Il territorio del Latium adiectum, non lontano dal centro del potere Roma, è caratterizzato da una notevole varietà di ambienti socio-economici e culturali, dalle zone costiere (con le attività legate al porto di Minturnae) a quelle...
moreIl territorio del Latium adiectum, non lontano dal centro del potere Roma, è caratterizzato da una notevole varietà di ambienti socio-economici e culturali, dalle zone costiere (con le attività legate al porto di Minturnae) a quelle interne, che da Velitrae si estendono a sud, lungo le valli del Sacco e del Liri e quelle circonvicine (vie d’accesso importanti all’Urbe), ove sorgevano centri che avevano un’intensa vita municipale come Anagnia, Verulae, Ferentinum, Fabrateria Vetus e Nova, Arpinum, Aquinum, Atina, fino all’area di Casinum, ricca di acque e di attività produttive e commerciali. In questa regione la cultura epigrafica fu vivace: tra le moltissime note, alcune decine di iscrizioni (all’incirca 40) sono metriche e spaziano dall’ultimo secolo della Repubblica alla Tarda Antichità (in senari, esametri, distici elegiaci, faleci, forse in saturni…); esse costituiscono l’oggetto di questa pubblicazione. Nell’Introduzione vengono fornite alcune informazioni sul territorio e la sua storia socioculturale nel corso dei secoli: vengono anche illustrati i caratteri della produzione epigrafica e i criteri seguiti per la presente edizione. Segue il testo e la traduzione dei Carmina Latina Epigraphica: essi sono numerati e ordinati in sequenza cronologica (le epigrafi di incerta datazione o di dubbia natura metrica perché troppo frammentarie saranno pubblicate nel secondo volume, che sarà dedicato alle epigrafi poetiche dal III al VI saec. d.C. inclusi); il testo è controllato (ove non sia stata possibile un’autopsia) sulle più affidabili edizioni e sulle fotografie del reperto, quando esse siano disponibili. Subito dopo il testo, si propone un ampio commento in cui ad un inquadramento storico e monumentale del reperto segue una discussione sulle caratteristiche metriche e della lingua poetica, nei suoi legami con la poesia letteraria ed epigrafica, sui temi sviluppati in rapporto alla destinazione (funeraria, votiva, celebrativa etc.). L’autore è un filologo classico e intende analizzare questi testi soprattutto in rapporto alla tradizione poetica letteraria ed epigrafica: il contributo vuole essere anche di natura metodologica. Tramontata ormai da tempo l’epoca in cui i carmina epigrafici venivano considerati in posizione ‘ancillare’ rispetto alla poesia letteraria, di cui riprendevano in maniera giudicata pedissequa (se non goffa) temi e lingua, negli ultimi decenni si è passati a considerare l’autonomia di funzione culturale dell’epigrafe in versi, il rapporto in realtà di osmosi che, in determinati generi poetici e sfere tematiche, esiste tra ambito letterario ed epigrafico, la ricchezza di informazioni che possono derivare dalla lettura dei CLE riguardo alla cultura non solo poetica, ma in senso più vasto letteraria e retorica di un territorio e di un’epoca, o riguardo alla vitalità e agli interessi della scuola. Non si considerano più come fossero il riflesso frammentario e degradato di una malintesa e mal assimilata versificazione ‘culta’ tutte quelle epigrafi (le celebri ‘commatiche’ di Buecheler) che spesso sono semplicemente in una prosa retoricamente più ricercata, con iuncturae poetizzanti e marcate caratteristiche ‘affettive’. La filologia dei testi letterari classici (soprattutto, ma non solo, quella relativa agli auctores che più hanno influenzato i CLE: gli scenici ed Ennio epico in età repubblicana, Virgilio, gli elegiaci e Ovidio, Lucano, Marziale, Stazio e gli epici d’età flavia in epoca imperiale) può molto guadagnare dall’analisi di questi testi, se essi sono così interpretati. Chiudono il primo tomo la bibliografia e un index locorum, mentre nel secondo è previsto anche un index rerum.