Carabinieri History
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La storia dell'occupazione nazista di Ancona non ha più segreti. Documenti inediti svelano un nuovo volto della Repubblica di Salò: la folle fuga verso le viscere della terra per sfuggire alle bombe, i feroci delitti dei nazisti,... more
La storia dell'occupazione nazista di Ancona non ha più segreti. Documenti inediti svelano un nuovo volto della Repubblica di Salò: la folle fuga verso le viscere della terra per sfuggire alle bombe, i feroci delitti dei nazisti, l'impotenza del sistema giudiziario anconetano. Ma qualcosa ci tiene ancora legati a quell'ideologia.
Chi vuole può acquistare su Amazon la versione cartacea di questo libro.
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Capriglio M., Montipò M., Il generale Carlo Terenziani. Un reggiano al vertice dell'Arma dei Carabinieri, Grafiche Pioppi, Scandiano (RE), 61 pagine. Questo volume ripercorre la vita e la carriera del generale dell’Arma Carlo Terenziani.... more
Capriglio M., Montipò M., Il generale Carlo Terenziani. Un reggiano al vertice dell'Arma dei Carabinieri, Grafiche Pioppi, Scandiano (RE), 61 pagine.
Questo volume ripercorre la vita e la carriera del generale dell’Arma Carlo Terenziani. Nato a Reggio Emilia e cresciuto a Casalgrande, il militare, appena uscito dalla scuola ufficiali, ha combattuto la Seconda Guerra Mondiale e dopo l’Armistizio è stato fatto prigioniero e condotto in
un campo di concentramento tedesco. Nell’era repubblicana è arrivato ai vertici dell’Arma dei Carabinieri, ricoprendo l’incarico più elevato a cui
un appartenente alla Benemerita potesse aspirare: vice comandante generale dell’Arma dei Carabinieri.
Volume realizzato in occasione dell'intitolazione di una via nel centro cittadino di Casalgrande (RE) in onore del generale Terenziani.
Questo volume ripercorre la vita e la carriera del generale dell’Arma Carlo Terenziani. Nato a Reggio Emilia e cresciuto a Casalgrande, il militare, appena uscito dalla scuola ufficiali, ha combattuto la Seconda Guerra Mondiale e dopo l’Armistizio è stato fatto prigioniero e condotto in
un campo di concentramento tedesco. Nell’era repubblicana è arrivato ai vertici dell’Arma dei Carabinieri, ricoprendo l’incarico più elevato a cui
un appartenente alla Benemerita potesse aspirare: vice comandante generale dell’Arma dei Carabinieri.
Volume realizzato in occasione dell'intitolazione di una via nel centro cittadino di Casalgrande (RE) in onore del generale Terenziani.
Capriglio M., Montipò M., La Benemerita. I Carabinieri a Scandiano, Casalgrande e Viano, Grafiche Pioppi, 2022, 282 pagine. Volume realizzato con il Patrocinio della Regione Emilia Romagna, della Provincia di Reggio Emilia e dei... more
Capriglio M., Montipò M., La Benemerita. I Carabinieri a Scandiano, Casalgrande e Viano, Grafiche Pioppi, 2022, 282 pagine.
Volume realizzato con il Patrocinio della Regione Emilia Romagna, della Provincia di Reggio Emilia e dei Comuni di Scandiano, Casalgrande e Viano.
Questo volume è una ricerca sulla storia dell’Arma dal Risorgimento al
giorno d’oggi nei Comuni di Scandiano, Casalgrande e Viano, in provincia
di Reggio Emilia, in Emilia Romagna. L’opera ricostruisce la storia locale
dell’Arma dei Carabinieri in questi territori partendo dall’apertura della
prima stazione a Scandiano, avvenuta il 24 aprile 1860.
Ad intervallare la disamina, sono state inserite biografie di militari che si sono contraddistinti per il loro valore e per le loro azioni. Fra questi è possibile menzionare, fra gli altri, Daniele Ferrari, sopravvissuto alla battaglia di Culqualber, al quale è intitolata la caserma di Scandiano, sede della Tenenza, e la storia del generale Carlo Terenziani, originario di Casalgrande, il quale è arrivato a ricoprire il ruolo di vicecomandante generale dell’Arma dei Carabinieri.
Ad arricchire la trattazione sono presenti interviste ad alcuni militari, oggi
in congedo, che hanno comandato le caserme di Scandiano e Casalgrande. Il volume è corredato di numerose fotografie, rinvenute negli archivi durante le ricerche e fornite dagli interessati o dai loro famigliari.
Rassegna stampa:
- Il Comune di Scandiano, marzo 2022, pagina 28:
https://www.comune.scandiano.re.it/wp-content/uploads/2022/03/Scandiano-01-2022-web-1.pdf
Volume realizzato con il Patrocinio della Regione Emilia Romagna, della Provincia di Reggio Emilia e dei Comuni di Scandiano, Casalgrande e Viano.
Questo volume è una ricerca sulla storia dell’Arma dal Risorgimento al
giorno d’oggi nei Comuni di Scandiano, Casalgrande e Viano, in provincia
di Reggio Emilia, in Emilia Romagna. L’opera ricostruisce la storia locale
dell’Arma dei Carabinieri in questi territori partendo dall’apertura della
prima stazione a Scandiano, avvenuta il 24 aprile 1860.
Ad intervallare la disamina, sono state inserite biografie di militari che si sono contraddistinti per il loro valore e per le loro azioni. Fra questi è possibile menzionare, fra gli altri, Daniele Ferrari, sopravvissuto alla battaglia di Culqualber, al quale è intitolata la caserma di Scandiano, sede della Tenenza, e la storia del generale Carlo Terenziani, originario di Casalgrande, il quale è arrivato a ricoprire il ruolo di vicecomandante generale dell’Arma dei Carabinieri.
Ad arricchire la trattazione sono presenti interviste ad alcuni militari, oggi
in congedo, che hanno comandato le caserme di Scandiano e Casalgrande. Il volume è corredato di numerose fotografie, rinvenute negli archivi durante le ricerche e fornite dagli interessati o dai loro famigliari.
Rassegna stampa:
- Il Comune di Scandiano, marzo 2022, pagina 28:
https://www.comune.scandiano.re.it/wp-content/uploads/2022/03/Scandiano-01-2022-web-1.pdf
- by Marco Capriglio and +1
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- Local History, Reggio Emilia, Storia Locale, Carabinieri
Ci sono alcune zone «grigie» della burocrazia statale che spesso sfuggono al controllo degli apparati istituzionali preposti alla loro vigilanza. Le forze di polizia hanno il monopolio della coercizione legittima all’interno del... more
Ci sono alcune zone «grigie» della burocrazia statale che spesso sfuggono al controllo degli apparati istituzionali preposti alla loro vigilanza. Le forze di polizia hanno il monopolio della coercizione legittima all’interno del territorio statale, pur avendo l’obbligo di sottostare alla legge. Il problema è cosa succede quando organi di polizia si arrogano l’autorità di trasgredire le leggi alle quali dovrebbero sottostare. Quelle leggi che dovrebbero far rispettare per garantire la sicurezza dei cittadini, compito primario dello Stato. Si tratta di un confine sottile, spesso superato in nome della «sicurezza» di quegli stessi cittadini, i cui diritti vengono calpestati, talvolta fino alla morte di coloro che andrebbero difesi. Nell’attesa che tra le forze dell’ordine si faccia strada la cultura della trasparenza e della legalità, legata a quello di responsabilità, e coniugata con un corretto rapporto con i cittadini, attraverso i media, sarebbe compito del Governo squarciare il velo di omertà sui casi di violenze perpetrate da appartenenti a questi «corpi franchi». Invece, assistiamo ad episodi di connivenza tra istituzioni, anche al massimo livello di Governo. Questo atteggiamento mina profondamente alla base in rapporto di fiducia tra i cittadini e i loro rappresentanti elettivi, collocando le forze dell’ordine tra le istituzioni protette dal Governo, ed autorizzate implicitamente da questo a prevaricare i diritti dei cittadini che dovrebbero tutelare. Nell’analizzare le storie prese in considerazione per questo volume (dal G8 di Genova nel 2001 agli omicidi di Sandro Sandri e Stefano Cucchi) sono emerse due tendenze comunicative. La prima, riguarda quella delle forze dell’ordine, orientata a far finta di niente, a non ricercare responsabilità, a coprire, anche mentendo. La seconda è l’unico strumento a disposizione dei familiari delle vittime: la Rete. Solo dopo l’apertura di un blog da parte di Patrizia Moretti, i media e la magistratura si sono interessati al caso di Federico Aldrovandi, così come solo dopo che Ilaria Cucchi ha pubblicato su Indymedia le foto del corpo martoriato del fratello Stefano, il Parlamento, il Ministero della Giustizia e la magistratura, spinti dall’indignazione dell’opinione pubblica, si sono mossi alla ricerca della verità. Così, anche Ornella Gemini, madre di Niki Aprile Gatti, ha affidato ad un blog il suo urlo di dolore per l’improvvisa morte del figlio, avvenuta in circostanze misteriose dopo uno strano arresto. Grazie alla blogosfera Patrizia, Ornella e Ilaria sono riuscite a trovare una cassa di risonanza per le loro storie, e a sensibilizzare i media. Anche l’aggessione e l’arresto di Stefano Gugliotta sarebbero passati sotto silenzio, se un videocellulare non avesse incastrato i poliziotti colpevoli dell’abuso ai danni del giovane romano. Ognuno di noi è un media, e come tale può contribuire a fare informazione, denunciando abusi, nella speranza che, un giorno, anche le forze dell’ordine comincino a comunicare correttamente, ristabilendo il rapporto fiduciario con i media ed i cittadini che li pagano.
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