Le riforme economiche del Libano non possono che passare per una revisione delle fonti costituzionali e para-costituzionali, ovvero della Carta fondamentale (del 1926) e di un altrettanto importante Patto nazionale (del 1943) che sono... more
Le riforme economiche del Libano non possono che passare per una revisione delle fonti costituzionali e para-costituzionali, ovvero della Carta fondamentale (del 1926) e di un altrettanto importante Patto nazionale (del 1943) che sono alla base di una concezione di settore del diritto pubblico dell’economia. Le riforme più urgenti potrebbero riguardare tanto una reale attuazione degli accordi di Ta’if, volti alla riconsiderazione della struttura del Legislativo (attraverso la liberalizzazione economica) quanto la stesura di una legge anticorruzione che, a differenza dei draft presentati sinora, affronti anche gli argomenti dell’importazione di carbolubrificanti e della produzione di energia da piattaforme off-shore. All’attenzione del Legislatore libanese sono le fonti primarie di un sistema finanziario normato ma non controllato così come le prassi della Banca Centrale, istituite al fine di mantenere il tasso di cambio fisso col dollaro e di fronteggiare la volatilità della valuta. Le riforme del diritto dell’economia, se portate a termine, non potranno che avere importanti ripercussioni sulla sicurezza del Paese, strutturato su una divisione dei poteri e delle competenze statali fra le diverse componenti religiose del Paese, elemento tipico del precedente Ordinamento giuridico Ottomano paradossalmente mantenuto al fine di garantire, attraverso il consenso, l’esistenza stessa dello Stato nella fase successive alla caduta dell’Impero.
La necessità di riformare la giustizia caratterizza tutta la storia repubblicana della Georgia indipendente. Il paese era uscito infatti dal periodo sovietico con il peso di un sistema disfunzionale in cui i diritti dell’accusato non... more
La necessità di riformare la giustizia caratterizza tutta la storia repubblicana della Georgia indipendente. Il paese era uscito infatti dal periodo sovietico con il peso di un sistema disfunzionale in cui i diritti dell’accusato non erano garantiti. I giudici raramente osavano contraddire i capi d’accusa mossi dal pubblico ministero, che in Georgia è l’ufficio del Procuratore della Repubblica. La “Prokuratura”, nel regime sovietico, era l’organo incaricato di vigilare sulla “legalità socialista”, fondamento dello stato, e quindi – di fatto – era un organo di partito.
Questo legame fra controllo delle corti via ufficio del Procuratore e conseguente influenza sui giudici da parte del partito al potere non è mai stato del tutto reciso.