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Nel saggio si analizza la fortuna del tema dell'immensa misericordia di Dio, centrale nel pensiero di Erasmo da Rotterdam, nello sviluppo del pensiero teologico europeo e del movimento riformatore italiano nel Cinquecento.... more
Nel saggio si analizza la fortuna del tema dell'immensa misericordia di Dio, centrale nel pensiero di Erasmo da Rotterdam, nello sviluppo del pensiero teologico europeo e del movimento riformatore italiano nel Cinquecento. L'idea erasmiana di un Dio infinitamente buono verso le sue creature si tradusse in una visione soteriologica universalista, contrapposta a quella dei riformatori magisteriali, Lutero, Zwingli, Calvino, ed essenziale invece per i pensatori non conformisti, che sono posti all'origine della modernità. L'estensione della salvezza all'intero genere umano modificò l'atteggiamento verso l'Islam, verso gli ebrei e i popoli indios recentemente conquistati, contribuendo in modo determinante alla definizione di una nuova concezione dell'essere umano, della religione, della Chiesa e della tolleranza. Nel movimento riformatore italiano, l'idea si coniugò con la dottrina riformata della predestinazione divina, dando origine alla nozione del tutto originale dell'universale predestinazione alla salvezza, dalle durature ripercussioni nella cultura italiana e, attraverso gli esuli oltralpe, nella cultura europea. La fortuna dell'idea erasmiana è esaminata attraverso due esempi significativi e non esplorati, in sé e nei contesti storici in cui furono prodotti, altrettanto significativi: la traduzione in italiano della Concio de immensa Dei misericordia di Erasmo (1524), curata da Marsilio Andreasi nel 1542, e la retroversione latina di essa pubblicata nel 1550 dal celebre umanista eterodosso esule a Basilea Celio Secondo Curione, nell'ambito del grande dibattito europeo sul nicodemismo. Nello studio dell'adattamento e della diffusione del pensiero eramiano nel mondo riformato d'oltralpe viene fatto riferimento anche al teologo zurighese Theodor Bibliander.
With the Methodus Apodemica (1577) of the Basle philosopher and physician Theodor Zwinger travelling becomes an ars of great heuristic and formative value. Indeed Zwinger's book provides a modern method of analysis that predates the... more
With the Methodus Apodemica (1577) of the Basle philosopher and physician Theodor Zwinger travelling becomes an ars of great heuristic and formative value. Indeed Zwinger's book provides a modern method of analysis that predates the scientific Revolution of the Seventeenth Century. For the first time, the city is studied as political space. The city is the center of ethical, political, and civic values and the main arena of the human experience in history. The observation of the city by the travellers also assumed values of activity and a means of political investigation fondamental for the common good.
Actes du colloque de Valence (15-18 mai 2002), organise par la Societe francaise d'etude du XVIe siecle et l'Association Renaissance-Humanisme-Reforme. Edite par Michel Bideaux et Marie-Madeleine Fragonard. Les universites du XVIe... more
Actes du colloque de Valence (15-18 mai 2002), organise par la Societe francaise d'etude du XVIe siecle et l'Association Renaissance-Humanisme-Reforme. Edite par Michel Bideaux et Marie-Madeleine Fragonard. Les universites du XVIe siecle ont elles ete, comme l'ont donne a croire de grands ecrivains du temps et l'historiographie ulterieure, des bastions de resistance aux nouveaux modes de pensee, de foi, de savoir apportes par l’Humanisme, la Renaissance, la Reforme et la Contre-Reforme ? Les meilleurs specialistes de l'histoire de l'education ont voulu, dans ce livre, rectifier, completer, nuancer cette vision traditionnelle. A travers les temoignages des maitres, des etudiants, des correspondances, ils montrent qu'elles furent aussi des lieux d'echanges, de dissemination, de modelisation.
Nel saggio si analizza la fortuna del tema dell'immensa misericordia di Dio, centrale nel pensiero di Erasmo da Rotterdam, nello sviluppo del pensiero teologico europeo e del movimento riformatore italiano nel Cinquecento. L'idea... more
Nel saggio si analizza la fortuna del tema dell'immensa misericordia di Dio, centrale nel pensiero di Erasmo da Rotterdam, nello sviluppo del pensiero teologico europeo e del movimento riformatore italiano nel Cinquecento. L'idea erasmiana di un Dio infinitamente buono verso le sue creature si tradusse in una visione soteriologica universalista, contrapposta a quella dei riformatori magisteriali, Lutero, Zwingli, Calvino, ed essenziale invece per i pensatori non conformisti, che sono posti all'origine della modernità. L'estensione della salvezza all'intero genere umano modificò l'atteggiamento verso l'Islam, verso gli ebrei e i popoli indios recentemente conquistati, contribuendo in modo determinante alla definizione di una nuova concezione dell'essere umano, della religione, della Chiesa e della tolleranza. Nel movimento riformatore italiano, l'idea si coniugò con la dottrina riformata della predestinazione divina, dando origine alla nozione del tutto originale dell'universale predestinazione alla salvezza, dalle durature ripercussioni nella cultura italiana e, attraverso gli esuli oltralpe, nella cultura europea. La fortuna dell'idea erasmiana è esaminata attraverso due esempi significativi e non esplorati, in sé e nei contesti storici in cui furono prodotti, altrettanto significativi: la traduzione in italiano della Concio de immensa Dei misericordia di Erasmo (1524), curata da Marsilio Andreasi nel 1542, e la retroversione latina di essa pubblicata nel 1550 dal celebre umanista eterodosso esule a Basilea Celio Secondo Curione, nell'ambito del grande dibattito europeo sul nicodemismo. Nello studio dell'adattamento e della diffusione del pensiero eramiano nel mondo riformato d'oltralpe viene fatto riferimento anche al teologo zurighese Theodor Bibliander.
Nel saggio si analizza la figura e l'opera di Theodor Bibliander
All’origine degli “Eretici italiani del Cinquecento”. Nuovi documenti del carteggio Bainton-Cantimori (1932-1940), “Archivio storico italiano”, CLXIII, 2005, pp. 531-593 ISSN 0391-7770 Il saggio analizza, sulla base della loro... more
All’origine degli “Eretici italiani del Cinquecento”. Nuovi documenti del carteggio Bainton-Cantimori (1932-1940), “Archivio storico italiano”, CLXIII, 2005, pp. 531-593 ISSN 0391-7770 Il saggio analizza, sulla base della loro corrispondenza inedita, il rapporto intellettuale e personale instauratosi, a partire dal 1932, tra i due grandi storici della Riforma Delio Cantimori e Roland H. Bainton. Il carteggio consente di ricostruire il percorso culturale compiuto da Cantimori nelle sue ricerche sugli eretici italiani del Cinquecento, sfociate nel suo testo pionieristico e ancora fondamentale intitolato, appunto, Eretici italiani del Cinquecento: in esso, grazie alla scoperta dei fondi documentari svizzeri e alle sollecitazioni intellettuali di Bainton, Cantimori passò da un’impostazione filosofica e fascista del problema a una più fondata ricostruzione e analisi storica del contributo degli eretici italiani allo sviluppo del pensiero europeo. Il carteggio registra anche l’evoluzione cantimoriana dal fascismo al comunismo, in tutta la sua ambiguità e le sue contraddizioni. D’altra parte, le lettere chiariscono il contributo dato dallo studioso italiano allo sviluppo delle ricerche sul non conformismo religioso di Bainton e le ragioni del pur fragile equilibrio creatosi tra personalità molto diverse per comportamenti e inclinazioni intellettuali: ragioni che attingono alla condivisione di ideali di tolleranza. In appendice al contributo sono pubblicate le lettere che i due storici si scambiarono che colmano una lacuna del carteggio tra i due storici recentemente edito da John Tedeschi
RSCr 8(2/2011) 357-378 LUCIA FELICI PROFEZIA E LIBERTÀ Altri aspetti della controversia tra Calvino e gli eretici italiani sul caso Serveto La divergenza latente tra la visione religiosa di Calvino e degli eretici italiani esplose, com'è... more
RSCr 8(2/2011) 357-378 LUCIA FELICI PROFEZIA E LIBERTÀ Altri aspetti della controversia tra Calvino e gli eretici italiani sul caso Serveto La divergenza latente tra la visione religiosa di Calvino e degli eretici italiani esplose, com'è noto, con la condanna a morte di Michele Serveto a Ginevra. Fatti e rifl essioni legati a quell'evento sono già stati analizzati da-gli studiosi, che ne hanno sottolineato il carattere di spartiacque nella storia culturale europea sia per l'elaborazione dell'idea di tolleranza religiosa sia in quanto palese testimonianza dell'esistenza di modi divergenti di concepire la Riforma e la sua realizzazione, pur nel comune intento di rinnovare la società cristiana 1. Le opere pubblicate da Sebastiano Castellione e da Celio Secondo Curione dopo l'esecuzione di Serveto, il De haereticis an sint persequendi e il De amplitudine beati regni Dei dialogi sive libri duo-per citare le più rilevanti-, gettarono le fondamenta della moderna concezione di libertà di coscienza e proposero una visione religiosa ed ecclesiologica alternativa a quella dei riformatori magisteriali. Essa trovò il suo pilastro proprio nella le-gittimità dell'indagine religiosa indipendente e nell'evangelismo invece che nel dogmatismo istituzionale imposto dai capi delle nuove chiese. Da Calvi-no, in particolare, che nei suoi scritti rivendicò un'interpretazione esclusiva della Parola di Dio, ergendosi a infl essibile tutore dell'onore divino violato dai dissenzienti: tanto da essere individuato, dopo Serveto, come il "novello papa" 2. Il riformatore ginevrino oppose la sua nuova Gerusalemme terrestre, dalle solide mura e dagli inviolabili fortilizi dottrinali cementati da un'ese-gesi univoca della Scrittura, a una concezione della chiesa come comunità
With the Methodus Apodemica (1577) of the Basle philosopher and physician Theodor Zwinger travelling becomes an ars of great heuristic and formative value. Indeed Zwinger's book provides a modern method of analysis that predates the... more
With the Methodus Apodemica (1577) of the Basle philosopher and physician Theodor Zwinger travelling becomes an ars of great heuristic and formative value. Indeed Zwinger's book provides a modern method of analysis that predates the scientific Revolution of the Seventeenth Century. For the first time, the city is studied as political space. The city is the center of ethical, political, and civic values and the main arena of the human experience in history. The observation of the city by the travellers also assumed values of activity and a means of political investigation fondamental for the common good. 1. In 1577 Theodor Zwinger published his Methodus apodemica, in eorum gratia qui cum fructu in quocunque tandem vitae genere peregrinari cupiunt ... typis delineata, et cum aliis, tum quatuor praesertim Athenarum vivis exemplis illustrata with Eusebius Episcopius in Basel. The work was immediately recognized as a model for the practice and theory of travel, and had a broad and long-lived success amongst treatises on travel [1]. The Methodus apodemica aimed at instructing the art of travelling and profiting from the experience, under a conviction of travel's great heuristic and formative value both on the individual plane and on that of learning. Method, practical experimentation and theory fused in the act of travelling, that thus became a real and proper ars. Nevertheless, as has been recently pointed out, the importance of the Methodus apodemica cannot be circumscribed by this aspect, fundamental as it may be. The compilation of a work of broad application in his time was also the means Zwinger chose to afford the greatest possible exposure of his philosophical concepts which were subversive of traditional knowledge [2] .
Il saggio ricostruisce la storia di un'inedita miscellanea di testi satirici, raccolta negli anni cinquanta del XVI secolo a Basilea. Il principale artefice di tale raccolta fu l'umanista Gilbert Cousin.
Research Interests:
Nel saggio si analizza l'attività del circolo ereticale modenese del Cinquecento, di cui era membro Castelvetro, attraverso i suoi scritti
Nel saggio si analizzano le posizioni del vescovo di Modena Egidio Foscarari, e in particolare il suo intervento sulla residenza dei vescovi, nell'ultima fase del Concilio di Trento
Nel saggio si ricostruisce la situazione politica e religiosa dello Stato sabaudo nella prima metà del Cinquecento in rapporto akl problema della repressione istituzionale dell'eresia
Nel saggio si illustra il quadro della situazione religiosa italiana nel Cinquecento, con riferimento alla lotta antiereticale dell'Inquisizione
Il saggio analizza l'orazione di Pietro Ramo "Basilea" e la peculiare situazione culturale e religiosa della città renana nella seconda metà del Cinquecento