Si “riscrive” la storia istituzionale, artistica e sociale dei primi due secoli del santuario del Soccorso di Cori, eretto nel 1521 e divenuto nel 1604 la sede di una confraternita deputata a erogare ogni anno una dote a due zitelle.... more
Si “riscrive” la storia istituzionale, artistica e sociale dei primi due secoli del santuario del Soccorso di Cori, eretto nel 1521 e divenuto nel 1604 la sede di una confraternita deputata a erogare ogni anno una dote a due zitelle. Viene presentata una chiara e documentata spiegazione (con l'ausilio delle tavole di Piero Manciocchi) delle fasi edilizie e decorative del complesso, che non trascura il contributo delle maestranze, locali e non, che vi furono coinvolte. Emergono così le inedite committenze affidate ad artisti operanti a Roma, come il pittore comasco Pietro Antonio Alciati (+ 1584), che nel 1564 eseguì pitture murali in quattro dei cinque altari della chiesa, e al noto capomastro e stuccatore Ottavio Grisolati, autore della cupola della chiesa ricostruita e ampliata nel Seicento. Viene anche precisato il ruolo svolto nel cantiere seicentesco del Soccorso di Cori dall’architetto e pittore romano Mario Arconio, al quale va attribuita la paternità progettuale dell’area del presbiterio, con la relativa cupola, mentre la vera e propria aula ecclesiale fu disegnata da un architetto-capomastro locale, chiamato Matteo, di cui non si sa altro.