Una delle forme peculiari attraverso cui sia il dadaismo, sia il futurismo hanno espresso i loro legami con la politica è la letteratura grafico-tipografica, contenuta nelle produzioni dei due movimenti. Esse nascono nell’alveo di due fra...
moreUna delle forme peculiari attraverso cui sia il dadaismo, sia il futurismo hanno espresso i loro legami con la politica è la letteratura grafico-tipografica, contenuta nelle produzioni dei due movimenti. Esse nascono nell’alveo di due fra le più importanti correnti dell’avanguardia storica europea, da modi diversi, diametralmente opposti di intendere la politica, la guerra, la letteratura e il rapporto che si stabilisce fra l’arte e l’impegno civico e politico dello scrittore e dell’artista.
Per i futuristi, il fervore politico confluisce in disegni, parole in libertà e tavole parolibere, in una vera e propria letteratura di guerra, con punte di notevole fantasia e creatività artistica, dopo essere stato messo a dura prova in combattimenti veri. Si crea ancora una volta il continuum vita-arte-azione, tanto caro a F. T. Marinetti, raffigurato sinteticamente in immagini-metonimie del mondo. L’interventismo fu un tema onnipresente in alcune riviste e autori futuristi, coralmente proclamato e incessantemente rilanciato. Nella Berlino che nel 1919 sarebbe diventata dadaista, un gruppo di pittori prendeva posizione contro il primo conflitto mondiale, attraverso la loro arte ribelle e sarcastica, legando il proprio destino alla più ampia partecipazione politica degli intellettuali di sinistra, ai tempi della repubblica di Weimar.
Il nazionalismo aggressivo, vale a dire l’opzione dominante della politica europea negli anni ’20-’40 del Novecento, è il filo rosso che attraversa e accomuna i due ampi saggi inclusi nel volume Avanguardie, nazionalismi e interventismo nei primi decenni del XX secolo.
Nel secondo, intitolato La ricezione della Guardia di Ferro in ambienti culturali del fascismo italiano, si propone un’analisi che comprende la ricezione di un corpus assai consistente di articoli e studi apparsi in Italia, tra il 1927 e il 1941, in ambienti del fascismo e della cultura di regime, che rispecchia gli aspetti più importanti della politica e del modello antropologico che hanno caratterizzato il movimento più oltranzista della destra romena, la Guardia di Ferro.
Risulta particolarmente proficuo l’intenso scambio culturale e di riflessione politica, che si svolge in perfetta simultaneità tra Romania e Italia nell’arco di tempo indicato, in nome di una dichiarata simpatia per un paese latino approdato alle soglie della modernità, che faceva emergere notevoli affinità dottrinarie con il clima politico italiano, ma anche esacerbate deformazioni e notevoli miopie ideologiche.
Note:
Il volume Avanguardie, nazionalismi e interventismo… include la versione definitiva dei saggi elaborati dalla candidata nell’arco dell’a.a. 2007-2008, durante la sua attività di ricerca all’interno della Scuola Normale Superiore di Pisa, che ha offerto a E. D. una borsa di studio presso la Classe di “Lettere e Filosofia”.