A special issue of Annali d’italianistica, Volume 36. The nineteen essays in this volume address the place of Italian Jewish culture and history in the birth and development of the Italian nation from the 19th century “Risorgimento” to... more
A special issue of Annali d’italianistica, Volume 36. The nineteen essays in this volume address the place of Italian Jewish culture and history in the birth and development of the Italian nation from the 19th century “Risorgimento” to the present. View at https://www.jstor.org/stable/e26923196
Massimo d’Azeglio è uno degli emblemi decaduti del Risorgimento: se nel clima postunitario era considerato uno dei personaggi simbolo della stagione dell’indipendenza e dell’Unità, oggi è più spesso ricordato per le sue perplessità sulla... more
Massimo d’Azeglio è uno degli emblemi decaduti del Risorgimento: se nel clima postunitario era considerato uno dei personaggi simbolo della stagione dell’indipendenza e dell’Unità, oggi è più spesso ricordato per le sue perplessità sulla spedizione garibaldina e lo scetticismo variamente manifestato sull’integrabilità del Mezzogiorno al nuovo Regno d’Italia.
Scopo di questo libro, fondato in larga parte su un’analisi dei testi letterari e politici di d’Azeglio, è da un lato collocare l’opera di d’Azeglio nel suo contesto, riconoscendo i meriti della sua feconda attività di pubblicista senza nasconderne i limiti e le contraddizioni; dall’altro ricostruire le fasi del suo pensiero, dall’entusiasmo patriottico (e unitario) di prima giovinezza sino al disincanto delle prose mature: nella convinzione che l’Unità sia un valore e che ogni attività letteraria spesa per approssimarsi a tale valore debba essere storicizzata con rispetto.
... Importa piuttosto chiudere queste pagine con l’esortazione di d’Azeglio ad attuare attraverso una democrazia “reale” («Strade, scuole e libertà legale») l’Unità del Paese. Era l’intento che era stato del Cavour dei giorni migliori, del Nievo garibaldino e di tanti altri uomini che credettero nei valori del Risorgimento.
Indice del libro.
Introduzione
I. Tempo di romanzi
1.1 Il tempo dei cavalieri. Ettore Fieramosca
1.2 «Non siete forse tutti figli d’Italia ugualmente?»
1.3 Il tempo della storia. Niccolò de’ Lapi
1.4 «Al convito de’ popoli liberi»
II. diritti della nazione. Pensiero e attivismo politico
2.1. La «causa dell’indipendenza» (1846)
2.2 «Siamo Nazione! Nazione! Nazione!» (1848)
2.3 Il diritto di unirsi, il diritto di dividersi (1859-1861)
2.4 Questioni urgenti: sull’onda emotiva dell’Unità
2.5 «Fatta l’Italia, facciamo gli Italiani». Una frase da restituire a d’Azeglio
III. Nievo e d’Azeglio
3.1 Le «idee di Azeglio e di Balbo»
3.2 d’Azeglio, quale?
3.3 Nievo, d’Azeglio e il romanzo del Risorgimento
3.4 Tra il Niccolò de’ Lapi e le Confessioni: amor di patria e
religione civile
3.5 I contadini e l’utilità politica della religione
3.6 L’emancipazione degli Ebrei
3.7 Verso Sud. D’Azeglio, Carlino e Ippolito
IV. La questione nazionale nel libro de I miei ricordi
4.1 Una vulgata gravemente contaminata. Appunti per una
nuova edizione
4.2 La questione nazionale
Indice dei nomi
... Importa piuttosto chiudere queste pagine con l’esortazione di d’Azeglio ad attuare attraverso una democrazia “reale” («Strade, scuole e libertà legale») l’Unità del Paese. Era l’intento che era stato del Cavour dei giorni migliori, del Nievo garibaldino e di tanti altri uomini che credettero nei valori del Risorgimento.
Un lavoro collettivo di alcuni tra i più interessanti storici italiani dedicato allo straordinario patrimonio dei cimiteri storici realizzati in Italia dal 1750 all’inizio della seconda guerra mondiale. Un sofisticato laboratorio... more
Un lavoro collettivo di alcuni tra i più interessanti storici italiani dedicato allo straordinario patrimonio dei cimiteri storici realizzati in Italia dal 1750 all’inizio della seconda guerra mondiale. Un sofisticato laboratorio figurativo e progettuale che vede alcuni tra i più importanti architetti, scultori, artisti e decoratori delle diverse epoche impegnati nella realizzazione dei diversi impianti cimiteriali e nel tempo delle migliaia di tombe e cappelle custodite in queste preziose necropoli a cielo aperto. Una storia del cimitero che diventa anche narrazione di quasi due secoli di storia sociale, culturale e artistica italiana attraverso le vicende costruttive dei grandi cimiteri storici nazionali dal Monumentale di Milano passando per Venezia, Bologna, Genova, Firenze, Roma, Napoli, Palermo e per tutti quei piccoli recinti della memoria che narrano della nascita artistica di una nazione.
Giuffrè M., Mangone F., Pace S., Selvafolta O. (editors)
Il volume è frutto di un’accurata indagine dei luoghi di sepoltura ebraici dal punto di vista della storia dell’architettura e delle città. Dagli “orti” o “campacci” medioevali e rinascimentali fino alle sezioni israelitiche nei moderni... more
Il volume è frutto di un’accurata indagine dei luoghi di sepoltura ebraici dal punto di vista della storia dell’architettura e delle città. Dagli “orti” o “campacci” medioevali e rinascimentali fino alle sezioni israelitiche nei moderni cimiteri ottocenteschi, la regolamentazione di questi spazi è stata spesso l’occasione per ridefinire i rapporti fra la comunità e questa antica minoranza, fra tentativi di assimilazione e antigiudaismo, andando ben al di là degli aspetti pratici del problema.Passando in rassegna i grandi cimiteri israelitici di Trieste, Roma, Milano, Torino, Firenze, Livorno, Venezia fino a quelli delle comunità più piccole ma non meno significative di Bologna, Ferrara, Modena, Ancona o Napoli, ci si accorge che lo studio di queste architetture simboliche e dei luoghi destinati al ricordo svela il loro valore altamente metaforico: lo studio di queste speciali “città dei morti” è in grado di restituirci un affascinante intreccio di storie e memorie che è parte integrante e inscindibile della storia d’Italia.
Christianus Lazarus Lauria e l’attività della London Society for the Propagation of Christianity among the Jews in Italia , in Annali di Storia dell’Esegesi 34/1 (2017), pp. 199-228 The essay reconstructs both the biography of... more
Christianus Lazarus Lauria e l’attività della London Society for the Propagation of Christianity among the Jews in Italia , in Annali di Storia dell’Esegesi 34/1 (2017), pp. 199-228
The essay reconstructs both the biography of Christianus Lazarus Lauria (circa 1821-1885) and the activities of the London Society for Propagating Christianity among the Jews in Italy. This British missionary organization, founded on interdenominational lines in 1809, became an expression of the Church of England in 1815. Its purpose was the conversion of the Jews, emphasizing at the same time the Jewish roots of Christianity (the organization, which still exists, since 1995 took the name of Church's Ministry Among Jewish People). Approached by missionaries of this Society in Jerusalem, rabbi Eliezer Lauria converted to Christianity in 1843, changing his first name to Christianus Lazarus. He subsequently became a minister of the Church of England. A missionary in Italy, he was first in Turin (1855-1862) and then in Livorno (1862-1866). Moved by the illusory hope that the political Italian Risorgimento could trigger a religious reformation, the organization published books and pamphlets and employed several agents in Italy (the last outpost of the Society in Rome was closed in 1914).
This article tries to retrace and analyse the role played by the governing bodies of the Tuscan Jewish communities, called the Tuscan Università israelitiche, and by their leaders, in order to promote, obtain and later defend the cause of... more
This article tries to retrace and analyse the role played by the governing bodies of the Tuscan Jewish communities, called the Tuscan Università israelitiche, and by their leaders, in order to promote, obtain and later defend the cause of Jewish emancipation in the Grand Duchy of Tuscany. After an overview of the scattered journalistic debate in favour of Jewish emancipation, which took place in Tuscany in the second half of 1847, the article studies the various initiatives and attitudes taken by the Università israelitiche of Livorno and Florence in the crucial 1847-48 period, exploiting mainly the quite completely unexplored documents of the Tuscan Jewish community archives. In this way, a lively picture is obtained of contrasts and rivalries within and among the Jewish communities, of generational criticism against Jewish governmental organs, of conflicting interests. From archivistic documents, a latent tension also emerges between the strongly desired emancipation and the privileged condition of the past, which offers us the image of a Tuscan Jewry not fully unanimous and compact on the difficult road to emancipation.
Il volume è frutto di un’accurata indagine dei luoghi di sepoltura ebraici dal punto di vista della storia dell’architettura e delle città. Dagli “orti” o “campacci” medioevali e rinascimentali fino alle sezioni israelitiche nei moderni... more
Il volume è frutto di un’accurata indagine dei luoghi di sepoltura ebraici dal punto di vista della storia dell’architettura e delle città. Dagli “orti” o “campacci” medioevali e rinascimentali fino alle sezioni israelitiche nei moderni cimiteri ottocenteschi, la regolamentazione di questi spazi è stata spesso l’occasione per ridefinire i rapporti fra la comunità e questa antica minoranza, fra tentativi di assimilazione e antigiudaismo, andando ben al di là degli aspetti pratici del problema.Passando in rassegna i grandi cimiteri israelitici di Trieste, Roma, Milano, Torino, Firenze, Livorno, Venezia fino a quelli delle comunità più piccole ma non meno significative di Bologna, Ferrara, Modena, Ancona o Napoli, ci si accorge che lo studio di queste architetture simboliche e dei luoghi destinati al ricordo svela il loro valore altamente metaforico: lo studio di queste speciali “città dei morti” è in grado di restituirci un affascinante intreccio di storie e memorie che è parte integrante e inscindibile della storia d’Italia.
This paper sheds light on how Jewish-Christian relations were reconfigured in late eighteenth-century Italy by analyzing the Italian debate over Emperor Joseph II’s Patent of Toleration (1781) and the status granted to religious... more
This paper sheds light on how Jewish-Christian relations were reconfigured in late eighteenth-century Italy by analyzing the Italian debate over Emperor Joseph II’s Patent of Toleration (1781) and the status granted to religious minorities in the Cispadane constitution (1797)—the first “Italian” constitution. Religious difference had long provided the basis for Jewish legal separation from the non-Jewish world. This arrangement was based on a confessional framework—meaning that the organization of the state was supposed to reflect the religious belonging of the subjects. Such an arrangement was challenged at the end of the eighteenth century by the emergence of new regulatory frameworks—the Enlightenment framework of utility and the post-revolutionary framework of nationality. According to the former, membership in the political community was predicated on the basis of social utility, not on religious belonging, so religious difference should not provide the ground for any kind of social exclusion or legal discrimination. On the contrary, the emergence of the principle of nationality led to the singling out of the Jews as others from the national community, as Catholicism was soon identified as a key component of the emerging Italian national identity. Thus, the analysis of Jewish-Christian relations calls into question the traditional understanding of the age of revolutions as a period of secularization and illuminates the role that religion played in the emergence of national identities.