Location via proxy:   [ UP ]  
[Report a bug]   [Manage cookies]                
Skip to main content
CAVANNA CARLO
  • Via M. Vergari 2 - Grosseto
  • 3356076306

CAVANNA CARLO

  • CURRICULUM VITAE di CAVANNA CARLO nato a Vernante (CN) il 30.05.1946 Residente a Marina di Grosseto – Via F. Petr... moreedit
This preliminary work summarises the results of new research work carried out at Grotta di Cala dei Santi by the Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana and by the Università di Siena, in collaboration with the Universities... more
This preliminary work summarises the results of new research work carried out at Grotta di Cala dei Santi by the Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana and by the Università di Siena, in collaboration with the Universities of Pisa and of Firenze, together with the Istituto Italiano di Paleontologia Umana in 2007-2008. The cave, which was explored by Aldo Segre in 1959, opens in the “Calcare cavernoso” formation, on the south-eastern side of Monte Argentario; the infilling is preserved within about 2/3 of the inside of the cave, with a thickness of about 10 m, while it was removed by the sea erosion in the outer part.With reference to the observations carried out by Aldo Segre, our sondages put into evidence a new sequence of Middle Palaeolithic levels within the Pleistocene succession. The excavation of the anthropic levels has put into evidence a large quantity of faunal remains (molluscs, reptiles, birds and mammals) dominated by ungulates; among these, two incomplet...
Research Interests:
Una visita nell'anno 2009 nel sito preistorico di Las Geel nel Somaliland dietro invito della D.ssa Sada Mire, del Ministero della Cultura.
Uno studio dei reperti fossili rinvenuti nella Buca della Jena di Roselle (Grosseto). versione in italiano
Una ricerca sui resti rinvenuti nella Buca della Jena di Roselle da componenti della Società Naturalistica Speleologica Maremmana e studiati nel Dipartimento di Scienze della terra dell'Università degli Studi di Firenze
Nel settembre del 2007 Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana, il Dipartimento di Scienze Ambientali dell'Università di Siena, l'Istituto Italiano di Paleontologia Umana dell'Università di Pisa e Firenze hanno ripreso le... more
Nel settembre del 2007 Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana, il Dipartimento di Scienze Ambientali dell'Università di Siena, l'Istituto Italiano di Paleontologia Umana dell'Università di Pisa e Firenze hanno ripreso le ricerche nel sito preistorico di Cala dei Santi nell'Argentario con il supporto della Società Naturalistica Speleologica Maremmana
Una delle aree più ricche di emergenze megalitiche dell’intero pianeta è senza dubbio l’Etiopia. Il fenomeno megalitico è particolarmente noto nell’area centro settentrionale di quel paese dove tra il III e il II millennio a.C., in... more
Una delle aree più ricche di emergenze megalitiche dell’intero pianeta è senza dubbio l’Etiopia. Il fenomeno megalitico è particolarmente noto nell’area centro settentrionale di quel paese dove tra il III e il II millennio a.C., in seguito a influenze provenienti dalla penisola arabica, compare con importanti vestigia, talvolta scolpite direttamente su roccia. Ma è soprattutto a sud, nella regione dei grandi laghi, che si trova la concentrazione più importante di stele, megaliti che sembrano avere avuto un’origine locale e un’evoluzione che, sotto differenti forme, si è sviluppata fino quasi ai nostri giorni1. L’area dei grandi laghi, la parte di Rift Valley compresa nel territorio etiope, è quasi totalmente nella Southern Nations, Nationalities and Peoples Region (SNNPR), una delle nove Regions federali nelle quali è suddivisa l’Etiopia contemporanea. In questa Region, che si estende per circa 118.000 Km2, approssimativamente un decimo della superficie dell’intero paese, vivono num...
Una relazione sulle ricerche effettuate alla Grotta dello Scoglieltto con la Soprintendenza Archeologica della Toscana
Un aggiornamento sulla consistenza delle grotte nella Provincia di Grosseto, arricchito da articoli sulla fauna cavernicole e sulle evidenze preistoriche
Una relazione sulle antiche muraglie che circondano ampie aree del Wolayta a scopo di difesa territoriale.
Il fascino di un ambiente veramente incontaminato e ancora poco conosciuto; le difficoltà nel procedere attraverso una bassa boscaglia aspra e impenetrabile, le aree rocciose dove occorrono attrezzature alpinistiche e poi finalmente... more
Il fascino di un ambiente veramente incontaminato e ancora poco conosciuto; le difficoltà nel procedere attraverso una bassa boscaglia aspra e impenetrabile, le aree rocciose dove occorrono attrezzature alpinistiche e poi finalmente l'inghiottitoio, la fessura, il riparo dove impegnarsi per esplorare
Durante le varie escursione di ricerca speleologica alcuni componenti del gruppo o le guardie del Parco hanno avuto modo sia di imbattersi in possibili siti preistorici contrassegnati da concentrazioni di strumenti in pietra ritoccata o... more
Durante le varie escursione di ricerca speleologica alcuni componenti del gruppo o le guardie del Parco hanno avuto modo sia di imbattersi in possibili siti preistorici contrassegnati da concentrazioni di strumenti in pietra ritoccata o da dispersioni di frammenti ceramici.
Relazione sulle indagini svolte sui Monti dell'Uccellina, nel Parco Naturale della Maremma, con descrizione delle scoperte effettuate alla Buca di Spaccasasso e alla Grotta dello Scoglietto.
Si tratta di un sito di macellazione di almeno 175 mila anni. Il riparo dove abitava il gruppo di cacciatori con il tempo è collassato conservando parte del deposito archeologico prevalentemente con strumenti bifacciali.
La grotta è intitolata ad Alfio Gianninoni, membro attivo della Società Naturalistica Speleologica Maremmana e protagonista di non poche campagne di ricerca, prematuramente scomparso; Alfio Gianninoni
Questa cavità naturale risulta la più interessante e la più studiata di tutta la provincia di Grosseto. Basta dare una occhiata alla sua bibliografia per rendersi conto dell'importanza che è stata attribuita a tale grotta. Vi hanno... more
Questa cavità naturale risulta la più interessante e la più studiata di tutta la provincia di Grosseto. Basta dare una occhiata alla sua bibliografia per rendersi conto dell'importanza che è stata attribuita a tale grotta. Vi hanno effettuato ricerche e scritto articoli dapprima lo scopritore L. Zucchi nel 1865, poi Pruner Bey nel 1867 e C. Regnoli nel 1868.
Tutte le indagini svolte in cavità non naturali rientrano nella definizione di "speleologia nelle cavità artificiali" fra le quali quella "urbana" identifica quelle opere che si trovano nel sottosuolo degli insediamenti umani: ne sono... more
Tutte le indagini svolte in cavità non naturali rientrano nella definizione di "speleologia nelle cavità artificiali" fra le quali quella "urbana" identifica quelle opere che si trovano nel sottosuolo degli insediamenti umani: ne sono esempi gli acquedotti, le cisterne, i pozzi, le fognature, le chiese ipogee, le abitazioni rupestri. Le indagini che svolge lo speleologo hanno come scopo quello di documentarne la posizione geografica, di farne un accurato rilievo, analizzarne le tecniche costruttive individuando a volte anche gli utensili impiegati per la realizzazione, cercare di comprenderne l"utilizzo. Dal momento che spesso si tratta di strutture dimenticate ma di grande importanza storica, a volte anche archeologica e artistica, lo speleologo dovrà farne una accurata analisi pensando anche ad un suo recupero, ad approfondimenti di studiosi e ad una possibile fruizione pubblica. Lo speleologo deve essere ben preparato, anche sportivamente, per utilizzare le attrezzature speciali che garantiscono la progressione verticale, ovvero scendere e risalire su corda, nonché in grado di affrontare ambienti con percentuali di umidità altissima e in assenza di luce. Gli ambienti sotterranei artificiali presentano molto più insidie rispetto a quelle naturali, soprattutto riguardo la stabilità e la possibile presenza di poca ventilazione o di sacche di gas tossici. Durante i Corsi di Speleologia, omologati da strutture nazionali, vengono studiati i vari comportamenti da seguire oltre che nelle cavità naturali anche in quelle artificiali. E" possibile approfondire partecipando a Corsi Nazionali sull"argomento. La Società Naturalistica Speleologica Maremmana ha al suo interno speleologi omologati ad operare in questo campo e per questo motivo a volte ne viene richiesto l"intervento esplorativo e di indagine. La maggioranza degli archeologi, nonostante le varie e approfondite specializzazioni, non sono in grado di svolgere ricerche in ambienti ipogei perché mancanti delle giusta preparazione tecnica e sportiva. Già la sola presenza e collaborazione di Gruppi speleologici può fornire un adeguato supporto e garantire quella sicurezza sul lavoro oggi sempre più richiesta. Speleologia urbana a Grosseto Durante i lavori di rifacimento dei sottoservizi e della pavimentazione del Centro Storico di Grosseto l"Amministrazione Comunale chiese all"associazione di indagare alcuni "pozzi" dei quali si avevano poche documentazioni. Dalla documentazione di archivio sembra che fossero presenti almeno 41 strutture fra pozzi e cisterne. Vennero costruiti principalmente durante il Rinascimento ma per molti se ne sono perse le tracce a causa dei vari rifacimenti delle mura perimetrali e della realizzazione dell"impianto fognario di fine ottocento. Durante una visita alla città di Grosseto, nel 1676, Bartolomeo Gherardini così descrive la situazione dei pozzi: "una nella Piazza principale, l"altra in quella di San Leonardo, una nel primo chiostro dei Frati minori di San Francesco, altra nella strada
Notizie preliminari circa una ricerca archeologica svolta in una grotta dell'Etiopia meridionale nel 1995.
Il primo sopralluogo scientifico effettuato alla Grotta dello Scoglietto è dovuto agli archeologi A. Sestini e L. Cardini che lo svolsero nei giorni 21 e 22 novembre dell'anno 1933. La cavità venne così descritta: " La grotta trovasi... more
Il primo sopralluogo scientifico effettuato alla Grotta dello Scoglietto è dovuto agli archeologi A. Sestini e L. Cardini che lo svolsero nei giorni 21 e 22 novembre dell'anno 1933. La cavità venne così descritta: " La grotta trovasi nella parte più interna di un piccolo seno ed ha un'apertura rettan-golare molto ampia sia in larghezza che in altezza. La cavità si addentra nel calcare retico per circa 40 metri.
Research Interests:
Lo scavo archeologico nel sito di Spaccasasso (Grosseto)
Research Interests:
Una attività estrattiva nella maremma preistorica
Research Interests:
Alcune stele nel Wolayta
Research Interests:
alcune stele nel sud etiopia
Research Interests:
Documentazione di incisioni rupestri nel Wolayta
Research Interests:
Il mestiere del Vasaio
Research Interests:
Una interessante collina
Research Interests:
La preistoria nelle grotte del Wolayta
Research Interests:
Uno scavo archeologico nel Wolayta
Research Interests:
Primo corso di speleologia in Etiopia
Research Interests:
Elenco e descrizione di alcune cavità naturali del Wolayta
Research Interests:
Storia di un ragazzo etiope che descrive la sua infanzia piena di momenti belli e altri di disgrazie. Il racconto viene immaginato da fatti veri verificati personalmente dagli autori e messo in bocca ad un ipotetico ragazzo dal nome... more
Storia di un ragazzo etiope che descrive la sua infanzia piena di momenti belli e altri di disgrazie. Il racconto viene immaginato da fatti veri verificati personalmente dagli autori e messo in bocca ad un ipotetico ragazzo dal nome Tesfaye. Tutto si svolge in Etiopia fra il sud nel Wolayta e l'est ad Harar
Nei primi mesi del 2010 l'associazione venne contattata dagli Uffici della Diocesi di Grosseto per verificare la reale consistenza di una "vasca di decantazione", dove confluivano i pluviali di gran parte del tetto della Cattedrale, che... more
Nei primi mesi del 2010 l'associazione venne contattata dagli Uffici della Diocesi di Grosseto per verificare la reale consistenza di una "vasca di decantazione", dove confluivano i pluviali di gran parte del tetto della Cattedrale, che poteva essere la causa di una risalita di umidità negli ambienti della sacrestia. La richiesta era motivata dall'ipotesi di dover esplorare qualcosa di sotterraneo, con le adeguate competenze e con le tecniche usate durante le ricerche speleologiche. Tutti i lavori sono stati svolti sotto la direzione dell'Arch. Barbara Fiorini, con le autorizzazione della Soprintendenza ai Beni Artistici e con la consulenza scientifica della Soprintendenza ai Beni Archeologici. Per potersi calare nella "vasca" si è utilizzata una speciale scaletta in acciaio per speleologia e gli operatori hanno utilizzato tute, guanti, caschi protettivi e imbraghi di sicurezza, come previsto nei casi di prime esplorazioni. Prima esplorazione nella vasca A sorpresa la "vasca", che si pensava servisse solo a far decantare le acque provenienti dai pluviali per poi immetterla nell'impianto fognario, si presentava invece come un grande ambiente in mattoni, voltato a botte delle dimensioni di circa 10 metri di lunghezza e più di 4 di larghezza ed era occupato dall'acqua fino a circa 80 centimetri di altezza. Nel lato occidentale era evidente un taglio della volta nel quale si inseriva una costruzione effettuata con tecniche diverse, in blocchi di travertino alternate a file di
Una ipotesi sull'utilizzo dell'ambiente ipogeo rinvenuto sotto la Cattedrale di Grosseto Risulta ovvio che il grande ambiente con volta a botte, "dimenticato sotto la Cattedrale di Grosseto, esistesse già prima dell'edificazione di una... more
Una ipotesi sull'utilizzo dell'ambiente ipogeo rinvenuto sotto la Cattedrale di Grosseto Risulta ovvio che il grande ambiente con volta a botte, "dimenticato sotto la Cattedrale di Grosseto, esistesse già prima dell'edificazione di una porzione di fondamenta della Cattedrale, dal momento che queste ne hanno dovuto demolire parte della volta. Sembra che la volta a botte, le pareti dell'ipogeo, la realizzazione di uno stretto cunicolo con il muretto di chiusura sul fondo e la cisterna nella parte inferiore, siano frutto di un unico progetto costruttivo.
Questo l'elenco dei lavori scientifici, letterari e storici di Giuseppe Guerrini, ordinato per anno di pubblicazione. Per quanto attenta sia stata l'indagine, non si può escludere che qualche titolo sia sfuggito. Occorre altresì precisare... more
Questo l'elenco dei lavori scientifici, letterari e storici di Giuseppe Guerrini, ordinato per anno di pubblicazione. Per quanto attenta sia stata l'indagine, non si può escludere che qualche titolo sia sfuggito. Occorre altresì precisare che alcuni titoli sono stati inseriti non sulla scorta dell'esame materiale del testo, ma grazie a citazioni o note di memoria qua e là osservate, ciò che spiega la presenza di certe incompletezze o lacune; in tali casi i riferimenti offerti appaiono comunque sufficienti a consentire un'eventuale più approfondita ricerca. Nell'elenco non sono compresi i numerosi articoli di commento o riflessione su fatti della politica, della cultura, della cronaca e del costume comparsi su quotidiani o riviste nazionali e su fogli locali.
"Beppe", il simpatico diminutivo con il quale Giuseppe Guerrini si faceva chiamare da coloro che gli stavano più vicino e che considerava amici e non era così scontato essere considerato amico per via del carattere diffidente che aveva... more
"Beppe", il simpatico diminutivo con il quale Giuseppe Guerrini si faceva chiamare da coloro che gli stavano più vicino e che considerava amici e non era così scontato essere considerato amico per via del carattere diffidente che aveva maturato specialmente negli ultimi decenni. Io venni presentato a Beppe nel 1984 da Rolando Bozzi, allora vicepresidente della Società Naturalistica Speleologica Maremmana e uomo di grande cultura ben inserito nel mondo delle associazioni che si occupano del tempo libero spaziando dalla musica, alle arti e allo sport. Grazie alla condivisione di molti valori riguardo alla salvaguardia ambientale e ai comuni interessi nella ricerca speleologica e preistorica, nacque ben presto una reciproca stima. Insieme organizzammo varie mostre e una serie di conferenze e con me Beppe effettuò le sue ultime escursioni alla scoperta di nuove grotte e di nuovi siti preistorici. Proprio per la mia passione al mondo della preistoria nel 1995 Beppe mi dedicò una pubblicazione dal titolo "35.000 anni fa. Una fiaba per adulti". Nelle pagine introduttive emerge una parte autobiografica molto interessante nella quale Beppe racconta del suo rapporto con la scuola, con l'adolescenza fino alla maggiore età. Poche righe ma piene di vita e di tristezza, dalle quali traspare la consapevolezza di avere una innata attitudine alla ricerca nel campo della preistoria, che lui chiamerà "scampanellio". Estratto da "35.000 anni fa. Fiaba per adulti". Una pubblicazione di Giuseppe Guerrini stampata dall'Editrice Il mio Amico nel 1995. "Quella volta, non ricordo bene l'anno, ma la stagione doveva essere senz'altro l'autunno e il giorno la domenica, mi ero trovato a percorrere una valle che si era fatta sempre più stretta, fra rupi biancastre di un calcare travertinoso, e sempre più profonda e aspra. Ero infatti in giro per cose mie in cerca di qualcosa, e ciò accadeva di norma quando l'ultima estate era trascorsa e le foglie ingiallite coprivano il terreno, e non era né caldo né freddo ed ero libero da impegni di lavoro. Qualcuno avrebbe definito di certo il paesaggio spettrale e orrido, ma per quello che andavo cercando da tempo era un luogo ideale e ricco di promesse. Le cose stavano infatti allora esattamente come oggi, e un mio ricorrente rimugginamento era di questo tenore: uno frequenta per cinque anni le scuole elementari, e quasi non se ne rende conto perché il susseguirsi dei giorni è anche un susseguirsi di scoperte che riguardano il mondo fisico, gli animali e le piante, gli adulti e il proprio corpo, e uno è perennemente indaffarato ad imparare non soltanto quello che l'insegnante spiega o invita a leggere sui libri, ma soprattutto il comportamento della gente. Proprio nell'apprendere questo e riuscire a fare altrettanto o meglio, è la scuola più importante per un essere umano, così come per qualsiasi vivente. Deve essere questo-rimuginavo ancora fra di me-che si dice la scuola maestra di vita. Poi venne la scuola media, e fanno altri tre anni, e uno acquista consapevolezza di quello che sa già, sia pure in maniera nebulosa, e allora cominciano i ritmi iterativi. I genitori mandano infatti il ragazzo alla scuola superiore che loro hanno scelto, perché loro hanno ragionato a lungo sulla cosa e loro se potessero tornare indietro sarebbe quella e nessun'altra la scuola che frequenterebbero, perché è più formativa e quando uno ha fatto quella scuola è avvantaggiato per sempre; e così è che uno trascorre altri cinque anni, se tutto va bene, cioè senza bocciature o altri incidenti del genere, che sommati agli altri fanno tredici. E sono in sostanza anni di ripetizioni e di approfondimento di quello che già si è fatto nella scuola media inferiore, dove si ripete e si approfondisce quello che già si è fatto alle elementari, dove si apprende in definitiva il succo di tutto lo scibile. Questa è stata almeno la mia esperienza, anche se di quando in quando era capitato nelle mie classi un insegnante che mi aveva allargato gli orizzonti, per via di qualche argomento che era entrato in risonanza con qualcosa che già mi sentivo nella zucca, ma si era sempre trattato di un breve scampanellare nel generale silenzio delle idee ed era stato per esempio come quando, per tre o quattro volte nel corso di tredici anni, mi avevano raccontato che c'è stata una preistoria prima della storia, accennando in fugaci minuti alle radici di ognuno di noi, ed era accaduto così che a vicende durate qualche milione di anni i miei insegnanti avevano dedicato il tempo appena necessario per dirmi che si era verificata in tempi remoti un'età delle pietra seguita poi da un'età dei metalli.
Questo l'elenco dei lavori scientifici, letterari e storici di Giuseppe Guerrini, ordinato per anno di pubblicazione. Per quanto attenta sia stata l'indagine, non si può escludere che qualche titolo sia sfuggito. Occorre altresì precisare... more
Questo l'elenco dei lavori scientifici, letterari e storici di Giuseppe Guerrini, ordinato per anno di pubblicazione. Per quanto attenta sia stata l'indagine, non si può escludere che qualche titolo sia sfuggito. Occorre altresì precisare che alcuni titoli sono stati inseriti non sulla scorta dell'esame materiale del testo, ma grazie a citazioni o note di memoria qua e là osservate, ciò che spiega la presenza di certe incompletezze o lacune; in tali casi i riferimenti offerti appaiono comunque sufficienti a consentire un'eventuale più approfondita ricerca. Nell'elenco non sono compresi i numerosi articoli di commento o riflessione su fatti della politica, della cultura, della cronaca e del costume comparsi su quotidiani o riviste nazionali e su fogli locali.
Relazione preliminare sulla ricognizione archeologica svolta nel sito fortificato di Monte Leoni (Campagnatico).
Notizia sulle ricerche svolte dalla Società Naturalistica Speleologica Maremmana in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica Toscana. Da 2000 al 2005 nuove indagini alla Buca di Spaccasasso e alla Grotta dello Scoglietto.
Relazione preliminare sulla scoperta del sepolcreto preistorico denominato Buca di Spaccasasso. Lo scavo stratigrafico è stato svolto da componenti della Società Naturalistica Speleologica Maremmana sotto la direzione del funzionario... more
Relazione preliminare sulla scoperta del sepolcreto preistorico denominato Buca di Spaccasasso. Lo scavo stratigrafico è stato svolto da componenti della Società Naturalistica Speleologica Maremmana sotto la direzione del funzionario della Soprintendenza Enrico Pellegrini.
Il diario di un Carabiniere Reale deportato in Germania al quale, come a tanti altri, non è mai stata riconosciuta alcuna indennità di prigioniero.
Nei primi mesi del 2010 l'associazione venne contattata dagli Uffici della Diocesi di Grosseto per verificare la reale consistenza di una "vasca di decantazione", dove confluivano i pluviali di gran parte del tetto della Cattedrale, che... more
Nei primi mesi del 2010 l'associazione venne contattata dagli Uffici della Diocesi di Grosseto per verificare la reale consistenza di una "vasca di decantazione", dove confluivano i pluviali di gran parte del tetto della Cattedrale, che poteva essere la causa di una risalita di umidità negli ambienti della sacrestia. La richiesta era motivata dall'ipotesi di dover esplorare qualcosa di sotterraneo, con le adeguate competenze e con le tecniche usate durante le ricerche speleologiche. Tutti i lavori sono stati svolti sotto la direzione dell'Arch. Barbara Fiorini, con le autorizzazione della Soprintendenza ai Beni Artistici e con la consulenza scientifica della Soprintendenza ai Beni Archeologici. Per potersi calare nella "vasca" si è utilizzata una speciale scaletta in acciaio per speleologia e gli operatori hanno utilizzato tute, guanti, caschi protettivi e imbraghi di sicurezza, come previsto nei casi di prime esplorazioni. Prima esplorazione nella vasca A sorpresa la "vasca", che si pensava servisse solo a far decantare le acque provenienti dai pluviali per poi immetterla nell'impianto fognario, si presentava invece come un grande ambiente in mattoni, voltato a botte delle dimensioni di circa 10 metri di lunghezza e più di 4 di larghezza ed era occupato dall'acqua fino a circa 80 centimetri di altezza. Nel lato occidentale era evidente un taglio della volta nel quale si inseriva una costruzione effettuata con tecniche diverse, in blocchi di travertino alternate a file di
Una ipotesi sull'utilizzo dell'ambiente ipogeo rinvenuto sotto la Cattedrale di Grosseto Risulta ovvio che il grande ambiente con volta a botte, "dimenticato sotto la Cattedrale di Grosseto, esistesse già prima dell'edificazione di una... more
Una ipotesi sull'utilizzo dell'ambiente ipogeo rinvenuto sotto la Cattedrale di Grosseto Risulta ovvio che il grande ambiente con volta a botte, "dimenticato sotto la Cattedrale di Grosseto, esistesse già prima dell'edificazione di una porzione di fondamenta della Cattedrale, dal momento che queste ne hanno dovuto demolire parte della volta. Sembra che la volta a botte, le pareti dell'ipogeo, la realizzazione di uno stretto cunicolo con il muretto di chiusura sul fondo e la cisterna nella parte inferiore, siano frutto di un unico progetto costruttivo.
Un villaggio abbandonato lungo la riva del lago Abaja presenta molti resti archeologici attribuibili ad un periodo forse di qualche centinaio di anni: numerosi grattatoi e ceramiche impresse.
Una descrizione etnologica del mestiere del conciatore che viene tuttora svolto nell'Etiopia del sud e che è stato documentato dall'autore.
Alcune grotte scoperte dalla Società Naturalistica Speleologica Maremmana nelle regioni del Wolayta e del Dawro, nel sud Etiopia.