Da una costola dei Quaderni rossi, nel gennaio del 1964 nasceva Classe operaia, la rivista che a ragione viene considerata dagli storici la culla dell'operaismo italiano. Del 1966 Operai e Capitale è il manifesto politico e teorico del... more
Da una costola dei Quaderni rossi, nel gennaio del 1964 nasceva Classe operaia, la rivista che a ragione viene considerata dagli storici la culla dell'operaismo italiano. Del 1966 Operai e Capitale è il manifesto politico e teorico del movimento di Mario Tronti, un'opera che ha influenzato un'intera generazione di militanti, che nel '68-'69 si affacciavano prepotentemente sulla scena politica e sociale. Classe operaia chiudeva i battenti nel 1967, ma le concezioni operaiste si sarebbero riproposte in varie forme fino ai giorni nostri. Ma cos'è l'operaismo, questa concezione dal nome apparentemente così accattivante? E soprattutto che effetti ha avuto sul movimento operaio a cui si richiama in maniera così esplicita?
La tesi tratta del problema della trasformazione dei valori in prezzi di produzione e, più in particolare, della relativa controversia che ne è sorta. Prendendo "a prestito" la voce e il pensiero di Isaak Rubin, si mira a dimostrare che... more
La tesi tratta del problema della trasformazione dei valori in prezzi di produzione e, più in particolare, della relativa controversia che ne è sorta. Prendendo "a prestito" la voce e il pensiero di Isaak Rubin, si mira a dimostrare che tra il genere "società di mercato" e la specie "società capitalistica" esiste una relazione unidirezionale di tipo genere → specie, e che di conseguenza le leggi fondamentali che governano la società mercantile in genere valgono anche nella società capitalistica, seppur in altra forma. Di conseguenza, se ciò fosse vero e dimostrato, sarebbe possibile studiare il funzionamento fondamentale della società capitalistica utilizzando un modello teorico assai più agevole e semplificato: quello della società mercantile semplice.
‘Teoria della Distruzione del Valore’: teoria elaborata da Massimo Morigi afferente al ‘Repubblicanesimo Geopolitico’, al ‘Repubblicanesimo’, al ‘Neo-repubblicanesimo’, al ‘Marxismo’ e al ‘Neo-marxismo’. Pur condividendo la critica di... more
‘Teoria della Distruzione del Valore’: teoria elaborata da Massimo Morigi afferente al ‘Repubblicanesimo Geopolitico’, al ‘Repubblicanesimo’, al ‘Neo-repubblicanesimo’, al ‘Marxismo’ e al ‘Neo-marxismo’. Pur condividendo la critica di Karl Marx all’individualismo metodologico dell’economia classica (in specie la critica ad Adam Smith e David Ricardo, individualismo metodologico che poi sarà in seguito trasmesso anche all’economia neoclassica o marginalismo), la ‘Teoria della Distruzione del Valore’ rovescia la teoria del plusvalore di Karl Marx, affermando che il rapporto sociale che va sotto il nome di ‘capitalismo’ non opera una sottrazione del valore del lavoro erogato dal lavoratore a vantaggio del capitale ma, invece, una distruzione del valore di questo lavoro, distruzione del valore che si evidenzia sul “libero mercato” dove s’incontrano – entrambi formalmente liberi – gli operai (decisori omega-strategici), che apportano su questo mercato un lavoro svalutato (distrutto quindi nel suo valore) originatosi proprio dalla libertà di questo mercato (ossia dalla sua mancanza di regole) e i datori di lavoro capitalisti (decisori alfa-strategici) che così possono avvalersi di questo valore-lavoro effettivamente svalutato (o, meglio, distrutto).