia raccolta di memorie di fede alla Madonna di Reggio con una targa marmorea apposta all’interno dei locali del Comune di Fivizzano: 209 Con queste ultime immagini luminose, che spero siano di buon augurio per rapporti sempre più fraterni fra Reggio Emilia e Fivizzano, termino questa mia ricerca accompagnandola con le parole dal Vangelo di Giovanni. “Collìgite quae superaverunt fragmenta, ne pereant”. Fivizzano, 08 marzo 2022 Rino Barbieri Mia email: barbieri.rino @virgilio.it 210