Location via proxy:   [ UP ]  
[Report a bug]   [Manage cookies]                
Skip to main content
Sin dagli anni ‘50 il confine tra le attuali regioni di Abruzzo e Molise, tra le catene delle Mainarde e della Maiella, è stato meta di campagne archeologiche. Sono oggi inclusi nella dicitura Alto Molise dodici comuni della provincia di... more
Sin dagli anni ‘50 il confine tra le attuali regioni di Abruzzo e Molise, tra le catene delle Mainarde e della Maiella, è stato meta di campagne archeologiche. Sono oggi inclusi nella dicitura Alto Molise dodici comuni della provincia di Isernia. La preistoria di questi luoghi è legata, su tutti, al nome di Antonio Mario Radmilli, decano della paletnologia italiana del dopo Pigorini
La scoperta del sito di Grotta Reali (Rocchetta al Volturno) ha permesso di segnalare un'importante occupazione musteriana in grotta in un territorio dove non era stata ancora segnalata la presenza dell'uomo di Neandertal. Si... more
La scoperta del sito di Grotta Reali (Rocchetta al Volturno) ha permesso di segnalare un'importante occupazione musteriana in grotta in un territorio dove non era stata ancora segnalata la presenza dell'uomo di Neandertal. Si presentano i risultati preliminari delle indagini interdisciplinari condotte nel giacimento
Presentazione dello studio preliminare condotto sull'industria litica e le faune rinvenute nel sito di Grotta Reali (Molise)
La missione archeologica ed etno antropologica avviata in Colombia nel 2008 da Antonella Minelli, docente di antropologia presso l’Università degli Studi del Molise, trae origine dalla consapevolezza e dal riconoscimento dell’esigenza di... more
La missione archeologica ed etno antropologica avviata in Colombia nel 2008 da Antonella Minelli, docente di antropologia presso l’Università degli Studi del Molise, trae origine dalla consapevolezza e dal riconoscimento dell’esigenza di provvedere ad una migliore conoscenza e veicolazione extraterritoriale delle origini storiche e culturali delle popolazioni precolombiane di Colombia e ad una interpretazione più specifica e diffusa della loro identità culturale e dei prodotti della loro cultura materiale. Il progetto prende avvio dallo studio di una popolazione precolombiana in particolare, quella Muisca, attestata in Colombia nella parte centrale della Cordigliera Orientale delle Ande, sull’altipiano Cundiboyacense, nelle vicinanze della capitale Bogotà
La posizione strategica della Colombia, quale ponte tra le due Americhe, riveste un'importanza eccezionale nel contesto della più ampia problematica delle origini del popolamento americano. Allo stato attuale delle ricerche le... more
La posizione strategica della Colombia, quale ponte tra le due Americhe, riveste un'importanza eccezionale nel contesto della più ampia problematica delle origini del popolamento americano. Allo stato attuale delle ricerche le evidenze archeologiche più antiche relative al primo popolamento colombiano sono attestate nei siti di Pubenza 3 (datato a 16.400 BP) e Tibitò 1 (datato a 11.740 BP), caratterizzati dal rinvenimento di megafauna associata ad industria litica, e di El Abra e Tequendama, datati, rispettivamente, a 12.500 e 10.000 anni dal presente. Il progetto di ricerca intrapreso dall'Università degli Studi di Ferrara, che prende le mosse da una iniziativa di internazionalizzazione dell'Ateneo, intende apportare un fattivo contributo all'analisi delle testimonianze preistoriche del territorio colombiano. In tal senso è stata approntata una revisione critica dello studio delle industrie litiche, nel tentativo di problematizzare e superare la classificazione tipo...
Grotta Reali è ubicata poco lontano dalle sorgenti del Volturno, a circa 500 metri s.l.m, in località Olivella, presso l’abitato di Rocchetta Nuova. Individuato nel corso di passeggiate archeologiche dall'amatore Pierluigi... more
Grotta Reali è ubicata poco lontano dalle sorgenti del Volturno, a circa 500 metri s.l.m, in località Olivella, presso l’abitato di Rocchetta Nuova. Individuato nel corso di passeggiate archeologiche dall'amatore Pierluigi Berardinelli nel 2001, il sito è stato indagato a partire dall'anno successivo, sotto la direzione del prof. Carlo Peretto dell’Università di Ferrara. Gli interventi sistematici di scavo, attivati tra il 2005 e i 2007, hanno portato a tracciare un quadro complessivo delle modalità di formazione del deposito e delle dinamiche occupazionali
Grotta Reali, a Mousterian site discovered not long ago in Rocchetta a Volturno (Molise), opens inside of a tufa bank, which runs along the basin of the Volturno river for about 5 Km. The analysis of the lithic assemblage, to be ascribed... more
Grotta Reali, a Mousterian site discovered not long ago in Rocchetta a Volturno (Molise), opens inside of a tufa bank, which runs along the basin of the Volturno river for about 5 Km. The analysis of the lithic assemblage, to be ascribed to a recent phase of the Middle Palaeolithic, has shown the application of different débitage methods: both opportunistic (S.S.D.A.) and predetermined methods (Levallois, discoid, laminar) are well represented. I wish to remark the meaningful presence of blades obtained thanks to a laminar method sensu stricto. [The Mousterian complex of Grotta Reali (Rocchetta a Volturno, Molise): preliminary analysis of the lithic industry.] Keywords: Travertine, Middle Palaeolithic, Methods of débitage. ___________________________________________________________________________________ Grotta Reali è situata nel comune di Rocchetta a Volturno (Molise), alle sorgenti del fiume Volturno e ad un'altitudine di circa 500 m s.l.m. La scoperta del sito risale all'estate del 2001 e si deve al sig. Pierluigi Berardinelli; i susseguenti sopralluoghi dei ricercatori dell'Università di Ferrara hanno condotto all'individuazione del contesto di provenienza del materiale rimaneggiato e all'individuazione di livelli insediativi sul lato meridionale di una "placca" di travertino che attraversa il bacino dell'alto Volturno per 5 km circa (Brancaccio et alii, 1988; Violante et alii, 1994) ed è interessata per tutta la sua estensione da diffusi fenomeni carsici. La grotta, aprendosi in una parete di cava attualmente in disuso, appare parzialmente alterata da episodi di crollo, naturali o indotti, sì che risulta oggi poco agevole ricostruirne la morfologia originaria. Nel 2002, sotto la direzione della Soprintendenza Archeologica del Molise e dell'Università degli Studi di Ferrara, è stata condotta una verifica stratigrafica preliminare, che ha messo in luce una successione di circa 2,5 metri di potenza, all'interno della quale sono stati riconosciuti almeno due orizzonti antropizzati intercalati a livelli sterili di matrice sabbiosa. In ragione dello stato di conservazione non ottimale del deposito, le indagini sul campo sono state precedute dallo studio del materiale di superficie, prima via per un inquadramento cronologico-culturale del complesso, attribuito, su base tecno-tipologica, ad una fase recente del Paleolitico medio. In tal sede si presentano, dunque, i primi risultati emersi dall'analisi di un significativo campione di manufatti fuori-strato, recuperati a partire dal 2001 ai piedi della grotta. Il complesso si presenta altamente omogeneo (dato confermato dalle prime osservazioni condotte sul materiale proveniente dal sondaggio), cosicché, pur nella natura della raccolta, è stato possibile procedere ad un'analisi tecnologica completa e ad una fedele ricostruzione della catena operativa, la quale sembra si sia svolta interamente-o prevalentemente-in situ, come suggerito dalla presenza di prodotti e sottoprodotti provenienti dalle diverse fasi della lavorazione. Quanto allo stato superficiale, i manufatti si caratterizzano per un buono stato di conservazione, se si eccettua la presenza, nel 90% del campione, di una patina bianco-opaca, a distribuzione totale e profondità variabile, evidentemente legata al substrato sabbioso-travertinoso del deposito, che
The site of Grotta Reali (Rocchetta al Volturno, Isernia) has allowed to put in evidence an important Mousterian occupation, in cave, in a territory where the occupation of the Neanderthal has still not been signalled. The cave is located... more
The site of Grotta Reali (Rocchetta al Volturno, Isernia) has allowed to put in evidence an important Mousterian occupation, in cave, in a territory where the occupation of the Neanderthal has still not been signalled. The cave is located in the high-hilly area of the Abruzzo-Molise Apennines, a few kilometers from the Volturno springs. The archaeological deposit, discovered in 2001, has been object of systematic investigation until 2007 directed by the formerly Department of Biology and Evolution of the University of Ferrara in collaboration with the Soprintendenza archeologica del Molise (Peretto, 2012). Within the sequence, composed of seven depositional units two anthropic levels have been recognized, that fall into two distinct moments of occupation attributed to an to an interstadial phase of MIS 3
Grotta Reali è situata in località Oliveto-Madonna delle Grotte, nei pressi dell'abitato di Rocchetta Nuova, a breve distanza dal fiume Volturno. Il sito è stato individuato nell'estate del 2001 da Pierluigi Berardinelli e... more
Grotta Reali è situata in località Oliveto-Madonna delle Grotte, nei pressi dell'abitato di Rocchetta Nuova, a breve distanza dal fiume Volturno. Il sito è stato individuato nell'estate del 2001 da Pierluigi Berardinelli e successive prospezioni consentirono una prima definizione del contesto di provenienza dei reperti contenuti all'interno del terreno di risulta o incastonati nei blocchi di crollo cementati, riconosciuto in una parete di cava che, per un tratto di ca. 4 m, disegnava una sorta di ansa, testimone di una cavità parzialmente asportata dai lavori di estrazione di travertino a scopo edilizio
Sono passati 40 anni dalla scoperta del sito di Isernia La Pineta, inserito ormai da tempo nel novero dei siti preistorici più importanti in Europa. Tra storia delle ricerche, bilanci e prospettive, in questo breve resoconto si tenterà di... more
Sono passati 40 anni dalla scoperta del sito di Isernia La Pineta, inserito ormai da tempo nel novero dei siti preistorici più importanti in Europa. Tra storia delle ricerche, bilanci e prospettive, in questo breve resoconto si tenterà di comprendere se e quali altre storie il sito di Isernia La Pineta può – e deve – ancora raccontare
The Mousterian site of Grotta Reali (Rocchetta a Volturno, Molise, southern Italy), dated from between 50,940 and 40,370 cal BP, provides detailed information on the depositional dynamic and human occupation in southern Italy, and... more
The Mousterian site of Grotta Reali (Rocchetta a Volturno, Molise, southern Italy), dated from between 50,940 and 40,370 cal BP, provides detailed information on the depositional dynamic and human occupation in southern Italy, and contributes to the international debate on technical behaviour at the end of the Mousterian. The site was discovered in 2001 and it was located in a small cave/shelter now partially quarried, on the backside of a tufa waterfall, at the edge of a large alluvial terrace, in correspondence of the major spring of the Volturno River. Pollen and faunal assemblages record the persistence of wooded environments with large open areas as indicated by the presence of horse, aurochs and spotted hyena. Humans settled occasionally for hunting, processing game and performing related activities. Anthropic occupation was followed by carnivores, particularly in the upper part of the stratigraphy where the evidences of their activities prevail decisively rather than those left by humans. The chronological attribution of Grotta Reali to the MIS 3 allows placing the settlement in the last phase of Neanderthals presence in Europe. The technology of knapping stone does not deviate from the range of methods used during the Mousterian. However, the large presence of a laminar volumetric method may attest a new necessity related to activities differentiation. This paper offers for the first time a comprehensive and detailed illustration of this site with a unique set of environmental data and human occupation layers.
ABSTRACT In this paper we present a review of the oldest lithic assemblages of Tibitó 1, El Abra 2, and El Abra 3 (Sabana de Bogotá, Eastern Cordillera), among the oldest and most significant sites in Colombia. The contribution of... more
ABSTRACT In this paper we present a review of the oldest lithic assemblages of Tibitó 1, El Abra 2, and El Abra 3 (Sabana de Bogotá, Eastern Cordillera), among the oldest and most significant sites in Colombia. The contribution of use-wear analysis on a controlled sample of materials confirms and adds new data to our previous technological review Muttillo et al. (2017. “Revisiting the Oldest Known Lithic Assemblages of Colombia: A Review of Data from El Abra and Tibitó (Cundiboyacense Plateau, Eastern Cordillera, Colombia).” Journal of Archaeological Science: Reports 13: 455–465). The results highlight some critical points and discrepancies with previous studies and interpretations.
Abstract In the last decades, debates on the origin, timing and spread of the Levallois method and its relation with the end of the Acheulean and transition to the Middle Palaeolithic have intensified, gaining increased importance on the... more
Abstract In the last decades, debates on the origin, timing and spread of the Levallois method and its relation with the end of the Acheulean and transition to the Middle Palaeolithic have intensified, gaining increased importance on the issue of reading into archaeological evidence throughout Europe. There is another significant issue in current debates about the spread of typical Acheulean tools and technologies, which is the subject of numerous scientific interpretations. In the Italian peninsula the spatial and chronological fragmentation of archaeological evidence and the lack of sites featuring good chronostratigraphic context constitute a serious limitation to both establishing a reliable chronological framework and outlining the “evolution” of Middle Pleistocene lithic industries. In this article, we examine the contributions on the discussion of two Lower Palaeolithic sites located in Central-Southern Italy (Isernia La Pineta and Guado San Nicola), which hint both the “tardive” arrival of handaxe shaping, and the early appearance of the Levallois method.
Research Interests:
... Content: - La Domus Publica die Pieterabbondante / di Adriano La Regina - La preistoria dell'Alto Molise : Una panoramica / a cura di Ettore Rufo - Siti Dell'Età del bronzo nel Molise interno / a cura... more
... Content: - La Domus Publica die Pieterabbondante / di Adriano La Regina - La preistoria dell'Alto Molise : Una panoramica / a cura di Ettore Rufo - Siti Dell'Età del bronzo nel Molise interno / a cura di Alberto Cazzella and more [...]. ...
A cura di Carlo Peretto Redazione e revisione testi II due domande a) come una cosa è stata fatta (sistema tecnico), b) perché è stata fatta in quel modo (obiettivi tecnici). Tutto ciò senza dimenticare il rapporto dei gruppi umani con... more
A cura di Carlo Peretto Redazione e revisione testi II due domande a) come una cosa è stata fatta (sistema tecnico), b) perché è stata fatta in quel modo (obiettivi tecnici). Tutto ciò senza dimenticare il rapporto dei gruppi umani con l'ambiente e il modo in cui questo può averne influenzato la tecno-economia. Un approccio che trova radice negli orientamenti ecologici e processuali delle nuove correnti archeologiche anglosassoni degli anni '60-'70, che antepongono la spiegazione alla descrizione, l'approccio scientifico a quello storico e la cui vocazione è, appunto, di tipo funzionale-processuale. Prof. Carlo Peretto Dott. Ettore Rufo Si ringraziano gli Enti e gli Istituti che in questi anni hanno accompagnato e sostenuto il cammino di ricerca che, a un decennio dalla scoperta di Grotta Reali, trova coronamento in questo volume: il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise per gli aspetti della direzione e d...
The aim of this paper is to present a review of the data referred to some of the earliest Colombian archaeological sites, i.e. Tibitó 1, El Abra 2 and El Abra 3 (Cundiboyacense Plateau, Eastern Cordillera). The re-analysis of the lithic... more
The aim of this paper is to present a review of the data referred to some of the earliest Colombian archaeological sites, i.e. Tibitó 1, El Abra 2 and El Abra 3 (Cundiboyacense Plateau, Eastern Cordillera). The re-analysis of the lithic assemblages, according to a techno-typological approach referred to the lowest levels of these sites, traditionally considered the oldest and most significant sites of Colombia, has highlighted several discrepancies and critical elements in reference to the analysis of the lithic industry and the effective association between cultural elements and stratigraphy. Our review reveals that the evidence of human occupation of the oldest levels of these sites is reduced to a few artefacts, from which it is not possible to infer any kind of interpretation.
The Mousterian site of Grotta Reali (Rocchetta a Volturno, Molise, southern Italy), dated from between 50,940 and 40,370 cal BP, provides detailed information on the depositional dynamic and human occupation in southern Italy, and... more
The Mousterian site of Grotta Reali (Rocchetta a Volturno, Molise, southern Italy), dated from between 50,940 and 40,370 cal BP, provides detailed information on the depositional dynamic and human occupation in southern Italy, and contributes to the international debate on technical behaviour at the end of the Mousterian. The site was discovered in 2001 and it was located in a small cave/ shelter now partially quarried, on the backside of a tufa waterfall, at the edge of a large alluvial terrace, in correspondence of the major spring of the Volturno River. Pollen and faunal assemblages record the persistence of wooded environments with large open areas as indicated by the presence of horse, aurochs and spotted hyena. Humans settled occasionally for hunting, processing game and performing related activities. Anthropic occupation was followed by carnivores, particularly in the upper part of the stratigraphy where the evidences of their activities prevail decisively rather than those left by humans. The chronological attribution of Grotta Reali to the MIS 3 allows placing the settlement in the last phase of Neanderthals presence in Europe. The technology of knapping stone does not deviate from the range of methods used during the Mousterian. However, the large presence of a laminar volumetric method may attest a new necessity related to activities differentiation. This paper offers for the first time a comprehensive and detailed illustration of this site with a unique set of environmental data and human occupation layers.
In the last decades, debates on the origin, timing and spread of the Levallois method and its relation with the end of the Acheulean and transition to the Middle Palaeolithic have intensified, gaining increased importance on the issue of... more
In the last decades, debates on the origin, timing and spread of the Levallois method and its relation with the end of the Acheulean and transition to the Middle Palaeolithic have intensified, gaining increased importance on the issue of reading into archaeological evidence throughout Europe. There is another significant issue in current debates about the spread of typical Acheulean tools and technologies, which is the subject of numerous scientific interpretations. In the Italian peninsula the spatial and chronological fragmentation of archaeological evidence and the lack of sites featuring good chronostratigraphic context constitute a serious limitation to both establishing a reliable chronological framework and outlining the "evolution" of Middle Pleistocene lithic industries. In this article, we examine the contributions on the discussion of two Lower Palaeolithic sites located in Central-Southern Italy (Isernia La Pineta and Guado San Nicola), which hint both the "tardive" arrival of handaxe shaping, and the early appearance of the Levallois method.
The strategic position of Colombia plays a key role in the knowledge of the early human peopling of South America, in the broader debate on the first peopling of the Americas. The scarcity and fragmentary nature of archaeological record,... more
The strategic position of Colombia plays a key role in the knowledge of the early human peopling of South America, in the broader debate on the first peopling of the Americas. The scarcity and fragmentary nature of archaeological record, together with the presence of critical elements related to several early sites, prevent a full and detailed comprehension of chronology, routes of dispersion and technology of the earliest hunter-gatherers of Colombia. The early human settlement of Colombia is characterised by a widespread interregional technological and typological diversity in lithic assemblages, distinctive contemporaneous regional features and patterns, whose origins and interactions are still unclear. How to explain the interregional technological and typological diversity in lithic assemblages of late Pleistocene sites? Does it represent different cultural groups or different functional activities? From the mid-60s onwards, this diversity was explained by postulating the existence of two different lithic traditions (i.e. Abriense/Tequendamiense paradigm, deriving its name from the eponymous sites, El Abra and Tequendama). However, in our opinion the Abriense/Tequendamiense definition is not particularly clear, precise and satisfying. This multifaceted definition, which includes several criteria of different nature, not necessarily connected, can easily lead to misleading interpretations and is not adequate to identify the heterogeneity of Colombian lithic industries. Therefore, we support the necessity to implement a techno-economic analysis of the lithic assemblages overcoming the restrictive traditional distinction and to provide new insights on the interpretation of the oldest lithic industries of the Colombian territory. In this framework, a reanalysis of the lithic assemblages corresponding to Tibitó 1, El Abra 2 and El Abra 3 (Cundiboyacense Plateau, Eastern Cordillera), traditionally considered the oldest and most significant sites of Colombia, has been conducted. Our review has highlighted several discrepancies and critical elements contained in previous studies.
Grotta Reali, a Mousterian site discovered not long ago in Rocchetta a Volturno (Molise), opens inside of a tufa bank, which runs along the basin of the Volturno river for about 5 Km. The analysis of the lithic assemblage, to be ascribed... more
Grotta Reali, a Mousterian site discovered not long ago in Rocchetta a Volturno (Molise), opens inside of a tufa bank, which runs along the basin of the Volturno river for about 5 Km. The analysis of the lithic assemblage, to be ascribed to a recent phase of the Middle Palaeolithic, has shown the application of different débitage methods: both opportunistic (S.S.D.A.) and predetermined methods (Levallois, discoid, laminar) are well represented. I wish to remark the meaningful presence of blades obtained thanks to a laminar method sensu stricto. [The Mousterian complex of Grotta Reali (Rocchetta a Volturno, Molise): preliminary analysis of the lithic industry.] Keywords: Travertine, Middle Palaeolithic, Methods of débitage. ___________________________________________________________________________________ Grotta Reali è situata nel comune di Rocchetta a Volturno (Molise), alle sorgenti del fiume Volturno e ad un'altitudine di circa 500 m s.l.m. La scoperta del sito risale all'estate del 2001 e si deve al sig. Pierluigi Berardinelli; i susseguenti sopralluoghi dei ricercatori dell'Università di Ferrara hanno condotto all'individuazione del contesto di provenienza del materiale rimaneggiato e all'individuazione di livelli insediativi sul lato meridionale di una "placca" di travertino che attraversa il bacino dell'alto Volturno per 5 km circa (Brancaccio et alii, 1988; Violante et alii, 1994) ed è interessata per tutta la sua estensione da diffusi fenomeni carsici. La grotta, aprendosi in una parete di cava attualmente in disuso, appare parzialmente alterata da episodi di crollo, naturali o indotti, sì che risulta oggi poco agevole ricostruirne la morfologia originaria. Nel 2002, sotto la direzione della Soprintendenza Archeologica del Molise e dell'Università degli Studi di Ferrara, è stata condotta una verifica stratigrafica preliminare, che ha messo in luce una successione di circa 2,5 metri di potenza, all'interno della quale sono stati riconosciuti almeno due orizzonti antropizzati intercalati a livelli sterili di matrice sabbiosa. In ragione dello stato di conservazione non ottimale del deposito, le indagini sul campo sono state precedute dallo studio del materiale di superficie, prima via per un inquadramento cronologico-culturale del complesso, attribuito, su base tecno-tipologica, ad una fase recente del Paleolitico medio. In tal sede si presentano, dunque, i primi risultati emersi dall'analisi di un significativo campione di manufatti fuori-strato, recuperati a partire dal 2001 ai piedi della grotta. Il complesso si presenta altamente omogeneo (dato confermato dalle prime osservazioni condotte sul materiale proveniente dal sondaggio), cosicché, pur nella natura della raccolta, è stato possibile procedere ad un'analisi tecnologica completa e ad una fedele ricostruzione della catena operativa, la quale sembra si sia svolta interamente-o prevalentemente-in situ, come suggerito dalla presenza di prodotti e sottoprodotti provenienti dalle diverse fasi della lavorazione. Quanto allo stato superficiale, i manufatti si caratterizzano per un buono stato di conservazione, se si eccettua la presenza, nel 90% del campione, di una patina bianco-opaca, a distribuzione totale e profondità variabile, evidentemente legata al substrato sabbioso-travertinoso del deposito, che