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Il Razzismo Di Oggi e in Italia3

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Il razzismo la convinzione che gli uomini siano diversi tra loro a seconda della razza cui appartengono, che

e vi siano razze superiori alle altre, che le razze inferiori debbano essere discriminate e dominate da quelle superiori. Il razzismo antico come luomo e nel corso della storia la maggior parte dei gruppi etnici ha cercato di imporsi sugli altri. Spesso una presupposta superiorit della propria razza stata utilizzata come alibi o pretesto per il perseguimento di interessi economici e politici.

II Razzismo si manifesta nelle nostre citt, oggi pi di ieri


Al giorno d'oggi, in un paese come il nostro, sembra assurdo che possa esistere ancora la questione razziale, eppure la cosa ancora pi allarmante che oggi addirittura peggiorata. Il problema del razzismo poi non si riferisce esclusivamente all'accettazione del popolo nero da parte della razza bianca, ma abbraccia altri aspetti della nostra vita quotidiana: nel mondo del lavoro, nei rapporti tra i due sessi e quello dell'inserimento degli extracomunitari nel nostro Paese, che ha scatenato, tra l'altro, una serie di atti delittuosi e una violenza inconcepibile e in contrasto con le regole di convivenza tra le persone. La discriminazione continua sempre ad esistere insieme con questi continui fatti di cronaca che ogni giorno riportano omicidi e maltrattamenti privi di senso, senza giustificazione, in un Paese che si crede civile. Bisogna che noi giovani lottiamo contro questo modo di agire e di pensare e che sensibilizziamo l'opinione di tutti per pretendere delle leggi che tutelino i diritti di queste persone, per evitare ulteriori spargimenti di sangue e per far s che sia rispettato quel comandamento umano che dice: Ama il tuo prossimo come te stesso.

Roma, 17 ott. - Una folla di "almeno 200mila persone", secondo gli organizzatori, ha sfilato per le vie del centro di Roma in occasione del corteo organizzato da quasi 500 sigle dell'associazionismo e del sindacato contro il razzismo e le politiche del governo in materia di immigrazione e di sicurezza. Presenti alla manifestazione esponenti e insegne di Cgil, Arci, Emergency, Amnesty International. Il lungo corteo si incamminato da piazza della Repubblica poco prima delle 15 dietro lo striscione di testa 'no al razzismo, al reato di clandestinit, al pacchetto sicurezza'.

Per quanto riguarda il nostro Paese, in Italia lideologia razzista arrivata con un certo ritardo storico rispetto agli altri paesi; ma si comunque manifestata in virt di una presunta superiorit biologica, culturale e morale sulle popolazioni colonizzate dellAfrica (Etiopia, Libia) tra l800 e il 900, e sugli ebrei, a partire dal 1943, durante gli anni di attiva collaborazione con il nazismo. Successivamente, poi, il razzismo riemerso dopo la Seconda Guerra Mondiale a causa delle immigrazioni dalle diverse regioni italiane e, ancor pi recentemente, contro gli immigrati dai Paesi extracomunitari.

Come abbiamo detto, mentre negli altri paesi lideologia razzista si manifestata nel corso della seconda met dell'800, in Italia arrivata con relativo ritardo e, per lo meno all'inizio, in forme meno estreme. Questo ritardo dovuto al fatto che in quel periodo lattenzione del governo italiano era concentrata sulla politica interna finalizzata ad una integrazione nazionale ancora in fieri. Fu con il diffondersi e laffermarsi in Italia delle discipline etnologiche ed antropologiche che si svilupp lattenzione per i popoli "altri", "primitivi", "selvaggi", "incivili", che stimolarono linteresse dei governi Depretis e Crispi per loccupazione dei possedimenti coloniali in Africa; successivamente, nel 1911, col governo Giolitti, gli interessi coloniali italiani si rivolsero alla Libia, che fu soggiogata con estrema durezza, dando inizio al razzismo anti-islamico che si andr di l a breve intrecciando con la nascente ideologia nazista.

Con il fascismo, la politica coloniale italiana si fece molto pi forte e determinata di quella, giudicata troppo moderata, dei governi liberali. E sebbene nel discorso di Mussolini del 6 settembre 1934, venisse derisa e screditata l'ideologia dei nazisti tedeschi, molto presto anche lItalia adott e fece proprie convinzioni analoghe, peraltro niente affatto estranee ai concetti di base del movimento fascista, con cui furono legittimate le azioni di conquista dell'Etiopia. Siamo negli anni 35-36, quando, violando le regole internazionali, venne proclamata la nascita dell'Impero, la popolazione etiopica fu soggiogata in nome della superiorit della razza bianca, e fu combattuta con ogni mezzo ogni possibilit di mescolanza tra le razze.

Sebbene Mussolini non avesse mai espresso una ostilit nei confronti degli ebrei, per ragioni essenzialmente politiche, tra il 1936 e il 1937 decise di prendere rigorosi provvedimenti volti allemarginazione e alla persecuzione degli ebrei. Fondamentalmente, tra i vari motivi che spinsero il duce ad una tale risoluzione, la molla principale fu il desiderio di guadagnare credito agli occhi di Hitler e tentare un avvicinamento politico alla Germania, anche a costo di sacrificare la libert e i diritti degli ebrei italiani. "In proposito va precisato che non vi notizia di alcuna pressione specifica in quel senso da parte del governo nazista; la campagna antisemita nel nostro paese fu decisa da Mussolini in piena autonomia e riusc a imporsi nella sostanziale passivit della maggioranza degli italiani".

Tra il razzismo italiano di Mussolini e quello tedesco di Hitler ci fu una sostanziale differenza: mentre nel primo caso tale ideologia sorse solo in un secondo momento della storia del fascismo e sotto la spinta delle ambizioni e delle strategie politiche proprie; nel secondo lideologia razzista faceva parte integrante di quella nazista fin dalle origini. Ma entrambi sfociarono nella persecuzione violenta degli ebrei e nella loro deportazione in massa nei campi di sterminio. Ed sulla base delle gi citate convinzioni che, purtroppo, come ben sappiamo, indipendentemente dallet, dal sesso, dal ceto e ruolo sociale, milioni di ebrei furono sterminati senza piet. Coloro che sono sopravvissuti, non solo rimasero privi di tutti i propri beni, ma ancora oggi portano il segno delle ferite di quei terribili anni.

Quando si parla di deportazione e sterminio degli ebrei, pensiamo sempre solo ai nazisti e alle responsabilit tedesche; di fatto la complicit, la partecipazione degli italiani in quei tragici eventi fu considerevole e per troppo tempo taciuta. Ma tacere sui fenomeni di razzismo non aiuta a comprenderne le cause profonde ad evitare che tali fatti del passato possano verificarsi di nuovo e, soprattutto, il silenzio non favorisce un percorso di coscienza e di riflessione critica ed autocritica che faccia da "scudo" ad atteggiamenti razzisti nei confronti di tutte quelle "minoranze" o gruppi "altri", sociali o religiosi che siano, presenti oggi nel nostro Paese.

Il Manifesto del Razzismo Italiano, pubblicato il 15 luglio 1938

Tra il Cinquecento e il Seicento, sebbene proprio in quei due secoli inizi il colonialismo, lo schiavismo dei neri d'Africa e si faccia maggiormente pi dura la segregazione e la persecuzione degli ebrei nei paesi cristiani, il razzismo come ideologia non esiste ancora. Il settecento, quello che i libri di storia definiscono "il secolo dei Lumi", "l'et della Ragione", "l'era della tolleranza". Il razzismo nato all'epoca, purtroppo, si protrae anche oggi che, oltre ad essere un crimine e un'offesa al genere umano soprattutto una solenne idiozia, perch pretende di classificare l'umanit in base al sangue che scorre nelle vene di ciascuno: come se non esistessero bianchi stupidi e neri o gialli o rossi o ebrei intelligenti e viceversa. Gli esponenti del movimento nazionalista si chiam "pangermanesimo". I pangermanisti erano antisemiti, perch consideravano gli ebrei tutti ricchi, come ostacolo al loro progetto del grande stato tedesco. Ma anche perch in quel periodo gli ebrei cominciavano a diventare sionisti, cio a pensare alla creazione di uno stato tutto per loro, per finirla con duemila anni di diaspora e mettersi al riparo dalle persecuzioni e dai massacri che periodicamente li investivano in tutta quanta l'Europa centrale e orientale. In URSS invece i Protocolli furono pubblicati da un quotidiano di Pietroburgo: Nicola II doveva giustificare i terribili pogrom che scoppiavano continuamente nei ghetti per mano della popolazione inferocita. Ma anche gli inglesi non sono stati da meno. Charles Darwin, parlando degli animali, invent la teoria secondo cui sta scritto nella natura che il pesce grande mangia quello piccolo. Quindi afferma che per ragioni biologiche, tocca ai bianchi comandare e ai neri e ai gialli obbedire. Causa prima d'ogni colonialismo abusivo e, in definitiva, ogni sorta di razzismo.

Nonostante il capolinea del razzismo scientifico, rigettato come pseudoscienza subito dopo la seconda guerra mondiale,non fu modificata la mentalit formatasi in quasi un secolo di propaganda, e forme inconsce e semi-clandestine di razzismo antimeridionale hanno persistito fino ad oggi e sono spesso documentate da denunce pervenute a livello mondiale. Oggi questo antico razzismo viene in reso attuale semplicemente sostituendo alla parola razza quella di cultura, popolo o civilt e mantenendo intatta la stessa precedente impostazione scientifica. Nell'ultimo decennio a questo si sono aggiunti fenomeni di avversione contro i popoli semiti (gli arabi). Secondo la ricerca promossa nel 2003 dall'Unione delle comunit ebraiche italiane e condotta dal Dipartimento di ricerca sociale e metodologia sociologica Gianni Statera presso la facolt di Sociologia dell'Universit La Sapienza di Roma su 2.200 ragazzi tra i 14 e i 18 anni di 110 Comuni italiani, la punta massima del razzismo ad alta intensit si riscontra nel "profondo nord" con il 27.8% degli intervistati e la minima nel "sud urbano" con il 10.6% degli intervistati.

Accanto a queste sono sorte anche numerosi episodi di razzismo ai danni dei Rom e dei Sinti (etnie comunemente identificate con i termini zingari, gitani o semplicemente "nomadi"). Il razzismo anti-ebraico, che ha origini storiche e religiose pi antiche, secondo molte indagini demoscopiche continua ad esistere in tutta Italia, sebbene in forme meno manifeste.

I 50 ANNI DELLA MOTOWN, L'ETICHETTA DI DETROIT FONDATA DA BARRY GORDY.


La musica che ha battuto il razzismo Con: Diana Ross, Stevie Wonder e Marvin Gaye ha cancellato la divisione tra musica nera e bianca

Provate a mettere insieme anche soltanto i nomi pi famosi, da Stevie Wonder a Marvin Gaye, da Diana Ross ai Jackson Five e avrete l'idea di cosa abbia significato per la musica nera la Motown, ovvero l'etichetta di Detroit che ha dato popolarit, successo e grandi guadagni agli artisti afroamericani creando uno stile e un'epopea che dura da mezzo secolo.

OLTRE LE BARRIERE RAZZIALI

S' concesso il lusso di produrre anche nel cinema (tra gli altri Lady Sings The Blues sulla vita di Billie Holiday e Mahogany con Diana Ross), ha tre matrimoni e sette figli alle spalle. Ma la sua famiglia soprattutto quella che viene celebrata ora nel mezzo secolo di storia della Motown che ha dato spunto anche a film come Dreamgirls. E soprattutto,ha divertito e incantato mezzo mondo con canzoni diventate ormai dei classici, fino a collezionare pi di 100 numeri uno nelle classifiche Usa. Qualche esempio? My Girl (Temptations), Stop! In the Name of Love e Baby Love (Diana Ross & The Supremes), For Once in My Life Stevie Wonder, I want You back (Jackson Five), How Sweet It Is to Be Loved by You e I Heard It Through the Grapevine(Marvin Gaye), Dancing in the Streets (Martha Reeves). Successi che, periodicamente, tornano alla ribalta, reinterpretati, ristampati, rimasterizzati. E che ormai fanno parte della storia della musica e del costume in barba al razzismo!

Ambientata a Jackson, Mississippi, nei primi anni Sessanta, la storia esplora i temi del razzismo e del perbenismo di facciata delle famiglie del Sud, quando una aspirante scrittrice intervista una cameriera che racconta la verit sulle sue esperienze nelle case dei bianchi.

Mississippi, 1964. In una piccola cittadina a dieci miglia da Memphis , tre attivisti per i diritti sociali dei neri vengono brutalmente uccisi. Due agenti dellFBI, dai caratteri molto diversi, investigano su un antico odio che da moltissimo tempo si instaurato tra la popolazione bianca e nera.

Fatto da Domiziana Gallo, Claudio Caporali, Chiara del Signore, Alessio Baroncini, Gianmarco Cassiani e Andrea Sold.

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