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ITALIANO: Maria d’Ungheria e la chiave privilegiata per comprendere sia il complessivo assetto planimetrico e formale della chiesa clarina di Santa Maria Donnaregina sia la sua decorazione a fresco. Il marcato tono germanico della... more
ITALIANO: Maria d’Ungheria e la chiave privilegiata per comprendere sia il complessivo assetto planimetrico e formale della chiesa clarina di Santa Maria Donnaregina sia la sua decorazione a fresco. Il marcato tono germanico della fabbrica appare infatti il frutto della ricezione di un modulo edilizio di origine tedesca divulgatosi nel corso del XIII secolo in Ungheria e Boemia, sapientemente investito di un indiscutibile portato ideologico e retorico nella Napoli di primo Trecento. Un portato ribadito negli affreschi con le Storie di Santa Elisabetta d’Ungheria, nelle quali la celebrazione della santita della stirpe ungherese si combina con la sottolineatura di ruoli e valori devozionali propri del mondo femminile. In merito, proprio in un’ottica di genere, il ciclo si combina efficacemente con altri temi presenti nel programma decorativo, in primis quello mariano. / ENGLISH: Mary of Hungary is the key character to understand the architecture and the decoration of the Clarissan chu...
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INTERNATIONAL MEDIEVAL CONGRESS, LEEDS 2015 (6-9 JULY) Session 1018, Wed. 08 July - 09.00-10.30 Constructing cultural identities: Mendicant houses, Power, and renovatio urbis (13th-14th centuries) Abstract: Mendicant... more
INTERNATIONAL MEDIEVAL CONGRESS, LEEDS 2015 (6-9 JULY)

Session 1018, Wed. 08 July - 09.00-10.30
Constructing cultural identities: Mendicant houses, Power, and renovatio urbis
(13th-14th centuries)


Abstract:
Mendicant architecture was characterized by indisputable volumetric and ornamental variety due to two factors: the integration of local building traditions, and the participation of laity in church construction and decoration. This session proposes an investigation of the processes of renovatio urbis to examine the mendicants' impact on topographical and socio-devotional urban development, and on modalities of construction and expressions of cultural identity by religious and lay populations. In particular, the study of the Angevin Kingdom of Naples and the relationships between the Sardinian kingdoms with the crown of Aragon and the maritime republics will permit us to consider two primary issues. First, the local communities' reception of new, exotic styles and ideological propaganda 'imported' by dominant groups, and second, the communities' rejection of those elements in favor of autochthonous traditions.

Sponsor: Dipartimento di Italianistica, Romanistica, Antichistica, Arti e Spettacolo (DIRAAS), Università degli Studi di Genova

Organisers: Cristiana DI CERBO
(Dipartimento di Italianistica, Romanistica, Antichistica, Arti e Spettacolo (DIRAAS), Università degli Studi di Genova)
Andrea PALA
(Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio, Università degli Studi di Cagliari)

Moderator/Chair: Fulvio CERVINI
(Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo (SAGAS), Università degli Studi di Firenze)

Paper –a
The Marketplace and the Miraculous Madonna: The Medieval Carmelites and Cultural Exchange in Naples(Language: English)
Alexandra DODSON (Art, Art History & Visual Studies, Duke University, North Carolina)

Paper –b
New Buildings in an Old City of the Angevin Kingdom: The Nolan Renovatio and the Orsini Family during the 14th Century (Language: Italiano)
Cristiana DI CERBO
Paper –c
Political Power, Mendicant Art, and Architecture in Sardinia during the 13th and 14th Centuries (Language: Italiano)
Andrea PALA
Indagare la committenza laica e religiosa nell’architettura francescana della custodia napoletana significa affrontare complessi temi storiografici, strettamente interconnessi e ancora dibattuti: la ricezione del sistema costruttivo... more
Indagare la committenza laica e religiosa nell’architettura francescana della custodia napoletana significa affrontare complessi temi storiografici, strettamente interconnessi e ancora dibattuti: la ricezione del sistema costruttivo gotico nel Mezzogiorno della nostra penisola, l’organizzazione dei cantieri tra Due e Trecento, e, infine, l’edilizia mendicante e il ruolo da essa svolto nel moderato aggiornamento in senso oltremontano del lessico locale, tanto sotto un profilo formale quanto sotto quello strutturale.
Il celebre esempio clariano di Santa Maria Donnaregina, sita nella capitale del regno angioino, tuttavia, permette di approcciare tali criticità da una prospettiva estremamente suggestiva e stimolante, quale quella dell’arte di corte e dell’uso retorico dell’architettura. Commissionata dalla regina di Napoli, Maria d’Ungheria, la fabbrica rivela uno schietto e marcato tono germanico-ungherese che la rende del tutto estranea al coevo paesaggio artistico, non solo meridionale ma, più in generale, peninsulare. L’analisi comparativa permette di evidenziare, infatti, come il complessivo assetto planimetrico e formale sia frutto non della maturazione di una pratica edilizia squisitamente clariana, come sostenuto dalla critica, bensì della ricezione di un modulo edilizio tedesco divulgatosi nel corso del XIII secolo in Ungheria e Boemia, e qui sapientemente investito di un indiscutibile portato ideologico e retorico.
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