Rotte E Commerci

The Author analyzes the cultural manifestations of the Ancient Neolithic in the central Mediterranean area, with particular regard to the area of ​​the Tyrrhenian Sea.
Starting from the first "pre-neolithic" trans-Mediterranean navigations, the A. examines the archaeological data relating to western Sicily, Sardinia, Corsica, Lazio and Tuscany, also reconstructing the possible routes followed to transport obsidians from the Aeolian Islands, the Pontine Islands and Sardinia.
After having compared the different types of Ancient Neolithic ceramics of the middle-Tyrrhenian area, the A. examines both the dates of absolute chronology - certainly pertinent levels with "imprinted ceramics" - until then carried out on Corsican, Sardinian and middle-Tyrrhenian areas of the Italian peninsula, and the different proposals of relative chronologies, finally advancing a hypothesis of parallelization between the phases of the Ancient Neolithic of the middle-Tyrrhenian area.

L' Autrice  analizza le manifestazioni culturali del Neolitico Antico nell'area del Mediterraneo centrale, con particolare riguardo all'area del mar Tirreno.
Partendo dalle prime navigazioni "pre-neolitiche" trans-mediterranee  l'A.  prende in esame i dati archeologici relativi alla Sicilia occidentale, alla Sardegna, alla Corsica, al Lazio ed alla Toscana,  ricostruendo inoltre i possibili itinerari seguiti per il trasporto delle ossidiane provenienti dalle isole Eolie, dalle isole Pontine e dalla Sardegna. 
Dopo aver confrontato le diverse tipologie delle ceramiche del Neolitico Antico dell'area medio-tirrenica, l'A. esamina  sia le datazioni di cronologia assoluta - sicuramente pertinenti livelli con "ceramica impressa" - sino allora effettuate su campioni corsi, sardi e delle aree medio-tirreniche della penisola italiana  sia le diverse proposte di cronologie relative, avanzando infine un'ipotesi di parallelizzazione tra le fasi del Neolitico Antico dell'areale medio-tirrenico.

È importante, per gli studi sul Mediterraneo e la sua multiculturalità, parlare dell’archetipo del colonialismo levantino sviluppatosi nel VIII e VII secolo a.C., fondando colonie mercantili e colonie urbane che oggi lasciano tracce evidenti nelle città mediterranee. Gli antichi levantini, Cananei o Fenici, furono civiltà principalmente urbane, che trasportarono non solo prodotti mercantili e persone ma anche un certa cultura della città. Le evidenze archeologiche dimostrano come si sia andato a formare, in particolare nelle colonie urbane, un forte legame tra popolazione autoctone e coloni che ha portato alla creazione di una nuova civiltà totalmente autonoma dalla madrepatria, soggetta poi all’orbita di Cartagine. Essendo la Sardegna al centro delle rotte commerciali e avendo sviluppato fortemente l’ibridazione culturale risulta un caso studio interessante, grazie all’importanza politica assunta dalle nuove colonie fondate exnovo e non. Il contributo vuole mostrare il modello di diffusione coloniale fenicia e le sue integrazioni con le popolazioni autoctone nel caso specifico del territorio della Sardegna.

Si tratta della prima edizione completa delle lettere manoscritte, conservate nella Biblioteca Riccardiana di Firenze (Ricc. 2438bis III), che l'accademico e fonetista fiorentino Giorgio Bartoli scrisse fra il 1568 e 1583 all'amico Lorenzo Giacomini (1552, Ancona - 1598, Firenze). L'epistolario ha un primo ed evidente interesse nel documentare l'impiego di una grafia parzialmente ortofonica da parte di uno di più innovativi studiosi cinquecenteschi della fonetica, l'autore del trattato «Degli elementi del parlar toscano» (1584) e continuatore del pensiero linguistico di Benedetto Varchi. Oltre agli aspetti storico-linguistici che propone all'attenzione, la raccolta epistolare consente di mettere in luce la formazione e la personalità di Giorgio Bartoli e i termini del suo sodalizio con un altro letterato ben rappresentativo dell'ambiente accademico fiorentino del secondo Cinquecento, quale fu Lorenzo Giacomini. In «Appendice» si pubblicano altri testi autografi, in gran parte inediti, di Giorgio Bartoli, fra cui la sua lettera «sul tradurre» a Marino Bobali del 1576ca. E oltre all'«Introduzione», che illustra l'ambiente letterario dell'epoca, il volume contiene altri capitoli: gli «Appunti linguistici» che mettono a fuoco l'uso del volgare fiorentino («argenteo»), e i «Personaggi dell'epistolario», contenenti notizie sugli uomini di lettere, sui mercanti e sui politici che si affacciano nelle carte dell'epistolario.