Dittongamento Toscano1
Dittongamento Toscano1
Dittongamento Toscano1
ANAFONESI
E linnalzamento (dal greco sopra suono) delle due vocali chiuse toniche, E O,
davanti a determinanti foni consonantici. Si innalzano di un tono perch per
pronunciarle dobbiamo sollevare pi in alto le labbra. E un fenomeno
tipicamente toscano , anzi anticamente neppure di tutta la Toscana ma solo di
Firenze, Prato, Pistoia, Lucca Pisa e Volterra. Se ne distinguono due tipi:
1) la E del latino volgare diventa I davanti a GL e GN, purche provenienti dal
latino classico Lj e Nj, per esempio :
GRAMINEAM- GRAMEGNA-GRAMIGNA
CONSILUM- CONSEGLIO-CONSIGLIO
FAMILIAM-FAMEGLIA-FAMIGLIA
In ogni caso se GN proviene da un nesso latino GN lanafonesi non si produce, per
esempio lignum > legno, signum > segno. Evidentemente allepoca
dellanafonesi il nesso GN non era ancora pronunciato bens come il tedesco
Wagner.
2) La E del latino volgare diventa I tonica, e la O diventa U quando segue o
seguiva una nasale velare, ossia davanti a nessi NG, NK, tuttavia nella formula
ONK la O si conserva. Per esempio:
LINGUAM- LENGUA- LINGUA
VINCO- VENCO VINCO
FUNGUM- FONGO- FUNGO
CHIUSURA DELLE VOCALI TONICHE IN IATO
Le vocali toniche E O aperte o chiuse seguite da unaltra vocale che non sia I
tendono a chiudersi, fino ad arrivare alle vocali estreme I U. Nel caso che lo iato
risalga gi al latino classico, la vocale tonica era breve in base alla norma
prosodica vocalis ante vocalem brevis est .
Esempi:
EGO- EO-IO
MEUM- MEO-MIO
DEUM-DEO DIO
TUAM-TOA-TUA
DUAS-DOE-DUE
BOVEM-BOE-BUE
Invece davanti a I: MEI-MIEI.
Il fenomeno manca nei latinismi tra cui numerosi nomi propri, soprattutto quelli
influenzati dalla Chiesa nel Medioevo come Matthaeus (Matteo), Bartholomeaus
(Bartolomeo), Andreas (Andrea). Inoltre si conservata la e dellantica desinenza
dellimperfetto dei verbi in ERE: temea, parea, prendea, certo per ragioni
morfologiche essendo gi in IA la desinenza dei verbi della 4 coniugiazione
latina, sentia.
TRATTAMENTO DI E PROTONICA
Una E protonica del latino volgare tende a chiudersi in I in unarea che era
limitata alla Toscana.
Esempi:
DECEMBREM- DECEMBRE-DICEMBRE
MENSURAM-MESURA-MISURA
MINOREM-MENORE-MINORE
Nel fiorentino antico alcune parole hanno mantenuto la E protonica a lungo, cos
migliore, nipote, segnore, pregione, melano. Il fenomeno avviene non solo
allinterno di parola ma anche di frase, coinvolgendo i monosillabi dotati di scarso
corpo fonico che tendono ad appoggiarsi alla parola seguente. Cos DE ROMA
diventa di Roma, ME LAVO diventa mi lavo, TE AMAT diventa ti ama. Si parla cos
di protonia sintattica. Tuttavia questa norma soggetta a molti turbamenti :
molte parole che nellitaliano antico avevano i protonica hanno oggi e per effetto
della rilatinizzazione di et rinascimentale, il caso di felice e delicato, eguale;
non c nei latinismi e nei semilatinismi, cio forme in cui tratti popolari
convivono con tratti colti, come veleno, segreto; nelle parole di origine straniera
importate da lingue che conservano la e protonica, la vocale pu mantenersi
anche in italiano, cos in regalo dallo spagnolo, petardo e dettaglio dal francese;
nelle forme verbali rizotoniche, con accento cio sulla radice, e con desinenza
atona, come pensat rimane pesa, vdet rimane vide.
TRATTAMENTO DI I BREVE POSTONICO NON FINALE
Nella stessa area in cui E protonica tendeva a passare a I era spontaneo un altro
fenomeno, sistematico: la E postonica non finale del latino volgare
corrispondente alla I breve del latino classico si chiudeva in I.
Esempi:
HOMINES- UOMENI- UOMINI
ANIMAM- ANEMA- ANIMA
Se la E postonica non finale del latino volgare rappresenta una E breve invece del
latino classico tende a mantenersi in italiano, in particolare davanti a R :
LITTERAM-LETTERA
DIXERUNT-DISSERO
LEGERE-LEGGERE
MITTERE-METTERE
AR ED ER INTERTONICI E POSTONICI
Nel fiorentino il gruppo AR in posizione intertonica ( cio tra accento principale
accento secondario, per esempio in Margarita accento principale sulla penultima
e accento secondario sulla sillaba iniziale) e postonica passa ad ER. Quindi
Margarita passa a Margherita, Lazarum passa a Lazzero.
E una tendenza tipica solo di Firenze, non condivisa nemmeno dai dialetti toscani
antichi che modificano AR solo nei futuri e nei condizionali della prima
coniugazione. I casi in cui si presenta sono:
SUFFISSIO ARIA (calzoleria, porcheria)
SUFFISSO ARELLO (fatterello)
SUFFISSO ARECCIO (villereccio)
SUFFISSO AROZZO (bacherozzo)
Tuttavia il fenomeno oggi in declino, inoltre si sono affermate negli ultimi
decenni si sono affermate forme suffissali di origine non fiorentina, ma romane,
meridionali o milanesi, come spogliarello, mozzarella, pennarello, casereccio,
acquarello.
LABIALIZZAZIONE DELLA VOCALE PROTONICA
In alcuni casi un fono labiale successivo ( le tre occlusive P B M e le due
labiodentali F V) ha determinato lalterazione della vocale palatale precedente,
attirandola come O U :esempi:
DEBERE-DEVERE-DOVERE
DEMANDARE- DOMANDARE
LIMACA-LUMACA
FENOMENI GENERALI
PROSTESI, EPENTESI, EPITESI
Consiste nellaggiunta di un elemento in posizione iniziale (prostesi), in posizione
intermedia (epentesi), in posizione finale (epitesi). In italiano tipica la prostesi
di I davanti a parole comincianti per S pi consonante (la S impura), quindi
iscuola, iscritto. Ma il fenomeno quasi del tutto scomparso. Lepentesi pu
consistere nellaggiunta di una vocale o di una consonante, per esempio
linserimento di una V per estirpare uno iato: Ioannes > Giovanni, Mantuam >
Mantova. Pu anche consistere nellaggiunta di una I per evitare il gruppo SM
che il latino aveva assunto per derivazioni greche, come spasmum > spasimo,
phantasma > fantasima.
Un esempio di epitesi vocalica lo sviluppo della vocale dappoggio E in
monosillabi ossitoni, propria dei toscani, come piu, virte.
AFERESI E SINCOPE
SONO FENOMENI PER CUI SI PERDE UN FONO O UNA SILLABA IN POSIZIONE
INIZIALE-AFERESI- CENTRALE-SINCOPE. O FINALE-APOCOPE.
Un esempio di aferesi sillabica la discrezione dellarticolo, per cui per effetto
della stretta unione tra articolo e parola i parlanti possono interpretare come
articolo una elle iniziale che viene cos separata dalla parola stessa. E il caso di
Labellum, poi diventato lavello o avello per indicare una tomba. Spesso la
discrezione riguarda la A iniziale, sentita come la vocale dellarticolo femminile,
come la apiculam, avvertito come la pecchia.
Per quanto riguarda la sincope ci sono due casi:
sincope della vocale postonica del suffisso ulum, -ulam, dunque vetelum
vecchio, speculum specchio, circulum cerchio.
Sincope della vocale intertonica: cerebellum cervello, bonitadem boutade,
verecundiam vergogna.
APOCOPE
Davanti a una Iod del latino volgare ( in cui erano confluite le i e le e brevi in iato
del latino classico) gran parte delle consonanti precedenti si rafforzano.
Rafforzamento si ha per le labiali PI, BI, VI: esempi:
SAPIAT-SAPPIA, SEPIAMSEPPIA, HABEATABBIA, RABIAMRABBIA, SIMIAM
SCIMMIA, VINDEMIAMVENDEMMIA
Se la consonante unaffricata palatale sorda e sonor(C G ) a la iod viene
assorbita da quella consonante. Esempi:
FACIAT-FACCIA, ACIARUMACCIAIO, FAGEUM-FAGGIO, REGIAMREGGIA
Dopo una nasale la iod produce palatalizzazione, cio fa arretrare larticolazione
della consonante precedente, determinanto una nasale palatale (gn) e una
laterale palatale (gli). Esempi
VINEAM-VIGNA, FILIUM-FIGLIO, FOLIUMFOGLIO.
Infine dopo una dentale sorda o sonora T D la iod intacca la consonante
producendo la assibilazione, cio la trasformata in affricata. Esempi:
PUTEUMPOZZO, VITIUMVEZZO, MEDIUM.-MEZZO, RUDIUM-ROZZO.
(se il nesso non in posizione intervocalica il risultato non una consonante
intensa, come fortia, forza, prandium, pranzo).
Gi nei primi secoli di era volgare alcune iscrizioni testimoniano forme che
presentano il raddoppiamento della consonante davanti a una i in iato,
soprattutto nei nomi propri, come Licinnius e altri. Lassibilazione del nesso TI
attribuibile alla fine del 2 secolo, lepoca alla quale risale una lamina di piombo
trovata a Cartagine e scritta in parte in latino e in parte in greco, qui invocano
maledizioni contro un certo Vincentius, il cui nome sempre scritto con TI, con un
grafema latino t e il grafema greco zeta, evidentemente si voleva rendere il
nesso pronunciato come NTS.
Dal nesso DI si ha unaffricata alveolare, come Prandium pranzo, Hordeum, rozo,
Viridiam, verza. Questo il caso dopo una consonante, ma in posizione
intervocalica lesito duplice: nel senso che si pu avere anche unaffricata
palatale, come in Radium, raggio, Medium, moggio, Podium, poggio, Hodie, oggi,
Video, veggio.
Molto probabilmente nella Roma del 1 secolo D.C., una corrente popolare doveva
aver diffuso una pronuncia iod per le parole DI, da cui si sar sviluppata
unaffricata prepalatale sonora, come in Maiorem, maggiore, Peius, peggio. Ma il
controllo della scuola ha preservato da questo trattamento popolare n certo
numero di parole, ma anche queste aree di pronuncia pi sorvegliata sono stte
investite da una nuova ondata nel 2 secolo, quando gran parte delle consonanti
si raddoppiavano di fronte a iod, per cui una parola come meius che era riuscita a
sopravvivere, divenne verso la fine del secondo secolo mezzus.