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salvatore savignano

La storia della chiesa piacentina di San Sisto vanta origini illustri: fu infatti l'imperatrice Angilberga che qui, a metà Ottocento, fondò il primo insediamento per poi proseguire con il nuovo impianto architettonico rinascimentale,... more
La storia della chiesa piacentina di San Sisto vanta origini illustri: fu infatti l'imperatrice Angilberga che qui, a metà Ottocento, fondò il primo insediamento per poi proseguire con il nuovo impianto architettonico rinascimentale, opera del piacentino Alessio Tramello tra il 1499 e il 15111. La chiesa conserva opere pittoriche che documentano le attente e aggiornate scelte dei monaci benedettini, custodi fino all'inizio dell'Ottocento del complesso. La storia delle pale d'altare in San Sisto inizia con un formidabile exploit, la Madonna Sistina di Raffaello, venduta poi nel Settecento ad Augusto III di Sassonia. Da quel momento la visita della chiesa potrebbe rappresentare la testimonianza di una sorta di vuoto, ma San Sisto resta un magnifico esempio di grande impianto urbano dell'ordine benedettino, che trova attorno al 1500 un nuovo sviluppo artistico i cui capolavori della pittura ancora oggi sono testimoni.
La storia della chiesa piacentina di San Sisto vanta origini illustri: fu infatti l'imperatrice Angilberga che qui, a metà Ottocento, fondò il primo insediamento per poi proseguire con il nuovo impianto architettonico rinascimentale,... more
La storia della chiesa piacentina di San Sisto vanta origini illustri: fu infatti l'imperatrice Angilberga che qui, a metà Ottocento, fondò il primo insediamento per poi proseguire con il nuovo impianto architettonico rinascimentale, opera del piacentino Alessio Tramello tra il 1499 e il 15111. La chiesa conserva opere pittoriche che documentano le attente e aggiornate scelte dei monaci benedettini, custodi fino all'inizio dell'Ottocento del complesso. La storia delle pale d'altare in San Sisto inizia con un formidabile exploit, la Madonna Sistina di Raffaello, venduta poi nel Settecento ad Augusto III di Sassonia. Da quel momento la visita della chiesa potrebbe rappresentare la testimonianza di una sorta di vuoto, ma San Sisto resta un magnifico esempio di grande impianto urbano dell'ordine benedettino, che trova attorno al 1500 un nuovo sviluppo artistico i cui capolavori della pittura ancora oggi sono testimoni.
Research Interests:
I CUT italiani, pur nella diversità delle finalità e degli statuti, hanno rappresentato una cerniera fra la pratica artistica e la conoscenza storico critica. Parallelamente alla prassi scenica, molti hanno perseguito linee di ricerca e... more
I CUT italiani, pur nella diversità delle finalità e degli statuti, hanno rappresentato una cerniera fra la pratica artistica e la conoscenza storico critica. Parallelamente alla prassi scenica, molti hanno perseguito linee di ricerca e indagini importanti, lavori che spesso sono confluiti ed hanno costituito prodotti editoriali di varia natura. Dagli anni Cinquanta vi sono stati bollettini, fogli e quaderni che hanno documentato le attività dei Centri Universitari o si sono configurati come vere e proprie riviste di settore.  Per i CUT questo fiorire di fogli e riviste rappresentò la risposta ad una necessità di divulgazione ma soprattutto contribuì a portare istanze e dibattiti, in una forma teorica più strutturata, all'interno del discorso accademico. Proprio per questa esigenza spesso si adottò, adeguandola e adattandola, la forma saggistica.
Research Interests:
La storia della chiesa piacentina di San Sisto vanta origini illustri: fu infatti l'imperatrice Angilberga che qui, a metà Ottocento, fondò il primo insediamento per poi proseguire con il nuovo impianto architettonico rinascimentale,... more
La storia della chiesa piacentina di San Sisto vanta origini illustri: fu infatti l'imperatrice Angilberga che qui, a metà Ottocento, fondò il primo insediamento per poi proseguire con il nuovo impianto architettonico rinascimentale, opera del piacentino Alessio Tramello tra il 1499 e il 15111. La chiesa conserva opere pittoriche che documentano le attente e aggiornate scelte dei monaci benedettini, custodi fino all'inizio dell'Ottocento del complesso. La storia delle pale d'altare in San Sisto inizia con un formidabile exploit, la Madonna Sistina di Raffaello, venduta poi nel Settecento ad Augusto III di Sassonia. Da quel momento la visita della chiesa potrebbe rappresentare la testimonianza di una sorta di vuoto, ma San Sisto resta un magnifico esempio di grande impianto urbano dell'ordine benedettino, che trova attorno al 1500 un nuovo sviluppo artistico i cui capolavori della pittura ancora oggi sono testimoni.
Nel presente lavoro ho cercato di analizzare le vicende e le scelte di committenza, artistiche e stilistiche delle pale d'altare presenti nella chiesa di San Sisto a Piacenza; partendo dalla prima metà del Cinquecento con l'eccentrica... more
Nel presente lavoro ho cercato di analizzare le vicende e le scelte di committenza, artistiche e stilistiche delle pale d'altare presenti nella chiesa di San Sisto a Piacenza;  partendo dalla prima metà del Cinquecento con l'eccentrica presenza di Sebastiano Novelli, pittore casalese, per poi proseguire l'analisi dei lavori commissionati, nel tardo Cinquecento, dai monaci benedettini dopo la Controriforma.