Democrazia e diritto

L'articolo ricostruisce brevemente, da un punto di vista storico e teorico, l'instaurazione della “nuova istituzionalità” nel Cile post-Golpe, con l'obiettivo di farne emergere l'architettura neoliberale di stampo hayekiano. Il lavoro è composto da una breve introduzione, da un paragrafo in cui vengono tracciate le premesse concettuali e lessicali dell'articolo, da tre paragrafi centrali e da una conclusione. Le premesse serviranno a chiarire l'uso che si fa della nozione “neoliberalismo”. Nel primo paragrafo si inquadrerà, da una prospettiva storica, il momento successivo al Colpo di Stato, in termini di un'alternativa tra “restaurazione” degli equilibri precedenti al governo di Salvador Allende e rivoluzione capitalista. È infatti dalla risoluzione di questa tensione, a favore della seconda alternativa, che nasce il Cile attuale.
Nel secondo paragrafo analizzeremo il configurarsi del discorso neoliberale nei termini di regime di verità teso a produrre una “gabbia di ferro” istituzionale che impedisse qualsiasi cambio nel post-dittatura. Nella terza parte ci concentreremo sulla figura di Jaime Guzmán, il giurista del pinochetismo, e in particolar modo sull'influenza di von Hayek nella costruzione della sua prospettiva neoliberale. Infine, nelle conclusioni, indicheremo il modo in cui questo liberalismo si è tradotto nella Costituzione del 1980.

Nel quadro della crisi dello Stato e nel contesto della crisi finanziaria globale del 2008-09, il contributo si propone di individuare un criterio eco-logico di ridefinizione del PIL e del capitale di vita sedimentato, al fine di proporre un diverso modo di calcolare e ripartire gli investimenti a vantaggio di comunità ambientalmente virtuose anche se meno produttive.

Negli ultimi anni, anche in Italia le luci della ribalta si sono accese sui me-todi di risoluzione delle controversie civili alternativi al processo, comune-mente indicati ricorrendo all'acronimo Adr (Alternative Dispute Resolution). Alla scoperta delle alternative l'Italia è arrivata con ...

Political agonism, in articulating the dynamic, transformative and conflictive dimension inherent in all modern legal orders, represents one of their most fundamental and at the same time problematic features.
Indeed, as several positions in the current international debate have thoroughly illustrated, agonistic politics, to the extent that it embodies the radically contingent trait constitutive of any imaginable instituted collective, should be understood not as a merely derivative phenomenon, but rather as simultaneously irreducible and challenging. Contingency, in fact, while implying, on the one hand, that the political unity underlying any constituency might be always  otherwise, it also entails, on the other, that this putative “otherwise” – whenever it emerges – is necessarily inaugurated by the insurgence of normative claims, which inevitably call for a radical questioning and re-definition of the extant legal configurations.

In the wake of such a perspective, TCRS welcomes contributions (in English or Italian) by scholars engaging with the following or therewith related topics:
- the forms, instantiations, and intensities in which conflicts and/or instances of resistance emerge within legal orders, thereby putting them into question, transgressing their boundaries, and consequently engendering processes of their alteration; 
- the interpretive frames and responsive range of strategies legal theories deploy in order to adequately address and seize, or eventually sublimate and neutralize the radicality of agonistic dynamics;
- how and whether in the face of the widely endorsed assumption that we are now inevitably moving towards a globalized politico-legal setting, conflictive instantiations can still make a sense of – or effectively embody – the resisting element marking the ineluctable contingent and bounded trait of any legal order.

Le costituzioni democratico-sociali europee del secondo Novecento rappresentano il punto più elevato di mediazione politica ed istituzionale tra i soggetti del conflitto capitale-lavoro. La forza cogente, la normatività di siffatto patto sociale è in parte significativa dipesa da una costituzione economica internazionale keynesiana (interventista) che rifletteva, a suo modo, la divisione del mondo in due blocchi politico-ideologici. Si trattava di una costituzione economica di natura difensiva, nella misura in cui la complessiva architettura di Bretton Woods e del GATT, pur promuovendo un processo di progressiva liberalizzazione dei mercati nazionali, riconosceva agli Stati il potere (diritto) di intervenire incisivamente sul mercato, al fine di contenerne gli effetti socialmente più perversi. Dapprima il collasso del sistema di Bretton Woods (1971), con l’apertura del vaso di Pandora della libera circolazione dei capitali, e, successivamente, la caduta del Muro di Berlino (1989), con il venir meno di ogni freno alla ‘volontà di potenza’ del mercato, hanno segnato l’irreversibile rottura del compromesso originario N.B: Copia ad uso personale. È vietata la riproduzione (totale o parziale) dell'opera con qualsiasi mezzo effettuata e la sua messa a disposizione di terzi, sia in forma gratuita sia a pagamento.

Michele della Morte, Università del Molise Luigi Ferrajoli, professore emerito di Diritto costituzionale Claudio De Fiores, Seconda Università di Napoli Roberto Finelli, Università Roma Tre Gaetano Azzariti, Sapienza Università di Roma Laura Ronchetti, Università del Molise Guglielmo Forges Davanzati, Università del Salento Marco Barbieri, Università Roma Tre David F.L. Gomes, professor da Faculdade de Direito da UFMG Roberto Evangelista, ricercatore ISPF Michele Prospero, Sapienza Università di Roma

... Il diritto di rifiutare le cure: Critica delle distinzioni irrilevanti. Autores: Giuseppe Cricenti; Localización: Democrazia e diritto, ISSN 0416-9565, Nº. 3, 2011 , págs. 681-724. Fundación Dialnet. Acceso de usuarios registrados. Acceso ...